Sai bene che io sarei ancora più restrittivo (che io sappia non hanno messo paletti per l'indice di massa grassa minimo, poi alcune cure, oltretutto potenzialmente dannose per gli altri del gruppo, son comunque permesse) ma la mia critica al MPCC è per l'ipocrisia della maggior parte degli aderenti e che non ha senso se non viene adottata da tutte le squadre ciclistica.Winter ha scritto:Leggo del caso delle americane williams , biles ecc..
Tanti criticano MPCC
pero' nelle squadre che ne fanno parte..
non è cosi' facile avere quelle autorizzazioni terapeutiche (e non per quelle sostanze..)
Ricordo che Beloki era abituato ad aver il suo aut per l'asma.. alla squadra di Bernaudeau non ebbe alcuna autorizzazione
Quindi (sermone che lascia il tempo che trova) se MPCC dev'essere, le cose si fanno seriamente proibendo qualsiasi alterazione esogena ai valori dell'atleta (oltre alle pratiche attualmente vietate, via tutti i farmaci, le pomate, gli integratori, le pozioni magggiche) e mettendo paletti su limiti salutistici da non oltrepassare, seri e documentati da studi scentifici validi (inteso come accettati da tutti i gruppi sportivi, gli organizzatori e le federazioni) applicati ad uno sport intenso come il ciclismo (con responsabilità e sanzioni per tutta la squadra, non per il singolo).
In alternativa, teniamo qualche limite di sicurezza sui valori umani da non oltrepassare per non far schiattare nessuno, da controllare a tutti, prima della partenza della gara, e affossiamo antidoping, controlli a sorpresa e menate varie, ma lasciamo i medici di squadra con responsabilità penale se qualcuno schiatta (con sospensioni dalle competizioni in attesa che i valori rientrino, invece delle squalifiche)
Le altre strade, le vie di mezzo, son solo un palliativo per infinocchiare la massa (non certo gli appassionati, fra cui la gran parte dei forumisti di CW) e continuare col circo, coi doppipesi, coi ricatti, con le ripicche (tutta roba che fa comodo a chi dirige e ci lucra sopra e non a chi pedala).
Piccola (si fa per dire ) postilla sui pedalatori:
una volta il ciclista professionista, tranne qualche raro caso, era spesso identificato dalla frase "ciao mama sono arrivato uno" (che poi anche la massa della popolazione era messa allo stesso modo), oggi invece c'è una cultura molto più diffusa, è più facile trovarvi diplomati e laureati, scrittori, poeti e quant'altro. Nonostante questo continuano, tutti, a farsi sfruttare dai "dirigenti" della baracca e non capiscono che se giù dalla bici (sulla bici, schiaffi a destra e a manca van benissimo ) non imparano a far corpo unico, continueranno ad essere degli schiavi, moderni, magari consapevoli, ma sempre schiavi.
L'unica piccola cosa che hanno ottenuto facendo finta di essere un copro unico, è non correre quando c'è brutto tempo... ora basta qualche fiocco di neve, anche solo virtuale (=previsioni sballate) o frutto di premonizioni allarmistiche (=c'è tizio che ha postato la foto di una bufera di neve in Nepal, magari arriva anche Monte San Vicino... portata dagli ufo ).
Un altro colpo all'unicità di quel che era questo sport.