Storia

Dove discutere di altri sport e di tutto il resto
Avatar utente
DEMEYER80
Messaggi: 206
Iscritto il: mercoledì 5 gennaio 2011, 13:58

Re: Storia

Messaggio da leggere da DEMEYER80 »

Parliamo anche dei baschi, popolo notoriamente ostico per tutti nella Storia. O quasi...


Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

Altra lezione magistrale di Leandro Sperduti


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XLII

Dalla fine di settembre alla fine di dicembre del 47 a.C.


Quando Cesare rimise piede sul suolo italico aveva con sé solo una centuria appiedata; i venti lo avevano spinto fino a Taranto e non Brindisium, dove avrebbe potuto incontrare Marco Cicerone senza impedimenti, ma così non era stato e quindi dovette lasciar andare gli altri e da solo invertì la marcia per raggiungere il consolare. Per un colpo di fortuna, dopo poche miglia incontrarono una lettiga che procedeva in senso inverso e all'interno c'era proprio Marco Tullio chino su una scrivania portatile. :D
Cesare accompagnò il vecchio avversario lontano da orecchie indiscrete per chiedergli il favore di andare a Roma; lui aveva bisogno in Senato di tutta l'opposizione sana possibile.
Cicerone rispose che non poteva dare l'impressione di essersi arreso.
"Per ora no, ma intanto fa' i bagagli e porta tua figlia in un clima più salùbre, ovvero in una delle tue tante ville campane." E questo fu il massimo che poté ottenere. :x
Il suo più caro cugino e amico, Lucio Giulio Cesare lo aspettava vicino a Miseno e gli riferì che Dolabella stava tramando per ottenere un'amnistia generale dei debiti, ma che una coppia di tribuni molto bravi gli si oppone fermamente, benché rischino la vita tutte le volte che mettono il veto.
"E mio nipote, Marco Antonio, che fa?"
- È un delinquente, indolente, vorace, puttaniere e, per giunta, ubriacone! E la sua reazione alla violenza di Dolabella è stata lasciare la città e andarsene a, per dirla come lui, supervisionare gli affari italici! Poi, quando è dovuto ritornare a Roma, ha fatto un macello: con la legione ha attaccato i dimostranti nel Foro e hanno ammazzato ottocento romani di vario genere! E poi è ritornato a Capua. -
Cesare era sbiancato in volto "e ora chi governa a Roma? "
- Nessuno, sei stato via troppo tempo; finché Vazia Isaurico è stato console, le cose sono andate avanti, ma dopo la scadenza del termine, esiste solo una specie di anarchia, in attesa di sapere chi, fra Antonio e Dolabella diverrà, il nuovo dittatore! -
"Hai ragione Lucio, ma no avevo scelta, non potevo lasciare che la sponda orientale del Mare Nostrum divenisse un covo di vipere repubblicane e, dato che ero là quando il bubbone è scoppiato, ho deciso di rimanere a est, confidando che Roma sarebbe sopravvissuta finché non fossi tornato a casa. E credo che in effetti no sia troppo tardi per mettere le cose a posto. Partiremo per Roma immediatamente, voglio essere nel Foro all'alba."


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XLIII

Cesare trovò il Foro in condizioni spaventose, ancora riempito dai cadaveri putrescenti dopo la carneficina di Antonio e dette ordine che subito fosse ripulito e si mise a urlare che voleva "le palle di Antonio!" dov'è?
"Arriva giusto uno che potrebbe rispondere alla domanda, disse Lucio"
Era Publio Servilio Vazia Isaurico, discendente da una grande famiglia di rango plebeo, figlio del più grande sostenitore di Silla, ma lui aveva deciso di seguire Cesare. Con gli occhi che scintillavano Vazia prese la mano di Cesare fra le sue con calore.
"Dov'è Antonio?"
- Ha mandato a dire che sta arrivando. -
Cesare proseguì con lui il giro e arrivò alle porte bronzee, dove sorgeva l'Erario, un battente fu aperto e mostrò la faccia terrorizzata di Marco Cuspio, tribunus aerarius, perché sapeva che il posto era stato completamente svuotato, perfino le mille e seicento libbre di laserpicium erano sparite; il tutto a opera di Antonio, che, aveva detto dover pagare le legioni, in qualità di magister equitum.
"Però, aggiunge Cuspio, l'oro c'è ancora, perché ho avuto cura di spostarlo."
- Bene, rispose Cesare, domani starai pronto per una consegna di settemila talenti e di un gran numero di corone d'oro, buona giornata. -
"Che cosa sta tramando Antonio? " chiese Vazia.
- Sono deciso a scoprirlo! -


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XLIV

Publio Cornelio Dolabella era l'erede di una vecchia famiglia patrizia in decadenza, la cui situazione finanziaria si stava facendo disperata; l'unica soluzione che intravide fu quella di proporre una legge per la sanatoria dei debiti. Essendo un patrizio, non poteva diventare tribuno della plebe, ma seguì l'esempio dell'amico Clodio e si fece adottare da una signora di nome Livia.
A Dolabella non interessava la carica per farsi una carriera politica, ma solo per evitare la bancarotta e con questo programma, la campagna elettorale fu vincente, addirittura fu eletto al primo posto.
Aveva però omesso di fare i conti con altri due tribuni, Gaio Asinio Pollione e Lucio Trebellio, che ebbero il fegato di mettere il veto già nella prima contio, da lui convocata per discutere, appunto, quella proposta. Dolabella, imitò anche in questo Clodio, facendo ricorso alle squadracce, ma i due tribuni furono irremovibili: veto, veto, veto.
Dolabella era amico di Marco Antonio, che aveva anche più debiti di lui e quindi prese il magister equitum in disparte per suggerirgli di allontanarsi da Roma, perché altrimenti le squadracce non potevano entrare in azione.
"Hai ragione, a Capua la situazione non è sotto controllo, dovrò andare colà per rendermi conto e può darsi che trovi una ambiente così carico di tensione che mi toccherà restarci per tutto il tempo che occorrerà alla tua legge." :D
Purtroppo per lui, Dolabella non poteva permettersi di far uccidere Pollione e Trebellio, solo pestare, perché i due erano uomini di Cesare e poco dopo si trovò di fronte un nuovo ostacolo: Vazia Isaurico convocò una seduta del Senato per ottenere un Senatus Consultum Ultimun, vale a dire la legge marziale per porre fine alle violenze di Dolabella e questo incarico, per assurdo, fu affidato a Marco Antonio! Costui era stufo di aspettare e, senza nemmeno consultare l'amico arrivò a Roma e fece una carneficina di coloro che si trovavano nel Foro, senza nemmeno sapere chi avesse messo a morte. Quando Dolabella seppe dell'accaduto non si stupì poi troppo, perché dentro di sé, al di là dei debiti che li accumunavano, non c'era altro: Antonio era solo un macellaio!


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XLV

Una volta tornato a Roma, Cesare fece chiamare Dolabella per dargli modo di giustificarsi, se avesse potuto.
"Le cose mi sono sfuggite di mano", ma aggiunse che non c'entrava nulla con le bande, aveva solo proposto una legge che, come una palla di neve, acquista volume, se rotola giù da un colle!
- Se non avessi proposto una legge così irresponsabile non ci sarebbe stata nessuna valanga, ma i tuoi debiti sono così enormia da ... ?
"Sì!"
- D'accordo, ma una volta che i due tribuni hanno posto il veto, dovevi renderti conto dei doveri per la funzione svolta (tribuno della plebe), anche se capisco che, essendo patrizio di nascita, essi potevano essere oscuri per te! Ma te lo posso suggerire io, che non sono stato adottato da nessuna famiglia plebea, ma so che quando una proposta di legge è respinta così tante volte, la si ritira, mentre tu hai insistito addirittura per dieci mesi! E poi, che tu sia stato l'organizzatore o no delle bande, ha poca importanza, perché in puro stile clodiano ne hai approfittato! Marco Antonio ha gettato venti nostri concittadini dalla Rupe Tarpea, ma nessuno di loro aveva un centesimo delle colpe che hai tu e quindi dovrei riservarti lo stesso destino. Marco Antonio ti ha salvato, perché vi siete spalleggiati a vicenda per vent'anni.
In qualità di pontefice massimo, Publio Cornelio Dolabella, è mio dovere informarti che l'adozione plebea era illegale, mancando del mio consenso, che, secondo la lex Clodia, doveva esserci. Per questo ti dimetterai dalla carica tribunizia con effetto immediato e ti ritirerai del tutto dalla vita pubblica, ora vattene! -
... "Un'altra cosa, hai il divieto di avvicinarti a Marco Antonio e se lo facessi, i miei informatori lo saprebbero! :x


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XLVI

Due giorni dopo il magister equitum giunse a Roma in sella al cavallo pubblico, bardato di pelle di leopardo. Per colmo di vanità aveva dotato il suo squadrone germanico di finimenti di cuoio vermiglio e altre sciocchezze del genere! Egli si vedeva come un novello Eracle o Dioniso, o anche Sampsiceramo, leggendario autocrate orientale e faceva di tutto per avere l'aspetto e i modi dei tre combinati. Però Marco Antonio, non era solo stupido, aveva anche una certa vena di acume egoistico che, al momento del bisogno, l'aveva tratto in salvo da più di una situazione spinosa e possedeva anche il dono di famiglia per l'oratoria. Da quando era tornato in patria con le legioni di Cesare, quasi un anno prima, si era concesso di tutto, senza pensare che un giorno avrebbe dovuto render conto di quelle azioni! Per Antonio bastava vivere un giorno alla volta, ma ora quel giorno era arrivato. Sua moglie non appena lo vide, gli riferì il messaggio di Cesare che lo voleva subito alla Domus Publica in toga e non in armatura.
"Il magister equitum è sempre in armatura!"
- Non questa volta. -
La toga! Nessuno sapeva meglio di Marco Antonio che uomini della sua stazza non facevano una gran figura, in toga, ma ... "non aspettarmi per cena!"
"Sembri il miles gloriosus di Plauto, conciato in codesto modo! Ti avevo detto di metterti la toga! Ma tu hai il buon gusto nel culo e poi non sai che l'armatura non è appropriata nel pomerium e, come magister equitum, fai quel che dice il dittatore!
Ma comunque parliamo del motivo per cui sei qui, perché la prima cosa che mi è venuta in mente è quella di farti *castrare*, nemmeno Silla è stato temerario quanto te e non so se ti rendi conto, stupido come sei, di aver commesso un sacrilegio riempiendo il Foro di sangue romano!?"
- OH non ti sopporto quando fai il sarcastico, di quel che devi dire e falla finita! -
"Siediti, pezzo d'imbecille e chiudi quella bocca, altrimenti ti strappo i coglioni qui e ora. Ti credi un guerriero, ma sei solo un novellino, io ti ho fatto e ti posso disfare quando voglio e se non fosse per i legami di sangue l'avrei già fatto, in favore di dozzine di uomini più intelligenti ed efficaci. Sei un macellaio, oltre che un cretino e la tua condotta ha reso i miei compiti a Roma infinitamente più difficili ... ho ereditato il peso dei tuoi massacri! Cosa credi che Catone e Cicerone non avranno notizia e tu per me sei diventato un incubo che copre la mia clemenza e la rovescia in ipocrisia!
Un'ultima cosa, lascia la casa di Pompeo che abiti abusivamente e riporta l'argento che hai rubato all'Erario; fammi anche avere al più presto i libri contabili in modo che possa pagare le legioni, cosa che di certo tu hai solo promesso!"


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XLVII

"Perché non te lo sei levato dai piedi?" Chiese Lucio Cesare al cugino.
- MI sarebbe piaciuto molto, ma non è così facile come sembra: fidarmi di Antonio è stato un grave errore, ma congedarlo senza pensarci, sarebbe uno sbaglio ancora più grave. In questi dodici mesi Lui è stato sempre con le legioni veterane, che non ha pagato, nonostante che abbia svuotato l'Erario, la qual cosa potrebbe essere attribuita a colpa mia, perché il dittatore non è lui. Se Antonio fosse organizzato come Decimo Bruto o avesse l'ambizione sagace di Gaio Cassio, saremmo nella merda più totale, ma per fortuna il nostro Antonio ha idee grandiose, ma poca intelligenza."
"Quando pensi di poterlo cogliere in fallo?"
- Lo saprò quando avrò interrogato le legioni, anche se dopo l'ammutinamento della Nona, non ho più la fiducia totale nei soldati, che avevo prima! Poi ho bisogno del resto di quest'anno per occuparmi in primis di Roma, le legioni verranno dopo. E poi, prima di pagare, voglio verificare quel che ha detto Antonio; devi renderti conto che abbiamo davanti un vaso che aspetta una goccia per traboccare e il modo migliore che ciò non accada e che io non vada a visitare le legioni di persona in questo momento. Forse Antonio spera che io muoia o che mi precipiti verso la Provincia d'Africa e lui ancora una vola abbia campo libero, ma farò in modo che non sappia mai il momento in cui deciderò di colpirlo e, stai tranquillo, anche se ha commesso atti sediziosi, gli salverò la testa da buon parente, anche perché più che quella è la mentula che usa per ragionare, di solito! :grr:


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XLVIII

Cesare andava in giro per Roma al fine di rendersi conto di che cosa la città aveva maggior bisogno e, a differenza di Silla anni prima, non aveva bisogno dell'anonimato e, anzi, era lieto di fermarsi ad ascoltare chiunque. Parlava con i liberti greci, con le madri cariche di figli e di ortaggi, con gli ebrei, con i romani di quarta e quinta classe, con i capite censi, i maestri di scuola etc, ma soprattutto aveva grande fiducia nei consigli del figlio maggiore di Burgundo: Gaio Giulio Averno, che era stato istruito personalmente da Aurelia e di maestre come la madre di Cesare ce n'erano poche, o punte. :)
L'idea che aveva Averno, presa dal padrone del padre, ovvero Gaio Mario, era quella di spedire i capite censi a colonizzare le province. Per gli avversari di Mario era stato facile contrastare il progetto, invocando il mos maiorum, ma da allora era trascorsi 60 anni e molte cose erano cambiate, nonostante la testardaggine di Catone e Bibulo!
La prima cosa da sistemare erano però i debiti e Cesare convocò un'apposita riunione del Senato, per annunciare che non ci sarebbe stata nessuna sanatoria e questo per tante ragioni, ma in primis perché proprio lui, il dittatore, era il più grosso debitore!
"Ho preso a prestito dall'Erario una somma enorme, che restituirò con l'interesse semplice del 10% e così dovranno fare anche gli altri e i creditori non potranno più pretendere l'anatocismo! D'altra parte se tutti noi non restituissimo il denaro come si potrebbe pagare il sussidio per il grano? O riassestare il Foro? Le paghe per le legioni? E dove si troverebbero i soldi per ricostruire le infrastrutture? Di contro per i cittadini meno facoltosi ci sarebbero state misure di sgravio fiscale, le quali erano allo studio per far sì che fossero eque; saranno annunciate quanto prima, insieme alla nuova politica fiscale, che era indirizzata a colpire i misura maggiore i beni di lusso. C'era anche un'entrata supplementare data dal fatto che una buona parte degli edifici romani appartenevano a persone NEFAS, banditi per crimini contro lo Stato; questi beni saranno quanto prima messi all'asta. Infine non permetterò nessuna proscrizione!"
Era stato un bel discorso e la maggioranza dei presenti se ne andò convinta che Roma era in buone mani e che non si sarebbe sparso altro sangue. :)


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" IL

Servilia stava conversando con il genero (Cassio) e gli spiegava che Cesare stava per mettere all'asta alcune delle più belle proprietà italiche e lei aveva intenzione di partecipare all'incanto; consigliava a lui di fare altrettanto. "In questa temperie la disponibilità di denaro è limitata e naturalmente le proprietà più belle saranno le prima ad essere acquistate, dopo di che i prezzi caleranno, finché i lotti meno pregiati potranno essere acquistati per un "tozzo di pane"! Allora io comprerò." :)
- Preferirei morire, piuttosto che comprare immobili dei miei amici, caduti in disgrazia!" -
In quel momento arrivò il servitore per annunciare che Cesare chiedeva un colloquio, per cui Cassio se ne andò, prima che lei potesse dire una parola.
"Cesare carissimo, disse Servilia, porgendo il viso per un bacio."
In primis si accennò a Bruto e Servilia apostrofò suo figlio come codardo e pusillanime e "non drizzerebbe la schiena nemmeno se gli legassi dietro un manico di scopa!"
- Tu lo sottovalùti mia cara, c'è un gattino dentro Bruto, persino un furetto e addirittura un tocco di volpe. - :)
"Smettiamo di parlare di lui e dimmi invece se Marco Antonio sarà il tuo erede?"
- Nemmeno per sogno, anche se per il momento non ho fatto testamento. Ma ripeto, tu non disperare su Bruto, potrebbe rivelarsi molto sorprendente, disse mentre stava uscendo. -
Ora che Antonio aveva restituito l'argento, l'Erario era ragionevolmente pieno, anche se i soldi non sarebbero di certo bastati per quel che c'era da fare, in particolare doveva comprare migliaia e migliaia di iugeri di terra buona per sistemare fino a trenta legioni di veterani e soprattutto doveva trovarli in Italia, perché i veterani non si meritavano di andare in terra straniera!


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" L

Mentre Cesare era immerso nei suoi pensieri di riforma, arrivò una lettera da Capua, di Marco Antonio:
"Siamo nei guai, i veterani più anziani sono lividi di rabbia e non riesco a ragionarci più; le peggiori sono la Decima e la Dodicesima! Sono molto sorpreso! Il vaso è traboccato quando ho dato l'ordine di marciare verso Neapolis e Puteoli. Hanno risposto che prima vogliono essere pagati! Vogliono in tutti i modi parlare con te e, nel frattempo si sono messi a saccheggiare i villaggi intorno ad Abella, dove abbiamo fissato il campo. Cesare, non li controllo più!"
Lui non poteva assentarsi prima delle elezioni curuli e decise di mandare uno che i veterani conoscevano e apprezzavano: Publio Cornelio Silla, il nipote di Silla.
"Loro ti conoscono da Farsalo e dovrai spiegare che gli appezzamenti di terreno sono compresi nel mio programma, ma prima devo sistemare la questione dei debiti, cerca di fare del tuo meglio per convincerli."
Publio Silla tornò quattro giorni dopo, pieno di tagli e lividi, urlando che lo avevano lapidato e che doveva rompere il muso a quei bastardi!
"Il muso da spaccare sarebbe quello di Antonio, che ha fatto di tutto per rompere la disciplina e il modo migliore è ubriacare i soldati, chi pensi Publio che si sia reso garante verso gli osti per tutto quel vino ingerito dalle regioni, se non Antonio?"
Poi Cesare convocò Gaio Sallustio Crispo, brillante oratore e gli disse di scegliere due colleghi senatori in modo di riportare quei cunni alla ragione. Appena le votazioni sarebbero terminate sarei arrivato da loro di persona, voi tenete la posizione finché non arrivo.


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" LI

L'assemblea centuriata si riunì per eleggere due consoli e otto pretori; Quinto Furio Caleno divenne console superiore e Publio Vatinio, console aggiunto ; anche i pretori eletti furono quelli raccomandati da Cesare. E, dunque, ora il Nostro poteva occuparsi di Antonio e delle legioni.
Chiamato a rapporto, Marco Antonio dovette arrivare e, non sapendo come presentarsi, decise di essere aggressivo e irruppe nella Domus Publica, annunciando con voce stentorea: "La Decina e la Dodicesima stanno arrivando! Si sono ammutinate! Gaio Sallustio ha riunito gli uomini in assemblea per rassicurarli sul fatto che sarebbero stati pagati prima di imbarcarsi per l'Africa e le cose parevano acquetarsi, ma poi è intervenuto Gaio Avieno."
- Quell'Aviene, trubuno militare del Piceno? -
"Sì e ha detto che i legionari erano stufi delle promesse e che volevano la terra subito, senza doversi impegnare in altre campagne. A quel punto Sallustio ha gridato che tu eri pronto a dar loro una gratifica di quattromila sesterzi, se si fossero imbarcati."
- È stato un errore, ma va avanti. -
"Alcune delle peggiori teste calde a quel punto hanno cominciato a lanciare pietre e Sallustio si è salvato per miracolo e l'ò riportato con me a Roma in lettiga, ancora incosciente, ma i chirurghi militari dicono che si riprenderà."
- D'accordo Antonio, ma ora dimmi sul serio come hai potuto far degenerare così la situazione, nella tua qualità di Magister Equitum? -
"Non è colpa mia, Cesare, i veterani erano già scontenti, perché tu avevi fatto fare il lavoro in Anatolia alle legioni ex repubblicane e poi non approvano che tu voglia dare a loro delle terre, per mandarli in pensione!"
- E questo me lo dici ora!? Ma so che cosa bisogna fare, tu vai a casa a cambiarti per indossare la toga, convocherò una seduta del Senato fra un'ora e tu dovrai essere puntuale! -
Antonio riferì la decisione a i suoi amici che avevano in pugno le legioni e che pensavano che di li a poco il vecchio sarebbe morto e così il Magister Equitum sarebbe diventato Dittatore. :crazy: Il morale di Antonio era alle stelle, a cinquantatré anni ormai Cesare era andato. :clap:


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" LII

I senatori presenti l'indomani erano pochi, ecco un'altra cosa da fare, rimpolpare il senato, pensò Cesare e fra gli assenti c'era anche Cicerone, anche se si trovava a Roma ed era stato informato che la seduta era importante!
Marco Antonio era presente con una toga bordata di porpora, decisamente malridotta e il dittatore ne fu parecchio irritato, a maggior ragione perché quel suo rozzo cugino non sapeva neppure dove andare a sedere, nella qualità di Magister Equitum!
Cesare aprì il dibattito informando gli astanti che erano entrati in carica i due nuovi consoli e gli otto pretori, il che era per lui un gran sollievo: i tribunali potranno tornare a funzionare e i comitia riunirsi secondo le prescrizioni di legge. Ma, venendo al primo punto all'o.d.g. di questa seduta: "Devo far presente che ci sono due legioni ammutinate, la Decima e la Dodicesima, che al momento stanno marciando su Roma e sono, secondo l'opinione del M.E. "assetate di sangue"! Il mio sangue, credo, e devo dire che se l'assassinio di un dittatore avrebbe conseguenze quasi fatali per la città, l'omicidio di un privatus non produrrebbe effetti, pertanto, padri coscritti, vi comunico che rinuncio qui e ora al mio imperius maius, vale a dire alla carica di dittatore e sono lieto di affidare il governo di Roma ai due consoli legalmente eletti. Venendo qui, proseguì Cesare, mi sono procurato una lex curiata per sancire il fatto che ho rinunciato ai miei poteri."
Antonio chiese, con voce rotta: - Che vuol dire tutto ciò, tu non puoi rinunciare proprio quando due legioni ammutinate, c'è bisogno di te, perché questa è un'emergenza! -
"Ovviamente non pretendo che i consoli risolvano la questione al mio posto, m'incontrerò con le legioni al Campo marzio, ma solo da privatus e cercherò di scoprire perché sono così decise a distruggere me, insieme a se stesse!"
- Sei diventato matto, replicò Antonio e pertanto, mancando le facoltà mentali del dittatore, in qualità di M.E. mi dichiaro io stesso dittatore! -
"Tu non puoi fare nulla, perché non sei più in carica, sei decaduto al momento delle mie dimissioni."
"Siediti Antonio, disse Fufio Caleno, non ti sai controllare, ma renditi conto che ormai sei solo un privatus!"
- Vattene Antonio, aggiunse Cesare e lo prese per un braccio, per scortarlo fino alla porta, per dirgli, senza che altri sentissero, che era stato proprio uno sciocco anche solo a pensare di poterlo far fesso! "Ormai so che di te non ci si può fidare, per cui ti consiglio di allontanarti dalla mia vista prima possibile e guarda di non ritornarci mai più, perché, ripeto, di te non ci si può fidare e quindi per me non vali un buco di culo!"


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" LIII

Cesare incontrò le due legioni in Campo Marzio, completamente da solo, in sella al famoso destriero; portava la corona di foglie sulla testa per ricordare che era stato un eroe di guerra e forse la sola vista bastò a far piegare le ginocchia ai soldati.
Erano diventati sobri durante la lunga marcia dalla Campania, perché le osterie sulla via Latina avevano chiuso loro i battenti, stante il fatto che i militari non avevano un soldo. Prima di giungere a Roma avevano avuto la notizia che Cesare non era più il dittatore e dunque Marco Antonio aveva perso il suo comando. Mentre le miglia scorrevano, le lamentele sembravano scemare e fiorivano invece i ricordi di amicizia, per cui quando lo videro riuscirono soltanto a pensare che avrebbero continuato ad amarlo per sempre.
"Che cosa fate qui, Quirites?"
Si levò un ansito di meraviglia al suono della parola Quirites, che significava cittadini civili, ma Cesare aggiunse che quelli davanti a lui non erano più soldati, ma solo ubriaconi, che avevano cercato di lapidare Publio Silla, uno dei comandanti di Farsalo! "Se non avessi la bocca asciutta, sputerei su di voi!"
I legionari cominciarono a scusarsi, con molti che addirittura piangevano e la scena si protrasse per ore, sotto gli occhi di mezza Roma, che stava in cima alle Mura Serviane. E Vatinio, rivolto a a Caleno: - Come ha potuto Antonio illudersi che i soldati di Cesare gli avrebbero torto un capello!? -
"Credo che Antonio fosse ormai sicuro di prendere il posto di colui che considerava ormai vecchio, fidando anche sul fatto che l'ozio e il vino avrebbero accelerato le cose.
Una volta finita quelle specie di farsa, Cesare disse al cugino Lucio che non li avrebbe mai perdonati, anche se sembrava lo avesse fatto, ma era solo perché il bene di Roma lo esigeva. "C'è del marcio da qualche parte, alcuni di loro si sono messi in testa che i soldati hanno poteri propri. Posso anche aver strappato il veleno da Antonio, ma ci sono altri serpenti acquattati fra l'erba delle legioni!"
Le legioni castigate furono pagate e imbarcate per raggiungere la Provincia d'Africa, mentre alla fine di Novembre furono indette le nuove elezioni e Cesare acconsentì a candidarsi insieme al vecchio amico Marco Emilio Lepido e quest'ultimo ben sapeva quale sarebbe stato il suo compito durante l'assenza di cesare, che sarebbe partito per raggiungere le legioni: mantenere la pace a Roma, continuare il programma di riforme, non pestare i piedi ai cavalieri o indebolire l'economia e soprattutto sorvegliare Marco Antonio! :)


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" LIV

Bruto tornò a Roma all'inizio di dicembre e seppe da Quinto Caleno che Cesare gli aveva conferito l'imperio proconsolare quale governatore della Gallia Cisalpina: "La Provincia è in pace, dunque non vi saranno mansioni militari e in effetti colà non c'è nemmeno una legione. L'anno prossimo ci sarà un vastissimo censimento dell'Italia e della Gallia Cisalpina, istruito su basi affatto nuove e qui ci sono gli ordine per te, dettati da Cesare in persona."
Bruto se ne andò stordito, ma subito pensò ad altro e cioè alle case che doveva comprare alla prossima asta, in particolare quella di Porzia, la moglie di Bibulo.
La proprietà di Pompeo intanto era stata aggiudicata a Marco Antonio per 30 milioni di sesterzi; disse al banditore che avrebbe dilazionato il pagamento finché le sue finanze non fossero state più solide, ma il direttore lo prese da parte per dirgli che doveva pagare subito l'intiero!
"Ma resterei a secco!" Disse Antonio sdegnato."
- Paga subito o dovrai rinunciare alla proprietà, oltre a subire una multa! -
Antonio dovette ubbidire, pur lanciando maledizioni.
Servilia invece si trovò meglio con le aste, anche perché si accontentò del latifundum di Lentulo Crure e di parecchie vigne redditizie per il Falerno. Ma la cosa che fece scalpore fu che Cesare aveva concesso a Servilia lo sconto di un terzo sul totale degli acquisti. Quel terzo si riferiva chiaramente alla terza figlia di Servila (Tertulla), che era figlia naturale, come tutti o quasi sapevano, di Cesare. La battuta non era per niente piaciuta a Gaio Cassio: "Come ha osato attirare l'attenzione su mia moglie! Chiunque incontri mi fa battute su Tertulla!"
A irritare Cassio non c'era soltanto quello, ma anche che era stato superato nel cursus honorum dal coetaneo Bruto, nominato governatore, mentre a lui era stata assegnata una comunissima legazione da propretore nella Provincia Asiatica!


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" LV

Da gennaio a quintile del 46 a.C.


Lo sbarco dei cesariani nella provincia d'Africa si svolse sotto il segno di numerosi cattivi presagi. Lui e la sua prima flotta furono costretti a prendere terra a Leptis MInor, perché tutti i porti più a nord erano stati fortificati dai c.d. repubblicani, tanto da impedire ogni sbarco. A Leptis Minor non c'era un porto e le navi dovettero essere portate molto vicino alla lunga spiaggia e le truppe dovettero raggiungere la riva a piedi. Cesare scese per primo, ma inciampò e cadde lungo disteso nell'acqua: un presagio terribile! Ma si rialzò come un gatto e, con entrambe le mani chiuse a pugno sopra la testa, piene di sabbia, gridò: "Africa, ti tengo in pugno!" :D
Il presagio quindi si trasformò in positivo, così come che la leggenda secondo la quale non si potesse vincere in Africa se non si aveva con sé uno Scipione fu osservata in quanto della spedizione faceva parte Scipione Salvitto, un losco rampollo della famiglia di Cornelio Scipione, che Cesare aveva scovato in un bordello. :D
Ma la cosa peggiore era che le legioni mostravano malcontento, ai limiti dell'ammutinamento e Cesare sapeva chi erano i coporioni (magari sobillati da Antonio) e cinque di questi, fra cui Gaio Avenio, furono rispediti in Italia, congedati con disonore e privati di ogni diritto di cittadino!
La notizia arrivò anche ai nemici e Labieno naturalmente fece salti di gioia.
"Che razza di situazione, disse Cesare a Calvino, delle otto legioni, tre sono composte di reclute e fra le altre cinque vere, tre non sono affidabili."
- Si batteranno come sempre, replicò tranquillo Calvino, non ci saranno altri ammutinamenti, stanne certo, va e addestra le truppe. -
Consiglio Che Cesare seguì e dopo poco scoprì che la fortuna era tornata: s'imbatté per caso in Tito Labieno, che aveva un'armata ben superiore, ma riuscì a scampare alla sconfitta, con la tipica baldanza cesariana. Labieno smise di saltare di gioia! :D


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" LVI

Publio Sittio, amico di Silla e Cicerone prima e ora di Cesare, era il comandante militare in Mauritania sotto i re Bocco e Bogude e constatò che Cesare era molto inferiore di numero alle forze c.d. repubblicane, per cui si chiese come poteva essere d'aiuto? In nessun modo, si rispose, nella Provincia d'Africa, ma forse ... invadendo la Numidia, avrebbe attirato Giuba e così i suoi nemici sarebbero rimasti senza cavalleria.
"Non so quanto potrò tenere Giuba fuori dal gioco, ma spero che un po' di respiro ti possa essere concesso." (Lettera a Cesare)
Respiro che Cesare sfruttò, mandando Sallustio all'isola di Cercina, dove i c.d. repubblicani avevano accumulato ampie scorte di grano. Ma costoro avevano scordato che Cercina era stata popolata dai veterani di Gaio Mario e costoro sapevano bene che Cesare era il nipote e che a lui dovevano lealtà.
Credo che i cerciniani ti consegneranno spontaneamente le loro scorte e così potremo mangiare per tutto il tempo che resteremo in Africa.
Due nundinae dopo Sallustio era di ritorno, piuttosto sorridente e quando lo seppe Cesare, disse: "Eccellente, ora non ci resta che provocare lo scontro frontale e dare un termine a questa disgraziata faccenda una volta per tutte!"
Ma le truppe contrapposte dovettero attendere due lunghi mesi di inerzia, perché i repubblicani vollero in tutti i modi aspettare la cavalleria di Giuba e solo quando Cesare disse a Sittio di ritirarsi dalla Numidia, Giuba riuscì a raggiungere la Provincia d'Africa.
Ma anche così fu Cesare a dover provocare lo scontro, perché i nemici erano comunque terrorizzati e ogni volta che c'era una scaramuccia, quasi subito si ritiravano e quindi il Nostro decise di mettersi in marcia verso Tapso. Quella zona salmastra e inospitale dette a Cesare l'opportunità che aspettava: condurre gli uomini sullo sperone piatto e sabbioso largo circa un miglio e mezzo e lungo diverse miglia. Da una parte c'era il mare e dall'altra una vasta laguna salata e l'esercitò si assestò in quella striscia di terra.
Labieno condusse la cavalleria e le legioni rapide di veterani intorno al lato della laguna, che guardava verso terra e prese posizione all'estremità più lontana della punta, per affrontare l'avanzata di Cesare.
Le trombe di Gaio Giulio suonarono e l'armata si divise rapidamente in due tronconi, con Calvino a invertire la direzione e caricare Giuba da dietro, mentre Cesare proseguì in avanti verso Labieno. Le legioni migliori erano in avanguardia, mentre le reclute erano nel mezzo e la Decima combatte nel modo migliore della sua pur gloriosa storia (al di là dell'ammutinamento) e alla fine della giornata il campo era coperto da diecimila c.d. repubblicani morti e i ribelli africani domati per sempre, anche se i caporioni erano comunque riusciti a fuggire e forse avrebbero continuato a cospirare da un'altra parte, forse in Spagna?
Ma intanto la prima cosa da fare, era marciare su Utica.


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" LVII

Quando i reduci di Tapso arrivarono a Utica, Catone si era rinchiuso in casa e lì stete fino all'alba del giorno successivo, quando decise di andare, insieme a Gratidio, a trovarli e per rassicurare che erano ancora in numero tale da poter continuare la battaglia contro il dittatore (nota, che non era più tale): "Ho cinquemila uomini giovani e ben addestrati in città che vogliono unirsi a voi."
Ma Eppio, il più alto in grado dei reduci, gli rispose che: "Cesare era imbattibile, anche quando aveva nei suoi ranghi legioni sull'orlo dell'ammutinamento! Mentre noi non abbiamo nessuno nel quale riporre una qualche fiducia militare!"
Catone e Gratidio ritornarono a Utica, dove i cittadini dovevano decidere se resistere all'assedio o arrendersi e chiedere la grazia e questa, secondo Catone, sarebbe stata la scelta più ragionevole: Cesare imporrà una ponderosa multa, ma la prosperità che conserverete vi permetterà di pagarla.
Gratidio invece non era di quella opinione, voleva combattere, non sopportando l'idea di sottomettersi, senza resistere, ma la maggioranza decise di arrendersi, salvo alcuni che scelsero di fuggire, grazie alle navi appartenenti alla causa repubblicana e che Catone aveva messo a loro disposizione.
Il giorno dopo Catone guardò dalla finestra la delegazione uticense che si avviava all'incontro con il conquistatore e sapeva che ormai il suo compito era terminato, non gli rimaneva che una bella cena in compagnia del figlio e Statilo, nella quale poter parlare di filosofia, Gratidio non apprezzava l'argomento e quindi non ci sarebbe stato. La filosofia che Catone aveva in mente era quella di Socrate e soprattutto il suo modo di uscire di scena, anche se Catone non aveva né l'ingegno, né l'oratoria del maestro greco e forse non possedeva nemmeno la cicuta, per cui la sua fu un'imitazione approssimativa del 15 febbraio dell'anno 399 a.C. :) Dovette infatti ripiegare sull'uso romano, gettandosi sulla spada, con la quale non aveva nessuna confidenza e quindi provò più volte, prima di riuscire a uccidersi!
La città di Utica lo cremò il giorno dopo su un'enorme pira d'incenso, mirra, cannella e unguento di Gerico e quindi nemmeno dopo morto riuscì a essere ascoltato, lui che era sempre stato (almeno a parole) nemico di ogni sfoggio!
P.S. nota mia, sulla lapide avrebbe dovuto essere scritto: qui giace un bischero, che si era sempre, appunto, trovato dal lato sbagliato della logica e ragionevolezza, pensando che la vita fosse star fermo per sempre invece che l'opposto e cioè cambiamento! :grr:


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" LVIII

Quando Cesare giunse nella piazza principale di Utica, trovò la pira di Catone e si informò da Statilo dove fosse la casa del defunto e se il figlio fosse lì?
"Sì, Cesare e naturalmente è sconvolto per la morte del padre."
- Suicidio, ovviamente, puoi parlarmene, Statilo? -
"Non poteva sottomettersi a un tiranno e ha lasciato questo per te." Un berretto da liberto, che non era certo un riferimento a una presunta libertà repubblicana, bensì un ricordo della bisnonna, figlia di uno schiavo.
Cesare proclamò che portava rancore a Catone per la scelta di morte, come lui l'aveva sempre avuto per ogni scelta nella vita di Cesare! E poi si rivolse al figlio, chiedendo che cosa avesse intenzione di fare?
"Chiedere il perdono e guadagnarmi da vivere, io non sono mio padre."
Bene, sei perdonato e vai pure dove vuoi, magari puoi recarti da Bruto in Gallia Cisalpina; e quello fu tutto.
Una volta fuori, Calvino chiosò, in poche parole, la figura di Catone: "Un fanatico totale, che dal giorno in cui è nato, non ha mai capito la differenza fra la vita e la filosofia!"
- Non la differenza, Calvino, Catone non ha mai compreso la vita, egli è sempre stato convinto di doversi purificare, anche se non sapeva da che cosa e perché! - (Nota mia, un po' la storia dell'invenzione agostiniana del peccato originale, che nessuno sa che cosa sia, ma da tutti viene inteso come un imperativo categorico ad autopunirsi e a pensare di se stessi il peggio possibile!)
"Povera Marzia, rispose Calvino, lei lo amava veramente e sarà un colpo crudele!"
- La crudeltà era amare Catone, che rifiutava ogni sentimento benevolo! - :grr:


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" IXX

Dell'alto comando pseudo-repubblicano, solo Labieno, i due Pompei e Attio Varo raggiunsero la Spagna. Metello Scipione e Lucio Manlio Torquato si erano imbarcati e avevano deciso di rasentare la costa africana e dopo poco erano stati catturati da Publio Sittio e, come Catone, scelsero il suicidio.
Marco Petreio e il re Giuba cercarono di rientrare a Cirta, ma trovarono le porte sbarrate e quindi anche per loro la morte fu il minimo dei mali. Il caso più tragico fu quello del figlio di Lucio Cesare, l'unico della famiglia che aveva tradito i suoi, il quale dopo tutta una serie di peripezie, perse il senno e fu trovato ucciso in carcere non per mano propria e non si seppe mai chi fosse stato.
La multa stabilita per Utica fu 200 milioni di sesterzi, pagabili in sei rate semestrali. I Trecento, che avevano aiutato in tutti modi l'infame Catone, accettarono il fatto, tanto più che Cesare non ci avrebbe guadagnato nulla, cosa strana per un magistrato romano!
L'ultimo giorno di maggio Cesare partì dall'Africa alla volta della Sardegna per un viaggio che durò 27 giorni; il mare era in burrasca, la nave faceva acqua e doveva riparare su ogni isoletta lungo il percorso. Fu un viaggio esasperante, anche perché non si poteva nemmeno leggere e scrivere a causa dell'eccessivo rullio!
Quando arrivò a Sulci, Quintile era cominciato da due giorni e avrebbe voluto riprendere il mare per Ostia, ma, consultatosi con il capitano, seppe che i venti Fortunati d'equinozio avrebbero cominciato a ruggire ed erano peggiori di quelli fin lì patiti, per cui decise di fermarsi, così poteva aggiornare la montagna di corrispondenza che si era accumulata.


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XX

La guerra continuerà, a meno che Gaio Trebonio non riesca a catturare Labieno e i due Pompei in Spagna Ulteriore, prima che abbiano il tempo di organizzare la resistenza.
Cesare questo sperava, ma intanto se ne stava a Roma ad ascoltare Statilo che gli raccontava la morte poco gloriosa di Catone, perché, quando era arrivato veramente il tempo, al contrario a quanto aveva sempre affermato, aveva avuto paura di morire! E Marco Porcio, prima di gettarsi sulla spada, voleva essere sicuro che avrebbe goduto di una vita nell'aldilà e ne cercò la conferma nel Fedone, ma, come giustamente pensava Cesare insieme agli uomini più intelligenti di Roma, non la trovò. La morte è solo una specie di lungo sonno e l'immortalità è solo nel ricordo degli altri e Cesare sperava che nei confronti di Catone ci fosse invece la damnatio memoriae, perché, senza Catone non ci sarebbe stata la guerra civile e questo Cesare non glielo avrebbe mai perdonato!
Un'altra ragione di non poterlo perdonare è che con la guerra civile erano scomparsi tutti i rivali di Cesare e senza di essi la vittoria è scialba, in questo caso il male di vincere era stato soprattutto quello di rimanere solo sul campo! :grr:


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XXI

Da sestile alla fine dell'anno 46 a.C.


Eravamo in sestile, ma sulla scrivania di Cesare c'era un rotolo che recava la data di maggio, con il sigillo di Vatia Isaurico:
"La Siria è senza governatore. IL tuo giovane cugino Sesto Giulio Cesare è morto, assassinato dagli uomini di Quinto Cecilio Basso, l'uomo più ricco della regione, grazie al commercio della porpora di Tiro e ora di fatto è lui il nuovo capo del governo in Provincia!
Tutti i tuoi clienti e sodali sono fuggiti in Cilicia e, siccome io ero per caso a Tarso, sono riuscito ad agire in fretta: ho spedito una lettera a Marco Lepido a Roma. affinché mandasse un nuovo governatore in Siria.
Basso si è trincerato in modo formidabile in Apamea, dichiarandola capitale della Siria, di sicuro al momento è in combutta con i Parti e si è alleato con gli Arabi Scheniti: c'è da aspettarsi che i tre uniscano le forze per muovere contro la Provincia Asiatica.
La Siria meridionale è invece tranquilla e il tuo amico Antipatro si sta assicurando che gli Ebrei siano fuori dai piani di Basso e ha mandato anche una richiesta alla regina Cleopatra per avere uomini, armamenti e scorte di cibo per i giorni dell'invasione partica. La ricostruzione e fortificazione di Gerusalemme potrebbe rivelarsi anche più importante di quanto avessimo immaginato."
Povero giovane Sesto, del quale Cesare pensava di poter fare il suo erede! A quel momento non rimaneva che il pronipote Gaio Ottavio, che però non godeva di ottima salute, aveva quel continuo sibilo quando espirava; in ogni modo non poteva certo ritornare a pensare a quell'orrido Marco Antonio! :grr:


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XXII

Lucio Marzio Filippo (marito di Azia) aveva fatto recapitare a Cesare un invito a cena per festeggiare il ritorno del primo console a Roma, anche se poi voleva vederlo principalmente per comunicargli il fidanzamento di Ottavia con Gaio Claudio Marcello Minore.
In tono amabile Cesare si rivolse a Filippo: "Questa è una ben strana alleanza, amico mio. Hai promesso in sposa la pronipote di Cesare a uno dei suoi nemici, che cosa ti ha dato il diritto?"
- Sono il pater familias, non tu e quando Marcello è venuto con la sua offerta, ho ritenuto che fosse la migliore che avevo ricevuto. -
"Il tuo rango di pater familias è opinabile, per legge appartiene al fratello maggiorenne, ti sei consultato con lui?"
- Sì, disse Filippo fra i denti. -
"Allora, dimmi Ottavio, quali sono state le motivazioni per accettare l'offerta di Marcello, che io non ho ancora perdonato?"
Il respiro del ragazzo si era fatto udibile a ogni espirazione, poteva prodursi un attacco d'asma, ma era evidente che non avrebbe fatto marcia indietro.
- Quando hai fatto la lista dei beni da mettere all'asta i suoi non c'erano, per cui il mio patrigno ed io pensammo che Marcello Minore non fosse nella lista di coloro che dovevano chiedere il perdono e, dato che era molto ricco, mi pareva ci fossero buoni motivi per accettare la proposta. In secondo luogo i Claudii Marcelli sono una grande famiglia di nobili della plebe, che ha avuto consoli per molte generazioni e sono saldamente legati ai Cornelii patrizi, del ramo di Lentulo e quindi i figli di Ottavia e Marcello Minore godranno di un gran peso sociale. Infine, ritengo che né la condotta di quest'uomo, né quella del fratello, il console Marco, sia stata disonesta o riprovevole, benché ammetta che Marco è stato per te un nemico terribile. Se la proposta fosse venuta da Marcello Maggiore, avrei risposto di no, perché lui mentì al Senato e a Pompeo Magno. Ottavia lo trova gradevole e penso che non dovrà mai rimprovergli l'infedeltà o altre condotte repellenti. -
Cesare scoppiò a ridere: "Ben detto giovanotto, ma dimmi, se si presentasse un'offerta migliore, romperesti il fidanzamento?"
- Ma certo! -
Quando Cesare se ne fu andato, Filippo disse alla moglie che, secondo lui, Cesare avrebbe fatto del loro figlio/astro il suo erede. :)


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XXIII

Ottavio aveva accompagnato Cesare fino alla domus e cominciò la battaglia per ascendere alla casa di Filippo, mai così tanto consapevole del fiato cronicamente corto, come quando camminava in salita. E intanto pensava che qualcosa era cambiato nel prozio, sembrava stanco, ma non per la fatica fisica, era un po' come se volesse far capire che non avrebbe mai ricevuto gratitudine per i suoi sforzi pro Roma. Quelle meschine creature striscianti volevano seguire l'esempio di Bibulo e Catone e gli avrebbero sempre serbato rancore per la sua grandezza, per la capacità di fare quel che loro non osavano nemmeno pensare! Per Cesare il mondo è pieno di cose che devono essere messe in ordine e solo lui può farlo: le scompone nelle singole parti e poi le rimette insieme, ma nel modo migliore, più funzionale. Cesare è senza ceto, è il solo uomo che conosca a comprendere in sé sia l'intiero, enorme quadro generale, sia i più piccoli dettagli. Vorrei essere come lui, ma non ho l'intelletto, non sono un genio eclettico, no so scrivere commedie o poesie, fare brillanti discorsi nel Foro, progettare un ponte o una piattaforma d'assedio, formulare grandi leggi, suonare strumenti musicali, comandare battaglie perfette per strategia e tattica, redigere succinti commentari, prendere scudo e spada per combattere in prima linea, correre come il pie' veloce e dettare a quattro segretari contemporaneamente. Tutto ciò è capace di fare per la vastità della mente, che ha solo lui. :clap:
Una cosa sola par di avere anche a me, come la sua: il rifiuto totale di smettere o di arrendersi quando abbiamo principiato qualcosa e forse, alla lunga, questa sola qualità, mi permetterà di essergli pari, quanto a grandezza. :)


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XXIV

Gaio Faberio, che era stato a servizio di Cesare per vent'anni, fu congedato con disonore per aver venduto cittadinanze a chi gliele aveva ben pagate. Dovette restituire tutti i soldi incassati e quei denari sarebbero stati donati al tempio di Quirino, il dio di tutti i veri cittadini romani. E in quella stessa riunione del Senato si procedette a far pagare a Marco Antonio la somma di un milione di sesterzi per aver causato ingiuste pene a Marco Terenzio Varrone, che era stato un buon amico di Pompeo, ma non mai implicato nella cospirazione sedicente repubblicana. Antonio doveva anche chiedergli scusa!
Quanto Antonio tornò a casa, meditava propositi di vendetta e Fulvia con la proposta di matrimonio, non lo aiutò molto, perché non voleva dipendere dalle ricchezze di lei! "Esser in obbligo con un donna, mai!" :x
Alla conversazione partecipò Poplicola che chiese se pensava di essere ancora l'erede di Cesare, in quanto cugino?
"Per forza, non c'è nessun altro."
- E allora, se ti dà fastidio dipendere da Fulvia per i soldi, puoi abbeverarti a un'altra fonte, in confronto a Cesare, Fulvia è una poveraccia! Tutto quello che devi fare per liberarti dei debiti, è uccidere Cesare. -
"Questa è un'idea brillante e sarebbe anche facile."
- Chi di noi dovrebbe farlo? - Si inserì anche Cimbro nel flusso.
"Lo farò io, disse Antonio, conosco le sue abitudini: lavora fino all'ottava ora, poi va a letto e per quattro ore dorme come un sasso: posso entrare dal muro del suo peristilio privato, ammazzarlo e uscire senza che nessuno si accorga di niente."
- E quando lo farai'"
"Oh stanotte, finché sono dell'umore giusto."
Quando Fulvia tornò, si meravigliò di trovare Antonio molto più allegro di prima.
Cotyla, Cimbro, Poplicola e Antonio entrarono come già ubriachi nella taverna di Murcio e presero il tavolo in fondo, vicino alla finestra, per la quale passò Antonio verso la decima ora. I tre continuarono i loro chiassosi motteggi, come se fossero ancora in quattro.
Ma poco dopo Antonio era di ritorno, infuriato: "Quando sono arrivato al muro del peristilio, sopra c'erano seduti alcuni servi con le torce! Proprio non ci potevo credere che Cesare avesse pensato di far montare una guardia!" :muro:


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XXV

La successiva riunione del Senato di grande importanza, fu convocata alla Curia di Pompeo sul Campo Marzio, fuori dal Pomerio. Il posto era ampio e poteva far sedere comodamente i nuovi senatori nominati da Cesare (circa duecento, fra cui alcuni galli).
Da quando era ritornato non passava giorno senza che qualcuno gli chiedesse quando avrebbe restaurato la Repubblica e Cicerone si esprimeva a gran voce a proposito del deterioramento della romanità del Senato, atteggiamento rinforzato dal fatto che lui poteva parlare in qualità di homo novus delle campagne, ma il sottinteso era che più uomini come lui riempivano il Senato, meno poteva gloriarsi per esserci riuscito!
Dopo aver controllato il quorum e aver sentito la lettura degli auspici da parte di Lucio Cesare, il primo console annunciò che aveva da dare una notizia triste e cioè la morte dell'ultimo dei Licinii Crassi, Marco, il figlio minore del grande ex console! E c'era un altro spiacevole fatto, vale a dire che Marco Antonio aveva tentato di uccidermi: "È stato visto entrare nella Domus Publica in un orario nel quale tutti sanno che dormo e la casa è deserta. Non era in abiti formali, portava tunica e pugnale ed è passato dal muro del peristilio privato!"
Antonio sedeva irrigidito, come faceva Cesare a sapere?
"Dico questo senza aver intenzione di proseguire la cosa, voglio solo avvertirvi che non sono così vecchio e stanco da non far nulla per evitare che la mia vita termini a causa di un atto omicida. Non appena le riforme saranno entrate in vigore e mi sarò assicurato che Roma sopravviva, per diventare anche più grande, rinuncerò al potere. Quanto al ripristino della gloria repubblicana, vi domando, ma quale gloria? La c.d. Repubblica di Bibulo e Catone era solo il comando di un gruppetto fazioso e borioso di oligarchi che difendevano ostinatamente i propri privilegi di andare, dopo il consolato, in una Provincia per depredarla! Giustificando il tutto con il mos maiorum, in una forma che era nata per una piccola città-stato, ma non certo per la Roma attuale! Se credete che tutta la ricchezza e i privilegi di Roma debbano rimanere alle diciotto centurie dalle quali provenite voi senatori, sappiate che vi darò una ridimensionata, perché ogni cosa dovrà essere distribuita più equamente e non solo alla prima e seconda classe; farò il tutto, grazie a un nuovo censimento."
Prese la parola Pisone per dire che si sarebbe opposto a una qualunque verifica del censo!
"Opponiti pure, ma la legge entrerà in vigore, così come lo saranno le leggi sui latifondi: in futuro nessun proprietario potrà contare sul solo lavoro schiavile, un terzo dei braccianti dovranno essere uomini liberi del luogo, il che sarà di aiuto ai poveri agrari disoccupati e ai mercanti locali. Infine, i beni di lusso saranno tassati con severità."
Poi ci fu la comunicazione che il calendario sarebbe stato sincronizzato con le stagioni e per questo l'anno in corso sarebbe durato 455 giorni e a partire dall'anno successivo, il 1° gennaio sarebbe stato esattamente dove doveva: poco dopo l'inizio dell'inverno. :)
"Non ci sono parole per descriverti, Cesare, dichiarò Pisone - Sei un mostro! -"


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XXVI

Ostentando innocenza ferita, Antonio attese di incontrare Cesare da solo per chiedergli conto di quanto aveva detto.
"Vattene Antonio, come ho già detto non ho intenzione di procedere con questa faccenda, ma so che è la verità, perché tu sei sommerso dai debiti e poi mi spieghi come faresti a conoscere in quale notte si è consumato il tentativo, visto che io non l'ò specificato? Ripeto, vattene!"
Allontanatosi a grandi passi da Antonio, incontrò Lucio Cesare al quale chiese come si era comportato il giovane Gaio Ottavio quando aveva prestato servizio come prefetto cittadino?
- È andato benissimo, quantunque praefectus urbi, ha occupato la guardiola del pretore cittadino con una miscela deliziosa di modestia e tranquilla fiducia. Ha trattato i contenziosi come un veterano, ha fatto le giuste domande ed emesso il giusti verdetto. - :)
"Ma lo sapevi che soffre della malattia dei sibili?"
- Edepol, no e questa può essere una difficoltà notevole per quel che hai in mente per lui. -
"Tuttavia, Lucio, penso di non avere scelta."
Cleopatra era arrivata a Ostia da tempo e non aveva visto Cesare; più i giorni passavano, più il malumore cresceva. Quando ormai aveva smesso di sperare, si trovò Cesare nella camera da letto e si svegliò proprio per quella speciale sensazione di non essere sola.
"Non ti trovo bene, disse lei, nonnetto!"
- Sono le preoccupazioni, ma soprattutto le lamentele dei senatori ostili che, senza leggere le mie riforme, le criticano perché sono troppo lunghe e questo dà loro la scusa di non leggere le proposte di legge. -
"Allora portale a me e le leggerò, parlami dei progetti e ti offrirò critiche costruttive, prova le idee su di me e ti darò un'opinione ponderata. Se è di un antro cervello che hai bisogno, il mio è abbastanza appuntito da poterti aiutare, lasciamelo fare."
- Lo farò, Cleopatra, lo farò. -


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XXVII

Cicerone scrisse una lettera a Marco Giunio Bruto a proposito dei trionfi del grand'uomo riuniti, che si sarebbero celebrati alla fine di sestile e al quale si rifiutava di partecipare.
Ma il motivo per cui ti scrivo è darti altre notizie: La regina d'Egitto è arrivata a Roma e Cesare l'à sistemata in grande stile in un palazzo sul Gianicolo; con sé ha portato il presunto figlio di Cesare, un bambino appena slattato e il marito/fratello e poi tutta una pletora di schiavi, sacerdoti, consiglieri etc, in totale quasi mille persone. Ho cercato di conoscere un po' usi e costumi degli egiziani e mi sono convinto, caro Marco, che la nostra amata repubblica si allontana sempre più dal mos maiorum!
Marco Antonio ha sposato Fulvia, dopo che Cesare ha proclamato in Senato che il cugino aveva tentato di ucciderlo e, per quanto detesti Cesare, sono contento che non ci sia riuscito, perché con Antonio le cose andrebbero anche peggio!
È stato più interessante l'altro sposalizio, quello di Ottavia con Gaio Claudio Marcello Minore; lui non è in esilio come il fratello e il cugino e anzi ha acquisito le loro proprietà e si è invece, con il matrimonio, di fatto alleato con Cesare. E sai che cosa ha fatto Marcello Minore in Senato? Si è buttato ai piedi del primo console per implorarlo di perdonare il fratello, spalleggiato da quell'orrendo Lucio Pisone. Dicono che anche Cesare fosse schifato e infatti ha esortato a smettere di essere ridicolo, anche se poi ha concesso la grazia! Ti scriverò ancora quando avrò altre notizie.


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XXVIII

Il primo trionfo di Cesare impiegò tutto il giorno e la divisione del bottino avrebbe dovuto attendere l'indomani. Ciascuno dei soldati di truppa doveva ricevere ventimila sesterzi, mentre i graduati ...
Nonostante l'ammontare mai visto prima, tutti i beneficiati se ne andarono infuriati, perché Cesare aveva messo da parte una piccola percentuale a favore dei poveri liberi di Roma. Che cosa avevano fatto i poveri per meritarsi un compenso? Avrebbero potuto essersi arruolati, se non lo avevano fatto era perché gli mancava il coraggio e ciò nonostante, erano, in qualche modo, premiati! :muro:
Cesare celebrò anche magnifici giochi funerari in onore della figlia Giulia, che era stata molto amata dal popolino romano: era cresciuta nella Suburra, circondata da gente comune e non si era mai dimostrata superba!
VI furono anche spettacoli nel teatro di Pompeo e si creò un concorso per commedie nuove, al quale, nonostante l'invito, non partecipò Sallustio, in quanto era affatto occupato a scrivere un resoconto molto dettagliato della "congiura" di Catilina: "La colpa era stata tutta di Cicerone, che si era fabbricato una crisi, affinché il suo consolato si distinguesse dalla normalità!" Certo lo sto scrivendo, ma non oso pubblicarlo almeno finché Cicerone sarà vivo!"
Lupus in fabula, Cicerone scriveva ancora a Bruto:
"Non è per raccontarti i trionfi che ti scrivo, bensì per dirti che finalmente ho divorziato da quell'arpia di Terenzia, dopo trent'anni di sofferenze! E c'è stato anche un altro divorzio nella famiglia, mia figlia Tullia ha reciso il legame da quel cane rabbioso di Dolabella, dal quale mi son fatto restituire la dote. Costui credo che stia cercando di rientrare nelle grazie di Cesare e forse proprio per questo non ha fatto opposizione al rimborso della dote, perché sa che il grand'uomo è fissato sul trattamento giusto per le donne. Però dopo ho scoperto che Tullia era incinta di Dolabella e che lei sta incolpando me del divorzio, dice che l'ò sempre assillata!
Labieno e i due Pompei nella Spagna ulteriore stanno reclutando legioni con gran successo e Gneo in particolare ha lasciato le sue navi alla fonda nelle acque delle Baleari e vive a Corduba, come nuovo governatore romano, mentre Labieno è il comandante militare;, mi chiedo che cosa pensa di fare Cesare?"


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XXIX

Credo che Cesare andrà in Spagna quando avrà finito con le riforme che cambieranno Roma e lo renderanno uno Stato moderno e non un piccolo paese di provincia, disse Calpurnia a Porzia.
Negli occhi di quest'ultima si accese una lingua di fuoco, mente il viso gli si illuminava di speranza:
"Ogni giorno che passa le legioni di Cesare diventano più rissose, mentre i repubblicani non sono mai stati così forti, la Spagna sarà la fine di Cesare e mio padre (Catone) in sogno me lo conferma!" :)
Anche Cleopatra sapeva che Cesare sarebbe presto partito per la Spagna, non poteva sopportare l'idea e cercava di convincerlo a restare: "I repubblicani hanno tredici legioni, mentre tu ne hai congedate due di veterani, te ne restano soltanto otto e non tutte sono di soldati scelti."
Ma Cesare cambiò discorso e le chiese se aveva visto i risultati del censimento.
"Sono grandiosi, quando tornerò in Egitto istituirò anch'io un censimento simile, ma come hai fatto a realizzarlo?"
- È stato più semplice di quanto pensi, la gente ama fare domande indiscrete e quindi basta insegnar loro a trattare quelli che rifiutano di rispondere a quesiti simili. - :)
Anche Servila e Cassio parlavano dell'imminente spedizione spagnola e Cassio le disse che aveva visto Cicerone, passando da Tuscolo e si era stupito nel sentirlo proclamare che i repubblicani spagnoli, se vinceranno, faranno peggio di Cesare! Ma d'altra parte "sono d'accordo."
"Davvero preferisci avere Cesare per padrone, Cassio?"
- Riconoscere di avere un padrone, è un'offesa a Quirino! - :x


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XXX

Dal mese intercalare del 46 a.C. a settembre 45.


Quinto Pedio, nipote di Cesare e Quinto Fabio Massimo erano partiti dalla Gallia cisalpina e giunsero in Spagna un mese dopo (dicembre), ma secondo le stagioni, prima della riforma, faceva ancora caldo, ma notizia più interessante per loro fu che la provincia non era intieramente devota ai c.d. repubblicani e così poterono erigere un buon accampamento sul corso superiore del fiume Betis e comprare il raccolto dalla regione.
All'inizio dei 72 giorni del mese intercalaris, che seguiva la fine di dicembre, si fece vivo Labieno con due legioni ben addestrate, oltre a quattro di reclute, e pose l'assedio; i due Quinti non ebbero altra scelta di aspettare che Cesare venisse a salvarli.
Il primo console era distante mille miglia e intraprese una tipica marcia cesariana, con una media di trentasette miglia al giorno e ventisette giorni dopo era lì e, appena lo vide, Labieno scomparve.
Sesto Pompeo teneva la capitale, Corduba, pesantemente fortificata e il fratello Gneo, quando seppe da Labieno che Cesare era diretto alla capitale, levò l'assedio da una città nemica e corse subito a raggiungere Sesto.
"Abbiamo 13 legioni, contro le 8 di Cesare, disse Gneo, affrontiamolo subito e battiamolo una volta per tutte!"
- Sì, dissero gli altri, tranne Labieno. -
"Al momento Cesare ha da mangiare, ma sta arrivando l'inverno, che dovrebbe essere duro e quindi, finirà le scorte, mentre se lo affrontiamo, avremo di fronte, oltre alle otto legioni, anche ottomila cavalieri gallici. Nell'inverno i cavalli non avranno da mangiare e quando ciò accade, i Galli levano il campo e se ne tornano a casa.
I due figli di Magno dovettero convenire con Labieno e decisero che avrebbero passato l'inverno cercando di impedire in ogni modo a Cesare di scendere dalle colline e trovare pascoli senza neve.


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XXXI

Labieno sta imparando scappare, commentò Cesare, perché sa che trovare foraggio per i cavalli sarà difficile e noi ne abbiamo veramente bisogno contro Labieno e la cavalleria spagnola. Per ora dobbiamo restare sul Betis superiore, ma ho anche qualche idea su come comportarci quando arriverà l'invero, per intanto dobbiamo convincerlo che la sua tattica funziona: "Quinto Fabio Massimo voglio che i tuoi vice riempiano i momenti d'ozio cercando uomini affidabili, fra i centurioni, da usare per controllare il morale delle legioni, Non ho percepito alcun moto di ribellione, ma i giorni nei quali avevo piena fiducia sono finiti!"
All'inizio di gennaio, il calendario, dopo il periodo intercalare, era perfettamente in sincrono con la stagione e Cesare si mosse per mettere sotto assedio Ategua, un giorno di marcia a sud di Corduba, sul fiume Salsum. In quella città c'era una quantità di foraggio sufficiente a superare l'inverno. La marcia di Cesare fu, al solito, veloce, ma soprattutto segreta e, quando Pompeo se ne accorse, Cesare aveva già circondato la città come ad Alesia, vale a dire con una doppia circonvallazione e Labieno e Gneo capirono che ormai Ategua era una causa persa e rientrarono a Corduba.
La caduta fu un brutto colpo per i sedicenti repubblicani, in primis perché Cesare poteva nutrire i cavalli e in secundis, Labieno doveva avvicinarsi molto di più alla costa per sfamare i suoi! Gli spagnoli cominciavano a perdere fiducia e la diserzione fra le reclute spagnole aumentavano in modo drammatico.
Per Cesare le cose non potevano andar meglio, ma quella grande sodisfazione fu temperata, quasi annullata, dalla missiva di Servilia che era infuriata, dopo aver letto le menzogne che Cicerone aveva scritto, e Attico pubblicate, a proposito di Catone, proposto come modello di virtù romane, invece di presentarlo come l'imbecille che era sempre stato!
Cesare lesse anche lui, "il Cato" che in sintesi era il contrasto fra le superiori virtù repubblicane di Marco Porzio Catone e le indicibili scelleratezze di Cesare dittatore!
Quando la rabbia fu scemata, e trasformata in algida determinazione, Cesare cominciò a scrivere una confutazione del Cato, che avrebbe rivoltato ogni affermazione dell'incauto Cicerone, che era riuscito a scrivere solo spazzatura deviata e faziosa! :muro:


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XXXII

Il primo marzo i due fratelli Pompeo erano a colloquio ed entrambi si consideravano ammiragli, a terra non sapevano spesso che cosa fare, erano solo sicuri che dovevano costringere Cesare alla battaglia ma, per far ciò, avrebbero prima sentito Labieno.
Il Consiglio di guerra decise che l'armata avrebbe lasciato i dintorni di Corduba e si sarebbe mossa verso sud, per attirare Cesare lontano dalle basi. Labieno si rifiutò di essere il comandante in capo: "Ho perso già due volte contro di lui, non voglio che ci sia la terza, tocca a te Gneo Pompeo."
Cinque giorni dopo Gneo e la fanteria furono malamente battuti e l'unico aspetto positivo per i c.d. repubblicani fu che quel combattimento non risultò decisivo.
Tornato al campo Gneo lesse una lettera di Cesare, ove si annunciava che da lì in avanti non avrebbero più goduto della famosa sua clemenza! "Qualsiasi maschio in età per combattere che sia trovato in ciascuna città, che ha aiutato la causa contro di me, sarà messo a morte senza processo!"
Labieno intervenne per ricordare che già una volta la di lui pazienza aveva superato il limite: a Usseloduno, dove aveva fatto amputare le mani a quattromila Galli! E ciò per mostrare alla Gallia, che se avesse continuato a resistere ... Non ci resta che combattere l'ultima battaglia e cercare almeno che per Cesare questo sia lo scontro più duro che abbia mai dovuto affrontare nella vita!


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XXXIII

I c.d. repubblicani trovarono il terreno giusto vicino alla città di Munda: un bassopiano montagnoso, che offriva un'eccellente posizione in discesa e naturalmente era il contrario per Cesare. Le due fazioni s'incontrarono subito dopo l'alba e fu uno scontro duro, corpo a corpo, senza possibilità di usare tattiche ingegnose e innovative, forse la battaglia più diretta che Cesare avesse mai dovuto combattere e fu sul punto di perdere, perché costretto a combattere in salita contro avversari che non mollavano un centimetro e che, per di più, avevano la superiorità numerica.
Quando il Nostro vide, dopo otto re di combattimento, che la prima linea cominciava a vacillare, saltò da cavallo in un istante, afferrò lo scudo, sguainò la spada e si spinse fra i ranghi del fronte, dove la Decima stava per cedere.
"Avanti, razza di cunni, se non riuscite a far meglio di così sarà l'ultimo giorno di vita per voi e per me, perché io starò con voi fino alla fine!"
La battaglia riprese vigore e Quinto Pedio, che aveva sostituito il generale sull'altura di osservazione, vide un'opportunità per la cavalleria e le ordinò la carica alla destra di Pompeo, il che fu fatto e in breve i Galli/Germani piombarono dietro Gneo Pompeo e, al calar della sera, il campo era ricoperto dai corpi di trentamila "repubblicani" e alleati spagnoli e fra questi c'erano anche Tito Labieno e Publio Attio Varo, mentre i due Pompei riuscirono a sopravvivere, ma Gneo per poco tempo, perché uno dei giovani legati di Cesare lo inseguì nella fuga verso Hispalis, riuscì a raggiungerlo, gli tagliò la testa e l'appese sulla piazza del mercato! Quando lo seppe, Cesare si infuriò e per il giovane Cesennio Lento la carriera finì quel giorno! :muro:


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XXXIV

Quando Sesto seppe della sorte del fratello, pensò che forse era destino dei Pompei essere decapitati, ma finché aveva la testa sulle spalle giurò che sarebbe stato un nemico spietato per Cesare e i suoi accoliti. Ormai la repubblica era finita, ma a lui restavano alcune navi e forse ne avrebbe fatto buon uso. La prima cosa da fare era occuparsi di Scribonia, come giurato al fratello: le procurò un asino per poter fuggire da Corduba, ormai diventata cesariana. Viaggiavano solo di notte e raggiunsero la Spagna Citeriore, il vecchio feudo di Pompeo Magno. Dai Laccetani sarebbero stati al sicuro, fin tanto che Cesare non avesse lasciato la Spagna. Poi sarebbe andato a Maior, la grande isola delle Baleari e avrebbe preso il comando della flotta.
- Quando giungerà la notizia di Munda a Roma, è probabile che il Senato ti nomini dittatore a vita, disse Calvino. -
"Possono nominarmi quel che pare loro, tanto l'anno prossimo sarò in viaggio per la Siria, perché devo invadere il regno dei Parti, prima che costoro si avventino sulle nostre Province d'Asia. I Parti hanno imparato a concupire l'ovest dell'Eufrate e quindi noi dobbiamo fare altrettanto per le terre a est del fiume. D'altra parte la guerra civile ci ha impoveriti molto e quindi dove trovare i soldi che mancano, se non nel regno dei Parti?"
Entrarono a Corduba senza colpo ferire, ma come aveva detto, Cesare non concesse clemenza e fece uccidere i maschi in età di combattere, oltre a infliggere alla città una multa pesante quanto quella richiesta a Utica!


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XXXV

Gaio Ottavio era stato colpito da una grave infiammazione ai polmoni e non poté partire per raggiungere Cesare in Spagna fino a metà febbraio e anche allora dovette affrontare forti proteste da parte di Azia, perché in inverno doveva attraversare passi montani innevati e venti gelidi!
"Non ci arriverai mai vivo!" Gridava la madre, disperata.
Ma lui decise comunque di partire e scoprì che quel periodo dell'anno non gli procurava l'asma: con la neve sulle strade, non c'erano polvere o polline e il freddo era secco, non umido. Soffrì di disturbi respiratori solo quando dovettero attraversare le paludi alla bocca del Rodano, ma si trattò di sole cento miglia.
Anche in primavera stette bene, perché il vento non c'era quasi. Arrivò a Corduba il ventitreesimo giorno di marzo e scoprì che la città era un insieme di pire funerarie, ma quel massacro non lo turbò particolarmente e la cosa gli fece piacere, perché aveva paura invece di essere uno "smidollato".
Nel vestibolo del palazzo sedeva un giovane militare e Ottavio lo fissò senza parole, perché per lui costui era esattamente quel che pensava dovesse essere "un soldato in fieri!" Quasi un Alessandro redivivo. :)
"Domando scusa, chiese Ottavio, dovrei andare a rapporto da Gaio Giulio Cesare, sono il suo contubernalis."
Quell'Alessandro, che in realtà si chiamava Vipsanio Agrippa, rispose: - Su per le scale, giù per il corridoio a sinistra, terza porta. -


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XXXVI

"Mio caro nipote, hai retto la distanza, ne sono lieto."
- Pure io, anche se mi dispiace di essermi perso la battaglia. -
"Non crucciarti, non ho potuto usare nessuna tattica, è stato solo un macello da entrambe le parti!"
- Mi pare che avessi l'aria cupa, quando sono entrato, è la battaglia troppo cruenta il motivo? -
"No, è il Cato di Cicerone e non so se rispondere a quel mucchio di menzogne!?"
- Ignorarlo sarebbe come ammettere che c'è del vero, ma tu che intenzioni hai? -
"In primis cercherò di fare a pezzi il personaggio costruito da Cicerone, che non è per niente il vero Catone, egli era un avaro senza limiti, quasi sempre ubriaco, circondato da filosofi domestici, pronti a tradurre in bella copia le idee confuse che lui ogni tanto presentava, ha trattato le mogli in modo disonorevole e ci sono tante altre cose; sono sicuro che Servilia sarà felice di riferirmi tutti gli episodi meno conosciuti, che hanno punteggiato la vita di costui!"


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XXXVII

Cesare si dedicò più che altro a fondare colonie romane e decise che quasi tutte le legioni, che aveva portato con sé, si sarebbero stabilite in Spagna Ulteriore, su appezzamenti di terra grassa, requisiti ai proprietari spagnoli, che si erano schierati con i c.d. repubblicani. Ogni colonia, naturalmente, avrebbe goduto della cittadinanza e addirittura anche ai liberti sarebbe stato consentito di sedere nel consiglio di governo. :)
Il compito di Ottavio era quello di accompagnare Cesare quando si recava da un sito all'altro a supervisionare la divisione delle terre e a scegliere il primo gruppo di cittadini che avrebbero costituito il consiglio governativo.
Cesare era contento di Ottavio, perché aveva occhio per i particolari e non era per nulla indolente, anche negli aspetti più noiosi del lavoro e gli disse che nel giro di dieci anni sarebbe stato in grado di governare Roma a suo posto.
Ma Ottavio si preoccupava per gli anni prima, dato che Cesare aveva intenzione di andare ad affrontare i Parti; Roma non accetterebbe di obbedire a un ragazzo e soprattutto non lo faranno Marco Antonio e Dolabella. "Calvino potrebbe aiutarmi, ma non è abbastanza ambizioso, mentre Irzio, Pansa e Pollione non hanno antenati abbastanza illustri per tenere i due prepotenti al loro posto!"


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XXXVIII

"Strano il lavoro che ti è toccato, disse Marco Agrippa a Ottavio, fai più il segretario che il contubernalis, mi pare?"
- Sì, ma lavorare con Cesare mi piace, è molto istruttivo e, d'altra parte non possiedo nessun talento militare! -
Agrippa presentò a Ottaviano il suo amico Quinto Salvidenio Rufo, un piceno rosso di capelli e costui si rivolse a Gaio: "Tutti parlano di te."
- E perché? -
"Pedio dice che sei delicato di salute, non sai andare a cavallo e nemmeno svolgere ovviamente il servizio militare vero e proprio!"

Il giorno dopo Cesare gli chiese se era riuscito a integrarsi un po' nel gruppo e Ottavio rispose che i compagni gli avevano fatto capire soprattutto quanto fosse privilegiato: ho molti soldi in tasca e la tua benevolenza, nonostante non possa esserti di aiuto in battaglia. Agrippa e Salvidieno non hanno tutto ciò.
"Salvidieno lo conosco, ha condotto la carica della cavalleria a Munda e ha vinto nove phalere d'oro, direi che è molto coraggioso, cervello militare di prima qualità e capace di fare piani. Invece Agrippa non lo conosco, digli di presentarsi da me quando partiamo, domattina."
L'incontro con Vipsanio fu una rivelazione; Cesare pensò subito che fosse uno dei più brillanti uomini che avesse mai conosciuto, era il tipo sul quale si poteva scommettere che facesse sempre del suo meglio, una roccia, oltre che particolarmente intelligente. Peccato non avesse avuto un'educazione militare migliore, forse a causa dei natali mediocri. Ma Cesare avrebbe cambiato le cose in modo che simili personaggi potessero avere il diritto di ottenere la carriera politica che meritavano. :)
Poi però si accorse che Ottavio guardava Agrippa con occhi adoranti e, congedato l'altro, si rivolse al pronipote per consigliargli di smettere quel tipo di atteggiamento, perché avrebbe ingenerato negli altri il sospetto che fosse effemminato, dato anche il fisico che aveva. E non c'è niente che possa bloccare più efficacemente la carriera politica di quel tipo di debolezza, lasciatelo dire a uno che lo sa.
"Le accuse riguardo al re Nicomede di Bitinia?"
- Precisamente, accuse ingiuste, ma sfortunatamente non mi ero reso simpatico al mio ufficiale comandante, Lucullo e men che meno al mio collega Marco Bibulo (la pulce!) e costoro sono stati ben lieti di poter usare quelle menzogne per infangarmi e non hanno mai smesso! (Audacter calumniare, semper aliquid haeret, continuate sempre a calunniare, qualcosa resterà!) :grr:


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XXXIX

Per Cicerone quell'anno fu pieno di disgrazie: all'inizio di gennaio Tullia dette alla luce un bambino prematuro e malaticcio; lei si affliggeva e non provava interesse per il figlio; sembrava non avesse più voglie di niente, tanto che dopo poco morì.
Per Cicerone fu un dolore terribile, aggravato dall'indifferenza della madre Terenzia e dell'attuale moglie; quest'ultima non capiva proprio il dolore di Marco Tullio, tanto più che Publilia era delusa dal matrimonio con il grande oratore!
Quando a Cicerone arrivò una lettera di condoglianze da Bruto, era sicuro che quell'uomo, così vicino alle sue convinzioni filosofiche, aveva di certo trovato le parole giuste per lenire, almeno in parte, il suo animo spezzato. E, al contrario, lesse solo parole fredde e stereotipate! Tutto ciò gli sembrò ancora peggio, quando invece arrivò la lettera di Cesare, che conteneva la squisita consolazione che si sarebbe aspettata da Bruto!
"Ma perché era l'uomo sbagliato a scrivere la lettera giusta!?" :muro:
La seconda "disgrazia" per l'uomo di Arpino fu il richiamo che gli spedì il Princeps senatus, Lepido, che lo richiamava ai suoi doveri di partecipazione, altrimenti avrebbe dovuto rimettere il mandato di senatore e, siccome l'unica scusante era la salute, Cicerone, pieno di dolore e di rabbia, dovette trovare tre colleghi e chiedere loro di giurare il falso e cioè che lui non era in grado di occupare il seggio in aula a causa di una grave e lunga malattia!
A Cicerone non rimaneva che la presunta gloria che gli sarebbe arrivata dal "Cato" e poi trovò consolazione nella morte del piccolo bambino di Tullia, perché così riuscì a chiudere l'intiera vicenda che gli aveva sconvolto la mente.
Ma poi gli arrivarono (non si sa come) le bozze dell'Anticato di Cesare e non riusciva a capire come aveva fatto l'autore ad ottenere tutte quelle informazioni, in particolare gli aspetti orribili riguardo all'amore, non ricambiato, di Catone per la moglie di Metello Scipione e frammenti di poesie di bruttura abissale, scritte dopo che lei lo aveva respinto! Persino i segreti più intimi di Catone erano rivelati, comprese le scarse capacità amatorie del pronipote del Censore che, in effetti, di qualità in genere ne aveva davvero poche, se si esclude l'astio per Cesare!
La prosa de Dittatore invece era quasi divina e il volumetto fu salutato da tutti come un capolavoro, anche da coloro che non lo amavano e lo stesso Cicerone si chiese perché lui era incapace di scrivere una prosa che potesse valere almeno la metà di quella dell'altro? "Non è giusto che solo lui sia così dotato!"
Però, Cesare si era lasciato trasportare un po' troppo nell'Anticato e ciò gli faceva piacere, perché era chiaramente un errore, ma Cicerone non si rendeva conto che se lui si fosse astenuto dal diffamare Cesare nel Cato, l'altro non avrebbe risposto nella stessa maniera: causa ed effetto.


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XL

Marco Antonio aveva debiti per settanta milioni di sesterzi e Fulvia non aveva tale somma, tanto più che gli aveva già regalato trenta milioni, prima di sposarsi. Possedeva dei terreni, ma le aste dei fondi confiscati, avevano messo sul mercato una quanti enorme di acri e quindi i prezzi si erano di molto abbassati e il banchiere di Fulvia, Gaio Oppio, si oppose alla vendita anche parziale, perché lui sapeva che fine avrebbero fatto i soldi ricavati!
E Antonio per risollevarsi il morale non aveva altro modo che parlare delle disgrazie comuni con Decimo Bruto e Gaio Trebonio.
Noi due avremmo i natali giusti per essere a buon punto nel cursus honorum e invece siamo qui ad aspettare il comodo di Cesare!" Disse Decimo Bruto, rivolgendosi ad Antonio.
Trebonio aveva motivi diversi di rancore verso Cesare: tutto quel che aveva fatto e ottenuto lo doveva al Dittatore e quindi era convinto che, se avesse fatto un passo falso, sarebbe ridiventato *Un signor nessuno!* "In Spagna, secondo Cesare, non ho fatto abbastanza per espellere Labieno e i due Pompei e così, quando ci siamo incontrati a Roma, ho dovuto umiliarmi e chiedere il perdono, ma so bene che lui non si servirà più di me e quindi non potrò mai adire alle vere magistrature, ma tu Antonio, hai davvero provato a uccidere Cesare?"
- Beh sì, in effetti e alzò le spalle, ma qualcuno deve averlo avvisato prima, secondo me è stato Poplicola! -
Trebonio replicò che, "se qualcuno progettasse di nuovo l'assassinio, tu Antonio, ti comporteresti come Poplicola!"
- Io non spiffero, Trebonio, mai e poi mai! -
"Ammazzare un parente (disse Decimo) è il massimo del cattivo gusto e quindi dovremo trovare un'altra fonte di denaro, che non sia il testamento di Cesare, ma intanto dobbiamo aspettare il ritorno dalla Spagna."
Trebonio se ne andò sodisfatto, perché il seme dell'omicidio era stato piantato e i due parenti non ne erano inorriditi, cosa buona per chi nutriva un odio profondo, tipico di chi non aveva nulla verso colui che invece, aveva tutto. (Nota, un po' come Catone e Bibulo :x )


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XLI

Quando Bruto tornò dalla Gallia Cisalpina sembrava (o così lo vedeva Servilia) di umore molto particolare: più svagato del solito e soprattutto non si curava di lei. Ma il cambiamento più importante era l'aspetto fisico: la carnagione era talmente migliorata che riusciva a radersi a filo, senza più la fastidiosa afflizione che lo aveva tormentato per quasi 25 anni. Lui e Gaio Cassio avrebbero compiuto 40 anni e dovevano essere candidati alla pretura, se Cesare non era contrario. Cesare era senza dubbio il padrone del mondo e ciò non era molto gradito all'attuale amante di sua madre, Lucio Ponzio Aquila che smaniava per trovare qualcosa per mostrare tutta l'avversione per il Dittatore!
Servilia passava la maggior parte del tempo in compagnia della regina Cleopatra e naturalmente le due parlavano quasi sempre di ciò che avrebbe fatto Cesare.
"Sono d'accordo con Cicerone, le disse un giorno Cleopatra, se ha in animo di andare a combattere i parti, ha parecchio da fare a Roma prima." Anche Servilia era d'accordo, ancorché non stimasse molto né Cicerone, né la regina d'Egitto, che mancava del tutto di senso pratico.
Bruto il secondo giorno andò a trovare Porzia, la quale non lo accolse con baci e abbracci a causa della presenza ingombrante di Statilo, il filosofo amico di Catone. Quell'incontro non andò oltre il gioco degli occhi, ma in giugno Bruto riuscì a incontrare Porzia fuori portata del controllore e parlò con franchezza quasi brutale: "Porzia vuoi sposarmi?"
Lei si tramutò in una colonna di fuoco, ardente dalla testa ai piedi e sì, sì, gridò. :)


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XLII

Bruto doveva immantinente divorziare da Claudia e non gli venne nemmeno in mente di esporre ragioni opportune, come l'assenza di figli. Appio Claudio andò a trovare l'infame marito della sorella per urlargli che non poteva farlo! Le urla attirarono anche Servilia e quindi Bruto si dovette opporre a entrambi, ma trovò, non si sa come, la forza di rispondere che ormai l'aveva già fatto! "Non mi piace mia moglie, non mi è mai piaciuta! :muro: E non deve restituire nemmeno la dote, perché, signor Appio Claudio, il tuo miserabile padre non me l'à mai fornita!"
Appio Claudio, dopo che Bruto se ne fu andato, disse a Servilia che lo avrebbe trascinato in Tribunale!
Servilio andò nello studio del figlio: "Stupido ragazzo, che cosa ti sei messo in testa?"
- Non m'importa se è simpatica e apprezzata da tutta Roma, a me no! -
"Lei è una claudiana di alto rango e senza dote, almeno lasciale qualcosa in modo che sia indipendente nelle finanze, ma forse c'è dell'altro?"
- Sto rimettendo in ordine la mia casa e non le darò nemmeno un sesterzio! -
"Odioso spiloricio, vuoi che tutta Roma ti condanni, ma d'altra parte eri amico di Catone!"
Fu alla fine Servilia che mandò duecento talenti d'oro a Claudia nel tentativo di porre fine alle malelingue, di cui peraltro il figlio non si curava!
In quel momento Servilia si rese conto di aver perso ogni ascendente su Bruto e pensava anche che tramasse qualcosa, ma lei avrebbe atteso che facesse una mossa e gli avrebbe fatto vedere se sua madre aveva o no altri assi nella manica! Poi rifletté sulla sua vita e dovette confessare che da qualche tempo a una delusione, ne era subito seguita un'altra! :grr:


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XLIII

Bruto il giorno dopo si era recato nella villa di Tuscolo e là aveva celebrato il matrimonio senz'altri testimoni che i liberti di Lucio Cesare, sommo augure e flamen quirinalis. Lucio legò loro le mani con una striscia di cuoio rosso e disse che erano marito e moglie, dopo di che scrisse al cugino che era in cammino dalla Spagna verso l'Urbe.
La villa di Tuscolo confinava con quella di Cicerone e Bruto sperava di non veder comparire l'avvocato, perché di solito era infastidito dalla presenza e a maggior ragione ora, che voleva rimanere solo con Porzia.
Nell'adolescenza e in giovinezza i desideri della carne non avevano tormentato Bruto: gran parte delle pulsioni naturali era stata incanalata verso attività intellettuali, in gran parte per colpa di Catone, perché, secondo lui, l'uomo doveva restare vergine fino al matrimonio, perché così diceva il mos maiorum e il suo avo censore!
Nonostante lo sposalizio con Bibulo, Porzia era a malapena più preparata di Bruto a quella notte di nozze, perché Porzia per Bibulo cinquantenne e poco virile, era stato solo un regalo di Catone che voleva la figlia sposa con l'amico di sempre, poco curandosi dei desideri dei due! In più c'era anche il fatto che Porzia era alta sei piedi e Bibulo quasi due di meno!
I due sedettero sul bordo del letto, intimiditi e silenziosi, molto innamorati, ma senza sapere che cosa fare.
Lui, a un certo punto, ebbe l'idea di scioglierle i capelli rossi e le disse che erano molto belli.
Quest'asserzione fu quasi un colpo per lei, perché mai nessuno prima le aveva detto che aveva qualcosa di bello!
Il complimento cambiò molto nella reazione di lei e da lì in poi tutto fu più semplice. :)


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XLIV

Quando Servilia si accorse che Bruto era partito per Tuscolo, si sfogò sulla stanza del figlio (cfr Moretti :diavoletto: ) e si fermò soltanto quando il giaciglio e le statue preferite furono demoliti, in particolare non voleva più che Bruto avesse il busto di ragazzo in bronzo di Strongilione, la sua delizia, il suo orgoglio! Ma il bronzo era difficile da distruggere e allora ordinò a Epafrodito di buttarlo nel fiume! E così fu fatto.
All'alba del giorno dopo, partì in carrozza e ordinò di farlo al galoppo, nonostante le proteste del carpentarius e quando arrivò a Tuscolo, Bruto e Porzia stavano ancora facendo colazione.
"Grandissimo cunnus! Viscida serpe strisciante!" E poi sferrò alla nuora un pugno durissimo sulla tempia, tanto da farla cadere a terra, tramortita e di questo approfittò per prenderla a calci, colpendo in particolare il seno e l'inguine.
Ci vollero i due schiavi, chiamati da Bruto, per allontanare Servilia dalla preda e allora si gettò su Bruto, cercando di morderlo, ma Porzia, non troppo dolorante evidentemente, si era rialzata e prese Servilia per i capelli e con l'altra mano la colpì violentemente al volto.
Le due continuarono per un po' in una specie di M.M.A. (nota mia) fin quando Bruto non riuscì a interrompere la lotta per dire che il padrone di Tuscolo era lui e che lei non sarebbe stata ospitata mai più, se non si fosse comportata in maniera civile con Porzia, sua sposa legittima.
"Come ha fatto a intrappolarti questa razza di arpia!? Tu Bruto pensi di avere la situazione sotto controllo, ma non è così e se credi che possa essere cortese con una discendente di schiavi celtiberi e sudici contadini tuscolani, sarà meglio che ci ripensi! Cacciami pure di casa e avrai tanto di quel fango addosso che la tua carriera sarà finita! Cesare mi dà ancora ascolto e sono influente in Senato e quanto a te, gran pezzo di cretina, non sei degna di pulire le scarpe a un qualunque patrizio romano!"
Ave, ave, ave, in quel momento entrò Cicerone e Bruto si assentò, lasciando sole le donne.
Servilia continuò: "Sono riuscita a sopravvivere in casa di Livio Druso senza che nessuno mi proteggesse al contrario di tuo padre, che era sempre appiccicato a mio fratello Cepione, di lui invece solo fratellastro. Mia madre ha fatto la puttana con tuo nonno, quindi non fare la moralista con me, perché sono stata l'amante di Cesare, vale a dire con un uomo che avrebbe tutto per diventare il re di Roma, se solo lo volesse, mentre nessuno potrebbe dire lo stesso per quella merda di nome Catone e ti assicuro che qualunque mostriciattolo Bruto potesse generare con te, nipote di schiavi, non vivrà abbastanza a lungo da essere svezzato!" :grr:


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XLV

Bruto e Cicerone discutevano di Cesare e cioè se Marco Giunio dovesse andare incontro al dittatore, che ritornava dalla Spagna?
"Oh Bruto, vorrei che non lo facessi, sono troppi quelli che si umilieranno di fronte al "Grand'Uomo" , non unirti al gregge, ti prego."
- Non posso non farlo, così come Cassio, ma ho intenzione di parlargli di te. -
"No, no, no! Il mio nome non sarà di alcun giovamento alla tua causa, specialmente dopo il Cato, se lo ha fatto infuriare al punto da scrivere quell'impudente replica, significa che sono proprio una persona "non grata a Caesar-Rex! Ho cominciato a chiamarlo così e mi sembra che suoni molto bene." :D
Non appena uscito Cicerone, ricomparve Servilia per dirgli che se ne andava, ma che non considerasse la guerra finita: "Cercherò di offendervi in ogni modo e tu non mi caccerai di casa, provaci pure e scoprirai a che punto ho mantenuto il controllo del mio patrimonio. L'unico uomo che mi abbia mai sconfitto è stato Cesare e tu, figlio mio, non vali nemmeno un suo dito mignolo!"
A Bruto, nel sentire parlare di soldi, venne un nodo allo stomaco (ara davvero un taccagno!)
A Roma, Servilia chiese a Cassio che cosa pensasse del matrimonio?
"È un unione quasi perfetta, entrambi sono privi di umorismo, serissimi, noiosi e limitati." :)
- Tertullia mi ha detto che andrai a Piacenza a incontrare Cesare. -
"È così e spero che ci sia anche Bruto, nonostante Porzia."
- Lui ci andrà, senza dirglielo, ma perché è proprio necessario? -
"Munda: la causa repubblicana è putrefatta e non risorgerà e quindi mi devo comportare correttamente con lui se voglio che, dopo il perdono, mi dia gli onori che mi spettano, anche se comportarmi civilmente con lui mi dà il voltastomaco! In qualità di genero ufficioso di Cesare, credo di meritare un buon incarico, ad es, la Siria, non sei d'accordo?"
-Hai la mia più completa benedizione. - :clap:


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XLVI

A Narbo, alla fine di giugno, circa sessanta senatori erano in attesa dell'arrivo di Cesare e la scelta era caduta su quella città, perché nessun altro posto era grande abbastanza da ospitare così tante persone con il giusto grado di comodità. Di recente la fama di Narbo si era innalzata: Cesare ne aveva fatto la capitale della nuova Provincia, chiamata appunto Gallia Narbonese.
Gaio Trebonio, Decimo Bruto e Basilio alloggiavano nella casa di Lucio Cesare, il che andava molto a genio al primo, che aveva intenzione di tastare il terreno in previsione di una fine prematura di Cesare.
Cominciò con Decimo Bruto e gli illustrò come potevano procedere, se fossero stati d'accordo, vale a dire dovevano convincere più gente possibile, piuttosto importante, perché voleva che sembrasse un'azione patriottica, che il Senato non avrebbe avuto il coraggio di punire!
"Puoi cominciare a reclutare gente da Basilio, disse Decimo, stai tranquillo che lui sarà entusiasta."
- Certo Basilio, con i suoi precedenti, non aggiungerà lustro al gruppo, però conosce molti altri possibili congiurati. - :)
Dopo che ottennero la subitanea accettazione di Lucio Minucio Basilio, gli chiesero chi altri? E lui fece il nome di Lucio Staio Murco.
Poi anche altri finirono nella lista di Trebonio, ovvero nel Circolo del Liquidatori, ma erano tutti senatori pedarii!

Il terzo giorno di Quintile il drappello di Cesare e Ottavio arrivò a Narbo e Marco Antonio andò loro incontro per primo, non fece attenzione a quel che il cugino gli disse, ma tenne gli occhi fissi sulla figura che uscì per secondo dal mezzo di trasporto, quel Gaio Ottavio che non aveva mai considerato più di tanto, ma ora gli appariva cambiato, circondato da un'aura di calma fiducia che lo qualificava come ottimo contubernalis di Cesare! Però non seppe trattenersi dal chiedere al cugino del perché sembrasse tanto affezionato a quel finocchietto?
"Non farti ingannare dalle apparenze, Antonio. Ottavio ha più acume politico nel dito mignolo di quanto ne possieda tu in tutto il tuo virile corpaccione!"
- Mah sarà, ma lui mi pare creda che il sole ti sorga dal culo! -
"Stai attento Antonio, ho accettato le scuse, ma sei in libertà vigilata e, a proposito, hai pagato i debiti?"
- No, ma ho pagato gli usurai abbastanza da farli tacere, appena Fulvia rimedierà un po' di contanti avranno altri pagamenti e poi contavo sul bottino che prenderemo ai Parti per risolvere. -
"No, ho altri piani per te! Tu avrai una campagna, ma non con me: andrai in Macedonia con sei buone legioni e insieme a Vatinio dovrete intraprendere una campagna a Nord entro le terre del Danubio e della Tracia e se non ti sta bene, perché sei troppo ingordo, peggio per te!"


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XLVII

"Ha sempre avuto un atteggiamento regale, disse Trebonio agli amici, ma ultimamente si è ingigantito è, come lo chiama Cicerone, Caesar-rex!
Se riusciamo a convincere i romani che contano delle sue intenzioni regali, ne usciremo puliti: Roma non ha mai punito i regicidi!"
- Abbiamo bisogno di Antonio, rispose Decimo Bruto, lui non commetterà personalmente il fatto, ma non lo disapproverà e forse si spingerà fino a dargli una patina legale. -
Trebonio andò a parlare con il cugino di Cesare con la scusa di offrirgli un cavallo che potesse sostituire il ronzino che aveva e, ad affare concluso, gli disse che non doveva unirsi alla congiura del Liquidatori, però "tu, in qualità di candidato console per la fine dell'anno, sei nella posizione migliore per divulgare la notizia che il Nostro voglia diventare Caesar-rex. Si parla di mettere una sua statua nel tempio di Quirino il che è buono, ma sarebbe anche meglio se nascesse un culto alla clemenza del Grand'uomo, che assomigliasse a quello di un Dio! E magari tu potresti esserne il flamen, il che porterebbe la gente minuta a prenderlo molto sul serio. Quel che dobbiamo fare è dare l'idea che Cesare non farà mai un passo indietro e che invece diventare re non sarà che la prima mossa. Non importa che tu mi risponda, Antonio, le azioni parleranno per te."
Trebonio salutò l'amico sorridendo, mentre Marco Antonio proseguì verso il palazzo del governo e ... anche lui sorrideva. :)


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" XLVIII[/b

L'imponente corteo lasciò Narbo pochi giorni dopo e Antonio riferì il giudizio su Ottaviano, che secondo lui era una fatina invertita, un vero e proprio spettacolo!
"Sì, rispose l'altro, ma non nel senso che pensi tu, è molto pericoloso! Ti ricordi quel che disse Silla ad Aurelia quando lei lo supplicò di salvare suo figlio, perché tanto era innocuo? "Lo risparmierò, ma in quel ragazzo vedo mille volte Mario"." Ecco io questo giudizio lo riporterei su Gaio Ottavio!
Antonio non proseguì il discorso e rispose invece che avrebbe abbandonato il corteo per raggiungere presto Fulvia, che stava per partorire.

La via Domizia giungeva nella vasta pianura fluviale del Padus a Placentia, capitale della Gallia Cisalpina e la sede del governatore, Gaio Vibio Pansa, uno dei clientes di Cesare e fu lui che incontrarono per primo Bruto e Cassio.
Pansa era stato informato che i due sarebbero arrivati e aveva approntato un appartamento di quattro stanze. Cassio disse di sperare di non dover starci molto tempo, perché Pansa era troppo noioso, mentre Bruto aveva lo stesso desiderio, perché covava forti sensi di colpa per non aver osato dire a Porzia dove si stesse recando. :x


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Avatar utente
lemond
Messaggi: 21625
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 13:52
Località: Firenze

Re: Storia

Messaggio da leggere da lemond »

da Colleen McCullough "Le Idi di marzo" IL

La sera a cena erano in sette e Cesare chiese a Bruto se avesse scritto qualcosa di recente?
"Sì, tre dissertazioni."
- E allora dicci qualcosa. -
"Una tratta della virtù, una della sopportazione remissiva e una è sul dovere e per quanto riguarda la prima, essa da sola basta ad assicurare una vita felice."
A quel punto si introdusse Ottavio: - Giusto, ma la sopportazione remissiva non mi sembra una virtù, la sopportazione da sola, sì, ma l'essere remissivo non è certo una bella qualità. -
Il viso di Cesare si illuminò a quelle parole e Cassio in particolare ne fu turbato, perché, come in altre occasioni poco prima, si era ben visto che il prozio andava quasi sempre in accordo con il nipote, quel che diceva poi, era ascoltato come se provenisse da un legato e non da un semplice contubernalis. E Cesare non era il solo, anche Calvino e Pedio pendevano dalle labbra di Ottavio. "Tu Gaio sei un tipo pericoloso", si disse Cassio.
Quelle riflessioni furono interrotte da Cesare che dichiarò che le preture vacanti dell'anno prossimo sarebbero state ricoperte da Bruto, quale praetor urbanus e Cassio praetor peregrinus, nel caso avessero accettato.
"Sì, disse Bruto, illuminandosi." E lo stesso avverbio fu pronunciato da Cassio, in modo, però, molto meno gioioso e nel far questo arguiva che Dolabella pensava di ottenere la Siria. :x
Invece Bruto era completamente esaltato e stava pensando che forse anche Porzia avrebbe compreso e accettato.
Intanto Ottavio sorrideva al fatto che Bruto sembrava un gatto in un lago di panna. :D


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
Rispondi