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La SEG si è presa anche Barnabás Peák

Era auspicabile per Peàk un passaggio intermedio tra il WCC e il WT. Peraltro, dopo l'ottima esperienza da stagista credo che nei suoi confronti, da parte della QS, ci sia qualcosa in più che una prelazione.

Mercato SEG stellare: l'unica perplessità per quanto mi riguarda risiede nella convivenza tra Groves e Dainese (senza dimenticare Meeus, che però ha dalla sua un maggior grado di versatilità).

Ho notato che PCS (quanti cacchio di acronimi) da El Gouzi alla Tirol nel 2019.
Se è vero, si tratta di un trasferimento molto interessante: la squadra dell'omonimo land lavora bene sugli scalatori e ha svezzato Konrad e Muhlberger (ora sta facendo lo stesso con Wildauer).

Fanno anche un buon calendario.

La SEG è veramente l'ideale per fare esplodere Peak.

Anche a me piace molto El Gouzi alla Tirol...oltre ai corridori citati da Albi, anche Zimmerman, da loro, sta facendo molto bene.

Oltre a El Gouzi c'è un secondo giovane italiano alla Tirol http://www.cicloweb.it/2018/10/23/omar- ... ling-team/

Comunque non so se state notando, ma stanno proprio scappando tutti i talenti dall'Italia, continental o no.

non una bella notizia

Difficile biasimarli quando arriva una SEG, una Polartec o una Tirol.

Queste sono squadre che ti danno modo sia di fare le corse per U23 più importanti sia, nel frattempo, di iniziare a gareggiare coi pro.

Difficile rifiutare quando, dall'altra parte, ci sono le varie sagre della porchetta.

Oh, comunque, non c'entra nulla, ma Omar El Gouzi è nato lo stesso giorno (16 agosto) di Arnaldo Pambianco, Eric Caritoux, Jelle Nijdam, Fabio Casartelli, Julien Absalon e dell'utente Luciano Pagliarini

Sicuramente
però è il vecchio ciclismo italiano che muore
o forse è già morto..negli ultimi 10 anni

D altronde verratti non ha ancora giocato una partita in serie A
ci sta che rubino corra con una squadra spagnola..Scaroni una francese..Dainese una olandese

Winter ha scritto: ↑martedì 23 ottobre 2018, 20:59 Sicuramente
però è il vecchio ciclismo italiano che muore
o forse è già morto..negli ultimi 10 anni

Magari ancora non è morto, ma non spetta a Rubino, Scaroni e gli altri fare la carità al ciclismo italiano. Loro, giustamente, sfruttano le opportunità migliori per la loro carriera.

E' già tanto che ci siano, anzi, i Rubino e compagnia, col calo enorme di praticanti che c'è stato negli ultimi 20 anni (praticanti quelli veri, non gli amatori che non contano nulla).

Ma qualcuno sembra non svegliarsi mai

Tra squadra dilettante italiana e continental straniera c'è un divario in termini di calendario e visibilità (soprattutto) che fa tutta la differenza del mondo per un under 23 con qualità e ambizioni.

Il sistema italiano è obsoleto e ritorto su se stesso, quasi del tutto insensibile agli stimoli* che vengono dall'esterno e incentrato sulla conta delle vittorie, a discapito della qualità delle stesse e dello sviluppo in ottica futura dei ragazzi.

*qualcosa è stato fatto (penso al Giro, alla nazionale alle corse pro) ma si tratta di iniziative, per quanto lodevoli, calate dall'alto, molto poco strutturali.

Aggiungo che il solo articolo che ha affrontato l'argomento nelle ultime settimane (con annesso malcelato bruciore di peperone) gettava, in sostanza, la croce addosso ai ragazzi, la cui unica colpa è, in verità, quella di aver scelto ciò che ritengono sia meglio per la loro crescita professionale.

Peraltro mi torna in mente l'articolo che scrisse, ormai l'anno scorso mi sa, Nicola sugli elite.

In Francia, oltre ad avere molte più corse di rango, hanno pure una categoria elite di tutt'altra qualità, visto che non ci sono limiti di età. Questo, di riflesso, porta anche ad avere un livello generalmente superiore (e di gran lunga) a quello italiano nelle corse del calendario nazionale.

Ma noi teniamo il limite, sia mai. Così ci troviamo pieni di amatori e a corto di praticanti veri.

Febbraio 2018, me lo sono letto prima. Bel pezzo, più che mai attuale.

Ne parlavamo durante il mondiale riguardo ad Hanninen, se non sbaglio.

Sbloccare la categoria poteva essere uno dei correttivi strutturali da apportare, ma ha sicuramente trovato forti resistenze (del genere di quelle elencate dall'articolo).
Oltre a rappresentare un paracadute per chi, masticato e sputato dal professionismo, ha ancora voglia di correre a un livello più basso.

Eh..ora o mai più, direi. Più passa il tempo e più il "mondo amatori" acuisce la sua identità, risultando comunque più attraente del semiprofessionismo.

Anche Nicolas Dalla Valle passa al Team Tirol

Chi si rivede? Ma il Big Board by Luca/Luciano Pagliarini http://www.cicloweb.it/2018/10/30/il-bi ... ima-parte/

Paglia? Per me, numero uno

Grandissimo lavoro, tantissimi complimenti

Bella Albi

Grande Paglia (aspettavo il tuo ranking )
Lauk me l'hai piazzato troppo indietro (io spero che qualcuno lo faccia passare pro)

Seconda puntata con il Big Board http://www.cicloweb.it/2018/11/06/il-bi ... nda-parte/

Terza puntata con il big board di fine anno http://www.cicloweb.it/2018/11/13/il-bi ... rza-parte/

Ho rivisto il Mondiale U23 di Innsbruck (anche perché al tempo lo vidi in treno sullo smartphone e non è proprio la stessa cosa rispetto a guardarlo con tranquillità su PC/TV).

Ogni volta che si passava per la salita di Igls Hanninen doveva rimontare corridori. Anche durante l'ultimo giro la prende in penultima posizione e per arrivare davanti deve passarne almeno 15. Peraltro quando Lambrecht forza Hirschi è subito a ruota del belga, mentre lui arriva su di loro da dietro.

Con una squadra al suo fianco avrebbe vinto, a mio avviso.

Inoltre, si vedeva che correva per la medaglia e per carità ci sta visto che lui non aveva certamente lo status degli altri due. Penso che l'ag2r abbia deciso di tenerlo un'altra mezza stagione tra gli U23 proprio per fargli prendere confidenza con un ruolo diverso da quello dell'outsider.

Ed ecco l'ultima puntata del big board invernale by Luca/Luciano http://www.cicloweb.it/2018/12/04/il-bi ... sta-parte/