pietro ha scritto: ↑martedì 17 maggio 2022, 16:44
Primo86 ha scritto: ↑martedì 17 maggio 2022, 16:36
Comunque il discorso ha preso una piega troppo estrema. Se lo si cuce addosso a "quello che van der poel potrebbe fare" rimaniamo sempre a girovagare sui confini della realtà.
Per dare dei riferimenti pratici a cui collegare il pensiero,
il modello di corsa sarebbe la Tirreno dell'anno scorso, mentre i modelli di corridore sarebbero Van Aert e Remco.
Esattamente. Ma sembra sempre che si debba collegare tutto a Van der Poel solo perché inizialmente krisper lo aveva citato nel suo discorso.
Poi io non ho letto nessuno dire che se non vince una Vuelta è una tragedia
Con rispetto, ma temo che non sia stato capito il mio discorso. Amen.
MVDP per citare uno che attacca e sconvolge.
Ma come giustamente dice Primo, gli esempi di corridori più giusti sono WVA e Remco, aggiungo JA.
E la Tirreno 2021 è il prototipo.
È tempo, imho, di un GT aperto alla vittoria anche a corridori più pesanti, senza escludere i più leggeri.
È proprio la sfida aperta a due categorie che renderebbe ogni tappa decisiva, forse escluse solo quelle per velocisti.
Costringerebbe i classicomani a far saltare la corsa nelle tappe nervose e gli scalatori a recuperare in montagna.
Con le crono, sterrati, pavè, vento a mischiare ancor più le carte.
Così come adesso, i GT con più o meno crono sono al 99% noiosi.
Il tour Bernal Vs JA è un esempio che inizia ad avvicinarsi al modello a cui mi riferisco. Ma ci voleva più equilibrio nel percorso per dare più chance a JA.
Poi neppure ASO ha il coraggio per questa rivoluzione ed hanno un fenomeno come JA.
E ribadisco, il Tour sarebbe il GT più adatto a questa rivoluzione.
La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra