Mark Cavendish ... ed i soldi
Re: Mark Cavendish ... ed i soldi
Un futuro a tappe? Vincerà l'ultima tappa della stellina olandese dopo 3 secondi posti? Due cocenti dietro i suoi avversari al Tour.
Re: Mark Cavendish
togliendo i soli soldi dal titolo (antipatico) di questo thread... mi trovo un'altra volta a fare i complimenti a cavendish, che ci mette la faccia su un argomento che dovrebbe interessare a tutti i ciclisti, ovvero la loro sicurezza sulle strade:
http://www.thetimes.co.uk/tto/public/cy ... 451896.ece
la richiesta e' l'adeguamento della legislazione britannica a quella dei paesi piu' "bike friendly" (belgio, olanda, danimarca) dove in caso di incidente tra auto e bici la colpa sta dalla parte dell'auto, finche' non viene dimostrato il contrario.
(l'equivalente dell'italico detto "il pedone ha sempre ragione", che pero' qui stranamente vale solo per il pedone, e solo nella cultura popolare visto che il CdS dice altro...).
che sia sincera o meno la presa di parola di cavendish, io nel dubbio preferisco sostenerlo. e ringraziarlo.
http://www.thetimes.co.uk/tto/public/cy ... 451896.ece
la richiesta e' l'adeguamento della legislazione britannica a quella dei paesi piu' "bike friendly" (belgio, olanda, danimarca) dove in caso di incidente tra auto e bici la colpa sta dalla parte dell'auto, finche' non viene dimostrato il contrario.
(l'equivalente dell'italico detto "il pedone ha sempre ragione", che pero' qui stranamente vale solo per il pedone, e solo nella cultura popolare visto che il CdS dice altro...).
che sia sincera o meno la presa di parola di cavendish, io nel dubbio preferisco sostenerlo. e ringraziarlo.
"Il male trionfa sempre, perche' il bene e' stupido" [Lord Casco]
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- Laura Grazioli
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Re: Mark Cavendish ... ed i soldi
In realtà caro Alfi se fossi stato presente alla conferenza del Salvaiciclisti prima della Sanremo avresti potuto chiedere direttamente al giornalista del Times che ha fatto partire tutta la campagna. I ciclisti britannici si sono mobilitati subito, tutti e han fatto bene! SALVAICICLISTI! Sempre!
Un uomo comincerà a comportarsi in maniera ragionevole solo quando avrà esaurito ogni altra possibile soluzione
Re: Mark Cavendish ... ed i soldi
Sempre e comunque!Laura Grazioli ha scritto:In realtà caro Alfi se fossi stato presente alla conferenza del Salvaiciclisti prima della Sanremo avresti potuto chiedere direttamente al giornalista del Times che ha fatto partire tutta la campagna. I ciclisti britannici si sono mobilitati subito, tutti e han fatto bene! SALVAICICLISTI! Sempre!
Piuttosto, scherzi a parte e perdonami/temi (Laura&Cauz) il dubbio nazionalistico, a vostro avviso i ciclisti italiani sono stati tiepidi o menefreghisti sull'argomento?
A furia di essere accusati di viaggiare in ... Ferrari ...
Ps. Volevo essere cauztico con Cauz
- Laura Grazioli
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Re: Mark Cavendish ... ed i soldi
Sono semplicemente come gli italiani, refrattari ad ogni tipo di campagna sociale, non sono né più né meno di come sono i loro coetanei extraciclistici. Si lamentano se le macchine li investono ma più di così non fanno.
Un uomo comincerà a comportarsi in maniera ragionevole solo quando avrà esaurito ogni altra possibile soluzione
Re: Mark Cavendish ... ed i soldi
in realta' in tanti si sono detti interessati e hanno rilanciato la campagna su twitter.alfiso ha scritto: Piuttosto, scherzi a parte e perdonami/temi (Laura&Cauz) il dubbio nazionalistico, a vostro avviso i ciclisti italiani sono stati tiepidi o menefreghisti sull'argomento?
dopodiche' non si sono spinti in la' piu' di tanto, a parte pozzato (a proposito di chi viaggia in ferrari), che invece ha rilanciato la campagna abbastanza spesso.
e' anche vero che in UK c'e' il supporto di un megafono enorme come il times, qua si parla di tanti blogger e qualche sito "di settore" ma nulla piu'... oltretutto la scarsa popolarita' dei corridori italiani in questo momento non aiuta. al di fuori dei giorni del giro, te lo devi un giornale tipo il corriere della sera uscire oggi con un'intervista, chesso', a scarponi?
certo, il comportamento molto ambiguo della gazzetta ha giocato un ruolo non marginale in cotanto silenzio.
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Re: Mark Cavendish ... ed i soldi
tranne chi va tutti i giorni a parlare nelle scuole, ovviamenteLaura Grazioli ha scritto:Sono semplicemente come gli italiani, refrattari ad ogni tipo di campagna sociale, non sono né più né meno di come sono i loro coetanei extraciclistici. Si lamentano se le macchine li investono ma più di così non fanno.
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Re: Mark Cavendish
Una domanda per chi 'se ne intende'. Premetto che parlo di ciclisti che praticano a livello agonistico, non necessariamente professionisti, ma nemmeno 'pedalatori della domenica' (o del lunedì, se preferite).cauz. ha scritto:togliendo i soli soldi dal titolo (antipatico) di questo thread... mi trovo un'altra volta a fare i complimenti a cavendish, che ci mette la faccia su un argomento
la richiesta e' l'adeguamento della legislazione britannica a quella dei paesi piu' "bike friendly" (belgio, olanda, danimarca) dove in caso di incidente tra auto e bici la colpa sta dalla parte dell'auto, finche' non viene dimostrato il contrario.
(l'equivalente dell'italico detto "il pedone ha sempre ragione", che pero' qui stranamente vale solo per il pedone, e solo nella cultura popolare visto che il CdS dice altro...).
In gara, in discesa, si utilizza tutto il manto stradale. Chi più, chi meno, in gruppo riescono tutti a fare le discese a velocità elevata 'tagliando' le curve. Questa abilità in allenamento la si acquisisce pedalando su una sola carreggiata? O in discesa i ciclisti che si allenano tendono a tagliare le curve come in gara?
Insomma, quello che chiedo (non a scopo polemico, ovviamente) è: esiste una responsabilità tangibile dei ciclisti negli incidenti stradali che li coinvolgono (non sto parlando, naturalmente, della sbandata o dello scivolone)? O effettivamente nella grande maggioranza dei casi la colpa sta dall'altra parte?
Re: Mark Cavendish
Non so se me ne intenda, ma dico la mia.Huck Finn ha scritto:Una domanda per chi 'se ne intende'. Premetto che parlo di ciclisti che praticano a livello agonistico, non necessariamente professionisti, ma nemmeno 'pedalatori della domenica' (o del lunedì, se preferite).
In gara, in discesa, si utilizza tutto il manto stradale. Chi più, chi meno, in gruppo riescono tutti a fare le discese a velocità elevata 'tagliando' le curve. Questa abilità in allenamento la si acquisisce pedalando su una sola carreggiata? O in discesa i ciclisti che si allenano tendono a tagliare le curve come in gara?
Insomma, quello che chiedo (non a scopo polemico, ovviamente) è: esiste una responsabilità tangibile dei ciclisti negli incidenti stradali che li coinvolgono (non sto parlando, naturalmente, della sbandata o dello scivolone)? O effettivamente nella grande maggioranza dei casi la colpa sta dall'altra parte?
Secondo me c'è da fare una distinzione tra coloro che chiami 'ciclisti che praticano a livello agonistico'.
Chi ha corso in bici fin da piccolo (il ciclismo è uno sport che fin da giovanissimo, o comunque da esordiente, lo si pratica sulle strade aperte) - chi insomma è stato 'educato' a convivere con le macchine e quindi con il pericolo quotidiano di lasciarci le penne - ha una abilità molto maggiore e nella grande maggioranza dei casi percepisce quali siano le situazioni rischiose e il limite fin cui può spingersi rispetto a chi, seppur praticando oggi a livello agonistico, ha iniziato tardi o cmq non di primo pelo.
Mi spiego. Stando a ruota di un agonista o cmq ex-agonista, un profano, un amatore o comunque uno che ha iniziato tardi potrebbe esser portato a considerare alcuni suoi comportamenti come sconsiderati o rischiosi (ed effettivamente lo sono). Tuttavia, chi ha maggiore esperienza sa quando tagliare, si rende conto quando si possa invadere l'altra corsia solamente gettando lo sguardo per una frazione di secondo oltre la curva (insomma, tutto il contrario di Euge alla ricognizione della Kobram); quando la conformazione della strada/viabilità potrebbe produrre pericoli; quando una macchina che sopraggiunge sta per passare troppo vicino, solo percependola con la coda dell'occhio o captando un rumorino diverso dal solito (aoh, manco Mandrake ... ma non sto scherzando!), ecc. Insomma, prende in considerazione pericoli (per lui) che potrebbero verificarsi nonostante il pieno rispetto del codice sia da parte sua che dell'automobilista. Ovviamente tutto questo avviane a livello di habits, a livello di comportamento routinizzato e quindi quasi inconscio (altrimenti ci sarebbe da diventare matti!)
Questo può essere dettato dal fatto che da piccoli,sulla strada, qualche volta si cade, e le lezioni si imparano più in fretta e meglio. Inoltre, le corse, sebbene avvengano in strade chiuse al traffico, sono un esercizio unico dove poter sviluppare un'abilità 'darwiniana' nello stare in piedi ed 'avvertire' i pericoli, proprio perché il 99% delle volte cadi per 'colpe' altrui e quindi, se vuoi portare a casa la pellaccia, devi saper prevenire o cogliere i pericoli al volo.
Chi ha iniziato tardi, sebbene possa fare uscite quotidiane e andar davvero forte, non ha questo bagaglio. E' stato educato alla strada attraverso il codice stradale pensato e centrato sull'automobilista/motociclista (magari a 18 anni quando si è già formati). Tuttavia, come detto prima, il pieno rispetto del codice non dispensa il ciclista dai rischi. Inoltre, le 'lezioni' sia dagli allenamenti sia dalle corse non possono essere apprese come quando si è ragazzini (per motivi biologici, soprattutto).
Ciò spiega perché il professionista o cmq l'ex agonista che ha passato praticamente la vita in bici è raramente coinvolto in incidenti stradali e/o cade molto ma molto meno rispetto all'amatore (anche super allenato), sebbene i suoi comportamenti siano, per un occhio 'esterno' infinitamente' più rischiosi. Toccandomi le palle a 4 mani, sulle strade sono un pirata ma cado molto raramente. Invece andando con alcuni amatori, (anche 'forti') sebbene viaggino in massima sicurezza, ogni 5 uscite c'è uno che finisce per terra o rimane coinvolto in qualche incidente: perché? perché non sanno andare in bicicletta! (scusate, non l'ho trattenuta ma sono un ragazzino sincero ) e perché non sanno da dove possano arrivare i pericoli più subdoli.
Su quest'ultimo punto, faccio un piccolo esempio che rende l'idea: all'inizio dei miei allenamenti c'è un rettilineo in salita, alla cui fine la strada si biforca in 2 parti: proseguendo sulla corsia principale, la strada curva a sinistra, mentre quella secondaria prosegue diritta. L'aspetto strano è che il grosso delle macchine passa sulla stradina secondaria (quella che prosegue la traiettoria del rettilineo) perché è una scorciatoia verso la superstrada.
Ora,io devo proseguire sulla corsia principale (quella che curva a sx), quindi non sono portato assolutamente a segnalare alle macchine dietro che proseguo sulla strada principale (anche se lo faccio). L'altro giorno facevo questa strada quando da dietro sopraggiungono due macchine. Quella davanti mi raggiunge in prossimità della curva, e prosegue anch’essa verso la mia direzione (strda principale che porta a sx). Tuttavia, quella dietro non mi poteva vedere poiché ero 'nascosto' dalla prima macchina che la precedeva. Puntualmente infatti la II macchina è sfrecciata diritto.
Morale: vedendo due macchine arrivare e avvicinandomi a quel tratto ho pensato, probabilmente inconsciamente: vuoi vedere che adesso la seconda macchina va dritto? (ossia: mi centra in pieno perché non mi può vedere procedere sulla strada principale, verso sx, poiché nascosto dalla prima) Quindi ho rallentato un secondo e come da copione la II macchina mi è sfrecciata di fianco. Se avessi mantenuto la stessa velocità mi avrebbe preso in pieno. E in quel caso, di chi era la colpa? probabilmente sua. Ma questo non ha importanza, perché nel frattempo mi avrebbe ridotto a mo' di frittella. Fine della parabola
Ps: quando sento qualche prof (non mi ricordo chi, l’ultimo l’anno scorso a Montecarlo…quindi ben gli sta ) che finisce contro la portiera aperta inavvertitamente da qualche automobilista, la prima cosa che penso è che la colpa sia sua (del ciclista)! La responsabilità è formalmente dell’automobilista, naturalmente, ma intanto chi finisce all’ospedale è il corridore…che doveva quindi stare più attento: quando un uomo con la macchina incontra un uomo con la bicicletta, quello con la bicicletta è un uomo morto.
ah, per rimanere in 3d: anche Cavendish è pulito.
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Re: Mark Cavendish
una settimana dopo wiggo, pure cavendish e' stato investito. questa volta in toscana.
http://www.cyclingnews.com/news/cavendi ... n-with-car
fortunatamente niente di grave, a quanto pare.
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Re: Mark Cavendish ... ed i soldi
pare che cavendish stia programmando una trasferta ad empoli...
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Re: Mark Cavendish ... ed i soldi
cauz. ha scritto:pare che cavendish stia programmando una trasferta ad empoli...
Se il tuo modo di lavorare è questo qui, compragli un casco a Sgarbozza e fallo fare a lui il Giro, perché io non lo faccio più (P.S.)
'Idea del Forum' per me non vuol dire assolutamente niente. (H.F.)
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Re: Mark Cavendish ... ed i soldi
Non so se sia un cacciatore, ma se sì, la cosa non mi stupirebbe, anzi.
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
Re: Mark Cavendish ... ed i soldi
no, sono immagini tratte dal ritiro dell'omega pharma.lemond ha scritto:Non so se sia un cacciatore, ma se sì, la cosa non mi stupirebbe, anzi.
ormai va di moda mostrare immagini dai ritiri che sembrano ispirate al mitico film "come e' dura l'avventura".
http://www.cyclingnews.com/news/gallery ... ining-camp
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