La crisi del ciclismo italiano

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
CicloSprint
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Dal "Corriere dello Sport-Stadio" del 02 agosto 2022

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Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Copiare il modello sloveno???????
E che modello sarebbe???

C è da lavorare sulla base , sulle corse ecc (tutte cose che non ha la slovenia)


gampenpass
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Winter ha scritto: venerdì 8 luglio 2022, 12:59
Bike65 ha scritto: venerdì 8 luglio 2022, 7:21 Ci sono corse più lunghe si chiamano randonné. Ma davvero pensate che con le preparazioni attuali le esigenze di percorso sicurezza e spettacolo abbia senso fare un tappone da 280 km con 6000 mt dislivello? Praticamente i primi 20 km cicloturistici, i successivi di trasferimento e poi forse sulla penultima salita succede qualcosa, forse. Allora 40 anni fa si lamentavano perché mancavano le strade bianche e non partivano con la pila in bocca?
Ma quali randonne'
I tapponi normali che c erano nel ciclismo
L ultimo mi pare sia stato quello del rifugio gardeccia al giro 2011..
229 km 6000 di dislivello
Piancavallo
Forcella cibiana
Giau
Marmolada
E l arrivo finale
Tempo del vincitore 7 ore e 27..
Media Oraria 30 kmh e rotti
La tappa fu bellissima (e non so mai stato fan di contador)
Guarda le facce all arrivo
Il vero ciclismo
Per curiosità mi sono calcolato la lunghezza media delle tappe del Tour dall'inizio dell'era Merckx (fine anni '60) ad oggi.
I Tour degli anni '60/'70 erano ultra-massacranti, un'infinità di semitappe, a volte anche 3 nello stesso giorno, un chilometraggio complessivo esagerato, spesso oltre i 4000 km, anche se almeno inizialmente le cronometro erano molto brevi; poi c'è stato un improvviso picco dei km a crono a partire dal primo Tour di Hinault (chissà come mai :diavoletto: ), con cose folli, tipo una cronosquadre di 153 km :crazy: , oppure un altro anno due cronosquadre da 90 km l'una (!); quindi, finita l'era di Hinault si è tornati gradualmente alla normalità.
Tuttavia, all'inizio degli anni '90, un nuovo picco di km a cronometro ha aperto l'era Indurain (per la gioia di Chiappucci :D) e un ritorno a chilometraggi decisamente impegnativi ha caratterizzato i Tour di quell'epoca, con le tappe in linea che misuravano in media oltre 200 km e spesso superavano i 250 km.
Poi, con gli scandali legati al doping, si è pensato bene di ridurre i km complessivi e il numero di tappe, ma le crono sono rimaste decisamente il fiore all'occhiello degli organizzatori anche nell'era Armstrong, considerando che ai tempi non mancava mai una bella cronosquadre da 65/70 km, una crono piatta di 50/60 km e un'altra mossa di lunghezza simile.
Infine l'era Prudhomme, caratterizzata da un completo stravolgimento della corsa, l'abolizione quasi completa delle cronometro e dei tapponi di montagna, e percorsi sempre più uniformi (e a volte banali).
Nell'arco degli ultimi 30 anni le tappe in linea si sono accorciate mediamente di 30 km e le crono sono diventate una rarità, così come, purtroppo, i tapponi alpini e pirenaici da 6/7 ore che tanto ci appassionavano. :gluglu:

Il Giro d'Italia, invece, sembra essere rimasto più costante nel tempo e i chilometraggi sono sì calati ma con più gradualità, anche se proprio negli ultimi 2-3 anni qualcosa è cambiato anche qua, quest'anno la tappa più lunga era di appena 204 km.
Speriamo che Vegni riproponga dei percorsi più vicini a quelli tradizionali, anche perché altrimenti le corse a tappe tendono a uniformarsi sempre di più, percorsi brevi, poche tappe a cronometro, pochi tapponi di montagna, poche volate, insomma poco di tutto, una dieta per gli appassionati che onestamente non capisco a cosa serva.
Forse piace a chi vuole seguire la diretta integrale, ma non si possono snaturare le corse per qualche fanatico che sta incollato tutto il giorno davanti allo schermo (e poi voglio sapere qual è l'audience delle prime ore di corsa).
E visto che abbiamo Ganna mettiamogliela qualche cronometro, non dico come ai tempi di Moser e Saronni, ma un paio di crono da 40/50 km ci stanno tutte! Poi un bel tappone da 230/240 km sulle Dolomiti e un altro sulle Alpi piemontesi o sugli Appennini.


Primo86
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Winter ha scritto: mercoledì 3 agosto 2022, 15:13 Copiare il modello sloveno???????
E che modello sarebbe???

C è da lavorare sulla base , sulle corse ecc (tutte cose che non ha la slovenia)
Almeno avesse detto il modello danese.....
È che i ragazzi italiani non capiscono l'importanza della gavetta, del duro lavoro al mercato del pesce come tappa necessaria sulla lunga strada che conduce alla gloria.
Mi sarebbe piaciuto leggere anche questo, chissà perché non l'hanno scritto.

A parte queste esilaranti considerazioni, noto che il caro vecchio Democassani non si smentisce mai.


Salvatore77
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Sta cosa dei giovani italiani eccetera per suona un po' come un luogo comune.


1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
Fragonard

Re: La crisi del ciclismo italiano

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Lo metto qui: purtroppo quest'anno il Trofeo Matteotti salta di nuovo.

https://www.ilcentro.it/pescara/trofeo- ... -1.2960295


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Leonardo Civitella
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Fragonard ha scritto: mercoledì 3 agosto 2022, 20:42 Lo metto qui: purtroppo quest'anno il Trofeo Matteotti salta di nuovo.

https://www.ilcentro.it/pescara/trofeo- ... -1.2960295
Vi sono stato lo scorso anno e direi quasi sia meglio così. Sul rettilineo finale fino a 2' dall'arrivo eravamo in 2, io e un signore anziano di Montesilvano giunto in bici e soprattutto presente in ogni edizione dal 1945. Ci facemmo una bella chiacchierata, mi duole solamente per lui.

Se la gente non risponde e se gli sponsor latitano è quasi inutile continuare in certi gineprai nocivi per chiunque organizzi.
Salvatore77 ha scritto: mercoledì 3 agosto 2022, 20:36 Sta cosa dei giovani italiani eccetera per suona un po' come un luogo comune.
Il problema è che di rado si centra il focus: ovvero i costi. L'incidenza fra i giovani che passano di figli di industriali o imprenditori è assolutamente superiore a qualsiasi "media nazionale". Il ciclismo è uno sport pericoloso e purtroppo sempre più d'élite.


FC2019: Tro Bro Leon-Tour of the Alps
FC2020: Campionato Europeo in linea 🇪🇺 -Obiettivo Zero Punti Tour
FC2023: Obiettivo Zero Punti Giro
Guglielmo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Primo86 ha scritto: mercoledì 3 agosto 2022, 16:56
Winter ha scritto: mercoledì 3 agosto 2022, 15:13 Copiare il modello sloveno???????
E che modello sarebbe???

C è da lavorare sulla base , sulle corse ecc (tutte cose che non ha la slovenia)
Almeno avesse detto il modello danese.....
È che i ragazzi italiani non capiscono l'importanza della gavetta, del duro lavoro al mercato del pesce come tappa necessaria sulla lunga strada che conduce alla gloria.
Mi sarebbe piaciuto leggere anche questo, chissà perché non l'hanno scritto.

A parte queste esilaranti considerazioni, noto che il caro vecchio Democassani non si smentisce mai.
Che avrebbe detto di male democassani?


Fragonard

Re: La crisi del ciclismo italiano

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Leonardo Civitella ha scritto: mercoledì 3 agosto 2022, 21:22
Fragonard ha scritto: mercoledì 3 agosto 2022, 20:42 Lo metto qui: purtroppo quest'anno il Trofeo Matteotti salta di nuovo.

https://www.ilcentro.it/pescara/trofeo- ... -1.2960295
Vi sono stato lo scorso anno e direi quasi sia meglio così. Sul rettilineo finale fino a 2' dall'arrivo eravamo in 2, io e un signore anziano di Montesilvano giunto in bici e soprattutto presente in ogni edizione dal 1945. Ci facemmo una bella chiacchierata, mi duole solamente per lui.

Se la gente non risponde e se gli sponsor latitano è quasi inutile continuare in certi gineprai nocivi per chiunque organizzi.
Beh oddio, per me che non abito molto lontano da lì e che, tolte eventuali tappe di Tirreno-Adriatico o Giro d'Italia non ho praticamente altre occasioni di vedere i professionisti gareggiare da queste parti, meno male anche no :D :D

Praticamente ci vado ogni anno ed ero presente anche lo scorso anno. Purtroppo anche a livello organizzativo da un certo punto in avanti ci sono stati troppi tira e molla, un po' come succedeva a Roma per il Liberazione.

Comunque ti posso dire che quest'anno sono rimasto molto colpito in negativo da Riccione, dove mi sono recato per vedere la prima tappa e la partenza della seconda tappa della Coppi&Bartali: quel giorno all'arrivo c'era davvero ben poca gente e in generale avevo trovato un ambiente un po' di messo (ok che era inizio settimana ma giuro che il primo giorno non trovai una piadineria aperta). Poi oh, io sono stato benissimo ma mi sarei aspettato di trovare una cittadina un po' più viva, sebbene non fossimo in stagione turistica.


Primo86
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Guglielmo ha scritto: mercoledì 3 agosto 2022, 21:28
Primo86 ha scritto: mercoledì 3 agosto 2022, 16:56
Winter ha scritto: mercoledì 3 agosto 2022, 15:13 Copiare il modello sloveno???????
E che modello sarebbe???

C è da lavorare sulla base , sulle corse ecc (tutte cose che non ha la slovenia)
Almeno avesse detto il modello danese.....
È che i ragazzi italiani non capiscono l'importanza della gavetta, del duro lavoro al mercato del pesce come tappa necessaria sulla lunga strada che conduce alla gloria.
Mi sarebbe piaciuto leggere anche questo, chissà perché non l'hanno scritto.

A parte queste esilaranti considerazioni, noto che il caro vecchio Democassani non si smentisce mai.
Che avrebbe detto di male democassani?
Di male? Nulla.
Cassani dice sempre un sacco di cose che piacciono alla gente.


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sceriffo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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CicloSprint ha scritto: martedì 2 agosto 2022, 15:17 Dal "Corriere dello Sport-Stadio" del 02 agosto 2022

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Come è possibile che nel 2000, tra World Tour e Professional c'erano 15 squadre italiane,se il World Tour è nato nel 2011 come proseguimento del Pro Tour la cui prima edizione risale al 2005?


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nemecsek.
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Winter ha scritto: mercoledì 3 agosto 2022, 15:13 Copiare il modello sloveno???????
E che modello sarebbe???
Gli oratori.
Un saluto da Nuova Yorke.


PIU' MANGANELLI

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gampenpass
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Guglielmo ha scritto: mercoledì 3 agosto 2022, 21:28
Primo86 ha scritto: mercoledì 3 agosto 2022, 16:56
Winter ha scritto: mercoledì 3 agosto 2022, 15:13 Copiare il modello sloveno???????
E che modello sarebbe???

C è da lavorare sulla base , sulle corse ecc (tutte cose che non ha la slovenia)
Almeno avesse detto il modello danese.....
È che i ragazzi italiani non capiscono l'importanza della gavetta, del duro lavoro al mercato del pesce come tappa necessaria sulla lunga strada che conduce alla gloria.
Mi sarebbe piaciuto leggere anche questo, chissà perché non l'hanno scritto.

A parte queste esilaranti considerazioni, noto che il caro vecchio Democassani non si smentisce mai.
Che avrebbe detto di male democassani?
Cioè Cassani il democristiano? :diavoletto:
Anche per me è diventato un po' cerchiobottista, si è calato bene nel ruolo di presidente delle APT.


bartoli
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Leonardo Civitella ha scritto: mercoledì 3 agosto 2022, 21:22
Fragonard ha scritto: mercoledì 3 agosto 2022, 20:42 Lo metto qui: purtroppo quest'anno il Trofeo Matteotti salta di nuovo.

https://www.ilcentro.it/pescara/trofeo- ... -1.2960295
Vi sono stato lo scorso anno e direi quasi sia meglio così. Sul rettilineo finale fino a 2' dall'arrivo eravamo in 2, io e un signore anziano di Montesilvano giunto in bici e soprattutto presente in ogni edizione dal 1945. Ci facemmo una bella chiacchierata, mi duole solamente per lui.

Se la gente non risponde e se gli sponsor latitano è quasi inutile continuare in certi gineprai nocivi per chiunque organizzi.
Salvatore77 ha scritto: mercoledì 3 agosto 2022, 20:36 Sta cosa dei giovani italiani eccetera per suona un po' come un luogo comune.
Il problema è che di rado si centra il focus: ovvero i costi. L'incidenza fra i giovani che passano di figli di industriali o imprenditori è assolutamente superiore a qualsiasi "media nazionale". Il ciclismo è uno sport pericoloso e purtroppo sempre più d'élite.
Vabbè ma sulla salita di Montesilvano c'era tanta gente e i soliti banchetti di arrosticini non mancavano. Una delle corse più divertenti dell'anno


Soffrire, cadere, rialzarsi, vincere. Questo è il vocabolario del ciclismo e della vita
gampenpass
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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:angry:
sceriffo ha scritto: mercoledì 3 agosto 2022, 23:59
CicloSprint ha scritto: martedì 2 agosto 2022, 15:17 Dal "Corriere dello Sport-Stadio" del 02 agosto 2022

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Come è possibile che nel 2000, tra World Tour e Professional c'erano 15 squadre italiane,se il World Tour è nato nel 2011 come proseguimento del Pro Tour la cui prima edizione risale al 2005?
All'epoca c'era la suddivisione in GS1 e GS2 (poi vennero aggiunti anche i GS3), ma gli organizzatori avevano poche restrizioni e potevano invitare chi volevano con molti meno vincoli di oggi.
In quel momento fra i GS1 e GS2 avevamo tante squadre:
Mapei, Lampre, Saeco, Fassa Bortolo, Polti, Mercatone Uno, Alessio-Ballan, Liquigas-Pata, Amica Chips-Tacconi, Vini Caldirola, Mobilvetta, Cantina Tollo, Ceramiche Panaria, Selle Italia (forse affiliata in Colombia) e Alexia sono già 15.
L'anno prima c'era anche la Riso Scotti dove ha esordito Ivan Basso.
Ma sicuramente ne ho dimenticata qualcuna.


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Primo86 ha scritto: mercoledì 3 agosto 2022, 16:56
Winter ha scritto: mercoledì 3 agosto 2022, 15:13 Copiare il modello sloveno???????
E che modello sarebbe???

C è da lavorare sulla base , sulle corse ecc (tutte cose che non ha la slovenia)
Almeno avesse detto il modello danese.....
È che i ragazzi italiani non capiscono l'importanza della gavetta, del duro lavoro al mercato del pesce come tappa necessaria sulla lunga strada che conduce alla gloria.
Mi sarebbe piaciuto leggere anche questo, chissà perché non l'hanno scritto.

A parte queste esilaranti considerazioni, noto che il caro vecchio Democassani non si smentisce mai.
Già
Ma almeno la Danimarca come tesserati ha qualche numero in più della Slovenia
Ma anni luce da noi
Idem come gare squadre ecc


CicloSprint
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Al Giro d'Italia tra gli anni '90 e 2000 c'erano ben 13 team italiani.


Fragonard

Re: La crisi del ciclismo italiano

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bartoli ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 0:57 i soliti banchetti di arrosticini non mancavano.
Tu si che hai capito tutto :D :D :D :cincin: :cincin:


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Re: La crisi del ciclismo italiano

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CicloSprint ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 13:23 Al Giro d'Italia tra gli anni '90 e 2000 c'erano ben 13 team italiani.
A quei tempi c'erano Giri con 120/130 italiani al via.
E al Tour nel 1996 c'erano 9 squadre italiane e 62 corridori italiani al via.
Proprio altri tempi, in crisi erano gli altri.


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Re: La crisi del ciclismo italiano

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gampenpass ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 15:08
CicloSprint ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 13:23 Al Giro d'Italia tra gli anni '90 e 2000 c'erano ben 13 team italiani.
A quei tempi c'erano Giri con 120/130 italiani al via.
E al Tour nel 1996 c'erano 9 squadre italiane e 62 corridori italiani al via.
Proprio altri tempi, in crisi erano gli altri.
Poi venne strangolato Pantani e siamo arrivati dove siamo.


Von Rock ? Nein, danke.
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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nino58 ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 20:57
gampenpass ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 15:08
CicloSprint ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 13:23 Al Giro d'Italia tra gli anni '90 e 2000 c'erano ben 13 team italiani.
A quei tempi c'erano Giri con 120/130 italiani al via.
E al Tour nel 1996 c'erano 9 squadre italiane e 62 corridori italiani al via.
Proprio altri tempi, in crisi erano gli altri.
Poi venne strangolato Pantani e siamo arrivati dove siamo.
Un saluto da Nuova Yorke.


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Re: La crisi del ciclismo italiano

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nino58 ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 20:57
gampenpass ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 15:08
CicloSprint ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 13:23 Al Giro d'Italia tra gli anni '90 e 2000 c'erano ben 13 team italiani.
A quei tempi c'erano Giri con 120/130 italiani al via.
E al Tour nel 1996 c'erano 9 squadre italiane e 62 corridori italiani al via.
Proprio altri tempi, in crisi erano gli altri.
Poi venne strangolato Pantani e siamo arrivati dove siamo.
Quello sicuramente ha inciso a livello di immagine, ma è il sistema Pro Tour che ci ha rovinato.
Pensa che fino a prima dell'introduzione del PT nel 2005, invitavano mediamente 5 squadre e circa 30 corridori italiani al Tour e altrettanti alla Vuelta, vincevamo almeno 3 o 4 grandi classiche all'anno dell'allora Coppa del Mondo, dalla Sanremo al Lombardia, addirittura un anno (mi sembra nel 2002) i primi 5 dell'ordine di arrivo della Liegi erano tutti italiani. Poi, finita l'era di Bartoli, Bettini, Cunego e Di Luca, per le classiche ci siamo accontentati di qualche vittoria di Nibali. O al massimo di qualche outsider come Gasparotto, Paolini, Bettiol e recentemente Colbrelli.
Intanto le squadre italiane, dopo l'addio della Liquigas e della Lampre, sono definitivamente scomparse.
Ma già pochi anni dopo che era stato introdotto il PT il numero di squadre e corridori italiani era calato drasticamente.
Poi anche la gestione della federazione nell'era Di Rocco non è stata certo entusiasmante, a livello giovanile in quei 15 anni è stato fatto poco o nulla. E i risultati si vedono.


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Re: La crisi del ciclismo italiano

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gampenpass ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 22:56 Poi anche la gestione della federazione nell'era Di Rocco non è stata certo entusiasmante, a livello giovanile in quei 15 anni è stato fatto poco o nulla. E i risultati si vedono.
Il grosso problema
Adesso bisogna ricostruire i danni..
Sperando che non sia tardi
Adesso si parla di mancanza di gare a tappe ecc


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Re: La crisi del ciclismo italiano

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nemecsek. ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 21:59
nino58 ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 20:57
gampenpass ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 15:08
A quei tempi c'erano Giri con 120/130 italiani al via.
E al Tour nel 1996 c'erano 9 squadre italiane e 62 corridori italiani al via.
Proprio altri tempi, in crisi erano gli altri.
Poi venne strangolato Pantani e siamo arrivati dove siamo.
Un saluto da Nuova Yorke.
E pure da sta bella fava.


Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Il problema del ciclismo italiano è un problema più generalizzato per lo sport italiano, tranne qualche eccezione fatichiamo a tirar fuori talenti...


Giro 2017: tappe 3 e 18
Giro 2018: tappa 17
Vuelta 2017: tappa 11
Tour de Yorkshire 2018
Tour2020: tappe 3 e 11
Tour2020: Classifica Generale
Tour2022: tappa 18
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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albopaxo ha scritto: venerdì 5 agosto 2022, 10:15 Il problema del ciclismo italiano è un problema più generalizzato per lo sport italiano, tranne qualche eccezione fatichiamo a tirar fuori talenti...
A me non sembra. Nell'atletica le rassegne giovanili sono solitamente migliori di quelle degli assoluti; il nuoto è in salute, lo sci, soprattutto quello femminile, è in salute; il tennis pure abbiamo cavalli di razza, soprattutto al maschile.


Ecuadoriani - Nizzolo - Alaphilippe - Pidcock - Barale - Ciabocco - Landa - Milan - Piccolo - Dainese
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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nemecsek. ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 21:59
nino58 ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 20:57
gampenpass ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 15:08
A quei tempi c'erano Giri con 120/130 italiani al via.
E al Tour nel 1996 c'erano 9 squadre italiane e 62 corridori italiani al via.
Proprio altri tempi, in crisi erano gli altri.
Poi venne strangolato Pantani e siamo arrivati dove siamo.
Un saluto da Nuova Yorke.
Sei dallo zio Johnny con Uganda?
Certo che non ci sono più i proletari di una volta, adesso tutti a Niuiorc :whip:


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Re: La crisi del ciclismo italiano

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StipemdioXTutti ha scritto: venerdì 5 agosto 2022, 10:29
albopaxo ha scritto: venerdì 5 agosto 2022, 10:15 Il problema del ciclismo italiano è un problema più generalizzato per lo sport italiano, tranne qualche eccezione fatichiamo a tirar fuori talenti...
A me non sembra. Nell'atletica le rassegne giovanili sono solitamente migliori di quelle degli assoluti; il nuoto è in salute, lo sci, soprattutto quello femminile, è in salute; il tennis pure abbiamo cavalli di razza, soprattutto al maschile.
a parte lo sci, gli altri sport sono facilmente praticabili e richiedono relativamente poco tempo (non mi riferisco agli sportivi di professione).
Un'uscita in bici richiede minimo minimo due ore, senza contare poi che qualcosa va via nella preparazione, una partita di tennis è molto più circoscritta come impegno e anche più facilmente pianificabile. Il nuoto idem.

In più il ciclismo è uno sport molto faticoso se paragonato al tennis o allo sci (alpino).
Conosco gente che muore per fare un km in salita ma non ha problemi a farsi una pista anche lunghetta o una partitella di tennis di 1h.

Con queste premesse è normale che il ciclismo non abbia così tanti praticanti.


Theakston
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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gampenpass ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 22:56
nino58 ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 20:57
gampenpass ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 15:08
A quei tempi c'erano Giri con 120/130 italiani al via.
E al Tour nel 1996 c'erano 9 squadre italiane e 62 corridori italiani al via.
Proprio altri tempi, in crisi erano gli altri.
Poi venne strangolato Pantani e siamo arrivati dove siamo.
Quello sicuramente ha inciso a livello di immagine, ma è il sistema Pro Tour che ci ha rovinato.
Pensa che fino a prima dell'introduzione del PT nel 2005, invitavano mediamente 5 squadre e circa 30 corridori italiani al Tour e altrettanti alla Vuelta, vincevamo almeno 3 o 4 grandi classiche all'anno dell'allora Coppa del Mondo, dalla Sanremo al Lombardia, addirittura un anno (mi sembra nel 2002) i primi 5 dell'ordine di arrivo della Liegi erano tutti italiani. Poi, finita l'era di Bartoli, Bettini, Cunego e Di Luca, per le classiche ci siamo accontentati di qualche vittoria di Nibali. O al massimo di qualche outsider come Gasparotto, Paolini, Bettiol e recentemente Colbrelli.
Intanto le squadre italiane, dopo l'addio della Liquigas e della Lampre, sono definitivamente scomparse.
Ma già pochi anni dopo che era stato introdotto il PT il numero di squadre e corridori italiani era calato drasticamente.
Poi anche la gestione della federazione nell'era Di Rocco non è stata certo entusiasmante, a livello giovanile in quei 15 anni è stato fatto poco o nulla. E i risultati si vedono.
Condivido in pieno.
Sulla moria della squadre la combinazione letale è stata sistema Pro Tour + crisi economica


Bomby
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Theakston ha scritto: venerdì 5 agosto 2022, 11:09
gampenpass ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 22:56
nino58 ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 20:57

Poi venne strangolato Pantani e siamo arrivati dove siamo.
Quello sicuramente ha inciso a livello di immagine, ma è il sistema Pro Tour che ci ha rovinato.
Pensa che fino a prima dell'introduzione del PT nel 2005, invitavano mediamente 5 squadre e circa 30 corridori italiani al Tour e altrettanti alla Vuelta, vincevamo almeno 3 o 4 grandi classiche all'anno dell'allora Coppa del Mondo, dalla Sanremo al Lombardia, addirittura un anno (mi sembra nel 2002) i primi 5 dell'ordine di arrivo della Liegi erano tutti italiani. Poi, finita l'era di Bartoli, Bettini, Cunego e Di Luca, per le classiche ci siamo accontentati di qualche vittoria di Nibali. O al massimo di qualche outsider come Gasparotto, Paolini, Bettiol e recentemente Colbrelli.
Intanto le squadre italiane, dopo l'addio della Liquigas e della Lampre, sono definitivamente scomparse.
Ma già pochi anni dopo che era stato introdotto il PT il numero di squadre e corridori italiani era calato drasticamente.
Poi anche la gestione della federazione nell'era Di Rocco non è stata certo entusiasmante, a livello giovanile in quei 15 anni è stato fatto poco o nulla. E i risultati si vedono.
Condivido in pieno.
Sulla moria della squadre la combinazione letale è stata sistema Pro Tour + crisi economica
Non erano intervenuti anche dei cambiamenti nella gestione fiscale delle squadre? In sostanza, ai bei tempi le aziende potevano sostanzialmente imboscare il nero (e pulirlo) con le sponsorizzazioni sportive, ma poi a legge cambiata non c'è più stata la "convenienza" e quindi l'interesse degli sponsor è calato. Guarda caso anche la serie A ha iniziato a perdere colpi...


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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Theakston »

Bomby ha scritto: venerdì 5 agosto 2022, 16:57
Theakston ha scritto: venerdì 5 agosto 2022, 11:09
gampenpass ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 22:56
Quello sicuramente ha inciso a livello di immagine, ma è il sistema Pro Tour che ci ha rovinato.
Pensa che fino a prima dell'introduzione del PT nel 2005, invitavano mediamente 5 squadre e circa 30 corridori italiani al Tour e altrettanti alla Vuelta, vincevamo almeno 3 o 4 grandi classiche all'anno dell'allora Coppa del Mondo, dalla Sanremo al Lombardia, addirittura un anno (mi sembra nel 2002) i primi 5 dell'ordine di arrivo della Liegi erano tutti italiani. Poi, finita l'era di Bartoli, Bettini, Cunego e Di Luca, per le classiche ci siamo accontentati di qualche vittoria di Nibali. O al massimo di qualche outsider come Gasparotto, Paolini, Bettiol e recentemente Colbrelli.
Intanto le squadre italiane, dopo l'addio della Liquigas e della Lampre, sono definitivamente scomparse.
Ma già pochi anni dopo che era stato introdotto il PT il numero di squadre e corridori italiani era calato drasticamente.
Poi anche la gestione della federazione nell'era Di Rocco non è stata certo entusiasmante, a livello giovanile in quei 15 anni è stato fatto poco o nulla. E i risultati si vedono.
Condivido in pieno.
Sulla moria della squadre la combinazione letale è stata sistema Pro Tour + crisi economica
Non erano intervenuti anche dei cambiamenti nella gestione fiscale delle squadre? In sostanza, ai bei tempi le aziende potevano sostanzialmente imboscare il nero (e pulirlo) con le sponsorizzazioni sportive, ma poi a legge cambiata non c'è più stata la "convenienza" e quindi l'interesse degli sponsor è calato. Guarda caso anche la serie A ha iniziato a perdere colpi...
Quello però ha inciso su tutti gli sport. La prassi diffusa, anche a livelli minori era quella di fatturare sponsorizzazioni gonfiate da poter scaricare. Però non so quanto abbia pesato sul ciclismo professionistico...piuttosto è stato l'aumento dei costi portato dal Pro Tour insieme alla difficoltà delle aziende di medie dimensioni che erano il sostegno principale del ciclismo italiano.


Salvatore77
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Salvatore77 »

galliano ha scritto: venerdì 5 agosto 2022, 10:46 a parte lo sci, gli altri sport sono facilmente praticabili e richiedono relativamente poco tempo (non mi riferisco agli sportivi di professione).
Un'uscita in bici richiede minimo minimo due ore, senza contare poi che qualcosa va via nella preparazione, una partita di tennis è molto più circoscritta come impegno e anche più facilmente pianificabile. Il nuoto idem.

In più il ciclismo è uno sport molto faticoso se paragonato al tennis o allo sci (alpino).
Conosco gente che muore per fare un km in salita ma non ha problemi a farsi una pista anche lunghetta o una partitella di tennis di 1h.

Con queste premesse è normale che il ciclismo non abbia così tanti praticanti.
Quando parli di praticanti, se paragonati a quelli di alcuni altri sport sono di meno, però di gente che va in bici io ne percepisco parecchia, più di qualche anno fa, soprattutto le donne. Nel 2020 (credo col bonus) vendute 2 milioni di bici. Magari stanno tutte nei garage ferme :)

Questo certamente non accresce le possibilità di far nascere campioni. Non è automatico che più bici significa più possibilità di vincere.

Per me la base da cui partire è un numero elevato di praticanti in giovane età seguiti da professionisti che partecipano a gare ufficiali.
Tutto il resto ricade nella casualità. Alle favolette sui maratoneti africani che vanno a scuola a piedi non ho mai creduto. Ci vuole metodo.


1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

Bomby ha scritto: venerdì 5 agosto 2022, 16:57 Non erano intervenuti anche dei cambiamenti nella gestione fiscale delle squadre? In sostanza, ai bei tempi le aziende potevano sostanzialmente imboscare il nero (e pulirlo) con le sponsorizzazioni sportive, ma poi a legge cambiata non c'è più stata la "convenienza" e quindi l'interesse degli sponsor è calato. Guarda caso anche la serie A ha iniziato a perdere colpi...
Be ma le aziende italiane entravano nel ciclismo per farsi conoscere
Ed aumentare i propri numeri
Si poteva investire delle cifre ragionevoli
Adesso per la più scarsa del wt si parla di oltre 10 ml..

Gli unjci sponsor che han usato il ciclismo come le nostre squadre anni 80..90 son bora , alpecin e quick step
Il resto son aziende grandissime , statali o mecenati


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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Salvatore77 ha scritto: venerdì 5 agosto 2022, 19:19
galliano ha scritto: venerdì 5 agosto 2022, 10:46 a parte lo sci, gli altri sport sono facilmente praticabili e richiedono relativamente poco tempo (non mi riferisco agli sportivi di professione).
Un'uscita in bici richiede minimo minimo due ore, senza contare poi che qualcosa va via nella preparazione, una partita di tennis è molto più circoscritta come impegno e anche più facilmente pianificabile. Il nuoto idem.

In più il ciclismo è uno sport molto faticoso se paragonato al tennis o allo sci (alpino).
Conosco gente che muore per fare un km in salita ma non ha problemi a farsi una pista anche lunghetta o una partitella di tennis di 1h.

Con queste premesse è normale che il ciclismo non abbia così tanti praticanti.
Quando parli di praticanti, se paragonati a quelli di alcuni altri sport sono di meno, però di gente che va in bici io ne percepisco parecchia, più di qualche anno fa, soprattutto le donne. Nel 2020 (credo col bonus) vendute 2 milioni di bici. Magari stanno tutte nei garage ferme :)

Questo certamente non accresce le possibilità di far nascere campioni. Non è automatico che più bici significa più possibilità di vincere.

Per me la base da cui partire è un numero elevato di praticanti in giovane età seguiti da professionisti che partecipano a gare ufficiali.
Tutto il resto ricade nella casualità. Alle favolette sui maratoneti africani che vanno a scuola a piedi non ho mai creduto. Ci vuole metodo.
Ma basta solo andare in giro per qualche strada in zona pedecollinare il sabato o la domenica: amatori a frotte.


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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da nemecsek. »

Theakston ha scritto: venerdì 5 agosto 2022, 11:09
Condivido in pieno.
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Prima del PT vs dopo PT


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Claudio84
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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galliano ha scritto: venerdì 5 agosto 2022, 10:46
StipemdioXTutti ha scritto: venerdì 5 agosto 2022, 10:29
albopaxo ha scritto: venerdì 5 agosto 2022, 10:15 Il problema del ciclismo italiano è un problema più generalizzato per lo sport italiano, tranne qualche eccezione fatichiamo a tirar fuori talenti...
A me non sembra. Nell'atletica le rassegne giovanili sono solitamente migliori di quelle degli assoluti; il nuoto è in salute, lo sci, soprattutto quello femminile, è in salute; il tennis pure abbiamo cavalli di razza, soprattutto al maschile.
a parte lo sci, gli altri sport sono facilmente praticabili e richiedono relativamente poco tempo (non mi riferisco agli sportivi di professione).
Un'uscita in bici richiede minimo minimo due ore, senza contare poi che qualcosa va via nella preparazione, una partita di tennis è molto più circoscritta come impegno e anche più facilmente pianificabile. Il nuoto idem.

In più il ciclismo è uno sport molto faticoso se paragonato al tennis o allo sci (alpino).
Conosco gente che muore per fare un km in salita ma non ha problemi a farsi una pista anche lunghetta o una partitella di tennis di 1h.

Con queste premesse è normale che il ciclismo non abbia così tanti praticanti.
Non conosco come sia strutturato il ciclismo agonistico, ma sul discorso della pratica sono del tutto d'accordo con Galliano. 1) il ciclismo è uno sport di fatica e di fondo: c'è a chi piace, ma non è come fare una partita a calcio. 2) detto in estrema sintesi, proprio per questi motivi la pratica occasionale del ciclismo è quanto di più lontano rispetto al clismo agonistico di quanto non lo sia il torneo di calcio all'oratorio rispetto alla Serie A.
Le bici comprate con il bonus servono, giustamente, per andare a passeggio, oppure sono elettriche, oppure sono da corsa per quelli di mezza età. Mettiamoci dentro il doping, il cambio d'epoca, la questione sponsor e abbiamo già diverse cause.

Come dite voi, l'unica soluzione per allargare il bacino dei futuri prof., a meno della nascita di un nuovo Pantani, sarebbe allargare la base dei praticanti fin da piccoli. Però - visto che il ciclismo non è più attrattivo di altre cose - bisognerebbe farlo passare come una forma di salute pubblica, come negli anni '80 - '90 era il nuoto. Ci andavi perché ti faceva bene, non necessariamente perché ti piacesse - almeno così era per me ;)


Joannes Muller
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Joannes Muller »

Claudio84 ha scritto: sabato 6 agosto 2022, 2:35
Come dite voi, l'unica soluzione per allargare il bacino dei futuri prof., a meno della nascita di un nuovo Pantani, sarebbe allargare la base dei praticanti fin da piccoli. Però - visto che il ciclismo non è più attrattivo di altre cose - bisognerebbe farlo passare come una forma di salute pubblica, come negli anni '80 - '90 era il nuoto. Ci andavi perché ti faceva bene, non necessariamente perché ti piacesse - almeno così era per me ;)
bisognerebbe anche investire su piste ciclabili. Andare in bici è diventato troppo pericoloso...


Abruzzese: Pensa che su queste pagine girava un tale che considerava Nibali una pippa solo perché non aveva vinto il Giro di Polonia
Abruzzese-Fragonard: Io ero a bordo strada nella tappa di Città Sant'Angelo e quel Froome lì, per quanto buon corridore, in salita veniva regolarmente bastonato da Pirazzi.
Claudio84
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Claudio84 »

Joannes Muller ha scritto: martedì 9 agosto 2022, 15:05
Claudio84 ha scritto: sabato 6 agosto 2022, 2:35
Come dite voi, l'unica soluzione per allargare il bacino dei futuri prof., a meno della nascita di un nuovo Pantani, sarebbe allargare la base dei praticanti fin da piccoli. Però - visto che il ciclismo non è più attrattivo di altre cose - bisognerebbe farlo passare come una forma di salute pubblica, come negli anni '80 - '90 era il nuoto. Ci andavi perché ti faceva bene, non necessariamente perché ti piacesse - almeno così era per me ;)
bisognerebbe anche investire su piste ciclabili. Andare in bici è diventato troppo pericoloso...
Vero, ma bisogna prendere atto che in quasi tutte le occasioni non c'è fisicamente e spazio per la pista ciclabile, a meno di non restringere la carreggiata. Io vado sempre in bici in città (e pure in auto), meno spesso fuori città, e sulle provinciali secondo me è molto più pericoloso.
L' unica strada - di lungo periodo - è una vera educazione stradale, sia per automobilisti che per ciclisti. Io ho fatto scuola guida a inizio anni 2000, e l'attenzione alle bici non mi ricordo di sse un tema.
Cmq mi sa che sulla sicurezza sono andato OT rispetto al thread. ;)


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

Cqranking è un sito simile a procyclingstats.com o a firstcycling.com
Ogni gara ha un punteggio ecc
Fa anche una classifica per nazioni
Prende il punteggio dei primi 10 corridori delle varie nazioni
E fa un classifica
Lo fa dal 1999..
L Italia per i primi anni è stata prima
Poi spesso prima e qualche volta seconda
Fino ad arrivare 4 l anno scorso

Se si prende la classifica con i risultati 2022 è nona :(

https://cqranking.com/men/asp/gen/cqRan ... a&bestof=1

Nessun italiano è nei primi 30 al mondo
Il primo è Rota 31esimo

Firstcycling.com da caruso 30esimo


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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da nino58 »

Winter ha scritto: giovedì 11 agosto 2022, 21:05 Cqranking è un sito simile a procyclingstats.com o a firstcycling.com
Ogni gara ha un punteggio ecc
Fa anche una classifica per nazioni
Prende il punteggio dei primi 10 corridori delle varie nazioni
E fa un classifica
Lo fa dal 1999..
L Italia per i primi anni è stata prima
Poi spesso prima e qualche volta seconda
Fino ad arrivare 4 l anno scorso

Se si prende la classifica con i risultati 2022 è nona :(

https://cqranking.com/men/asp/gen/cqRan ... a&bestof=1

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Abbiamo fatto trenta, facciamo trentuno.


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Maìno della Spinetta
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

Claudio84 ha scritto: martedì 9 agosto 2022, 16:08
Joannes Muller ha scritto: martedì 9 agosto 2022, 15:05
Claudio84 ha scritto: sabato 6 agosto 2022, 2:35
Come dite voi, l'unica soluzione per allargare il bacino dei futuri prof., a meno della nascita di un nuovo Pantani, sarebbe allargare la base dei praticanti fin da piccoli. Però - visto che il ciclismo non è più attrattivo di altre cose - bisognerebbe farlo passare come una forma di salute pubblica, come negli anni '80 - '90 era il nuoto. Ci andavi perché ti faceva bene, non necessariamente perché ti piacesse - almeno così era per me ;)
bisognerebbe anche investire su piste ciclabili. Andare in bici è diventato troppo pericoloso...
Vero, ma bisogna prendere atto che in quasi tutte le occasioni non c'è fisicamente e spazio per la pista ciclabile, a meno di non restringere la carreggiata. Io vado sempre in bici in città (e pure in auto), meno spesso fuori città, e sulle provinciali secondo me è molto più pericoloso.
L' unica strada - di lungo periodo - è una vera educazione stradale, sia per automobilisti che per ciclisti. Io ho fatto scuola guida a inizio anni 2000, e l'attenzione alle bici non mi ricordo di sse un tema.
Cmq mi sa che sulla sicurezza sono andato OT rispetto al thread. ;)
No, è centrato - tra sicurezza, doping, e anoressia, quale padre vorrebbe mettere in sella il proprio figlio? Dal doping anni 90 ai polpacci di Froome, usciamo da brutti anni e brutti esempi


“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
Gimbatbu
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Gimbatbu »

Winter ha scritto: giovedì 11 agosto 2022, 21:05 Cqranking è un sito simile a procyclingstats.com o a firstcycling.com
Ogni gara ha un punteggio ecc
Fa anche una classifica per nazioni
Prende il punteggio dei primi 10 corridori delle varie nazioni
E fa un classifica
Lo fa dal 1999..
L Italia per i primi anni è stata prima
Poi spesso prima e qualche volta seconda
Fino ad arrivare 4 l anno scorso

Se si prende la classifica con i risultati 2022 è nona :(

https://cqranking.com/men/asp/gen/cqRan ... a&bestof=1

Nessun italiano è nei primi 30 al mondo
Il primo è Rota 31esimo

Firstcycling.com da caruso 30esimo
Che poi l' anno scorso più che l' Italia è arrivato quarto Colbrelli. Quest' anno che non c'è...


Cthulhu
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Cthulhu »

L'unica competizione vinta tra WT e corse pro è il GP industria di Ulissi. L'unico podio WT è il secondo posto di Colbrelli all' Omloop.
A livello WT solo 8 vittorie di tappa, 5 al Giro - che come sempre salva il bilancio - 2 crono di Ganna e la tappa di Bagioli al Catalogna.
Siamo ottavi nella classifica UCI e dei migliori 8 in classifica solo 3 hanno meno di 33 anni, Masnada, Rota e Covi.
Messi male siam messi male...
Nonostante questo continuiamo ad avere più corridori di tutti e anche di parecchio
https://www.procyclingstats.com/statist ... ive-riders
E' come con il calcio: stiamo con le toppe al culo ma abbiamo anche 100 club professionistici contro 92 inglesi, 56 tedeschi, 40 spagnoli e francesi.
Forse se si concentrassero le risorse invece di disperderle sarebbe meglio.


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

Cthulhu ha scritto: sabato 13 agosto 2022, 15:55
https://www.procyclingstats.com/statist ... ive-riders
D accordo con te , più per il calcio
Questa sul ciclismo è una statistica falsa
Drogata dai continental
Che di pro non hanno nulla da noi
Tanti prenderanno rimborsi spesa da 500 euro mensili
D altronde per fare una continental in regola
Con stipendi e contributi
Costa oltre il ml..
Non duecentomila euro


Cthulhu
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Cthulhu »

Winter ha scritto: domenica 14 agosto 2022, 18:15
Cthulhu ha scritto: sabato 13 agosto 2022, 15:55
https://www.procyclingstats.com/statist ... ive-riders
D accordo con te , più per il calcio
Questa sul ciclismo è una statistica falsa
Drogata dai continental
Che di pro non hanno nulla da noi
Tanti prenderanno rimborsi spesa da 500 euro mensili
D altronde per fare una continental in regola
Con stipendi e contributi
Costa oltre il ml..
Non duecentomila euro
Verissimo, ma comunque è un'anomalia.
Perché solo noi abbiamo 14 continental e illudiamo qualche centinaio di ragazzi di potere avere un futuro da professionista ?
Capisco che è difficile nel paese di Sior Todero brontolon ( "Son paron dei fioi, e son paron dela nezza, e dela dota, e dela casa, e de tutto quelo che voggio mi" )fare sistema, ma qui si sprecano i pochi soldi messi nel ciclismo.
Comunque molte squadre di calcio " professionistiche" italiane non sono tanto meglio delle continental.


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

Lo so..
Tornando al ciclismo, la precedente gestione federale e il suo staff dicevano..che il futuro erano le continental
Erano indispensabili
Le han fatte..
Con i budget di quando erano dilettanti :diavoletto:


nurseryman
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da nurseryman »

Winter ha scritto: domenica 14 agosto 2022, 18:54 Lo so..
Tornando al ciclismo, la precedente gestione federale e il suo staff dicevano..che il futuro erano le continental
Erano indispensabili
Le han fatte..
Con i budget di quando erano dilettanti :diavoletto:
oggi mi sono visto per la prima volta in diretta la firenze viareggio
l'ingresso di una nuova società nell'organizzazione si è visto
e la diretta trlrvisiva è sicuramente un valore aggiunto per gli sponsor
per la cronaca ha vinto a sorpresa spinelli in volata ristretta su colombo e faresin
il rilancio del ciclismo in Italia passa inevitabilmente anche dalla promozione e dalla copertura televisiva degli eventi più importanti


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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da CicloSprint »

Bomby ha scritto: venerdì 5 agosto 2022, 16:57
Theakston ha scritto: venerdì 5 agosto 2022, 11:09
gampenpass ha scritto: giovedì 4 agosto 2022, 22:56
Quello sicuramente ha inciso a livello di immagine, ma è il sistema Pro Tour che ci ha rovinato.
Pensa che fino a prima dell'introduzione del PT nel 2005, invitavano mediamente 5 squadre e circa 30 corridori italiani al Tour e altrettanti alla Vuelta, vincevamo almeno 3 o 4 grandi classiche all'anno dell'allora Coppa del Mondo, dalla Sanremo al Lombardia, addirittura un anno (mi sembra nel 2002) i primi 5 dell'ordine di arrivo della Liegi erano tutti italiani. Poi, finita l'era di Bartoli, Bettini, Cunego e Di Luca, per le classiche ci siamo accontentati di qualche vittoria di Nibali. O al massimo di qualche outsider come Gasparotto, Paolini, Bettiol e recentemente Colbrelli.
Intanto le squadre italiane, dopo l'addio della Liquigas e della Lampre, sono definitivamente scomparse.
Ma già pochi anni dopo che era stato introdotto il PT il numero di squadre e corridori italiani era calato drasticamente.
Poi anche la gestione della federazione nell'era Di Rocco non è stata certo entusiasmante, a livello giovanile in quei 15 anni è stato fatto poco o nulla. E i risultati si vedono.
Condivido in pieno
Sulla moria della squadre la combinazione letale è stata sistema Pro Tour + crisi economica
Non erano intervenuti anche dei cambiamenti nella gestione fiscale delle squadre? In sostanza, ai bei tempi le aziende potevano sostanzialmente imboscare il nero (e pulirlo) con le sponsorizzazioni sportive, ma poi a legge cambiata non c'è più stata la "convenienza" e quindi l'interesse degli sponsor è calato. Guarda caso anche la serie A ha iniziato a perdere colpi...

Allora Zomegnan aveva ragione, se ci fosse stato ancora lui alla direzione del Giro, chissà quanta Italia c'era nel ciclismo ?


Salvatore77
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Salvatore77 »

Un solo italiano nei 10 alla Tre Valli. Secondo me è il peggior risultato di sempre.


1° Tour de France 2018
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da nino58 »

Salvatore77 ha scritto: martedì 4 ottobre 2022, 20:22 Un solo italiano nei 10 alla Tre Valli. Secondo me è il peggior risultato di sempre.
Un giovincello, tra l'altro.


Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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