La crisi del ciclismo italiano

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
Stasis
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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rododendro ha scritto: lunedì 11 aprile 2022, 11:58
ciclistapazzo ha scritto: lunedì 11 aprile 2022, 11:54 A me inquieta il livello delle nostre professional, specie la Bardiani, da anni disastrosa. Ieri il migliore Fiorelli 92simo a 11 min, gli altri ritirati.
Credo paghino il fatto che oggi le Pro-Tour spazzolino quasi tutto lo spazzolabile anche a livello di giovani, mettiamoci poi alcune corazzate Professional e la coperta diventa corta....purtroppo per la primavera (e non solo) il nostro uomo era Sonny....Trentin, Bettiol e Moscon problemi fisici anche loro.....
La Bardiani è un discorso a parte. Non è vero che non riescono a pescare dei buoni under, è che tutti quelli che passano con loro poi vanno pianissimo.

Guaradate Luca Colnaghi quest'anno che non finisce una corsa, guardate Albanese che si sta riprendendo solo ora, Carboni bruciato, Lonardi desaparecido, Rota che con loro andava pianissimo, Covili e Romano passati con buone prospettive mai visti neanche in fuga nelle 2.1 italiane. E mi dispiace, ma credo che il discorso si ripeterà anche con Zana terzo al Tour de l'Avenir che se la giocava in salita con Carlos Rodriguez e Johannessen e guardate cosa fanno questi due oggi, mentre Zana non finisce l'Amstel.

Il problema credo siano metodi di preparazione che andavano bene negli anni 2000, oggi sono deleteri.
Io noto tutti corridori piccoli fisicamente, poco potenti, atleti poco strutturati in generale. Vogliono il corridore magro per andare forte in salita e hanno invece atleti poco "forti" in generale che patiscono ritmi elevati.

Non c'è n'è uno che riesca a non prendere 10-15 secondi al km a crono tanto per dire (lo so che c'entrano molto i materiali e la preparazione specifica, ma è anche un buon indice di poca gente che sa "spingere" vento in faccia)


nikybo85
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Stasis ha scritto: lunedì 11 aprile 2022, 12:55
rododendro ha scritto: lunedì 11 aprile 2022, 11:58
ciclistapazzo ha scritto: lunedì 11 aprile 2022, 11:54 A me inquieta il livello delle nostre professional, specie la Bardiani, da anni disastrosa. Ieri il migliore Fiorelli 92simo a 11 min, gli altri ritirati.
Credo paghino il fatto che oggi le Pro-Tour spazzolino quasi tutto lo spazzolabile anche a livello di giovani, mettiamoci poi alcune corazzate Professional e la coperta diventa corta....purtroppo per la primavera (e non solo) il nostro uomo era Sonny....Trentin, Bettiol e Moscon problemi fisici anche loro.....
La Bardiani è un discorso a parte. Non è vero che non riescono a pescare dei buoni under, è che tutti quelli che passano con loro poi vanno pianissimo.

Guaradate Luca Colnaghi quest'anno che non finisce una corsa, guardate Albanese che si sta riprendendo solo ora, Carboni bruciato, Lonardi desaparecido, Rota che con loro andava pianissimo, Covili e Romano passati con buone prospettive mai visti neanche in fuga nelle 2.1 italiane. E mi dispiace, ma credo che il discorso si ripeterà anche con Zana terzo al Tour de l'Avenir che se la giocava in salita con Carlos Rodriguez e Johannessen e guardate cosa fanno questi due oggi, mentre Zana non finisce l'Amstel.

Il problema credo siano metodi di preparazione che andavano bene negli anni 2000, oggi sono deleteri.
Io noto tutti corridori piccoli fisicamente, poco potenti, atleti poco strutturati in generale. Vogliono il corridore magro per andare forte in salita e hanno invece atleti poco "forti" in generale che patiscono ritmi elevati.

Non c'è n'è uno che riesca a non prendere 10-15 secondi al km a crono tanto per dire (lo so che c'entrano molto i materiali e la preparazione specifica, ma è anche un buon indice di poca gente che sa "spingere" vento in faccia)
Quoto


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Stasis ha scritto: lunedì 11 aprile 2022, 12:55 Il problema credo siano metodi di preparazione che andavano bene negli anni 2000, oggi sono deleteri.
Io noto tutti corridori piccoli fisicamente, poco potenti, atleti poco strutturati in generale. Vogliono il corridore magro per andare forte in salita e hanno invece atleti poco "forti" in generale che patiscono ritmi elevati.

Non c'è n'è uno che riesca a non prendere 10-15 secondi al km a crono tanto per dire (lo so che c'entrano molto i materiali e la preparazione specifica, ma è anche un buon indice di poca gente che sa "spingere" vento in faccia)
Quali sono i metodi innovativi di preparazione che usano le altre squadre?


stakia
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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E come si spiega la differenza ormai palese di prestazioni tra gli uomini e le donne italiane? Non ho fatto un'analisi statistica dei palmares donne degli ultimi anni, ma mi sembra palese che il ciclismo femminile italiano sia decisamente più in salute di quello maschile. Ci sono di certo delle avversarie monstre (equivalenti ai Van Aert, Pogacar, Van der Poel) ma le nostre spesso e volentieri fanno la parte delle leonesse.


Stasis
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Winter ha scritto: lunedì 11 aprile 2022, 13:17
Stasis ha scritto: lunedì 11 aprile 2022, 12:55 Il problema credo siano metodi di preparazione che andavano bene negli anni 2000, oggi sono deleteri.
Io noto tutti corridori piccoli fisicamente, poco potenti, atleti poco strutturati in generale. Vogliono il corridore magro per andare forte in salita e hanno invece atleti poco "forti" in generale che patiscono ritmi elevati.

Non c'è n'è uno che riesca a non prendere 10-15 secondi al km a crono tanto per dire (lo so che c'entrano molto i materiali e la preparazione specifica, ma è anche un buon indice di poca gente che sa "spingere" vento in faccia)
Quali sono i metodi innovativi di preparazione che usano le altre squadre?
Non lo so, chiedere ad Eolo Kometa e Androni che sicuramente lavorano meglio a parità di budget


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Pensavo parlassi delle squadre straniere
Non vedo grosse differenze tra le tre italiane..
https://firstcycling.com/m/ranking.php?d=12&y=2022

Drone hopper 528 punti
Bardiani 408 punti
Eolo 403 punti


Theakston
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Però è un interrogativo che sorge spontaneo...come è possibile che proprio non vanno? Cioè le nostre squadrette calate in ambito internazionale proprio non toccano palla! Negli anni 90 prendevi la Navigare e l'Amore e Vita e vincevano tappe alla Vuelta...
È solo questione di "preparazione" (sappiamo cosa voleva dire a quei tempi) o di globalizzazione? Insomma una squadra con giovani norvegesi e danesi si fa valere e le italiane fanno proprio fatica...boh non trovo una spiegazione


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

Una volta eravamo il top in quel campo :diavoletto:
Adesso probabilmente siamo arretrati
Se uno è forte lo è indipendentemente dalla squadre
Le nostre professional vanno tutte piano :(


rododendro
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Al momento non vanno al pari di squadre più titolate come Israel e Astana ma il problema c'è, soprattutto l'impressione che corridori di altri paesi maturino prima, io darei tempo al tempo, speriamo che Zana (lo metto come esempio) e gli altri alla fine vengano fuori, non andranno a cronometro ma proprio nella cronometro al momento siamo messi meglio come movimento, certo Savio pochi anni fa aveva Bernal in squadra , ora mi sembra più difficile....


Salvatore77
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Che le professional vanno piano è senz'altro una cosa negativa ma non il centro del problema. Forse riponiamo molta attenzione perché non abbiamo squadre nel ciclismo che conta? Però va detto pure che in varie squadre la matrice italiana nello staff è predominante e per anni il sistema Italia funzionava indirettamente molto bene. Per cui non so se adesso per le professional il problema sia il "metodo".
Una cosa che succede da più o meno 3 anni invece è che certe squadre vanno improvvisamente forte e altre improvvisamente piano (con corridori di varie nazioni quindi è un altro discorso).
All'interno delle squadre vanno proprio piano tutti o forte tutti.
Questo a noi non può succedere?


1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
nikybo85
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Però qualcuno ha fatto l'esempio di Zana, ma aspettiamo anche se al momento sta deludendo, ma l'esempio più eclatante è Rota, andato via dalla Bardiani è miglioratissimo. La Bardiani non lancia un giovane da quanti anni?


CicloSprint
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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E Filippo Baroncini della Trek ?


Theakston
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Theakston »

Appunto...la Bardiani nelle sue varie edizioni uno o due corridori buoni a stagione li lanciava, adesso sembra che vadano addirittura peggio che da under 23.
Io butto lì tre ipotesi, riferite in generale, non ad una squadra in modo specifico:
1) c'è una forte concorrenza delle squadre più forti che riescono presto a reclutare i migliori giovani, vedi gente di 18 anni già in orbita WT, e quelli che passano nelle nostre formazioni sono seconde o terze scelte
2) c'è una crisi di movimento, meno praticanti, squadre, corse e i risultati vengono di conseguenza
3) il movimento italiano era abituato troppo bene perché negli anni 90-2000 si faceva ricorso al doping su larga scala fin da categorie dilettantistiche, avevi gente senza grande talento che andava forte, oggi che non si può più fare o i metodi sono cambiati non sanno più come fare


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sceriffo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Facciamoci un'altra domanda: come mai i team nostrani vanno avanti così, da anni, senza essere in grado di coinvolgere grandi sponsor, aziende con interessi internazionali? Cosa c'è che non va? O va tutto bene?


Salvatore77
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Tour of the Alps italiani praticamente assenti. Non ci sono grossi nomi però oggi il migliore 31esimo a quasi 7 minuti.


1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Era inevitabile
Chissà dove son finiti quelli che scrivevano che non era vero..
Si pagano tanti errori della disastrosa precedente gestione federale
Però nessuno nei 30 è assurdo


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Slegar
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Slegar »

Non è un caso che, fra settore maschile e femminile, la gran parte dei risultati arrivino da chi fa, o ha fatto parte, della nazionale su pista. Qui sul forum stiamo qui a domandarci se Nibali, Pozzovivo o Ciccone (gli unici sulla carta) otterranno una top-10, ma al Giro donne la situazione rischia di essere ancora più drammatica.


fair play? No, Grazie!
Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Loro puntavano più sulle granfondo


Kanso
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Kanso »

Slegar ha scritto: martedì 19 aprile 2022, 20:24 Non è un caso che, fra settore maschile e femminile, la gran parte dei risultati arrivino da chi fa, o ha fatto parte, della nazionale su pista. Qui sul forum stiamo qui a domandarci se Nibali, Pozzovivo o Ciccone (gli unici sulla carta) otterranno una top-10, ma al Giro donne la situazione rischia di essere ancora più drammatica.
Direi che Marta Cavalli ha decisamente più possibilità di andare a podio rispetto ai 3 citati


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Walter_White
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Walter_White »

Kanso ha scritto: martedì 19 aprile 2022, 20:37
Slegar ha scritto: martedì 19 aprile 2022, 20:24 Non è un caso che, fra settore maschile e femminile, la gran parte dei risultati arrivino da chi fa, o ha fatto parte, della nazionale su pista. Qui sul forum stiamo qui a domandarci se Nibali, Pozzovivo o Ciccone (gli unici sulla carta) otterranno una top-10, ma al Giro donne la situazione rischia di essere ancora più drammatica.
Direi che Marta Cavalli ha decisamente più possibilità di andare a podio rispetto ai 3 citati
Considerano che tra le big probabilmente solo AVV sarà al via, quoto.


FCC 2019/20: rit.
FCC 2018/19: 1°; Superprestige; Gran Combinata
FCC 2017/18: 3°; Trofeo dei titoli; Campionato Europeo Donne Elite, Campionato del Mondo Donne Elite, ROTY
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Salvatore77 ha scritto: martedì 19 aprile 2022, 20:15 Tour of the Alps italiani praticamente assenti. Non ci sono grossi nomi però oggi il migliore 31esimo a quasi 7 minuti.
Zana totalmente involuto (si può dire? scusate), va sempre più piano ad ogni gara. Mi spiace dirlo, ma spero riesca ad andar via di corsa dalla Bardiani!


Bomby
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Walter_White ha scritto: martedì 19 aprile 2022, 20:53
Kanso ha scritto: martedì 19 aprile 2022, 20:37
Slegar ha scritto: martedì 19 aprile 2022, 20:24 Non è un caso che, fra settore maschile e femminile, la gran parte dei risultati arrivino da chi fa, o ha fatto parte, della nazionale su pista. Qui sul forum stiamo qui a domandarci se Nibali, Pozzovivo o Ciccone (gli unici sulla carta) otterranno una top-10, ma al Giro donne la situazione rischia di essere ancora più drammatica.
Direi che Marta Cavalli ha decisamente più possibilità di andare a podio rispetto ai 3 citati
Considerano che tra le big probabilmente solo AVV sarà al via, quoto.
Beh, almeno con le ragazze nelle classiche abbiamo fatto non una buona, ma una ottima figura, vincendo con 3 atlete diverse corse di primaria importanza. Tra gli uomini i problemi fisici, gli acciacchi e l'avanzare dell'età non hanno aiutato in una situazione comunque critica. L'astana dove militano alcuni dei nostri più validi sulle pietre è praticamente stata trasparente in tutte le corse sinora (la bronchite a inizio anno ha fatto danni ritardando la preparazione invernale), Colbrelli è fortunato ad essere ancora con noi, Trentin è stato fermo causa commozione cerebrale, la quickstep ha avuto una delle peggiori campagne del nord di sempre (e Ballerini ha forato nel momento peggiore alla Roubaix), gli unici sono gli ineos, ovvero Ganna, che mi pare che si sia ben comportato, ma ha avuto sfiga.
Poi per le corse a tappe siamo messi da panico e si sa. Sono qui a reggere il movimento Caruso e Nibali, Ciccone è un miracolo se arriva a fine giro, altri in grado di fare bene non li vedo, a meno di promesse ancora troppo giovani.


CicloSprint
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Che disastro....

Il primo italiano alla Roubaix 19° :lol: :lol: :lol:

Italiani "desparecido" nelle prime tappe del Tour of the Alps :lol: :lol: :lol:

E oggi c'è la Freccia Vallone, ci sarà il riscatto ?


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Alpe.di.Siusi
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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CicloSprint ha scritto: mercoledì 20 aprile 2022, 9:05 Che disastro....

Il primo italiano alla Roubaix 19° :lol: :lol: :lol:

Italiani "desparecido" nelle prime tappe del Tour of the Alps :lol: :lol: :lol:

E oggi c'è la Freccia Vallone, ci sarà il riscatto ?
Se qualcuno arrivasse nei 10 sarebbe quasi un miracolo :angelo:
Io dico primo Ulissi 12°, poi Caruso 18°, Pozzovivo 22° e V. Nibali 29°.


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Re: La crisi del ciclismo italiano

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FORTUNA LE DONNE ITALIANE VANNO FORTE.


stakia
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da stakia »

Io proporrei di modificare il titolo del 3d in "la crisi del ciclismo italiano maschile" perché vedendo il biennio 2021 2022 il confronto con l'altra metà del cielo è impietoso. E bisognerebbe che tra gli addetti ai lavori ci si ragioni per bene...


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Be qui si parla del ciclismo maschile...


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Slegar
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Slegar »

Kanso ha scritto: martedì 19 aprile 2022, 20:37
Slegar ha scritto: martedì 19 aprile 2022, 20:24 Non è un caso che, fra settore maschile e femminile, la gran parte dei risultati arrivino da chi fa, o ha fatto parte, della nazionale su pista. Qui sul forum stiamo qui a domandarci se Nibali, Pozzovivo o Ciccone (gli unici sulla carta) otterranno una top-10, ma al Giro donne la situazione rischia di essere ancora più drammatica.
Direi che Marta Cavalli ha decisamente più possibilità di andare a podio rispetto ai 3 citati
Vero, però nelle gare a tappe la coperta è comunque parecchio corta; ci sono Cavalli, Longo Borghini (quest'anno sarà la 12ª partecipazione) e Guderzo (che ha esordito al Giro un anno prima di Nibali), poi il resto è parecchio grigio. L'ultimo Giro femminile è stato vinto nel 2008 da Fabiana Luperini ed in questo periodo i ciclisti italiani l'hanno vinto 3+1 volte.


fair play? No, Grazie!
stakia
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da stakia »

Winter ha scritto: mercoledì 20 aprile 2022, 20:37 Be qui si parla del ciclismo maschile...
Appunto lo dico, io chiedo ad esempio a te (di cui leggo sempre con piacere i post) e ai molti qui presenti, davvero conoscitori profondi di questo sport: ricordo di aver letto molti commenti di "analisi delle cause" per questa crisi nelle pagine precedenti, anche di svariati anni fa. Cosa sta succedendo di diverso tra i 2 "sistemi" ciclistici nazionali negli ultimi anni? Intendo, qualcosa che possa spiegare almeno in parte la forbice di risultati tra i generi.


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Difficile risponderti
C è qualcosa che non quadra
Io mi aspettavo che nel lungo periodo saremmo andati male (principale responsabile di rocco e i suoi)
C è stata un emorragia di gare , squadre , corridori a livello giovanile
Ma non interessava
Si puntava alle gran fondo
Però così male no
È Inspiegabile
Non c è una gara dove siamo protagonisti
Ma nemmeno come comparse


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Leonardo Civitella
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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stakia ha scritto: mercoledì 20 aprile 2022, 21:27 Cosa sta succedendo di diverso tra i 2 "sistemi" ciclistici nazionali negli ultimi anni? Intendo, qualcosa che possa spiegare almeno in parte la forbice di risultati tra i generi.
Personalmente credo che la risposta sia in una commistione di due fattori, la casualità e le dimensioni dei movimenti internazionali. L'estensione planetaria del ciclismo femminile è talmente minore rispetto a quella maschile da poter consentire a movimenti nazionali dai numeri medi di dominare.
In poche parole il gruppo femminile è regolato dalle stesse dinamiche del ciclismo maschile dei nostri avi e di quello moderno (fino al 1980). Quello però era solamente un ciclismo eurocentrico, mentre il pedale rosa odierno è semplicemente ancora poco florido in quanto a numeri. Col passare degli anni i cicli nazionali tenderanno a scomparire o ad avere proporzioni minori.


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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Leonardo Civitella ha scritto: mercoledì 20 aprile 2022, 21:46
stakia ha scritto: mercoledì 20 aprile 2022, 21:27 Cosa sta succedendo di diverso tra i 2 "sistemi" ciclistici nazionali negli ultimi anni? Intendo, qualcosa che possa spiegare almeno in parte la forbice di risultati tra i generi.
Personalmente credo che la risposta sia in una commistione di due fattori, la casualità e le dimensioni dei movimenti internazionali. L'estensione planetaria del ciclismo femminile è talmente minore rispetto a quella maschile da poter consentire a movimenti nazionali dai numeri medi di dominare.
In poche parole il gruppo femminile è regolato dalle stesse dinamiche del ciclismo maschile dei nostri avi e di quello moderno (fino al 1980). Quello però era solamente un ciclismo eurocentrico, mentre il pedale rosa odierno è semplicemente ancora poco florido in quanto a numeri. Col passare degli anni i cicli nazionali tenderanno a scomparire o ad avere proporzioni minori.
D'accordo, però come dice Winter non siamo nemmeno delle buone comparse. Siamo l'unico movimento storico totalmente assente dagli ordini d'arrivo: tolte le crono, non competiamo negli altri fronti, né in classiche né per le tappe dei GT.
Se consideriamo che ad es. Francia e Spagna (più la prima in verità) hanno tanti buoni/ottimi corridori, per non parlare ovviamente del Belgio, e poi UK, Paesi bassi, Germania, Svizzera...etc etc possiamo notare che gli italiani sono decisamente una spanna sotto questo livello buono/ottimo.
E in aggiunta, su strada gli altri Paesi mettono in mostra subito nuovi talenti già felici protagonisti dopo le prime esperienze (es. Le ultime nuove leve UK). Perché noi no?


cycling_chrnicles
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Slegar ha scritto: mercoledì 20 aprile 2022, 20:37
Kanso ha scritto: martedì 19 aprile 2022, 20:37
Slegar ha scritto: martedì 19 aprile 2022, 20:24 Non è un caso che, fra settore maschile e femminile, la gran parte dei risultati arrivino da chi fa, o ha fatto parte, della nazionale su pista. Qui sul forum stiamo qui a domandarci se Nibali, Pozzovivo o Ciccone (gli unici sulla carta) otterranno una top-10, ma al Giro donne la situazione rischia di essere ancora più drammatica.
Direi che Marta Cavalli ha decisamente più possibilità di andare a podio rispetto ai 3 citati
Vero, però nelle gare a tappe la coperta è comunque parecchio corta; ci sono Cavalli, Longo Borghini (quest'anno sarà la 12ª partecipazione) e Guderzo (che ha esordito al Giro un anno prima di Nibali), poi il resto è parecchio grigio. L'ultimo Giro femminile è stato vinto nel 2008 da Fabiana Luperini ed in questo periodo i ciclisti italiani l'hanno vinto 3+1 volte.
Gaia Realini, classe 2001, l'anno scorso ha fatto undicesima al Giro Rosa piazzandosi al sesto posto a Prato Nevoso, al nono nella cronoscalata di Cascata del Toce e all'undicesimo sul Monte Matajur.


nikybo85
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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stakia ha scritto: mercoledì 20 aprile 2022, 20:19 Io proporrei di modificare il titolo del 3d in "la crisi del ciclismo italiano maschile" perché vedendo il biennio 2021 2022 il confronto con l'altra metà del cielo è impietoso. E bisognerebbe che tra gli addetti ai lavori ci si ragioni per bene...
:D :clap:


Bomby
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Winter ha scritto: mercoledì 20 aprile 2022, 21:42 Difficile risponderti
C è qualcosa che non quadra
Io mi aspettavo che nel lungo periodo saremmo andati male (principale responsabile di rocco e i suoi)
C è stata un emorragia di gare , squadre , corridori a livello giovanile
Ma non interessava
Si puntava alle gran fondo
Però così male no
È Inspiegabile
Non c è una gara dove siamo protagonisti
Ma nemmeno come comparse
Beh, insomma, il 2021 male male non era andato. È che quest'anno nessuno dei nostri sta rendendo a un livello decente.
Quanto alla crisi, i numeri di ragazzi sono impietosi (crollo delle nascite) e le percentuali di giovani che fanno sport sono allucinanti (mi ci metto anche io, ma non sono mai stato dotato, tant'è che ho la forma e il peso di un fittone, aka paracarro). È chiaro che se ci sono meno ragazzi (da principio, le nascite negli ultimi 10 anni si sono dimezzate) e molti di questi non fanno sport, è difficile intercettare qualche talento.
Sarebbe interesse di tutti invertire la tendenza, ma è troppo difficile: il popolo della famiglia ce l'ha con gay e chi divorzia e non con chi riduce i sostegni alle famiglie e il mondo dello sport va a prendere farfalle invece di attirare ragazzini.


herbie
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Bomby ha scritto: mercoledì 20 aprile 2022, 23:04
Sarebbe interesse di tutti invertire la tendenza, ma è troppo difficile: il popolo della famiglia ce l'ha con gay e chi divorzia e non con chi riduce i sostegni alle famiglie e il mondo dello sport va a prendere farfalle invece di attirare ragazzini.
è vero quello che scrivi, ma nello specifico, che c'entra il "popolo della famiglia" con la crisi del ciclismo italiano?
A proposito: crisi di atleti di vertice c'è da tempo, ma quest'anno sono tutti debolissimi e ammalati, e chissà perchè...
Ovviamente a tal proposito chi focalizza l'attenzione sulla deleteria strategia di puntare sulla esasperazione del ciclismo amatoriale per rimpinguare le casse dei produttori di bici che ormai vendono a 12000 euro a bici, obbligando a loro piacimento i clienti a scegliere determinate tecnologie da utilizzare, ha ragione da vendere.


stakia
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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herbie ha scritto: mercoledì 20 aprile 2022, 23:27 A proposito: crisi di atleti di vertice c'è da tempo, ma quest'anno sono tutti debolissimi e ammalati, e chissà perchè...
Non ho tenuto il conto di quanti ammalati/ritirati con brochiti/etc etc ci siano stati in questi 3 mesi di stagione, ma negli altri sport (sia endurance che non) non risulta ecatombe di atleti.
Per attenerci a questo primo scorcio di 2022, I tennisti italiani di vertice sono lì, nell'atletica leggera ancora recenti buone/ottime prestazioni. E le donne del ciclismo italiano non sono incappate negli anomali ritiri di febbraio/marzo...


Krisper
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Il 2021 dello sport italiano non è certo quello di in paese in crisi, se ci si ferma ai risultati.
La realtà è un'altra e lo sappiamo bene.

Mancano politiche giovanili e di stimolo all'attività fisica.
Queste politiche non si traducono necessariamente in campioni.

Prendiamo due esempi.
Slovenia che sforna campioni in più sport, un paese di 2100000 abitanti, dove ci sono politiche sportive scolastiche.
Islanda, che ha forse il programma più avanzato in Europa sulle politiche giovanili, 370000 abitanti, 4 atleti a Tokyo, zero medaglie.
Da noi è evidente un problema di sviluppo psicomotorio nelle giovani generazioni.

Dipende anche in cosa e come si investe nello sport.
Se l'obbiettivo è scovare il talento oppure diffondere la pratica sportiva per migliorare il livello di salute collettiva.
Non è automatico e facile farle entrambe, non impossibile comunque.

In Italia mancano entrambe le politiche!

Non sono gli amatori e le loro bici costose il problema, anzi la crescita dello sport amatoriale, tutti gli sport, è stato e sarà sempre un bene!
Così come sono un bene la crescita e gli investimenti dell'industria delle due ruote.

Per chi ha figli, conosce quanto sia problematica l'educazione fisica a scuola, quanto sia difficile "liberare" al gioco in cortile ed in strada i bambini, delle esaltazioni delle scuole calcio, etc, con costi spesso proibitivi.
La mancanza dello Stato!
Ma anche la mancanza dei cittadini italiani, con una cultura politica e sportiva, imho, di basso basso livello.
Ha ragione Bomby, si riempiono le piazze per opporsi ai matrimoni gay e non quando si tagliano i posti letto negli ospedali o per le scuole fatiscenti!

Basta qualche medaglia olimpica, una parata davanti al presidente della repubblica ed i problemi dello sport Italiano sono spariti. W il CONI e, come diceva una canzone, "al culo tutto il testo"!


La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
Bomby
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Quello dicevo: in Italia c'è un drammatico problema di denatalità. Rispetto a 20 anni fa il bacino di adolescenti da cui attingere per avviarli alla pratica sportiva si è ridotto a una pozzanghera. E nessuno se ne preoccupa, al limite propone mance per famiglie numerose. Ma se non hai un lavoro stabile, se gli stipendi sono ridicoli e il costo della vita aumenta, asili nido e scuole non vanno incontro alle esigenze di chi lavora (e nemmeno le aziende vanno incontro alle esigenze di chi ha figli o ne vuole fare), se i nonni devono andare a lavorare fino a tarda età (e questo ha un impatto anche sulle attività di volontariato), chi si può permettere di fare figli? Ormai hanno smesso di farli anche gli immigrati!

Se in questo paese non si risolvono i problemi sociali, il problema della denatalità rimane e di conseguenza anche i problemi dello sport ad alto livello, posto che anche lì non si sta facendo nulla con quel poco che si ha*. Non è berciando contro i matrimoni gay o l'aborto che risolvi il problema.

* anche i numeri dello sport tra le persone più mature sono comunque allarmanti.


ciclistapazzo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Bomby ha scritto: giovedì 21 aprile 2022, 8:32 Quello dicevo: in Italia c'è un drammatico problema di denatalità. Rispetto a 20 anni fa il bacino di adolescenti da cui attingere per avviarli alla pratica sportiva si è ridotto a una pozzanghera. E nessuno se ne preoccupa, al limite propone mance per famiglie numerose. Ma se non hai un lavoro stabile, se gli stipendi sono ridicoli e il costo della vita aumenta, asili nido e scuole non vanno incontro alle esigenze di chi lavora (e nemmeno le aziende vanno incontro alle esigenze di chi ha figli o ne vuole fare), se i nonni devono andare a lavorare fino a tarda età (e questo ha un impatto anche sulle attività di volontariato), chi si può permettere di fare figli? Ormai hanno smesso di farli anche gli immigrati!

Se in questo paese non si risolvono i problemi sociali, il problema della denatalità rimane e di conseguenza anche i problemi dello sport ad alto livello, posto che anche lì non si sta facendo nulla con quel poco che si ha*. Non è berciando contro i matrimoni gay o l'aborto che risolvi il problema.

* anche i numeri dello sport tra le persone più mature sono comunque allarmanti.
Il problema è in parte compensato dai flussi migratori che portano una popolazione giovane. Le scuole sono tenute in piedi dal fatto che le classi sono ricche di bambini e ragazzi di origine straniera di prima o seconda generazione. In certi sport già sono maggiormente integrati (vedi il calcio dove le scuole calcio sono pieni di figli di migranti), nel ciclismo sono ancora pochi. Uno dei neopro della Bardiani ha un cognome che sembra indicarlo figlio o discendente di migranti El Gouzi mi sembra, ma per il resto se ne vedono pochi anche nelle gare giovanili.


Tommeke92
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Krisper ha scritto: giovedì 21 aprile 2022, 7:42 Il 2021 dello sport italiano non è certo quello di in paese in crisi, se ci si ferma ai risultati.
La realtà è un'altra e lo sappiamo bene.

Mancano politiche giovanili e di stimolo all'attività fisica.
Queste politiche non si traducono necessariamente in campioni.

Prendiamo due esempi.
Slovenia che sforna campioni in più sport, un paese di 2100000 abitanti, dove ci sono politiche sportive scolastiche.
Islanda, che ha forse il programma più avanzato in Europa sulle politiche giovanili, 370000 abitanti, 4 atleti a Tokyo, zero medaglie.
Da noi è evidente un problema di sviluppo psicomotorio nelle giovani generazioni.

Dipende anche in cosa e come si investe nello sport.
Se l'obbiettivo è scovare il talento oppure diffondere la pratica sportiva per migliorare il livello di salute collettiva.
Non è automatico e facile farle entrambe, non impossibile comunque.

In Italia mancano entrambe le politiche!

Non sono gli amatori e le loro bici costose il problema, anzi la crescita dello sport amatoriale, tutti gli sport, è stato e sarà sempre un bene!
Così come sono un bene la crescita e gli investimenti dell'industria delle due ruote.

Per chi ha figli, conosce quanto sia problematica l'educazione fisica a scuola, quanto sia difficile "liberare" al gioco in cortile ed in strada i bambini, delle esaltazioni delle scuole calcio, etc, con costi spesso proibitivi.
La mancanza dello Stato!
Ma anche la mancanza dei cittadini italiani, con una cultura politica e sportiva, imho, di basso basso livello.
Ha ragione Bomby, si riempiono le piazze per opporsi ai matrimoni gay e non quando si tagliano i posti letto negli ospedali o per le scuole fatiscenti!

Basta qualche medaglia olimpica, una parata davanti al presidente della repubblica ed i problemi dello sport Italiano sono spariti. W il CONI e, come diceva una canzone, "al culo tutto il testo"!
:clap: :clap: :clap:
Con la citazione finale siamo dalle parti del capolavoro.


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Bomby ha scritto: mercoledì 20 aprile 2022, 23:04
Winter ha scritto: mercoledì 20 aprile 2022, 21:42 Difficile risponderti
C è qualcosa che non quadra
Io mi aspettavo che nel lungo periodo saremmo andati male (principale responsabile di rocco e i suoi)
C è stata un emorragia di gare , squadre , corridori a livello giovanile
Ma non interessava
Si puntava alle gran fondo
Però così male no
È Inspiegabile
Non c è una gara dove siamo protagonisti
Ma nemmeno come comparse
Beh, insomma, il 2021 male male non era andato. È che quest'anno nessuno dei nostri sta rendendo a un livello decente.
Quanto alla crisi, i numeri di ragazzi sono impietosi (crollo delle nascite) e le percentuali di giovani che fanno sport sono allucinanti (mi ci metto anche io, ma non sono mai stato dotato, tant'è che ho la forma e il peso di un fittone, aka paracarro). È chiaro che se ci sono meno ragazzi (da principio, le nascite negli ultimi 10 anni si sono dimezzate) e molti di questi non fanno sport, è difficile intercettare qualche talento.
Sarebbe interesse di tutti invertire la tendenza, ma è troppo difficile: il popolo della famiglia ce l'ha con gay e chi divorzia e non con chi riduce i sostegni alle famiglie e il mondo dello sport va a prendere farfalle invece di attirare ragazzini.
No le nascite negli ultimi 10 anni non si son dimezzate
Nel 2011 erano nati 546mila bambini
Nel 2021 ne son nati fi meno , ma non 273mila..ma 399mila

Però con la situazione attuale non c'entra nulla
Perché riguarda il futuro (che vedrà la chiusura di tante società sportive..perché non ci son più bambini)
Adesso devi guardare gli anni 90..la maggioranza dei corridori attuali..e confrontarla con gli anni 80
Classe 1984 quella di Nibali nati 597000
Classi tra il 1990 e il 2000 la media è intorno ai 540mila nati
Diminuzione si..ma del 10 per cento

Son d accordo su quello che hai scritto sulle famiglie
Ma a nessun partito interessano
Che sia di destra o di sinistra

Differenza tra Francia e Italia..
Nati
1975 Francia 745000 Italia 841000
1990 Francia 762000 Italia 580000
2000 Francia 774000 Italia 543000
2010 Francia 802000 Italia 561000
2021 Francia 698000 Italia 399000...


aleph
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Iscritto il: mercoledì 17 febbraio 2021, 22:24

Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da aleph »

Discorso lungo e complesso che, ovviamente, ha più di una possibile spiegazione. Aggiungo (probabilmente) un'ovvietà: la scarsa cultura automobilistica di questo paese nei confronti degli utenti deboli della strada. Sinceramente, da genitore, non invoglierei mai mio figlio/a a prendere la bicicletta per muoversi autonomamente: già per accompagnare mia figlia al nido sul seggiolino (circa 4 km) mi assale un certo grado d'ansia ogni mattina.
All'estero ho vissuto solamente in Germania dove, al contrario, si respira un'aria "diversa" nei confronti dei ciclisti; tuttavia, non mi pare stiano sfornando chissà quale generazione di campioni rispetto a noi: evidentemente il discorso non si esaurisce solamente a questo aspetto, né alla denatalità (che avrà effetti sul medio periodo e non spiega l'involuzione attuale).
Precedentemente, concordo con le argomentazioni di Krisper :clap: e le considerazioni portate avanti da Winter: è un momento veramente desolante per il "nostro" ciclismo :muro:


rododendro
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Iscritto il: martedì 4 agosto 2020, 15:35

Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da rododendro »

Discorso lungo e complesso, vero è che nel femminile abbiamo appena vinto Amstel Roubaix e Freccia Vallona, a crono oltre a Ganna abbiamo ottimi interpreti, ai mondiali in Belgio l'anno scorso abbiamo fatto razzia di medaglie, anche nel ciclocross stiamo facendo passi avanti, il bug è proprio nel professionismo su strada maschile, speravo fosse una questione di corsi e ricorsi alla Vico ma così non sembra al momento, pare che i nostri una volta approdati al professionismo non migliorino mentre oggi perfino l'emergente ciclismo scandinavo propone talenti in rampa di lancio....certo la base non sarà ampia però qualcosa non torna....


Kanso
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Iscritto il: sabato 25 giugno 2011, 17:09

Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Kanso »

Se il problema fosse la base allora saremmo invisibili anche nelle categorie giovanili e non mi sembra sia così, anzi


Stasis
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Iscritto il: mercoledì 28 marzo 2018, 19:35

Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Stasis »

Discorso lungo e complesso. I tanti problemi fisici di quest'anno hanno messo a nudo il malessere generale del movimento. Che é pero solamente un malessere del professionismo maschile elite su strada e secondo me ha come causa maggiore l'assenza di WT e la pochezza delle professional nostrane.

Le vecchie glorie sono tutte tramontate o sul viale del tramonto; la generazione successiva anche ha subito delle batoste non preventivabili a partire da Colbrelli, con le solite sfighe di un Trentin che era partito bene e di Bettiol in ripresa; Moscon Ballerini e Rota anche k.o.; Ciccone ok che non sarà un drago ma ha preso una bella bronchite anche lui; i giovani anche male Battistella brutta caduta, Covi in calando di condizione, Bagioli tanti problemi, Baroncini caduto male.

Vi ho fatto gli esempi di atleti potenzialmente di vertice che avrebbero potuto riempire top 10 e portare a casa qualche vittoria secondaria.

Il problema è che manca una classe media di corridori WT/professional con un percorso definito di crescita che siano in grado di sostenere il ricambio generazionale in atto e di mettersi in mostra attaccando e facendo esperienza. Tra le nostre professional solo la Eolo con Fortunato e Albanese sta lavorando in questa direzione, ma i mezzi sono limitati. La Drone Hopper anche lavora abbastanza bene per le risorse che ha, ma le pescate più interessanti sono sempre atleti extracomunitari.

Poi ci sono i Bardiani che hanno fatto partire Zana a tutta per racimolare un 11esimo posto in CG a febbraio e ora arriva con Nizzolo in gruppetto alle porte dell'obiettivo stagionale. Ennesimo capolavoro reverberi bros.


Salvatore77
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Salvatore77 »

Se non vado errato, la classifica a punti UCI per nazioni ci vedeva alla fine del 2021 dietro Belgio, Slovenia e Francia. Quarto posto.
In qualche maniera i nostri hanno raccolto molti punti e ovviamente vittorie di un certo peso, tendenzialmente nella seconda parte di stagione.
Magari succederà anche quest'anno. I presuposti sono differenti visto lo stop di Colbrelli e gli acciacchi già citati degli altri.

La crisi si appaleserà ancora più pesantemente quando i vecchietti si fermeranno, la speranza è che esplodano i giovani, però devono correre e non solo come gregari o nelle gare scarse.


1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
cycling_chrnicles
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da cycling_chrnicles »

Kanso ha scritto: giovedì 21 aprile 2022, 15:06 Se il problema fosse la base allora saremmo invisibili anche nelle categorie giovanili e non mi sembra sia così, anzi
Ni.

In Italia molti ragazzini fanno i professionisti già da allievi, spesso vanno forte perché sono più avanti nello sviluppo dei coetanei provenienti da altri paesi e, poi, arrivano ai pro già cotti.

Posto che l'anno scorso Ayuso da primo anno U23 è venuto in Italia e ha umiliato tutti e la stessa cosa sta capitando quest'anno con Grégoire.


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

rododendro ha scritto: giovedì 21 aprile 2022, 14:54 pare che i nostri una volta approdati al professionismo non migliorino mentre oggi perfino l'emergente ciclismo scandinavo propone talenti in rampa di lancio....certo la base non sarà ampia però qualcosa non torna....
La base resta la seconda al mondo dopo la francia..
Anche per me qualcosa non torna


cycling_chrnicles
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da cycling_chrnicles »

Winter ha scritto: giovedì 21 aprile 2022, 20:20
rododendro ha scritto: giovedì 21 aprile 2022, 14:54 pare che i nostri una volta approdati al professionismo non migliorino mentre oggi perfino l'emergente ciclismo scandinavo propone talenti in rampa di lancio....certo la base non sarà ampia però qualcosa non torna....
La base resta la seconda al mondo dopo la francia..
Anche per me qualcosa non torna
Io non capisco perché non si parli mai, ma mai mai mai, di chi dovrebbe seguire lo sviluppo di questi ragazzi.

I tecnici delle squadre giovanili lavorano bene?

Ma anche a un livello più alto: in Bardiani vanno tutti piano. Sono tutti brocchi?

Team Friuli e Corratec hanno vinto gare di categoria .1 quest'anno, Bardiani ed Eolo no? E' solo colpa dei corridori che sono scarsi? Dei DS, dei preparatori atletici e via dicendo parliamo solo quando hanno dei "presunti" meriti?


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