La crisi del ciclismo italiano
Re: La crisi del ciclismo italiano
Concordo con chi afferma che i tanti vituperati Simoni, Gotti, Savoldelli avrebbero battuto in terra italica molti dei tanto sopravvalutati paggetti da podio dei Tour..
Specifico in terra italica, proprio perche’ le caratteristiche di percorso e ritmo del Giro mal si appaiavano con quelle della Grande Boucle..
A parte Basso, abbiamo visto come i nostri faticassero poi al Tour..arrivando pressoche’ sfiancati alla prima montagna.
Specifico in terra italica, proprio perche’ le caratteristiche di percorso e ritmo del Giro mal si appaiavano con quelle della Grande Boucle..
A parte Basso, abbiamo visto come i nostri faticassero poi al Tour..arrivando pressoche’ sfiancati alla prima montagna.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Mentre Fabbro con una gran gamba è al servizio di altri, un belga di 23 anni è quinto nella generale, libero di fare la sua corsa.
Chissà cosa ne uscirà fuori, ma sull'Etna ha fatto una bella prova.
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1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Bagioli ha fatto bene ad andare in DeceuninckSalvatore77 ha scritto: ↑mercoledì 7 ottobre 2020, 7:55 Mentre Fabbro con una gran gamba è al servizio di altri, un belga di 23 anni è quinto nella generale, libero di fare la sua corsa.
Chissà cosa ne uscirà fuori, ma sull'Etna ha fatto una bella prova.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Va detto che nella Lotto c'è pure Oldani, che di anni ne ha 22 e che è italiano, ma di minuti ne ha presi 25 sull'Etna e se non sbaglio è uno scalatore. La squadra conta fino ad un certo punto.Salvatore77 ha scritto: ↑mercoledì 7 ottobre 2020, 7:55 Mentre Fabbro con una gran gamba è al servizio di altri, un belga di 23 anni è quinto nella generale, libero di fare la sua corsa.
Chissà cosa ne uscirà fuori, ma sull'Etna ha fatto una bella prova.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Oldani è un passista veloce, non penso che i minuti che ha preso sull'Etna facciano testo.Stylus ha scritto: ↑mercoledì 7 ottobre 2020, 13:58Va detto che nella Lotto c'è pure Oldani, che di anni ne ha 22 e che è italiano, ma di minuti ne ha presi 25 sull'Etna e se non sbaglio è uno scalatore. La squadra conta fino ad un certo punto.Salvatore77 ha scritto: ↑mercoledì 7 ottobre 2020, 7:55 Mentre Fabbro con una gran gamba è al servizio di altri, un belga di 23 anni è quinto nella generale, libero di fare la sua corsa.
Chissà cosa ne uscirà fuori, ma sull'Etna ha fatto una bella prova.
In volata il giorno dopo è arrivato nei 10.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Stefano Oldani è, al momento, un corridore senza una precisa specializzazione dato che è molto veloce (sesto ieri a Villafranca Tirrena o quinto a febbraio a Palma dietro a Moschetti, Ackermann, Pasqualon e Capiot) e tiene bene in salita (questo soprattutto tra gli under). Scalatore puro non credo lo diventerà mai, però sono curioso di capire nel prossimo biennio come si orienterà.
11 Vuelta 7-Prato
12 Appennino-Japan
13 Giro 9-CN ITA-Vuelta 20-Sabatini
14 Vasco-Dauphiné-Tour 3-Tour 21-Pologne-Tre Valli
15 Laigueglia-Escaut-Giro 2-Giro 18-Giro GC-Tour 13-Fourmies
16 Nice-Vuelta 12
17 Frankfurt-Tour 11-Vuelta 16-Chrono
18 Bianche-DePanne-Romandie-Köln-Piemonte-Chrono
19 Nice-Turkey-Portugal-Vuelta 10
20 Plouay-Toscana
12 Appennino-Japan
13 Giro 9-CN ITA-Vuelta 20-Sabatini
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17 Frankfurt-Tour 11-Vuelta 16-Chrono
18 Bianche-DePanne-Romandie-Köln-Piemonte-Chrono
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Dopo quello che abbiamo visto oggi, dite che questo 3d andrà in disuso oppure è ancora presto per dirlo ?
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Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: La crisi del ciclismo italiano
La squadra conta nel senso che se un tuo compagno è più forte di te, devi lavorare per lui. Fabbro deve lavorare.Stylus ha scritto: ↑mercoledì 7 ottobre 2020, 13:58Va detto che nella Lotto c'è pure Oldani, che di anni ne ha 22 e che è italiano, ma di minuti ne ha presi 25 sull'Etna e se non sbaglio è uno scalatore. La squadra conta fino ad un certo punto.Salvatore77 ha scritto: ↑mercoledì 7 ottobre 2020, 7:55 Mentre Fabbro con una gran gamba è al servizio di altri, un belga di 23 anni è quinto nella generale, libero di fare la sua corsa.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
-due tappe mosse, per fughe(tortoreto e cesenatico)
-diciamo abb adatte ad alcuni dei nostri
-45 italiani su 144 al via
miglior risultato,
nono pozzovivo a tortoreto.
undicesimo masnada a cesenatico
desolante vedere le top 10 vuote di
vabbè viva il ciclismo
e speriamo che Ganna abbia tenuto la gamba per darci almeno un'altra tappa tra valdobbiadene e milano...
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- Walter_White
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Re: La crisi del ciclismo italiano
DesolanteCelun ha scritto: ↑giovedì 15 ottobre 2020, 19:01 -due tappe mosse, per fughe(tortoreto e cesenatico)
-diciamo abb adatte ad alcuni dei nostri
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Vediamo domenica in terra fiamminga se va meglio
FCC 2019/20: rit.
FCC 2018/19: 1°; Superprestige; Gran Combinata
FCC 2017/18: 3°; Trofeo dei titoli; Campionato Europeo Donne Elite, Campionato del Mondo Donne Elite, ROTY
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Re: La crisi del ciclismo italiano
4 volate in 10 tappe(esclusa la crono a palermo)
top 10 ma anche top 6 non proprio mondiali/blindate.
nella prima ha fatto quarto Vendrame, nel piattone di brindisi quarto Swift.
Fiorelli ha marcato due top 10.
si può dire che il Conte ha fatto una mezza cappellata a non portare un velocista?
hai Pacioni, Belletti e Gavazzi in squadra, quindi puoi scegliere il più in palla.
li lasci con due/tre compagni a scortarlo, quindi gli altri possono provare pure la fuga.
per pacioni un risultato sulla falsariga di oldani(un sesto un ottavo) ci poteva stare.
belletti poteva fare anche meglio, centrando magari una top5.
gavazzi era il meno velocista dei tre ma a matera poteva fare bene, e poi cercare fughe in tappe mosse.
Scinto?
avesse avuto sotto mano un Mareczko ad urlargli dietro con la verve del twitter di oggi in albergo,
non dico che ci scappava uno scalpo al Demarè, ma un bel podio di tappa arrivava..
i Bardiani han portato Lonardi(due undicesemi)
lasciando fuori Benfatto>(mai fatto un Giro) e Pelucchi che a dire il vero avevano mostrato una forma scadente,
ma poi a centrare due noni posti ci ha pensato pippo fiorelli
quasi quasi rimpiango un Simion..
top 10 ma anche top 6 non proprio mondiali/blindate.
nella prima ha fatto quarto Vendrame, nel piattone di brindisi quarto Swift.
Fiorelli ha marcato due top 10.
si può dire che il Conte ha fatto una mezza cappellata a non portare un velocista?
hai Pacioni, Belletti e Gavazzi in squadra, quindi puoi scegliere il più in palla.
li lasci con due/tre compagni a scortarlo, quindi gli altri possono provare pure la fuga.
per pacioni un risultato sulla falsariga di oldani(un sesto un ottavo) ci poteva stare.
belletti poteva fare anche meglio, centrando magari una top5.
gavazzi era il meno velocista dei tre ma a matera poteva fare bene, e poi cercare fughe in tappe mosse.
Scinto?
avesse avuto sotto mano un Mareczko ad urlargli dietro con la verve del twitter di oggi in albergo,
non dico che ci scappava uno scalpo al Demarè, ma un bel podio di tappa arrivava..
i Bardiani han portato Lonardi(due undicesemi)
lasciando fuori Benfatto>(mai fatto un Giro) e Pelucchi che a dire il vero avevano mostrato una forma scadente,
ma poi a centrare due noni posti ci ha pensato pippo fiorelli
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- jerrydrake
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Ieri ha messo un punto fermo sulla questione. Non sono di certo le prestazioni di un 36enne e di un 37enne a cambiare il giudizio, ma il 16° posto del primo italiano al Fiandre che, pur dimostrandosi un buon corridore, non è certo in grado di reggere il movimento nelle gare in linea, l'11° di Masnada che anche in un Giro di scarsa qualità dimostra che in salita è discreto e nulla più, e il vedere (vecchi a parte) nessun altro all'arrivo nei primi 5' e il solo Fabbro entro i 10'. Ci fosse stata la Jumbo del Tour avremmo visto il primo italiano a mezzora? Poteva esserci il canto del cigno dei vecchi, ma il nuovo che avanza è poca roba, come andare a giocarsi la Champions col Crotone. Cambieranno le cose con il rientro in piena forma di Ciccone e Formolo? Ne dubito.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Come valutate la fuga di Battistella al Fiandre?..e la sua prima stagione da pro' in generale?
Fino a qualche anno fa' un neo pro in fuga al Fiandre sarebbe già stata cosa notevole, in questi ultimi anni tanti neo pro si sono perfino mostrati vincenti..però in uno svolgimento di carriera normale potrebbe anche non esser stata una stagione deficitaria.
Fino a qualche anno fa' un neo pro in fuga al Fiandre sarebbe già stata cosa notevole, in questi ultimi anni tanti neo pro si sono perfino mostrati vincenti..però in uno svolgimento di carriera normale potrebbe anche non esser stata una stagione deficitaria.
Re: La crisi del ciclismo italiano
La fuga "del mattino", anche se al Fiandre, è poco valutabile in termini di prospettiva.nikybo85 ha scritto: ↑lunedì 19 ottobre 2020, 13:09 Come valutate la fuga di Battistella al Fiandre?..e la sua prima stagione da pro' in generale?
Fino a qualche anno fa' un neo pro in fuga al Fiandre sarebbe già stata cosa notevole, in questi ultimi anni tanti neo pro si sono perfino mostrati vincenti..però in uno svolgimento di carriera normale potrebbe anche non esser stata una stagione deficitaria.
Il corridore mi pare di buon valore, il problema è che i nostri neopro è da un po' che non sfondano.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Se Nibali e Masnada non dovessero agguantare il quinto posto finale in generale, questo sarebbe per gli italiani il peggior Giro della storia.
Nel 1972, 1987 e 2018 si ebbero i peggiori piazzamenti dei primi italiani, appunto il quinto posto.
Nel 1972, 1987 e 2018 si ebbero i peggiori piazzamenti dei primi italiani, appunto il quinto posto.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Purtroppo era inevitabile
Non c è ricambio generazionale da una decina d anni
Prima o poi nibali non avrebbe più salvato la baracca
Nei primi 20
Con il solo masnada under 35
C va un miracolo per arrivare 5
Non c è ricambio generazionale da una decina d anni
Prima o poi nibali non avrebbe più salvato la baracca
Nei primi 20
Con il solo masnada under 35
C va un miracolo per arrivare 5
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Re: La crisi del ciclismo italiano
La "Fondazione dei Campioni del Mondo" promette di essere l'esilarante intrattenimento che nei prossimi mesi colmerà il vuoto lasciato dal Team Alonso e da Tony Monti. Ha cominciato benissimo Gianni Bugno, che ha dichiarato: "Bisogna andare a trovare i giovani negli oratori"
Re: La crisi del ciclismo italiano
Eccoci,siamo rimasti nel XX secoloBeppugrillo ha scritto: ↑giovedì 17 dicembre 2020, 22:47 La "Fondazione dei Campioni del Mondo" promette di essere l'esilarante intrattenimento che nei prossimi mesi colmerà il vuoto lasciato dal Team Alonso e da Tony Monti. Ha cominciato benissimo Gianni Bugno, che ha dichiarato: "Bisogna andare a trovare i giovani negli oratori"
Re: La crisi del ciclismo italiano
A me preoccupa (per lui ) , dopo anni di oscura ed onorata carriera sugli elicotteri, questa sovraesposizione mediatica di Bugno.
Prima CPI (magra figura), poi commentatore (magrissima) ora "patron" ? Scherzo Gianni...eri e rimani un grande
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Re: La crisi del ciclismo italiano
È risaputo che ogni oratorio ha un velodromo e organizza decine di corse in strada all'anno... La verità è che Gianni ormai sa come funziona in RAI, è un po come con le sue orrende fiction, devi sempre citare un prete o una suoraBeppugrillo ha scritto: ↑giovedì 17 dicembre 2020, 22:47 La "Fondazione dei Campioni del Mondo" promette di essere l'esilarante intrattenimento che nei prossimi mesi colmerà il vuoto lasciato dal Team Alonso e da Tony Monti. Ha cominciato benissimo Gianni Bugno, che ha dichiarato: "Bisogna andare a trovare i giovani negli oratori"
Re: La crisi del ciclismo italiano
Solitamente i campioni finiscono per fare più danni che altro, se poi tenti di inserirli in un discorso sul ciclismo giovanile spesso è notte fonda.Beppugrillo ha scritto: ↑giovedì 17 dicembre 2020, 22:47 La "Fondazione dei Campioni del Mondo" promette di essere l'esilarante intrattenimento che nei prossimi mesi colmerà il vuoto lasciato dal Team Alonso e da Tony Monti. Ha cominciato benissimo Gianni Bugno, che ha dichiarato: "Bisogna andare a trovare i giovani negli oratori"
Re: La crisi del ciclismo italiano
Non siamo fuori dalla crisi, soprattutto viste le tragiche prospettive nei GT, però era da parecchio che non si viveva un inizio di stagione così..e con ragazzi di prospettiva.
Ganna, Ballerini, Bagioli, giovani, promettenti, e con qualche bella vittoria già in saccoccia. Un redivivo Brambilla che ci dà una di quelle tipiche vittorie che ricordo nei miei primi anni di ciclismo (90/00) quando il movimento italiano portava alla vittoria anche tanti buoni mestieranti.
Viviani e Nizzolo sono ancora/di nuovo lì ma si spera che tra Moschetti Milan Dainese possiamo portare un velocista top anche nei prossimi anni.
Di nuovo segnali da Moscon..è stato bellissimo vederlo fare il vuoto sul Muur.
Per dare corposità al movimento non dimentichiamoci degli immancabili piazzamenti di Trentin e Colbrelli.
Vincenzo può darci ancora soddisfazioni.
Ciccone ha fatto vedere qualcosa di buono alternato a qualcosa di meno buono...Bettiol ha iniziato male ma uno capace di vincere un Fiandre...
Qualche segnale con belle fughe per Conca, Colleoni, Oldani...quella bella crono prima dello schianto finale di Tiberi.
Insomma, l'inizio di un bel periodo per il nostro pedale forse, considerando che non sarà più come prima visto i grossi cambiamenti avvenuti nel ciclismo e discussi più volte in questo 3d.
Ganna, Ballerini, Bagioli, giovani, promettenti, e con qualche bella vittoria già in saccoccia. Un redivivo Brambilla che ci dà una di quelle tipiche vittorie che ricordo nei miei primi anni di ciclismo (90/00) quando il movimento italiano portava alla vittoria anche tanti buoni mestieranti.
Viviani e Nizzolo sono ancora/di nuovo lì ma si spera che tra Moschetti Milan Dainese possiamo portare un velocista top anche nei prossimi anni.
Di nuovo segnali da Moscon..è stato bellissimo vederlo fare il vuoto sul Muur.
Per dare corposità al movimento non dimentichiamoci degli immancabili piazzamenti di Trentin e Colbrelli.
Vincenzo può darci ancora soddisfazioni.
Ciccone ha fatto vedere qualcosa di buono alternato a qualcosa di meno buono...Bettiol ha iniziato male ma uno capace di vincere un Fiandre...
Qualche segnale con belle fughe per Conca, Colleoni, Oldani...quella bella crono prima dello schianto finale di Tiberi.
Insomma, l'inizio di un bel periodo per il nostro pedale forse, considerando che non sarà più come prima visto i grossi cambiamenti avvenuti nel ciclismo e discussi più volte in questo 3d.
Re: La crisi del ciclismo italiano
I buoni ciclisti ci sono.
Mancano i campioni.
Quelli che partono tra i 2/3 favoriti per monumento, mondiali e grandi giri.
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- GregLemond
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Che tanto non conta perche i 3 grandi giri verranno vinti ogni anno da Remco, Pidcock, Vdp e compagnia.
Qualche grande giro verrà addirittura corso 2 volte per consentire a tutti di vincere il suo e staccare Merckx
Re: La crisi del ciclismo italiano
Assolutamente.
Però non parte tra i favoriti in nessuna grande classica
Re: La crisi del ciclismo italiano
Nelle classiche no, ma nelle cronometro è imbattibile.
Poi vedremo la sua evoluzione, quest'anno punta alle Olimpiadi ma dal prossimo anno mi aspetto che provi a fare bene anche in qualche classica.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Bisogna considerare il movimento nel suo aspetto più ampio e i segni non sono univoci. Per esempio restiamo senza una wt e le nostre professional sono di livello nettamente inferiori alle francesi. In questi anni alcune hanno anche ridimensionato. In compenso sono ritornate negli ultimi anni un sacco di licenze Continental e mi ricordo quando 5 anni fa ci si lamentava della sparizione di tali squadre. Un segno positivo è che dopo anni in cui il calendario italiano perdeva sempre più corse ora la tendenza pare essersi invertita (Adriatica, Sicilia, Sardegna, ora quello tra Emilia e Romagna, per sempre Alfredo).
A livello di singoli abbiamo il cronomen più forteval mondo, specialità in cui dai tempi di Moser non avevamo campioni, con un motore che potrebbe regalarci soddisfazioni sia in classiche che in vittorie di tappa nei gt. Più nelle classiche del nord abbiamo più nomi abbastanza competitivi e si spera che Ballerini abbia più fortuna di Trentin. In generale alla scorsa generazione è sempre mancato quel qualcosa per vincere una classica, anche nelle Ardenne Ulissi, piazzato ma mai vincente. C'è speranza che la musica cambi, molti diranno che con Van Aerti, MVDP, Ala lo spazio è poco, ma le classiche non sono il Tour, sono difficili da controllare, una foratura al momento sbagliato e sei fuori. Certo non è la situazione del dopo Cancellara Bonen aperta a ogni scenario, anche perché quello con più gamba (Sagan) ha perso spesso, ma credere che per 8 anni vinceranno fiandre e rubaix solo questi 3 è esagerato. Non succedeva neppure ai tempi di Boonen e Cancellara, quando davvero agli altri restavano solo le briciole. Specie nella Rubaix e comunque due volte hanno vinto altri.
Il problema è che per il tifoso italiano medio il ciclismo è la grande salita e i GT. E ultimamente non mancano solo i vincitori di GT (merce rara), ma anche quelli competitivi per una top 5 o gli scalatori in grado di vincere un tappone al Tour. La speranza già credibile è Ciccone, io mi accontenterei se diventasse un gran scalatore in grado di vincere i tapponi. Oltre si vede poco, Masnada è un buon scalatore ma non lo vedo un top.
A livello di singoli abbiamo il cronomen più forteval mondo, specialità in cui dai tempi di Moser non avevamo campioni, con un motore che potrebbe regalarci soddisfazioni sia in classiche che in vittorie di tappa nei gt. Più nelle classiche del nord abbiamo più nomi abbastanza competitivi e si spera che Ballerini abbia più fortuna di Trentin. In generale alla scorsa generazione è sempre mancato quel qualcosa per vincere una classica, anche nelle Ardenne Ulissi, piazzato ma mai vincente. C'è speranza che la musica cambi, molti diranno che con Van Aerti, MVDP, Ala lo spazio è poco, ma le classiche non sono il Tour, sono difficili da controllare, una foratura al momento sbagliato e sei fuori. Certo non è la situazione del dopo Cancellara Bonen aperta a ogni scenario, anche perché quello con più gamba (Sagan) ha perso spesso, ma credere che per 8 anni vinceranno fiandre e rubaix solo questi 3 è esagerato. Non succedeva neppure ai tempi di Boonen e Cancellara, quando davvero agli altri restavano solo le briciole. Specie nella Rubaix e comunque due volte hanno vinto altri.
Il problema è che per il tifoso italiano medio il ciclismo è la grande salita e i GT. E ultimamente non mancano solo i vincitori di GT (merce rara), ma anche quelli competitivi per una top 5 o gli scalatori in grado di vincere un tappone al Tour. La speranza già credibile è Ciccone, io mi accontenterei se diventasse un gran scalatore in grado di vincere i tapponi. Oltre si vede poco, Masnada è un buon scalatore ma non lo vedo un top.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
ciclistapazzo ha scritto: ↑lunedì 1 marzo 2021, 8:47 Bisogna considerare il movimento nel suo aspetto più ampio e i segni non sono univoci. Per esempio restiamo senza una wt e le nostre professional sono di livello nettamente inferiori alle francesi. In questi anni alcune hanno anche ridimensionato. In compenso sono ritornate negli ultimi anni un sacco di licenze Continental e mi ricordo quando 5 anni fa ci si lamentava della sparizione di tali squadre. Un segno positivo è che dopo anni in cui il calendario italiano perdeva sempre più corse ora la tendenza pare essersi invertita (Adriatica, Sicilia, Sardegna, ora quello tra Emilia e Romagna, per sempre Alfredo).
A livello di singoli abbiamo il cronomen più forteval mondo, specialità in cui dai tempi di Moser non avevamo campioni, con un motore che potrebbe regalarci soddisfazioni sia in classiche che in vittorie di tappa nei gt. Più nelle classiche del nord abbiamo più nomi abbastanza competitivi e si spera che Ballerini abbia più fortuna di Trentin. In generale alla scorsa generazione è sempre mancato quel qualcosa per vincere una classica, anche nelle Ardenne Ulissi, piazzato ma mai vincente. C'è speranza che la musica cambi, molti diranno che con Van Aerti, MVDP, Ala lo spazio è poco, ma le classiche non sono il Tour, sono difficili da controllare, una foratura al momento sbagliato e sei fuori. Certo non è la situazione del dopo Cancellara Bonen aperta a ogni scenario, anche perché quello con più gamba (Sagan) ha perso spesso, ma credere che per 8 anni vinceranno fiandre e rubaix solo questi 3 è esagerato. Non succedeva neppure ai tempi di Boonen e Cancellara, quando davvero agli altri restavano solo le briciole. Specie nella Rubaix e comunque due volte hanno vinto altri.
Il problema è che per il tifoso italiano medio il ciclismo è la grande salita e i GT. E ultimamente non mancano solo i vincitori di GT (merce rara), ma anche quelli competitivi per una top 5 o gli scalatori in grado di vincere un tappone al Tour. La speranza già credibile è Ciccone, io mi accontenterei se diventasse un gran scalatore in grado di vincere i tapponi. Oltre si vede poco, Masnada è un buon scalatore ma non lo vedo un top.
Giusto per chiarire, sono sarcastico.
Ma a leggere qua e la pare quello lo scenario.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Questo inizio di stagione mi regala un moderato ottimismo.
Ciccone sembra stia tornando in palla e che abbia recuperato bene dal covid, Bagioli prosegue il suo percorso di crescita (non ha ancora 22 anni), ci sono dei bei corridori come Ballerini, Ganna...
Ci manca la punta, ma sarebbe già una buona cosa tornare ad avere un po' di contender per tutte quelle corse al di sotto delle Monumento e della classifica finale dei GT. Secondo me Ganna dopo Tokio può provare a puntare seriamente le classiche del Nord, anche non monumento: e se uno come lui capisce come si corre al Nord, può fare sfracelli. Invece spero non tenti la classifica nei GT perchè dovrebbe snaturarsi completamente.
Ciccone sembra stia tornando in palla e che abbia recuperato bene dal covid, Bagioli prosegue il suo percorso di crescita (non ha ancora 22 anni), ci sono dei bei corridori come Ballerini, Ganna...
Ci manca la punta, ma sarebbe già una buona cosa tornare ad avere un po' di contender per tutte quelle corse al di sotto delle Monumento e della classifica finale dei GT. Secondo me Ganna dopo Tokio può provare a puntare seriamente le classiche del Nord, anche non monumento: e se uno come lui capisce come si corre al Nord, può fare sfracelli. Invece spero non tenti la classifica nei GT perchè dovrebbe snaturarsi completamente.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Vi fa onore vedere il bicchiere mezzo pieno.
Io che rappresento il tifoso medio che poco ne capisce dico che per qualche anno non vedremo italiani a podio nei grandi giri.
Io che rappresento il tifoso medio che poco ne capisce dico che per qualche anno non vedremo italiani a podio nei grandi giri.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Con questa generazione di fenomeni ogni vittoria ha un sapore speciale.
Vincere oggi è veramente difficile.
Persino Pidcock con un talento eccezionale, temo vincerà poco, ma perché ha contro dei mostri!
(Mi auguro di sbagliarmi, mi esalta il suo modo di correre)
Troppo pessimismo, secondo me, in Italia ci sono buoni talenti ed i buoni risultati di questi giorni indicano che si sta lavorando bene.
Da qui ad avere un nuovo Nibali, Bettini, ect... ne passa.
Ganna è un talento unico, può vincere un GT, ma con percorsi dove si esaltano le sue caratteristiche. Ma sono anni che non si vedono percorsi simili. E per fortuna direi, non amo una classifica GT decisa solo dalla cronometro.
Poi mi auguro che il movimento ciclistico italiano cresca non solo per i GT, e non solo su strada.
Atleti e tecnici stanno facendo miracoli, visto il quadro politico-economico del ciclismo italiano.
Vincere oggi è veramente difficile.
Persino Pidcock con un talento eccezionale, temo vincerà poco, ma perché ha contro dei mostri!
(Mi auguro di sbagliarmi, mi esalta il suo modo di correre)
Troppo pessimismo, secondo me, in Italia ci sono buoni talenti ed i buoni risultati di questi giorni indicano che si sta lavorando bene.
Da qui ad avere un nuovo Nibali, Bettini, ect... ne passa.
Ganna è un talento unico, può vincere un GT, ma con percorsi dove si esaltano le sue caratteristiche. Ma sono anni che non si vedono percorsi simili. E per fortuna direi, non amo una classifica GT decisa solo dalla cronometro.
Poi mi auguro che il movimento ciclistico italiano cresca non solo per i GT, e non solo su strada.
Atleti e tecnici stanno facendo miracoli, visto il quadro politico-economico del ciclismo italiano.
La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
- GregLemond
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Si guarda un po anche le altre nazioni pero? (a cazzotto...)
Francia: Alaphilippe per le classiche, poi?
Olanda: MVDP per le classiche, poi?
UK: Tao, Thomas, poi? Pidcock... vediamo...
Spagna: ? Son 10 anni si chiacchiera di Free Landa... ha vinto piu Aru...
Belgio: WVA e Remco, poi?
Non vedo grossi domini...
Son paradossalmente messe meglio Danimarca e Slovenia!
Francia: Alaphilippe per le classiche, poi?
Olanda: MVDP per le classiche, poi?
UK: Tao, Thomas, poi? Pidcock... vediamo...
Spagna: ? Son 10 anni si chiacchiera di Free Landa... ha vinto piu Aru...
Belgio: WVA e Remco, poi?
Non vedo grossi domini...
Son paradossalmente messe meglio Danimarca e Slovenia!
Re: La crisi del ciclismo italiano
In Belgio ci sarebbe un certo Remco Evenepoel
Non capisco cosa intendi con quel "poi".
In Francia hanno gente come Bardet, Demare e Pinot che fa parte di quella fascia di ottimi corridori non fenomeni.
In Danimarca di fenomeni come Roglic o Pogacar non ne hanno, Pedersen è un campione, ma non sul livello dei due sloveni.
MVDP e Pidcock prendono da soli tre discipline.
In Belgio poi hanno i due che più hanno impressionato insieme a Rogla lo scorso anno, più una miriade di ottimi corridori
Non capisco cosa intendi con quel "poi".
In Francia hanno gente come Bardet, Demare e Pinot che fa parte di quella fascia di ottimi corridori non fenomeni.
In Danimarca di fenomeni come Roglic o Pogacar non ne hanno, Pedersen è un campione, ma non sul livello dei due sloveni.
MVDP e Pidcock prendono da soli tre discipline.
In Belgio poi hanno i due che più hanno impressionato insieme a Rogla lo scorso anno, più una miriade di ottimi corridori
- GregLemond
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Però ti domando: perche Bardet e Pinot si, Trentin Moscon e Bettiol No? Corridori diversi eh...pietro ha scritto: ↑lunedì 1 marzo 2021, 13:59 In Belgio ci sarebbe un certo Remco Evenepoel
Non capisco cosa intendi con quel "poi".
In Francia hanno gente come Bardet, Demare e Pinot che fa parte di quella fascia di ottimi corridori non fenomeni.
In Danimarca di fenomeni come Roglic o Pogacar non ne hanno, Pedersen è un campione, ma non sul livello dei due sloveni.
MVDP e Pidcock prendono da soli tre discipline.
In Belgio poi hanno i due che più hanno impressionato insieme a Rogla lo scorso anno, più una miriade di ottimi corridori
Ma perchè noi in crisi e loro no?
Perchè X dovrebbe vincere 32 Roubaix e Ganna no!?
Capisco tutto, e certe cose ovviamente le condivido...
Ma non una "ratio tafazzis".
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Diciamo che negli ultimi 12 mesi c'è stata l'esplosione, attesa o meno, più attesa del previsto o meno, di alcuni corridori, e questo 3d ha meno senso di esistere rispetto a quando è stato aperto.GregLemond ha scritto: ↑lunedì 1 marzo 2021, 14:07Però ti domando: perche Bardet e Pinot si, Trentin Moscon e Bettiol No? Corridori diversi eh...pietro ha scritto: ↑lunedì 1 marzo 2021, 13:59 In Belgio ci sarebbe un certo Remco Evenepoel
Non capisco cosa intendi con quel "poi".
In Francia hanno gente come Bardet, Demare e Pinot che fa parte di quella fascia di ottimi corridori non fenomeni.
In Danimarca di fenomeni come Roglic o Pogacar non ne hanno, Pedersen è un campione, ma non sul livello dei due sloveni.
MVDP e Pidcock prendono da soli tre discipline.
In Belgio poi hanno i due che più hanno impressionato insieme a Rogla lo scorso anno, più una miriade di ottimi corridori
Ma perchè noi in crisi e loro no?
Perchè X dovrebbe vincere 32 Roubaix e Ganna no!?
Capisco tutto, e certe cose ovviamente le condivido...
Ma non una "ratio tafazzis".
Vedendo i risultati di questo inizio di 2021 non direi assolutamente che siamo in crisi, perché tolti i GT, ci sono italiani che possono essere protagonisti in ogni corsa e in qualunque situazione: dai velocisti ai cronomen per arrivare agli uomini da corse di un giorno.
Però l'Italia dovrebbe guardare a Francia e Belgio come confronto, non a Danimarca e Spagna.
Ganna al momento è un gradino sotto a WVA, MVDP, Remco, la coppia slovena e ad Alaphilippe.
Se io dico che Van Aert e Van der Poel domineranno le classiche da qui in avanti (cosa che penso fra l'altro), non sto sostenendo che per i prossimi 50 anni nessun altro potrà vincere la Roubaix.
Ganna, allo stato attuale delle cose, non può certo pretendere di presentarsi al via della Roubaix e venire considerato come MVDP (Wout non lo considero perché la Regina delle Classiche l'ha già corsa due volte dimostrando di essere ampiamente a suo agio).
Mathieu nelle classiche col pavé ha sempre fatto vedere cose strabilianti, ha vinto il Fiandre l'anno scorso, e se vogliamo proprio non considerare le campagne in Belgio del neerlandese, ma solo corse strettamente legate alla Roubaix, nel 2019 ha dominato il GP Denain.
Inoltre, in una classica dove è imperativo saper guidare la bici, non può che trovarsi a suo agio.
Ganna al Nord finora è stato nullo. Era un altro Ganna è vero, e difatti non si può escludere che un giorno possa essere competitivo nelle classiche, ma non possiamo affermarlo con certezza. Nelle crono, seppur senza mai ottenere i risultati dell'ultimo anno ha sempre fatto vedere ottime cose, ad esempio.
Se mi avessi chiesto chi vedrei meglio in una Tirreno tra Filippo e Van der Poel il confronto sarebbe stato apertissimo.
In definitiva, io credo che il ciclismo italiano sia in crisi solo per quello che riguarda i GT, ma che manchi anche quella punta che hanno invece altre nazioni come Belgio, Slovenia, Paesi Bassi e Francia (e Colombia)
Re: La crisi del ciclismo italiano
Immagino riguardo agli ottimi corridori
Be', se noi possiamo farci vanto di Ballerini, Moscon e Trentin, loro possono farlo con GVA, Naesen, Lampaert, GILBERT, Stuyven, Vanmarcke,...
- GregLemond
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Premesso che GVA non è un vanto (cose mie)pietro ha scritto: ↑lunedì 1 marzo 2021, 14:38Immagino riguardo agli ottimi corridori
Be', se noi possiamo farci vanto di Ballerini, Moscon e Trentin, loro possono farlo con GVA, Naesen, Lampaert, GILBERT, Stuyven, Vanmarcke,...
Ci corre una generazione...
Re: La crisi del ciclismo italiano
Stuyven, Teuns, Lampaert, Benoot non saranno giovani come Ballerini, ma nemmeno vecchi
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Chi vedo messa in prospettiva peggio di noi, se non altro per quantità è la Spagna. Qui in Spagna iniziano a essere preoccupati, perché a parte la crisi nei GT (anche se un Mas è qualcosa che al momento l'Italia non ha, attendendo Ciccone alle prove con la classifica generale, ma che al momento deve dimostrare tutto) con Rodriguez e Valverde si erano abituati molto bene nelle Ardenne e ora si vedono persi. Aranburu, Cortina (per le pietre) sono interessanti, ma per ora devono ancora iniziare a vincere, specie il secondo. L'impressione è che la crisi spagnola si faccia sentire anche nella mancanza di gente media-forte, pur di non primissimo livello. Soler, Mas, Aranburu, Cortina, Bilbao, Landa e poi... poi c'è davvero poco (Izaguirre, De la Cruz). Sono messi meglio di noi sui GT, ma noi abbiamo tanta gente interessante di livello medio alto per classiche e volate, mentre loro poco o nulla.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Il discorso è infinito. Intendiamo una crisi rispetto al ciclismo italiano che fu'? Rispetto ad altre nazioni? Come movimento, corse, squadre?
Ogni aspetto può essere vivisezionato, tirando su il 3d io mi riferivo al ciclismo su strada e di prestazioni/risultati. Chiaro che siamo inesistenti sul fuori strada, in pista otteniamo tantissimo per quel che ci si investe ecc...
Parlando del più "popolare" ciclismo è un momento che non vivevamo da un po' soprattutto perché dei corridori che ci stanno portando su, per almeno la metà o anche 2/3, il meglio deve ancora venire.
Ogni aspetto può essere vivisezionato, tirando su il 3d io mi riferivo al ciclismo su strada e di prestazioni/risultati. Chiaro che siamo inesistenti sul fuori strada, in pista otteniamo tantissimo per quel che ci si investe ecc...
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Non possiamo saperlo, soprattutto per quel che riguarda i velocisti. I più forti ormai hanno tutti intorno ai 30 anni, Dainese e Mareczko sono tra i giovani più forti e dietro di loro è possibile che si dedichi alle volate di gruppo pure Milan, cavallo di razza che all'estero non hanno e che ricordo abbia battuto Meeus in un testa a testa.
Ecuadoriani - Nizzolo - Alaphilippe - Pidcock - Barale - Ciabocco - Landa - Milan - Piccolo - Dainese
Re: La crisi del ciclismo italiano
Restringerei il discorso al confronto con nazioni storiche.
La Francia, Ala a parte, in questi anni ha vissuto una certa vitalità grazie a Pinot, Bardet, Demare ecc.
Il Belgio sforna classicomani a getto continuo.
L'Olanda grandi talenti da classiche e da GT.
La Spagna ha avuto una grandissima vitalità, ora inizia la sua crisi.
Noi siamo in crisi rispetto a quelle nazioni soprattutto per quanto riguarda i successi di peso.
Nei GT siamo stati Nibali-dipendenti.
Per quanto riguarda le classiche, negli ultimi 12 anni si sono corse 59 Monumento e ne abbiamo vinte 4, di cui 3 con un corridore da solo. Nel decennio 1999-2008 ne avevamo vinte 18 su 50.
Negli stessi 12 anni 2009-2020 il Belgio ne ha vinte 13. La Spagna 5 con 3 atleti diversi.
Abbiamo dei buoni corridori che hanno vinto delle belle corse WT: insomma i vari Viviani, Trentin, Colbrelli, Nizzolo, Ulissi...
Ma i risultati vanno e vengono...torneranno.
A me preoccupa più questo vuoto di sponsor. Non è solo la crisi economica, è che il ciclismo in Italia si è conquistato una pessima fama dopo 10-15 anni di bombardamento giornalistico a base di doping.
Ci restano 3 eroici produttori di valvole industriali e pompe, di giocattoli e di vini che decidono di piazzare qualche soldo (pochi) per delle Professional. Onore a loro, e nessuno gli chiede di fare il passo più lungo della gamba. Speriamo in questa new entry Eolo, che lavori per passare rapidamente di categoria.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Premessa.
La crisi del ciclismo italiano è innanzitutto strutturale.
Quindi i segnali di nuove continental e di nuove corse è un buon segnale, migliore di qualsiasi risultato, che è la vera foglia di fico dietro alla quale ci siamo nascosti per anni grazie a Nibali, alla quale molti continuano a nascondersi e cui purtroppo spesso cade anche il CT. Gran parte dei discorsi sul ciclismo in crisi verte sui risultati, ma quello è solo un fattore, quando ricordo com'è ridotto il ciclismo in italia a livello allievi, juniores, infrastruttore mi dicono "ah si vero, ma è un altro discorso". No, non è un altro discorso, è il nocciolo del discorso. Però la luce si intravede, i giovani hanno capito che è meglio allargare le braccia e migrare per fare il salto di qualità, e i risultati si vedono.
Per quanto riguarda i risultati: paesi di tradizione come Spagna, Francia o Italia, vedranno sempre, volere o nolere, il riflesso del successo nel loro ciclismo nei risultati ottenuti nei loro GT locali, o al Tour de France. Dai tempi di Coppi sono i grandi Giri a far muovere l'appassionato medio, a fare alzare l'interesse nei giornali, nelle tv, e a portare quindi, di conseguenza, soldi e sponsor. Anche nei tempi d'oro. Moser vinse tre Roubaix, ma viene ricordato per i duelli al Giro. Bugno ha vinto Fiandre, Sanremo e Mondiali, ma l'italiano medio si ricorda di Bugno per le sue prestazioni al Giro e alle lotte con Chiappucci e Indurain. Nel 1998 Bartoli tiraneggiò la Coppa del Mondo, ma non c'è neppure da paragonare la fama che circondava e circonda ancora Pantani, e già lo era senza averle vinte. E lo stesso negli anni 2000, Bettini e Cipollini erano dei fuoriclasse, e anche sorprendentemente sopra la media per quanto riguarda la personalità, ma se ben ricordo i tg e i giornali erano più attratti dalle imprese di Cunego e Riccò (sigh). Non è una colpa è un merito, è inserito nella nostra cultura ciclista che i ciclisti nostrani ricevano più attenzioni se possono primeggiare per un Giro o Tour, vedremo se l'attuale assenza di competitors e la contemporanea presenza di un fuoriclasse come Ganna potrà far cambiare mentalità.
La Francia non fa eccezione comunque, e non è un caso che sono stati citati Pinot e Bardet, perché sono due uomini da GT. Lo stesso Alaphilippe il vero salto di livello nel dire comune lo ha fatto quando nel 2019 ha dato a lungo l'illusione del poter vincere al Tour, e chiedi a qualunque francese, baratterebbero dieci anni di dominio in tutte le classiche per vedere un loro connazionale vincere il Tour de France.
La crisi del ciclismo italiano è innanzitutto strutturale.
Quindi i segnali di nuove continental e di nuove corse è un buon segnale, migliore di qualsiasi risultato, che è la vera foglia di fico dietro alla quale ci siamo nascosti per anni grazie a Nibali, alla quale molti continuano a nascondersi e cui purtroppo spesso cade anche il CT. Gran parte dei discorsi sul ciclismo in crisi verte sui risultati, ma quello è solo un fattore, quando ricordo com'è ridotto il ciclismo in italia a livello allievi, juniores, infrastruttore mi dicono "ah si vero, ma è un altro discorso". No, non è un altro discorso, è il nocciolo del discorso. Però la luce si intravede, i giovani hanno capito che è meglio allargare le braccia e migrare per fare il salto di qualità, e i risultati si vedono.
Per quanto riguarda i risultati: paesi di tradizione come Spagna, Francia o Italia, vedranno sempre, volere o nolere, il riflesso del successo nel loro ciclismo nei risultati ottenuti nei loro GT locali, o al Tour de France. Dai tempi di Coppi sono i grandi Giri a far muovere l'appassionato medio, a fare alzare l'interesse nei giornali, nelle tv, e a portare quindi, di conseguenza, soldi e sponsor. Anche nei tempi d'oro. Moser vinse tre Roubaix, ma viene ricordato per i duelli al Giro. Bugno ha vinto Fiandre, Sanremo e Mondiali, ma l'italiano medio si ricorda di Bugno per le sue prestazioni al Giro e alle lotte con Chiappucci e Indurain. Nel 1998 Bartoli tiraneggiò la Coppa del Mondo, ma non c'è neppure da paragonare la fama che circondava e circonda ancora Pantani, e già lo era senza averle vinte. E lo stesso negli anni 2000, Bettini e Cipollini erano dei fuoriclasse, e anche sorprendentemente sopra la media per quanto riguarda la personalità, ma se ben ricordo i tg e i giornali erano più attratti dalle imprese di Cunego e Riccò (sigh). Non è una colpa è un merito, è inserito nella nostra cultura ciclista che i ciclisti nostrani ricevano più attenzioni se possono primeggiare per un Giro o Tour, vedremo se l'attuale assenza di competitors e la contemporanea presenza di un fuoriclasse come Ganna potrà far cambiare mentalità.
La Francia non fa eccezione comunque, e non è un caso che sono stati citati Pinot e Bardet, perché sono due uomini da GT. Lo stesso Alaphilippe il vero salto di livello nel dire comune lo ha fatto quando nel 2019 ha dato a lungo l'illusione del poter vincere al Tour, e chiedi a qualunque francese, baratterebbero dieci anni di dominio in tutte le classiche per vedere un loro connazionale vincere il Tour de France.
Però non possiamo incaponirci sugli sponsor italiani, perché la situazione economica in italia è molto critica, poche aziende sono floride e ricche, siamo economicamente un paese di serie C. Si può cercare di coinvolgere e convincere sponsor stranieri nell'investire in una squadra matrice italia. C'è l'ha fatta il gruppo di Van der Poel che ha convinto un'azienda tedesca e un'italiana a sponsorizzare una squadra belga, e la EF Education che è svedese a sponsorizzare una squadra americanaCi restano 3 eroici produttori di valvole industriali e pompe, di giocattoli e di vini che decidono di piazzare qualche soldo (pochi) per delle Professional. Onore a loro, e nessuno gli chiede di fare il passo più lungo della gamba. Speriamo in questa new entry Eolo, che lavori per passare rapidamente di categoria.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Gerhard Kerschbaumer argento ai mondiali del 2018 nel XCnikybo85 ha scritto: ↑lunedì 1 marzo 2021, 15:33 Il discorso è infinito. Intendiamo una crisi rispetto al ciclismo italiano che fu'? Rispetto ad altre nazioni? Come movimento, corse, squadre?
Ogni aspetto può essere vivisezionato, tirando su il 3d io mi riferivo al ciclismo su strada e di prestazioni/risultati. Chiaro che siamo inesistenti sul fuori strada, in pista otteniamo tantissimo per quel che ci si investe ecc...
Parlando del più "popolare" ciclismo è un momento che non vivevamo da un po' soprattutto perché dei corridori che ci stanno portando su, per almeno la metà o anche 2/3, il meglio deve ancora venire.
Samuele Porro bronzo ai mondiali 2019 marathon
Eva Lechner argento ai mondiali del 2020 XC
La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
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Re: La crisi del ciclismo italiano
La crisi strutturale è una delle cause, sicuramente.
Naturalmente un genitore vede il figlio crescere in una disciplina sportiva, ma non sempre è possibile investire risorse ed energie per portare in giro per l'Italia il ragazzo per partecipare alle gare o tesserarsi con la squadra.
Si nota un'evidente sperequazione geografica delle gare e delle squadre. Non saprei dire se la prima è causa della seconda o vice versa. Un intervento strutturale va fatto in questa direzione.
Naturalmente un genitore vede il figlio crescere in una disciplina sportiva, ma non sempre è possibile investire risorse ed energie per portare in giro per l'Italia il ragazzo per partecipare alle gare o tesserarsi con la squadra.
Si nota un'evidente sperequazione geografica delle gare e delle squadre. Non saprei dire se la prima è causa della seconda o vice versa. Un intervento strutturale va fatto in questa direzione.
1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
Campionato del mondo gara in linea 2021.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Grazie, queste sono figuraccie che mi fa' piacere fare contento di essere smentito così..però tolgo l'inesistente ma mi sembra ci sia comunque poco..poi per carità, ho visto anche centinaia di ragazzi venire alla maxi avalanche di Cervinia quindi l'interesse nelle varie discipline fuori strada c'è, però rimane sempre sottotracciaKrisper ha scritto: ↑lunedì 1 marzo 2021, 22:51Gerhard Kerschbaumer argento ai mondiali del 2018 nel XCnikybo85 ha scritto: ↑lunedì 1 marzo 2021, 15:33 Il discorso è infinito. Intendiamo una crisi rispetto al ciclismo italiano che fu'? Rispetto ad altre nazioni? Come movimento, corse, squadre?
Ogni aspetto può essere vivisezionato, tirando su il 3d io mi riferivo al ciclismo su strada e di prestazioni/risultati. Chiaro che siamo inesistenti sul fuori strada, in pista otteniamo tantissimo per quel che ci si investe ecc...
Parlando del più "popolare" ciclismo è un momento che non vivevamo da un po' soprattutto perché dei corridori che ci stanno portando su, per almeno la metà o anche 2/3, il meglio deve ancora venire.
Samuele Porro bronzo ai mondiali 2019 marathon
Eva Lechner argento ai mondiali del 2020 XC
Re: La crisi del ciclismo italiano
Finora un marzo molto magro per i colori azzurri dopo un ottimo febbraio.
Nessun corridore italiano sul podio delle quattro corse WT fin qui disputate ovvero Strade Bianche, Parigi-Nizza, Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo.
Nessun successo di tappa alla Tirreno-Adriatico e alla Parigi-Nizza.
Nessuna vittoria in altre corse professionistiche disputate nei primi venti giorni del mese.
Nessun corridore italiano sul podio delle quattro corse WT fin qui disputate ovvero Strade Bianche, Parigi-Nizza, Tirreno-Adriatico e Milano-Sanremo.
Nessun successo di tappa alla Tirreno-Adriatico e alla Parigi-Nizza.
Nessuna vittoria in altre corse professionistiche disputate nei primi venti giorni del mese.
FC 2018: Gp de Montreal, Giro di Turchia.
FC 2019: GP di Francoforte, Tour a Tempo, Coppa Bernocchi.
FC 2020: Tour Down Under, Tour a Tempo a Squadre.
FC 2021: Gand - Wevelgem, Obiettivo Zero Punti Tour de France, 1° Obiettivo Zero Punti, Trofeo Matteotti.
FC 2022: Saudi Tour, Etoile de Bessèges, Tour de Pologne.
FC 2019: GP di Francoforte, Tour a Tempo, Coppa Bernocchi.
FC 2020: Tour Down Under, Tour a Tempo a Squadre.
FC 2021: Gand - Wevelgem, Obiettivo Zero Punti Tour de France, 1° Obiettivo Zero Punti, Trofeo Matteotti.
FC 2022: Saudi Tour, Etoile de Bessèges, Tour de Pologne.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Il livello si è alzato
E i nostri son spariti
Forse l unico che poteva far di più era trentin
Colbrelli grosso modo naviga sempre in quella posizione
Bettiol si è addirittura staccato sulla cipressa
Poggio ancora troppo duro per Ballerini
E i nostri son spariti
Forse l unico che poteva far di più era trentin
Colbrelli grosso modo naviga sempre in quella posizione
Bettiol si è addirittura staccato sulla cipressa
Poggio ancora troppo duro per Ballerini