La crisi del ciclismo italiano

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Beppugrillo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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5 vittorie belle che però non aprono molte porte per il futuro. Anzi, forse sono più le porte che si sono chiuse rispetto a quelle aperte. Che Ciccone potesse vincere delle tappe andando in fuga lo sapevamo già, ma per quanto il mestiere del fugaiolo possa essere dignitoso e remunerativo è comunque una soluzione di ripiego. Le prospettive di classifica generale credo si siano chiuse definitivamente, troppi punti deboli nell'arco di un grande giro e quest'anno non era neanche tra i migliori 10 in salita, abbastanza preoccupante. Covi idem in un certo senso, già sapevamo che è un corridore di livello alto, quindi se lo metti in una fuga del Giro ti puoi aspettare una vittoria, ma la sua prospettiva dovrebbero essere le classiche e questa non è una vittoria che parla in quel senso. Vittoria che comunque ci dice che è un gran discesista e sa leggere le corse, due cose che da fuori ancora non sapevamo. Per Oldani stessa cosa, importante che si sia sbloccato però dovrà dimostrare di essere competitivo sullo stesso percorso contro cast di ben altro livello.
Per Dainese e Sobrero invece arrivano due vittorie di tappa "specializzate". Quella di Dainese rischia di rimanere un po' isolata perché non vedo una grande continuità. Invece quella più interessante è quella di Sobrero, perché ha dominato, ha fatto il Ganna. Non c'erano grandi avversari ma ha scavato solchi tali da pensare che eventuali altri specialisti sarebbero comunque finiti dietro con prestazioni nella norma. Vedremo prossimamente se sarà bravo a ripetere queste prestazioni fuori da un contesto un po' troppo indirizzato (comunque ha preparato questa tappa per giorni mentre gli altri si scannavano, non è un dettaglio, forse è addirittura determinante). L'anno scorso lui aveva aperto qualche prospettiva sui grandi giri con le prestazioni in Slovenia, direi che si sono subito chiuse ermeticamente.
Insomma 5 vittorie bellissime ma un po' fini a se stesse. Come sono necessariamente fini a se stessi i piazzamenti di Nibali e Pozzovivo, in questo caso per questioni anagrafiche. A parte Sobrero (forse) non ci sono corridori italiani che in questo Giro abbiano dimostrato di poter fare più di quello che già sapevamo potessero fare.


Bomby
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Nella situazione in cui ci troviamo già essere riusciti a confermare le aspettative su certi corridori credo che sia positivo.
Certo, se l'obiettivo era trovare il salvatore del ciclismo italiano, ebbene, non l'abbiamo trovato: ma non ci si attendeva nulla di tutto questo. Purtroppo all'orizzonte si vedono anni magri.


qrier
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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La prestazione di Covi non mi sembra di poco conto, è davvero un ottimo corridore e in futuro potrebbe fare bene nelle classiche.


ciclistapazzo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Beppugrillo ha scritto: lunedì 30 maggio 2022, 7:20 5 vittorie belle che però non aprono molte porte per il futuro. Anzi, forse sono più le porte che si sono chiuse rispetto a quelle aperte. Che Ciccone potesse vincere delle tappe andando in fuga lo sapevamo già, ma per quanto il mestiere del fugaiolo possa essere dignitoso e remunerativo è comunque una soluzione di ripiego. Le prospettive di classifica generale credo si siano chiuse definitivamente, troppi punti deboli nell'arco di un grande giro e quest'anno non era neanche tra i migliori 10 in salita, abbastanza preoccupante. Covi idem in un certo senso, già sapevamo che è un corridore di livello alto, quindi se lo metti in una fuga del Giro ti puoi aspettare una vittoria, ma la sua prospettiva dovrebbero essere le classiche e questa non è una vittoria che parla in quel senso. Vittoria che comunque ci dice che è un gran discesista e sa leggere le corse, due cose che da fuori ancora non sapevamo. Per Oldani stessa cosa, importante che si sia sbloccato però dovrà dimostrare di essere competitivo sullo stesso percorso contro cast di ben altro livello.
Per Dainese e Sobrero invece arrivano due vittorie di tappa "specializzate". Quella di Dainese rischia di rimanere un po' isolata perché non vedo una grande continuità. Invece quella più interessante è quella di Sobrero, perché ha dominato, ha fatto il Ganna. Non c'erano grandi avversari ma ha scavato solchi tali da pensare che eventuali altri specialisti sarebbero comunque finiti dietro con prestazioni nella norma. Vedremo prossimamente se sarà bravo a ripetere queste prestazioni fuori da un contesto un po' troppo indirizzato (comunque ha preparato questa tappa per giorni mentre gli altri si scannavano, non è un dettaglio, forse è addirittura determinante). L'anno scorso lui aveva aperto qualche prospettiva sui grandi giri con le prestazioni in Slovenia, direi che si sono subito chiuse ermeticamente.
Insomma 5 vittorie bellissime ma un po' fini a se stesse. Come sono necessariamente fini a se stessi i piazzamenti di Nibali e Pozzovivo, in questo caso per questioni anagrafiche. A parte Sobrero (forse) non ci sono corridori italiani che in questo Giro abbiano dimostrato di poter fare più di quello che già sapevamo potessero fare.
Normalmente mi trovo d'accordo sui tuoi commenti, ma stavolta credo ci sia qualche esagerazione. Hai ragione a dire che Sobrero ha approfittato della freschezza, ma non credo abbia deluso qualcuno sui GT. In primo luogo era qui senza pretese di classifica, in quanto c'era Yates, e poi, dopo il Giro di Slovenia, si parlava di lui per giri di una settimana.

Oldani ha vinto con un cast di alto livello, la fuga come nomi era una fuga da Tour. Poi certamente ha approfittato della marcatura a uomo su MVDP.

Infine Covi, ha fatto quarto al Giro Under, aspetterei a dire quale possa essere il suo orizzonte. Quest'anno ha fatto il primo salto di qualità. Vedremo


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Beppugrillo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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ciclistapazzo ha scritto: lunedì 30 maggio 2022, 9:05 Normalmente mi trovo d'accordo sui tuoi commenti, ma stavolta credo ci sia qualche esagerazione. Hai ragione a dire che Sobrero ha approfittato della freschezza, ma non credo abbia deluso qualcuno sui GT. In primo luogo era qui senza pretese di classifica, in quanto c'era Yates, e poi, dopo il Giro di Slovenia, si parlava di lui per giri di una settimana.

Oldani ha vinto con un cast di alto livello, la fuga come nomi era una fuga da Tour. Poi certamente ha approfittato della marcatura a uomo su MVDP.

Infine Covi, ha fatto quarto al Giro Under, aspetterei a dire quale possa essere il suo orizzonte. Quest'anno ha fatto il primo salto di qualità. Vedremo
Beh io un po' ci speravo in Sobrero scalatore a essere onesto (non prima del Giro, prima dell'inizio della stagione). Poi chiaro che non mi aspettavo che fosse diventato improvvisamente Contador, sicuramente ha avuto una preparazione difficile e comunque aveva Yates in squadra, però in salita non ha dato neanche mezzo segnale. Comunque quando c'è un'aspettativa delusa magari è l'aspettativa che era sbagliata, se cresce così a cronometro ci sta che non vada a tentare un avventura da scalatore che 99% si rivela infruttuosa (di un Wiggins che ce la fa ci sono 99 Tony Martin che non ce la fanno).

Oldani dobbiamo essere onesti, il cast della fuga era buono, si è ristretto ad un terzetto con zero vittorie totali nel professionismo per dinamiche più tattiche che tecniche. In quel contesto poteva sicuramente vincere, lo sapevamo prima e lo sappiamo ora. Non sappiamo ancora nulla su contesti più competitivi. Covi speriamo, se l'interruzione della perdita di secondi dagli inseguitori nella seconda parte del Fedaia si chiama reazione è già un ottimo segnale, se si chiama crisi di Novak non dice molto. Comunque un corridore bello da vedere, in questo momento è la nostra miglior risposta possibile ai vari fenomeni delle corse di un giorno, perché Bagioli ha troppi passaggi a vuoto e comunque è un corridore molto più classico e attendista come atteggiamento in corsa. Continuo a non vederlo assolutamente per i grandi giri ma non è necessariamente un limite


ciclistapazzo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Il problema di Covi e i GT potrebbe anche essere la squadra, con Pogi, Almeida e Ayuso trova più spazio come ciclista di semiclassiche o corse brevi. Io fossi in lui inizierei a testarmi su corse di una settimana in cui la UAE non porta i suoi capitani di spicco. In base a quei risultati si vedrà. Al Giro di Andalucia è stato fregato da una fuga con i big e con la sua squadra non in grado di chiudere.


bartoli
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Gabburo 2° e 4°. Ieri ci siamo abbracciati dopo l'arrivo, ero felicissimo per lui. Ricordo bene però i commenti qua quando è passato :D


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nurseryman
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Winter ha scritto: sabato 28 maggio 2022, 21:03 Direi 7
Io mi aspettavo 0 tappe
Ne son arrivate 4
Nei 10 ci son due italiani
Ok son nibali 38enne e pozzo 40enne
Però meglio che niente
8 per le tappe ma per la classifica - 2°italiano pozzovivo alla soglia di 40 anni è deprimente
speravo meglio in fortunato


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Salvatore77
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Covi mi sembra molto più adatto alle classiche che ai Gt.


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JineteRojo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Salvatore77 ha scritto: martedì 31 maggio 2022, 11:19 Covi mi sembra molto più adatto alle classiche che ai Gt.
D'accordissimo


Spartakus
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Covi per i GT è una di quella boutade da telecronista Rai che fanno malissimo al nostro movimento


nibali-san baronto
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Io però non capisco perché si debba sempre radicalizzare il dibattito. Non è che dobbiamo trovare sempre il nuovo fenomeno e dire che Ciccone sarà il nuovo Nibali, ma nemmeno dobbiamo chiuderci mentalmente alla possibilità che uno che è arrivato 4° ad un Giro d'Italia U23 in futuro possa provare a fare classifica. E lo dice uno che ce l'ha a morte con Formolo per aver sbagliato obiettivo. Però voglio dire, almeno diamoci il tempo di riflettere.

Anche perché non parlarne fino a nuova sentenza è sempre la scelta migliore.


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Beppugrillo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Non credo ci siano corridori che prendono delle decisioni sulla propria carriera in base alle opinioni di Tony Santagata e Dino Zandegù incalzati da Alessandro Fabbretti al Processo alla Tappa. Covi saprà benissimo cosa fare


Spartakus
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Beppugrillo ha scritto: martedì 31 maggio 2022, 23:19 Non credo ci siano corridori che prendono delle decisioni sulla propria carriera in base alle opinioni di Tony Santagata e Dino Zandegù incalzati da Alessandro Fabbretti al Processo alla Tappa. Covi saprà benissimo cosa fare
Siamo sicuri? Questa ricerca che va avanti da anni del nuovo messia italiano per le corse a tappe a me sembra ne abbia già bruciati diversi, da Formolo a Fortunato (arrivare quindicesimo a questo giro alla sua età a mio avviso dimostra solo che dovrebbe concentrarsi su altro). Per fortuna Ganna è stato consigliato meglio. I francesi non hanno avuto uomini da GT per anni, non è mica finito il mondo; i belgi addirittura per decenni. Preferisco mille volte un Covi che battaglia e magari vince una Liegi o una Sanremo che un Covi che imposta la sua stagione per un anonimo nono posto al Giro.


qrier
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Mi ricordo che pure Paolo Bettini fece una top10 al Giro, ma fortunatamente dopo si è dedicato alle classiche, dove ha ottenuto grandi successi.


ciclistapazzo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Spartakus ha scritto: mercoledì 1 giugno 2022, 7:29
Beppugrillo ha scritto: martedì 31 maggio 2022, 23:19 Non credo ci siano corridori che prendono delle decisioni sulla propria carriera in base alle opinioni di Tony Santagata e Dino Zandegù incalzati da Alessandro Fabbretti al Processo alla Tappa. Covi saprà benissimo cosa fare
Siamo sicuri? Questa ricerca che va avanti da anni del nuovo messia italiano per le corse a tappe a me sembra ne abbia già bruciati diversi, da Formolo a Fortunato (arrivare quindicesimo a questo giro alla sua età a mio avviso dimostra solo che dovrebbe concentrarsi su altro). Per fortuna Ganna è stato consigliato meglio. I francesi non hanno avuto uomini da GT per anni, non è mica finito il mondo; i belgi addirittura per decenni. Preferisco mille volte un Covi che battaglia e magari vince una Liegi o una Sanremo che un Covi che imposta la sua stagione per un anonimo nono posto al Giro.
Dire che Covi possa vincere una Liegi o una Sanremo è avventato come dire che possa fare classifica in un GT. È un ragazzo scattante, abbastanza veloce e adatto a finali duri (la vittoria al Andalucia) ma per ora i risultati migliori in corse di un giorno li ha in semiclassiche italiane. Lo abbiamo visto vincere una tappa di montagna dura, ma lui è stato il primo a dire di non essere uno scalatore. Sarà lui e la squadra a capire se è dove specializzarsi: corse di un giorno, corse a tappe brevi, fughe, gt (tenendo conto del lavoro di squadra che dovrà fare, stando in una squadra con capitani fortissimi e giovani).


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Beppugrillo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Spartakus ha scritto: mercoledì 1 giugno 2022, 7:29
Beppugrillo ha scritto: martedì 31 maggio 2022, 23:19 Non credo ci siano corridori che prendono delle decisioni sulla propria carriera in base alle opinioni di Tony Santagata e Dino Zandegù incalzati da Alessandro Fabbretti al Processo alla Tappa. Covi saprà benissimo cosa fare
Siamo sicuri? Questa ricerca che va avanti da anni del nuovo messia italiano per le corse a tappe a me sembra ne abbia già bruciati diversi, da Formolo a Fortunato (arrivare quindicesimo a questo giro alla sua età a mio avviso dimostra solo che dovrebbe concentrarsi su altro). Per fortuna Ganna è stato consigliato meglio. I francesi non hanno avuto uomini da GT per anni, non è mica finito il mondo; i belgi addirittura per decenni. Preferisco mille volte un Covi che battaglia e magari vince una Liegi o una Sanremo che un Covi che imposta la sua stagione per un anonimo nono posto al Giro.
Anche se si fossero "bruciati" per inseguire il sogno dei grandi giri (per me non è assolutamente così, la maglia gialla è LO scopo del ciclismo, chiunque passi e abbia caratteristiche vagamente incoraggianti per me ci deve almeno provare prima di dedicarsi ad altro) non sarebbe per la pressione dei media. Uno, perché i media che gravitano intorno al ciclismo sono totalmente ininfluenti (sono sicuro che tra la pressione dello sponsor tecnico che gli fornisce lo scarpino e la pressione dell'articoletto di Tuttobici o della chiacchiera di Fabbretti il corridore sente cento volte di più la prima). Al massimo potrebbe essere influente la Gazzetta, ma sappiamo che sul ciclismo è totalmente apatica. Poi in questo momento il 90% dei nostri corridori passa in squadre straniere o comunque con fortissima componente internazionale sia a livello di sponsor che di staff, quindi quell'eventuale pressione sarebbe filtratissima.
Comunque io fossi francese il ventennio senza corridori da gt l'avrei vissuto esattamente come la fine del mondo e anche adesso non mi sentirei proprio benissimo


Salvatore77
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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I media credo che indirettamente condizionino le scelte perché c'è la voglia di collocare nell'immaginario collettivo un italiano nelle posizioni di vertice dei GT. C'è un gran vuoto da colmare.
Covi corre in una squadra in cui 2 coetanei hanno dei risultati decisamente migliori, quindi non ci sarebbe nemmeno lo spazio nell'immediato.


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nibali-san baronto
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Ma nessuno sta ddicendo che il prossimo anno deve fare classifica. Intanto che si evolva. Se poi a 26/27 anni va abbastanza forte da fare classifica alla Valverde senza bisognondi prepararsi specificamente ne riparleremo. Semplicemente credo che non si debba né costringerlo a fare qualcosa che non è nelle sue corde oppure che non gli piace fare, né essere terrorizzati dall'idea che possa provarci in futuro. Basta non diventi un pallino.


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Giro baby

Classifica generale dopo 3 tappe

14esimo Piganzoli a 7 minuti 56 secondi
19esimo Meris a 13 minuti 45 secondi
20esimo Raccani a 13 minuti 45 secondi


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sceriffo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Winter ha scritto: lunedì 13 giugno 2022, 21:03 Giro baby

Classifica generale dopo 3 tappe

14esimo Piganzoli a 7 minuti 56 secondi
19esimo Meris a 13 minuti 45 secondi
20esimo Raccani a 13 minuti 45 secondi
Pietra tombale


ciclistapazzo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Winter ha scritto: lunedì 13 giugno 2022, 21:03 Giro baby

Classifica generale dopo 3 tappe

14esimo Piganzoli a 7 minuti 56 secondi
19esimo Meris a 13 minuti 45 secondi
20esimo Raccani a 13 minuti 45 secondi
Si sapeva che non avevamo uomini da classifica, i nostri media si nascondevano dietro alla parola outsider. Era legittimo aspettarsi una top 10 da Pingazoli. Ciuccarelli era nel gruppo dei migliori dopo il Mortirolo poi è esploso, facendo l'ultimo pezzo a livello amateur. Fatichiamo a produrre scalatori, a questo Giro il tutto è estremizzato da qualche assenza importante che potrebbe essere nella top 10. L'unica speranza è che qualcuno maturi un poco più tardi, come Covi, o esca da discipline diverse. Al momento non abbiamo nessun prospetto per i GT, quando calerà Caruso potremmo anche passare anni senza top 5 e forse neppure top 10. Dopo Caruso il migliore credo sia Masnada, che una top 10 al Giro ce l'ha... poi Fortunato ed è tutto dire.

C'è un problema a livello Juniores che non risolvi se no parzialmente facendo belle gare under 23. A livello Juniores emergono tutti ciclisti simili, come se spazio per scalatori non ce ne fosse. Tutti si specializzano in essere veloci e scattanti su salite brevi.


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

a me il problema sembra invece negli under 23..
non negli juniores


gampenpass
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da gampenpass »

ciclistapazzo ha scritto: martedì 14 giugno 2022, 7:15
Winter ha scritto: lunedì 13 giugno 2022, 21:03 Giro baby

Classifica generale dopo 3 tappe

14esimo Piganzoli a 7 minuti 56 secondi
19esimo Meris a 13 minuti 45 secondi
20esimo Raccani a 13 minuti 45 secondi
Si sapeva che non avevamo uomini da classifica, i nostri media si nascondevano dietro alla parola outsider. Era legittimo aspettarsi una top 10 da Pingazoli. Ciuccarelli era nel gruppo dei migliori dopo il Mortirolo poi è esploso, facendo l'ultimo pezzo a livello amateur. Fatichiamo a produrre scalatori, a questo Giro il tutto è estremizzato da qualche assenza importante che potrebbe essere nella top 10. L'unica speranza è che qualcuno maturi un poco più tardi, come Covi, o esca da discipline diverse. Al momento non abbiamo nessun prospetto per i GT, quando calerà Caruso potremmo anche passare anni senza top 5 e forse neppure top 10. Dopo Caruso il migliore credo sia Masnada, che una top 10 al Giro ce l'ha... poi Fortunato ed è tutto dire.

C'è un problema a livello Juniores che non risolvi se no parzialmente facendo belle gare under 23.
A livello Juniores emergono tutti ciclisti simili, come se spazio per scalatori non ce ne fosse. Tutti si specializzano in essere veloci e scattanti su salite brevi.


Come mai sono tutti passisti?
Non ci sono corse per scalatori in Italia nelle categorie Juniores?


luketaro
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da luketaro »

gampenpass ha scritto: martedì 14 giugno 2022, 15:51
ciclistapazzo ha scritto: martedì 14 giugno 2022, 7:15
Winter ha scritto: lunedì 13 giugno 2022, 21:03 Giro baby

Classifica generale dopo 3 tappe

14esimo Piganzoli a 7 minuti 56 secondi
19esimo Meris a 13 minuti 45 secondi
20esimo Raccani a 13 minuti 45 secondi
Si sapeva che non avevamo uomini da classifica, i nostri media si nascondevano dietro alla parola outsider. Era legittimo aspettarsi una top 10 da Pingazoli. Ciuccarelli era nel gruppo dei migliori dopo il Mortirolo poi è esploso, facendo l'ultimo pezzo a livello amateur. Fatichiamo a produrre scalatori, a questo Giro il tutto è estremizzato da qualche assenza importante che potrebbe essere nella top 10. L'unica speranza è che qualcuno maturi un poco più tardi, come Covi, o esca da discipline diverse. Al momento non abbiamo nessun prospetto per i GT, quando calerà Caruso potremmo anche passare anni senza top 5 e forse neppure top 10. Dopo Caruso il migliore credo sia Masnada, che una top 10 al Giro ce l'ha... poi Fortunato ed è tutto dire.

C'è un problema a livello Juniores che non risolvi se no parzialmente facendo belle gare under 23.
A livello Juniores emergono tutti ciclisti simili, come se spazio per scalatori non ce ne fosse. Tutti si specializzano in essere veloci e scattanti su salite brevi.


Come mai sono tutti passisti?
Non ci sono corse per scalatori in Italia nelle categorie Juniores?
A leggere i post di Nibali S. Baronto sembrerebbe che effettivamente non ce ne siano.

Motivazione e che a me sembra quantomeno parziale, perché ad esempio non spiega come facciano Inghilterra e Australia a tirar fuori fior fiore di scalatori (e qualcuno argomenterebbe dicendo che però loro puntano su altro, come le cronometro, ma questo non spiega come vengano fuori scalatori come Hindley o Yates invece che gente più simile a Thomas e Wiggins, senza contare che anche in Italia si punta sulle crono, ed infatti abbiamo cronomen fortissimi ma non GTisti). Senza contare che, visto che il movimento italiano è comunque abbastanza ampio, qualcuno esplosivo che poi si rivela anche forte in salita, o comunque uno scalatore con un motore troppo superiore per non emergere sarebbe dovuto venire fuori.


nibali-san baronto
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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luketaro ha scritto: martedì 14 giugno 2022, 18:34
gampenpass ha scritto: martedì 14 giugno 2022, 15:51
ciclistapazzo ha scritto: martedì 14 giugno 2022, 7:15

Si sapeva che non avevamo uomini da classifica, i nostri media si nascondevano dietro alla parola outsider. Era legittimo aspettarsi una top 10 da Pingazoli. Ciuccarelli era nel gruppo dei migliori dopo il Mortirolo poi è esploso, facendo l'ultimo pezzo a livello amateur. Fatichiamo a produrre scalatori, a questo Giro il tutto è estremizzato da qualche assenza importante che potrebbe essere nella top 10. L'unica speranza è che qualcuno maturi un poco più tardi, come Covi, o esca da discipline diverse. Al momento non abbiamo nessun prospetto per i GT, quando calerà Caruso potremmo anche passare anni senza top 5 e forse neppure top 10. Dopo Caruso il migliore credo sia Masnada, che una top 10 al Giro ce l'ha... poi Fortunato ed è tutto dire.

C'è un problema a livello Juniores che non risolvi se no parzialmente facendo belle gare under 23.
A livello Juniores emergono tutti ciclisti simili, come se spazio per scalatori non ce ne fosse. Tutti si specializzano in essere veloci e scattanti su salite brevi.


Come mai sono tutti passisti?
Non ci sono corse per scalatori in Italia nelle categorie Juniores?
A leggere i post di Nibali S. Baronto sembrerebbe che effettivamente non ce ne siano.

Motivazione e che a me sembra quantomeno parziale, perché ad esempio non spiega come facciano Inghilterra e Australia a tirar fuori fior fiore di scalatori (e qualcuno argomenterebbe dicendo che però loro puntano su altro, come le cronometro, ma questo non spiega come vengano fuori scalatori come Hindley o Yates invece che gente più simile a Thomas e Wiggins, senza contare che anche in Italia si punta sulle crono, ed infatti abbiamo cronomen fortissimi ma non GTisti). Senza contare che, visto che il movimento italiano è comunque abbastanza ampio, qualcuno esplosivo che poi si rivela anche forte in salita, o comunque uno scalatore con un motore troppo superiore per non emergere sarebbe dovuto venire fuori.
Rispetto a quello che vi dico temo che rimanga sempre poco chiaro un passaggio: se lo scalatore non riesce ad emergere viene ignorato anche se esiste. Facendo sempre riferimento alla mia esperienza personale, come scrivevo più su, se (in via del tutto ipotetica) fossi stato uno scalatore con un futuro io non avrei avuto modo di emergere e farmi vedere in mezza ad una marea di velocisti e\o ragazzi precoci iperallenati. Hindley in Australia ha molta meno concorrenza ed emerge più facilmente. Hindley in Italia sarebbe stato scambiato per una pippa dall'80% dei tecnici giovanili italiani ed avrebbe smesso di correre a 18 anni.


Salvatore77
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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nibali-san baronto ha scritto: martedì 14 giugno 2022, 19:25 Rispetto a quello che vi dico temo che rimanga sempre poco chiaro un passaggio: se lo scalatore non riesce ad emergere viene ignorato anche se esiste. Facendo sempre riferimento alla mia esperienza personale, come scrivevo più su, se (in via del tutto ipotetica) fossi stato uno scalatore con un futuro io non avrei avuto modo di emergere e farmi vedere in mezza ad una marea di velocisti e\o ragazzi precoci iperallenati. Hindley in Australia ha molta meno concorrenza ed emerge più facilmente. Hindley in Italia sarebbe stato scambiato per una pippa dall'80% dei tecnici giovanili italiani ed avrebbe smesso di correre a 18 anni.
Magari hai ragione, ma potevi portare un esempio differente rispetto a Hindley.


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nibali-san baronto
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Salvatore77 ha scritto: martedì 14 giugno 2022, 19:42
nibali-san baronto ha scritto: martedì 14 giugno 2022, 19:25 Rispetto a quello che vi dico temo che rimanga sempre poco chiaro un passaggio: se lo scalatore non riesce ad emergere viene ignorato anche se esiste. Facendo sempre riferimento alla mia esperienza personale, come scrivevo più su, se (in via del tutto ipotetica) fossi stato uno scalatore con un futuro io non avrei avuto modo di emergere e farmi vedere in mezza ad una marea di velocisti e\o ragazzi precoci iperallenati. Hindley in Australia ha molta meno concorrenza ed emerge più facilmente. Hindley in Italia sarebbe stato scambiato per una pippa dall'80% dei tecnici giovanili italiani ed avrebbe smesso di correre a 18 anni.
Magari hai ragione, ma potevi portare un esempio differente rispetto a Hindley.
Ho citato Hindley perché era un nome che era già stato fatto e che corrisponde in tutto e per tutto al tipo di corridori che non troviamo da una vita.


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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gampenpass ha scritto: martedì 14 giugno 2022, 15:51
Come mai sono tutti passisti?
Non ci sono corse per scalatori in Italia nelle categorie Juniores?
Ma quali sono sti passisti?
Se andiamo al mondiale junior a crono..un miracolo andare in top 10

Scorsa settimana trofeo saarland, manche di cdm
https://firstcycling.com/m/race.php?r=8 ... &e=03#race
Primo dodicesimo
Vaud, altra manche
https://firstcycling.com/m/race.php?r=927&y=2022&e=03
Primo 43esimo
Morbihan ..
https://firstcycling.com/m/race.php?r=817&y=2022&e=02
Primo quindicesimo


luketaro
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da luketaro »

nibali-san baronto ha scritto: martedì 14 giugno 2022, 19:25
luketaro ha scritto: martedì 14 giugno 2022, 18:34
gampenpass ha scritto: martedì 14 giugno 2022, 15:51 [/glow]

Come mai sono tutti passisti?
Non ci sono corse per scalatori in Italia nelle categorie Juniores?
A leggere i post di Nibali S. Baronto sembrerebbe che effettivamente non ce ne siano.

Motivazione e che a me sembra quantomeno parziale, perché ad esempio non spiega come facciano Inghilterra e Australia a tirar fuori fior fiore di scalatori (e qualcuno argomenterebbe dicendo che però loro puntano su altro, come le cronometro, ma questo non spiega come vengano fuori scalatori come Hindley o Yates invece che gente più simile a Thomas e Wiggins, senza contare che anche in Italia si punta sulle crono, ed infatti abbiamo cronomen fortissimi ma non GTisti). Senza contare che, visto che il movimento italiano è comunque abbastanza ampio, qualcuno esplosivo che poi si rivela anche forte in salita, o comunque uno scalatore con un motore troppo superiore per non emergere sarebbe dovuto venire fuori.
Rispetto a quello che vi dico temo che rimanga sempre poco chiaro un passaggio: se lo scalatore non riesce ad emergere viene ignorato anche se esiste. Facendo sempre riferimento alla mia esperienza personale, come scrivevo più su, se (in via del tutto ipotetica) fossi stato uno scalatore con un futuro io non avrei avuto modo di emergere e farmi vedere in mezza ad una marea di velocisti e\o ragazzi precoci iperallenati. Hindley in Australia ha molta meno concorrenza ed emerge più facilmente. Hindley in Italia sarebbe stato scambiato per una pippa dall'80% dei tecnici giovanili italiani ed avrebbe smesso di correre a 18 anni.
E infatti Hindley ha corso delle gare juniores in Italia, ottenendo anche discreti risultati (alcune top 10), nulla di trascendentale ma sufficiente per entrare nei radar di qualche squadra Continental o u23.
Lo stesso Fortunato da juniores di piazzamenti ne ha ottenuti parecchi, magari non sufficienti da venire considerato una grande promessa ma sicuramente abbastanza per proseguire la sua carriera.
Fortunato è uno scalatore puro, esattamente la tipologia di ciclista che dovrebbe faticare ad emergere e che al momento non mi sembra nemmeno particolarmente talentuoso, eppure il suo periodo da juniores non è certo stato anonimo.

Ora, o Fortunato, Hindley e tutti gli altri con caratteristiche e risultati simili hanno seriamente fatto fatica a trovare una squadra per continuare, tante volte non trovandola affatto, e allora qui c'è un altro tipo di problema mentre la tipologia dei percorsi è solo qualcosa di minore oppure Fortunato è uno dei pochi scalatori italiani venuti fuori, perché è stato uno dei pochissimi che comunque è riuscito a mettersi in mostra mentre gli altri non sono stati in grado di farlo perché erano ancora più scarsi di lui, allora abbiamo un grossissimo problema di talento, nel quale, ancora una volta, i tracciati delle corse Juniores c'entrano poco.
L'altra ipotesi è che il talento viene fuori solo al primo anno da under e prima non conta nulla. Ma è possibile che uno con un motore e il talento per vincere il giro d'Italia, o anche solo per essere un gregario di lusso non riesca ad emergere in un contesto in cui la stragrande maggioranza dei suoi avversari non arriverà nemmeno a fare il professionista?


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jan80
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da jan80 »

Al 90% il motore per fare il prof si vede dalla categoria Juniores,se uno da giovane non fa' particolari risultati senza che abbia avuto problemi fisici e si e' allenato sempre bene,non puo' esplodere a 23 o 24 anni,in quel caso sta combinando qualcosa


nibali-san baronto
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

luketaro ha scritto: martedì 14 giugno 2022, 22:22
nibali-san baronto ha scritto: martedì 14 giugno 2022, 19:25
luketaro ha scritto: martedì 14 giugno 2022, 18:34

A leggere i post di Nibali S. Baronto sembrerebbe che effettivamente non ce ne siano.

Motivazione e che a me sembra quantomeno parziale, perché ad esempio non spiega come facciano Inghilterra e Australia a tirar fuori fior fiore di scalatori (e qualcuno argomenterebbe dicendo che però loro puntano su altro, come le cronometro, ma questo non spiega come vengano fuori scalatori come Hindley o Yates invece che gente più simile a Thomas e Wiggins, senza contare che anche in Italia si punta sulle crono, ed infatti abbiamo cronomen fortissimi ma non GTisti). Senza contare che, visto che il movimento italiano è comunque abbastanza ampio, qualcuno esplosivo che poi si rivela anche forte in salita, o comunque uno scalatore con un motore troppo superiore per non emergere sarebbe dovuto venire fuori.
Rispetto a quello che vi dico temo che rimanga sempre poco chiaro un passaggio: se lo scalatore non riesce ad emergere viene ignorato anche se esiste. Facendo sempre riferimento alla mia esperienza personale, come scrivevo più su, se (in via del tutto ipotetica) fossi stato uno scalatore con un futuro io non avrei avuto modo di emergere e farmi vedere in mezza ad una marea di velocisti e\o ragazzi precoci iperallenati. Hindley in Australia ha molta meno concorrenza ed emerge più facilmente. Hindley in Italia sarebbe stato scambiato per una pippa dall'80% dei tecnici giovanili italiani ed avrebbe smesso di correre a 18 anni.
E infatti Hindley ha corso delle gare juniores in Italia, ottenendo anche discreti risultati (alcune top 10), nulla di trascendentale ma sufficiente per entrare nei radar di qualche squadra Continental o u23.
Lo stesso Fortunato da juniores di piazzamenti ne ha ottenuti parecchi, magari non sufficienti da venire considerato una grande promessa ma sicuramente abbastanza per proseguire la sua carriera.
Fortunato è uno scalatore puro, esattamente la tipologia di ciclista che dovrebbe faticare ad emergere e che al momento non mi sembra nemmeno particolarmente talentuoso, eppure il suo periodo da juniores non è certo stato anonimo.

Ora, o Fortunato, Hindley e tutti gli altri con caratteristiche e risultati simili hanno seriamente fatto fatica a trovare una squadra per continuare, tante volte non trovandola affatto, e allora qui c'è un altro tipo di problema mentre la tipologia dei percorsi è solo qualcosa di minore oppure Fortunato è uno dei pochi scalatori italiani venuti fuori, perché è stato uno dei pochissimi che comunque è riuscito a mettersi in mostra mentre gli altri non sono stati in grado di farlo perché erano ancora più scarsi di lui, allora abbiamo un grossissimo problema di talento, nel quale, ancora una volta, i tracciati delle corse Juniores c'entrano poco.
L'altra ipotesi è che il talento viene fuori solo al primo anno da under e prima non conta nulla. Ma è possibile che uno con un motore e il talento per vincere il giro d'Italia, o anche solo per essere un gregario di lusso non riesca ad emergere in un contesto in cui la stragrande maggioranza dei suoi avversari non arriverà nemmeno a fare il professionista?
Tutto condivisibile, per cui incasso il colpo e provo a ribattere.
Intanto ci tengo a ribadire un punto: per me il punto fondamentale è che non c'è più la base, non ci sono più bambini che corrono e questo riduce drasticamente la possibilità di trovare talenti, è un fatto matematico.

Data questa premessa ci sono dei problemi culturali che emergono da alcuni dettagli (tra cui il modo in cui sono costruiti i percorsi delle gare).
Una cosa che mi sento di dire è che bisogna un po' svincolarsi dai casi individuali, perché per ognuno entra in gioco il percorso di crescita avuto nelle varie categorie, che spesso non conosciamo.

Ragioniamo sui massimi sistemi: se io ho un talento tra le mani non devo allenarlo di più per farlo vincere più facilmente, ma al contrario devo tenere il freno a mano tirato in modo da lasciargli margine per fare il salto di qualità nel momento necessario. Questo in teoria, nella pratica è più complicato, per i seguenti motivi:
1) Chi va forte da esordiente non è detto che vada forte da U23
2) Chi ha bisogno di crescere non ha tutto il tempo del mondo per farlo, perché se da junior non inizi a fare qualcosa rimbalzi.
Il paradosso è dunque che applicando il concetto base si rischia di tenere a bada uno che va forte ma non ha futuro e di far spingere uno che ha ancora da crescere e invece sarebbe da tenere tranquillo. A nostro favore vengono l'esperienza e il buon senso che ci permettono:
1) di capire con buona probabilità se uno che va forte da esordiente o allievo abbia o meno margini di miglioramento
2) di vedere sia in allenamento che in corsa che tipo di corridore si ha di fronte e capirne le qualità
Questi però sono giudizi che può trarre solo il DS del singolo atleta e per di più lo può fare solo se ha un minimo di cervello e di preparazione tecnica.

Detto tutto questo è difficile capire esattamente quale significato dare al percorso fatto da Hindley, Fortunato o chi volete voi, perché non sappiamo come si è allenato in gioventù. Facendo un attimo il malizioso, se io guardo il percorso di Fortunato mi sorge almeno qualche dubbio: come può uno scalatore puro che come unica dote ha il fondo e la regolarità aver vinto 17 corse da esordiente e 21 corse da allievo?

Io posso prendervi come esempio Alessandro Verre, uno scalatore che ce l'ha fatta e sta già rendendo discretamente anche tra i professionisti. Un po' per le caratteristiche, un po' perché essendo del sud ha corso meno (ma questo non è assolutamente un disvalore), ha vinto "solo" 5 corse da esordiente, e 2 da allievo (a vuoto da secondo anno, credo per un infortunio). Dopodiché passa junior e vince 2 corse da primo anno (anche in questo caso martoriato da un infortunio) e 12 (!!!) da secondo anno. Significa che un po' per necessità e un po' per lungimiranza si è tenuto il salto di qualità per quando serviva.

Vi lancio un altro spunto per sintesi: se quindi Verre ha vinto 14 corse da junior ed è sembrata un'esplosione, Fortunato ha vinto 12 corse da junior ed è sembrato normale se non in calando.

Giustamente qualcuno dirà: bene, ma quindi ci stai dicendo che gli scalatori possono vincere nelle categorie giovanili anche con i percorsi attuali!
Io vi rispondo ni. Nel senso che i due casi presi in considerazione sono comunque dei discreti talenti di cui il secondo peraltro è possibile che vincesse un po' troppo facilmente perché sovraccaricato di allenamenti.
_____________________________________________________________________________________

Ora ci metto io la faccia come DS di una squadra di allievi. Un problema che sto notando in Toscana (che forse è molto meno accentuato in altre regioni) è che ormai c'è più attendismo in una corsa di allievi che in una di professionisti. Alcune settimane fa una corsa è stata chiusa alla media ridicola di 33 km\h, praticamente equiparabile ad un allenamento ad andatura sostenuta. Se il livello rimane così basso non emergono i talenti, ma solo chi ha spunto di velocità q.b.

Io ho un ragazzo che per come rende in allenamento e per come gli funziona il cuore in corsa (mi sta tranquillamente tra soglia e fuorisoglia per decine di minuti senza accusare cedimenti evidenti) sono sicuro che abbia un fondo eccezionale che varrebbe la pena di essere testato in circostanze idonee. Mi fermo qui, non vi dico che è un talento sicuro, ma solo che ha una dote che bisognerebbe misurare per capire se ci sia o no margine per cavarci qualcosa. Essendo che è il classico scalatorino che deve terminare lo sviluppo, si trova giocoforza a fronteggiare un gruppo massiccio di ragazzi che in circuiti tradizionali lo battono (un po' anche perché hanno il doppio dei km). Il paradosso è che in assenza dei corridori più forti si va talmente piano da uscirne fuori gare ridicole come quella già citata e a quel punto serve un'esplosività che non ha (e che per inciso non posso forzare perché andrei a mettere sottopressione un organismo ancora in fase di sviluppo). In questo momento l'unica occasione che ho è attendere le corse più impegnative d'estate, dove ci sarà da stare per 90 km sotto il sole e magari qualcuno che ha fatto troppi km andrà a calare di rendimento.

Se il ragazzo non si piazza in quelle occasioni non riesce nemmeno a passare junior (o meglio ci riesce perché in Toscana siamo talmente pochi che ci son più squadre che corridori, ma fino a qualche anno fa rischiava seriamente di restare a piedi). Poi è evidente che ci vuole un po' di sano realismo e dire: "vabbè se fosse un talento avrebbe già fatto qualcosa". Ma tra riempire i dilettanti di una schiera infinita di velocisti senza futuro e lasciare il posto a qualche scalatore in più di livello medio-alto preferisco comunque la seconda, perché è più probabile trovare un talento tra i secondi che un corridore completo tra i primi.


cycling_chrnicles
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Relativamente al discorso Hindley, in Australia e in Nuova Zelanda c'è un interessante ecosistema ricco di corse a tappe che qua in Italia ci sognamo.

Ora qua non so come sia là la situazione tra gli allievi, ma tra i dilettanti se la cavano molto meglio.

Corse a tappe NE e .2 che si sono svolte tra Australia e Nuova Zelanda nel 2019 (ultima stagione pre Covid): 13

Corse a tappe NE e .2 che si sono svolte in Italia nel 2019: 4

Ora Hindley ha uno storico molto particolare, ma i vari O'Connor, Storer, Lucas Hamilton, Jay Vine ne hanno corse parecchie di gare a tappe in patria prima di venire di qua.

Fortunato, al primo anno da U23, non ha potuto fare alcuna corsa a tappe in Italia. Ha fatto Limousin, Fiordi e Oberosterreich. Solo l'ultima è effettivamente una gara per gente che va forte in salita.

Junior e allievi sono categorie che non dicono assolutamente nulla, comunque, sempre più piene di gente che va forte perché vive e si allena come i pro. I rivali principali di Evenepoel erano Mahyrhofer e Karel Vacek. Dove sono finiti adesso? Il problema, come dice NSB, è che per passare di categoria ti vengono chiesti i risultati e questo innesca un circolo vizioso che dà il colpo di grazia al già morente ciclismo giovanile italiano. Non tutti sono Pogacar ed Evenepoel che vincono tra gli junior gare di peso benché fisicamente molto acerbi (Pogi) o alle prime esperienze in bici (Remco). Ogni corridore ha un orologio biologico diverso e certi equilibri non andrebbero toccati.

Chiaramente, ogni tanto, ci sono ancora le eccezioni. E' il caso di Aleotti, che da junior era uno dei tanti, perché evidentemente faceva le cose con calma, poi passa con uno dei migliori vivai d'Italia e al secondo anno da U23 a momenti vince l'Avenir. Peccato che al giorno d'oggi, ormai, in pochi prendano esempio da Aleotti.


nibali-san baronto
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

cycling_chrnicles ha scritto: mercoledì 15 giugno 2022, 2:19 Ora qua non so come sia là la situazione tra gli allievi, ma tra i dilettanti se la cavano molto meglio.
Premesso che è tutto ineccepibile, mi limito (per risparmare spazio) a colmare questo dubbio.

Allievi
Corse a tappe non previste per regolamento

Juniores
2 prove di categoria 2.14: Giro del Friuli e Giro della Valdera
2 prove di categoria 2.1: Giro della Lunigiana e Giro della Basilicata
Specifico, se non vado errato, che alle prove 2.1 si partecipa quasi esclusivamente per convocazione nelle rappresentative, mentre le 2.14 sono rivolte alle squadre di club con partecipazione a invito. Ergo il corridore che non è ancora riuscito ad emergere ha bisogno delle 2.14 e non delle 2.1.

Chiudo dicendo che la nascita di questo Giro della Valdera mi stuzzica, perché potrò finalmente vedere di persona la differenza sugli juniores toscani tra correre per un giorno solo e correre per tre giorni di fila. Rimprovero agli organizzatori solo l'assenza di un arrivo in salita veramente impegnativo (anche se la seconda tappa a Chianni può farne le veci).


nibali-san baronto
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da nibali-san baronto »

Direi che casca a fagiolo. Probabilmente al posto di Cassani avrei risposto la stessa cosa.

https://m.facebook.com/story.php?story_ ... 4561554008


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chinaski89
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da chinaski89 »

Ineccepibile. Bravo Cassani, ma lui si sa da mo che è un gigante. Peccato il contesto in cui gli tocca operare


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

:uhm:
Ma magari groupama , ag2r , jumbo ecc hanno budget tripli rispetto alle ns. Continental
E andare in trasferta in mezza Europa non ci si va gratis..

Per me la tappa , specie come terza, era un po estrema
Tranne i primi 30 (e son largo) non sarà servito a nulla
Visto che si saranno attaccati alla macchina per km


Bomby
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Bomby »

Winter ha scritto: giovedì 16 giugno 2022, 20:45 :uhm:
Ma magari groupama , ag2r , jumbo ecc hanno budget tripli rispetto alle ns. Continental
E andare in trasferta in mezza Europa non ci si va gratis..

Per me la tappa , specie come terza, era un po estrema
Tranne i primi 30 (e son largo) non sarà servito a nulla
Visto che si saranno attaccati alla macchina per km
Ma non dovrebbe essere necessario andare in giro per mezza Europa per trovare corse allenanti nel senso che allenano ai tracciati del WT. Sfuggirà a molti, ma l'Italia è attraversata da Alpi e Appennini e quasi in ogni regione è possibile tracciare corse dalle caratteristiche più disparate: dalla pianura, agli sterrati, alle corse mosse, ai muri, alle cote tipo Liegi, alle montagne vere e proprie.
Se però ci si accontenta di fare le corse attorno al campanile, non si va lontano. E magari con una regia superiore si potrebbero accorpare diverse corse di un giorno in gare a tappe: ogni organizzatore organizza la sua tappa, usa i suoi sponsor, ma alla fine si fa una classifica (e valgono le regole delle corse a tappe, ovvio). E la stessa regia superiore potrebbe gestire un calendario facendo in modo che le gare di tipo diverso siano omogeneamente distribuite sia sul territorio sia nell'arco della stagione. Perché una corsa sui muri la puoi fare in Veneto come nelle Marche come in Lombardia o in Umbria o chissà dove. Se una squadra ha un corridore buono e un po' di soldi per fare qualche trasferta, può organizzare un calendario dedicato.
Se poi si obbligassero (incoraggiassero?) le Gran Fondo a creare una gara giovanile contemporanea, si risolverebbero molti problemi organizzativi (le strutture ci sono già, la scorta tecnica idem, le strade sono già chiuse, si tratta solo di mettere in piedi le normali dotazioni di una corsa giovanile) e si darebbe modo agli scalatori di mostrare le proprie doti su percorsi impegnativi, e magari arriva anche qualcuno da fuori con cui si può fare cassa.


TheArchitect99
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da TheArchitect99 »

Scusate l'off topic, ma la salita all'11% medio della tappa al Giro Under é inedita? Mi sembra strano non venga usata spesso al Giro d'italia, anche se la vicinanza con il Mortirolo mi fa venire il dubbio che sia un versante particolare. :D


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

TheArchitect99 ha scritto: venerdì 17 giugno 2022, 2:15 Scusate l'off topic, ma la salita all'11% medio della tappa al Giro Under é inedita? Mi sembra strano non venga usata spesso al Giro d'italia, anche se la vicinanza con il Mortirolo mi fa venire il dubbio che sia un versante particolare. :D
Si inedita


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

Bomby ha scritto: giovedì 16 giugno 2022, 21:51
Winter ha scritto: giovedì 16 giugno 2022, 20:45 :uhm:
Ma magari groupama , ag2r , jumbo ecc hanno budget tripli rispetto alle ns. Continental
E andare in trasferta in mezza Europa non ci si va gratis..

Per me la tappa , specie come terza, era un po estrema
Tranne i primi 30 (e son largo) non sarà servito a nulla
Visto che si saranno attaccati alla macchina per km
Ma non dovrebbe essere necessario andare in giro per mezza Europa per trovare corse allenanti nel senso che allenano ai tracciati del WT. Sfuggirà a molti, ma l'Italia è attraversata da Alpi e Appennini e quasi in ogni regione è possibile tracciare corse dalle caratteristiche più disparate: dalla pianura, agli sterrati, alle corse mosse, ai muri, alle cote tipo Liegi, alle montagne vere e proprie.
Se però ci si accontenta di fare le corse attorno al campanile, non si va lontano. E magari con una regia superiore si potrebbero accorpare diverse corse di un giorno in gare a tappe: ogni organizzatore organizza la sua tappa, usa i suoi sponsor, ma alla fine si fa una classifica (e valgono le regole delle corse a tappe, ovvio). E la stessa regia superiore potrebbe gestire un calendario facendo in modo che le gare di tipo diverso siano omogeneamente distribuite sia sul territorio sia nell'arco della stagione. Perché una corsa sui muri la puoi fare in Veneto come nelle Marche come in Lombardia o in Umbria o chissà dove. Se una squadra ha un corridore buono e un po' di soldi per fare qualche trasferta, può organizzare un calendario dedicato.
Se poi si obbligassero (incoraggiassero?) le Gran Fondo a creare una gara giovanile contemporanea, si risolverebbero molti problemi organizzativi (le strutture ci sono già, la scorta tecnica idem, le strade sono già chiuse, si tratta solo di mettere in piedi le normali dotazioni di una corsa giovanile) e si darebbe modo agli scalatori di mostrare le proprie doti su percorsi impegnativi, e magari arriva anche qualcuno da fuori con cui si può fare cassa.
Esattamente
Ma la gestione federale precedente (quella attuale dubito farà pure lei qualcosa) molto attenta alle gran fondo.. non ci ha mai pensato
Magari il giorno prima

I tesserati junior o under 23 possono fare le gran fondo?

Cassani è stato per anni in federazione..


ciclistapazzo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da ciclistapazzo »

A leggere le interviste ad addetti ai lavori e ds del mondo juniores e under 23 si capisce che non cambierà nulla. Tutti a fare muri e dire che siamo bravissimi, anzi i migliori...


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

Me le riporti queste interviste
Dove hanno detto che son bravissimi..e che siamo i migliori
Io non le ho lette

Vedo piuttosto molta rassegnazione


ciclistapazzo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da ciclistapazzo »

Winter ha scritto: venerdì 17 giugno 2022, 7:15 Me le riporti queste interviste
Dove hanno detto che son bravissimi..e che siamo i migliori
Io non le ho lette

Vedo piuttosto molta rassegnazione
https://bici.pro/news/giovani/borgo-mol ... ie-futuro/

Esempio di questa mattina

https://www.quibicisport.it/2022/06/16/ ... oppo-dura/

Esempio di ieri... io normalmente non riporto notizie di altri siti per rispetto per cicloweb


Bomby
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Bomby »

Winter ha scritto: venerdì 17 giugno 2022, 6:11
Bomby ha scritto: giovedì 16 giugno 2022, 21:51
Winter ha scritto: giovedì 16 giugno 2022, 20:45 :uhm:
Ma magari groupama , ag2r , jumbo ecc hanno budget tripli rispetto alle ns. Continental
E andare in trasferta in mezza Europa non ci si va gratis..

Per me la tappa , specie come terza, era un po estrema
Tranne i primi 30 (e son largo) non sarà servito a nulla
Visto che si saranno attaccati alla macchina per km
Ma non dovrebbe essere necessario andare in giro per mezza Europa per trovare corse allenanti nel senso che allenano ai tracciati del WT. Sfuggirà a molti, ma l'Italia è attraversata da Alpi e Appennini e quasi in ogni regione è possibile tracciare corse dalle caratteristiche più disparate: dalla pianura, agli sterrati, alle corse mosse, ai muri, alle cote tipo Liegi, alle montagne vere e proprie.
Se però ci si accontenta di fare le corse attorno al campanile, non si va lontano. E magari con una regia superiore si potrebbero accorpare diverse corse di un giorno in gare a tappe: ogni organizzatore organizza la sua tappa, usa i suoi sponsor, ma alla fine si fa una classifica (e valgono le regole delle corse a tappe, ovvio). E la stessa regia superiore potrebbe gestire un calendario facendo in modo che le gare di tipo diverso siano omogeneamente distribuite sia sul territorio sia nell'arco della stagione. Perché una corsa sui muri la puoi fare in Veneto come nelle Marche come in Lombardia o in Umbria o chissà dove. Se una squadra ha un corridore buono e un po' di soldi per fare qualche trasferta, può organizzare un calendario dedicato.
Se poi si obbligassero (incoraggiassero?) le Gran Fondo a creare una gara giovanile contemporanea, si risolverebbero molti problemi organizzativi (le strutture ci sono già, la scorta tecnica idem, le strade sono già chiuse, si tratta solo di mettere in piedi le normali dotazioni di una corsa giovanile) e si darebbe modo agli scalatori di mostrare le proprie doti su percorsi impegnativi, e magari arriva anche qualcuno da fuori con cui si può fare cassa.
Esattamente
Ma la gestione federale precedente (quella attuale dubito farà pure lei qualcosa) molto attenta alle gran fondo.. non ci ha mai pensato
Magari il giorno prima

I tesserati junior o under 23 possono fare le gran fondo?

Cassani è stato per anni in federazione..
Non sono il massimo esperto di gran fondo, ma se ho ben capito di solito partono all'alba e si concludono verso mezzogiorno. Le corse ciclistiche di solito partono a mezzogiorno e si concludono nel pomeriggio. Posto che molto probabilmente per una gara giovanile è più opportuno il percorso medio più che il lungo (tipicamente), non dovrebbe essere troppo difficile incastrare il tutto anche nella stessa giornata. Magari gli juniores fanno il corto, gli under il medio, scalati un po' per non farli incrociare.


TheArchitect99
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da TheArchitect99 »

Winter ha scritto: venerdì 17 giugno 2022, 6:05
TheArchitect99 ha scritto: venerdì 17 giugno 2022, 2:15 Scusate l'off topic, ma la salita all'11% medio della tappa al Giro Under é inedita? Mi sembra strano non venga usata spesso al Giro d'italia, anche se la vicinanza con il Mortirolo mi fa venire il dubbio che sia un versante particolare. :D
Si inedita
Ah bene allora, sarebbe un'ottima aggiunta per il Giro in futuro. Tral'altro ho visto che in questo Giro Under torna anche il Fauniera dopo un sacco di anni,bel percorso.


Winter
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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

ciclistapazzo ha scritto: venerdì 17 giugno 2022, 7:52
Winter ha scritto: venerdì 17 giugno 2022, 7:15 Me le riporti queste interviste
Dove hanno detto che son bravissimi..e che siamo i migliori
Io non le ho lette

Vedo piuttosto molta rassegnazione
https://bici.pro/news/giovani/borgo-mol ... ie-futuro/

Esempio di questa mattina

https://www.quibicisport.it/2022/06/16/ ... oppo-dura/

Esempio di ieri... io normalmente non riporto notizie di altri siti per rispetto per cicloweb
In nessuna delle due interviste han detto che son i migliori
Tuttobici ha fatto diverse interviste ai capi delle più importanti squadre continental nostrane
https://www.tuttobiciweb.it/article/202 ... a-beltrami


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Re: La crisi del ciclismo italiano

Messaggio da leggere da Winter »

Bomby ha scritto: venerdì 17 giugno 2022, 8:19
Non sono il massimo esperto di gran fondo, ma se ho ben capito di solito partono all'alba e si concludono verso mezzogiorno. Le corse ciclistiche di solito partono a mezzogiorno e si concludono nel pomeriggio. Posto che molto probabilmente per una gara giovanile è più opportuno il percorso medio più che il lungo (tipicamente), non dovrebbe essere troppo difficile incastrare il tutto anche nella stessa giornata. Magari gli juniores fanno il corto, gli under il medio, scalati un po' per non farli incrociare.
Si quelle estive
Il problema è che I primi finiscono a mezzogiorno una..tutti gli altri anche 6 ore dopo
Se no la tua idea sarebbe perfetta
Io metterei under lungo , juniores medio , allievi corto

Da isolati..gli lascerei la possibilità di correre le gran fondo


Bomby
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Winter ha scritto: venerdì 17 giugno 2022, 21:01
Bomby ha scritto: venerdì 17 giugno 2022, 8:19
Non sono il massimo esperto di gran fondo, ma se ho ben capito di solito partono all'alba e si concludono verso mezzogiorno. Le corse ciclistiche di solito partono a mezzogiorno e si concludono nel pomeriggio. Posto che molto probabilmente per una gara giovanile è più opportuno il percorso medio più che il lungo (tipicamente), non dovrebbe essere troppo difficile incastrare il tutto anche nella stessa giornata. Magari gli juniores fanno il corto, gli under il medio, scalati un po' per non farli incrociare.
Si quelle estive
Il problema è che I primi finiscono a mezzogiorno una..tutti gli altri anche 6 ore dopo
Se no la tua idea sarebbe perfetta
Io metterei under lungo , juniores medio , allievi corto

Da isolati..gli lascerei la possibilità di correre le gran fondo
Basta piazzare adeguati cecchini (bastano anche valenti cacciatori di frodo) predisposti ad abbattere i ritardatari.

Oppure si ritarda la partenza della gran fondo e anticipa la corsa giovanile, tanto lì non c'è l'obbligo di chiudere la gara e il tempo limite è molto più stretto. Oppure si cambia giorno come dici tu, che risolve molti mal di testa.


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sceriffo
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Re: La crisi del ciclismo italiano

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Anche oggi Eolo un disastro


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