E menomale che continua ad arrampicarsi, il ruolo che ricopre non gli può concedere di criticare il movimentoGiboSimoni ha scritto: ↑giovedì 8 aprile 2021, 18:20
stimo Cassani ma sta continuando a d arrampicarsi sugli specchi. Vuole salvare qualcosa che sta affondando senza sosta.
La crisi del ciclismo italiano
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Re: La crisi del ciclismo italiano
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Re: La crisi del ciclismo italiano
verissimo...GiboSimoni ha scritto: ↑giovedì 8 aprile 2021, 18:20
stimo Cassani ma sta continuando a d arrampicarsi sugli specchi. Vuole salvare qualcosa che sta affondando senza sosta. Ci sono discreti corridori ma per il resto siamo PENOSI. nei primi anni 2000 eravamo il gotha del ciclismo con Pantani, Simoni, Casagrande, Bettini, Bartoli, Rebellin, Di Luca, Nibali e altri buoni corridori che hanno colto diversi risultati importanti.
Sono praticamente finiti, non ve ne è uno di quelli di ora che assomigli a uno di quelli che ho citato. Come si fa a non parlare di crisi? E' vergognoso! Ci son tanti motivi per questa debacle e per me è anche il fatto che i giovani ormai non sono più appassionati allo sport in generale men che meno al ciclismo che da essi viene visto come uno sport per "vecchi" e per "dopati".
Nella mia realtà al sud conosco pochissimi appassionati delle corse, si è vero tante persone le vedo andare in bici ma per puro divertimento, infatti la maggiorTu parte sono 50 enni e 50 enni con la pancia e tanta voglia di lasciare le paturnie delle mogli a casa .
Battute a parte vedo crisi anche solo come appassionati a parte questo forum il ciclismo non se lo caga nessuno almeno dalle mie parti. Sonr iuscito a trobvare amici, colleghi che seguono pallavolo, tennis ma non ho trovato un barese che segue il ciclismo come me. Questo è un altro problema grave, poi i giovani di oggi con la tecnologia che distrae parecchio figurati se si vogliono sacrificare su una bici? (discorsi da vecchi lo so, ma veritieri ahimè)
Come si spiega il fatto che al Sud il ciclismo sia cosi' poco praticato ? Una curiosità: visto il clima favorevole, rispetto al nord, c'è molta gente che va a lavorare in bici ? Da qualche parte (Parigi ?) mi pare che a chi va a lavorare in bici si sia un tanto al km..
ciao
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Re: La crisi del ciclismo italiano
senti ti posso dire l'esempio della mia regione che più o meno seguirà quello delle altre del meridione.el_condor ha scritto: ↑giovedì 8 aprile 2021, 23:52verissimo...GiboSimoni ha scritto: ↑giovedì 8 aprile 2021, 18:20
stimo Cassani ma sta continuando a d arrampicarsi sugli specchi. Vuole salvare qualcosa che sta affondando senza sosta. Ci sono discreti corridori ma per il resto siamo PENOSI. nei primi anni 2000 eravamo il gotha del ciclismo con Pantani, Simoni, Casagrande, Bettini, Bartoli, Rebellin, Di Luca, Nibali e altri buoni corridori che hanno colto diversi risultati importanti.
Sono praticamente finiti, non ve ne è uno di quelli di ora che assomigli a uno di quelli che ho citato. Come si fa a non parlare di crisi? E' vergognoso! Ci son tanti motivi per questa debacle e per me è anche il fatto che i giovani ormai non sono più appassionati allo sport in generale men che meno al ciclismo che da essi viene visto come uno sport per "vecchi" e per "dopati".
Nella mia realtà al sud conosco pochissimi appassionati delle corse, si è vero tante persone le vedo andare in bici ma per puro divertimento, infatti la maggiorTu parte sono 50 enni e 50 enni con la pancia e tanta voglia di lasciare le paturnie delle mogli a casa .
Battute a parte vedo crisi anche solo come appassionati a parte questo forum il ciclismo non se lo caga nessuno almeno dalle mie parti. Sonr iuscito a trobvare amici, colleghi che seguono pallavolo, tennis ma non ho trovato un barese che segue il ciclismo come me. Questo è un altro problema grave, poi i giovani di oggi con la tecnologia che distrae parecchio figurati se si vogliono sacrificare su una bici? (discorsi da vecchi lo so, ma veritieri ahimè)
Come si spiega il fatto che al Sud il ciclismo sia cosi' poco praticato ? Una curiosità: visto il clima favorevole, rispetto al nord, c'è molta gente che va a lavorare in bici ? Da qualche parte (Parigi ?) mi pare che a chi va a lavorare in bici si sia un tanto al km..
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Vi è troppo una cultura "macchinocentrica". Credimi conosco gente che va al tabacchino con la macchina e ce l'ha a 200 metri da casa. Qualsiasi cosa si utilizza l'auto.
Le persone che vanno in bici comunque ci sarebbero pure, le vedo in giro nella città o nei paesi dove tra l'altro ci sono dei percorsi interessanti come la valle d'itria ma è tutta gente grande di età o che prende la bici con uno semplice scopo di "passare il tempo" o sociale o un "semplice" allenamento niente di agonismo e inoltre come ti dicevo non vedo ragazzini di 15/16 anni o poco più allenarsi (questo è un problema di tutti gli sport, anche nel calcetto quando andavo a giocare prima del covid non vedevo bambini o ragazzini giocare ma gente grande con una tremenda passione di divertirsi). Il problema al sud sta nella scarsità di cultura del mezzo (bicicletta) implementata a una generazione di ragazzi a casa con lo smartphone e i pc a sentire i youtuber che sparano cazzate o sbavare sulle ghiandole mammarie dell'influencer di turno...
Ultima modifica di GiboSimoni il venerdì 9 aprile 2021, 12:47, modificato 3 volte in totale.
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30 Maggio 2010 La fine di un Sogno Magnifico!
Le vere emozioni sono nell'accarezzare una mamma non più autosufficiente e su una sedia rotelle e vedere il sorriso di essa.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
si quello è vero, ma a sentir parlar lui sembra che non vi è crisi. Se un giornalista gli chiede: "Davide c'è crisi nel ciclismo italiano" lui deve rispondere SI! poi deve aggiungere il dolce dicendo però abbiamo dei giovani interessanti, stiamo lavorando con la federazione e altre cose del genere,,,Leonardo Civitella ha scritto: ↑giovedì 8 aprile 2021, 22:22E menomale che continua ad arrampicarsi, il ruolo che ricopre non gli può concedere di criticare il movimentoGiboSimoni ha scritto: ↑giovedì 8 aprile 2021, 18:20
stimo Cassani ma sta continuando a d arrampicarsi sugli specchi. Vuole salvare qualcosa che sta affondando senza sosta.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
ti posso fare un altro nome e non me ne vengono altri. Il mitico ELIO AGGIANOCthulhu ha scritto: ↑giovedì 8 aprile 2021, 22:13Beh, il periodo in cui noi dominavamo insieme agli spagnoli era un po' additivato, diciamo, non lo prenderei come termine di paragone.GiboSimoni ha scritto: ↑giovedì 8 aprile 2021, 18:20stimo Cassani ma sta continuando a d arrampicarsi sugli specchi. Vuole salvare qualcosa che sta affondando senza sosta. Ci sono discreti corridori ma per il resto siamo PENOSI. nei primi anni 2000 eravamo il gotha del ciclismo con Pantani, Simoni, Casagrande, Bettini, Bartoli, Rebellin, Di Luca, Nibali e altri buoni corridori che hanno colto diversi risultati importanti.sceriffo ha scritto: ↑mercoledì 7 aprile 2021, 15:35 https://www.oasport.it/2021/04/davide-c ... -bretagna/
Per Cassani non è crisi
Sono praticamente finiti, non ve ne è uno di quelli di ora che assomigli a uno di quelli che ho citato. Come si fa a non parlare di crisi? E' vergognoso! Ci son tanti motivi per questa debacle e per me è anche il fatto che i giovani ormai non sono più appassionati allo sport in generale men che meno al ciclismo che da essi viene visto come uno sport per "vecchi" e per "dopati".
Nella mia realtà al sud conosco pochissimi appassionati delle corse, si è vero tante persone le vedo andare in bici ma per puro divertimento, infatti la maggiorparte sono 50 enni e 50 enni con la pancia e tanta voglia di lasciare le paturnie delle mogli a casa .
Battute a parte vedo crisi anche solo come appassionati a parte questo forum il ciclismo non se lo caga nessuno almeno dalle mie parti. Sonr iuscito a trobvare amici, colleghi che seguono pallavolo, tennis ma non ho trovato un barese che segue il ciclismo come me. Questo è un altro problema grave, poi i giovani di oggi con la tecnologia che distrae parecchio figurati se si vogliono sacrificare su una bici? (discor?si da vecchi lo so, ma veritieri ahimè)
Per il resto di ciclismo si parla poco anche in Toscana ormai, immagino in Puglia dove c'è molta meno tradizione.
A proposito, quali sono stati i migliori ciclisti pugliesi di sempre ? A me vengono in mente Piepoli, Beccia ( " Il figlio di Troia " come lo definì il Guerin Sportivo quando vinse la Freccia...) , Bombini, e poi '?
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Re: La crisi del ciclismo italiano
invece nel resto d'Italia tutti atletici, scattanti e dediti ad attività di alto valore culturale...GiboSimoni ha scritto: ↑venerdì 9 aprile 2021, 12:38senti ti posso dire l'esempio della mia regione che più o meno seguirà quello delle altre del meridione.el_condor ha scritto: ↑giovedì 8 aprile 2021, 23:52verissimo...GiboSimoni ha scritto: ↑giovedì 8 aprile 2021, 18:20
stimo Cassani ma sta continuando a d arrampicarsi sugli specchi. Vuole salvare qualcosa che sta affondando senza sosta. Ci sono discreti corridori ma per il resto siamo PENOSI. nei primi anni 2000 eravamo il gotha del ciclismo con Pantani, Simoni, Casagrande, Bettini, Bartoli, Rebellin, Di Luca, Nibali e altri buoni corridori che hanno colto diversi risultati importanti.
Sono praticamente finiti, non ve ne è uno di quelli di ora che assomigli a uno di quelli che ho citato. Come si fa a non parlare di crisi? E' vergognoso! Ci son tanti motivi per questa debacle e per me è anche il fatto che i giovani ormai non sono più appassionati allo sport in generale men che meno al ciclismo che da essi viene visto come uno sport per "vecchi" e per "dopati".
Nella mia realtà al sud conosco pochissimi appassionati delle corse, si è vero tante persone le vedo andare in bici ma per puro divertimento, infatti la maggiorTu parte sono 50 enni e 50 enni con la pancia e tanta voglia di lasciare le paturnie delle mogli a casa .
Battute a parte vedo crisi anche solo come appassionati a parte questo forum il ciclismo non se lo caga nessuno almeno dalle mie parti. Sonr iuscito a trobvare amici, colleghi che seguono pallavolo, tennis ma non ho trovato un barese che segue il ciclismo come me. Questo è un altro problema grave, poi i giovani di oggi con la tecnologia che distrae parecchio figurati se si vogliono sacrificare su una bici? (discorsi da vecchi lo so, ma veritieri ahimè)
Come si spiega il fatto che al Sud il ciclismo sia cosi' poco praticato ? Una curiosità: visto il clima favorevole, rispetto al nord, c'è molta gente che va a lavorare in bici ? Da qualche parte (Parigi ?) mi pare che a chi va a lavorare in bici si sia un tanto al km..
ciao
Vi è troppo una cultura "macchinocentrica". Credimi conosco gente che va al tabacchino con la macchina e ce l'ha a 200 metri da casa. Qualsiasi cosa si utilizza l'auto.
Le persone che vanno in bici comunque ci sarebbero pure, le vedo in giro nella città o nei paesi dove tra l'altro ci sono dei percorsi interessanti come la valle d'itria ma è tutta gente grande di età o che prende la bici con uno semplice scopo di "passare il tempo" o sociale o un "semplice" allenamento niente di agonismo e inoltre come ti dicevo non vedo ragazzini di 15/16 anni o poco più allenarsi (questo è un problema di tutti gli sport, anche nel calcetto quando andavo a giocare prima del covid non vedevo bambini o ragazzini giocare ma gente grande con una tremenda passione di divertirsi). Il problema al sud sta nella scarsità di cultura del mezzo (bicicletta) implementata a una generazione di ragazzi a casa con lo smartphone e i pc a sentire i youtuber che sparano cazzate o sbavare sulle ghiandole mammarie dell'influencer di turno...
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Re: La crisi del ciclismo italiano
visto il livello del ciclismo italiano, direi che tutta la nazione è messa male, ma se mi viene a dire che il meridione non sta messo peggio del settentrione su alcuni aspetti e che ti devo dire continua a tenere la benda sugli occhi e te lo dice un meridionale doc che però si è rotto le scatole dell'ignoranza che vi è in questa splendida porzione d'Italia (ma qui andiamo su altri discorsi)Cthulhu ha scritto: ↑venerdì 9 aprile 2021, 13:01invece nel resto d'Italia tutti atletici, scattanti e dediti ad attività di alto valore culturale...GiboSimoni ha scritto: ↑venerdì 9 aprile 2021, 12:38senti ti posso dire l'esempio della mia regione che più o meno seguirà quello delle altre del meridione.el_condor ha scritto: ↑giovedì 8 aprile 2021, 23:52
verissimo...
Come si spiega il fatto che al Sud il ciclismo sia cosi' poco praticato ? Una curiosità: visto il clima favorevole, rispetto al nord, c'è molta gente che va a lavorare in bici ? Da qualche parte (Parigi ?) mi pare che a chi va a lavorare in bici si sia un tanto al km..
ciao
Vi è troppo una cultura "macchinocentrica". Credimi conosco gente che va al tabacchino con la macchina e ce l'ha a 200 metri da casa. Qualsiasi cosa si utilizza l'auto.
Le persone che vanno in bici comunque ci sarebbero pure, le vedo in giro nella città o nei paesi dove tra l'altro ci sono dei percorsi interessanti come la valle d'itria ma è tutta gente grande di età o che prende la bici con uno semplice scopo di "passare il tempo" o sociale o un "semplice" allenamento niente di agonismo e inoltre come ti dicevo non vedo ragazzini di 15/16 anni o poco più allenarsi (questo è un problema di tutti gli sport, anche nel calcetto quando andavo a giocare prima del covid non vedevo bambini o ragazzini giocare ma gente grande con una tremenda passione di divertirsi). Il problema al sud sta nella scarsità di cultura del mezzo (bicicletta) implementata a una generazione di ragazzi a casa con lo smartphone e i pc a sentire i youtuber che sparano cazzate o sbavare sulle ghiandole mammarie dell'influencer di turno...
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Re: La crisi del ciclismo italiano
non sono affatto d'accordo. più persone si mettono in bicicletta, più persone si appassionano al ciclismo, più ci sarà spazio per far crescere il bacino da cui emergerà quella piccola percentuale che si dedicherà all'agonismo. nella tanto decantata Gran Bretagna è successo esattamente lo stesso.Claudio84 ha scritto: ↑giovedì 8 aprile 2021, 12:48 Ecco io volevo evidenziare proprio questo paradosso. Il boom della bicicletta che c'è ora (es. bonus bici, i vari magazine patinati di ciclismo/cicloturismo, ecc.) non ha niente a che vedere con l'agonismo.
Non mi addentro sul percorso che si dovrebbe fare per passare al professionismo perché non ne so nulla, ma mi sembra sia comunque importante cercare di allargare la base dei praticanti.
certo, finché i diversi mondi non si parlano (quando va bene) o si ostacolano a vicenda (questo è persino più frequente) non ci sono molte speranze di crescita.
c'è una grande crescita di praticanti cinquantenni e oltre, e la cosa non fa male a nessuno. anzi, fa bene a tanti: ai cinquantenni in primis, ai tanti dell'industria ciclistica che ne guadagnano, persino a tutto il resto della società che beneficia del fatto che quei 50enni non sono in giro in automobile a guardare il cellulare. Il problema è che mettere in bicicletta i cinquantenni non può essere l'obiettivo.
"Il male trionfa sempre, perche' il bene e' stupido" [Lord Casco]
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Re: La crisi del ciclismo italiano
per carità, sicuramente il sud è messo peggio in tante cose, ma non vorrei che ci fosse anche un po' il vezzo di dire " al nord queste cose non succedono" come nel resto d'Italia si dice " all'estero queste cose non succedono". In fin dei conti la Puglia non mi sembra- da esterno- così tanto più malmessa di altri luoghi.GiboSimoni ha scritto: ↑venerdì 9 aprile 2021, 13:07visto il livello del ciclismo italiano, direi che tutta la nazione è messa male, ma se mi viene a dire che il meridione non sta messo peggio del settentrione su alcuni aspetti e che ti devo dire continua a tenere la benda sugli occhi e te lo dice un meridionale doc che però si è rotto le scatole dell'ignoranza che vi è in questa splendida porzione d'Italia (ma qui andiamo su altri discorsi)Cthulhu ha scritto: ↑venerdì 9 aprile 2021, 13:01invece nel resto d'Italia tutti atletici, scattanti e dediti ad attività di alto valore culturale...GiboSimoni ha scritto: ↑venerdì 9 aprile 2021, 12:38
senti ti posso dire l'esempio della mia regione che più o meno seguirà quello delle altre del meridione.
Vi è troppo una cultura "macchinocentrica". Credimi conosco gente che va al tabacchino con la macchina e ce l'ha a 200 metri da casa. Qualsiasi cosa si utilizza l'auto.
Le persone che vanno in bici comunque ci sarebbero pure, le vedo in giro nella città o nei paesi dove tra l'altro ci sono dei percorsi interessanti come la valle d'itria ma è tutta gente grande di età o che prende la bici con uno semplice scopo di "passare il tempo" o sociale o un "semplice" allenamento niente di agonismo e inoltre come ti dicevo non vedo ragazzini di 15/16 anni o poco più allenarsi (questo è un problema di tutti gli sport, anche nel calcetto quando andavo a giocare prima del covid non vedevo bambini o ragazzini giocare ma gente grande con una tremenda passione di divertirsi). Il problema al sud sta nella scarsità di cultura del mezzo (bicicletta) implementata a una generazione di ragazzi a casa con lo smartphone e i pc a sentire i youtuber che sparano cazzate o sbavare sulle ghiandole mammarie dell'influencer di turno...
Poi ci sta che, ad esempio, a Firenze la gente "si presenti meglio" ma di zotici siamo pieni pure noi, solo che lo nascondono di più, sarà l'accento...
Re: La crisi del ciclismo italiano
Lo sport comunque vive di cicli, in un mondo globalizzato come quello attuale, l'Italia ha le stesse tecnologie e materiali che utilizza la Slovenia, la Polonia, la Danimarca...
La storia ci esalta, ma finisce negli almanacchi e nelle videoteche. Oggi però la diagnosi del nostro movimento giovanile, da cui dovrebbero fiorire i campioni del domani, è molto semplice da analizzare.
Le risorse sono sempre meno.
Giovanissimi ed esordienti che si avvicinano al ciclismo sempre meno.
Allievi, juniores che abbandonano precocemente per mancanza di stimoli, di squadre ecc..sempre di più.
Calendario gare, sempre più povero.
Costi di organizzazione, sempre più alti.
Appassionati di due ruote sempre di più, volontari e personale nelle squadre ciclistiche sempre di meno.
Da tempo sostengo che il nostro movimento di base deve essere riformato. Da 20/30 anni assistiamo a un progressivo calo, di numeri, di gare, di personale, di società.
Il ciclismo amatoriale ha scoperto che creando l'evento muovi migliaia di appassionati, di famiglie e di soldi.
Il giovanile spende migliaia di euro per organizzare la corsa in paese e dietro le transenne ci sono solo i genitori dei ragazzi in gara.
Oggi c'è la guerra tra i DS a suon di click per iscriversi alle corse: il destino di molti ragazzi dipende dalla velocità del dito di un ds o di un segretario, o meglio dalla velocità di una connessione internet. Tre secondi di troppo e domenica prossima anziché gareggiare vai ad allenarti.
Le gare juniores e u23 sono ormai 70% circuiti. Si salva qualche internazionale. Se non sei un po' veloce, negli oda non ci entri mai! Gli arrivi in salita si contano sulle dita di una mano. E di belle salite di 10 km dove far terminare una corsa, tra appennini, prealpi ecc ce ne sono a centinaia, senza scomodare i grandi passi. Probabilmente ci stiamo perdendo lungo il percorso tanti ragazzini promettenti quando la strada sale.
Il problema grosso è che organizzare oggi costa, in più meglio correre su strade secondarie (strette, piene di buche, dossi, sassi). Chi deve organizzare è solitamente chi porta avanti una squadra e spende già per portare alle corse 10/15 atleti. È diventato uno sport costoso, in un periodo dove di grana da tirare su non ce n'è.
Di inserire con incisività mtb e pista nei weekend, per le categorie giovanili, guai. Poi magari in questi anni salta fuori un talento dal calcio o dallo sci anche in casa nostra e la parola crisi d'improvviso, come sempre, svanirà.
La storia ci esalta, ma finisce negli almanacchi e nelle videoteche. Oggi però la diagnosi del nostro movimento giovanile, da cui dovrebbero fiorire i campioni del domani, è molto semplice da analizzare.
Le risorse sono sempre meno.
Giovanissimi ed esordienti che si avvicinano al ciclismo sempre meno.
Allievi, juniores che abbandonano precocemente per mancanza di stimoli, di squadre ecc..sempre di più.
Calendario gare, sempre più povero.
Costi di organizzazione, sempre più alti.
Appassionati di due ruote sempre di più, volontari e personale nelle squadre ciclistiche sempre di meno.
Da tempo sostengo che il nostro movimento di base deve essere riformato. Da 20/30 anni assistiamo a un progressivo calo, di numeri, di gare, di personale, di società.
Il ciclismo amatoriale ha scoperto che creando l'evento muovi migliaia di appassionati, di famiglie e di soldi.
Il giovanile spende migliaia di euro per organizzare la corsa in paese e dietro le transenne ci sono solo i genitori dei ragazzi in gara.
Oggi c'è la guerra tra i DS a suon di click per iscriversi alle corse: il destino di molti ragazzi dipende dalla velocità del dito di un ds o di un segretario, o meglio dalla velocità di una connessione internet. Tre secondi di troppo e domenica prossima anziché gareggiare vai ad allenarti.
Le gare juniores e u23 sono ormai 70% circuiti. Si salva qualche internazionale. Se non sei un po' veloce, negli oda non ci entri mai! Gli arrivi in salita si contano sulle dita di una mano. E di belle salite di 10 km dove far terminare una corsa, tra appennini, prealpi ecc ce ne sono a centinaia, senza scomodare i grandi passi. Probabilmente ci stiamo perdendo lungo il percorso tanti ragazzini promettenti quando la strada sale.
Il problema grosso è che organizzare oggi costa, in più meglio correre su strade secondarie (strette, piene di buche, dossi, sassi). Chi deve organizzare è solitamente chi porta avanti una squadra e spende già per portare alle corse 10/15 atleti. È diventato uno sport costoso, in un periodo dove di grana da tirare su non ce n'è.
Di inserire con incisività mtb e pista nei weekend, per le categorie giovanili, guai. Poi magari in questi anni salta fuori un talento dal calcio o dallo sci anche in casa nostra e la parola crisi d'improvviso, come sempre, svanirà.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Personalmente organizzerei piu' cronoscalate..Non ci sono pericoli e sono spettacolari..
Qualche scalatore si metterebbe certamente in evidenza, inoltre anche nelle gare in linea metterei piu' salite.
Però non ho piu' contatti col mondo del ciclismo da anni ed è possibile che quanto propongo non sia adeguato .
Qualche scalatore si metterebbe certamente in evidenza, inoltre anche nelle gare in linea metterei piu' salite.
Però non ho piu' contatti col mondo del ciclismo da anni ed è possibile che quanto propongo non sia adeguato .
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Sicuramente certe vicende legate al ciclismo internazionale non hanno fatto una gran pubblicità al ciclismo, però col tempo il ciclismo ha saputo conviverci. Certe vicende più gravi hanno riguardato soprattutto l'ambito professionistico, per cui un genitore che invita il proprio figlio a praticare il ciclismo non dovrebbe farsi condizionare da quello che accade o può accadere ai professionisti che grosso modo rappresentano lo 0,1% dei praticanti.
Bisogna mettere in conto che nella stragrande maggioranza dei casi il praticante farà ciclismo fine a se stesso o al massimo ad esperienze in categorie giovanili e quindi essenzialmente per svago.
Invece uno dei problemi invece è l'eterogenea distribuzione nello stivale di gare squadre. Questo ovviamente crea uno sviluppo non omogeneo del ciclismo sul territorio pertanto si può intuire, almeno statisticamente parlando, che qualche ragazzo con delle doti si perde per strada.
Inoltre il ciclismo è uno sport pericoloso (in gara e in allenamento, costoso (il mezzo e le trasferte), poco remunerativo e poi non si pratica a scuola. Questi fattori non aiutano.
Bisogna mettere in conto che nella stragrande maggioranza dei casi il praticante farà ciclismo fine a se stesso o al massimo ad esperienze in categorie giovanili e quindi essenzialmente per svago.
Invece uno dei problemi invece è l'eterogenea distribuzione nello stivale di gare squadre. Questo ovviamente crea uno sviluppo non omogeneo del ciclismo sul territorio pertanto si può intuire, almeno statisticamente parlando, che qualche ragazzo con delle doti si perde per strada.
Inoltre il ciclismo è uno sport pericoloso (in gara e in allenamento, costoso (il mezzo e le trasferte), poco remunerativo e poi non si pratica a scuola. Questi fattori non aiutano.
1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Perché poco remunerativo?
Magari non come il calcio (ma la concorrenza è un po diversa)
Ma non si guadagna male
Puccio..ha casa a Montecarlo
Magari non come il calcio (ma la concorrenza è un po diversa)
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Vabbè la Ineos è un discorso a parte.. Nicola Bagioli prima di pescare il contratto Delko era tornato all'attività di famiglia, per fare un esempio.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Ostacoli all'attività agonistica al Sud:Salvatore77 ha scritto: ↑sabato 10 aprile 2021, 11:09
Invece uno dei problemi invece è l'eterogenea distribuzione nello stivale di gare squadre. Questo ovviamente crea uno sviluppo non omogeneo del ciclismo sul territorio
1 Manto stradale delle strade extraurbane in condizioni non buone.
2 Automobilisti che sfrecciano su strade provinciali anche tortuose ad altissima velocità.
3 Mancanza di gare e squadre.
Insomma il problema principale è che il ciclismo viene percepito come uno sport pericoloso per i ragazzi, infatti mi sono sempre chiesto come mai nelle regioni settentrionali la situazione sia diversa, forse al Sud la popolazione è più concentrata nei grandi centri urbani mentre al Nord è distribuita in maniera più omogenea?
Re: La crisi del ciclismo italiano
I corridori non è che guadagnano chissà quanto. Soprattutto se uno corre in una professional.
Spesso infatti i corridori proseguono con gli studi in contemporanea all’attività ciclistica per trovare un’occupazione alla fine della carriera. Non possono vivere di rendita perché i loro guadagni sono quello che sono.
Puccio è da 10 anni che corre nel Team Ineos, una delle squadre più forti dell’ultimo decennio. Ovvio che lui può permettersi una casa a Montecarlo.
FC 2018: Gp de Montreal, Giro di Turchia.
FC 2019: GP di Francoforte, Tour a Tempo, Coppa Bernocchi.
FC 2020: Tour Down Under, Tour a Tempo a Squadre.
FC 2021: Gand - Wevelgem, Obiettivo Zero Punti Tour de France, 1° Obiettivo Zero Punti, Trofeo Matteotti.
FC 2022: Saudi Tour, Etoile de Bessèges, Tour de Pologne.
FC 2019: GP di Francoforte, Tour a Tempo, Coppa Bernocchi.
FC 2020: Tour Down Under, Tour a Tempo a Squadre.
FC 2021: Gand - Wevelgem, Obiettivo Zero Punti Tour de France, 1° Obiettivo Zero Punti, Trofeo Matteotti.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Il problema secondo me è che mentre fino ad una ventina di anni fa era sufficiente avere una buona base di praticanti e i migliori emergevano naturalmente, adesso servono organizzazione, strutture e allenatori formati (senza contare che ora la base di praticanti è pure diminuita). Squadre WT professional e continental vengono di conseguenza, se sei forte passi WT: Danimarca, Colombia, Polonia e Slovenia non hanno squadre WT. Poi certo, una squadra WT italiana potrebbe avere più visibilità e magari avvicinare qualche ragazzo al ciclismo, ma cambierebbe poco.
Moltissimi corridori con un contratto WT sono residenti all'estero, Monaco soprattutto (bello schifo, mi permetto di aggiungere).
Re: La crisi del ciclismo italiano
Poco non guadagnanomattia_95 ha scritto: ↑domenica 11 aprile 2021, 12:57I corridori non è che guadagnano chissà quanto. Soprattutto se uno corre in una professional.
Spesso infatti i corridori proseguono con gli studi in contemporanea all’attività ciclistica per trovare un’occupazione alla fine della carriera. Non possono vivere di rendita perché i loro guadagni sono quello che sono.
Puccio è da 10 anni che corre nel Team Ineos, una delle squadre più forti dell’ultimo decennio. Ovvio che lui può permettersi una casa a Montecarlo.
Aru prendeva 3 ml di euro.
Sagan 5 ml
Un neopro in una wt più di 100mila euro
A me sembra tantissimo
In serie c..guadagnano 40mila euro all anno
Se lo sognano montecarlo
Re: La crisi del ciclismo italiano
Certamente se uno è un big di una squadra WT guadagna molto.Winter ha scritto: ↑domenica 11 aprile 2021, 13:22Poco non guadagnanomattia_95 ha scritto: ↑domenica 11 aprile 2021, 12:57I corridori non è che guadagnano chissà quanto. Soprattutto se uno corre in una professional.
Spesso infatti i corridori proseguono con gli studi in contemporanea all’attività ciclistica per trovare un’occupazione alla fine della carriera. Non possono vivere di rendita perché i loro guadagni sono quello che sono.
Puccio è da 10 anni che corre nel Team Ineos, una delle squadre più forti dell’ultimo decennio. Ovvio che lui può permettersi una casa a Montecarlo.
Aru prendeva 3 ml di euro.
Sagan 5 ml
Un neopro in una wt più di 100mila euro
A me sembra tantissimo
In serie c..guadagnano 40mila euro all anno
Se lo sognano montecarlo
Poi in generale chi corre nel WT ha un bello stipendio. Ma i corridori delle squadre professional non prendono molto.
FC 2018: Gp de Montreal, Giro di Turchia.
FC 2019: GP di Francoforte, Tour a Tempo, Coppa Bernocchi.
FC 2020: Tour Down Under, Tour a Tempo a Squadre.
FC 2021: Gand - Wevelgem, Obiettivo Zero Punti Tour de France, 1° Obiettivo Zero Punti, Trofeo Matteotti.
FC 2022: Saudi Tour, Etoile de Bessèges, Tour de Pologne.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Se tu arrivi tra gli junior hai una possibilità su 25..di passare pro
Nel calcio te lo sogni
Se t va bene è una su 5mila
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Io tifo Piacenza e in C in ambienti con pochi soldi tre quarti della rosa prende 20k all'anno...
Re: La crisi del ciclismo italiano
Passare professionista nel ciclismo è veramente complicato. In tutto il mondo ci sono solamente 38 squadre professionistiche. La concorrenza è altissima.
Nel calcio solo in Italia ci sono ben oltre 100 squadre professionistiche dalla Serie A alla Serie C.
Sicuramente ci sono più adolescenti che praticano calcio rispetto al ciclismo ma diventare corridori professionisti non è affatto semplice. Anzi.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
1 su 5.000 é un numero che sta ne in cielo ne in terra....
1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Juniores per annata quanti?mattia_95 ha scritto: ↑domenica 11 aprile 2021, 14:07Passare professionista nel ciclismo è veramente complicato. In tutto il mondo ci sono solamente 38 squadre professionistiche. La concorrenza è altissima.
Nel calcio solo in Italia ci sono ben oltre 100 squadre professionistiche dalla Serie A alla Serie C.
Sicuramente ci sono più adolescenti che praticano calcio rispetto al ciclismo ma diventare corridori professionisti non è affatto semplice. Anzi.
400?
20 .. 25 pro per annata
In slovenia 20 junior
1..2 pro
Tanto difficile non è
Re: La crisi del ciclismo italiano
Ok 500 non cambia il significatoSalvatore77 ha scritto: ↑domenica 11 aprile 2021, 14:251 su 5.000 é un numero che sta ne in cielo ne in terra....
Se conti l serie a..
Hai 300 italiani
Mettiamo 50 per annata ( e sono molto ottimista)
Contro 80mila
Hai una possibilità su 1600 di giocarci
Re: La crisi del ciclismo italiano
Non è così semplice come la fai tu, altrimenti dovremmo dire che l'atletica su pista non la pratica nessuno e quindi è facile diventare atleta professionista e andare agli europei.Winter ha scritto: ↑domenica 11 aprile 2021, 14:50Juniores per annata quanti?mattia_95 ha scritto: ↑domenica 11 aprile 2021, 14:07Passare professionista nel ciclismo è veramente complicato. In tutto il mondo ci sono solamente 38 squadre professionistiche. La concorrenza è altissima.
Nel calcio solo in Italia ci sono ben oltre 100 squadre professionistiche dalla Serie A alla Serie C.
Sicuramente ci sono più adolescenti che praticano calcio rispetto al ciclismo ma diventare corridori professionisti non è affatto semplice. Anzi.
400?
20 .. 25 pro per annata
In slovenia 20 junior
1..2 pro
Tanto difficile non è
Nel calcio la base è ampia perché ci provano anche quelli scarsi (con tutto il rispetto).
Mai giocato in una squadra di calcio o di tennis o pallacanestro, eppure quando facevamo qualche torneo estivo amatoriale non avevo alcuna difficoltà a competere con i miei coetanei che erano iscritti a squadre e praticavano tutto l'anno, non perché io fossi particolarmente bravo ma semplicemente perché erano loro a essere "mediocri".
Al contrario se uscivo in bici con qualche coetaneo praticante agonista mi dava la biada.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Cunego
Ha vinto il mondiale junior , dopo 2 anni di bici
Remco
Dopo un anno..
Romo dopo 6 mesi di bici fa 5 al coppi e bartali
E ce ne sono diversi di questi esempi
Nel calcio te lo sogni
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Dopo un anno..
Romo dopo 6 mesi di bici fa 5 al coppi e bartali
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Questo è ovvio Fabio, perché c'è una componente tecnica nel gesto atletico che nel ciclismo non c'è, ma questo non vuol dire che sia facile arrivare a fare il professionista di quelli veri, non quelli che pagano.
Lo stesso può forse valere per un velocista specializzato nei 100mt, non credo farebbe troppa fatica a trovare posto in nfl se è disposto a prendersi le botte.
Lo stesso può forse valere per un velocista specializzato nei 100mt, non credo farebbe troppa fatica a trovare posto in nfl se è disposto a prendersi le botte.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Nel calcio della seria A? Ok.Winter ha scritto: ↑domenica 11 aprile 2021, 14:53Ok 500 non cambia il significatoSalvatore77 ha scritto: ↑domenica 11 aprile 2021, 14:251 su 5.000 é un numero che sta ne in cielo ne in terra....
Se conti l serie a..
Hai 300 italiani
Mettiamo 50 per annata ( e sono molto ottimista)
Contro 80mila
Hai una possibilità su 1600 di giocarci
Professionisti sono anche la B e le 2 divisioni di lega pro. Più di 100 squadre. Molte di queste tutte di italiani.
Nel calcio se facevi la serie C2 eri un mito. Nel ciclismo vinci le corse e quando smetti non sai di cosa vivere.
Altri sport stanno messi peggio.
1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Beh adesso in C2 e C1 (lega Pro o come si chiamano) spesso prendi meno che in serie D o salvo casi particolari o attaccanti forti uguale. Anche nel calcio girano molti meno soldi rispetto a solamente 10-15 anni fa
Re: La crisi del ciclismo italiano
in serie c, a parte quella manciata di squadre con ambizioni e presidenti danarosi, soldi non ne girano.
la maggior parte dei calciatori di categoria ha stipendi stipendi normali o appena sopra (e diversi club sono comunque sull'orlo del fallimento), solo che a 30 massimo 35 anni la carriera finisce.
una volta era sicuramente un mondo diverso, adesso è più o meno l'equivalente delle continental ciclistiche.
la maggior parte dei calciatori di categoria ha stipendi stipendi normali o appena sopra (e diversi club sono comunque sull'orlo del fallimento), solo che a 30 massimo 35 anni la carriera finisce.
una volta era sicuramente un mondo diverso, adesso è più o meno l'equivalente delle continental ciclistiche.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Esatto, addirittura ci sono molti giocatori forti di serie D che evitano come la peste di salire in lega Pro perchè col passaggio al professionismo dovrebbero abbandonare il posto di lavoro e ci perderebberodietzen ha scritto: ↑domenica 11 aprile 2021, 19:15 in serie c, a parte quella manciata di squadre con ambizioni e presidenti danarosi, soldi non ne girano.
la maggior parte dei calciatori di categoria ha stipendi stipendi normali o appena sopra (e diversi club sono comunque sull'orlo del fallimento), solo che a 30 massimo 35 anni la carriera finisce.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Non è quello il motivo.chinaski89 ha scritto: ↑domenica 11 aprile 2021, 19:36Esatto, addirittura ci sono molti giocatori forti di serie D che evitano come la peste di salire in lega Pro perchè col passaggio al professionismo dovrebbero abbandonare il posto di lavoro e ci perderebberodietzen ha scritto: ↑domenica 11 aprile 2021, 19:15 in serie c, a parte quella manciata di squadre con ambizioni e presidenti danarosi, soldi non ne girano.
la maggior parte dei calciatori di categoria ha stipendi stipendi normali o appena sopra (e diversi club sono comunque sull'orlo del fallimento), solo che a 30 massimo 35 anni la carriera finisce.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
In alcuni casi che conosco personalmente si, poi dipende un po' dalle situazioni e magari anche dalle zoneSalvatore77 ha scritto: ↑domenica 11 aprile 2021, 19:47Non è quello il motivo.chinaski89 ha scritto: ↑domenica 11 aprile 2021, 19:36Esatto, addirittura ci sono molti giocatori forti di serie D che evitano come la peste di salire in lega Pro perchè col passaggio al professionismo dovrebbero abbandonare il posto di lavoro e ci perderebberodietzen ha scritto: ↑domenica 11 aprile 2021, 19:15 in serie c, a parte quella manciata di squadre con ambizioni e presidenti danarosi, soldi non ne girano.
la maggior parte dei calciatori di categoria ha stipendi stipendi normali o appena sopra (e diversi club sono comunque sull'orlo del fallimento), solo che a 30 massimo 35 anni la carriera finisce.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
In D non ci sono i contributi, se a un bomber danno 50k sono puliti. Per dare 50 k a un giocatore in C la società ne dovrebbe spendere 80chinaski89 ha scritto: ↑domenica 11 aprile 2021, 19:01 Beh adesso in C2 e C1 (lega Pro o come si chiamano) spesso prendi meno che in serie D o salvo casi particolari o attaccanti forti uguale. Anche nel calcio girano molti meno soldi rispetto a solamente 10-15 anni fa
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Giusto ora che me lo dici mi ricordo che mi dicevano pure questociclistapazzo ha scritto: ↑domenica 11 aprile 2021, 20:51In D non ci sono i contributi, se a un bomber danno 50k sono puliti. Per dare 50 k a un giocatore in C la società ne dovrebbe spendere 80chinaski89 ha scritto: ↑domenica 11 aprile 2021, 19:01 Beh adesso in C2 e C1 (lega Pro o come si chiamano) spesso prendi meno che in serie D o salvo casi particolari o attaccanti forti uguale. Anche nel calcio girano molti meno soldi rispetto a solamente 10-15 anni fa
Re: La crisi del ciclismo italiano
Direi di no
Nel football non basta la velocità
Ci vanno tantissime componenti sia tecniche che tattiche
Il qb..impossibile
Rb..difficilissimo
Forse hai qualche speranza come Wr (cb o safety dovresti placare.. ecc)
Ma sicuramente non ce la fai in un anno
Tutti i velocisti usa che son passati nella nfl facevano cmq football all hs o al college
Demps che è stato olimpionico a londra..faceva così.. è stato in roster due anni.. ha giocato una partita nel nfl..
E faceva i 100 in 10 netti
Re: La crisi del ciclismo italiano
Tiro su perché se né stava parlando in altri 3d...e perché visto che è così facile buttarci giù cerchiamo anche di tirarci su quando ce n'è la possibilità.
Doppietta Moscon, se recuperiamo lui entriamo in bel giro di corse in cui possiamo essere protagonisti anche con l'élite mondiale presente.
Fabbro, ne ho parlato dopo la Tirreno, ieri male, ma a parte l'altura, ieri si è fatto fregare indietro quando è partita la bagarre. Oggi questa risposta.
Non so se sarà un uomo da GT ma ci prova all'età giusta. Non tutti maturano a 21/22 anni, neanche in questa nuova era, ed è lo stesso motivo per cui non mi butterei giù neanche per altri ancor più giovani che hanno tanti pari età davanti, ci sono corridori che esplodono subito ed altri che hanno bisogno di essere costruiti pian piano.
Doppietta Moscon, se recuperiamo lui entriamo in bel giro di corse in cui possiamo essere protagonisti anche con l'élite mondiale presente.
Fabbro, ne ho parlato dopo la Tirreno, ieri male, ma a parte l'altura, ieri si è fatto fregare indietro quando è partita la bagarre. Oggi questa risposta.
Non so se sarà un uomo da GT ma ci prova all'età giusta. Non tutti maturano a 21/22 anni, neanche in questa nuova era, ed è lo stesso motivo per cui non mi butterei giù neanche per altri ancor più giovani che hanno tanti pari età davanti, ci sono corridori che esplodono subito ed altri che hanno bisogno di essere costruiti pian piano.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Recuperare Moscon sarebbe importantissimo, sulla carta potrebbe essere competitivo in praticamente tutti i tipi di classiche e come cacciatore di tappe (come dimostrato in questi giorni).
Su Fabbro non so, a me piace molto ma non so se potrà essere competitivo ad altissimi livelli per le corse a tappe, fa comunque bene a provarci, alla fine per adesso non ha risultati così diversi da Ciccone nelle corse a tappe.
Su Fabbro non so, a me piace molto ma non so se potrà essere competitivo ad altissimi livelli per le corse a tappe, fa comunque bene a provarci, alla fine per adesso non ha risultati così diversi da Ciccone nelle corse a tappe.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Assolutamente non lo sappiamo e in pochi se lo aspettano. Però al Valle d'aosta di qualche anno fa' diede ottime evidenze, ed è il miglior paragone tra i dilettanti.Andrea93 ha scritto: ↑mercoledì 21 aprile 2021, 19:08 Recuperare Moscon sarebbe importantissimo, sulla carta potrebbe essere competitivo in praticamente tutti i tipi di classiche e come cacciatore di tappe (come dimostrato in questi giorni).
Su Fabbro non so, a me piace molto ma non so se potrà essere competitivo ad altissimi livelli per le corse a tappe, fa comunque bene a provarci, alla fine per adesso non ha risultati così diversi da Ciccone nelle corse a tappe.
Poi il passaggio pro' in Katusha gli ha fatto perdere del tempo a mio avviso, rischiava di andar perso del tutto.
Ora i tempi stanno cambiando ma penso si possa ancora costruire un corridore pian piano degli negli anni anche se non è un fenomeno.
Da qua non dico certo che abbiamo un futuro vincitore di GT, ma comunque un ragazzo su cui puntare qualche fiche.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Si sono d'accordo, soprattutto sul tempo perso in Katusha, vediamo che corridore potrà diventare.nikybo85 ha scritto: ↑mercoledì 21 aprile 2021, 19:35Assolutamente non lo sappiamo e in pochi se lo aspettano. Però al Valle d'aosta di qualche anno fa' diede ottime evidenze, ed è il miglior paragone tra i dilettanti.Andrea93 ha scritto: ↑mercoledì 21 aprile 2021, 19:08 Recuperare Moscon sarebbe importantissimo, sulla carta potrebbe essere competitivo in praticamente tutti i tipi di classiche e come cacciatore di tappe (come dimostrato in questi giorni).
Su Fabbro non so, a me piace molto ma non so se potrà essere competitivo ad altissimi livelli per le corse a tappe, fa comunque bene a provarci, alla fine per adesso non ha risultati così diversi da Ciccone nelle corse a tappe.
Poi il passaggio pro' in Katusha gli ha fatto perdere del tempo a mio avviso, rischiava di andar perso del tutto.
Ora i tempi stanno cambiando ma penso si possa ancora costruire un corridore pian piano degli negli anni anche se non è un fenomeno.
Da qua non dico certo che abbiamo un futuro vincitore di GT, ma comunque un ragazzo su cui puntare qualche fiche.
Intanto ha dichiarato che domenica esordirà alla Liegi in appoggio ai capitani
Re: La crisi del ciclismo italiano
Anche la Liegi gli farà sicuramente beneAndrea93 ha scritto: ↑mercoledì 21 aprile 2021, 19:45Si sono d'accordo, soprattutto sul tempo perso in Katusha, vediamo che corridore potrà diventare.nikybo85 ha scritto: ↑mercoledì 21 aprile 2021, 19:35Assolutamente non lo sappiamo e in pochi se lo aspettano. Però al Valle d'aosta di qualche anno fa' diede ottime evidenze, ed è il miglior paragone tra i dilettanti.Andrea93 ha scritto: ↑mercoledì 21 aprile 2021, 19:08 Recuperare Moscon sarebbe importantissimo, sulla carta potrebbe essere competitivo in praticamente tutti i tipi di classiche e come cacciatore di tappe (come dimostrato in questi giorni).
Su Fabbro non so, a me piace molto ma non so se potrà essere competitivo ad altissimi livelli per le corse a tappe, fa comunque bene a provarci, alla fine per adesso non ha risultati così diversi da Ciccone nelle corse a tappe.
Poi il passaggio pro' in Katusha gli ha fatto perdere del tempo a mio avviso, rischiava di andar perso del tutto.
Ora i tempi stanno cambiando ma penso si possa ancora costruire un corridore pian piano degli negli anni anche se non è un fenomeno.
Da qua non dico certo che abbiamo un futuro vincitore di GT, ma comunque un ragazzo su cui puntare qualche fiche.
Intanto ha dichiarato che domenica esordirà alla Liegi in appoggio ai capitani
Ero rientrato anche per scrivere un altro pensiero, alla Tirreno ha fatto 5° ma di regolarità, in particolare pagando sull'arrivo in salita a prati di tivo. Quindi di pane né deve ancora mangiare sono il primo a riconoscerlo, ma torno a ripetere, pian pianino...
Re: La crisi del ciclismo italiano
Ma Covi che fine ha fatto?
L'anno scorso ha chiuso la stagione con una bellissima top10 alla Freccia del Brabante ma quest'anno dopo la Sanremo non ha più corso.
L'anno scorso ha chiuso la stagione con una bellissima top10 alla Freccia del Brabante ma quest'anno dopo la Sanremo non ha più corso.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Ha avuto dei problemi fisici.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
In attesa dei grandi giri, direi che si può fare un primo punto della situazione dopo le classiche del nord, prendendo in considerazione le gare più importanti disputate finora. Il risultato è sconfortante più che mai: direi che siamo abbondantemente peggio anche degli ultimi (pur deludenti) anni.
Strade Bianche: miglior italiano Ballerini 17°
Tirreno Adriatico: nessuna vittoria di tappa, in classifica Fabbro 5°, Nibali 9°
Parigi Nizza: nessuna vittoria di tappa, miglior italiano in classifica Aru 26°
Milano Sanremo: miglior italiano Colbrelli 8°
Giro di Catalogna: nessuna vittoria di tappa, miglior italiano in classifica Masnada 15°
E3 Saxo Bank Classic: Trentin 18°
Gand Wevelgem: Nizzolo 2°, Trentin 3°, Colbrelli 4°
Giro delle Fiandre: miglior italiano Bettiol 28°
Giro dei Paesi Baschi: nessuna vittoria di tappa, miglior italiano in classifica Aru 24°
Amstel Gold Race: miglior italiano Sbaragli 7°
Freccia Vallone: miglior italiano Sbaragli 25°
Tour of the Alps: due vittorie di tappa (Moscon), miglior italiano in classifica Fabbro 12°
Liegi Bastogne Liegi: miglior italiano Formolo 16°
Gand a parte, non ci sono piazzamenti nei primi 5 in nessuna gara in linea di rilievo; nelle gare a tappe, c'è solo il 5° posto di Fabbro alla Tirreno, poi praticamente il nulla.
Prendendo le altre nazioni con un minimo di corridori di livello, in un modo o nell'altro hanno fatto tutte meglio di noi: Belgio (Sanremo+Amstel, più svariati podi), Olanda (Strade Bianche e podio al Fiandre), Slovenia (Tirreno, Paesi Baschi e Liegi), Francia (Freccia Vallone, doppio podio alla Liegi, podio alle strade bianche e alla e3), Spagna (podio alla Tirreno, alla Freccia, alla Parigi Nizza e al Tour of the Alps), Gran Bretagna (Tour of the Alps + Catalogna, podio all'Amstel e al Catalogna), Danimarca (E3+Fiandre, podio al Paesi Baschi), Australia (podio a Sanremo e al Catalunya), Germania (Parigi Nizza + podio all'Amstel).
Vediamo se al Giro ci sarà un'inversione di tendenza: certo, poi uno rivede l'ordine d'arrivo della Liegi 2002 (5 italiani nei primi 5, 7 nei primi 10), e si capisce come in un ventennio sia cambiato tutto.
Strade Bianche: miglior italiano Ballerini 17°
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Gand Wevelgem: Nizzolo 2°, Trentin 3°, Colbrelli 4°
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Gand a parte, non ci sono piazzamenti nei primi 5 in nessuna gara in linea di rilievo; nelle gare a tappe, c'è solo il 5° posto di Fabbro alla Tirreno, poi praticamente il nulla.
Prendendo le altre nazioni con un minimo di corridori di livello, in un modo o nell'altro hanno fatto tutte meglio di noi: Belgio (Sanremo+Amstel, più svariati podi), Olanda (Strade Bianche e podio al Fiandre), Slovenia (Tirreno, Paesi Baschi e Liegi), Francia (Freccia Vallone, doppio podio alla Liegi, podio alle strade bianche e alla e3), Spagna (podio alla Tirreno, alla Freccia, alla Parigi Nizza e al Tour of the Alps), Gran Bretagna (Tour of the Alps + Catalogna, podio all'Amstel e al Catalogna), Danimarca (E3+Fiandre, podio al Paesi Baschi), Australia (podio a Sanremo e al Catalunya), Germania (Parigi Nizza + podio all'Amstel).
Vediamo se al Giro ci sarà un'inversione di tendenza: certo, poi uno rivede l'ordine d'arrivo della Liegi 2002 (5 italiani nei primi 5, 7 nei primi 10), e si capisce come in un ventennio sia cambiato tutto.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
È preoccupante anche quanto sia esiguo il numero di italiani che partecipano alle corse e quei pochi devono assolvere anche a compiti di gregariato.
Fare risultato in queste condizioni è molto improbabile.
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1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Ormai sono così pochi che si fa in tempo a citarli tutti:Salvatore77 ha scritto: ↑lunedì 26 aprile 2021, 13:56 È preoccupante anche quanto sia esiguo il numero di italiani che partecipano alle corse e quei pochi devono assolvere anche a compiti di gregariato.
Fare risultato in queste condizioni è molto improbabile.
14) Formolo
22) Capecchi
77) Rosa
123) Conci
152) Benedetti
153) Fabbro
186) Rota
204) Sbaragli
217) Velasco
231) Pozzovivo
233) Aru
Provate a contare quelli che c'erano 20 anni fa...
https://www.procyclingstats.com/race/li ... /startlist
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Re: La crisi del ciclismo italiano
Perché metti il Tour of Alps e non il UAE con una vittoria di Ganna e la Omloop vinta da Ballerini che sono wt?schwoch83 ha scritto: ↑lunedì 26 aprile 2021, 13:18 In attesa dei grandi giri, direi che si può fare un primo punto della situazione dopo le classiche del nord, prendendo in considerazione le gare più importanti disputate finora. Il risultato è sconfortante più che mai: direi che siamo abbondantemente peggio anche degli ultimi (pur deludenti) anni.
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Amstel Gold Race: miglior italiano Sbaragli 7°
Freccia Vallone: miglior italiano Sbaragli 25°
Tour of the Alps: due vittorie di tappa (Moscon), miglior italiano in classifica Fabbro 12°
Liegi Bastogne Liegi: miglior italiano Formolo 16°
Gand a parte, non ci sono piazzamenti nei primi 5 in nessuna gara in linea di rilievo; nelle gare a tappe, c'è solo il 5° posto di Fabbro alla Tirreno, poi praticamente il nulla.
Prendendo le altre nazioni con un minimo di corridori di livello, in un modo o nell'altro hanno fatto tutte meglio di noi: Belgio (Sanremo+Amstel, più svariati podi), Olanda (Strade Bianche e podio al Fiandre), Slovenia (Tirreno, Paesi Baschi e Liegi), Francia (Freccia Vallone, doppio podio alla Liegi, podio alle strade bianche e alla e3), Spagna (podio alla Tirreno, alla Freccia, alla Parigi Nizza e al Tour of the Alps), Gran Bretagna (Tour of the Alps + Catalogna, podio all'Amstel e al Catalogna), Danimarca (E3+Fiandre, podio al Paesi Baschi), Australia (podio a Sanremo e al Catalunya), Germania (Parigi Nizza + podio all'Amstel).
Vediamo se al Giro ci sarà un'inversione di tendenza: certo, poi uno rivede l'ordine d'arrivo della Liegi 2002 (5 italiani nei primi 5, 7 nei primi 10), e si capisce come in un ventennio sia cambiato tutto.
Re: La crisi del ciclismo italiano
Avevo fatto una cernita delle gare a mio avviso di maggior rilievo (come storia e partecipanti) corse finora. Comunque, per essere più "oggettivo" riformulo la situazione, facendo riferimento alle sole gare WT. La situazione non è che cambi molto per l'Italia...ciclistapazzo ha scritto: ↑lunedì 26 aprile 2021, 15:05
Perché metti il Tour of Alps e non il UAE con una vittoria di Ganna e la Omloop vinta da Ballerini che sono wt?
UAE Tour: una vittoria di tappa (Ganna), miglior italiano in classifica Caruso 7°
Omloop Het Nieuwsblad: vittoria di Ballerini, Trentin 8°
Strade Bianche: miglior italiano Ballerini 17°
Tirreno Adriatico: nessuna vittoria di tappa, migliori italiani in classifica Fabbro 5°, Nibali 9°
Parigi Nizza: nessuna vittoria di tappa, miglior italiano in classifica Aru 26°
Milano Sanremo: miglior italiano Colbrelli 8°
Giro di Catalogna: nessuna vittoria di tappa, miglior italiano in classifica Masnada 15°
Driedaagse Brugge-De Panne: Nizzolo 4°, Viviani 9°
E3 Saxo Bank Classic: Trentin 18°
Gand Wevelgem: Nizzolo 2°, Trentin 3°, Colbrelli 4°
Dwars door Vlaanderen: miglior italiano Nizzolo 15°
Giro delle Fiandre: miglior italiano Bettiol 28°
Giro dei Paesi Baschi: nessuna vittoria di tappa, miglior italiano in classifica Aru 24°
Amstel Gold Race: miglior italiano Sbaragli 7°
Freccia Vallone: miglior italiano Sbaragli 25°
Liegi Bastogne Liegi: miglior italiano Formolo 16°
In sintesi, su 46 giorni di gare WT, solo due vittorie italiane. Nelle 3 monumento finora disputate, nessun piazzamento nei primi 5.
Sinceramente, andando a memoria, non ricordo annate peggiori di questa finora.