La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
Mad
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Winter ha scritto: mercoledì 8 aprile 2020, 15:10 Pero' il Giro di Polonia è nel world tour
la corsa di molino dei torti è una kermesse regionale
e come ha scritto Mad per ora la magistratura ha parlato solo delle transenne
Se non ricordo male erano stati aperte tre inchieste, di cui una, quella che sino ad oggi ha espresso una sentenza, della Procura Federale della FCI ( se non ricordo male).

Questa è stata aperta a seguito di un reclamo sporto dalla società dei Iannelli, per mancanza di protezioni non riscontrate dal collegio di giuria nei loro verbali, con a seguire la regolare omologazione del Giudice Sportivo Regionale, ovviamente senza nessun ammenda o sanzione a carico della società organizzatrice.

Sempre a memoria, ancora aperte una inchiesta del CONI e una della magistratura ordinaria.
Winter ha scritto: mercoledì 8 aprile 2020, 15:10 Il mio discorso , probabilmente mi son espresso male , è che se si guarda tutto ci sara' sempre qualcosa che non va
Diventa impossibile organizzare delle corse
In una gara che si corre da quasi 100 anni con arrivo simile (a mia memoria almeno da 20) non è mai successo nulla
Questo fa parte del "gioco", da un lato è più semplice coprire una tappa del giro ( soprattutto a livello di traffico) perché hai tanto personale e massima collaborazione degli enti locali, dall'altro è più semplice coprire una kermesse poiché hai meno strada da coprire.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Mad ha scritto: mercoledì 8 aprile 2020, 22:14

Se non ricordo male erano stati aperte tre inchieste, di cui una, quella che sino ad oggi ha espresso una sentenza, della Procura Federale della FCI ( se non ricordo male).

Questa è stata aperta a seguito di un reclamo sporto dalla società dei Iannelli, per mancanza di protezioni non riscontrate dal collegio di giuria nei loro verbali, con a seguire la regolare omologazione del Giudice Sportivo Regionale, ovviamente senza nessun ammenda o sanzione a carico della società organizzatrice.
No, la sentenza è della Corte d'Appello federale.

La Procura federale ha deferito il presidente della società organizzatrice, il direttore di corsa e il vicedirettore.


(Aspetto sempre una risposta chiarificatrice da Cthulhu sulla non neutralità di Cicloweb).
Cthulhu ha scritto:


Pantani è una leggenda come Coppi e Bartali
team opc
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Winter ha scritto: lunedì 16 marzo 2020, 19:01
team opc ha scritto: domenica 15 marzo 2020, 22:02

Sarebbe bello se potessero ribellarsi, ma sono l'ultima ruota del carrozzone. È come quando si chiede ad un corridore in attività di uscire allo scoperto e confessare il doping;nessuno lo potrebbe fare anche perché oltre a perdere il lavoro sarebbe sbranato da fior di avvocati dell'Uci.
ma quali avvocati dell'uci.. :hammer:
mica è una multinazionale
si è visto con froome....
Si, prova a dire che i test vengono fatti o nn fatti come accadeva con Armstrong e poi voglio veder se l'uci non tira fuori fior di avvocati.
E ti sbrana


Winter
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Ma non sbrana proprio nessuno
Basta vedere froome
Ha messo i suoi avvocati , spesso tanto
E dal caso salbutamolo è stato assolto

L uci ha numeri molto piccoli


Fiammingo
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Qualcuno sa se in qualche modo la Federazione sta avendo un ruolo nel discorso mobilita in epoca Covid? Penso che in questo periodo in cui Sala dice che dovremmo tirare fuori la vecchia bici dalla cantian per muoverci, a Genova si parla di un progetto di ciclabili con aperture che non si erano mai viste, la Federazioen dovrebbe entrare di forza e cavalcare l'onda, ma non ho sentito nulla al riguardo...


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cauz.
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Fiammingo ha scritto: lunedì 4 maggio 2020, 0:05 Qualcuno sa se in qualche modo la Federazione sta avendo un ruolo nel discorso mobilita in epoca Covid? Penso che in questo periodo in cui Sala dice che dovremmo tirare fuori la vecchia bici dalla cantian per muoverci, a Genova si parla di un progetto di ciclabili con aperture che non si erano mai viste, la Federazioen dovrebbe entrare di forza e cavalcare l'onda, ma non ho sentito nulla al riguardo...
considerando che stanno tutti facendo la gara a chi la spara più grossa (senza poi muovere un dito per accompagnare le parole alle azioni) mi aspetto in effetti un Di Rocco in grande spolvero.


"Il male trionfa sempre, perche' il bene e' stupido" [Lord Casco]
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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cauz. ha scritto: martedì 5 maggio 2020, 20:58
Fiammingo ha scritto: lunedì 4 maggio 2020, 0:05 Qualcuno sa se in qualche modo la Federazione sta avendo un ruolo nel discorso mobilita in epoca Covid? Penso che in questo periodo in cui Sala dice che dovremmo tirare fuori la vecchia bici dalla cantian per muoverci, a Genova si parla di un progetto di ciclabili con aperture che non si erano mai viste, la Federazioen dovrebbe entrare di forza e cavalcare l'onda, ma non ho sentito nulla al riguardo...
considerando che stanno tutti facendo la gara a chi la spara più grossa (senza poi muovere un dito per accompagnare le parole alle azioni) mi aspetto in effetti un Di Rocco in grande spolvero.
Infattamente ntuculuaivelocipedi


Mad
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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cauz. ha scritto: martedì 5 maggio 2020, 20:58
Fiammingo ha scritto: lunedì 4 maggio 2020, 0:05 Qualcuno sa se in qualche modo la Federazione sta avendo un ruolo nel discorso mobilita in epoca Covid? Penso che in questo periodo in cui Sala dice che dovremmo tirare fuori la vecchia bici dalla cantian per muoverci, a Genova si parla di un progetto di ciclabili con aperture che non si erano mai viste, la Federazioen dovrebbe entrare di forza e cavalcare l'onda, ma non ho sentito nulla al riguardo...
considerando che stanno tutti facendo la gara a chi la spara più grossa (senza poi muovere un dito per accompagnare le parole alle azioni) mi aspetto in effetti un Di Rocco in grande spolvero.
Vero è che per fine 2021/ inizio 2022 avremo le elezioni, ma per chi ha diritto di voto in federazione non mi ricordo ci sia mai stato questo grande interesse per le piste ciclabili. :uhm:


Gianluca Avigo - bove

Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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https://www.tuttobiciweb.it/article/202 ... -parlatevi

Francamente la domanda mi sorge spontanea.
Ma si sta tentando di mettere nell'angolo rcs per qualche motivo? Si sta cercando di depotenziarla per poi acquisirla per due soldi e finalmente avere un unico MEGA MOSTRO ORGANIZZATORE GALATTICO che terra le pelotas il ciclismo? Davvero mi domando come sia possibile non avere almeno il tatto di sedersi e discutere. Qui l'atteggiamento, pur essendo evidentemente una situazione complessa, è ribadisco ARROGANTE. Si decide che è cosi e stop. Prendere o lasciare. A casa mia si chiama oligarchia.


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Gianluca Avigo - bove ha scritto: giovedì 7 maggio 2020, 21:57 https://www.tuttobiciweb.it/article/202 ... -parlatevi

Francamente la domanda mi sorge spontanea.
Ma si sta tentando di mettere nell'angolo rcs per qualche motivo? Si sta cercando di depotenziarla per poi acquisirla per due soldi e finalmente avere un unico MEGA MOSTRO ORGANIZZATORE GALATTICO che terra le pelotas il ciclismo? Davvero mi domando come sia possibile non avere almeno il tatto di sedersi e discutere. Qui l'atteggiamento, pur essendo evidentemente una situazione complessa, è ribadisco ARROGANTE. Si decide che è cosi e stop. Prendere o lasciare. A casa mia si chiama oligarchia.
Tutto ciò è assolutamente assurdo! È un insulto alla storia del ciclismo! Io posso capire tutte le difficoltà del periodo, la stagione è da buttare e chiaramente ci sono cose più importanti al momento. Ma se vuoi salvare il salvabile cerca di essere corretto ed onesto. Si parla di UCI, governo mondiale del ciclismo, che invece si comporta in maniera scellerata favorendo solo ed esclusivamente il tour! A questo punto sarebbe stato molto meglio ridurre il giro a due settimane più che vedere una cosa simile. Il tour che sposta la vuelta che in teoria aveva la collocazione migliore, OK siete le stesse persone ma gli spagnoli un po di dignità non l'hanno? Il tour che ha praticamente campo libero mentre il giro si svolge in contemporanea con le classiche, e questo poteva anche starci, ma con la vuelta no! Vincolando i corridori ad una scelta obbligata! Tour e vuelta. Chi mai vorrà fare il giro sapendo che rinuncia praticamente a tutto il resto? Poi magari salterà tutto ma così come si pone, ripeto, è un insulto!


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Il cancro con le braccia corte resta fedele al suo unico principio, arraffare tutto quello che si può.
Il nostro cancrazzo ha una psicologia semplice, se dice si è no, se dice no è si, se dice bianco è nero, e così via...


PIU' MANGANELLI

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Gianluca Avigo - bove

Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Non è del tutto pertinente a questo Topic, ma c'è un passaggio che condivido totalmente.

https://www.tuttobiciweb.it/article/1589706922


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Trullo
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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"Si correva da marzo a settembre e ci si misurava in tutte le corse, anche molto diverse fra loro. Adesso invece c'è troppa specializzazione, i corridori puntano solo a uno o pochissimi obiettivi a stagione, poi non li vedi più. Dipendesse da me, obbligherei tutti i corridori a fare almeno un certo numero di corse all'anno, tra classiche e grandi giri. Così vedremmo davvero chi è il più forte."


Gianluca Avigo - bove

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Trullo ha scritto: lunedì 18 maggio 2020, 14:27 "Si correva da marzo a settembre e ci si misurava in tutte le corse, anche molto diverse fra loro. Adesso invece c'è troppa specializzazione, i corridori puntano solo a uno o pochissimi obiettivi a stagione, poi non li vedi più. Dipendesse da me, obbligherei tutti i corridori a fare almeno un certo numero di corse all'anno, tra classiche e grandi giri. Così vedremmo davvero chi è il più forte."
Senza nemmeno comprare una vocale
:clap: :clap::clap::clap:


Gianluca Avigo - bove

Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Aspettando un documentario su Uci e Aso, per ora gustiamoci questo

https://www.gazzetta.it/Ciclismo/18-05- ... 5885.shtml


team opc
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Trullo ha scritto: lunedì 18 maggio 2020, 14:27 "Si correva da marzo a settembre e ci si misurava in tutte le corse, anche molto diverse fra loro. Adesso invece c'è troppa specializzazione, i corridori puntano solo a uno o pochissimi obiettivi a stagione, poi non li vedi più. Dipendesse da me, obbligherei tutti i corridori a fare almeno un certo numero di corse all'anno, tra classiche e grandi giri. Così vedremmo davvero chi è il più forte."
Ok, ma se poi magari uno di ammala o finge di ammalarsi, che facciamo gli revochiamo la vittoria?
Suvvia, i tempi son cambiati. E poi non è come con Armstrong che faceva solo il Tour. Ormai buona parte dei corridori fa 2 grandi giri su 3 e i big spesso li vediamo gia vincere alla Valenciana.
Piuttosto, se devo dire cosa mi manca del passato, sono la coppa del mondo formata da 10 prove in linea. Mi piacerebbe se si potesse rifarla magari allargandola a una quindicina di prove dando piu punti alle monumento. E per accedere alla classifica bisogna partecipare a due terzi delle gare, portandole a termine.
E poi il ranking world tour stile tennis.
E via tutti gli altri ranking che al giorno d'oggi esistono ma non se li fila nessuno, nemmeno chi è leader


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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team opc ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 0:30
Trullo ha scritto: lunedì 18 maggio 2020, 14:27 "Si correva da marzo a settembre e ci si misurava in tutte le corse, anche molto diverse fra loro. Adesso invece c'è troppa specializzazione, i corridori puntano solo a uno o pochissimi obiettivi a stagione, poi non li vedi più. Dipendesse da me, obbligherei tutti i corridori a fare almeno un certo numero di corse all'anno, tra classiche e grandi giri. Così vedremmo davvero chi è il più forte."
Ok, ma se poi magari uno di ammala o finge di ammalarsi, che facciamo gli revochiamo la vittoria?
Ti sei risposto da solo. Proprio nel tennis esiste un sistema di "congelamento " del ranking per un determinato periodo, in caso di infortunio. Insomma volendo si può fare.

In sostanza, oltre ai 3 grandi giri e le 5 monumento ( intoccabili ), basterebbe ripristinare la cara, vecchia, compianta, indimenticabile, coppa del mondo.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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team opc ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 0:30
Piuttosto, se devo dire cosa mi manca del passato, sono la coppa del mondo formata da 10 prove in linea. Mi piacerebbe se si potesse rifarla magari allargandola a una quindicina di prove dando piu punti alle monumento. E per accedere alla classifica bisogna partecipare a due terzi delle gare, portandole a termine.
Magari, sarebbe splendido. :drool:


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
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Trullo
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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COncordo sulla coppa del mondo

Qualche statistica.
Merckx 14 stagioni da prof. In media ogni stagione 4,9 gare corse fra GT e monumento
Hinault 12 stagioni da prof. In media ogni stagione 3,4 gare corse fra GT e monumento
Indurain 13 stagioni da prof. In media ogni stagione 2,6 gare corse fra GT e monumento
Armstrong 17 stagioni da prof. In media ogni stagione 2,1 gare corse fra GT e monumento
Froome 13 stagioni da prof. In media ogni stagione 1,7 gare corse fra GT e monumento


Gianluca Avigo - bove

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Trullo ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 18:49 COncordo sulla coppa del mondo

Qualche statistica.
Merckx 14 stagioni da prof. In media ogni stagione 4,9 gare corse fra GT e monumento
Hinault 12 stagioni da prof. In media ogni stagione 3,4 gare corse fra GT e monumento
Indurain 13 stagioni da prof. In media ogni stagione 2,6 gare corse fra GT e monumento
Armstrong 17 stagioni da prof. In media ogni stagione 2,1 gare corse fra GT e monumento
Froome 13 stagioni da prof. In media ogni stagione 1,7 gare corse fra GT e monumento
Quasi scandaloso. Infatti l'ultimo vero "grande" è stato Bernard. Dagli anni 90 è cominciata la specializzazione con il benestare dell'uci e il ciclismo mediaticamente si è ridotto ad una gara di 3 settimane nel mese di luglio.

Ovviamente intendo per il grande pubblico. Che noi malat con seri problemi, seguiamo tutto dal tdu al lombardia, lo do per scontato. Ma non facciamo media


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Trullo ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 18:49 COncordo sulla coppa del mondo

Qualche statistica.
Merckx 14 stagioni da prof. In media ogni stagione 4,9 gare corse fra GT e monumento
Hinault 12 stagioni da prof. In media ogni stagione 3,4 gare corse fra GT e monumento
Indurain 13 stagioni da prof. In media ogni stagione 2,6 gare corse fra GT e monumento
Armstrong 17 stagioni da prof. In media ogni stagione 2,1 gare corse fra GT e monumento
Froome 13 stagioni da prof. In media ogni stagione 1,7 gare corse fra GT e monumento
Faccio un confronto
armstrong dal 1999 al 2006
e
froome dal 2012 al 2018..
sette anni entrambi

Lance ha partecipato a 7 gt..solo il tour..tutti vinti
froome 13 gt..in 11 è arrivato nei 4 , in due si è ritirato causa fratture

Lance in quei sette anni tre sanremo , due fiandre e due liegi
froome solo ad una liegi

La media di entrambi è due
un po più difficile quella di froome


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Gianluca Avigo - bove ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 21:30
Trullo ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 18:49 COncordo sulla coppa del mondo

Qualche statistica.
Merckx 14 stagioni da prof. In media ogni stagione 4,9 gare corse fra GT e monumento
Hinault 12 stagioni da prof. In media ogni stagione 3,4 gare corse fra GT e monumento
Indurain 13 stagioni da prof. In media ogni stagione 2,6 gare corse fra GT e monumento
Armstrong 17 stagioni da prof. In media ogni stagione 2,1 gare corse fra GT e monumento
Froome 13 stagioni da prof. In media ogni stagione 1,7 gare corse fra GT e monumento
Quasi scandaloso. Infatti l'ultimo vero "grande" è stato Bernard. Dagli anni 90 è cominciata la specializzazione con il benestare dell'uci e il ciclismo mediaticamente si è ridotto ad una gara di 3 settimane nel mese di luglio.

Ovviamente intendo per il grande pubblico. Che noi malat con seri problemi, seguiamo tutto dal tdu al lombardia, lo do per scontato. Ma non facciamo media
Dall'altro lato Nibali con una media annuale di 4 (60 fra GT e Monumenti in 15 stagioni)


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Infatti Nibali è corridore d'altri tempi, eccezione insieme a Valverde nel ciclismo di oggi. Nella mia classifica sulla completezza è addirittura sesto di sempre (dietro Merckx, Hinault, Gimondi, Kelly e Coppi)


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Patate ha scritto: lunedì 25 maggio 2020, 22:12
Gianluca Avigo - bove ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 21:30
Trullo ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 18:49 COncordo sulla coppa del mondo

Qualche statistica.
Merckx 14 stagioni da prof. In media ogni stagione 4,9 gare corse fra GT e monumento
Hinault 12 stagioni da prof. In media ogni stagione 3,4 gare corse fra GT e monumento
Indurain 13 stagioni da prof. In media ogni stagione 2,6 gare corse fra GT e monumento
Armstrong 17 stagioni da prof. In media ogni stagione 2,1 gare corse fra GT e monumento
Froome 13 stagioni da prof. In media ogni stagione 1,7 gare corse fra GT e monumento
Quasi scandaloso. Infatti l'ultimo vero "grande" è stato Bernard. Dagli anni 90 è cominciata la specializzazione con il benestare dell'uci e il ciclismo mediaticamente si è ridotto ad una gara di 3 settimane nel mese di luglio.

Ovviamente intendo per il grande pubblico. Che noi malat con seri problemi, seguiamo tutto dal tdu al lombardia, lo do per scontato. Ma non facciamo media
Dall'altro lato Nibali con una media annuale di 4 (60 fra GT e Monumenti in 15 stagioni)
Infatti più gli anni passano e più ci stiamo accorgendo che ci manchera' tanto tanto tanto

Basta pensare a quante monumento e mondiali ha fatto froome nella sua carriera, e ti cascano le braccia.
Più passa il tempo e più sono convinto che il tour è diventato un mostro che partorisce mostri.


pietro
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pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
Tour de France 2021, 11^ tappa
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pietro ha scritto: mercoledì 27 maggio 2020, 19:13 https://www.google.com/amp/s/cyclingpro ... bio/%3famp
Stiamo a vedere
Menomalechesilviooooc'e'èèèè


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Gianluca Avigo - bove ha scritto: mercoledì 27 maggio 2020, 19:54
pietro ha scritto: mercoledì 27 maggio 2020, 19:13 https://www.google.com/amp/s/cyclingpro ... bio/%3famp
Stiamo a vedere
Menomalechesilviooooc'e'èèèè
Pensavo che non l'avrei mai cantata


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
Tour de France 2021, 11^ tappa
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Gianluca Avigo - bove ha scritto: mercoledì 27 maggio 2020, 19:54
pietro ha scritto: mercoledì 27 maggio 2020, 19:13 https://www.google.com/amp/s/cyclingpro ... bio/%3famp
Stiamo a vedere
Menomalechesilviooooc'e'èèèè
Stavo pensando all'opposto: con la situazione che stiamo vivendo e le possibili difficoltà per il 2021, ci sarà uno sfidante?


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:pc:
Mad ha scritto: mercoledì 27 maggio 2020, 21:51
Gianluca Avigo - bove ha scritto: mercoledì 27 maggio 2020, 19:54
pietro ha scritto: mercoledì 27 maggio 2020, 19:13 https://www.google.com/amp/s/cyclingpro ... bio/%3famp
Stiamo a vedere
Menomalechesilviooooc'e'èèèè
Stavo pensando all'opposto: con la situazione che stiamo vivendo e le possibili difficoltà per il 2021, ci sarà uno sfidante?
Ovviamente nulla di certo, ma Silvio in un paio di interviste, mi è sembrato abbastanza lanciato


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Gianluca Avigo - bove ha scritto: mercoledì 27 maggio 2020, 22:26 :pc:
Mad ha scritto: mercoledì 27 maggio 2020, 21:51
Gianluca Avigo - bove ha scritto: mercoledì 27 maggio 2020, 19:54

Menomalechesilviooooc'e'èèèè
Stavo pensando all'opposto: con la situazione che stiamo vivendo e le possibili difficoltà per il 2021, ci sarà uno sfidante?
Ovviamente nulla di certo, ma Silvio in un paio di interviste, mi è sembrato abbastanza lanciato
E' l'unico nome su cui si sia sentito qualcosa al riguardo.

Chissà se poi andremo al voto da qui a gennaio o si sposterà di un anno, credo che entro fine agosto si dovranno stabilire delle date, nel primo caso.


Basso
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Forza Silvio

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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Per chi non avesse immediatamente colto il messaggio di Leonardo, questa la motivazione - e non posso che accodarmi all'augurio http://www.cicloweb.it/2020/10/01/silvi ... rciclismo/


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Leonardo Civitella ha scritto: giovedì 1 ottobre 2020, 18:41 Forza Silvio

Saluti,Leonardo
Ci ho messo un po' a capire quale Silvio :diavoletto:

Per chi sa come funzionano le cose, quante possibilità ha Silvio?


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
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Leonardo Civitella
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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pietro ha scritto: giovedì 1 ottobre 2020, 19:08
Leonardo Civitella ha scritto: giovedì 1 ottobre 2020, 18:41 Forza Silvio

Saluti,Leonardo
Ci ho messo un po' a capire quale Silvio :diavoletto:
:diavoletto:

Saluti,Leonardo
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Slegar
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Grosso problema per la CPA che quest'anno è riuscita a pagare in minima parte le somme destinate ai ciclisti ritiratisi a fine 2019:
https://www.cyclingnews.com/news/exclus ... t-payouts/

In sintesi queste sono le problematiche:
- ai circa 60 ciclisti ritirati a fine 2019 sono stati versati € 3.000,00 al posto di € 12.000,00 che solitamente vengono versati quale somma per l'inizio di una nuova carriera lavorativa
- il sistema è in equilibrio fino a 48 ritirati all'anno
- il problema sembra nascere dal mancato versamento del 5% del montepremi che ogni singolo organizzatore dovrebbe versare al CPA (sembra che alcuni organizzatori questo 5% l'abbiano dato direttamente alle squadre o ai ciclisti stessi)
- chi si ritirerà al termine del 2020 avrà ancora meno fondi a disposizione di quest'anno


fair play? No, Grazie!
Cthulhu
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Admin ha scritto: lunedì 13 aprile 2020, 12:37
Mad ha scritto: mercoledì 8 aprile 2020, 22:14

Se non ricordo male erano stati aperte tre inchieste, di cui una, quella che sino ad oggi ha espresso una sentenza, della Procura Federale della FCI ( se non ricordo male).

Questa è stata aperta a seguito di un reclamo sporto dalla società dei Iannelli, per mancanza di protezioni non riscontrate dal collegio di giuria nei loro verbali, con a seguire la regolare omologazione del Giudice Sportivo Regionale, ovviamente senza nessun ammenda o sanzione a carico della società organizzatrice.
No, la sentenza è della Corte d'Appello federale.

La Procura federale ha deferito il presidente della società organizzatrice, il direttore di corsa e il vicedirettore.


(Aspetto sempre una risposta chiarificatrice da Cthulhu sulla non neutralità di Cicloweb).
Cthulhu ha scritto:
La leggo solo ora, scusa.
Rispondo: avete fatto campagna elettorale per l'avversario di Di Rocco.
Nulla di male, ma non siete neutrali.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Cthulhu ha scritto: giovedì 12 novembre 2020, 20:14
La leggo solo ora, scusa.
Rispondo: avete fatto campagna elettorale per l'avversario di Di Rocco.
Nulla di male, ma non siete neutrali.
Lo pensavi già da tempo, anche nel momento in cui non c'erano presunte campagne elettorali, dato che l'appunto lo muovesti mesi fa, quando si parlava della transennatura di Molino de' Torti.

Cthulhu ha scritto: martedì 24 marzo 2020, 18:07 Io non credo che UCI e FCI abbiano tutto questo potere e si debbano prendere le responsabilità pure delle transenne.
Questo sito è molto interessante, ma non è neutrale.
Chi lo gestisce non è super-partes.
DI Rocco ha i suoi difetti, ma non prendo per oro colato quello che scrive un suo ben noto avversario politico. Che ha la tendenza ad attaccarsi a tutto. A volte anche agli specchi.
Ad esempio per anni ha dato la colpa a Di Rocco degli scarsi risultati della pista. Ora che la pista va bene ed è vincente non gli da nessun merito.
Spero tu abbia seguito la vicenda di Iannelli, e che sia pronto a mettere la mano sul fuoco in merito alla terzietà della FCI nel caso in esame. Ci sarebbero giusto quella ventina di elementi a smentire la cosa, ma si può sempre far finta di non vederli.

Io sarei pure pronto a riconoscere meriti e quant'altro a Di Rocco, ma non è colpa mia se fa sempre di tutto per confermare il male che penso di lui.
Riguardo alla pista di cui si parlava in quel post di marzo, faccio uno sforzo per non definirlo colpo di fortuna, ma diciamo che ha avuto un gran fiuto nel capire che Marco Villa sarebbe diventato un bravissimo commissario tecnico. È stato in quel caso un ottimo talent scout, gliene do atto.

Ciononostante, i risultati in pista arrivano non tanto "grazie a", quanto "nonostante" la Federazione. Un solo velodromo coperto in Italia, peraltro messo in cantiere prima che lui divenisse presidente, e nei successivi 15 anni non c'è stato il modo di realizzarne un altro... sul settore velocità stendiamo il classico velo.

Più in generale, è il concetto di immutabilità delle cose a urtarmi in maniera particolare. Che ci sia un dirigente che è lì a far le cose come le faceva 40 anni fa, con i medesimi metodi, sarà mica un bene per il movimento ciclistico? E bada che fummo contenti della sua elezione e lo appoggiammo senz'altro nel primo quadriennio di presidenza. Non ci fu certo pregiudizio nei suoi confronti.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Admin ha scritto: venerdì 13 novembre 2020, 7:54
Ciononostante, i risultati in pista arrivano non tanto "grazie a", quanto "nonostante" la Federazione. Un solo velodromo coperto in Italia, peraltro messo in cantiere prima che lui divenisse presidente, e nei successivi 15 anni non c'è stato il modo di realizzarne un altro... sul settore velocità stendiamo il classico velo.
Scusate se taglio il resto, ma questo a mio parere è il punto centrale della gestione politica del ciclismo recente. Forse sono condizionato dall' essere cresciuto in un epoca in cui la sei giorni del Vigorelli era trasmessa tutte le sere/notti, era un evento importante sotto il profilo sportivo , ma anche e forse più come spettacolo e appuntamento fisso della città.
Possibile che non si riesca a valorizzare adeguatamente l' attività su pista, a catalizzare un minimo di investimenti come stanno facendo nel nord europa , GB compresa. E aldilà del puro ritorno di risultati nelle competizioni , a cui la Federazione non credo sia indifferente, ci sono altri benefici sia sulla valore della multidisciplinarietà nella formazione degli atleti, sia nell' allestire una vetrina che pubblicizzi tutto il settore.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Admin ha scritto: venerdì 13 novembre 2020, 7:54
Cthulhu ha scritto: giovedì 12 novembre 2020, 20:14
La leggo solo ora, scusa.
Rispondo: avete fatto campagna elettorale per l'avversario di Di Rocco.
Nulla di male, ma non siete neutrali.
Lo pensavi già da tempo, anche nel momento in cui non c'erano presunte campagne elettorali, dato che l'appunto lo muovesti mesi fa, quando si parlava della transennatura di Molino de' Torti.

Cthulhu ha scritto: martedì 24 marzo 2020, 18:07 Io non credo che UCI e FCI abbiano tutto questo potere e si debbano prendere le responsabilità pure delle transenne.
Questo sito è molto interessante, ma non è neutrale.
Chi lo gestisce non è super-partes.
DI Rocco ha i suoi difetti, ma non prendo per oro colato quello che scrive un suo ben noto avversario politico. Che ha la tendenza ad attaccarsi a tutto. A volte anche agli specchi.
Ad esempio per anni ha dato la colpa a Di Rocco degli scarsi risultati della pista. Ora che la pista va bene ed è vincente non gli da nessun merito.
Spero tu abbia seguito la vicenda di Iannelli, e che sia pronto a mettere la mano sul fuoco in merito alla terzietà della FCI nel caso in esame. Ci sarebbero giusto quella ventina di elementi a smentire la cosa, ma si può sempre far finta di non vederli.

Io sarei pure pronto a riconoscere meriti e quant'altro a Di Rocco, ma non è colpa mia se fa sempre di tutto per confermare il male che penso di lui.
Riguardo alla pista di cui si parlava in quel post di marzo, faccio uno sforzo per non definirlo colpo di fortuna, ma diciamo che ha avuto un gran fiuto nel capire che Marco Villa sarebbe diventato un bravissimo commissario tecnico. È stato in quel caso un ottimo talent scout, gliene do atto.

Ciononostante, i risultati in pista arrivano non tanto "grazie a", quanto "nonostante" la Federazione. Un solo velodromo coperto in Italia, peraltro messo in cantiere prima che lui divenisse presidente, e nei successivi 15 anni non c'è stato il modo di realizzarne un altro... sul settore velocità stendiamo il classico velo.

Più in generale, è il concetto di immutabilità delle cose a urtarmi in maniera particolare. Che ci sia un dirigente che è lì a far le cose come le faceva 40 anni fa, con i medesimi metodi, sarà mica un bene per il movimento ciclistico? E bada che fummo contenti della sua elezione e lo appoggiammo senz'altro nel primo quadriennio di presidenza. Non ci fu certo pregiudizio nei suoi confronti.
Ma io mica sono un difensore di Di Rocco.
Dico solo, e il tuo post lo conferma, che non lo potete vedere. Da anni. E quindi tanto neutrali non siete.
Poi la posso pensare come te in certe cose, ma che siate un pò prevenuti nei confronti di FCI e UCI è un fatto.
Possibile che non facciano mai nulla di buono?


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Cthulhu ha scritto: venerdì 13 novembre 2020, 19:41
Ma io mica sono un difensore di Di Rocco.
Dico solo, e il tuo post lo conferma, che non lo potete vedere. Da anni. E quindi tanto neutrali non siete.
Poi la posso pensare come te in certe cose, ma che siate un pò prevenuti nei confronti di FCI e UCI è un fatto.
Possibile che non facciano mai nulla di buono?
FCI e UCI sono dei contenitori, dipende chi le "abita". Cookson è stato un grande presidente le cui politiche hanno determinato miglioramenti netti in alcuni ambiti (doping/antidoping, ciclismo femminile su tutto); e nonostante alcune sue cose non le abbia condivise (Extreme Weather Protocol su tutte) non ho mai avuto difficoltà a riconoscergli grandi qualità. Lappartient è uno che parla abbastanza e realizza abbastanza meno, però anche nei suoi confronti non ho preclusioni, e qualche aspetto positivo su di lui lo evidenziai (sia in articolo che in video) dopo la conferenza ai Mondiali di Berlino a inizio anno.

Di Rocco è lì da oltre 15 anni, anche volendo non riesco a vedere grosse novità in un suo atteggiamento che da tanto tempo mi pare molto negativo per il movimento ciclistico italiano. Se devo fare un'analisi del suo quadruplice mandato non posso fare a meno di dare un quadro d'insieme. Qualcosa di buono qua e là c'è pure, ma annega in un mare di negatività. Non mi pare tanto rilevante al confronto con il resto, ecco.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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A proposito di politica del ciclismo, per il ciclismo, intorno al ciclismo: http://www.cicloweb.it/2020/11/13/2-mil ... ci-capito/

In Gran Bretagna la sinergia tra governi e British Cycling continua alla grande, anche in maniere non esplicite (nel senso che ormai chi guida il Paese ha capito che conviene investire in ciclabilità e lo fa, e BC è brava a remare solidale raccogliendo poi pure lei i frutti di tanto investimento).


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Admin ha scritto: venerdì 13 novembre 2020, 22:54
Cthulhu ha scritto: venerdì 13 novembre 2020, 19:41
Ma io mica sono un difensore di Di Rocco.
Dico solo, e il tuo post lo conferma, che non lo potete vedere. Da anni. E quindi tanto neutrali non siete.
Poi la posso pensare come te in certe cose, ma che siate un pò prevenuti nei confronti di FCI e UCI è un fatto.
Possibile che non facciano mai nulla di buono?
FCI e UCI sono dei contenitori, dipende chi le "abita". Cookson è stato un grande presidente le cui politiche hanno determinato miglioramenti netti in alcuni ambiti (doping/antidoping, ciclismo femminile su tutto); e nonostante alcune sue cose non le abbia condivise (Extreme Weather Protocol su tutte) non ho mai avuto difficoltà a riconoscergli grandi qualità. Lappartient è uno che parla abbastanza e realizza abbastanza meno, però anche nei suoi confronti non ho preclusioni, e qualche aspetto positivo su di lui lo evidenziai (sia in articolo che in video) dopo la conferenza ai Mondiali di Berlino a inizio anno.

Di Rocco è lì da oltre 15 anni, anche volendo non riesco a vedere grosse novità in un suo atteggiamento che da tanto tempo mi pare molto negativo per il movimento ciclistico italiano. Se devo fare un'analisi del suo quadruplice mandato non posso fare a meno di dare un quadro d'insieme. Qualcosa di buono qua e là c'è pure, ma annega in un mare di negatività. Non mi pare tanto rilevante al confronto con il resto, ecco.
La durata infinita dei massimi dirigenti sportivi è una piaga mondiale da sempre.

Il CIO ha avuto otto presidenti in più di 120 anni.
La IAAF sei dal 1912.
La FIS addirittura quattro dal 1924.
In confronto l'UCI con undici presidenti dal 1900 e la FCI con più di venti sono un esempio di dinamismo...


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Admin ha scritto: venerdì 13 novembre 2020, 22:56 A proposito di politica del ciclismo, per il ciclismo, intorno al ciclismo: http://www.cicloweb.it/2020/11/13/2-mil ... ci-capito/

In Gran Bretagna la sinergia tra governi e British Cycling continua alla grande, anche in maniere non esplicite (nel senso che ormai chi guida il Paese ha capito che conviene investire in ciclabilità e lo fa, e BC è brava a remare solidale raccogliendo poi pure lei i frutti di tanto investimento).
"La prescrivibilità dell’attività fisica in bici è stata lanciata in Inghilterra in via sperimentale nel 2014 in alcuni quartieri di Londra, dove più di 500.000 persone hanno aderito al programma, dimagrendo in media di 3,6 kg in 12 mesi, abbattendo i costi sanitari di 10 milioni di sterline. Visto il successo dell’iniziativa, Downing Street ha deciso di allargare la possibilità in tutto il Regno Unito." (Bikeitalia)

In Italia si critica o si ironizza sul bonus bici.
Basta fare i conti di quanto ha incassato lo stato di IVA, per capire che il Bonus non solo si paga da solo, ma porta risorse economiche in più alle casse statali.
Senza considerare i benefici di cui ha goduto il settore industriale e commerciale delle due ruote.


La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Krisper ha scritto: sabato 14 novembre 2020, 13:18
Admin ha scritto: venerdì 13 novembre 2020, 22:56 A proposito di politica del ciclismo, per il ciclismo, intorno al ciclismo: http://www.cicloweb.it/2020/11/13/2-mil ... ci-capito/

In Gran Bretagna la sinergia tra governi e British Cycling continua alla grande, anche in maniere non esplicite (nel senso che ormai chi guida il Paese ha capito che conviene investire in ciclabilità e lo fa, e BC è brava a remare solidale raccogliendo poi pure lei i frutti di tanto investimento).
"La prescrivibilità dell’attività fisica in bici è stata lanciata in Inghilterra in via sperimentale nel 2014 in alcuni quartieri di Londra, dove più di 500.000 persone hanno aderito al programma, dimagrendo in media di 3,6 kg in 12 mesi, abbattendo i costi sanitari di 10 milioni di sterline. Visto il successo dell’iniziativa, Downing Street ha deciso di allargare la possibilità in tutto il Regno Unito." (Bikeitalia)

In Italia si critica o si ironizza sul bonus bici.
Basta fare i conti di quanto ha incassato lo stato di IVA, per capire che il Bonus non solo si paga da solo, ma porta risorse economiche in più alle casse statali.
Senza considerare i benefici di cui ha goduto il settore industriale e commerciale delle due ruote.
Non dimentichiamo il Cycle to work scheme, bici detassate e rateizzate senza costi


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Krisper ha scritto: sabato 14 novembre 2020, 13:18
Admin ha scritto: venerdì 13 novembre 2020, 22:56 A proposito di politica del ciclismo, per il ciclismo, intorno al ciclismo: http://www.cicloweb.it/2020/11/13/2-mil ... ci-capito/

In Gran Bretagna la sinergia tra governi e British Cycling continua alla grande, anche in maniere non esplicite (nel senso che ormai chi guida il Paese ha capito che conviene investire in ciclabilità e lo fa, e BC è brava a remare solidale raccogliendo poi pure lei i frutti di tanto investimento).
"La prescrivibilità dell’attività fisica in bici è stata lanciata in Inghilterra in via sperimentale nel 2014 in alcuni quartieri di Londra, dove più di 500.000 persone hanno aderito al programma, dimagrendo in media di 3,6 kg in 12 mesi, abbattendo i costi sanitari di 10 milioni di sterline. Visto il successo dell’iniziativa, Downing Street ha deciso di allargare la possibilità in tutto il Regno Unito." (Bikeitalia)

In Italia si critica o si ironizza sul bonus bici.
Basta fare i conti di quanto ha incassato lo stato di IVA, per capire che il Bonus non solo si paga da solo, ma porta risorse economiche in più alle casse statali.
Senza considerare i benefici di cui ha goduto il settore industriale e commerciale delle due ruote.
Più che altro è stata criticata la gestione. In Francia hanno fatto una cosa simile ma senza tutte le complicazioni informatiche e burocratiche italiane.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Cthulhu ha scritto: sabato 14 novembre 2020, 13:31
Krisper ha scritto: sabato 14 novembre 2020, 13:18
Admin ha scritto: venerdì 13 novembre 2020, 22:56 A proposito di politica del ciclismo, per il ciclismo, intorno al ciclismo: http://www.cicloweb.it/2020/11/13/2-mil ... ci-capito/

In Gran Bretagna la sinergia tra governi e British Cycling continua alla grande, anche in maniere non esplicite (nel senso che ormai chi guida il Paese ha capito che conviene investire in ciclabilità e lo fa, e BC è brava a remare solidale raccogliendo poi pure lei i frutti di tanto investimento).
"La prescrivibilità dell’attività fisica in bici è stata lanciata in Inghilterra in via sperimentale nel 2014 in alcuni quartieri di Londra, dove più di 500.000 persone hanno aderito al programma, dimagrendo in media di 3,6 kg in 12 mesi, abbattendo i costi sanitari di 10 milioni di sterline. Visto il successo dell’iniziativa, Downing Street ha deciso di allargare la possibilità in tutto il Regno Unito." (Bikeitalia)

In Italia si critica o si ironizza sul bonus bici.
Basta fare i conti di quanto ha incassato lo stato di IVA, per capire che il Bonus non solo si paga da solo, ma porta risorse economiche in più alle casse statali.
Senza considerare i benefici di cui ha goduto il settore industriale e commerciale delle due ruote.
Più che altro è stata criticata la gestione. In Francia hanno fatto una cosa simile ma senza tutte le complicazioni informatiche e burocratiche italiane.
Le critiche sono andate ben oltre la gestione: attacchi feroci di alcuni politici (con netta prevalenza di formazioni "sovraniste") e trasmissioni a loro vicine.

Poi sono d'accordo con l'Admin, si è esagerato con le critiche al sistema informatico di rimborso.
Si poteva fare meglio, certo, ma sono critiche controproducenti in questo momento.


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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Krisper ha scritto: sabato 14 novembre 2020, 13:18 Senza considerare i benefici di cui ha goduto il settore industriale e commerciale delle due ruote.
io ritengo che il BB sia stato creato esattamente per questo.
poi è evidente che ha ricadute positive sulla mobilità e sulla salute della popolazione (e via di seguito), ma la logica è stato in primis un incentivo all'acquisto, ovvero un aiuto alle imprese.

detto ciò, non esprimo giudizi nel merito, mi tengo con piacere le ricadute positive. :)


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

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https://sporza.be/nl/2020/11/19/vanthou ... 797685078/
https://www.cicloweb.it/2020/11/19/il-c ... ada-belga/
Non è proprio politica ma non sapevo dove mettere questa notizia.
Sven Vanthourenhout è il nuovo commissario tecnico della nazionale belga su strada, oltre a rimanere quello del ciclocross


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Re: La Politica del ciclismo: UCI, FCI e non solo

Messaggio da leggere da Abruzzese »

La sfida è assai ardita, però comunque è un qualcosa che vale la pena rimarcare:

http://www.cicloweb.it/2020/12/04/lolim ... LXhdPM5ekQ


"L'importante non è quello che trovi alla fine di una corsa. L'importante è ciò che provi mentre corri" (Giorgio Faletti in "Notte prima degli esami")

"qui c'è gente che è totalmente avulsa dalla realtà e nociva al forum"
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