Addio alle Corse - Chi si ritira

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
andriusskerla
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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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Dopo 2 stagioni orribili Arthur Vichot appende la bicicletta al chiodo.

Si ritira anche lo spagnolo Pablo Torres, che quest'anno non ha praticamente mai corso a causa della pandemia.


pietro
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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
Tour de France 2021, 11^ tappa
andriusskerla
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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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Non confermato dalla Rally, si ritira il velocista statunitense John Murphy.

Non è ufficiale, ma da quello che ho letto in giro dovrebbero appendere la bicicletta al chiodo anche i due kazaki non confermati dall'Astana, Zhandos Bizhigitov e Daniil Fominykh


mattia_95
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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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Si ritira Gasparotto.



FC 2018: Gp de Montreal, Giro di Turchia.
FC 2019: GP di Francoforte, Tour a Tempo, Coppa Bernocchi.
FC 2020: Tour Down Under, Tour a Tempo a Squadre.
FC 2021: Gand - Wevelgem, Obiettivo Zero Punti Tour de France, 1° Obiettivo Zero Punti, Trofeo Matteotti.
FC 2022: Saudi Tour, Etoile de Bessèges, Tour de Pologne.
cassius
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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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mattia_95 ha scritto: domenica 29 novembre 2020, 12:33 Si ritira Gasparotto.

Un messaggio d'addio davvero bello.
Chapeau Enrico.


Salvatore77
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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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E si. Bel messaggio. Una visione nel complesso del ciclismo positiva.
Ogni tanto ci vuole. :clap:


1° Tour de France 2018
Campionato del mondo gara in linea 2021.
henny5
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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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Dopo il mancato rinnovo con la qhubeka assos si ritira dopo 9 anni tra i pro' ,ed ultimo superstite della ex mtn qhubeka ora Ntt, il sudafricano Jay thomson. è stato un onesto gregario, sempre a disposizione dei suoi capitani.


matter
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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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henny5 ha scritto: martedì 8 dicembre 2020, 14:46 Dopo il mancato rinnovo con la qhubeka assos si ritira dopo 9 anni tra i pro' ,ed ultimo superstite della ex mtn qhubeka ora Ntt, il sudafricano Jay thomson. è stato un onesto gregario, sempre a disposizione dei suoi capitani.
è finita un'era,contando il progressivo allontanamento dai corridori africani.


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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Si ritira a soli 26 anni Jonathan Dibben, maglia nera all'ultimo Giro d'Italia.


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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andriusskerla ha scritto: venerdì 11 dicembre 2020, 13:15 Si ritira a soli 26 anni Jonathan Dibben, maglia nera all'ultimo Giro d'Italia.
Ma continua su pista o si ritira del tutto?


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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cauz. ha scritto: venerdì 11 dicembre 2020, 14:27
andriusskerla ha scritto: venerdì 11 dicembre 2020, 13:15 Si ritira a soli 26 anni Jonathan Dibben, maglia nera all'ultimo Giro d'Italia.
Ma continua su pista o si ritira del tutto?
Da quello che ho capito si ritira del tutto e punta a restare nell'ambiente come allenatore


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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cauz. ha scritto: venerdì 11 dicembre 2020, 14:27
andriusskerla ha scritto: venerdì 11 dicembre 2020, 13:15 Si ritira a soli 26 anni Jonathan Dibben, maglia nera all'ultimo Giro d'Italia.
Ma continua su pista o si ritira del tutto?

Mi spiace molto. Dibben è stato protagonista di una delle gare che mi hanno emozionato di più in 30 anni che seguo il ciclismo: il suo mondiale della corsa a punti 2016.

Spiace venga ricordato per la maglia nera al Giro. Non voglio parlare male della concorrenza, ma oggi ho letto articoli altrove dove nemmeno si dice che è stato campione del mondo.

E questa aumenta il rammarico per come è ridotta la pista, se campioni che non riescono ad adattarsi alla strada poi sono costretti a ritirarsi a 26 anni. Peccato


perché per me il ciclismo non è ancora una passione onanistica, ma è un pezzo di cultura popolare e familiare.
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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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marc ha scritto: venerdì 11 dicembre 2020, 19:48
cauz. ha scritto: venerdì 11 dicembre 2020, 14:27
andriusskerla ha scritto: venerdì 11 dicembre 2020, 13:15 Si ritira a soli 26 anni Jonathan Dibben, maglia nera all'ultimo Giro d'Italia.
Ma continua su pista o si ritira del tutto?

Mi spiace molto. Dibben è stato protagonista di una delle gare che mi hanno emozionato di più in 30 anni che seguo il ciclismo: il suo mondiale della corsa a punti 2016.

Spiace venga ricordato per la maglia nera al Giro. Non voglio parlare male della concorrenza, ma oggi ho letto articoli altrove dove nemmeno si dice che è stato campione del mondo.

E questa aumenta il rammarico per come è ridotta la pista, se campioni che non riescono ad adattarsi alla strada poi sono costretti a ritirarsi a 26 anni. Peccato
Però bisogna considerare che quella al Giro non è stata l'unica maglia nera: tra gli anni in Sky e quello alla Lotto ha ottenuto un numero molto alto di ultimi posti, non penso volutamente, anche perchè avrebbe ottenuto qualche risultato come "bilanciamento". Una specie di Archbold, il quale tuttavia sa vincere e tirare le volate.
Molto probabilmente non ha digerito l'impatto con la strada.


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Abruzzese
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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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Più che altro, al di là di quel che può essere il centrismo della strada, io credo che al giorno d'oggi ci si aspetti troppo spesso che chi eccelle in pista, poi possa stravolgersi e diventare anche ciò che, teoricamente, non diventerebbe mai (vedasi i discorsi che già si sono cominciati a fare su Ganna). Se uno è un ottimo pistard, con delle buone evidenze, non è necessario che per continuare a competere debba riuscire a fare quello che ha fatto Wiggins (che resta nell'ambito dell'eccezionalità). Si può essere ottimi gregari, trovare occasioni adatte su percorsi che possano essere consoni.

Se però non si diventa fuoriclasse si può comunque esercitare il mestiere con dignità. Finché si capisce che li in mezzo ci si può rimanere o finché una squadra reputi che uno possa tornare utile alla causa. Poi ci sarebbe apre da fare i conti con le logiche del punti e dei risultati e abbiamo capito fin troppe volte quanto possa essere fallace giudicare un corridore solo da quelli, senza quantificare il reale sudore che uno ci mette.


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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La mancata conferma della Riwal tra le Professional inizia a fare vittime: dopo Hansen, che avrebbe raggiunto la squadra danese se avesse continuato nella categoria, anche Torkil Veyhe, l'unico professionista delle Far Oer, annuncia il ritiro


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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a proposito di chi si ritira "con merito" o meno, segnalo un piccolo dibattito tra Gasparotto e Noé nei commenti a questo intervento di Cw https://www.facebook.com/cicloweb.it/posts/10158399999209022.

sono solo mezze frasi, ma sarebbe molto interessante sentire i pareri di chi ha pedalato in gruppo su questo argomento.
chissà, magari ci penseranno i redattori di Cw a coinvolgerli in un dibattito da ospitare sul sito con il dovuto spazio... :carta:


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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Si ritira a 41 anni il leggendario croato Radoslav Rogina: nella sua lunghissima carriera ha ottenuto una trentina di vittorie, tra cui 4 titoli nazionali in linea, 1 a crono e le classifiche finali dei giri di Slovenia, Croazia, Sibiu e Qinghai Lake. Per lui anche una top20 al Mondiale di Stoccarda 2007 e una partecipazione al Giro nel lontano 2004.


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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andriusskerla ha scritto: lunedì 14 dicembre 2020, 10:19 Si ritira a 41 anni il leggendario croato Radoslav Rogina: nella sua lunghissima carriera ha ottenuto una trentina di vittorie, tra cui 4 titoli nazionali in linea, 1 a crono e le classifiche finali dei giri di Slovenia, Croazia, Sibiu e Qinghai Lake. Per lui anche una top20 al Mondiale di Stoccarda 2007 e una partecipazione al Giro nel lontano 2004.
Era praticamente il corridore croato di maggior rilievo, ora il movimento croato rimane senza il "portabandiera", con solo Rumac (per ora) a rendere visibili i colori del Paese nel medio-alto livello.


cassius
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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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cauz. ha scritto: domenica 13 dicembre 2020, 21:17 a proposito di chi si ritira "con merito" o meno, segnalo un piccolo dibattito tra Gasparotto e Noé nei commenti a questo intervento di Cw https://www.facebook.com/cicloweb.it/posts/10158399999209022.

sono solo mezze frasi, ma sarebbe molto interessante sentire i pareri di chi ha pedalato in gruppo su questo argomento.
chissà, magari ci penseranno i redattori di Cw a coinvolgerli in un dibattito da ospitare sul sito con il dovuto spazio... :carta:
Sarebbe molto interessante seguire quel dibattito fra Noè e Gasparotto.
Sono quasi pienamente d'accordo con Noè, poi spiego il quasi.
E' vero che tanti giovani passano al professionismo e probabilmente non hanno quel margine in più da chiedere a sè stessi, che ti permette di stare in quel mondo. Qualcosa che non sono solo i risultati su PCS, sono convintissimo che i ds e i team manager mica guardano (solo) quelli, immagino che parametri come fughe, belle trenate in testa al gruppo, volate tirate bene, tutto faccia...
Mancano i numeri oppure, il sottinteso di Noè, hai un cranio di forma fallica.
Se non sbaglio, per passare pro bisogna avere un contratto almeno biennale, no? Cosa che appunto permette una valutazione meno frettolosa. Ma dopo 2,3,4 anni, se certi numeri non si vedono è chiaro che la squadra prova a puntare su qualche under23, che magari farà pure peggio ma che ha una potenzialità da vedere.
Perchè delle due l'una: o si tentano 2-3 anni di professionismo e si fallisce, o ci si fa 10 stagioni a stipendi decorosi, mettendo qualcosa da parte per un dopo-professionismo, fosse anche aprire un tabaccaio. Il peggio del peggio è la via di mezzo. a 27-28 anni puoi permetterti magari UNA stagione in continental, non pagato, a cercare di tornare nel giro...e per un Mosca che ce la fa (e, lo si è visto, i numeri c'erano) ce ne sono decine d'altri che sprecano un anno della loro vita.

Che in questo meccanismo 2+2 faccia sempre 4 è impossibile (e quindi Noè sbaglia a dire che tutti o quasi quelli che ha visto smettere non avessero i numeri). A volte si ha la fortuna di stare in una squadra che ha il budget ma non corridori di livello, a volte si ha la sfortuna di stare in una squadra più esigente. A volte per corridori della tua tipologia c'è la coda, a volte ce ne sono troppi.
Però non bollerei il meccanismo come crudele. E anzi, il fatto che si stia anticipando il momento della resa dei conti, se nei pro ci puoi stare o no, va a tutto vantaggio dei 999 che, nella famosa canzone di Gianni Morandi, non ce la fanno.


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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Nonostante avesse un'offerta per restare nel WorldTour, Pawel Poljanski decide di ritirarsi


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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cassius ha scritto: lunedì 14 dicembre 2020, 12:31 Sarebbe molto interessante seguire quel dibattito fra Noè e Gasparotto.
Sono quasi pienamente d'accordo con Noè, poi spiego il quasi.
E' vero che tanti giovani passano al professionismo e probabilmente non hanno quel margine in più da chiedere a sè stessi, che ti permette di stare in quel mondo. Qualcosa che non sono solo i risultati su PCS, sono convintissimo che i ds e i team manager mica guardano (solo) quelli, immagino che parametri come fughe, belle trenate in testa al gruppo, volate tirate bene, tutto faccia...
Mancano i numeri oppure, il sottinteso di Noè, hai un cranio di forma fallica.
Se non sbaglio, per passare pro bisogna avere un contratto almeno biennale, no? Cosa che appunto permette una valutazione meno frettolosa. Ma dopo 2,3,4 anni, se certi numeri non si vedono è chiaro che la squadra prova a puntare su qualche under23, che magari farà pure peggio ma che ha una potenzialità da vedere.
Perchè delle due l'una: o si tentano 2-3 anni di professionismo e si fallisce, o ci si fa 10 stagioni a stipendi decorosi, mettendo qualcosa da parte per un dopo-professionismo, fosse anche aprire un tabaccaio. Il peggio del peggio è la via di mezzo. a 27-28 anni puoi permetterti magari UNA stagione in continental, non pagato, a cercare di tornare nel giro...e per un Mosca che ce la fa (e, lo si è visto, i numeri c'erano) ce ne sono decine d'altri che sprecano un anno della loro vita.
da un punta di vista teorico non farebbe una grinza, il problema è che troppo spesso la realtà sfugge alle teorizzazioni troppo rigide. l'esempio classico è la meritocrazia, che detta in maniera asettica sembra una bella idea e invece calata nella realtà diventa uno dei sistemi più infami del mondo.

quello che manca è sempre il contesto. per un corridore (fenomeni esclusi) occorre quello giusto per far emergere i numeri, e invece sappiamo bene che nel ciclismo ci siano squadre, dirigenti e tecnici che lavorano in maniera approssimativa (se vogliamo essere buoni) o deleteria. ci sono corridori che finiscono legati ad agenti che non hanno alcun interesse alla crescita del loro assistito, ed è un attimo che ti bruci 2-3 anni di carriera per una scelta sbagliata. Ci sono squadre che mandano i loro atleti allo sbaraglio, e lì un contratto pluriennale più che un vantaggio diventa un ostacolo...

insomma, la realtà è sempre più sfaccettata di quello che pensiamo. E penso che la "critica" di Gasparotto fosse di questo tipo. in tal caso sarei totalmente d'accordo con lui.


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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cauz. ha scritto: lunedì 14 dicembre 2020, 13:40
cassius ha scritto: lunedì 14 dicembre 2020, 12:31 Sarebbe molto interessante seguire quel dibattito fra Noè e Gasparotto.
Sono quasi pienamente d'accordo con Noè, poi spiego il quasi.
E' vero che tanti giovani passano al professionismo e probabilmente non hanno quel margine in più da chiedere a sè stessi, che ti permette di stare in quel mondo. Qualcosa che non sono solo i risultati su PCS, sono convintissimo che i ds e i team manager mica guardano (solo) quelli, immagino che parametri come fughe, belle trenate in testa al gruppo, volate tirate bene, tutto faccia...
Mancano i numeri oppure, il sottinteso di Noè, hai un cranio di forma fallica.
Se non sbaglio, per passare pro bisogna avere un contratto almeno biennale, no? Cosa che appunto permette una valutazione meno frettolosa. Ma dopo 2,3,4 anni, se certi numeri non si vedono è chiaro che la squadra prova a puntare su qualche under23, che magari farà pure peggio ma che ha una potenzialità da vedere.
Perchè delle due l'una: o si tentano 2-3 anni di professionismo e si fallisce, o ci si fa 10 stagioni a stipendi decorosi, mettendo qualcosa da parte per un dopo-professionismo, fosse anche aprire un tabaccaio. Il peggio del peggio è la via di mezzo. a 27-28 anni puoi permetterti magari UNA stagione in continental, non pagato, a cercare di tornare nel giro...e per un Mosca che ce la fa (e, lo si è visto, i numeri c'erano) ce ne sono decine d'altri che sprecano un anno della loro vita.
da un punta di vista teorico non farebbe una grinza, il problema è che troppo spesso la realtà sfugge alle teorizzazioni troppo rigide. l'esempio classico è la meritocrazia, che detta in maniera asettica sembra una bella idea e invece calata nella realtà diventa uno dei sistemi più infami del mondo.

quello che manca è sempre il contesto. per un corridore (fenomeni esclusi) occorre quello giusto per far emergere i numeri, e invece sappiamo bene che nel ciclismo ci siano squadre, dirigenti e tecnici che lavorano in maniera approssimativa (se vogliamo essere buoni) o deleteria. ci sono corridori che finiscono legati ad agenti che non hanno alcun interesse alla crescita del loro assistito, ed è un attimo che ti bruci 2-3 anni di carriera per una scelta sbagliata. Ci sono squadre che mandano i loro atleti allo sbaraglio, e lì un contratto pluriennale più che un vantaggio diventa un ostacolo...

insomma, la realtà è sempre più sfaccettata di quello che pensiamo. E penso che la "critica" di Gasparotto fosse di questo tipo. in tal caso sarei totalmente d'accordo con lui.
La meritocrazia è il peggiore sistema che ci sia, esclusi tutti gli altri.
E poi quello che chiamiamo meritocrazia spesso è una meritocrazia basata su pochissimi criteri quantitativi, apparentemente super-oggettivi. E' una sua caricatura, in buona sostanza.

Il TM/DS meritocratico è quello che soppesa vittorie e piazzamenti (e quali vittorie e quali piazzamenti), trenate davanti al gruppo e fughe, gare terminate e margini di miglioramento/peggioramento...e poi tira le somme e decide chi rinnovare e chi no.


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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andriusskerla ha scritto: lunedì 14 dicembre 2020, 10:19 Si ritira a 41 anni il leggendario croato Radoslav Rogina: nella sua lunghissima carriera ha ottenuto una trentina di vittorie, tra cui 4 titoli nazionali in linea, 1 a crono e le classifiche finali dei giri di Slovenia, Croazia, Sibiu e Qinghai Lake. Per lui anche una top20 al Mondiale di Stoccarda 2007 e una partecipazione al Giro nel lontano 2004.
Mitico :) :) :) Me lo ricordo in quella Tenax che aveva una parte slava, assieme agli sloveni Klemencic e Podgornik.


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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andriusskerla ha scritto: lunedì 14 dicembre 2020, 13:30 Nonostante avesse un'offerta per restare nel WorldTour, Pawel Poljanski decide di ritirarsi
Almeno qualche anno nel ciclismo buono è riuscito a farlo. Ha fatto un percorso di pari passo con quello di Majka, venendo fuori dal nostro dilettantismo. ;)


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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andriusskerla ha scritto: lunedì 14 dicembre 2020, 10:19 Si ritira a 41 anni il leggendario croato Radoslav Rogina: nella sua lunghissima carriera ha ottenuto una trentina di vittorie, tra cui 4 titoli nazionali in linea, 1 a crono e le classifiche finali dei giri di Slovenia, Croazia, Sibiu e Qinghai Lake. Per lui anche una top20 al Mondiale di Stoccarda 2007 e una partecipazione al Giro nel lontano 2004.
Mitologico :clap:


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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Si ritira a 39 anni Christian Knees. Il tedesco resterà alla INEOS con un nuovo ruolo.


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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anche pim ligthart ha annunciato il ritiro


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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Si ritira a 27 anni Sondre Holst Enger, dopo una carriera assolutamente incomprensibile: fortissimo da under, esploso anche tra i professionisti nel 2016, sparito completamente nel 2017, tornato ad alto livello nel 2018 per poi ritornare nell'oblio. Il suo ballo sul podio per celebrare la vittoria di tappa al Giro di Croazia 2016 resterà indimenticabile.


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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Altro corridore leggendario che appende la bicicletta al chiodo: a 32 anni si ritira Marko Kump, che diventerà DS dell'Adria Mobil.


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Patate
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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

Messaggio da leggere da Patate »

Anche Mikhel Raïm, non riconfermato, sembra terminare qui la carriera :gluglu:


pietro
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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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Patate ha scritto: giovedì 31 dicembre 2020, 22:54 Anche Mikhel Raïm, non riconfermato, sembra terminare qui la carriera :gluglu:
che un corridore come raim non trovi un ingaggio è davvero una cosa che non riesco a spiegarmi.
non è un fenomeno ma fuori dal livello WT il suoi risultati li ha sempre fatti, per una professional andrebbe benissimo.


cassius
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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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dietzen ha scritto: venerdì 1 gennaio 2021, 21:05
Patate ha scritto: giovedì 31 dicembre 2020, 22:54 Anche Mikhel Raïm, non riconfermato, sembra terminare qui la carriera :gluglu:
che un corridore come raim non trovi un ingaggio è davvero una cosa che non riesco a spiegarmi.
non è un fenomeno ma fuori dal livello WT il suoi risultati li ha sempre fatti, per una professional andrebbe benissimo.
Assolutamente sì. Non faccio nomi che è antipatico ma in questo ciclomercato ho visto qualche riconferma/passaggio in WT dove francamente la meritocrazia l'hanno buttata nel cestino...


noel
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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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cassius ha scritto: venerdì 1 gennaio 2021, 21:27
dietzen ha scritto: venerdì 1 gennaio 2021, 21:05
Patate ha scritto: giovedì 31 dicembre 2020, 22:54 Anche Mikhel Raïm, non riconfermato, sembra terminare qui la carriera :gluglu:
che un corridore come raim non trovi un ingaggio è davvero una cosa che non riesco a spiegarmi.
non è un fenomeno ma fuori dal livello WT il suoi risultati li ha sempre fatti, per una professional andrebbe benissimo.
Assolutamente sì. Non faccio nomi che è antipatico ma in questo ciclomercato ho visto qualche riconferma/passaggio in WT dove francamente la meritocrazia l'hanno buttata nel cestino...
Mi pare che lunedì 14 dicembre alle 19.07 la pensavi diversamente sulla meritocrazia... :cincin:


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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noel ha scritto: venerdì 1 gennaio 2021, 21:53
cassius ha scritto: venerdì 1 gennaio 2021, 21:27
dietzen ha scritto: venerdì 1 gennaio 2021, 21:05

che un corridore come raim non trovi un ingaggio è davvero una cosa che non riesco a spiegarmi.
non è un fenomeno ma fuori dal livello WT il suoi risultati li ha sempre fatti, per una professional andrebbe benissimo.
Assolutamente sì. Non faccio nomi che è antipatico ma in questo ciclomercato ho visto qualche riconferma/passaggio in WT dove francamente la meritocrazia l'hanno buttata nel cestino...
Mi pare che lunedì 14 dicembre alle 19.07 la pensavi diversamente sulla meritocrazia... :cincin:
Non capisco bene a cosa ti riferisci.

E' vero, quasi tutti quelli che non trovano più ingaggi è perchè non valgono la categoria, e forse noi ci lasciamo tirare dalla simpatia di Tizio e Caio dicendo "eeeeh, è una vergogna che uno così non trovi più posto".

My 2 cents su Raim.
Raim è un onesto velocista che le sue corsette .1 le ha vinte negli ultimi anni. Ha dimostrato di essere in grado di finire un GT (l'unico che ha potuto fare). Ma non è un velocista da WT, a una WT il velocista che arriva 10° in quelle gare non serve.
La Israel mi pare faccia poca attività extra-WT (nel 2020 pochissima) e quindi, se proprio deve avere un velocista, lo vuole da top5. Un Cimolai, almeno.
Ma per una Professional lui ci stava senza problemi.
Secondo me paga il fatto che viene da un Paese che fa gli abitanti dell'Abruzzo, non esattamente di grande tradizione ciclistica e senza sponsor di rilievo nel professionismo. Se fosse stato italiano, un contratto per il 2021 ce l'aveva, IMHO.


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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dietzen ha scritto: venerdì 1 gennaio 2021, 21:05
Patate ha scritto: giovedì 31 dicembre 2020, 22:54 Anche Mikhel Raïm, non riconfermato, sembra terminare qui la carriera :gluglu:
che un corridore come raim non trovi un ingaggio è davvero una cosa che non riesco a spiegarmi.
non è un fenomeno ma fuori dal livello WT il suoi risultati li ha sempre fatti, per una professional andrebbe benissimo.
Per questo io giorni fa facevo un determinato discorso, relativo al fatto che in certe squadre nei grandi giri c'è chi "deve correre per forza". Tutto lecito, sia chiaro, come pure il fatto che uno debba essere bravo a metterci del suo e a farsi trovare pronto (sempre più difficile per il sistema che si è creato al giorno d'oggi, tralasciando gli stravolgimenti dell'ultima stagione). Però poi succede che quelli come Raim smettono.


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Arriva l'ufficialità del ritiro di Fran Ventoso.


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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cassius ha scritto: venerdì 1 gennaio 2021, 21:27
dietzen ha scritto: venerdì 1 gennaio 2021, 21:05
Patate ha scritto: giovedì 31 dicembre 2020, 22:54 Anche Mikhel Raïm, non riconfermato, sembra terminare qui la carriera :gluglu:
che un corridore come raim non trovi un ingaggio è davvero una cosa che non riesco a spiegarmi.
non è un fenomeno ma fuori dal livello WT il suoi risultati li ha sempre fatti, per una professional andrebbe benissimo.
Assolutamente sì. Non faccio nomi che è antipatico ma in questo ciclomercato ho visto qualche riconferma/passaggio in WT dove francamente la meritocrazia l'hanno buttata nel cestino...
Purtroppo nel WT attualmente ci sono alemeno 10-12 corridori (e mi sto tenendo stretto) che stanno lì assolutamente non per meriti sportivi, ma grazie a alla loro nazionalità e agli sponsor. E poi a rimetterci sono corridori come Raim che, pur non essendo fuoriclasse, il loro posto nel professionismo se lo sarebbero ampiamente guadagnato.


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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Tra le varie notizie di abbandoni di questi giorni (l'ha annunciato il ligure Luca Raggio mentre ancora ci sono dubbi per il friulano Alessandro Pessot) arriva anche quella di Federico Zurlo. Come lui stesso ammette ha avuto le sue responsabilità, compresa quella di aver abbracciato progetti rivelatisi fallimentari (ricordate la storia E-Powers?). Per sua fortuna ha già trovato anche un'altra opportunità lavorativa legata al ciclismo.

Quel che però voglio dire è che anche in questo caso le colpe andrebbero distribuite anche in coloro che a determinati ragazzi, fin dalle categorie giovanili, continuano a mettere in testa la stronzata che conta solo e soltanto la strada. Perché uno come Zurlo, per le potenzialità che aveva, poteva essere anche un ottimo ciclocrossista e alternare al meglio le due attività. Finché avremo certe scuole di pensiero le possibilità di tirar fuori i nostri Van Aert e Van Der Poel oppure di riavere velocisti di rango su pista non le avremo mai. Su questo non smetterò mai d'insistere, ovviamente fregandomene di tutto quello che pensa il resto del mondo.


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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Abruzzese ha scritto: martedì 19 gennaio 2021, 19:40 Tra le varie notizie di abbandoni di questi giorni (l'ha annunciato il ligure Luca Raggio mentre ancora ci sono dubbi per il friulano Alessandro Pessot) arriva anche quella di Federico Zurlo. Come lui stesso ammette ha avuto le sue responsabilità, compresa quella di aver abbracciato progetti rivelatisi fallimentari (ricordate la storia E-Powers?). Per sua fortuna ha già trovato anche un'altra opportunità lavorativa legata al ciclismo.

Quel che però voglio dire è che anche in questo caso le colpe andrebbero distribuite anche in coloro che a determinati ragazzi, fin dalle categorie giovanili, continuano a mettere in testa la stronzata che conta solo e soltanto la strada. Perché uno come Zurlo, per le potenzialità che aveva, poteva essere anche un ottimo ciclocrossista e alternare al meglio le due attività. Finché avremo certe scuole di pensiero le possibilità di tirar fuori i nostri Van Aert e Van Der Poel oppure di riavere velocisti di rango su pista non le avremo mai. Su questo non smetterò mai d'insistere, ovviamente fregandomene di tutto quello che pensa il resto del mondo.
Su Federico Zurlo credo si debba parlare di quella fregatura presa con la E-Powers che, sommata col calendario poverissimo che hanno potuto fare le Continental nel 2020, non ha certo agevolato chi doveva cercare un posto al sole (cioè Professional) quest'anno. E dimostra intelligenza nel lasciare il ciclismo a 27 anni per farsi un mestiere finchè è in tempo, non trovando posto nel professionismo.

Ho una domanda sul fare "solo" strada: quanto di questo comportamento deriva da un input preciso delle squadre ("fai solo strada, stai lontano da piste e fango") e quanto è il risultato di una stagione su strada totalizzante?


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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cassius ha scritto: mercoledì 20 gennaio 2021, 10:15
Abruzzese ha scritto: martedì 19 gennaio 2021, 19:40 Tra le varie notizie di abbandoni di questi giorni (l'ha annunciato il ligure Luca Raggio mentre ancora ci sono dubbi per il friulano Alessandro Pessot) arriva anche quella di Federico Zurlo. Come lui stesso ammette ha avuto le sue responsabilità, compresa quella di aver abbracciato progetti rivelatisi fallimentari (ricordate la storia E-Powers?). Per sua fortuna ha già trovato anche un'altra opportunità lavorativa legata al ciclismo.

Quel che però voglio dire è che anche in questo caso le colpe andrebbero distribuite anche in coloro che a determinati ragazzi, fin dalle categorie giovanili, continuano a mettere in testa la stronzata che conta solo e soltanto la strada. Perché uno come Zurlo, per le potenzialità che aveva, poteva essere anche un ottimo ciclocrossista e alternare al meglio le due attività. Finché avremo certe scuole di pensiero le possibilità di tirar fuori i nostri Van Aert e Van Der Poel oppure di riavere velocisti di rango su pista non le avremo mai. Su questo non smetterò mai d'insistere, ovviamente fregandomene di tutto quello che pensa il resto del mondo.
Su Federico Zurlo credo si debba parlare di quella fregatura presa con la E-Powers che, sommata col calendario poverissimo che hanno potuto fare le Continental nel 2020, non ha certo agevolato chi doveva cercare un posto al sole (cioè Professional) quest'anno. E dimostra intelligenza nel lasciare il ciclismo a 27 anni per farsi un mestiere finchè è in tempo, non trovando posto nel professionismo.

Ho una domanda sul fare "solo" strada: quanto di questo comportamento deriva da un input preciso delle squadre ("fai solo strada, stai lontano da piste e fango") e quanto è il risultato di una stagione su strada totalizzante?
Beh nel suo caso pare che abbia trovato un'opportunità negli Emirati Arabi se ho ben letto (del resto aveva militato nell'UAE), quindi vista la situazione direi che non aveva molta scelta.

Per quanto riguarda la chiosa, io credo che la cosa derivi principalmente dalle squadre. Almeno fino a 10 anni fa o giù di lì credo che le cose stessero così, adesso forse anche alla luce di quel che stiamo vedendo (e magari col fatto che negli staff entra forse anche gente più giovane e meno "ignorante" o chiusa mentalmente) credo che, almeno da parte di alcuni, ci sia un po' più di apertura, anche se purtroppo si sa come spesso vanno le cose in Italia, di gente della "vecchia scuola" forse ce n'è ancora troppa.

Zurlo, nello specifico, ricordo che aveva smesso di praticare il ciclocross una volta passato agli Under 23 (proprio come Malacarne e, guarda caso, la squadra era sempre la stessa). Ricordo che certe cose avvenivano anche al femminile, dove c'era una squadra che tollerava l'attività su pista mentre era meno conciliante sul ciclocross.

Lo stato del nostro dilettantismo poi l'abbiamo evidenziato tante volte e se militi in certe formazioni, magari la cosa non ti agevola del tutto nemmeno nel carattere (di Zurlo avevamo menzionato più volte certi episodi di quei periodi). Oltre a questo poi si ha quel rimanere costantemente nella "terra di mezzo", ovvero: Zurlo è sempre stato un ragazzo molto veloce ma non è mai diventato un velocista. Inoltre andava bene anche in salita ma non è mai diventato scalatore. Sarebbe potuto diventare un Ulissi per intenderci, capace di far bene nelle brevi gare a tappe o in certe corse di un giorno ma non è riuscito a diventare neppure quello. Sicuramente sarà stato sbagliato qualcosa con lui, perché poi se uno che ha delle belle doti non riesce ad eccellere né in un uno né in un altro verso, le colpe non credo si possano dare soltanto al ragazzo. Forse la multidisciplina avrebbe potuto rappresentare una svolta.


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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Giunge notizia anche del ritiro di Matteo Busato, che non è riuscito a trovare un ingaggio per questa stagione (il mese scorso ha compiuto 33 anni). Adesso cercherà di fare altro, anche se la sua volontà sarebbe quella di restare nell'ambiente, magari come tecnico.

Comunque sia in questi giorni si è parlato molto soprattutto degli atleti della Bardiani rimasti a spasso (oltre al già citato Romano, che ripartirà tra i dilettanti, specialmente le mancate riconferme di Orsini e Pessot hanno acceso il dibattito) ed anche Roberto Reverberi ha spiegato le proprie ragioni. Il ds, tra l'altro, ha ribadito come per la riconferma in squadra in passato abbiano inciso anche determinati atteggiamenti: nello specifico corridori che hanno saputo ottenere buoni risultati anche altrove, come Pasqualon (cosa già affermata in un'intervista concessa su questo sito) e Canola, non vennero riconfermati perché, sostanzialmente, a suo giudizio correvano solamente per sé stessi, senza pensare al bene della squadra.


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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Abruzzese ha scritto: venerdì 22 gennaio 2021, 19:46 Giunge notizia anche del ritiro di Matteo Busato, che non è riuscito a trovare un ingaggio per questa stagione (il mese scorso ha compiuto 33 anni). Adesso cercherà di fare altro, anche se la sua volontà sarebbe quella di restare nell'ambiente, magari come tecnico.

Comunque sia in questi giorni si è parlato molto soprattutto degli atleti della Bardiani rimasti a spasso (oltre al già citato Romano, che ripartirà tra i dilettanti, specialmente le mancate riconferme di Orsini e Pessot hanno acceso il dibattito) ed anche Roberto Reverberi ha spiegato le proprie ragioni. Il ds, tra l'altro, ha ribadito come per la riconferma in squadra in passato abbiano inciso anche determinati atteggiamenti: nello specifico corridori che hanno saputo ottenere buoni risultati anche altrove, come Pasqualon (cosa già affermata in un'intervista concessa su questo sito) e Canola, non vennero riconfermati perché, sostanzialmente, a suo giudizio correvano solamente per sé stessi, senza pensare al bene della squadra.
Ai tempi Pasqualon non aveva ancora mostrato il suo valore, e la squadra dei Reverberi era un'altra cosa.
Ma oggi la Bardiani si leccherebbe i baffi ad avere un Pasqualon.


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Valverde conferma la volontà di ritirarsi a fine stagione:
https://www.swisscycles.com/alejandro-v ... -del-2021/
Fa bene. Non oso immaginare quanto sia stanco.
Stakanovista se ce n'è uno.


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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cassius ha scritto: venerdì 22 gennaio 2021, 21:06
Abruzzese ha scritto: venerdì 22 gennaio 2021, 19:46 Giunge notizia anche del ritiro di Matteo Busato, che non è riuscito a trovare un ingaggio per questa stagione (il mese scorso ha compiuto 33 anni). Adesso cercherà di fare altro, anche se la sua volontà sarebbe quella di restare nell'ambiente, magari come tecnico.

Comunque sia in questi giorni si è parlato molto soprattutto degli atleti della Bardiani rimasti a spasso (oltre al già citato Romano, che ripartirà tra i dilettanti, specialmente le mancate riconferme di Orsini e Pessot hanno acceso il dibattito) ed anche Roberto Reverberi ha spiegato le proprie ragioni. Il ds, tra l'altro, ha ribadito come per la riconferma in squadra in passato abbiano inciso anche determinati atteggiamenti: nello specifico corridori che hanno saputo ottenere buoni risultati anche altrove, come Pasqualon (cosa già affermata in un'intervista concessa su questo sito) e Canola, non vennero riconfermati perché, sostanzialmente, a suo giudizio correvano solamente per sé stessi, senza pensare al bene della squadra.
Ai tempi Pasqualon non aveva ancora mostrato il suo valore, e la squadra dei Reverberi era un'altra cosa.
Ma oggi la Bardiani si leccherebbe i baffi ad avere un Pasqualon.
Col senno di poi possiamo dire che sia stato un bene per lui che sia andato via da lì, tuttavia ricordo che già allora Pasqualon aveva portato in dote al team vittorie e piazzamenti che, al giorno d'oggi, varrebbero la riconferma in qualsiasi Professional.

Il punto è che lì si sta attuando coerentemente una linea (di questo va dato atto) che,in teoria, va contro gli stessi interessi della squadra e degli sponsor. Volendo fare l'iperbole, sarebbe come rimproverare a Cristiano Ronaldo che pensa solo alla classifica cannonieri e ai premi personali (cosa che in un certo senso è vera :D ) piuttosto che a giocare per la squadra.

Io credo che il buon allenatore o direttore sportivo sia quello che riesce a trovare i giusti compromessi. I Reverberi sono sulla breccia da anni, magari fanno anche bene a riportare sulla terra qualcuna delle nuove generazioni. Però leggo un po' troppa gente scontenta in Bardiani in questi anni, tra gli stessi direttori sportivi. Probabilmente la verità sta nel mezzo, nel senso che chi pensa di avere in tasca la verità assoluta è in torto, così come chi pensa di essere già arrivato o chi non possiede l'empatia necessaria che il ruolo richiede.


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Abruzzese ha scritto: venerdì 22 gennaio 2021, 21:36
cassius ha scritto: venerdì 22 gennaio 2021, 21:06
Abruzzese ha scritto: venerdì 22 gennaio 2021, 19:46 Giunge notizia anche del ritiro di Matteo Busato, che non è riuscito a trovare un ingaggio per questa stagione (il mese scorso ha compiuto 33 anni). Adesso cercherà di fare altro, anche se la sua volontà sarebbe quella di restare nell'ambiente, magari come tecnico.

Comunque sia in questi giorni si è parlato molto soprattutto degli atleti della Bardiani rimasti a spasso (oltre al già citato Romano, che ripartirà tra i dilettanti, specialmente le mancate riconferme di Orsini e Pessot hanno acceso il dibattito) ed anche Roberto Reverberi ha spiegato le proprie ragioni. Il ds, tra l'altro, ha ribadito come per la riconferma in squadra in passato abbiano inciso anche determinati atteggiamenti: nello specifico corridori che hanno saputo ottenere buoni risultati anche altrove, come Pasqualon (cosa già affermata in un'intervista concessa su questo sito) e Canola, non vennero riconfermati perché, sostanzialmente, a suo giudizio correvano solamente per sé stessi, senza pensare al bene della squadra.
Ai tempi Pasqualon non aveva ancora mostrato il suo valore, e la squadra dei Reverberi era un'altra cosa.
Ma oggi la Bardiani si leccherebbe i baffi ad avere un Pasqualon.
Col senno di poi possiamo dire che sia stato un bene per lui che sia andato via da lì, tuttavia ricordo che già allora Pasqualon aveva portato in dote al team vittorie e piazzamenti che, al giorno d'oggi, varrebbero la riconferma in qualsiasi Professional.

Il punto è che lì si sta attuando coerentemente una linea (di questo va dato atto) che,in teoria, va contro gli stessi interessi della squadra e degli sponsor. Volendo fare l'iperbole, sarebbe come rimproverare a Cristiano Ronaldo che pensa solo alla classifica cannonieri e ai premi personali (cosa che in un certo senso è vera :D ) piuttosto che a giocare per la squadra.

Io credo che il buon allenatore o direttore sportivo sia quello che riesce a trovare i giusti compromessi. I Reverberi sono sulla breccia da anni, magari fanno anche bene a riportare sulla terra qualcuna delle nuove generazioni. Però leggo un po' troppa gente scontenta in Bardiani in questi anni, tra gli stessi direttori sportivi. Probabilmente la verità sta nel mezzo, nel senso che chi pensa di avere in tasca la verità assoluta è in torto, così come chi pensa di essere già arrivato o chi non possiede l'empatia necessaria che il ruolo richiede.
La mia impressione è che in una Professional ormai sia difficile fare il gregario puro. Lo puoi fare in una WT, e se sei apprezzato smetti "abbastanza" quando vuoi tu o comunque non a 28 anni, per dire.
Ma in una Professional a un certo punto ti tagliano per far posto a un neopro che costa meno e magari ha più potenziale. E allora è chiaro che ognuno deve pensare anche a portarsi a casa qualcosetta.
La Bardiani è scesa moltissimo di livello, tanto che ormai l'interrogativo se fosse degna di una wild card al Giro ce lo siamo fatto un po' tutti. E francamente non sono così sicuro che l'usato sicuro comprato per il 2021 sia poi così sicuro.
Visconti ha 38 anni, se sono fortunati fa ancora una stagione delle sue, ma magari sarà quella del tracollo definitivo delle prestazioni e a quell'età non si potrebbe certo fargliene una colpa. E Battaglin avrà ancora le motivazioni giuste? Tolti quei due, quello che resta è veramente modesto.
E Pasqualon è in una WT, sarà una WT del cavolo, ma sempre WT è.


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cassius ha scritto: sabato 23 gennaio 2021, 11:26 La mia impressione è che in una Professional ormai sia difficile fare il gregario puro. Lo puoi fare in una WT, e se sei apprezzato smetti "abbastanza" quando vuoi tu o comunque non a 28 anni, per dire.
Ma in una Professional a un certo punto ti tagliano per far posto a un neopro che costa meno e magari ha più potenziale. E allora è chiaro che ognuno deve pensare anche a portarsi a casa qualcosetta.
La Bardiani è scesa moltissimo di livello, tanto che ormai l'interrogativo se fosse degna di una wild card al Giro ce lo siamo fatto un po' tutti. E francamente non sono così sicuro che l'usato sicuro comprato per il 2021 sia poi così sicuro.
Visconti ha 38 anni, se sono fortunati fa ancora una stagione delle sue, ma magari sarà quella del tracollo definitivo delle prestazioni e a quell'età non si potrebbe certo fargliene una colpa. E Battaglin avrà ancora le motivazioni giuste? Tolti quei due, quello che resta è veramente modesto.
E Pasqualon è in una WT, sarà una WT del cavolo, ma sempre WT è.
Il problema è che anche i gregari vanno formati, non solo i campioni. Se la logica delle squadre è solo quella del risultato, avremo sempre più ragazzi che potrebbero farsi un'onestissima carriera da gregari dover smettere prima del tempo. Semplicemente perché non hanno tempo. Torno a ripeterlo: se Guarnieri non avesse avuto l'intelligenza che ha avuto e se non fosse rimasto nel World Tour, la bici l'avrebbe appesa da un pezzo. Oggi è uno dei migliori 5 apripista che ci sono nel gruppo.

Io credo che i problemi della Bardiani partano a monte. Perché il fatto che la squadra continui ad avere un'anima italiana va più che bene. Bisogna però vedere quale sia il retroterra, ovvero come ci arrivano certi giovani al professionismo. Il fatto che poi quest'anno abbiano riaperto agli ingaggi stranieri, evidentemente è indice che, pur di ottenere i risultati, bisogna tentarle tutte. Così pure sappiamo che Visconti, se le cose fossero andate in un certo modo, la carriera l'avrebbe chiusa con Scinto.

Quel che continuo a percepire io è che troppe cose non funzionino ma nessuno che si voglia prendere sul serio le proprie responsabilità, perché tutti sono convinti di essere nel giusto.


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Evito di quotarti per brevità, Abruzzese.
Il problema del fare il gregario in una professional è che non c'è un mercato dei buoni gregari da professional, ma uno vale l'altro. Se non sei almeno un mezzo vincente non duri.
E allora è chiaro che qualcosetta devi provare a portartelo a casa.
Non so neanche se fargliene una colpa alle professional, alla fine loro vivono pescando jolly e rilanciando qualche corridore che ha sbagliato qualche annata.
Guarnieri era un velocista WT che a un certo punto ha deciso di fare l'apripista WT. Ma è l'apripista di Demare. Se Demare cambiasse squadra, sono sicuro che vorrebbe il piacentino.
C'è un apripista di Mareczko? O di Malucelli?

Sulla Bardiani: tutte le squadre devono fare risultati.
La Bardiani quest'anno, per farli, è passata all'usato sicuro. Se avesse pescato un altro Ciccone o un altro Colbrelli, non avrebbe mai puntato su Battaglin e Visconti. Ma evidentemente negli ultimi anni dai dilettanti italiani non esce un granché, e quei pochi davvero validi vanno direttamente nelle WT.


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Re: Addio alle Corse - Chi si ritira

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Non avendo trovato una squadra, Danilo Wyss ha deciso di ritirarsi


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