Tanto rispetto per chi ai tempi decise di aprire questo thread, anche perché, a differenza di alcuni mostri sacri di quel periodo, tra le nuove generazioni di appassionati non penso che il nome J.M. Jimenez sia così conosciuto. Eppure è stato uno dei corridori più amati nella storia in Spagna, sicuramente enne volte di più rispetto ai suoi illustri connazionali contemporanei tipo Heras, Beloki e Olano, addirittura arrivo ad azzardare che forse neanche Indurain toccò quel suo livello di popolarità e affetto tra i propri connazionali, questo per il semplice motivo che in Spagna, forse ancora più che da noi, il modo col quale infiammano le tappe di montagna gli scalatori genera grande entusiasmo tra la gente. In sintesi si può benissimo sostenere che Jimenez è stato per il ciclismo spagnolo tra la fine degli anni 90 e i primi anni 2000 quello che Pantani fu per il ciclismo italiano.
Su Jimenez potrei elencare numerosi aneddoti e racconti. Per esempio aveva un buonissimo rapporto con Pantani, tanto che quando nel 99 vinse sull'Angliru dedicò il successo proprio al Pirata che nel frattempo stava vivendo i tormenti generati dall'esito di Madonna di Campiglio. Infatti nell'intervista post tappa disse "Dedico la vittoria qui sull'Angliru a Pantani, se oggi fosse stato presente avrebbe sicuramente vinto lui. Spero di rivederlo al più presto tornare in bicicletta".
Angliru 1999 appunto, prima volta che si scalò in gara quella temuta salita. Era da tempo che se ne parlava ma solo nell'edizione 1999 gli organizzatori della Vuelta si decisero a inserirla nel percorso. Quella tappa già a partire dall'inverno precedente venne pubblicizzata in un modo assurdo in Spagna, "El Gamonal" questo era il vero nome iniziale che solo a pronunciarlo all'epoca incuteva paura ad ogni ciclista. Salita che ovviamente gli spagnoli misero in contrapposizione col Mortirolo vantandosi di aver scoperto una salita più dura(opinabile) ribatezzetta all'epoca come la più dura d'Europa(anche qui opinabile). Ma cosa c'entra "El Chava" con questa storia di hype per l'Angliru? c'entra eccome visto che sulle ali di quanto fatto alla Vuelta 1998 fu proprio lui il protagonista dello speciale mandato in onda sulla televisione spagnola in cui facevano vedere per la prima volta le immagini della salita con lui sul posto a raccontarla nei dettagli.
Proprio per questo motivo era considerato l'eletto o predestinato che dir si voglia, ossia colui che qualche mese dopo avrebbe dovuto vincere su quell'arrivo. Così effettivamente fu, anche se il finale risultò controverso dovuto al fatto che le moto secondo la ricostruzione di Tonkov(e non solo) avvantaggiarono Jimenez permettendogli prima di rientrare nell'ultimo km dove la salita spiana, e poi di ostacolare la possibile volata del russo una volta vistosi superato nel tratto in discesa. Tempo da lupi comunque per quella prima volta, infatti pioggia battente e nebbia condizionaro quell'ascesa. Ma indipendentemente da quel finale controverso, quello che fece Jimenez nel tratto dai -3 a fino a dove la salita spiana comprendente i due punti di massima pendenza(quello al 23% e quello successivo al 21%) fu un qualcosa d'inaudito. In pratica in quei 2km recuperò un minuto a Tonkov nel frattempo in fuga dall'inizio dell'ascesa (da specificare che il russo era in classifica e andava forte) e quasi un minuto anche allo stesso Heras che Jimenez sì tolse di ruota proprio nel tratto che arriva alla massima pendenza, il tutto facendolo con quel suo stile inconfondibile di continui rilanci conditi da un modo frenetico nel far oscillare spalle e bicicletta.
Bisogna anche dire che Jimenez era strutturalmente parlando uno scalatore puro molto atipico superando così a spanne abbondantemente il metro e 80 di altezza. Altezza più da cronoman, lui che a cronometro era di gran lunga il peggiore tra gli scalatori dell'epoca. Sostanzialmente anche a causa di questo motivo perse Vuelta ma anche il secondo posto nella generale nel 98. Proprio non ce la faceva a rimanere concentrato tutto quel tempo imposto dallo sforzo solitario a cronometro, cosa tra l'altro che si rifletteva anche nella "sua" montagna, altrimenti non si spiegano alcune sue crisi inaudite e senza alcun preavviso, tipo quella nella tappa di Les Deux Alpes 98, o quella sul Fauniera al Giro 99 e quella sul Mortirolo sempre in quel Giro del 99, tutte tappe in cui lui mostrava grande brillantezza attaccando in prima persona salvo poi improvvisamente spegnersi la luce accusando poi ritardi in minuti in doppia cifra all'arrivo. Quella sul Mortirolo penso sia la più emblematica proprio perché immortalata dalle stesse telecamere. In quella sua ascesa inizialmente dopo aver superato diversi corridori ad un certo punto sembrò in procinto nelle rampe più dure di raggiungere a "doppia velocità" il terzetto Gotti-Heras-Simoni in fuga, tanto era veemente la sua azione(tipo Angliru 99), poi però improvvisamente buio totale tanto che in un tornante a causa della bassa velocità per poco non si ribaltava. Ma ne ricordo anche una al Giro di Romandia 99, tappa con arrivo in salita, salita finale che i corridori avrebbero dovuto ripetere due volte. Ebbene nel primo passaggio Jimenez staccò tutti i migliori arrivando in cima con almeno un minuto di vantaggio sugli inseguitori, poi arrivati sulle prime rampe della seconda ascesa misteriosamente si persero le sue tracce senza sapere quanto e dove indietro fosse finito, ma tutto ciò non dovuto ad una caduta ma semplicemente andò in crisi...in discesa(va detto che pioveva e faceva freddo).
Comunque l'altro motivo per il quale perse quella Vuelta 98 fu dovuto alla presenza in squadra di Olano. Jimenez in quell'edizione vinse 4 tappe in montagna nonostante non gli fosse mai stata data carta bianca per fare la sua corsa, già questo la dice lunga sulla portata di quei successi. In pratica per proteggere Olano la funzione che gli veniva richiesta fu quella di fare da stopper agli attacchi dei rivali, solo in quel modo poté generarsi il pretesto per contrattaccare scaricando in salita tutti i cavalli che aveva in corpo, ma non poté mai farlo in modo autonomo, e questa condotta vista la sua superiorità in salita gli costò dei potenziali minuti importanti che gli avrebbero permesso appunto di poter vincere quell'edizione. Ovviamente quella tattica rivolta al sacrificio in funzione del capitano non servì a risparmiargli le critiche pubbliche della moglie di Olano che ebbe addirittura la faccia di bronzo di dichiarare che Jimenez con la sua condotta stesse svantaggiando Olano.
Risultato causato da questa polemica? Olano alle porte a fine stagione passò alla Once con il team Banesto da allora unicamente al servizio del Chava.
Per chiudere, quando si fa riferimento alla carriera di Jimenez si dice che la sua migliore versione sia stata quella della Vuelta 98, possibile, anche se io non sottovaluterei quella che si vide sempre alla Vuelta ma nel 2001, dove vinse 3 tappe di cui una cronoscalata, sfiorandone una quarta sull'Alto de Abantos (in un testa a testa finale esaltante e indimenticabile allo sprint con il nostro Simoni). In quell'edizione vinse anche la maglia di leader degli scalatori ma causa le solite crisi non si giocò la vittoria nella generale, anzi sostanzialmente uscì di classifica, ma comunque in salita fece vedere dei lampi accecanti come da parte sua non li si vedeva da qualche anno anche a causa di varie vicissitudini che lo avevano coinvolto. Infatti ai tempi si sosteneva che soffrisse già da anni di depressione causa dipendenza ai farmaci, e che proprio gli exploit in quella Vuelta 2001 si sperava che potessero farlo uscire definitivamente dal tunnel. Invece purtroppo le cose come tutti sappiamo andarono diversamente. Anche sotto questo triste aspetto quante analogie con Pantani.
El Chava Jimenez

Zavoli; "Lei sarebbe Pantani, come per esempio Coppi fu Coppi, se avesse osservato alla lettera quella dieta?"
Pantani; "No io credo che ogni tanto bisognerebbe bere anche il vino non solo il pane e l'acqua. Però credo che l'importante nello sport, che deve essere anche uno specchio della vita di chi ti guarda, di avere delle regole e rispettarle queste regole"