Pompeo Strabone riuscì per primo a formare due nuove legioni con gli abitanti delle sue vaste proprietà nel Piceno settentrionale, che sommate alle due che già aveva, gli permisero di partire già in aprile da Cingoli: non aveva la predisposizione per il comando, ma era un uomo duro.
Le origini dei Pompei erano dubbie e, poiché il loro aspetto era decisamente celtico, coloro che contavano a Roma li ritenevano galli, ma settant'anni prima un avo di Strabone aveva intrapreso l'inevitabile viaggio verso Roma e, corrompendo senza scrupoli gli elettori, si era fatto eleggere console: ciò li aveva fatti diventare romani. Da giovane Strabone era stato oggetto di scherno, ma non solo per lo sguardo incrociato, bensì per la rozzezza che nessuna opera di affianmento sarebbe mai riuscita a celare!

Nella marcia che stava inntraprendendo con le 4 legioni non aveva portato con sé il figlio, perché doveva proseguire gli studi, ma nemmeno lui era granché come intellettuale, così in quei giorni aveva piantato i libri e unìto ai centurioni che erano stati lasciati indietro per continuare l'addestramento dei clienti pompeiani come legionari. Come loro si sottopose a un rigido programma di addestramento militare, pur essendo non ancora in possesso della toga virile. A differenza del padre, Gneo Pompeo non doveva portare il cognome, perché non era strabico.
Non appena appresero che Pompeo era in marcia, gli Italici non avevano più scuse e Mutilo ottenne l'appoggio di tutti: Vidacilio, Lafrenio e Scatone andarono a Nord per Strabone, menre Mutilo guidò sei legioni fino a Isernia, avamposto latino in terra italica.
Straordinariamente fortificata e ben rifornita, la città chiuse le porte e subito si capì che ci sarebbe voluto un assedio lungo, per cui Mutilo, divise l'esercito e, con due legioni traversò il Volturno.
Lucio Cesare, dopo alcuni tentennamenti ben previsti da Silla, decise di andare in soccorso di Isernia e scelse la strada di Teano e Terni, ma non sapeva che Scatone dei Marsi aveva lasciato il Nord, dove Strabone era assediato a Fermo, e stava marciando lungo le coste del lago Fucino e quindi incontrò Cesare fra Atina e Cassino.
La battaglia fu aspra e Lucio Cesare perse, lasciando 2.000 vetereni morti sul campo, mentre Scatone avanzava incontrastato verso Isernia. Marco Claudio Marcello riuscì ad abbandonare Venafrium prima dell'arrivo dei Sanniti e si diresse a Isernia. riuscendo ad entrarvi, perché il servizio di guardia degli assedianti era poco efficiente e così ora la città aveva a capo un comandante capace e coraggioso, dopo che i legati giovani erano scappati, vestiti da schiavi! Intanto il servizio segreto, organizzato da Silla, riferiva che anche gli Apuli e i Venusini stavano per schierarsi dalla parte dell'Italia.
Ma tutto questo era nulla, se paragonato alla condizione in cui si trovava Publio Rutilio Lupo appena a est di Roma...