Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Felice
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Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Visto che:

"ma chi lo dice che non ci siano sacche di sfruttamento? ci saranno sicuramente..."

proviamo un po' a vedere quanto siano grandi queste "sacche" di sfruttamento e, visto che si parlava di industria tessile facciamo un piccolo viaggio nel secondo maggior produttore mondiale (dopo la Cina) di indumenti: il Bangladesh. Cominciamo con quest'articolo pubblicato su Le Monde nel novembre 2012, all'indomani di una terribile tragedia. L'articolo originale è in francese, la traduzione è fatta con google translator controllata (molto) rapidamente, quindi, se potete leggere l'originale è meglio.

https://www.lemonde.fr/economie/article ... _3234.html

Le scandalose condizioni di lavoro e di sicurezza in Bangladesh
Per le ONG, gli audit effettuati dai principali marchi occidentali sono inefficaci. Sarebbe bastata una semplice uscita di emergenza per sfuggire al micidiale incendio che si è verificato durante questo fine settimana.

Migliaia di lavoratori hanno manifestato lunedì 26 novembre a Dacca, capitale del Bangladesh, per chiedere migliori condizioni di lavoro e sicurezza due giorni dopo la morte di 112 dipendenti nell'incendio di una fabbrica tessile situata in un sobborgo industriale della città. Un centinaio di altri sono ancora ricoverati. Pagate dai 40 agli 80 euro al mese, le vittime, per lo più donne, confezionavano abiti per il gruppo Tuba, che annovera tra i suoi clienti Carrefour, Walmart o C&A. Sarebbe bastata una semplice uscita di emergenza per sfuggire all'incendio, la cui causa è sconosciuta. Gli operai sono morti bruciati vivi o gettandosi dalle finestre. La polizia ha detto martedì che il proprietario della fabbrica era in fuga e che lo stavano cercando. I sopravvissuti hanno affermato che "i dirigenti non hanno permesso ai lavoratori di andarsene quando è scoppiato l'incendio", ha detto il capo della polizia all'AFP.

ELENCHI DEI PRESENTI FALSIFICATI

Questa tragedia rimette in discussione ancora una volta gli audit effettuati dai maggiori brand occidentali presso i loro fornitori in Bangladesh, il secondo esportatore di tessili al mondo dopo la Cina. "È probabile che si verifichino altre tragedie poiché questi audit non sono né trasparenti, né vincolanti, né indipendenti", afferma Fanny Gallois, project manager di Peuples solidaires per il collettivo “Etica sull'etichetta”.

In alcune fabbriche, i lavoratori vengono formati per dare le risposte "giuste" ai controllori inviati dai principali marchi e vengono presentati falsi registri delle presenze per nascondere il numero effettivo di ore lavorate. Soprattutto, gli audit effettuati non migliorano sistematicamente le condizioni di lavoro o di sicurezza. Abiti a marchio Walmart sono stati così trovati tra i detriti della fabbrica che ha preso fuoco, mentre il gruppo americano effettua regolarmente indagini presso i propri fornitori.

Dacca è riluttante a imporre regolamenti in un settore che rappresenta l'80% delle esportazioni del Paese e impiega 3 milioni di persone. "Il governo è sotto l'influenza dei padroni e un parlamentare su dieci possiede una fabbrica tessile, lui o la sua famiglia", ha detto Kalpona Akter, direttore del Bangladesh Center for Workers Solidarity, un'altra ONG per i diritti dei lavoratori.

UNA "SECONDA CINA"

In un Paese in cui non esistono sindacati indipendenti, il Bangladesh e le associazioni internazionali stanno cercando di convincere i marchi stranieri ad accettare la creazione di comitati indipendenti, che possono istituire programmi di sicurezza e migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori nelle fabbriche. Questi comitati, presenti in ogni sito industriale, riunirebbero rappresentanti della direzione e dei lavoratori, nonché i loro clienti. Ma solo due grandi gruppi occidentali - Tchibo e Philips Van Heusen - hanno accettato la loro creazione.

In un rapporto, pubblicato ad aprile, la società di consulenza McKinsey ha stimato che il Bangladesh sta per diventare "la seconda Cina", con le esportazioni tessili che dovrebbero triplicare entro il 2020. Molte aziende cinesi hanno iniziato a trasferire lì le loro fabbriche.


castelli
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Felice ha scritto: giovedì 11 marzo 2021, 20:48 Visto che:

"ma chi lo dice che non ci siano sacche di sfruttamento? ci saranno sicuramente..."

proviamo un po' a vedere quanto siano grandi queste "sacche" di sfruttamento e, visto che si parlava di industria tessile facciamo un piccolo viaggio nel secondo maggior produttore mondiale (dopo la Cina) di indumenti: il Bangladesh. Cominciamo con quest'articolo pubblicato su Le Monde nel novembre 2012, all'indomani di una terribile tragedia. L'articolo originale è in francese, la traduzione è fatta con google translator controllata (molto) rapidamente, quindi, se potete leggere l'originale è meglio.

https://www.lemonde.fr/economie/article ... _3234.html

Le scandalose condizioni di lavoro e di sicurezza in Bangladesh
Per le ONG, gli audit effettuati dai principali marchi occidentali sono inefficaci. Sarebbe bastata una semplice uscita di emergenza per sfuggire al micidiale incendio che si è verificato durante questo fine settimana.

Migliaia di lavoratori hanno manifestato lunedì 26 novembre a Dacca, capitale del Bangladesh, per chiedere migliori condizioni di lavoro e sicurezza due giorni dopo la morte di 112 dipendenti nell'incendio di una fabbrica tessile situata in un sobborgo industriale della città. Un centinaio di altri sono ancora ricoverati. Pagate dai 40 agli 80 euro al mese, le vittime, per lo più donne, confezionavano abiti per il gruppo Tuba, che annovera tra i suoi clienti Carrefour, Walmart o C&A. Sarebbe bastata una semplice uscita di emergenza per sfuggire all'incendio, la cui causa è sconosciuta. Gli operai sono morti bruciati vivi o gettandosi dalle finestre. La polizia ha detto martedì che il proprietario della fabbrica era in fuga e che lo stavano cercando. I sopravvissuti hanno affermato che "i dirigenti non hanno permesso ai lavoratori di andarsene quando è scoppiato l'incendio", ha detto il capo della polizia all'AFP.

ELENCHI DEI PRESENTI FALSIFICATI

Questa tragedia rimette in discussione ancora una volta gli audit effettuati dai maggiori brand occidentali presso i loro fornitori in Bangladesh, il secondo esportatore di tessili al mondo dopo la Cina. "È probabile che si verifichino altre tragedie poiché questi audit non sono né trasparenti, né vincolanti, né indipendenti", afferma Fanny Gallois, project manager di Peuples solidaires per il collettivo “Etica sull'etichetta”.

In alcune fabbriche, i lavoratori vengono formati per dare le risposte "giuste" ai controllori inviati dai principali marchi e vengono presentati falsi registri delle presenze per nascondere il numero effettivo di ore lavorate. Soprattutto, gli audit effettuati non migliorano sistematicamente le condizioni di lavoro o di sicurezza. Abiti a marchio Walmart sono stati così trovati tra i detriti della fabbrica che ha preso fuoco, mentre il gruppo americano effettua regolarmente indagini presso i propri fornitori.

Dacca è riluttante a imporre regolamenti in un settore che rappresenta l'80% delle esportazioni del Paese e impiega 3 milioni di persone. "Il governo è sotto l'influenza dei padroni e un parlamentare su dieci possiede una fabbrica tessile, lui o la sua famiglia", ha detto Kalpona Akter, direttore del Bangladesh Center for Workers Solidarity, un'altra ONG per i diritti dei lavoratori.

UNA "SECONDA CINA"

In un Paese in cui non esistono sindacati indipendenti, il Bangladesh e le associazioni internazionali stanno cercando di convincere i marchi stranieri ad accettare la creazione di comitati indipendenti, che possono istituire programmi di sicurezza e migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori nelle fabbriche. Questi comitati, presenti in ogni sito industriale, riunirebbero rappresentanti della direzione e dei lavoratori, nonché i loro clienti. Ma solo due grandi gruppi occidentali - Tchibo e Philips Van Heusen - hanno accettato la loro creazione.

In un rapporto, pubblicato ad aprile, la società di consulenza McKinsey ha stimato che il Bangladesh sta per diventare "la seconda Cina", con le esportazioni tessili che dovrebbero triplicare entro il 2020. Molte aziende cinesi hanno iniziato a trasferire lì le loro fabbriche.
Felice nessuno mette in dubbio che se ne approfittino. Bon. Ma quale cazzo sarebbe l'alternativa?

La critica mi trova concorde nel metodo ma non nel merito.

Se questi se ne vanno a chi sono in mano gli sfruttati?

A gente che manco li paga.


Defensor Froomey. dal 28/5/19 FORZA ROGLIC

Puntò il 20/5/19 10 euro su s.yates dato a 12. 5 euro su nibali dato a 3.
mancò il coraggio per puntare 20 euro su landa dato a 66.
non credette alla tenuta di rogla fino a verona.
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Felice
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Tre punti vorrei mettere in evidenza a proposito del mio precedente post.

1) I 112 lavoratori (lavoratrici per lo più) bruciati vivi e il centinaio finiti in ospedale, guadagnavano tra i 40 e gli 80 euro al mese. Si noti que la soglia della "povertà assoluta" è fissato convenzionalmente dalla Banca Mondiale a 1,9 dollari al giorno. Quindi quei lavoratori, pur lavorando 12 ore al giorno, erano in condizioni di povertà assoluta o appena sopra. Questa è una cosa da aver sempre presente quando si sentono discorsi del tipo "la mondializzazione ha permesso di far uscire quella gente dalla povertà": in genere questo vuol dire che chi guadagnava un dollaro e mezzo al giorno ora ne guadagna due e tanto basta per dire che non è più povero.

2) "... le associazioni internazionali stanno cercando di convincere i marchi stranieri ad accettare la creazione di comitati indipendenti, che possono istituire programmi di sicurezza e migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori nelle fabbriche."
Chi si è opposto a che questo avvenisse?
"solo due grandi gruppi occidentali - Tchibo e Philips Van Heusen - hanno accettato la loro creazione."
Non sono io che lo dico, è Le Monde che lo scrive. Cerchiamo quindi di essere onesti e di prenderci le nostre responsabilità: le nostre aziende sono andate a cercare in quelle contrade condizioni di lavoro peggiori di quelle che c'erano da noi alla fine dell'800 e si oppongono ad ogni tentativo di miglioramento.

3) "È probabile che si verifichino altre tragedie poiché questi audit non sono né trasparenti, né vincolanti, né indipendenti", afferma Fanny Gallois, project manager di Peuples solidaires per il collettivo “Etica sull'etichetta”.
Questo all'indomani della tragedia del novembre 2012. E infatti nell'aprile del 2013 se ne è verificata un'altra che ha fatto un numero di vittime 10 volte superiore: il crollo del Rana Plaza, che ha mietuto 1138 vittime e fatto più di 2000 feriti. Qui un articolo sul tema (in francese) e di seguito la traduzione della prima parte.

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https://www.publiceye.ch/fr/thematiques ... rana-plaza

Bangladesh: il crollo del Rana Plaza

Il 24 aprile 2013, un edificio di nove piani che ospitava cinque laboratori di abbigliamento è crollato a Savar vicino a Dacca, la capitale del Bangladesh. 1.138 persone hanno perso la vita e più di 2.000 altre sono rimaste ferite nella tragedia, la più mortale mai avvenuta nell'industria tessile. Questa tragedia è sintomatica delle spaventose condizioni di lavoro e di sicurezza nell'industria dell'abbigliamento e delle calzature in tutto il mondo.

Secondo il ministro degli interni del Bangladesh, tre degli otto piani del Rana Plaza erano stati costruiti illegalmente; il nono era in costruzione. L'edificio ospitava banche e negozi, oltre a cinque laboratori di abbigliamento tessile che producevano per i principali marchi internazionali. Sebbene i lavoratori avessero segnalato prima del crollo che stavano apparendo crepe nei muri, la direzione ha ordinato loro di continuare a lavorare nell'edificio. Quando l'edificio è finalmente crollato il 24 aprile 2013, era troppo tardi per salvare molti di loro.

Chi faceva produrre al Rana Plaza?

Dodici aziende, tra cui Benetton, El Corte Ingles, KiK e Mango, hanno confermato che stavano producendo al Rana Plaza al momento del crollo. Tuttavia, attivisti locali hanno trovato nei detriti etichette, vestiti e moduli d'ordine di altri marchi che negano di aver avuto rapporti d'affari con i laboratori del Rana Plaza o che pretendono di avervi messo termine. Ad oggi, 32 marchi sono stati collegati ai laboratori di confezione del Rana Plaza:

Adler Modemärkte (Germania), Ascena Retail (Stati Uniti), Auchan (Francia), Benetton (Italia), Bonmarché (Regno Unito), C&A (Belgio), Camaïeu (Francia), Carrefour (Francia), Cato Fashions (Stati Uniti), El Corte Ingles (Spagna), Grabalok (Store 21, Stati Uniti), Gueldenpfennig (Germania), Iconix (Lee Cooper, Stati Uniti), Inditex (Zara, Spagna), JC Penney (Stati Uniti), Kanz (Kids Fashion Group, Germania), Kik (Germania), L.C. Waikiki (Turchia), Loblaws (Canada), LPP (Polonia), Mango (Spagna), Manifattura Corona (Italia), Mascot (Danimarca), Matalan (Regno Unito), NKD (Germania), Premier Clothing (Regno Unito), Primark (Regno Unito/Irlanda), PWT (Texman, Danimarca), The Children’s Place (Stati Uniti), Walmart (Stati Uniti) et YesZee (Italia).
.......................

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E sì, fra i nostri eroi c'era pure Benetton, sì quello di "United Color of Benetton", quello del ponte Morandi...


castelli
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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in realtà la cosa la dice anche carlo marx quando dice che il salariato nel capitalismo è giuridicamente libero.

muove contro lo stato liberale la pedina della libertà sostanziale.
la critica di marx è una critica che muove su due fronti. si serve di strumenti economici e allo stesso tempo è una critica dell'ideologia.

galvano della volpe, la logica come scienza positiva.


felice è roba vecchia, non nuova.


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Puntò il 20/5/19 10 euro su s.yates dato a 12. 5 euro su nibali dato a 3.
mancò il coraggio per puntare 20 euro su landa dato a 66.
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Felice
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

Messaggio da leggere da Felice »

Adesso che abbiamo scoperto che gli "United Color of Benetton" si fabbricavano, fra l'altro, sul tragico sito di Rana Plaza, ci possiamo chiedere cosa è cambiato dopo l'incendio del novembre 2012 e il crollo dell'aprile 2013 che sono costati la vita rispettivamente a 112 e 1138 lavoratori/trici.
Quest'articolo fa il punto cinque anni dopo, nell'aprile 2018:

https://www.rtbf.be/info/societe/detail ... id=9900876

***********************************
In Bangladesh, le condizioni di salute dei lavoratori del settore tessile si degrada progressivamente sempre di più

I nostri colleghi della VRT volevano andare in Bangladesh per vedere a che punto fosse la situazione a Rana Plaza, cinque anni dopo il crollo. Alla fine, l’équipe non è partita ...

Inizialmente, le autorità del Bangladesh hanno rifiutato la domanda di visto del giornalista Tim Verheyden. "Ma dopo molte lamentele e proteste, ho ricevuto un visto ma anche ... una lettera con istruzioni chiare: non dovevamo fare nulla che potesse danneggiare l'economia del Bangladesh. Dovevamo anche fare una copia di tutte le registrazioni e consegnarla alle autorità per poter lasciare il paese". Il giornalista della VRT ha quindi temuto per l'incolumità delle persone che avrebbe intervistato sul posto. Non volendo correre alcun rischio, ha quindi deciso di non effettuare il reportage.

La sicurezza delle costruzioni.

Jef Van Hecken, dell’ONG Solidarité Mondiale, ha visitato il sito e fa il confronto della situazione: "5 anni fa, il problema maggiore era la sicurezza degli edifici. Su questo punto si sono registrati seri progressi, in particolare grazie all'accordo che i grandi marchi hanno concluso per investire". Questo "Accordo del Bangladesh" è stato firmato da più di 200 marchi. Mira a migliorare le condizioni di sicurezza negli edifici in Bangladesh.
Durante la sua visita nel Paese nel 2013, il membro della ONG aveva però notato altri problemi: i salari erano troppo bassi, le persone non potevano organizzarsi in sicurezza per discutere delle condizioni di lavoro, non c'era alcuna forma di protezione sociale per infortuni sul lavoro, malattie o sussidi di disoccupazione. "Su questi ultimi tre punti la situazione non è certo migliorata. Al contrario", dice.

Ad esempio, la pressione sul lavoro è aumentata. Di conseguenza, sempre più persone si trovano ad affrontare problemi fisici e mentali. In molti casi i lavoratori lavorano 12 ore al giorno, 6 giorni alla settimana per una salario miserabile. "Non è un caso che ci siano molte farmacie nelle vicinanze degli stabilimenti. Molti lavoratori prendono antidolorifici per poter finire la giornata", testimonia Jef Van Hecken.

L'arrivo di Primark

L'arrivo di Primark durante gli ultimi anni sta inoltre influenzando seriamente altri marchi, afferma Jef Van Hecken. "Notiamo che H&M e Zara si stanno concentrando anche su abbigliamento a buon mercato a causa della presenza di Primark. Questa situazione mette sotto pressione i prezzi. Lo spazio per investire negli edifici e negli standard di sicurezza è quindi sempre più ridotto. Chi ne paga le conseguenze? Ancora una volta gli operai."
Interrogate dalla VRT sull'origine dei loro vestiti e sulle condizioni di lavoro dei loro lavoratori, le aziende Primark, Uniqlo e Carrefour si sono rifiutate di rispondere.


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Felice
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Abbiamo visto che quelle che qualcuno ha definito "qualche sacca di fruttamento" coinvolgono (per il solo tessile et per il solo Bangladesh!!) non meno di 200 grandi marche occidentali (tra i quali fa un figurone il nostro Benetton), per un totale di circa 4500 ateliers di confezione che impiegano tra i 4 e i 5 milioni di operai (dal link sotto). Operai che lavorarano anche 12 ore al giorno per salari che bastano appena per essere poco sopra la soglia della povertà assoluta, soglia che - ricordiamolo - la banca mondiale ha convenzionalmente fissato a 1,90 $ al giorno. Detto questo, possiamo chiederci se quei lavoratori non abbiano mai cercato di ottenere migliori condizioni di lavoro e di vita.
Ebbene sì, ci hanno almeno provato nel gennaio del 2019.

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https://www.francetvinfo.fr/replay-radi ... 26955.html

Bangladesh: dopo lo sciopero arriva la repressione per i lavoratori dell’industria tessile.

Dopo una settimana di conflitto, i lavoratori tessili sono tornati a lavorare in questo paese che è una delle grandi fabbriche del mondo. Ma molti sono stati licenziati per aver scioperato.

L’indomani dello sciopero è doloroso nel paese vicino dell'India. Il conflitto si è concluso la sera di martedì 15 gennaio e la mattina dopo, arrivando al lavoro, centinaia di lavoratori che avevano partecipato allo sciopero, hanno scoperto il loro licenziamento. In una fabbrica di Ashulia, alla periferia della capitale Dacca, ben 750 lavoratori sono stati licenziati senza preavviso, con i loro nomi e le foto incollati all'ingresso della fabbrica. Ufficialmente, avrebbero danneggiato gli edifici e rubato vestiti durante il conflitto sociale. In realtà, si tratta piuttosto di un’intimidazione. Lo sciopero nel settore tessile è durato una settimana, con una grande manifestazione di 50.000 lavoratori e lavoratrici. I cortei sono stati repressi con gas lacrimogeni e proiettili di gomma. Il comflitto riguardava i salari, che rimangono molto bassi, 80 euro al mese, nonostante un forte aumento dello scorso anno. Alla fine c’è stato anche un piccolo aumento: l'equivalente di 20 centesimi di euro al mese per i lavoratori a bassa retribuzione.

............

La deriva autoritaria del potere


C'è anche una dimensione politica nella vicenda, semplicemente perché i grandi padroni della manifattura tessile sono strettamente legati al partito largamente maggioritario nel paese, l'Awami League. Fare sciopero in Bangladesh significa quindi anche opporsi al potere. Un potere tenuto con pugno di ferro da dieci anni da una donna, Sheikh Hasina. Ha 71 anni, ha appena ottenuto un nuovo successo elettorale a fine dicembre. Un trionfo addirittura, con il 98% dei voti. Ma le condizioni dello scrutinio non erano trasparenti. Ad ogni modo, l'opposizione è imbavagliata. Nel corso degli anni il potere è diventato sempre più autoritario. Questa frase di Sheikh Hasina riassume bene la sua filosofia: "I diritti dell’uomo consistono nell’avere un lavoro e del cibo". Punto. E’ anche questo che si nasconde dietro le nostre magliette a 5 euro.
***********************************************************

Si noti che un successo alle elezioni con il 98% dei voti, nel nostro occidente così sinceramente democratico, non ha scandalizzato assolutamente nessuno. Niente indignazione dei media, nessun commento o reazione dei governi, persino allo Zio Sam in questo caso non è venuto in mente di far scaldare i motori ai bombardieri.

Si noti pure il punto di vista della presidente sui diritti umani: "i diritti dell'uomo consistono nell'avere un lavoro e del cibo". Ovvero i diritti degli schiavi, perchè agli schiavi un po' di cibo bisogna pur darglielo se si vuole che siano in grado di lavorare.


cassius
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Nel tessile temo che si possa parlare di "qualche sacca di non sfruttamento", chè si fa prima.


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nemecsek.
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

Messaggio da leggere da nemecsek. »

buongiorno sono Roxana help desk ******** e rispondo da Italia

buongiorno sono una SPA italiana con ampia partecipazione statale e con oltre 4000 dipendenti, con il cambio all'ora legale ho qualche centinaio di dipendenti in smart working che non riescono a collegarsi, esattamente come sei mesi fa, al passaggio all'ora solare...

...ha provato a riaviare computer?..

a li mortè.... :lol: :lol: :lol:


PIU' MANGANELLI

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Felice
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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nemecsek. ha scritto: lunedì 29 marzo 2021, 21:31 buongiorno sono Roxana help desk ******** e rispondo da Italia

buongiorno sono una SPA italiana con ampia partecipazione statale e con oltre 4000 dipendenti, con il cambio all'ora legale ho qualche centinaio di dipendenti in smart working che non riescono a collegarsi, esattamente come sei mesi fa, al passaggio all'ora solare...

...ha provato a riaviare computer?..
4 marzo, 25 giorni fa.

Buongiorno Roxana, le telefono perchè c'è stato un tentativo di pagamento fraudolento a partire dal mio conto. Ho ricevuto un sms nel quale mi si avvisava che un pagamento era stato rifiutato, ma io non sono all'origine di quella richiesta di pagamento.

Aspetti che controllo. A quanto ammonta il pagamento?

135 euro et tot centesimi

Non vedo nessun pagamento di quell'ammontare.

Ma se le ho detto che è stato rifiutato...

Ah...

Vorrei fare opposizione alla mia carta di credito. Questa volta il pagamento non è passato, ma per sicurezza...

Va bene. ..... Ecco. La carta di credito e il nuovo codice le verranno spediti a casa.

Quanto tempo ci vorrà?

Vediamo... oggi è il quattro... le arriverà l'8 o il 9...

Benissimo, grazie, buongiorno.

Oggi è il 29 e della carta di credito non c'è traccia.


nemecsek. ha scritto: lunedì 29 marzo 2021, 21:31 a li mortè.... :lol: :lol: :lol:
a li mortè.... :lol: :lol: :lol:

Ah, dimenticavo: Roxana lavora per la BNP, la maggior banca francese ed una delle più grandi d'Europa. Roxana non è statale e là dove lavora lei statali non ce ne sono. Quella di cui sto beneficiando è la proverbiale efficienza del privato.

Detto questo, forse qualcuno farebbe bene a leggere il titolo dei thread prima di postare spiritosaggini.


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Felice ha scritto: lunedì 29 marzo 2021, 22:27

Detto questo, forse qualcuno farebbe bene a leggere il titolo dei thread prima di postare spiritosaggini.
semplice fotografia di quello che è successo (risuccesso, come sei mesi fa) stamane alla mia compagna
sistema informatico terzializzato a barbari sottopagati, cambio ora legale, duecento e rotti parastataloidi fermi davanti ai loro pc inefficienti
e quei pochi che tenevano a fare i loro lavori piuttosto contrariati
ha ragione Crisanti, ce vole Bezos per fà funzionà le cose
Bezos o Pablo Escobar
:D


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Forse Pablo ha fatto anche cose buone...
Non sono tanto aggiornato, ma Bezos adesso un po' di tasse le paga o stanno sempre in Irlanda, Olanda, isole varie della manica, ecc.?


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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galliano ha scritto: lunedì 29 marzo 2021, 23:29 Forse Pablo ha fatto anche cose buone...
Non sono tanto aggiornato, ma Bezos adesso un po' di tasse le paga o stanno sempre in Irlanda, Olanda, isole varie della manica, ecc.?
Poche, perché è riuscito a portare in detrazione le spese sostenute per dotare i dipendenti di palla e catene.


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

Messaggio da leggere da Felice »

nemecsek. ha scritto: lunedì 29 marzo 2021, 22:54
Felice ha scritto: lunedì 29 marzo 2021, 22:27

Detto questo, forse qualcuno farebbe bene a leggere il titolo dei thread prima di postare spiritosaggini.
semplice fotografia di quello che è successo (risuccesso, come sei mesi fa) stamane alla mia compagna
sistema informatico terzializzato a barbari sottopagati, cambio ora legale, duecento e rotti parastataloidi fermi davanti ai loro pc inefficienti
e quei pochi che tenevano a fare i loro lavori piuttosto contrariati
ha ragione Crisanti, ce vole Bezos per fà funzionà le cose
Bezos o Pablo Escobar
:D
Il sistema informatico lo usano tutti, ma nessuno ha la minima idea di come funzioni. Se mai c'è un problema nessuno sa cosa fare. Stataloidi o parastataloidi non centrano niente. Prova ad andare in banca mentre hanno una panne informatica e dimmi poi se riuscirai a fare anche la più semplice delle operazioni. Per la quasi totalità degli "users" quella che hanno davanti è una black box carica di misteri... E gli informatici intrattengono e lucrano su questo.

Anni fa, con due colleghi cambiammo sede. Là dove arrivammo ci furono dati fondi perchè ci equipaggiassimo a livello informatico. Problema: noi volevamo degli IBM, mentre il responsabile dell'informatica della nostra sede d'arrivo era immanicato con Sun. Risultato: rifiutò di darci il minimo aiuto, quindi ci trovammo con problemi immediati tipo la configurazione della messaggeria, cosa che sulle stazioni di lavoro di allora (che erano sotto sistema AIX) era non banale. Chiedemmo aiuto a chi ci aveva venduto le stazioni: "sì vi posso mandare un tecnico, vi costerà 10000 franchi". Quella somma non l'avevamo... Passai due giorni a leggere manuali e a imparare cose che non facevano parte del mio mestiere. Alla fine la messaggeria la configurai io. Bastava modificare.... una riga di codice! E per una cosa che, per uno del mestiere, era di una banalità spevontosa ci avevano chiesto 10000 franchi!


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Attenzione, a voi vi chiedevano 10000 franchi ma a quello che vi mandavano gliene passavano giusto lo stretto indispensabile.
L'informatico è il nuovo operaio da catena di montaggio.


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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galliano ha scritto: lunedì 29 marzo 2021, 23:47 Attenzione, a voi vi chiedevano 10000 franchi ma a quello che vi mandavano gliene passavano giusto lo stretto indispensabile.
L'informatico è il nuovo operaio da catena di montaggio.
Questo è sicuro!


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Abbiamo parlato dell'industria tessile. Abbiamo visto come le grandi marche occidentali vengano a sfruttare la manodopera semi-schiavizzata in particolare in Bangladesh. E abbiamo visto come il fatto che il paese sia retto da una presidente eletta con il 98% dei voti non abbia fatto nascere in nessuno, ma proprio in nessuno, il dubbio che qualche cosa di anomalo ci sia. Così come nessuno si sente in imbarazzo per l'opinione della suddetta presidente circa i diritti dell'uomo:

"I diritti dell'uomo consistono nell'avere un lavoro e del cibo"

Lavorare 12 ore al giorno per guadagnare 80 dollari al mese al fine di avere quanto basta da mettere sotto i denti per non crepare. Perchè chi crepa non lavora più. I diritti degli schiavi.

C'è di peggio? Ebbene sì. Andiamo a fare un giro in India, là dove vengono demolite le navi giunte in fin di vita dell'Occidente tutto.
(nel link c'è anche un video che vale la pena di vedere e ascoltare)

*****************************************
https://www.francetvinfo.fr/economie/tr ... 05729.html

India: i cantieri navali di demolizione che fanno scandalo.
Sono i cimiteri-pattumiera delle navi europee. In India, dei grandi porti ospitano i relitti inquinati delle navi occidentali. La demolizione e il recupero vi viene effettuato nelle peggiori condizioni di sicurezza per i lavoratori locali.

Le navi sono arenate sulla spiaggia, accanto a piattaforme petrolifere che sono giunte anch'esse alla fine della loro vita. I proprietari le hanno inviate a enormi cantieri di smantellamento estremamente rudimentali sulla costa occidentale dell'India. Questi relitti sono stati venduti per 450 dollari la tonnellata. Quindi si deve recuperare tutto per rivendere tutto. Un gigantesco mercato gestito da uomini d'affari locali.

I rifiuti chimici finiscono in mare

Secondo un attivista ambientale, tutto è fatto al fine di aggirare le regole, a cominciare dall'origine delle navi le quali usano bandiere di comodo per il loro ultimo viaggio. Un sistema che permette di aggirare la legge europea, che obbliga gli armatori a svuotare le imbarcazioni da tutte le sostanze chimiche prima della demolizione. Le navi vengono demolite sulla sabbia. I rifiuti finiscono in mare. Le spiagge nei dintorni assomigliano a una discarica.


Cthulhu
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Però pensare che a sfruttare i lavoratori ci siano solo quei brutti cattivoni capitalisti lassù è consolante e mistificatorio.
La realtà è chi li sfruttiamo tutti noi, quando paghiamo le cose un terzo di quello che dovrebbero costare e quando guadagniamo sui soldi che ci ha investito la banca


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Cthulhu ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 12:10 Però pensare che a sfruttare i lavoratori ci siano solo quei brutti cattivoni capitalisti lassù è consolante e mistificatorio.
La realtà è chi li sfruttiamo tutti noi, quando paghiamo le cose un terzo di quello che dovrebbero costare e quando guadagniamo sui soldi che ci ha investito la banca
Vero quando paghiamo le cose un terzo, che si possa guadagnare investendo in banca mah!


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Cthulhu ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 12:10 Però pensare che a sfruttare i lavoratori ci siano solo quei brutti cattivoni capitalisti lassù è consolante e mistificatorio.
La realtà è chi li sfruttiamo tutti noi, quando paghiamo le cose un terzo di quello che dovrebbero costare e quando guadagniamo sui soldi che ci ha investito la banca
nel ragionamento parte tutta la parte costruttiva.

ossia si regge sulla critica della situazione attuale ma non propone alcuna soluzione fattibile.

vediamo un paese uscito dallo sfruttamento (si fa per dire) come il venezuela in che condizioni è.
ti diranno che è la propaganda capitalista che mette in cattiva luce le splendide idee della rivoluzione.

propaganda capitalista: come se loro non facessero propaganda quando criticano a destra e manca, portando esempi di quello che è successo a loro cugina o nel loro stabile.

in ogni caso in questamanca sempre la soluzione.

quando la soluzione è stata adottata non ha funzionato. manca una teoria dello stato e della libertà del cittadino.
ossia manca l'abc della politca.
comanda una setta di illuminati o il partito comunista o sa il cazzo, qualche stronzone di solito.
non esiste paese al mondo dove i soluzionisti siano al governo perché li hanno votati in paesi dove esiste la divisione dei poteri.

il partito e lo stato coincidono ma per i soluzionisti non è un problema avendo una verità in tasca da propagandare.

forse c'è il venezuela la corea del nord e altri cessi di paesi. un bel vedere.


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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castelli ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 13:40

non esiste paese al mondo dove i soluzionisti siano al governo

il partito e lo stato coincidono ma per i soluzionisti non è un problema avendo una verità in tasca da propagandare.

forse c'è il venezuela la corea del nord e altri cessi di paesi. un bel vedere.
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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nino58 ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 13:36
Cthulhu ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 12:10 Però pensare che a sfruttare i lavoratori ci siano solo quei brutti cattivoni capitalisti lassù è consolante e mistificatorio.
La realtà è chi li sfruttiamo tutti noi, quando paghiamo le cose un terzo di quello che dovrebbero costare e quando guadagniamo sui soldi che ci ha investito la banca
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Cthulhu ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 17:47
nino58 ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 13:36
Cthulhu ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 12:10 Però pensare che a sfruttare i lavoratori ci siano solo quei brutti cattivoni capitalisti lassù è consolante e mistificatorio.
La realtà è chi li sfruttiamo tutti noi, quando paghiamo le cose un terzo di quello che dovrebbero costare e quando guadagniamo sui soldi che ci ha investito la banca
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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castelli ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 13:40
Cthulhu ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 12:10 Però pensare che a sfruttare i lavoratori ci siano solo quei brutti cattivoni capitalisti lassù è consolante e mistificatorio.
La realtà è chi li sfruttiamo tutti noi, quando paghiamo le cose un terzo di quello che dovrebbero costare e quando guadagniamo sui soldi che ci ha investito la banca
nel ragionamento parte tutta la parte costruttiva.

ossia si regge sulla critica della situazione attuale ma non propone alcuna soluzione fattibile.

vediamo un paese uscito dallo sfruttamento (si fa per dire) come il venezuela in che condizioni è.
ti diranno che è la propaganda capitalista che mette in cattiva luce le splendide idee della rivoluzione.

propaganda capitalista: come se loro non facessero propaganda quando criticano a destra e manca, portando esempi di quello che è successo a loro cugina o nel loro stabile.

in ogni caso in questamanca sempre la soluzione.

quando la soluzione è stata adottata non ha funzionato. manca una teoria dello stato e della libertà del cittadino.
ossia manca l'abc della politca.
comanda una setta di illuminati o il partito comunista o sa il cazzo, qualche stronzone di solito.
non esiste paese al mondo dove i soluzionisti siano al governo perché li hanno votati in paesi dove esiste la divisione dei poteri.

il partito e lo stato coincidono ma per i soluzionisti non è un problema avendo una verità in tasca da propagandare.

forse c'è il venezuela la corea del nord e altri cessi di paesi. un bel vedere.
Un post un po' confuso, direi.
Mi pare di aver capito che comunque è tutta colpa dei comunisti.


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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nino58 ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 13:36
Cthulhu ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 12:10 Però pensare che a sfruttare i lavoratori ci siano solo quei brutti cattivoni capitalisti lassù è consolante e mistificatorio.
La realtà è chi li sfruttiamo tutti noi, quando paghiamo le cose un terzo di quello che dovrebbero costare e quando guadagniamo sui soldi che ci ha investito la banca
che si possa guadagnare investendo in banca mah!
:D :D :D :D :D . Nel 1952 succedeva ancora, eh....


castelli
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Cthulhu ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 17:51
castelli ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 13:40
Cthulhu ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 12:10 Però pensare che a sfruttare i lavoratori ci siano solo quei brutti cattivoni capitalisti lassù è consolante e mistificatorio.
La realtà è chi li sfruttiamo tutti noi, quando paghiamo le cose un terzo di quello che dovrebbero costare e quando guadagniamo sui soldi che ci ha investito la banca
nel ragionamento parte tutta la parte costruttiva.

ossia si regge sulla critica della situazione attuale ma non propone alcuna soluzione fattibile.

vediamo un paese uscito dallo sfruttamento (si fa per dire) come il venezuela in che condizioni è.
ti diranno che è la propaganda capitalista che mette in cattiva luce le splendide idee della rivoluzione.

propaganda capitalista: come se loro non facessero propaganda quando criticano a destra e manca, portando esempi di quello che è successo a loro cugina o nel loro stabile.

in ogni caso in questamanca sempre la soluzione.

quando la soluzione è stata adottata non ha funzionato. manca una teoria dello stato e della libertà del cittadino.
ossia manca l'abc della politca.
comanda una setta di illuminati o il partito comunista o sa il cazzo, qualche stronzone di solito.
non esiste paese al mondo dove i soluzionisti siano al governo perché li hanno votati in paesi dove esiste la divisione dei poteri.

il partito e lo stato coincidono ma per i soluzionisti non è un problema avendo una verità in tasca da propagandare.

forse c'è il venezuela la corea del nord e altri cessi di paesi. un bel vedere.
Un post un po' confuso, direi.
Mi pare di aver capito che comunque è tutta colpa dei comunisti.
Quanto dovrebbero costare le cose secondo lei?

Metta fine alla confusione caro ciutlu!

E' tempo di separare il grano dall'olio (sic).

Lei esenterebbe i comunisti in base a...?

Faccia sapere.

Noi penderemmo eventualmente...


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mancò il coraggio per puntare 20 euro su landa dato a 66.
non credette alla tenuta di rogla fino a verona.
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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castelli ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 19:25
Cthulhu ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 17:51
castelli ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 13:40
nel ragionamento parte tutta la parte costruttiva.

ossia si regge sulla critica della situazione attuale ma non propone alcuna soluzione fattibile.

vediamo un paese uscito dallo sfruttamento (si fa per dire) come il venezuela in che condizioni è.
ti diranno che è la propaganda capitalista che mette in cattiva luce le splendide idee della rivoluzione.

propaganda capitalista: come se loro non facessero propaganda quando criticano a destra e manca, portando esempi di quello che è successo a loro cugina o nel loro stabile.

in ogni caso in questamanca sempre la soluzione.

quando la soluzione è stata adottata non ha funzionato. manca una teoria dello stato e della libertà del cittadino.
ossia manca l'abc della politca.
comanda una setta di illuminati o il partito comunista o sa il cazzo, qualche stronzone di solito.
non esiste paese al mondo dove i soluzionisti siano al governo perché li hanno votati in paesi dove esiste la divisione dei poteri.

il partito e lo stato coincidono ma per i soluzionisti non è un problema avendo una verità in tasca da propagandare.

forse c'è il venezuela la corea del nord e altri cessi di paesi. un bel vedere.
Un post un po' confuso, direi.
Mi pare di aver capito che comunque è tutta colpa dei comunisti.
Quanto dovrebbero costare le cose secondo lei?

Metta fine alla confusione caro ciutlu!

E' tempo di separare il grano dall'olio (sic).

Lei esenterebbe i comunisti in base a...?

Faccia sapere.

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Io devo essere cretino perché non capisco nulla di quello che dici.
Vagamente che te ne freghi e che sei più che soddisfatto di fare la vita comoda sulle spalle degli altri ma poco più.


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Cthulhu ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 19:43
castelli ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 19:25
Cthulhu ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 17:51
Un post un po' confuso, direi.
Mi pare di aver capito che comunque è tutta colpa dei comunisti.
Quanto dovrebbero costare le cose secondo lei?

Metta fine alla confusione caro ciutlu!

E' tempo di separare il grano dall'olio (sic).

Lei esenterebbe i comunisti in base a...?

Faccia sapere.

Noi penderemmo eventualmente...
Io devo essere cretino perché non capisco nulla di quello che dici.
Vagamente che te ne freghi e che sei più che soddisfatto di fare la vita comoda sulle spalle degli altri ma poco più.
essere "contro" i comunisti non vuol dire automaticamente fregarsene. che io sappia. certo si può essere anticomunisti e comunque autoritari ed essere anticomunisti E antiautoritari.

la chiosa del suo post rientra nelle sue supposizioni, probabilmente inficiate dall'erronea premessa.

mi scuso solo per misquote del nome (Cthulhu è ovviamente quello corretto) non era voluto ma con lo smartphone non riesco a vedere e digitare


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Puntò il 20/5/19 10 euro su s.yates dato a 12. 5 euro su nibali dato a 3.
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Felice
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Cthulhu ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 12:10 Però pensare che a sfruttare i lavoratori ci siano solo quei brutti cattivoni capitalisti lassù è consolante e mistificatorio.
La realtà è chi li sfruttiamo tutti noi, quando paghiamo le cose un terzo di quello che dovrebbero costare e quando guadagniamo sui soldi che ci ha investito la banca
Certamente. Questo thread è tutto tranne che auto-assolutorio. Si propone invece di:

- mettere in evidenza che il nostro intero sistema economico si regge sullo sfruttamento di lavoratori in condizioni di quasi-schiavitù.

- sottolineare l’ipocrisia regnate a tutti i livelli, da chi governa, passando per i media, fino ai singoli utenti dei forum. Si rompono le palle a Venezuela e Bolivia, ci si chiede se le elezioni in quei paesi, svolte sotto gli occhi inquisitori d’innumerevoli “osservatori” internazionali tutt’altro che onesti e indipendenti siano state "pulite" e ci se ne infischia se altrove chi detiene il potere raccoglie il 98% dei voti alle elezioni. Ci si preoccupa di sapere se in Venezuela hanno o non hanno la “carta da culo” come scriveva qualcuno in questo forum, mentre come facciano a pulirsi il culo in Bangladesh o in contrade similari non interessa a nessuno.

A mio avviso la nostra maggiore responsabilità è stata quella di permettere, nel corso degli ultimi 40 anni, di mettere in piedi quella che è, a tutti gli effetti, una dittatura da parte di una oligarchia finanziaria. Ed abbiamo permesso a codesta oligarchia di costruire tutti gli strumenti per assicurarsi che il proprio potere non possa venire messo in discussione. Strumenti che passano per i vari trattati, siano essi europei o di “libero” scambio, strutture sovranazionali, agenzie di rating, FMI, ecc., ecc.
La “democrazia” è, o è stata ridotta a una parvenza, un termine vuoto di contenuto. Per constatarlo basta pensare alla Grecia, al come è stata schiacciata in barba a tutto quello che era stato espresso dal popolo in elezioni e referendum.
Potevamo evitare questo processo? Lo ignoro. Certamente avremmo potuto ritardarlo se ci fosse stata mobilitazione in questo senso.

Nel tuo post sollevi due punti. Il primo concerne l’acquisto di beni a 1/3 del prezzo di quello che costerebbero senza la delocalizzazione della produzione. A questo proposito ho due commenti.
Il primo è che non hai scelta. Se hai bisogno di un paio di pantaloni, vai in un negozio e se ne trovi uno che fa al caso tuo lo compri e stop. Quasi certamente sarà fabbricato in Bangladesh, in Indonesia o giù di lì. Non puoi fare il giro di Parigi o di Milano per cercare il made in France o il made in Italy. Fermo restando che – ammesso che scelta sia possibile – questa non è data a tutti. Questo punto è stato commentato a suo tempo da Gimbatbu che scriveva:
Gimbatbu ha scritto: sabato 27 febbraio 2021, 23:43 ….. se non ho i soldi per comprarmi un capo migliore affollero' questi negozi alimentando una spirale perversa di sfruttamento e speculazione. Penso che sia ormai un discorso assolutamente irreversibile, poi su chi ha generato questo mostro bicefalo che si nutre di fatto di due povertà vorrei tanto saperlo. Ma non è facile stabilirlo.
E’ un po’ come gli alimenti bio. Una buona cosa certamente. Ma un lusso che chi fatica ad arrivare a fine mese non si può certamente permettere.

Il secondo commento concerne i prezzi stessi. E’ evidente che se i margini di guadagno delle case produttrici rimangono gli stessi, con una produzione non delocalizzata i prezzi sarebbero molto più alti. Ma quei margini di guadagno sono enormi. In passato ho comprato dei capi di abbigliamento di eccellente qualità nei migliori negozi d’Istanbul o di Casablanca a dei prezzi ridicoli. Ciò significa che il basso costo di produzione viene in grandissima parte intascato dalle multinazionali e solo in piccola parte va a beneficio del consumatore.

Il secondo punto che tu sollevi concerne i guadagni che si possono fare via gli investimenti in banca. Anche in questo caso è stato messo in atto un processo che ha come scopo il trasferimento di denaro dalle tasche della povera gente verso quelle dei ricchi.
In pratica questo è stato fatto con l’eliminazione di ogni possibilità di conservare in sicurezza il proprio denaro con un minimo d’interesse. Perché non offrire interessi anche piccoli (2, 3%) sui depositi? Alle banche poi di far fruttare il denaro dei loro clienti con investimenti opportuni (beninteso non speculativi/avventuristici). Invece si fa di tutto per spingere la gente verso investimenti rischiosi che la stragrande maggioranza della gente comune non è in grado di gestire in proprio. Devono quindi affidarsi ai “consiglieri” delle banche i quali in realtà altro non sono che agenti commerciali tenuti a vendere i prodotti delle banche stesse, prodotti in genere non competitivi e che, molto spesso, fanno perdere del denaro invece di farlo guadagnare. In questo tipo di cose c’è una regola d’oro: mai ascoltare i consigli del “consigliere”. Ma quanti sono in misura di farlo?


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Beh, le banche non ti danno interessi perché con i vari quantitative easing i soldi li prendono addirittura a tassi negativi.
Per il resto qualcosa si può fare.
Si possono fare pressioni sulle aziende perché si comportino più eticamente e lanciare boicottaggi contro le peggiori, anche se gli attivisti anglosassoni in questo sono molto più bravi di noi. Arrivano fino al punto di far crollare le loro azioni sul mercato. Noi facciamo solo ideologia e niente fatti, come sempre

Ad esempio è di qualche giorno fa la notizia che Google, Bmw, Volvo e Samsung sono state praticamente costrette dagli attivisti a boicottare l'attività mineraria in fondo all'oceano.
Sui profitti delle multinazionali, va detto che hanno un azionariato molto diffuso, è vero che i CEO e i principali azionisti guadagnano milioni, ma in termini assoluti la gran parte dei profitti vanno in tasca a normali cittadini.
Il punto è: quanto siamo disposti a sacrificare per un po' di etica e di giustizia sociale ?
Salvini e i suoi seguaci ad esempio sicuramente zero, salvo poi strepitare quando la Germania e i paesi nord europei non sono abbastanza pronti a farci l'elemosina.


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Cthulhu ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 17:47
Beh, quest'anno su 10.000 euro ne ho guadagnati 2000
e da un po' che mi punge vaghezza di aprire un thread sull'economia.
massimi sistemi ma soprattutto consigli di economia spicciola e reale.
perchè pure con tutta la mia immaginazione il 20% è veramente tanto.
naturalmente consigli che chiedo per un'amica, che io ho ancora 16 mensilità di mutuo su una casa che ha perso in dieci anni il 30% del valore, trovassi chi me la compra.

perdoneranno l' OT i terzomondisti, ora apro e sposto


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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nemecsek. ha scritto: martedì 6 aprile 2021, 22:46
Cthulhu ha scritto: sabato 3 aprile 2021, 17:47
Beh, quest'anno su 10.000 euro ne ho guadagnati 2000
e da un po' che mi punge vaghezza di aprire un thread sull'economia.
massimi sistemi ma soprattutto consigli di economia spicciola e reale.
perchè pure con tutta la mia immaginazione il 20% è veramente tanto.
naturalmente consigli che chiedo per un'amica, che io ho ancora 16 mensilità di mutuo su una casa che ha perso in dieci anni il 30% del valore, trovassi chi me la compra.

perdoneranno l' OT i terzomondisti, ora apro e sposto
Sorella che lavora in banca e azioni della banca stessa prese al momento giusto, tutto qui.


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Denuncia alla magistratura francese di quattro multinazionali del tessile accusate di sfruttare il lavoro forzato degli Ouïghours in Cina.

Travail forcé des Ouïghours : Une plainte déposée en France contre quatre multinationales de l’habillement
https://www.20minutes.fr/justice/301759 ... abillement


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Schermata 2021-05-03 alle 21.00.26.png
Schermata 2021-05-03 alle 21.00.26.png (209.56 KiB) Visto 3190 volte
Una notizia orribile. Senza parole. Solo silenzio.

https://www.corriere.it/cronache/21_mag ... bb8d.shtml

"Non si può morire sul lavoro a nessuna età.
Luana, una giovane mamma di 23 anni è rimasta coinvolta in un incidente sul lavoro, intrappolata in un macchinario tessile, nell’azienda dove lavorava a Oste, nel comune di Montemurlo (Prato).
Lascia una bambina piccola alla quale va tutta la vicinanza di una regione intera.
Continueremo ad impegnarci costantemente per la tutela del lavoro, per tutti e sicuro. Che la terra ti sia lieve."

"A 22 anni si ha una vita davanti, a 50 si ha una famiglia alle spalle, in tutte le età si hanno progetti e sogni da realizzare — dice —. Morire ancora sul lavoro non è accettabile. Quasi ogni giorno, una lavoratrice, un lavoratore si reca al lavoro e non fa più ritorno a casa. Certo poi ci sono le verifiche, le inchieste, le multe, i risarcimenti, ma la vita non si può risarcire o monetizzare. Dobbiamo riportare centrale il tema della sicurezza sul lavoro nelle aziende"


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Dal sito del Corriere di oggi:

Incidenti sul lavoro, dopo Luana una morte al giorno: le storie e i nomi di una tragedia senza fine
Dal 3 maggio, quando la 22enne venne risucchiata dall'orditoio nell'azienda tessile di Prato, si sono registrati altri 39 decessi (l’ultimo ieri). Un ritmo insensibile ad ogni monito o allarme. Ecco cosa è successo

https://www.corriere.it/cronache/21_giu ... 46e5.shtml

.....
La dinamica degli incidenti è la più disparata; ma sullo sfondo, il filo che lega queste tragedie è spesso lo stesso: una lunga catena di norme violate e di condizioni precarie, nelle quali il lavoratore è quasi sempre vittima due volte. Cosa servirà per fermare questa mattanza?
.....


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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:D


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Recentemente il parlamento greco ha approvato una legge che prevede la giornata lavorativa di 10 ore, anche se il totale settimanale rimane fisso a 40. Sarebbe una forma di flessibilità che consentirebbe a chi lo vorrebbe di lavorare 10 per 4 giorni e godere di un fine settimana più lungo.

Sorgono già due problemi: il primo è che così gli straordinari non saranno più considerati tali ma ore lavorative ordinarie (con tutto quello che ne consegue nella busta paga); il secondo è che questa legge ostacolerà il diritto allo sciopero.

Dato che nel mio piccolo queste cose sono capitate anche a me, ritengo possibile che da qui a qualche tempo la giornata lavorativa sarà stabilita a 10 ore giornaliere, come in un '800 qualsiasi.


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Oude Kwaremont ha scritto: sabato 3 luglio 2021, 22:23 Recentemente il parlamento greco ha approvato una legge che prevede la giornata lavorativa di 10 ore, anche se il totale settimanale rimane fisso a 40. Sarebbe una forma di flessibilità che consentirebbe a chi lo vorrebbe di lavorare 10 per 4 giorni e godere di un fine settimana più lungo.

Sorgono già due problemi: il primo è che così gli straordinari non saranno più considerati tali ma ore lavorative ordinarie (con tutto quello che ne consegue nella busta paga); il secondo è che questa legge ostacolerà il diritto allo sciopero.

Dato che nel mio piccolo queste cose sono capitate anche a me, ritengo possibile che da qui a qualche tempo la giornata lavorativa sarà stabilita a 10 ore giornaliere, come in un '800 qualsiasi.
Nel sistema semischiavistico (a volte senza il semi) dell'agricoltura del pomodoro, delle arance e di verdure varie si lavora già dieci ore e per sette giorni (sei se il caporale ha un matrimonio, un battesimo o una prima comunione la domenica)


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

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Credo che nessuno, come il cristianesimo abbia sfruttato ogni tipo di arte, servendosene come strumento di propaganda per secoli, forse più di un millennio! Serviva dare corpo/incarnare le favole cristiane, conferendo a quei personaggi forme trasfigurate e quindi verosimili per l'occidente. Nei tempi moderni ci si sono messi anche cinema e televisione a trasformare il virtuale in reale, al punto da far passare per quasi un miliardo di persone (poveretti di spirito) la finzione in verità! :grr:
Un esempio preclaro di sposalizio fra arte e religione cristiana a me sembra il manifesto del futurismo di Marinetti: "Larte infatti non può essere che violenza, crudeltà e ingiustizia". E L'Italia fascista concordataria di Mussolini ha molto apprezzato ... Giustamente. :clap:


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
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lemond
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

Messaggio da leggere da lemond »

Il "maggio francese" si può considerare sia un fenomeno di quartiere (Saint-Germain-dés-Près) che un movimento addirittura di tutto l'Occidente. ;) In quell'anno è successo qualcosa di simile alla crisi dell'impero romano, almeno secondo Malraux, che ne propone una lettura onto/storica. Egli, pur non essendo cristiano, ne valùta gli eventi come negazione dei valori religiosi nostrani. E questa demolizione non è, secondo lui, né buona, né cattiva, semplicemente ... è. :) In altre parole il post-Sessantotto ha spezzato e smantellato, ma non ha creato un solo valore nuovo, a parte (forse) il nichilismo. Lo strutturalismo si sostituisce all'area giudaico-cristiana e nell'ultima pagina del libro di Foucault "Le parole e le cose" il filosofo annuncia la morte dell'uomo che, secondo lui, deve essere sostituito dalla *struttura*. Deleuze cercherà di definire il concetto, ma, da buon conoscitore della sofistica e retorica, parla, ma, in senso etimologico, non dice niente! La struttura resta misteriosa quanto Dio e infatti Deleuze riprende a piene mani il vecchio vocabolario della scolastica medievale, con l'aggiunta di un po' di linguistica e psicanalisi! Deleuze al fine si rende conto che la struttura, che è tutto, può essere descritta solo in termini negativi e ci sembra paradigmatica questa sua definizione: "... ciò che è strutturale è lo spazio, ma uno spazio inesteso". :D
Il senso dell'umanesimo struttaralista si può definire l'uomo allontanato dal mondo, non ci sono più sfruttati e sfruttatori, perché il reale è dissolto. :)


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Felice
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

Messaggio da leggere da Felice »

Notizia di ieri: altro incendio in una fabbrica in Bangladesh, altri morti (52 per ora, ma questa cifra sembra destinata a salire). La tragedia del Rana Plaza, di cui si è parlato in precedenza in questo thread, non ha insegnato niente.

Il "massimo profitto", così caro ad alcuni, non ha pietà, chiede le sue vittime.

Qui un articolo in inglese:

https://www.theguardian.com/world/2021/ ... ople-dhaka

e qui uno in francese:

https://www.lemonde.fr/international/ar ... _3210.html


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Felice
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

Messaggio da leggere da Felice »

Chiamasi capitalismo compiuto :
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(da sito di Repubblica)


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matteo.conz
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

Messaggio da leggere da matteo.conz »

Felice ha scritto: sabato 13 marzo 2021, 12:14 Tre punti vorrei mettere in evidenza a proposito del mio precedente post.

1) I 112 lavoratori (lavoratrici per lo più) bruciati vivi e il centinaio finiti in ospedale, guadagnavano tra i 40 e gli 80 euro al mese. Si noti que la soglia della "povertà assoluta" è fissato convenzionalmente dalla Banca Mondiale a 1,9 dollari al giorno. Quindi quei lavoratori, pur lavorando 12 ore al giorno, erano in condizioni di povertà assoluta o appena sopra. Questa è una cosa da aver sempre presente quando si sentono discorsi del tipo "la mondializzazione ha permesso di far uscire quella gente dalla povertà": in genere questo vuol dire che chi guadagnava un dollaro e mezzo al giorno ora ne guadagna due e tanto basta per dire che non è più povero.

2) "... le associazioni internazionali stanno cercando di convincere i marchi stranieri ad accettare la creazione di comitati indipendenti, che possono istituire programmi di sicurezza e migliorare le condizioni di lavoro dei lavoratori nelle fabbriche."
Chi si è opposto a che questo avvenisse?
"solo due grandi gruppi occidentali - Tchibo e Philips Van Heusen - hanno accettato la loro creazione."
Non sono io che lo dico, è Le Monde che lo scrive. Cerchiamo quindi di essere onesti e di prenderci le nostre responsabilità: le nostre aziende sono andate a cercare in quelle contrade condizioni di lavoro peggiori di quelle che c'erano da noi alla fine dell'800 e si oppongono ad ogni tentativo di miglioramento.

3) "È probabile che si verifichino altre tragedie poiché questi audit non sono né trasparenti, né vincolanti, né indipendenti", afferma Fanny Gallois, project manager di Peuples solidaires per il collettivo “Etica sull'etichetta”.
Questo all'indomani della tragedia del novembre 2012. E infatti nell'aprile del 2013 se ne è verificata un'altra che ha fatto un numero di vittime 10 volte superiore: il crollo del Rana Plaza, che ha mietuto 1138 vittime e fatto più di 2000 feriti. Qui un articolo sul tema (in francese) e di seguito la traduzione della prima parte.

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https://www.publiceye.ch/fr/thematiques ... rana-plaza

Bangladesh: il crollo del Rana Plaza

Il 24 aprile 2013, un edificio di nove piani che ospitava cinque laboratori di abbigliamento è crollato a Savar vicino a Dacca, la capitale del Bangladesh. 1.138 persone hanno perso la vita e più di 2.000 altre sono rimaste ferite nella tragedia, la più mortale mai avvenuta nell'industria tessile. Questa tragedia è sintomatica delle spaventose condizioni di lavoro e di sicurezza nell'industria dell'abbigliamento e delle calzature in tutto il mondo.

Secondo il ministro degli interni del Bangladesh, tre degli otto piani del Rana Plaza erano stati costruiti illegalmente; il nono era in costruzione. L'edificio ospitava banche e negozi, oltre a cinque laboratori di abbigliamento tessile che producevano per i principali marchi internazionali. Sebbene i lavoratori avessero segnalato prima del crollo che stavano apparendo crepe nei muri, la direzione ha ordinato loro di continuare a lavorare nell'edificio. Quando l'edificio è finalmente crollato il 24 aprile 2013, era troppo tardi per salvare molti di loro.

Chi faceva produrre al Rana Plaza?

Dodici aziende, tra cui Benetton, El Corte Ingles, KiK e Mango, hanno confermato che stavano producendo al Rana Plaza al momento del crollo. Tuttavia, attivisti locali hanno trovato nei detriti etichette, vestiti e moduli d'ordine di altri marchi che negano di aver avuto rapporti d'affari con i laboratori del Rana Plaza o che pretendono di avervi messo termine. Ad oggi, 32 marchi sono stati collegati ai laboratori di confezione del Rana Plaza:

Adler Modemärkte (Germania), Ascena Retail (Stati Uniti), Auchan (Francia), Benetton (Italia), Bonmarché (Regno Unito), C&A (Belgio), Camaïeu (Francia), Carrefour (Francia), Cato Fashions (Stati Uniti), El Corte Ingles (Spagna), Grabalok (Store 21, Stati Uniti), Gueldenpfennig (Germania), Iconix (Lee Cooper, Stati Uniti), Inditex (Zara, Spagna), JC Penney (Stati Uniti), Kanz (Kids Fashion Group, Germania), Kik (Germania), L.C. Waikiki (Turchia), Loblaws (Canada), LPP (Polonia), Mango (Spagna), Manifattura Corona (Italia), Mascot (Danimarca), Matalan (Regno Unito), NKD (Germania), Premier Clothing (Regno Unito), Primark (Regno Unito/Irlanda), PWT (Texman, Danimarca), The Children’s Place (Stati Uniti), Walmart (Stati Uniti) et YesZee (Italia).
.......................

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E sì, fra i nostri eroi c'era pure Benetton, sì quello di "United Color of Benetton", quello del ponte Morandi...
:clap: :clap: :clap:


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Maìno della Spinetta
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

Mi permetto di postare questo avviso della nostra Pubblica Amministrazione - il garante dei diritti si fa sfruttatore:

https://www.politichegiovanili.gov.it/c ... ario-2021/

Primo, le politiche GIOVANILI arrivano a 28 anni.
Secondo, vengono proposti la bellezza di 450 euro per fare il factotum.

Lo sfruttamento teorizzato.

Nel 2000erotti quando facevo il factotum presso un cattivo privato per pagarmi gli studi, ho fatto di tutto e quella cifra la guadagnavo a settimana, e se mi chiedevano un impegno fisico mi davano lo straordinario. Quasi 20 anni fa.

NB notate l'ironia di un bando-sfruttamento che cita gli SD Goals....


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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

Messaggio da leggere da nino58 »

Maìno della Spinetta ha scritto: venerdì 21 gennaio 2022, 15:14 Mi permetto di postare questo avviso della nostra Pubblica Amministrazione - il garante dei diritti si fa sfruttatore:

https://www.politichegiovanili.gov.it/c ... ario-2021/

Primo, le politiche GIOVANILI arrivano a 28 anni.
Secondo, vengono proposti la bellezza di 450 euro per fare il factotum.

Lo sfruttamento teorizzato.

Nel 2000erotti quando facevo il factotum presso un cattivo privato per pagarmi gli studi, ho fatto di tutto e quella cifra la guadagnavo a settimana, e se mi chiedevano un impegno fisico mi davano lo straordinario. Quasi 20 anni fa.

NB notate l'ironia di un bando-sfruttamento che cita gli SD Goals....
È come il soldo della naja.
Solo che là ti davano da mangiare e da dormire.
O anche qui ? :uhm:


Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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matteo.conz
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

Messaggio da leggere da matteo.conz »

Chiedo un consiglio dato che sono fuori dal giro dei markettari. Avevo cominciato a fare la local guide per maps quando lavoravo nel settore...poi pian piano ho continuato a scrivere recensioni sempre più lette così oggi sono arrivato al livello 5. Ufficialmente non vieni pagato ma son sicuro che ci sia un mercato grigio...ormai non mi frega più nulla, questo è il sistema e non lo combatto più quindi se ci posso alzare qualche soldo lo faccio.
Esperienze?


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nemecsek.
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

Messaggio da leggere da nemecsek. »

matteo.conz ha scritto: mercoledì 20 aprile 2022, 17:41 Chiedo un consiglio dato che sono fuori dal giro dei markettari. Avevo cominciato a fare la local guide per maps quando lavoravo nel settore...poi pian piano ho continuato a scrivere recensioni sempre più lette così oggi sono arrivato al livello 5. Ufficialmente non vieni pagato ma son sicuro che ci sia un mercato grigio...ormai non mi frega più nulla, questo è il sistema e non lo combatto più quindi se ci posso alzare qualche soldo lo faccio.
Esperienze?
Mi interrogherei sul valore aggiunto.
Ho lavorato per chi faceva disegnetti sul computer, toglievo i cucchiaini che buttavano negli scarichi e lubrificavo le serrature rumorose dei loro uffici.


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matteo.conz
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Re: Storie di sfruttamento e di sfruttati

Messaggio da leggere da matteo.conz »

nemecsek. ha scritto: mercoledì 20 aprile 2022, 23:42
matteo.conz ha scritto: mercoledì 20 aprile 2022, 17:41 Chiedo un consiglio dato che sono fuori dal giro dei markettari. Avevo cominciato a fare la local guide per maps quando lavoravo nel settore...poi pian piano ho continuato a scrivere recensioni sempre più lette così oggi sono arrivato al livello 5. Ufficialmente non vieni pagato ma son sicuro che ci sia un mercato grigio...ormai non mi frega più nulla, questo è il sistema e non lo combatto più quindi se ci posso alzare qualche soldo lo faccio.
Esperienze?
Mi interrogherei sul valore aggiunto.
Ho lavorato per chi faceva disegnetti sul computer, toglievo i cucchiaini che buttavano negli scarichi e lubrificavo le serrature rumorose dei loro uffici.
Non l'ho capita, magari domani che ora sono stanco...intendo che di fatto ho lavorato per Google aggratis e ora che ho i badge vorrei monetizzare qualcosa dato che in un paio d'anni con questa inflazione reale e non quella ufficiale, il mio conto si prosciuga.


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