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Maledetta insonnia. Trovare Morfeo è come trovare un ago in un pagliaio...needle in a Hay


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Svalorizzando gli altri non ti rendi superiore.
C'è sempre una soluzione semplice ad un problema complesso. Ed è quella sbagliata. A. Einstein
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Live da paura!


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matteo.conz ha scritto: martedì 30 novembre 2021, 1:04 Maledetta insonnia. Trovare Morfeo è come trovare un ago in un pagliaio...needle in a Hay
Grande canzone. Pare che a elliott smith non piacesse come era stata usata da wes anderson nei royal tenenbaums, ho sempre trovato meravigliosa quella sequenza.


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dietzen ha scritto: giovedì 2 dicembre 2021, 10:21
matteo.conz ha scritto: martedì 30 novembre 2021, 1:04 Maledetta insonnia. Trovare Morfeo è come trovare un ago in un pagliaio...needle in a Hay
Grande canzone. Pare che a elliott smith non piacesse come era stata usata da wes anderson nei royal tenenbaums, ho sempre trovato meravigliosa quella sequenza.
verissimo, quella sequenza è super soprattutto per come è stato costruito il personaggio. Quell'attore poteva esser un grande, gli occhi vuoti prima del suicidio, il I'm going ti kill my self tomorrow..invece poi ha fatto parti mediocri.
Elliot era tossico, depresso, ecc quindi ci sta che magari abbia detto che non gli piaceva poi vai a vedere.
Per chi non l'avesse vista:


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Re: Musica!

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It's coming on Christmas...

River live at a Radio Broadcast (a Joni Mitchel cover, from Album Christmas Overload) =




It's coming on Christmas
They're cutting down trees
They're putting up reindeer
And singing songs of joy and peace
Oh, I wish I had a river I could skate away on
But it don't snow here
It stays pretty green
I'm gonna make a lot of money
Then I'm gonna quit this crazy scene
I wish I had a river I could skate away on
I wish I had a river so long
I would teach my feet to fly
Oh, I wish I had a river I could skate away on
I made my baby cry


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Re: Musica!

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Che chitarrista, che band della madonna e che sound inimitabile


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Re: Musica!

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IMHO la cosa più bella e commovente del 2021


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Re: Musica!

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Una mia nuova passione ( c'è del buono anche oggi alla fine...)


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Re: Musica!

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Ho letto che un tal Baltimora ha vinto quel programma a nome XFactor dove giudici autodefinitisi grandi musicisti piangono lacrime di commozione nel sentire canzonette.
Non scherziamo.
Di Baltimora ce n'è solo uno


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Re: Musica!

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Glastonbury 2003. Radiosa e solare!

Someone's Daughter live at Glastonbury 2003 (from album Trailer Park) =



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Re: Musica!

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IRREALE...


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Cthulhu ha scritto: lunedì 13 dicembre 2021, 20:00 IRREALE...
Bravo! Ma anche qui a Feltre abbiamo un fuoriclasse: ai tempi quando usci un disco degli Slipknot (Jordyson) andai da 'sto Gabri Coldelpin (al tempo amiconi, lo supportavo sempre ma poi abbiam scazzato) ad ascoltarlo insieme e neanche finita la traccia si mise a suonarla al volo come niente fosse. Ora suona con questo gruppo di Feltre ma fanno poco ormai.
Questa ad esempio per me è super, se fossero inglesi, americani, scandinavi o tedeschi avrebbero sfondato almeno in questo genere.


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Re: Musica!

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matteo.conz ha scritto: lunedì 13 dicembre 2021, 21:27
Cthulhu ha scritto: lunedì 13 dicembre 2021, 20:00 IRREALE...
Bravo! Ma anche qui a Feltre abbiamo un fuoriclasse: ai tempi quando usci un disco degli Slipknot (Jordyson) andai da 'sto Gabri Coldelpin (al tempo amiconi, lo supportavo sempre ma poi abbiam scazzato) ad ascoltarlo insieme e neanche finita la traccia si mise a suonarla al volo come niente fosse. Ora suona con questo gruppo di Feltre ma fanno poco ormai.
Questa ad esempio per me è super, se fossero inglesi, americani, scandinavi o tedeschi avrebbero sfondato almeno in questo genere.
paragonare sto tizio con Larnell Lewis è come paragonare Fausto Papetti con Charlie Parker.


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Cthulhu ha scritto: lunedì 13 dicembre 2021, 23:20 paragonare sto tizio con Larnell Lewis è come paragonare Fausto Papetti con Charlie Parker.
Non ho fatto particolari paragoni ma allora non ho capito e riascolto: il tipo ha ascoltato enter sandman per la prima volta e l'ha suonata al primo colpo, no?


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matteo.conz ha scritto: martedì 14 dicembre 2021, 13:22
Cthulhu ha scritto: lunedì 13 dicembre 2021, 23:20 paragonare sto tizio con Larnell Lewis è come paragonare Fausto Papetti con Charlie Parker.
Non ho fatto particolari paragoni ma allora non ho capito e riascolto: il tipo ha ascoltato enter sandman per la prima volta e l'ha suonata al primo colpo, no?
È un fenomeno, cerca sul tubo.
Quell'altro mi sembra il classico ragazzetto che picchia su un tamburo. Come gli altri del gruppo del resto. Prendi 4 ragazzini digiuni di musica e in una settimana suonano così


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Re: Musica!

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Cthulhu ha scritto: martedì 14 dicembre 2021, 14:19 È un fenomeno, cerca sul tubo.
Quell'altro mi sembra il classico ragazzetto che picchia su un tamburo. Come gli altri del gruppo del resto. Prendi 4 ragazzini digiuni di musica e in una settimana suonano così
Ho cercato ed in effetti è un fenomeno non c'è dubbio ma nel video non mi pare aver fatto magie. Io suonavo il basso mentre ora raramente qualche synth, drum machine e bonghi, non ho il talento ma musica ne ho ascoltata a pacchi...tralaltro sto tessendo le lodi di uno con cui ho scazzato ma l'ho visto suonare di tutto: dalla drum'n'bass al classico rock, dal jazz allo screemo. Ora da quel che so suona cose jazzate con l'hip hop. Non è una gara, non intendevo quello ma dai un'occhiata. Poi ovvio non è Bonzo ma uno che ad esempio ascolta una traccia di qualsiasi genere e te la suona in un minuto. Ascolta qui cosa combina...magari esser un "ragazzetto" così


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Re: Musica!

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matteo.conz ha scritto: martedì 14 dicembre 2021, 15:32
Cthulhu ha scritto: martedì 14 dicembre 2021, 14:19 È un fenomeno, cerca sul tubo.
Quell'altro mi sembra il classico ragazzetto che picchia su un tamburo. Come gli altri del gruppo del resto. Prendi 4 ragazzini digiuni di musica e in una settimana suonano così
Ho cercato ed in effetti è un fenomeno non c'è dubbio ma nel video non mi pare aver fatto magie. Io suonavo il basso mentre ora raramente qualche synth, drum machine e bonghi, non ho il talento ma musica ne ho ascoltata a pacchi...tralaltro sto tessendo le lodi di uno con cui ho scazzato ma l'ho visto suonare di tutto: dalla drum'n'bass al classico rock, dal jazz allo screemo. Ora da quel che so suona cose jazzate con l'hip hop. Non è una gara, non intendevo quello ma dai un'occhiata. Poi ovvio non è Bonzo ma uno che ad esempio ascolta una traccia di qualsiasi genere e te la suona in un minuto. Ascolta qui cosa combina...magari esser un "ragazzetto" così
a me sembrano mediocrissimi - ma tanto tanto, tutti.


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Re: Musica!

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Che ricordi! La mia terza street!


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Re: Musica!

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It's time to move on, time to get going
What lies ahead, I have no way of knowing
But under my feet, baby, grass is growing
It's time to move on, it's time to get going
Broken skyline, movin' through the airport
She's an honest defector
Conscientious objector
Now her own protector
Broken skyline, which way to love land
Which way to something better
Which way to forgiveness
Which way do I go
It's time to move on, time to get going
What lies ahead, I have no way of knowing
But under my feet, baby, grass is growing
It's time to move on, it's time to get going
Sometime later, getting the words wrong
Wasting the meaning and losing the rhyme
Nauseous adrenalin
Like breakin' up a dogfight
Like a deer in the headlights
Frozen in real time
I'm losing my mind
It's time to move on, time to get going
What lies ahead, I have no way of knowing
But under my feet, baby, grass is growing
It's time to move on, it's time to get going

I was in love with a girl on marijuana
She said "If I'm not stoned, I don't wanna"
But she got so paranoid
Her place I would avoid
I was in love with a girl on marijuana

I was in love with a girl on cocaine
She had everything going but a brain
We'd talk endlessly for hours
But by morning it’d go sour
I was in love with a girl on cocaine

Through ecstasy, crystal meth and glue
I found no drug that compares to you
All these pills, all this weed
I don’t know just what I need

I was in love with a girl on LSD
She'd see things I'd never see
She broadened her perspective
Then I got more selective
I was in love with a girl on LSD

Through ecstasy, crystal meth and glue
I found no drug that compares to you
All these pills, all this weed
I don’t know just what I need
I was in love with a girl who drank beer
‘Til bad breath and all she disappeared
She was blowing up real bad
But when she left I was still sad
I was in love with a girl who drank beer

I was in love with a girl on China white
We were married for a year one night
Her memory still lingers
‘Cause I burned all my fingers
I was in love with a girl on China white

I was in love with a girl who drank coffee
There were times when I couldn't keep her off me
That caffeine got her going
But her ugly side was showing
I was in love with a girl who drank coffee

I was in love with a girl who was a dealer
I was afraid somebody would come and steal her
We never used to fight
But the phone rang day and night
I was in love with a girl who was a dealer

Sure as hell
She got popped by the big guys



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Re: Musica!

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Pass in Time, in memoria di sua madre
...
My mother told me just before she died
My mother told me just before she died,
'oh darling, darling, don't you be like me.
You will fall in love with the very first man you meet.'
But mama, mama, some will never know;
The love that you have is still holding my soul.
So come on now, come on now, child.
You're here just a little while.
Come on now, come on now, child.
You're here just a while.
You're here just a while
Here just a while
...

Pass In Time live at Troubadour / Los Angeles 13.06.2013 (from Album Central Reservation) =



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Cthulhu ha scritto: lunedì 6 dicembre 2021, 18:59 IMHO la cosa più bella e commovente del 2021
Stupendo!


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Mi son ascoltato il nuovo dei Dinosaur Jr. e garden è la mia preferita


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..::Lyrics::..
Oh, do it now, oh, do it now
Yeah, we celebrate diversity in the university
Everybody can't be a queen, everybody can't be a ho and a bitch (Ha ha)
Everybody can't b e a philosopher
Some of y'all gotta load up the clip
Word up, watch this
It goes 1, 2, 3 we the best
Knowledge Reigns Supreme, as you can see, or KRS
You don't wanna test the team, why get a vest
You don't wanna be cursed in a verse, by the blessed
KRS with the sound for the eat and the west
Follow no, follow no, follow no, follow no beast on a quest
Somebody gotta be fresh
Somebody gotta be wack
Somebody gotta be the Mc
Somebody gotta do the rap
Somebody gotta be smart
Somebody gotta do that
Somebody gotta do art
Somebody gotta be black
Somebody gotta have heart
Somebody gotta be white
Somebody gotta do their part
Somebody gotta be bright
Somebody gotta be up
somebody gotta be down
Somebody gotta be the teacher
Somebody gotta be the clown
Somebody gotta be lost
Somebody gotta be found
Somebody gotta be in the economy making the money go round
Somebody gotta be the president
Somebody gotta get down
Somebody gotta be hesitant
Somebody gotta be relevant
Somebody gotta be celibate
Somebody gotta be having their sex in a lex for the hell of it
Somebody gotta be intelligent
Somebody gotta be illiterate
Somebody gotta go all the way
Somebody gotta go a little bit
Somebody got to be an idiot
Somebody gotta be belligerent
Somebody gotta be hip hop
Cause somebody else is living it
Somebody gotta be spitting it
Somebody gotta be ignorant
Somebody gotta be holy
But somebody gotta have sin in it
Somebody gotta be losing it
Somebody gotta be winning it
Somebody gotta be flippin' the style I'm kicking just a little bit
Somebody gotta be into it
Somebody gotta be out of it
Somebody gotta be up for it
Somebody gotta be doubtin' it
Somebody gotta be running it
Somebody gotta be all that
Somebody don't even known that
Somebody gotta come right here
Somebody else gotta go back
Somebody gotta be scheming
Somebody gotta be a witness
Somebody gotta be seeing in the meaning is different
Somebody else gotta be somebody, for some else to be somebody
Somebody else to run into to wealth, to try to create one body
One aim, one GOD, one destiny
I'm not non-violent, you can back up off of me
I sip my tea, and cock back three
One for Tiny Tim, Mr.Walt, and Evil Dee
I hope you all see, the need for unity
I'll never stop speaking about Marcus Garvey
Kwame Ture or Malcolm X all day
Black leadership today is all play
Y'all play, y'all immature black behavior
IS worse than being a trader
Do on to others, as you would have done do to your neighbor
Big up to my philosophy majors
Free Mumia Abu-Jamal from the cages
We writes the pages and teach all ages
Justice, tell me what we want now
Justice, for Mumia Abu-Jamal
Or justice for Amado Dialo
Justice, there is no peace without (*Justice*)
All dem mercy, now watch this
I sing, 1,2,3 we the best
Knowledge Reigns Supreme, as you can see, or KRS
You don't wanna test the team, why get a vest
You don't wanna be cursed in a verse, by the blessed
KRS with the new sound for the eat and the west
Follow no, follow no, follow no, follow no beast on a quest
Follow no, follow no, follow no, follow no beast on a quest
Follow no, follow no, follow no, follow no beast on a quest
Follow no, follow no, follow no, follow no, follow no, follow no, follow no
follow no...
Follow no beast, on a quest
Do you hear me?
Follow no beast, on a quest
Word
Hip Hop ya don't stop
Tiny Tim ya don't stop
KRS ya don't stop
Get by us



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Re: Musica!

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Ecco qualcun altro che ha (ri-) scoperto Beth Orton con una ventina d'anni di ritardo! E ne è rimasto fulminato.
Mi sono imbattuto in questa recensione del 2016 di Ondarock, fanzine del mondo della musica, scritta da Giuliano Delli Paoli, che classifica l'Album di Beth "Trailer Park", del 1996, tra i capolavori "pietre miliari" della storia musicale!!
Sfido chiunque, dopo averla letta, a non avere voglia di sentire l'album per l'intero!

Copio-incollo l'articolo, e il link in cui è presente la Track-list, con collegamento per ascoltarne gli estratti dei brani =

https://www.ondarock.it/pietremiliari/b ... erpark.htm

di Giuliano Delli Paoli
"Ci sono opere che fanno storia a sé, e che puntano dritto verso sentieri spesso inesplorati. Sono dischi per certi versi coraggiosi, talvolta ambiziosi, dotati di una singolarità sfuggente, a suo modo penetrante, ma soprattutto capaci in qualche misura di tracciare nuovi percorsi, quasi a fungere da collante unico tra un genere e l'altro. È il caso di "Trailer Park", secondo album della cantautrice folk inglese Beth Orton, uscito nel lontanissimo 1996 e ancora oggi annoverabile tra i più fulgidi esempi di quanto accennato poc'anzi.

Nel cuore dei Novanta, generi come trip-hop, Idm e folktronica segnavano il passaggio di consegne tra il passato e il presente. Il rock si vestiva improvvisamente di partiture downtempo, con i vari beat smorzati a ubriacarne il ritmo, mettendo dunque da parte la propria grezza esplosività, camuffandosi a getto continuo con l'elettronica da intrattenimento più fascinosa, contraendosi ed espandendosi di volta in volta e a seconda dell'occasione.
In tutto questo spiazzante fiorire di nuove produzioni e insolite commistioni, l'estro compositivo e la voce calda, morbida e concisa di Beth Orton finirono per collocarsi a metà strada tra tradizione e innovazione, fondendo l'ossatura folk britannica dei mirabolanti anni Settanta con inserti di stampo elettronico di pregevole fattura, sorprendenti sia per l'ineccepibile calibratura, sia per compostezza ed eleganza.

Dopo aver esordito nel 1991 nel duo Spill in compagnia del fidato amico di una vita, il buon William Orbit (Madonna, Blur), dando vita al primo (e unico) Lp, "Don't Wanna Know 'Bout Evil", la dolce ragazza giunta da Norwich nel cuore di Londra per assaporare e cogliere al meglio l'andazzo dei tempi inizia la carriera solista giusto un anno dopo, nel 1992, pubblicando "SuperPinkyMandy", opera acerba ma con diversi guizzi elettropop, parimenti fondamentale per delineare al meglio quello che sarà il tratto distintivo del proprio sound. Fin da subito, la Orton si distingue dal resto della ciurma di cantautrici più o meno alternative, per il flusso di trovate elettroniche adoperate, atte a collidere di continuo con l’impianto acustico di base, disorientando così l’ascoltatore mediante un climax particolarissimo e per certi versi unico nel suo genere, denso di contrasti e improbabili fusioni incastonate puntualmente alla perfezione.

Ed è proprio con "Trailer Park" che l'intuizione di accorpare una vocazione folcloristica alla Sandy Denny (per intenderci) con intarsi ritmici di matrice squisitamente elettronica assume un significato ben preciso, in un equilibrio perfetto di sovrapposizioni stilistiche immacolate e mai invadenti. A produrla in diverse tracce sono l'amico Ted Barnes dei Clayhill e il divino Andrew Weatherall, genio ai controlli tra i più influenti in quel periodo, vedi album del calibro di "Screamadelica".
Dopo essersi messa in mostra l'anno prima, prestando la propria voce ai fratelli chimici in "Alive Alone", ultima traccia dell'eccellente "Exit Planet Dust", la dolce Beth trova finalmente la quadratura del cerchio in queste undici vibranti composizioni, supportata in fase di stesura dei vari brani dal già citato Barnes e da Ali Friend, così come in studio di registrazione da musicisti di primissimo ordine, come il tastierista Lee Spencer e l'organista David Boulter.

Il violoncello magnetico e surreale di Oliver Kraus e il violino di Beki Doe introducono la magnifica "She Cries Your Name", traccia d'apertura dell'album. Il brano, tra l'altro, è già contenuto sia nel disco esordio (ma con ben altra impostazione), sia nel quinto disco di William Orbit, "Strange Cargo Hinterland", uscito diversi mesi prima. Tuttavia, è l'estatica "trasfigurazione" in "Trailer Park" a riscuotere maggiore successo. E non è affatto solo un caso. Acustica ed elettronica passeggiano meravigliosamente all'unisono, coadiuvate dall'ugola affilata, suadente e mai fuori posto della cantautrice inglese. L'andatura bristoliana della successiva "Tangent" sposa a sua volta soluzioni alla Red Snapper - memorabile trio breakbeat in cui figura Ali Friend - mentre la Orton insegue traiettorie vocali e umori degni della miglior Gibbons.

Ma "Trailer Park”, oltre a sapersi vestire di elettronica, è innanzitutto un disco pregno di melodie formidabili e ballate folk dal sapore antico, come la sublime "Don't Need a Reason", sospesa tra malinconici archi e mesti arpeggi. Stesso dicasi del crescendo acustico di "Whenever", a metà strada tra Richard and Linda Thompson e i Fairport Convention. La carica briosa e vagamente spensierata di "Live As You Dream" rimanda al contempo alla Sheryl Crow meglio ispirata di "Tuesday Night Music Club", così come il mood placido e sognante di "Sugar Boy", con la preziosa corista Tasha Lee McCluney da supporto nel ritornello, sorretto da un arrangiamento lievemente jazzy, sarà l'esempio da seguire per tutte le future Norah Jones.
Il missaggio di Weatherall in "Touch Me With Your Love" fornisce linfa vitale ai ricami electro-jazz che alimentano la trama, attraverso un'estasi di microbattiti che si intersecano sullo sfondo con precisione e accuratezza, da contraltare al cantato soave della Orton. Mentre il piglio pop scanzonato di "How Far" aggiunge quel pizzico di evasione sbarazzina e candida leggerezza che non guasta mai.

"I Wish I Never Saw the Sunshine" è invece la cover folk vagamente dimessa che proprio non t'aspetti della celebre ed epocale hit delle Ronettes scritta dal grandissimo Phil Spector, a conferma di una proprietà dei propri mezzi decisamente fuori dalla norma e di un'intraprendenza artistica a dir poco notevole. Il violoncello e lo sfrigolio elettronico di "Galaxy of Emptiness" sorreggono la Orton nell'ultimo amplesso elettroacustico del lotto, ponendo il sigillo a un capolavoro unico nel suo genere. Un album che farà scuola e da apripista alle tantissime ancelle folk dei Duemila dalle velleità voltaiche, fino ai giorni nostri, a cui seguirà due anni dopo l'altrettanto meraviglioso "Central Reservation"."
(14/02/2016)

Tracklist
She Cries Your Name
Tangent
Don't Need a Reason
Live as You Dream
Sugar Boy
Touch Me With Your Love
Whenever
How Far
Someone's Daughter
I Wish I Never Saw the Sunshine
Galaxy of Emptiness

Questa è Dont' need a reason =



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matteo.conz
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Re: Musica!

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Mitico Gruffetti, l'ha tocca davvero piano :D



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matteo.conz
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Re: Musica!

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Notare l'omaggio a Taxke a walk on the wild side di Lou Reed nella base: finezza! Ascoltatela che quasi sicuramente trovate citazioni a qualche jazz man.


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Road Runner
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Re: Musica!

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Eccone un altro !!! Un altro che ha (ri-)scoperto Beth Orton a 20 anni di distanza!!!
Paolo Vites, massimo critico musicale, spara una mega-recensione di Central Reservation definendolo "uno dei capolavori della storia della musica" e "uno dei dischi più importanti della Storia" !!!
Dunque, io ho riscoperto Beth Orton 20 anni dopo, Delli Paoli di OndaRock idem, Paolo Vites idem. Tre indizi fanno una prova: la "mia" Beth è avanti 20 anni!!!

Copio-incollo l'intervista-recensione che spiega diverse cose anche della sua vita, e in calce metto il link dell'articolo.
Mitico Vites che giustamente coglie il segno e la definisce "l'anti star delle anti star" !!! Questa è l'essenza di Beth.

Una recensione così entusiastica non l'avevo mai letta neanche per il miglior disco di Bob Dylan o di Springsteen!!!

da "Il Sussidiario 09.03.2019" di Paolo Vites:

Venti anni fa usciva Central Reservation, il più bel disco di Beth Orton e uno dei capolavori della storia della musica
“Ma eri consapevole di star registrando uno dei dischi più importanti della storia?”. “No, ero fuori di testa e incasinata come al solito”. Solo Beth Orton, un’artista che quando le chiesi perché era venuta a Verona a presentare un suo nuovo disco invece delle usuali città della musica come Milano e Roma dove vanno tutti gli artisti, rispose “Perché è forttutamente meravigliosa” può rispondere in questo modo. Anti star delle anti star, apparentemente ingenua e timorosa, nel momento del passaggio tra secondo e terzo millennio, quando tutti erano coinvolti in quella grande ansia, della fine del mondo o quantomeno del grande caos di Internet che poi non ci fu (neanche la fine del mondo) si impose come la più significativa cantautrice del momento. Non solo: Beth Orton è una delle più significative cantautrici di ogni tempo.

Era il 9 marzo 1999 quando usciva il suo secondo album solista, dopo qualche interessante collaborazione con i Chemical Brothers, “Central Reservation”. Se il precedente, bellissimo anch’esso, “Trailer Park” di due anni prima aveva fatto notare ai pochi attenti, l’esordio di una cantautrice dalle grandi doti, “Central Reservation” era l’esplosione di quel talento. Per lei fu coniato il termine “folktronica”, la solita etichetta che i giornalisti danno quando non sanno in che casella inserire i personaggi talentuosi, capaci appunto di superare ogni classificazione. Voleva dire unione di musica folk ed elettronica, quel disco conteneva 11 pezzi di trascendenza emotiva e profondità dell’animo come non si sentivano dai tempi di “Blue” di Joni Mitchell.

Prodotto in parte dal geniale Ben Watt, ex Everything but the Girl con la partecipazione fra gli altri di Ben Harper, Dr. John e Terry Callier, “Central Reservation” spalancava un mondo sonico nuovo ed emozionante, con una intensità vocale e lirica che per una rara volta non faceva sentire l’ascoltatore uno stupido perché non era capace di soffrire come l’artista. Quella superiorità che era distanza, complessi di inferiorità, ad esempio di personaggi come Leonard Cohen e Bob Dylan, troppo in alto sulla “torre della canzone” per essere a contatto con noi comuni mortali che possiamo solo stare lì sotto ad ammirarli.


Beth Orton era (ed è) una di noi. Ragazza difficile, dal temperamento incasinato, figlia dei dance floor londinesi degli anni 90, in cerca di quel qualcosa di più che rende la vita degna di essere vissuta, Beth Orton in questo disco si mette semplicemente a nudo, crea melodie meravigliose e coinvolgenti, spezza il cuore con quel suo cantato timido e forte allo stesso tempo. Attinge dalla tipica canzone d’autore di matrice folk e la impreziosisce con spruzzi di elettronica mai eccessiva. E’ davvero la musica di fine millennio, un ponte di bellezza che conduce da un’epoca storica a un’altra e calma quell’ansia che prendeva tutti rimandando l’ascoltatore a quello che conta davvero.


Brani come Stolen car, Sweetest decline, Pass in time, la title track, Stars all seem to weep, pongono in primo piano la fragilità di una piccola donna che chiede solo di essere amata e che da quel dolore trova la forza di continuare a guardare oltre senza cadere nella tristezza fine a se stessa ma con quel senso di malinconia che appartiene a tutti, la nostalgia per un Io che la vita moderna ha sommerso nell’apatia. E se Devil song, registrata solo voce e chitarra, quasi un demo, spacca in due il cuore dell’ascoltatore, le intricate infiltrazioni elettroniche di Central Reservation portano a viaggiare in spazi cosmici di rarefatta bellezza.

La cosa forse più sorprendente è che “Central Reservation” non è invecchiato di un giorno, come tutti i grandi dischi della storia, ed è ancora un album stupendo e privo di riempitivi, il miglior set di canzoni che Orton abbia mai scritto: canzoni popolari con un cuore rock e una inclinazione confessionale che non ha mai superato il limite.

“Central Reservation” funziona grazie alla messa a fuoco e all’impegno della cantante per ogni canzone, non esiste una singola performance vocale che non si senta sia autentica al 100%. Il pezzo di apertura, Stolen Car, brucia di energia nervosa, con la chitarra selvaggia di Ben Harper, evidenziando versi come “Sei entrato in casa mia l’altra notte/ Non ho potuto fare a meno di notare/ Una luce che era spenta da tempo che brillava intensa/ Eri seduto, le tue dita come fusi /I tuoi occhi erano cannella”. Dettagli semplici, nitidi e precisi che regolano la scena ma non ti dicono mai direttamente cosa provare. Sono momenti come questo che rendono la cantante un narratore efficace, attirandoti nella natura del momento invece di raccontarti la morale della storia.

C’è poi una gemma assoluta, il duetto con la leggenda del folk americano Terry Callier, in Pass in Time, canzone che tocca il tema doloroso della morte della madre e della possibilità col tempo di accogliere questo dolore. Su Instagram, Beth Orton ha raccontato quel momento: “Incontrare Terry e poi fare musica e cantare con lui è stato quando ho iniziato a credere veramente nella magia. Vidi Terry suonare al Jazz Café intorno al ’97, un regalo a sorpresa di un mio amico per me… A quel tempo non pensavo che i miei idoli esistessero effettivamente al di là della loro musica. Rimasi estasiata per tutto il concerto, un sorriso così ampio e il mio cuore pronto a scoppiare. Poi abbiamo incontrato Terry dopo lo spettacolo. Il suo manager mi suggerì di cantargli una canzone. Cantai Pass in Time con la sua chitarra e lui si mise ad accompagnarmi e il passo successivo fu che ci trovammo in studio a registrarla. Continuavo a darmi dei pizzicotti per rendermi conto che tutto questo stava davvero accadendo… La prima volta che ci siamo esibiti dal vivo ho improvvisamente capito cosa stavamo per fare e mi sono bloccata in piedi davanti al pubblico. Ho sussurrato a Terry “come possiamo farcela?” tanto ero terrorizzata. Lui sorrise e sussurrò “Tu suona e canta come me e io cercherò di suonare e cantare come te” e poi mi prese la mano e uscimmo fuori. Fu il momento più bello della mia vita”.

“Central Reservation” si erge ancora oggi come un trionfale, potente lavoro di una cantautrice al suo meglio. A 20 anni dalla sua uscita, non è invecchiato di un solo giorno. Beth Orton, pur con altri grandi dischi incisi in seguito, non è mai stata in grado di migliorarsi se non con queste 11 canzoni definitive, ognuna scritta con perizia, eseguita diligentemente, e magistralmente messe in sequenza. Potrebbe non uscire mai dalla sua bolla cult, che il successo di massa inspiegabilmente non lo ha mai ottenuto, ma finché esiste “Central Reservation”, quel gruppo di appassionati non smetterà mai di crescere: “Tante cose restano sconosciute sin quando viene il loro tempo. Potevi immaginarti che saresti stato così forte e poi che saresti stato a guardare le tue paure che diventano il tuo conforto? Il tuo mare di dubbi che diventa l’unica certezza? Anche se le lacrime non vengono per pianger via il dolore, le lacrime ti aiuteranno a capire veramente di cos’hai bisogno”.


ecco il link al sito :

https://www.ilsussidiario.net/news/musi ... o/1856814/

ed ecco la Title Track : Central Reservation live in november 1999 =


Uganda
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Re: Musica!

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Salve, nel rinnovare gli auguri di buon anno nuovo che ormai e ben avviato verso la fase iniziale il mio auspiccio per questo nuovo bell anno e che venghi organizzato un bel concerto di beneficienza quando si puo riunire tante persone nella piena sicurezza e visto che non sono un virologo ma ormai sono un grande esperto di pandamie la collocazione ideale e in estate quando il virus e meno efficace e speriamo che questo concerto abbi tanti cantanti come il grande albano o orietta berta oppure anche altri giovani come enrico ruggero e giorgio d'alassio e il grande rossi o grandi gruppi musicali nella persona dei cugini di campagna, e anche internazionali come gli austriaci ab cd e che possi essere una bella serata di intrattenimento anche nel ricordo dei grandi personaggi che ci hanno lasciato come l'immensa raffaella carrà e che il ricavato venghi devoluto ai tanti bisognosi che hanno bisogno di soldi nel mondo. :cincin:


Gimbatbu
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Re: Musica!

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Chiamerei anche il grande Paglioni e quelli nuovi i Man e Skin.


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Road Runner
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Re: Musica!

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Altra mega-recensione per l'Album Daybreaker, successivo a Central Reservation, con lunga intervista a Beth Orton, scritta
da Paolo Vites per la testata Jam Tv il 27.03.2007 . Curiosamente l'Album è uscito nel 2002
e anche questa volta l'articolo è "a scoppio ritardato" !!

Questo è il link :

https://jamtv.it/content/beth-orton#.YdW8llTMLcs

E questo è l'articolo copiato:

Paolo Vites
27 marzo 2007

Citando Gram Parsons, Beth Orton è "un angelo mascherato". Le sue canzoni sono
tra le più belle e toccanti che si siano mai sentite, e anche se il nuovo
Daybreaker non tocca i vertici di Central Reservation (ma era una mission
impossible, onestamente) noi continuiamo ad apprezzarla. Anche a costo di andare,
con 40 gradi all'ombra, fino alla città di Giulietta e Romeo per incontrarla e
parlare con lei.

"Perché ho scelto Verona per le interviste? Perché è fucking beautiful!"
Beth Orton sarà anche l'angelo della musica d'autore, ma il suo linguaggio è più
vicino a quello di Keith Richards dei tempi migliori. Le "four letter words" le
escono di continuo di bocca, ma chi se ne frega: per incontrarla ci siamo
docilmente sottoposti a una trasferta fino alla città di Giulietta e Romeo, che
Beth ha scelto per incontrare i giornalisti di tutta Europa in occasione della
presentazione del suo nuovo disco, Daybreaker. E proprio nei giorni della
canicola più feroce, quando tutta Italia sta agonizzando sotto temperature da
deserto del Sahara. Quando esco per una mezz'oretta dall'albergo dove la
cantautrice alloggia, giusto per andare a vedere il balcone di Giulietta, torno
indietro strizzando la t-shirt inzuppata di sudore. Ma quando entro nella piccola
suite dove lei incontra, uno per volta, i giornalisti, è come se si spalancasse
una finestra sulla più fresca delle isole hawaiane: Beth è uno splendore nella
sua bellezza e nella sua dolce semplicità, due occhi meravigliosi che sprigionano
felicità a tutte le latitudini. Per una ragazza che ha perso entrambi i genitori
per una malattia che ha colpito (si spera non con lo stesso esito) anche lei,
Beth Orton è un esempio vivente di come si possa affrontare serenamente la vita
anche nelle condizioni più difficili. "Che cosa sono i rimpianti? / Sono solo
lezioni che ancora non abbiamo imparato / Come cercare di catturare la neve con
la lingua / Non si può appiccicare una farfalla con uno spillo", cantava Beth in
Sweetest Decline, ed è probabilmente questa la chiave per accettare anche il
dolore più grande e vivere in pace.

Forse è la musica che le dà tanta forza. "Sono una persona fortunata", dice
spesso. "Ho conosciuto William Orbit per caso, una sera in discoteca. Quando Dr.
John si trovava a registrare nello studio accanto al mio, è venuto spontaneamente
da me chiedendomi se mi faceva piacere se suonava il pianoforte in una delle mie
canzoni. E Ben Harper, Ryan Adams, Emmylou Harris. wow!"
Già: chi non vorrebbe passare almeno un'oretta accanto a questo angelo travestito
da cantautrice? C'è la fila per incidere con lei, come oggi c'è la fila di
giornalisti alla porta della sua camera. E quando i colleghi escono dalla sua
stanza sembra che siano usciti da un incontro con qualche guaritore spirituale,
un prete o un guru, che ha svelato loro il segreto della felicità terrena: tutti,
uomini e donne, hanno stampato sul volto un sorriso fanciullesco e sembrano
camminare su una nuvoletta.
Sebbene Daybreaker non sia affascinante quanto Central Reservation, contiene
sufficienti momenti per trovare quel senso di universalità spirituale che la
musica di Beth Orton, nei momenti migliori, è capace di regalare: "Daybreaker",
dice lei stessa, "è il sole che sorge, l'inizio di un nuovo giorno e il suono di
un disco che sta girando mentre irrompe l'alba".
Central Reservation aveva la forza di quei classici della musica come se ne
ascolta uno ogni vent'anni, e onestamente non si poteva pensare che Beth
riuscisse a replicare se stessa in egual misura così presto, ma va bene lo
stesso, perché la cantautrice inglese sta ancora "chiamando gli angeli sulla
terra" con le sue canzoni, e se questa volta c'è qualche angelo in meno,
l'importante è che quell'angelo che risponde al nome di Beth Orton stia ancora
facendo dei dischi. Continueremo a seguirla nel suo cammino, su questo non c'è
dubbio.

Dicono che le tue canzoni siano tristi. Jeff Tweedy, un altro accusato di
scrivere solo cose tristi, mi diceva che è proprio quel tipo di canzoni a
renderlo felice. E a te?
Anche! Non ho mai capito che cazzo vuol dire "essere felice", come se essere
felici volesse dire dimenticarsi della vita vera, non essere in contatto con se
stessi fino in fondo. Mi urta questa ossessione del dover dimostrarsi felici e
contenti a tutti i costi. Non esiste proprio. L'essere umano è qualcosa di così
complesso e multidimensionale, pieno di emozioni e di desideri. E io mi sento
così: piena di emozioni e cerco di comunicarle tutte. In una parola: mi piace
essere viva!
Quanto ci hai messo a registrare il nuovo disco? Ti sei trovata più a tuo agio,
in studio, questa volta?
Oh, circa otto mesi, anche se il lavoro complessivo è durato più o meno un anno.
Non sono una persona che si pone il problema di come registrare, dal punto di
vista tecnico, un disco. Per me è semplicemente: divertiti oppure interrompi.
Però devo ammettere che per i miei dischi precedenti avevo sofferto di una certa
mancanza di confidenza con il processo di registrazione, non mi fidavo del mio
istinto. Daybreaker, per me, è stato una sorta di esperimento nei confronti della
mia capacità di fidarmi di me stessa e dei miei istinti. Ho cercato di essere il
più semplice possibile, ho voluto lavorare con gli stessi musicisti che mi
accompagnano abitualmente dal vivo. Ad esempio per Thinkin' About Tomorrow è
cominciato tutto con dei riff di chitarra di Ted (Barnes, chitarrista della band
di Beth, nda) e io che improvvisavo una melodia. Ma questa è stata solo una delle
strade: da un punto di vista c'era gran libertà, da un altro avevo il controllo
totale.

Quando uscì Central Reservation in tutto il mondo ci fu una gara a scrivere che
questo era uno dei più bei dischi mai pubblicati in anni e anni, cosa che ho
fatto anch'io. Come convivi con queste aspettative? Troppa pressione?
Ti dico la verità: non leggo mai le recensioni dei miei dischi. Ma. wow. è la
prima volta che sento dire questo dei miei dischi e sono davvero. lusingata. Ma
certo, in questo lavoro c'è un sacco di pressione, sento le aspettative che ci
possono essere per il mio prossimo disco. Sarà meglio del precedente? Sarà
peggio? Io scrivo canzoni comunque, e quando è il momento di pubblicare un disco
cerco di mettere insieme quello che ho di pronto, senza cercare di essere vittima
della pressione.
Ti capita mai di riascoltare Central Reservation o Trailer Park, i tuoi vecchi
dischi?
No, non ascolto mai quello che ho inciso. Daybreaker è già un disco vecchio per
me e ancora non è stato pubblicato. Magari quando sarò vecchia mi metterò lì a
risentire tutti i miei album. Ma adesso mi sto già muovendo verso qualcosa
d'altro.
In passato hai lavorato con Ben Harper e Dr. John, adesso con Ryan Adams, Johnny
Marr e Emmylou Harris. Come nascono collaborazioni così prestigiose?
Per Daybreaker non volevo nessun tipo di ospite. Volevo solo la mia band. Ci
tenevo a una situazione familiare. Ma sai, una cosa porta a un'altra. Con Ryan
Adams è successo che mi ero innamorata pazzamente del suo Heart-breaker, un disco
che mi ha commosso e ispirato tantissimo.
Conoscevi il suo vecchio gruppo, i Whiskeytown?
Sì, ma non sapevo che Ryan Adams era nei Whiskeytown! Ecco qua che bell'ignorante
che sono.
Come vi siete conosciuti, allora?
Heartbreaker mi era piaciuto così tanto che ho fatto qualcosa che non avevo mai
fatto prima e che odio fare: il mio management si è messo in contatto con il suo.
Ad esempio: con Ben Harper avevamo fatto insieme qualche data e così decidemmo di
incidere qualcosa insieme. Oppure Emmylou Harris: la conobbi a Nashville, durante
il Lilith Fair Tour a cui prendevo parte. Venne a presentarsi spontaneamente, fu
davvero carina, così le regalai un braccialetto pensando che non ci saremmo mai
più incontrate. Poi, quattro anni dopo, l'ho incontrata a un concerto: lei aveva
ancora il mio braccialetto! Non potevo crederci. Allora le feci sentire God Song,
perché sapevo che lei aveva apprezzato Sugar Boy, una canzone del mio primo
disco, e pensavo potesse apprezzare anche questa. Mentre lei si esibiva, quella
sera, continuavo a chiedermi: "Cazzo, avrò il coraggio di chiederle di inciderla
con me? Mi dirà di sì? Oh, non ce la farò mai a chiederglielo.". Ero troppo
intimorita, così le scrissi una lettera e la diedi a John Prine che era lì anche
lui quella sera, chiedendole se voleva duettare con me. Qualche tempo dopo mi
chiamò, dicendomi che era disposta a incidere con me. Fantastico, amo Emmylou!
Torniamo a Ryan Adams. La sua canzone che hai inciso è stata scritta apposta per
te o cosa?
Ryan, ok. Venne in studio, eravamo d'accordo che avrebbe duettato con me e basta,
in un pezzo (Concrete Sky, nda). Ma poi una mattina alle sette, stavo andando a
dormire, arriva e mi fa: "Ehi, ehi, ho una canzone per te, devi cantarla, devi
registrarla!". La ascoltai e urlai: "Cazzo! È bellissima, certo che la registro!"
(si tratta di This One's Gonna Bruise, nda). La provammo un paio di volte, andai
in studio e la registrai in una sola take.
Ho sentito la cover di Brown Sugar che tu e Ryan avete fatto per la rivista
Uncut. Devo dire che è alquanto. scioccante. Di chi è stata l'idea di
quell'arrangiamento così particolare?
È stata una sua idea, naturalmente! E chi altri poteva fare Brown Sugar in quel
modo? Si è messo al pianoforte, continuava a dire: "Wow, è una figata, canta
canta" e io dicevo: "Non posso cantare questa roba qui!". E lui: "Certo che puoi!
Canta!". Insomma.

E Johnny Marr?
Ero a Los Angeles, l'ultima data del Lilith Tour. Ero andata a cenare nella tenda
dei musicisti, stavo parlando con un mio amico, l'ingegnere del suono di Beck,
quando attaccai bottone con un altro tizio. Andammo avanti per venti minuti e
finalmente gli chiesi che cosa facesse nella vita. "Sono un chitarrista", mi
rispose, "forse hai sentito parlare del gruppo in cui suonavo, gli Smiths."
'"Cazzo!", urlai, "sei Johnny Marr!!" Era nel mio stesso albergo, venne un paio
di sere a suonare nella mia camera portandosi una bottiglia di vino. Avevo un
paio di canzoni su cui stavo lavorando, come Concrete Sky che a lui piacque molto
e che volle aiutarmi a completare.
La mia canzone favorita di Daybreaker, per adesso, è Carmella.
Wow. Pensa che è una vecchia canzone che per un motivo o un altro non era mai
finita in nessun disco. Ryan ha avuto modo di ascoltarla e mi ha consigliato di
inciderla, una volta per tutte.
Ho letto che hai detto che God Song deriva dal vecchio traditonal Frankie &
Johnny. Cosa significa, per te, folk music?
Mi piace, mi piacciono le storie che vi vengono raccontate, fanno parte di una
interazione sociale che oggi non esiste più, quella tradizione che forse esiste
ancora in paesi come l'Italia o la Spagna: gente che parla, che racconta
pettegolezzi, si tramanda episodi di vita, insomma sono canzoni che facevano
parte di un tessuto popolare forte, di una comunità. Amo questa tradizione
musicale: ad esempio quando si scriveva una canzone su di un fatto e qualcun
altro ne scriveva un'altra in risposta alla precedente. Così God Song, nel mio
piccolo, è la risposta a Frankie & Johnny.
Hai mai pensato di incidere un disco di vecchie folk song?
Piuttosto un disco di new folk songs.

Dove prendi l'ispirazione per le tue canzoni?
Mi ispiro ai rapporti interpersonali e ai viaggi che faccio. Ad esempio Paris
Train, ispirata da un viaggio in treno a Parigi. Cerco di costruire delle storie,
dei piccoli film, delle sceneggiature. Non sono una gran lettrice di libri, vado
a momenti, ma mi piace la struttura narrativa.
Ma quanto c'è di autobiografico nelle tue canzoni? Non ti capita mai di sentire
che stai dando via troppo di te stessa a degli sconosciuti?
Non credo che stia dando via troppo di me stessa nelle mie canzoni, forse
succedeva nei miei primi due album e nei miei primi tour. A volte mi è successo
di guardare il pubblico e di domandarmi che stavo facendo, soprattutto quando
questi parlano e non prestano attenzione. Ma quello che sto cercando di fare
adesso è di raccontare delle storie, non necessariamente a proposito di me
stessa. Mi piace definirmi una cantastorie.
Cosa ne pensi della scena elettronica attuale? È ancora qualcosa di interessante?
Oh sì, assolutamente. Andrew Weatherhall (il produttore di Screamadelica dei
Primal Scream, nda) è tornato di nuovo alla sua forma migliore, e poi c'è questa
scena folk electronica norvegese e svedese che è fantastica.
Voglio dire: non mi interessa quella merda techno, quello stupido rumore per
rincoglionirsi, ma c'è molta musica elettronica di livello eccezionale.
Voi donne state salvando la musica: tutti i dischi più belli sono opera di
donne...
Essere una donna vuol dire essere ancora giudicata... Le donne stanno ancora
vivendo un grande momento di emancipazione, non è passato così tanto tempo da quando non
avevamo praticamente alcun diritto, e forse è per questo che ci sono così tanti
bei dischi di donne oggigiorno. Ci stiamo ancora sfogando.


E questa è la prima traccia dell'Album:

Paris Train (from Album Daybreaker) =



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matteo.conz
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Re: Musica!

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Brakko
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Re: Musica!

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Piu' lo guardo (e, soprattutto, lo ascolto ;) ) piu' sono ammirato da chi sa suonare certi pezzi, per non parlare di chi li compone :cuore:



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matteo.conz
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Re: Musica!

Messaggio da leggere da matteo.conz »

Hahah le tende! Ci è capitato uguale al moDem anni fa. Recuperato qualcosa alle bancarelle del lost and fond


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Road Runner
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Re: Musica!

Messaggio da leggere da Road Runner »

Doveroso tributo a Ronnie Spector, frontwomen del gruppo femminile The Ronettes, scomparsa due giorni
fa, di cui Beth era grande ammiratrice e amica. (ne ha pubblicato una toccante commemorazione sul proprio prifilo Instagram e facebook).

I Wish I never saw the Sunshine (a The Ronettes cover, from Album Trailer Park) =



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Re: Musica!

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La vigilia di Natale abbiamo avuto il piacere e l'onore di ricevere una telefonata da Lia Origoni.




La signora Origoni ha 102 anni, vive alla Maddalena. E' tuttora lucidissima...


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Re: Musica!

Messaggio da leggere da matteo.conz »

Road Runner ha scritto: sabato 15 gennaio 2022, 7:01 Doveroso tributo a Ronnie Spector, frontwomen del gruppo femminile The Ronettes, scomparsa due giorni
fa, di cui Beth era grande ammiratrice e amica. (ne ha pubblicato una toccante commemorazione sul proprio prifilo Instagram e facebook).

I Wish I never saw the Sunshine (a The Ronettes cover, from Album Trailer Park) =

Questa mi piace davvero.


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Re: Musica!

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matteo.conz ha scritto: domenica 16 gennaio 2022, 3:00
Road Runner ha scritto: sabato 15 gennaio 2022, 7:01 Doveroso tributo a Ronnie Spector, frontwomen del gruppo femminile The Ronettes, scomparsa due giorni
fa, di cui Beth era grande ammiratrice e amica. (ne ha pubblicato una toccante commemorazione sul proprio prifilo Instagram e facebook).

I Wish I never saw the Sunshine (a The Ronettes cover, from Album Trailer Park) =

Questa mi piace davvero.
Io sono sempre più colpito dalla musica di Beth, un'anima volatile, quasi eterea, che aleggia in casa mia da più di tre anni e che mi sta rendendo la vita più semplice e e migliore.
Tra l'altro Paolo Vites nel recensire Daybreaker dice che era impossibile fare meglio di Central Reservation, album epocale, e invece nel 2012 è uscito Sugaring Season, che per me è la sua opera omnia.
Una bravura devastante, e ogni volta che finisco di ascoltarlo sono estasiato e al limite della commozione, da tanta bellezza.
Questa è Candles, che originariamente si doveva chiamare "Another way to cry",
dal ritornello finale di ogni strofa:

Candles (from album Sugaring Season) =



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matteo.conz
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Re: Musica!

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Pure questa molto bella. E' la musica che rende la vita più facile e migliore...
Altro genere ma per me uno dei miei gruppi favoriti in assoluto sono i tool: musicalmente dei mostri! Ne posto una forse meno conosciuta ma tra le mie preferite, dopo vari ascolti ne capisci la genialità della costruzione per non parlare del sound


Poi vabbè, questa è magia: gli strumenti si amalgamano in modo perfetto ma originale, la struttura si dipana lentamente fino al muro di suono devastante da estasi quando li ho sentiti live. Il concerto della vita per me.


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matteo.conz
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Re: Musica!

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Ho ascoltato con gran gusto i primi due dischi capolavoro degli A perfect circle poi li avevo persi di vista per anni invece han fatto altro di buono che non conoscevo. Musica lenta e bella scura come piace a me, concentratevi sul canale di destra dove il mitico James Iha fa qualche numero alla chitarra e meno male che per Corgan non sapeva suonare e suonava per lui in varie canzoni degli Smashing Pumpkings


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Road Runner
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Re: Musica!

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Bello il secondo brano dei Tool. Un incrocio tra Morphine, Massive Attack e Korn.

A proposito di Massive Attack, credo meriti un post il video girato da Rosamund Pike, che si è messa in gioco
in qualcosa di diverso dal "solito" e mi sembra molto brava:

Massive Attack Voodoo in my Blood (from Ep Ritual Spirit) =



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Re: Musica!

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Road Runner ha scritto: domenica 16 gennaio 2022, 20:40 Bello il secondo brano dei Tool. Un incrocio tra Morphine, Massive Attack e Korn.

A proposito di Massive Attack, credo meriti un post il video girato da Rosamund Pike, che si è messa in gioco
in qualcosa di diverso dal "solito" e mi sembra molto brava:

Massive Attack Voodoo in my Blood (from Ep Ritual Spirit) =

Sempre divina Rosamund Pike in tutto quello che fa. Dei massive attack (anche Portishead e Tricky) ho ascoltato tutto ma proprio tutto, sentiti live 3 volte e per caso "conosciuto" Grant e Robert 3D aka Bansky ad un after dopo il concerto alla fiera di Padova perchè cercavano funghi e il mio compagno di pianerottolo "per caso" aveva 3 groove box in casa quindi abbiamo passato qualche ora in questo posto dietro la stazione di Padova dove fino a 5 anni fa c'erano (spero ci siano ancora) 2 stencil e qualche tag solo che nessuno sapeva che era opera di Bansky, altrimenti quel rione del cavolo sarebbe una meta turistica ;)
Un giorno se ti frega ti racconterò perchè ho Kate Moss come avatar, colpa di galliano che mi prendeva in giro...

Tool: non direi un incrocio tra loro, forse qualcosa dei morphine ma i tool sono i tool, difficile trovare affinità perchè hanno praticamente creato un genere. Se ti è piaciuta prova questa basata sulla sequenza di Fibonacci: https://auralcrave.com/2019/03/21/tool- ... del-testo/



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Re: Musica!

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Questa versione è sublime


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Re: Musica!

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E ditemi se non è commovente questo brano, dedicato a tutti i bambini del mondo:

Ooh Child, live at Brudenell Social Club, Leeds 10.04.2013 (from album The Other side of Daybreaker) =



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matteo.conz
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Re: Musica!

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Eh sì Franco, c'hai ragione


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Re: Musica!

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Ma quanto è bellina (e brava) in questo video la Beth ?!?!?

Someone's Daughter + Pass in Time live at Reading, 1999 (from Album Trailer Park + Central Reservation) =



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