Cinematografo

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Bitossi
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Re: Cinematografo

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Gimbatbu ha scritto: giovedì 14 maggio 2020, 14:15
Bitossi ha scritto: martedì 12 maggio 2020, 1:00 Oh, finalmente ho visto Parasite. (Cthu, l’ho visto doppiato, è grave? Ma c’era la mugliera, che è abituata così... :diavoletto: )

Un film che mi ha soddisfatto praticamente a tutti i livelli, dal mix di generi e di stili, al simbolismo non intellettualizzato, alla fluidità del racconto pur in un contesto grottesco. Il tutto al servizio di vari messaggi e di un’idea centrale, come piace a me.
Inevitabili, trascurabili e perdonabili gli accenni a qualcosa di “già visto”, in primis il cinema americano, ma anche a riferimenti europei. Come in musica, le note sono dodici...

Tutto sommato, riassumerei citando un titolo famoso: “I poveri sono matti”! :D

Di Bong Joon-ho (mai capito quali siano i nomi e quali i cognomi coreani; poi pure le due famiglie di Parasite, Kim e Park, che novità!), avevo visto distrattamente solo Snowpiercer, di cui non ho un ricordo particolare. Mi sa che dovrò rivederlo.
Poi cercherò Memorie di un assassino, ma al momento nun ze trova. :boh:
L' ho visto ieri sera, sottotitolato, doppiato, le ho provate tutte, ma non mi ha particolarmente impressionato, secondo me i riferimenti ci sono e sono anche troppi, il cinema è pieno di bunker nascosti e di poveri mimetici. Perfino Verdone si trasforma nella casa di Manuel Fantoni e al posto dei Park arriva Mario Brega. Altra stoffa era il "parassita" del Teorema pasoliniano che "divorava" la famiglia ospitante su vari piani fisici, morali e spirituali. Era il 68, da allora non mi pare che abbiamo fatto passi avanti.
Sì, infatti non mi pare si possa gridare al capolavoro. Però il film è piacevole e significativo, almeno. Ed è già tanto che si riesca a ri-ragionare sulle (im)possibilità della mobilità sociale, se non addirittura sui metodi meno adeguati per ottenere maggiore dignità.
Soluzioni nuove sono poi ancora da ricercare ed indicare, un po’ ovunque nel mondo, mi pare. :boh:


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Gimbatbu
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Re: Cinematografo

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Bitossi ha scritto: giovedì 14 maggio 2020, 16:09
Sì, infatti non mi pare si possa gridare al capolavoro. Però il film è piacevole e significativo, almeno. Ed è già tanto che si riesca a ri-ragionare sulle (im)possibilità della mobilità sociale, se non addirittura sui metodi meno adeguati per ottenere maggiore dignità.
Soluzioni nuove sono poi ancora da ricercare ed indicare, un po’ ovunque nel mondo, mi pare. :boh:
Su questo non ci piove, non so di chi fosse il detto "Tutti possono arricchire tranne i poveri", ma la malinconica riflessione finale ricorda tanto i pensieri della venditrice di ricotta pirandelliana. Il fatto è che essendo stato il primo film non di lingua inglese premiato con l' oscar, dico la verità, mi aspettavo qualcosa di particolare (non straordinario, perché spesso premiano autentiche ca..te nei vari festival), sicuramente è assolutamente vero quello che hai ravvisato tu, ma per esempio il momento più emblematico del film secondo me è quando l' intera famiglia è sotto tiro del cellulare ricattatorio della domestica precedente, il vero connotato che lo differisce da film che trattavano temi simili in passato: il telefonino, vera arma nucleare dei nostri giorni, altro che il cicciobello nordcoreano...


Cthulhu
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Re: Cinematografo

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Gimbatbu ha scritto: giovedì 14 maggio 2020, 14:15
Bitossi ha scritto: martedì 12 maggio 2020, 1:00 Oh, finalmente ho visto Parasite. (Cthu, l’ho visto doppiato, è grave? Ma c’era la mugliera, che è abituata così... :diavoletto: )

Un film che mi ha soddisfatto praticamente a tutti i livelli, dal mix di generi e di stili, al simbolismo non intellettualizzato, alla fluidità del racconto pur in un contesto grottesco. Il tutto al servizio di vari messaggi e di un’idea centrale, come piace a me.
Inevitabili, trascurabili e perdonabili gli accenni a qualcosa di “già visto”, in primis il cinema americano, ma anche a riferimenti europei. Come in musica, le note sono dodici...

Tutto sommato, riassumerei citando un titolo famoso: “I poveri sono matti”! :D

Di Bong Joon-ho (mai capito quali siano i nomi e quali i cognomi coreani; poi pure le due famiglie di Parasite, Kim e Park, che novità!), avevo visto distrattamente solo Snowpiercer, di cui non ho un ricordo particolare. Mi sa che dovrò rivederlo.
Poi cercherò Memorie di un assassino, ma al momento nun ze trova. :boh:
L' ho visto ieri sera, sottotitolato, doppiato, le ho provate tutte, ma non mi ha particolarmente impressionato, secondo me i riferimenti ci sono e sono anche troppi, il cinema è pieno di bunker nascosti e di poveri mimetici. Perfino Verdone si trasforma nella casa di Manuel Fantoni e al posto dei Park arriva Mario Brega. Altra stoffa era il "parassita" del Teorema pasoliniano che "divorava" la famiglia ospitante su vari piani fisici, morali e spirituali. Era il 68, da allora non mi pare che abbiamo fatto passi avanti.
ma questo, senza essere un capolavoro immortale, è un film con dei personaggi credibili pur nella satira e molto divertente, quello di Pasolini è un opera a tema, noiosetta e con un montaggio dilettantesco . Poteva scrivere un saggio invece di fare un film. Il cinema di Pasolini soffre della sua tendenza di spiattellare quello che vuole dire troppo pedissequamente, direi anche in maniera ingenua. La sottigliezza non è mai stato il suo forte; basta paragonarlo con Bunuel ( Teorema ha una storia e dei temi molto bunueliani ) per rendersi conto che come regista è piuttosto sopravvalutato. C'è modo e modo di epater le bourgeois, Bunuel lo faceva con il fioretto, Pasolini con la zappa.


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Re: Cinematografo

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Ho deciso di fare qualche altra lista: i 20 film più belli secondo me, divisi per nazione o area geografica. Per USA e Francia ne metterò 30 perché c'è il trucco: moltissimi registi stranieri sono andati lì a girare film; ci sta che per l'America arrivi fino a 40.
più o meno in ordine cronologico, con la regola di non più di due film a regista per area ( ciò vuol dire che magari Hitchcock ,Lang , Ophuls o Bunuel ne avranno di più,avendo girato in posti diversi).
più o meno le aree saranno USA, Francia, Italia,Germania,Russia,Scandinavia, Regno Unito,Giappone, Est Europa ( o meglio Polonia/Ungheria/ex Cecoslovacchia ), resto dell'Europa, Penisola iberica, America latina, Cina/Taiwan/Hong Kong, Corea/Indocina , India/medio oriente/resto dell'Asia, Africa


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Re: Cinematografo

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Cthulhu ha scritto: venerdì 15 maggio 2020, 20:43 Ho deciso di fare qualche altra lista: i 20 film più belli secondo me, divisi per nazione o area geografica. Per USA e Francia ne metterò 30 perché c'è il trucco: moltissimi registi stranieri sono andati lì a girare film; ci sta che per l'America arrivi fino a 40.
più o meno in ordine cronologico, con la regola di non più di due film a regista per area ( ciò vuol dire che magari Hitchcock ,Lang , Ophuls o Bunuel ne avranno di più,avendo girato in posti diversi).
più o meno le aree saranno USA, Francia, Italia,Germania,Russia,Scandinavia, Regno Unito,Giappone, Est Europa ( o meglio Polonia/Ungheria/ex Cecoslovacchia ), resto dell'Europa, Penisola iberica, America latina, Cina/Taiwan/Hong Kong, Corea/Indocina , India/medio oriente/resto dell'Asia, Africa
Vai! Poi se posso: Subsonico, aspettiamo o almeno io aspetto il tuo post sull'Hip Hop anni '90...dacci soddisfazione :D


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lemond
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Re: Cinematografo

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Massimo Troisi - Massimo, il mio cinema secondo me 1/2



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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
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Re: Cinematografo

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Parto con l'Africa, di cui non so poi moltissimo; le mie fonti sono una rassegna abbastanza ampia di una ventina abbondante di anni fa, credo a Pesaro, e qualche visione sparsa qua e là.In totale ne avrò visti una quarantina, ridurli a 20 vuol dire scartarne solo uno su due. In generale il cinema africano soffre di carenze tecniche e di budget, ma qualcosa di ( molto ) interessante lo ha prodotto, se non altro mostra uno stile di vita di cui in realtà sappiamo poco.
Questi sono i 20 film: comunque è una lista piuttosto mainstream, nel senso che sono film tra i più famosi e considerati, quelli che è più facile vedere:

Bāb al-Ḥadīd ( Cairo Station) di Youssef Chahine 1958 Egitto: una strana via di mezzo tra Rossellini e Hitchcock, molto interessante perché mostra come i paesi islamici fossero più moderni 60 anni fa, si parla pure di omosessualità quando da noi era ancora un tabu.
La nera di... di Ousmane Sembène 1966, film seminale del più famoso regista africano, storia di una cameriera senegalese in Francia, continuamente ferita dal razzismo ma sempre silenziosa - si concede solo brevi commenti fuori campo. Di Ousmane Sembène da vedere anche il bellissimo Moolaadé 2004 sulla barbara pratica dell'infibulazione
La battaglia di Algeri di Gillo Pontecorvo 1966: lo metto in lista perché in tutto e per tutto è un film algerino e questa è una lista basata sulla produzione, non sulla nazionalità del regista. Sul film c'è poco da dire, è un capolavoro.
La mummia di Shadi Abdel Salam 1969 Egitto; film molto particolare, piaceva molto a Ghezzi che a Fuori Orario lo mandava spessissimo
Touki Bouki di Djibril Diop Mambéty 1973 Senegal: Godard a Dakar, penso basti questo per far venire voglia di vederlo.
Cronaca degli anni di brace di Mohammed Lakhdar-Hamina 1975 Algeria, come La battaglia di Algeri tratta la guerra d'indipendenza ma da un'altra prospettiva. Palma d'Oro a Cannes
Il leone del deserto di Mustafa Akkad 1981 Libia: sarà stato finanziato da Gheddafi, sarà stato proibito in Italia per "vilipendio delle forze armate" ma è un film potente,ben fatto e ben documentato; e mette una pietra tombale sul patetico mito degli "italiani brava gente" in guerra.
Yeelen di Souleymane Cissé 1987 Mali, storia di stregoneria ambientata nel XIII secolo, forse il miglior film del maestro maliano.
Tilaï di Idrissa Ouédraogo 1990 Burkina Faso, tragedia familiare sulle regole ancestrali dell'onore.
Adanggaman di Roger Gnoan M'Bala 2000, Costa d'Avorio, coproduzione internazionale sulla tratta degli schiavi nel XVII secolo, e di come gli schiavi venivano venduti dai corrotti re locali ai mercanti europei
Due film ( il massimo permesso dalle mie regole ) di quello che per me è il più grande regista africano di sempre, il mauritano Abderrahmane Sissako: Aspettando la felicità (2002) e Timbuktu ( 2014). Ma è una scelta dolorosa escludere Bamako.
Tsotsi di Gavin Hood 2005 Sud Africa, opera sulla vita disperata delle gang giovanili nelle baraccopoli di Johannesburg. Oscar al miglior film straniero.
Ezra di Newton Aduaka 2007 Nigeria, un film pugno-nello-stomaco sui disturbi post traumatici di un bambino rapito, indottrinato, costretto a combattere con i ribelli e che ha ucciso i genitori.
District 9 di Neill Blomkamp 2009 Sud Africa: non sono proprio il primo dei fan ,ma bisogna metterlo per forza.
Un homme qui crie di Mahamat-Saleh Haroun 2010 Chad, su un uomo che manda suo figlio a combattere al posto suo e si pente troppo tardi. Gran Premio della giuria a Cannes.
Grey Matter di Kivu Ruhorahoza 2011 Ruanda, opera molto interessante su un regista che vuole girare un film sulle conseguenze del genocidio.
Dopo tanti film di argomento sociale e politico concludo con due thriller, duri, tesi,ben fatti
The Figurine: Araromire di Kunle Afolayan 2009 Nigeria e Viva Riva! di Djo Tunda Wa Munga 2011 Congo.
Non lo metto certo in lista ma Who Killed Captain Alex? un film ugandese del 2010 girato con 85 dollari ha un vero cult following su You Tube ( oltre 5 milioni di visualizzazioni ) come il peggior film mai girato


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Re: Cinematografo

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Cthulhu ha scritto: domenica 17 maggio 2020, 13:00 Non lo metto certo in lista ma Who Killed Captain Alex? un film ugandese del 2010 girato con 85 dollari ha un vero cult following su You Tube ( oltre 5 milioni di visualizzazioni ) come il peggior film mai girato
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pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
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Bitossi
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Re: Cinematografo

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pietro ha scritto: domenica 17 maggio 2020, 13:35
Cthulhu ha scritto: domenica 17 maggio 2020, 13:00 Non lo metto certo in lista ma Who Killed Captain Alex? un film ugandese del 2010 girato con 85 dollari ha un vero cult following su You Tube ( oltre 5 milioni di visualizzazioni ) come il peggior film mai girato
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Re: Cinematografo

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Le cose occulte appartengono al Signore, nostro Dio. (Deuteronomio) E lasciamogliele, altrimenti che cosa gli rimane? :diavoletto:


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Re: Cinematografo

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lemond ha scritto: lunedì 18 maggio 2020, 12:37 Le cose occulte appartengono al Signore, nostro Dio. (Deuteronomio) E lasciamogliele, altrimenti che cosa gli rimane? :diavoletto:
È una citazione da “La Bibbia” di John Huston? :diavoletto:


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Re: Cinematografo

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Bitossi ha scritto: lunedì 18 maggio 2020, 14:34
lemond ha scritto: lunedì 18 maggio 2020, 12:37 Le cose occulte appartengono al Signore, nostro Dio. (Deuteronomio) E lasciamogliele, altrimenti che cosa gli rimane? :diavoletto:
È una citazione da “La Bibbia” di John Huston? :diavoletto:
Scusa, ma credevo di averlo cancellato! :dunce:


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Re: Cinematografo

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Passiamo ad India/Medio oriente/Resto dell'Asia. Che poi è piena di film indiani,per due motivi: perché è la seconda più grande cinematografia al mondo come dimensioni e perché ai suoi tempi ho visto un paio di rassegne piuttosto corpose e quindi posso parlarne con un minimo di cognizione di causa.Per il resto ho scelto solo film di 4-5 grandi autori: i filippini me li sono persi e dal medio oriente vengono film sulla guerra, sul ruolo della donna etc, molto interessanti sociologicamente ma normali da un punto di vista cinematografico.
Cominciamo con il cinema iraniano: Abbas Kiarostami mescola documentario e finzione, cinema e realtà con grande abilità in Close Up (1990). Bellissimo e ipnotico Il vento ci porterà via (1999),metà favola metà documentario. I capolavori di Asghar Farhadi, regista che accomunerei ad Antonioni,meno glorioso a livello di immagine pura ma più acuto a livello psicologico, sono About Ely (2008) e il ben noto Una separazione (2011). Mohsen Makhmalbaf non mi fa impazzire, lo ritengo parecchio pomposo e pretenzioso ( Dietzen ha giustamente massacrato Il ciclista...),ma Pane e fiore (1996) sul confronto tra lo stesso Makhmalbaf e il poliziotto che lo torturò quando era ragazzino è bello tosto.
Passando alle repubbliche ex sovietiche, non si può non citare il grande maestro Sergei Paradjanov con il capolavoro assoluto Il colore del melograno (1969 ) e La leggenda della fortezza di Suram (1984): di lui ho già parlato nel post sul cinema sovietico.
i film del turco Nuri Bilge Ceylan sono belli pesantini,ma spesso raggiungono livelli poetici straordinari: in particolare la prima mezz'ora di C'era una volta in Anatolia (2011) è una delle cose più belle del XXI secolo. Molto bello anche Il regno d'inverno (2014). Certo, ci vuole un po' di pazienza. E di allenamento ai mattoni...
Passando all'India, la mia auto-limitazione mi costringe a citare solo due film del grande e leggendario Satyajit Ray: di lui Kurosawa disse, magari esagerando un po:' " non avere visto i film di Ray è come esistere in un mondo senza sole e senza luna". Magari baro un po' e considero la celebre trilogia di Apu:Il lamento sul sentiero (Pather Panchali) (1955) L'invitto (Aparajito) (1956) e il mondo di Apu (Apur Sansar) (1959) come un solo film e ci aggiungo La moglie sola (Charulata) (1964) . Ma qualsiasi suo film vi capiti vale la pena.
il chapliniano Awaara di Raj Kapoor (1951)ha un ben meritato status mitico in India.
Do Bigha Zamin di Bimal Roy (1953) ha praticamente fondato il movimento neo-realista indiano
Guru Dutt pur all'interno del cinema hindi classico ( balli e canti ogni tanto ) ha creato due opere di intenso lirismo:Sete eterna (Pyaasa) (1957) e Fiori di carta (Kaagaz Ke Phool) (1959)
Interessante il dramma carcerario Due occhi e dodici mani (Do Aankhen Barah Haath) di V. Shantaram (1957)
Ritwik Ghatak è stato un regista politicamente impegnato ispirato dal cinema europeo e i suoi drammi sociali sono molto coinvolgenti: Meghe Dhaka Tara (1960) è il più celebre,
Altrettanto impegnato ma più portato all'umorismo Mrinal Sen, del quale è molto bella la commedia Bhuvan Shome (1969)
Non si può chiudere la sezione India senza citare almeno due filmoni classici di Bollywood, quelli dove c'è di tutto e di più, dramma, comicità, lusso,povertà, canti,balli - quelli con le donne che muovono la testa in qua e là e si mettono il dito nella guancia - tutto al prezzo di uno.
Cito il leggendario pseudowestern Sholay di Ramesh Sippy (1975) con la super star Amitabh Bachchan e il cattivissimo Amjad Khan e l'opulento melodrammone Devdas di Sanjay Leela Bhansali (2002) con Shah Rukh Khan, che non si fa mancare nulla: amori contrastati dalla differenza sociale, costumi sfarzosi, prostitute dal cuore d'oro, intrighi, morti disperate gridando il nome dell'amata e ovviamente un ora di canti e balli su tre ore di film. Quando sono ben fatti sono parecchio divertenti.


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Cthulhu ha scritto: lunedì 18 maggio 2020, 20:10 Passiamo ad India/Medio oriente/Resto dell'Asia.
Non ricordo quale critico cinematografico affermò che nei festival internazionali di cinema, quando i giurati si trovavano in disaccordo su quale film occidentale premiare, in genere poi si accordavano su un iraniano... :diavoletto:

ps...io sto impazzendo a sincronizzare i sottotitoli italiani con Lo Specchio che ho trovato solo in lingua originale... :x

pps.. che bella che era la Terekhova.... 8-)


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White Mamba
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Re: Cinematografo

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cthulhu :clap: :clap:


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Del cinema iraniano mi ha sempre colpito una cosa: la ripetitività (ma non credo sia il termine giusto) nei dialoghi.

Mi invento un esempio:
- Io sono iraniano
- Sì
- Un abitante dell'Iran
- ...
- Un iraniano!
- Tu vieni dall'Iran
- Dall'Iran, sì, sono un iraniano
- Anch'io vengo dall'Iran
- L'Iran è la mia patria
- ...
- Noi siamo iraniani
- Anch'io vengo dall'Iran
- Sono iraniano...
È una cosa che noto solo io o in effetti non sbaglio nel segnalarla? :uhm:


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White Mamba ha scritto:martedì 19 maggio 2020, 8:47 cthulhu :clap: :clap:
Raddoppio gli applausi :clap: :clap: :clap: :clap:
Se non sono indiscreto, che età hai? Io 34 appena compiuti e mi sono sempre sfondato di film ma tu sei su tutt'altro livello. Questo 3d è diventato super, il problema è recuperare tutta questa abbondanza d'arte.

PS: certo che su questo forum non si finisce mai di imparare, negli anni ho conosciuto grandi e belle persone ed è una rarità nelle comunity della rete negli ultimi anni.


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Re: Cinematografo

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matteo.conz ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 0:24
White Mamba ha scritto:martedì 19 maggio 2020, 8:47 cthulhu :clap: :clap:
Raddoppio gli applausi :clap: :clap: :clap: :clap:
Se non sono indiscreto, che età hai? Io 34 appena compiuti e mi sono sempre sfondato di film ma tu sei su tutt'altro livello. Questo 3d è diventato super, il problema è recuperare tutta questa abbondanza d'arte.

PS: certo che su questo forum non si finisce mai di imparare, negli anni ho conosciuto grandi e belle persone ed è una rarità nelle comunity della rete negli ultimi anni.
ahimè ne ho 20 di più...e per 10 l'ho fatto di secondo lavoro guardare i film.


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Re: Cinematografo

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Admin ha scritto: martedì 19 maggio 2020, 19:18 Del cinema iraniano mi ha sempre colpito una cosa: la ripetitività (ma non credo sia il termine giusto) nei dialoghi.

Mi invento un esempio:
- Io sono iraniano
- Sì
- Un abitante dell'Iran
- ...
- Un iraniano!
- Tu vieni dall'Iran
- Dall'Iran, sì, sono un iraniano
- Anch'io vengo dall'Iran
- L'Iran è la mia patria
- ...
- Noi siamo iraniani
- Anch'io vengo dall'Iran
- Sono iraniano...
È una cosa che noto solo io o in effetti non sbaglio nel segnalarla? :uhm:
La tendenza c'è. Va detto che nelle conversazioni reali sono cose che succedono spesso, magari gli iraniani ce l'hanno per vizio,forse più quelli delle classi popolari, i protagonisti di Farhadi, che sono borghesi, non lo fanno. Comunque escluso Farhadi e in parte, non sempre, Kiarostami, sono dei bei mattoni.


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Bitossi
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Re: Cinematografo

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Cthulhu ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 1:48
Admin ha scritto: martedì 19 maggio 2020, 19:18 Del cinema iraniano mi ha sempre colpito una cosa: la ripetitività (ma non credo sia il termine giusto) nei dialoghi.

Mi invento un esempio:
- Io sono iraniano
- Sì
- Un abitante dell'Iran
- ...
- Un iraniano!
- Tu vieni dall'Iran
- Dall'Iran, sì, sono un iraniano
- Anch'io vengo dall'Iran
- L'Iran è la mia patria
- ...
- Noi siamo iraniani
- Anch'io vengo dall'Iran
- Sono iraniano...
È una cosa che noto solo io o in effetti non sbaglio nel segnalarla? :uhm:
La tendenza c'è. Va detto che nelle conversazioni reali sono cose che succedono spesso, magari gli iraniani ce l'hanno per vizio,forse più quelli delle classi popolari, i protagonisti di Farhadi, che sono borghesi, non lo fanno. Comunque escluso Farhadi e in parte, non sempre, Kiarostami, sono dei bei mattoni.
Boh, io sono stato in Iran, e posso confermare che sono dei gran chiacchieroni. Chi ha compiti non dico ufficiali ma un minimo rappresentativi, poi, un disastro. Apparente zero senso critico (pure le donne per il loro tristissimo abbigliamento!), non si capisce se per paura, lavaggio del cervello o smisurato nazionalismo. Di qualsiasi cosa si parli, loro l’hanno fatta prima e di solito meglio. In pratica, texani trasferiti nel Vicino Oriente! :D
Interessante è pure il risvolto storico: gli eroi sono Dario e Ciro, i cattivi i greci. Anche se per la mia esperienza i “chanta” più estenuanti al mondo sono gli argentini (la media borghesia impoverita), i persiani sono più o meno alla pari. Ovviamente si intende in media, e per esperienze che potrebbero essere superficiali o di settore. :boh:

Chtu, ne approfitto per vedere se si può risolvere un ricordo che non riesco a decifrare: anni fa, in una trasmissione notturna credo di RAI 3 (forse era proprio il programma di Ghezzi), mi capitò di vedere un film iraniano con un tema alquanto bizzarro e comunque diverso dal solito, di cui però ricordo pochissime scene. Probabilmente avevo sonno...
Si trattava di “mafiosi” iraniani; le poche cose che ricordo sono un capo con la barba (ma và? :diavoletto: ), e che si riunissero in una specie di sotterraneo/scantinato, forse di un locale pubblico tipo Romanzo Criminale.
Anni dopo, incuriosito, ho cercato nella filmografia dei maggiori, ma non sono riuscito a trovare niente. Any idea? :dubbio:


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matteo.conz
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Cthulhu ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 1:08 ahimè ne ho 20 di più...e per 10 l'ho fatto di secondo lavoro guardare i film.
Allora svelato l'arcano...tra vent'anni cmq non riuscirò ad aver visto così tanti film. Dovevo seguire le passioni, ho sbagliato tutto nella vita, faccio un lavoro che non mi va più di tanto per una paga quasi mezza che nel privato, laurea e master mai riusciti a sfruttare veramente...magari aver come lavoro guardar film! Al massimo ho fatto la nottata a guardare film horror italiani con Tarantino svalvolatissimo al festival di Venezia... biglietti introvabili che però avevan regalato al padre di un amico.


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matteo.conz ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 15:25
Cthulhu ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 1:08 ahimè ne ho 20 di più...e per 10 l'ho fatto di secondo lavoro guardare i film.
Allora svelato l'arcano...tra vent'anni cmq non riuscirò ad aver visto così tanti film. Dovevo seguire le passioni, ho sbagliato tutto nella vita, faccio un lavoro che non mi va più di tanto per una paga quasi mezza che nel privato, laurea e master mai riusciti a sfruttare veramente...magari aver come lavoro guardar film! Al massimo ho fatto la nottata a guardare film horror italiani con Tarantino svalvolatissimo al festival di Venezia... biglietti introvabili che però avevan regalato al padre di un amico.
mica mi pagavano, solo rimborso spese e gli accrediti stampa a festival e rassegne.


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Bitossi ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 11:57
Cthulhu ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 1:48
Admin ha scritto: martedì 19 maggio 2020, 19:18 Del cinema iraniano mi ha sempre colpito una cosa: la ripetitività (ma non credo sia il termine giusto) nei dialoghi.

Mi invento un esempio:

È una cosa che noto solo io o in effetti non sbaglio nel segnalarla? :uhm:
La tendenza c'è. Va detto che nelle conversazioni reali sono cose che succedono spesso, magari gli iraniani ce l'hanno per vizio,forse più quelli delle classi popolari, i protagonisti di Farhadi, che sono borghesi, non lo fanno. Comunque escluso Farhadi e in parte, non sempre, Kiarostami, sono dei bei mattoni.
Boh, io sono stato in Iran, e posso confermare che sono dei gran chiacchieroni. Chi ha compiti non dico ufficiali ma un minimo rappresentativi, poi, un disastro. Apparente zero senso critico (pure le donne per il loro tristissimo abbigliamento!), non si capisce se per paura, lavaggio del cervello o smisurato nazionalismo. Di qualsiasi cosa si parli, loro l’hanno fatta prima e di solito meglio. In pratica, texani trasferiti nel Vicino Oriente! :D
Interessante è pure il risvolto storico: gli eroi sono Dario e Ciro, i cattivi i greci. Anche se per la mia esperienza i “chanta” più estenuanti al mondo sono gli argentini (la media borghesia impoverita), i persiani sono più o meno alla pari. Ovviamente si intende in media, e per esperienze che potrebbero essere superficiali o di settore. :boh:

Chtu, ne approfitto per vedere se si può risolvere un ricordo che non riesco a decifrare: anni fa, in una trasmissione notturna credo di RAI 3 (forse era proprio il programma di Ghezzi), mi capitò di vedere un film iraniano con un tema alquanto bizzarro e comunque diverso dal solito, di cui però ricordo pochissime scene. Probabilmente avevo sonno...
Si trattava di “mafiosi” iraniani; le poche cose che ricordo sono un capo con la barba (ma và? :diavoletto: ), e che si riunissero in una specie di sotterraneo/scantinato, forse di un locale pubblico tipo Romanzo Criminale.
Anni dopo, incuriosito, ho cercato nella filmografia dei maggiori, ma non sono riuscito a trovare niente. Any idea? :dubbio:
mi dispiace, ma non mi viene in mente nulla. Poi non è che sui persiani sia ferratissimo...


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Bitossi ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 11:57
Chtu, ne approfitto per vedere se si può risolvere un ricordo che non riesco a decifrare: anni fa, in una trasmissione notturna credo di RAI 3 (forse era proprio il programma di Ghezzi), mi capitò di vedere un film iraniano con un tema alquanto bizzarro e comunque diverso dal solito, di cui però ricordo pochissime scene. Probabilmente avevo sonno...
Si trattava di “mafiosi” iraniani; le poche cose che ricordo sono un capo con la barba (ma và? :diavoletto: ), e che si riunissero in una specie di sotterraneo/scantinato, forse di un locale pubblico tipo Romanzo Criminale.
Anni dopo, incuriosito, ho cercato nella filmografia dei maggiori, ma non sono riuscito a trovare niente. Any idea? :dubbio:
L'inaccettabile incompetenza di Chtulu non ti ha consentito di risolvere l'arcano.

Prova qui:
http://www.memocinema.com/

Io ho trovato una specie di musical Rai visto da bambino e di cui rammentavo una sola scena!


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matteo.conz
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Re: Cinematografo

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Cthulhu ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 16:18 mica mi pagavano, solo rimborso spese e gli accrediti stampa a festival e rassegne.
Beh un gran bel secondo lavoro! Ormai che ci sei, consigliami un bel film degli ultimi anni... fantascienza, thriller o cmq qualcosa che ti ha colpito. Non so che guardare stasera.


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Passiamo a Corea e Indocina: ma che c'entra la Corea con l'Indocina ? Niente, ma dovevo compattare un po'. Solo che poi a ripensarci di film Indocinesi ne ho visti pochi, e nulla di che: mi ricordo Cyclo, il profumo della Papaya verde, ma insomma...forse avrei potuto mettere questo, in onore al tour de force del cameraman, ma mi pare troppo
Alla fine ho fatto una lista con 18 coreani , più due film del thailandese Apichatpong Weerasethakul - ho scelto Syndromes and a Century ( 2006) e Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti (2010). Il maestro siamese, si sa, è prendere o lasciare, io lo prendo volentieri, anche se ci vuole pazienza.
Uno si potrebbe chiedere dove l'ho visti tutti 'sti film coreani, e la risposta è la solita: rutracker, il paradiso dei cinefili e dei musicofili. Ovviamente ci si deve accontentare dei sottotitoli in inglese.
Cominciamo con il pioniere Kim Ki-young, maestro di quello che potremmo chiamare horror erotico ante-litteram, cito il celebre The Housemaid (1960) e il folle Iodo (1977) che sono riuscito finalmente a vedere proprio ieri: splendido.
Poi l'altro classico Obaltan di Yu Hyun-mok (1960), un film che fa venire il mal di denti insieme al protagonista, ed è un complimento...
dell'altro veterano Im Kwon-taek cito il tardo bellissimo Chihwaseon - ebbro di donne e di pittura (2002), su un famoso pittore coreano, un Andrey Rublev un po' più light
Jiburo - The Way Home di Lee Jeong-hyang (2002), commovente inno d'amore alle nonne di campagna
Tra i film misteriosi e raffinati di Kim Ki-duk scelgo Primavera, estate, autunno, inverno... e ancora primavera (2003) e Ferro 3 (2004)
Per il grande Park Chan-wook c'è solo l'imbarazzo della scelta: vado per il mitico Old Boy ( 2003 ) e il lussureggiante ed erotico Mademoiselle (2016).
Di Bong Joon-ho, dopo vari ripensamenti, oltre all'ovvio Parasite (2019) ho scelto Snowpiercer (2013), un film che invito a riscoprire.
meno noto degli altri grandi, ma non meno acuto Lee Chang-dong : Little Sunshine (2007) parla di una donna che cerca nella religione il conforto per la morte del figlio rapito e ucciso ( interpretazione sontuosa della protagonista) e Poetry è su una anziana signora che cerca di comporre almeno una poesia che la ricordi prima di sprofondare nell'Alzheimer. Tristi ma veramente belli.
Paju di Park Chan-ok (2009), splendido dramma psicologico sull'odio-amore tra una ragazza e il vedovo della sorella, che lei sospetta sia il suo assassino.
Right Now, Wrong Then di Hong Sang Soo (2016), Rohmer che gira Sliding Doors o Ricomincio da Capo.
Al di là del cinema d'autore cito 3 film di genere spettacolari, in omaggio alla grande industria cinematografica coreana
il seminale film horror Whispering Corridors di Park Ki-hyung (1998),ambientato in una scuola tutta femminile
Il treno per Busan di Yeon Sang-ho (2016), faccio mia la definizione di un critico: Snowpiercer + zombies...
Il film di maggior successo di tutti i tempi in Corea, L'impero e la gloria - Roaring Currents di Kim Han-min(2014), sul celeberrimo comandante navale Yi Sun-sin, venerato da tutti gli esperti di tattica militare del mondo, che con solo 13 navi sconfisse una flotta di oltre 100 navi giapponesi. Super-patriottico e retorico,ma con una battaglia navale che dura un'ora e non annoia un solo secondo.


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Passiamo alla Cina, con le appendici Taiwan e Hong Kong. Hong Kong per decenni è stata la fucina del cinema commerciale in lingua - o nelle lingue - cinesi. I film di Kung Fu li abbiamo visti tutti. Taiwan si è invece contraddistinta per il cinema d'autore, con pesi massimi come Hou Hsiao-hsien e Edward Yang.
Detto questo cominciamo, per prospettiva storica, con i due vecchi classici più venerati del cinema cinese che vidi anni fa al Festival del cinema di Pesaro: il film muto The Goddess - Shennu di Wu Yonggang (1934), storia di una prostituta celebre per la grande interpretazione della leggendaria diva Ruan Lingyu che si uccise poco dopo questo film a 24 anni e Primavera in una piccola città di Fei Mu (1948) dramma familiare di amori rimpianti e gelosie degna del miglior cinema giapponese.
A seguire i due capolavori di King Hu, grande maestro hongkonghese ( si dice così ? ) del kung fu e del wuxia: Come Drink with Me (1966) uscito a suo tempo in italia con il titolo Le implacabili lame di rondine d'oro e il meraviglioso A Touch of Zen (1971).
Difficile scegliere solo due film del maestro taiwanese Hou Hsiao-hsien, uno dei più grandi registi viventi:il suo stile ellittico, basato sui piani sequenza e di incredibile e nascosta forza emozionale e sottigliezza non è forse per tutti,ma è uno sforzo che vale la pena:scelgo il seminale A City of Sadness (1989) sui conflitti,i traumi e i massacri del dopoguerra
e il più leggero in apparenza Flowers of Shanghai (1998) su un gruppo di prostitute dell'inizio dello scorso secolo e i loro amanti; ma forse domani sceglierei The Puppetmaster o Goodbye South, Goodbye o l'ultimo The Assassin del 2015.
A volte mi chiedo perché scrivo questi bignamini e la risposta è che, oltre ad esercitare e a mettere in ordine la mia memoria mi da la motivazione per vedere film che da tanto tempo erano nella mia lista dei desideri: dell'altro grande maestro taiwanese Edward Yang - purtroppo deceduto prematuramente - avevo colpevolmente visto solo lo straordinario dramma familiare Yi Yi (2000), ora sono riuscito a vedere l'altro suo acclamato capolavoro A Brighter Summer Day (1991), un film che fa sembrare tutto quello che Hollywood ha fatto sul disagio e le gang giovanili un fumetto da scuola elementare. Ho scoperto un tesoro , ci sono altri film suoi da vedere...
Il terzo maestro taiwanese Tsai Ming-liang mi piace un po' meno: veramente troppo triste e senza speranza; ma l'angosciante visione dell'amore e del sesso di Vive L'Amour (1994) è da vedere assolutamente; in una giornata in cui uno non è depresso.
Da Taiwan viene anche Ang Lee: della sua produzione casalinga oltre l'ovvio La tigre e il dragone (2000) cito Il banchetto di nozze (1993), una specie di Vizietto meno farsesco, più umano e e in definitiva assai più divertente.
Altro talento da esportazione è John Woo da Hong Kong: The Killer (1989) è straordinario e seminale: Tarantino senza questo film non sarebbe stato lo stesso.
Sempre da Hong Kong viene il grande Wong Kar-wai: scelgo Chungking Express (1994) e ovviamente In the Mood for Love
(2000), un serio candidato al film d'amore più grande di sempre: chi può dimenticare i due protagonisti che ballano,si amano,si cercano al suono di Quizas,quizas,quizas ?
Tornando alla mainland, molto bello Addio mia concubina di Chen Kaige (1993)
Zhang Yimou ha girato molti film importanti,ma voglio essere onesto con me stesso: il suo grande dono è l'incredibile talento per l'immagine rutilante e meravigliosa; allora scelgo i due wuxia Hero (1994) e La foresta dei pugnali volanti
(2006): non saranno i film più profondi di sempre,ma sono una vera festa per gli occhi.
E' difficile scegliere due soli film Del più giovane Jia Zhangke, uno dei più grandi registi in attività, vado con il bellissimo Platform (2000) che racconta le vicissitudini di una troupe teatrale in 20 anni di continuo cambiamento sociale - partono con i balletti rivoluzionari e finiscono con il rock - e con il forse ancora migliore Still Life (2006) splendido dramma in cui si mischiano sentimento e bisogni economici ambientato in una città condannata ad essere sommersa da una diga.
Chiudo con il meno noto City of Life and Death di Lu Chuan (2009), uno dei film di guerra più cupi e straordinari mai girati e che meriterebbe una fama maggiore.
La prossima puntata:


Oude Kwaremont
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Rispolverati di recente due filmoni. Guardati a distanza di tempo sono sempre una figata, anche se per motivi ben diversi: Kick Ass (il primo, ma anche il secondo si difende bene) e Machete :D


Cthulhu
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Re: Cinematografo

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Oude Kwaremont ha scritto: mercoledì 27 maggio 2020, 20:30 Rispolverati di recente due filmoni. Guardati a distanza di tempo sono sempre una figata, anche se per motivi ben diversi: Kick Ass (il primo, ma anche il secondo si difende bene) e Machete :D
Kick-ass te l'appoggia anche il qui presente serioso critico :clap:


Oude Kwaremont
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Cthulhu ha scritto: giovedì 28 maggio 2020, 14:59
Oude Kwaremont ha scritto: mercoledì 27 maggio 2020, 20:30 Rispolverati di recente due filmoni. Guardati a distanza di tempo sono sempre una figata, anche se per motivi ben diversi: Kick Ass (il primo, ma anche il secondo si difende bene) e Machete :D
Kick-ass te l'appoggia anche il qui presente serioso critico :clap:
A proposito, Kick Ass in effetti è un film serio, travestito da film comico. All' inizio non gli daresti un centesimo, poi cresce e stupisce sempre di più piazzando dei colpi tanto inaspettati quanti fantastici.

Machete, beh, è una boiata, ma nel genere "boiata" è effettivamente un gran lavoro :D


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Alanford
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Re: Cinematografo

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Oude Kwaremont ha scritto: mercoledì 27 maggio 2020, 20:30 Rispolverati di recente due filmoni. Guardati a distanza di tempo sono sempre una figata, anche se per motivi ben diversi: Kick Ass (il primo, ma anche il secondo si difende bene) e Machete :D
Kick Ass mi apprestai a guardarlo senza troppe aspettative e invece....! Splendidamente grottesco e caricaturale, mi ha conquistato subito. :D

Cthulhu ha scritto: mercoledì 27 maggio 2020, 17:02Zhang Yimou ha girato molti film importanti,ma voglio essere onesto con me stesso: il suo grande dono è l'incredibile talento per l'immagine rutilante e meravigliosa; allora scelgo i due wuxia Hero (1994) e La foresta dei pugnali volanti
(2006): non saranno i film più profondi di sempre,ma sono una vera festa per gli occhi.
Yimou, te lo dico, lo adoro. Vivere, Ju Dou, Lanterne rosse tanto per citare alcuni capolavori.
Ce ne sono due però, a cui sono molto legato, Sorgo rosso e Non uno di meno. Magari non saranno i più belli e forse quando li ho visti, ero in uno stato d'animo che me li ha fatti apprezzare molto più del dovuto. Ma restano i miei preferiti. :)


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Re: Cinematografo

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90 anni oggi per la leggenda Clint Eastwood. Gli ho fatto onore vedendo i suoi due capolavori ieri, ovvero Unforgiven (Gli spietati) e Million Dollar Baby.


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matteo.conz
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Re: Cinematografo

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25 anni fa usciva La haine il capolavoro di Mathieu Kassovitz


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Re: Cinematografo

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matteo.conz ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 17:50
Cthulhu ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 16:18 mica mi pagavano, solo rimborso spese e gli accrediti stampa a festival e rassegne.
Beh un gran bel secondo lavoro! Ormai che ci sei, consigliami un bel film degli ultimi anni... fantascienza, thriller o cmq qualcosa che ti ha colpito. Non so che guardare stasera.
Ti rispondo in ritardo: ti do tre horror: Babadook, Lights Out e Midsommer e tre thriller: Widows, Knives Out e Uncut Gems ( un film che mi ha fatto riconsiderare Adam Sandler: quando vuole è un grande attore )


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Re: Cinematografo

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Cthulhu ha scritto: lunedì 1 giugno 2020, 0:15
matteo.conz ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 17:50
Cthulhu ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 16:18 mica mi pagavano, solo rimborso spese e gli accrediti stampa a festival e rassegne.
Beh un gran bel secondo lavoro! Ormai che ci sei, consigliami un bel film degli ultimi anni... fantascienza, thriller o cmq qualcosa che ti ha colpito. Non so che guardare stasera.
Ti rispondo in ritardo: ti do tre horror: Babadook, Lights Out e Midsommer e tre thriller: Widows, Knives Out e Uncut Gems ( un film che mi ha fatto riconsiderare Adam Sandler: quando vuole è un grande attore )
Grazie, mi metto a cercare i thriller...ero un amante degli horror ma ormai raramente hanno qualcosa da dire però li proverò, mi fido del consiglio.


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Cthulhu ha scritto: lunedì 1 giugno 2020, 0:15
matteo.conz ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 17:50
Cthulhu ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 16:18 mica mi pagavano, solo rimborso spese e gli accrediti stampa a festival e rassegne.
Beh un gran bel secondo lavoro! Ormai che ci sei, consigliami un bel film degli ultimi anni... fantascienza, thriller o cmq qualcosa che ti ha colpito. Non so che guardare stasera.
Ti rispondo in ritardo: ti do tre horror: Babadook, Lights Out e Midsommer
Lights Out mi era piaciuto, unico rammarico, c' era una vena di "malato" e di angosciante che avrebbe meritato di essere sfruttata e approfondita maggiormente.
Babadook, lo conosco solo di fama. Del terzo, parli di Midsommer del 2003 o di Midsommar dell' anno scorso?


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Re: Cinematografo

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Oude Kwaremont ha scritto: lunedì 1 giugno 2020, 23:32
Cthulhu ha scritto: lunedì 1 giugno 2020, 0:15
matteo.conz ha scritto: mercoledì 20 maggio 2020, 17:50

Beh un gran bel secondo lavoro! Ormai che ci sei, consigliami un bel film degli ultimi anni... fantascienza, thriller o cmq qualcosa che ti ha colpito. Non so che guardare stasera.
Ti rispondo in ritardo: ti do tre horror: Babadook, Lights Out e Midsommer
Lights Out mi era piaciuto, unico rammarico, c' era una vena di "malato" e di angosciante che avrebbe meritato di essere sfruttata e approfondita maggiormente.
Babadook, lo conosco solo di fama. Del terzo, parli di Midsommer del 2003 o di Midsommar dell' anno scorso?
L'ultimo.


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Re: Cinematografo

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Cthulhu ha scritto: domenica 19 aprile 2020, 22:44
Alanford ha scritto: domenica 19 aprile 2020, 20:43 Il cinema giapponese mi ha sempre affascinato, naturalmente ho visto molti film di Ozu (il mio preferito) e Kurosawa, poche cose degli altri; ma non ho certo la conoscenza smisurata di Cthulhu, dovrò recuperare qualcosa. :)
Dei contemporanei amo Miyazaki e anche in me Porco Rosso ha lasciato il segno, ma ce ne sono due che mi hanno conquistato ancor di più, La città incantata e Il castello errante di Howl.
Un po' di anni fa, ho visto alcuni lavori di Yoji Yamada e ne sono rimasto incantato, nel suo stile di sicuro si è ispirato ad Ozu. Non raggiunge le vette del maestro, ma i suoi film li ho trovati delle piccole perle. Fra quelli che ho potuto vedere, spiccano Tokyo Family (2013), The Little House (2014) e la trilogia sui samurai, tra quest'ultimi il mio preferito è Il Crepuscolo del Samurai (2002). Sai qualcosa sulla sua filmografia antecedente al 2000? (di cui sono completamente all'oscuro).
Comunque Cthulhu, gran bel lavoro :clap:
Yamada... :muro: :muro: :muro: Lo sapevo che qualcosa mi scordavo, eppure mi piace molto e l'avevo in lista. The Little house non 'ho visto, concordo sugli altri. Prima era famoso per una serie interminabile di commedie sotto il titolo collettivo " E' dura essere un uomo " con protagonista il popolarissimo personaggio di Tora-san, un ambulante sfigatissimo in amore. Io ne ho visti giusto un paio ( dice sono più di 40...) perché è difficile trovarli anche solo sottotitolati. Per il resto consiglio Una classe da ricordare (1993) ambientato in una scuola serale per adulti, molto ben fatto e commovente
Su RaiPlay ci sono diversi film di Yamada attualmente, ne ho visti tre in queste settimane (ero a zero), l'ultimo, ieri, quello che mi è piaciuto di più: Kabei. Storia di una madre che tira su due figlie col marito imprigionato nel 1940 per reati d'opinione. Non spoilero. Un film davvero toccante, pur se leggero. Ha ragione Alanford, è un Ozu ai giorni nostri. :cincin:


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Re: Cinematografo

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Cthulhu ha scritto: sabato 9 maggio 2020, 13:12
il David di Donatello ha una lunga nobile tradizione di premi dati ad autentiche schifezze, sono tutte scelte da sottobosco, di soddisfazioni e contentini da dare a questo o quello.
Ad esempio Tornatore non ha vinto con Cinema Paradiso, in compenso lo hanno premiato per due filmetti che nessuno si ricorda
Per non parlare dei premi dati alla Archibugi a Soldini, a Ozpetek, a Martone ( un tizio incapace di gestire più di tre persone in un'inquadratura, se ce ne sono di più stanno a girarsi i pollici, una roba da filodrammatici ), etc, etc, tutta gente che ha santi in paradiso ( leggi ambiente PCI/DS/PD - a scanso di equivoci io sono di sinistra ). E che fa regolarmente sgomentare la critica straniera quando i loro film vengono invitati nei festival.
Sono stati premiati film ben più brutti del Traditore, che di sicuro non è un capolavoro. E' un bel ( EDIT: discreto, vai ) film che però poteva essere girato pari pari 40 anni fa. Per il resto intendo proporre una iniziativa popolare per una legge con un solo articolo. " è proibito fare film tratti da Pinocchio". Fra l'altro porta pure sfiga: Nuti ( anche se Pinocchio era solo nel titolo) e Benigni ci hanno praticamente concluso la carriera cinematografica.Tremo per Del Toro...Garrone va bene se fa Gomorra,l'imbalsamatore e Dogman, tutte le volte che si è allontanato dal seminato ha fatto delle porcherie ,anche se i critici italiani cercano di indorare come sempre la pillola: come si fa a parlare male di gente con cui vai a cena insieme ? - parlo in generale, non so con chi va a cena Garrone, ma da vecchio frequentatore di festival con accredito stampa ho capito tante cose...
Il cinema italiano in generale ha avuto anche momenti peggiori. La Rohrwacher è grande, Guadagnino ha il suo perché,anche se non è la mia tazza di te, Sorrentino lo odio,ma il grottesco all'italiana pare piaccia come sempre, Carpignano ha fatto due film veramente belli.
Per me Ozpetek come regista e Valeria Golino come attrice sono sopravvalutati... ma anche parecchio... non mi fanno entusiasmare


Ecco l'elenco delle corse minori del ciclismo:
http://it.wikipedia.org/wiki/Sacha_Modolo
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Re: Cinematografo

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Allora passiamo all'America latina.
Purtroppo il cinema di quella parte del mondo è stato molto svantaggiato dalla situazione politica, leggi anni ed anni di dittature sanguinarie che hanno costretto gli intellettuali e gli artisti a scappare via e a lavorare altrove. Quindi in realtà il numero di grandi film prodotti è abbastanza scarso rispetto a quanto ci si potrebbe aspettare. E la maggior parte viene dal Messico che, oltre ad avere l'industria cinematografica nettamente più sviluppata della regione, è sempre stato,con tutte le sue pecche, bene o male una democrazia.
Il cinema messicano classico ha avuto i suoi grandi divi,da Dolores Del Rio a Pedro Armendariz a Cantinflas, celeberrimi in tutta l'America latina e noti anche in USA - meno da noi. Sfortunatamente il cinema dell'epoca è un po' troppo sentimentale,folkloristico e estetizzante per il gusto contemporaneo.
Scelgo comunque come esempio il celebre Flor silvestre di Emilio Fernández (1943),soprattutto per la fotografia estetizzante del leggendario Gabriel Figueroa che a suo tempo fece scuola in tutto il mondo. Luis Buñuel ha vissuto in Messico per molti anni e lì ha girato film straordinari: scelgo obtorto collo I figli della violenza- los olvidados (1950) dalle tematiche neorealiste piuttosto atipiche nella sua produzione ( ma con un sublime momento surrealista: un ragazzino di strada trova un uovo, lo buca per berlo, scopre che è marcio e lo lancia contro la macchina da presa- e noi vediamo l'uovo marcio che gronda sullo schermo ) e il celeberrimo Viridiana (1961) . ma avrei potuto dire Nazarin, l'Angelo sterminatore, El, Estasi del delitto o Simon del deserto. Rimanendo nel campo surrealista Alejandro Jodorowsky magari non è altrettanto sottile, ma lo pseudo-western allucinato El Topo (1970) e l'altrettanto allucinato pseudo-horror Santa Sangre (1986) sono da vedere assolutamente.
Passando alla trinità del cinema messicano contemporaneo, Guillermo del Toro ha girato solo un film in patria, l'opera prima Cronos ( 1993) interessantissimo horror precursore del suo capolavoro Il labirinto del fauno che tratterò nella sezione iberica. Nonostante i suoi successi hollywoodiani per me il capolavoro di Alejandro González Iñárritu rimane Amores Perros (2000).Alfonso Cuarón forse è il migliore dei tre; e i film migliori li ha girati in patria: Y tu mamá también (2001) e lo splendido Roma (2018). Chiudo la sezione messicana con il meno noto Luz silenciosa di Carlos Reygadas (2007) una specie di curioso pseudo-remake di Ordet di Dreyer ambientato in una comunità menonita nel nord del Messico. I menoniti sono come gli amish, parlano tedesco antico e rifiutano la modernità e ,per amore di verità, confesso che questa scelta è soprattutto autobiografica: la cosa più straordinariamente curiosa che mi sia capitata nella vita è stata essere invitato a un matrimonio nella sierra sopra Chihuahua tra un menonita e una indiana tarahumara: un vero western, con tanto di square dance e scazzottata da ubriaco con un americano per via di una ragazza. Poi alla fine ci siamo messi a ridere tutti e due dicendoci " non siamo mica John Wayne". Siamo tornati a bere insieme e la ragazza mi sa che se l'è beccata qualcun altro...
Passando all'Argentina scelgo tre film: La Terraza (1963) di Leopoldo Torre Nilsson, storia di giovani ricchi viziati protagonisti di un sadico gioco al massacro psicologico sul bordo di una piscina, Sur di Fernando Solanas (1986) dramma politico- sociale zeppo di meravigliosi tangos e il più recente e noto Il segreto dei suoi occhi di Juan José Campanella (2015) - l'originale, mi raccomando non il remake hollywoodiano...
Del Brasile scelgo Deus e o Diabo na Terra do Sol - titolo italiano il dio nero e il diavolo biondo di Glauber Rocha (1964),film datato come tutti i suoi con il suo mix un po' "gridato" di miti popolari e militanza politica ma tutt'ora interessante e il bellissimo Cidade de Deus di Fernando Meirelles (2002) ambientato in una favela.
Passando a Cile, il grande Raul Ruiz è partito in esilio dopo aver girato il suo primo vero film, Tres tigres tristes (1968) che è uno dei suoi migliori. Anche di lui riparlerò in altre sezioni.Il miglior film di Pablo Larraín per me è No ( 2012) sulla campagna per il referendum contro Pinochet.
Molto bello il dramma Una mujer fantástica di Sebastián Lelio (2017) su una donna transessuale con una grande interpretazione di Daniela Vega.
Chiudo con due acclamati film cubani: la leggendaria coproduzione con l'URSS Soy Cuba di Mikhail Kalatozov (1964) di cui ho già parlato nella sezione sul cinema russo e Memorias del Subdesarrollo di Tomás Gutiérrez Alea (1968) su un intellettuale borghese alle prese con i cambiamenti della rivoluzione.


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matteo.conz
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Cthulhu ha scritto: mercoledì 10 giugno 2020, 23:52 Rimanendo nel campo surrealista Alejandro Jodorowsky magari non è altrettanto sottile, ma lo pseudo-western allucinato El Topo (1970) e l'altrettanto allucinato pseudo-horror Santa Sangre (1986) sono da vedere assolutamente.
Per me il capolavoro di Alejandro González Iñárritu rimane Amores Perros (2000).Alfonso Cuarón forse è il migliore dei tre; e i film migliori li ha girati in patria: Y tu mamá también (2001) e lo splendido Roma (2018).
Sono gusti ma per me il capolavoro di Jodorowsky è La montagna sacra...il Vecchio è un genio l'ho conosciuto in montagna in Trentino dove veniva ogni tanto per sedute di psicomagia. Su Inarritu sono d'accordissimo che Amores perros che sia il suo vero capolavoro ma adoro 21 grammi tant bien.
Sempre gusto personale ma il film di Cuaròn che amo di gran lunga più degli altri è I figli degli uomini...oltre tutto il resto è la tecnica cinematografica e la fotografia che me lo rendono uno dei film del cuore.


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matteo.conz ha scritto: giovedì 11 giugno 2020, 0:14 il Vecchio è un genio
Jodo è un illuminato
i suoi film saranno ingenui dal punto di vista tecnico ma è un uomo straordinario


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Cthulhu
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matteo.conz ha scritto: giovedì 11 giugno 2020, 0:14
Cthulhu ha scritto: mercoledì 10 giugno 2020, 23:52 Rimanendo nel campo surrealista Alejandro Jodorowsky magari non è altrettanto sottile, ma lo pseudo-western allucinato El Topo (1970) e l'altrettanto allucinato pseudo-horror Santa Sangre (1986) sono da vedere assolutamente.
Per me il capolavoro di Alejandro González Iñárritu rimane Amores Perros (2000).Alfonso Cuarón forse è il migliore dei tre; e i film migliori li ha girati in patria: Y tu mamá también (2001) e lo splendido Roma (2018).
Sono gusti ma per me il capolavoro di Jodorowsky è La montagna sacra...il Vecchio è un genio l'ho conosciuto in montagna in Trentino dove veniva ogni tanto per sedute di psicomagia. Su Inarritu sono d'accordissimo che Amores perros che sia il suo vero capolavoro ma adoro 21 grammi tant bien.
Sempre gusto personale ma il film di Cuaròn che amo di gran lunga più degli altri è I figli degli uomini...oltre tutto il resto è la tecnica cinematografica e la fotografia che me lo rendono uno dei film del cuore.
Sai, volevo mettere Santa Sangre perché mi è piaciuto tantissimo ed è una scelta un po' meno ovvia. Visto che mi sono autolimitato a due film per regista tra El Topo e la Montagna ho fatto ambarambacicicoco...sono quelle scelte che ti penti già mentre le fai. Diciamo che ha fatto tre grandi film.


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nemecsek. ha scritto: giovedì 11 giugno 2020, 20:38
matteo.conz ha scritto: giovedì 11 giugno 2020, 0:14 il Vecchio è un genio
Jodo è un illuminato
i suoi film saranno ingenui dal punto di vista tecnico ma è un uomo straordinario
Veramente...ha un magnetismo particolare, non so spiegarlo ma quando partecipai a quel incontro eravamo tutti rapiti. Tutte persone molto diverse ma sembrava ci conoscesse e c'ha parlato al cuore però non come farebbe un santone e senza usare trucchi comunicativi. Eccezionale, un weekend così lo rifarei subito. Pace dell'anima.


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matteo.conz ha scritto: venerdì 12 giugno 2020, 6:01
nemecsek. ha scritto: giovedì 11 giugno 2020, 20:38
matteo.conz ha scritto: giovedì 11 giugno 2020, 0:14 il Vecchio è un genio
Jodo è un illuminato
i suoi film saranno ingenui dal punto di vista tecnico ma è un uomo straordinario
Veramente...ha un magnetismo particolare, non so spiegarlo ma quando partecipai a quel incontro eravamo tutti rapiti. Tutte persone molto diverse ma sembrava ci conoscesse e c'ha parlato al cuore però non come farebbe un santone e senza usare trucchi comunicativi. Eccezionale, un weekend così lo rifarei subito. Pace dell'anima.
Mi hai fatto tornare in mente gli anni '70 e l' epoca dei "battutisti" da cinema. Ferreri ne fa menzione nel suo omaggio alla settima arte Nitrato d' argento, ma per chi come me ha vissuto le sale negli anni '60,'70 era ordinaria amministrazione. Davano la Montagna sacra al cinema Esperia nel cuore di Trastevere dove la domenica pomeriggio per farsi un' idea metà degli spettatori restava in piedi data la gigantesca affluenza. Non so come in mezzo a Giovannone Coscielunghe, Monache indemoniate e sanguinosissimi western all' italiana era capitato in programmazione questo film; dopo i primi cinque minuti un silenzio irreale si manifestò perdurando come in attesa di un evento non preventivabile dopodiché dalle ultime file una voce pacata, ma nel mutismo generale chiarissima proferì "T' avevo detto che sto' firme era 'na cazzata!" Altro che la Potiomkin di Fantozzi... praticamente un uragano travolse la proiezione, per sapere com' era nella realtà il film poi l' ho dovuto vedere in un altro cinema...


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Gimbatbu ha scritto: venerdì 12 giugno 2020, 14:22
Mi hai fatto tornare in mente gli anni '70 e l' epoca dei "battutisti" da cinema. Ferreri ne fa menzione nel suo omaggio alla settima arte Nitrato d' argento, ma per chi come me ha vissuto le sale negli anni '60,'70 era ordinaria amministrazione. Davano la Montagna sacra al cinema Esperia nel cuore di Trastevere dove la domenica pomeriggio per farsi un' idea metà degli spettatori restava in piedi data la gigantesca affluenza. Non so come in mezzo a Giovannone Coscielunghe, Monache indemoniate e sanguinosissimi western all' italiana era capitato in programmazione questo film; dopo i primi cinque minuti un silenzio irreale si manifestò perdurando come in attesa di un evento non preventivabile dopodiché dalle ultime file una voce pacata, ma nel mutismo generale chiarissima proferì "T' avevo detto che sto' firme era 'na cazzata!" Altro che la Potiomkin di Fantozzi... praticamente un uragano travolse la proiezione, per sapere com' era nella realtà il film poi l' ho dovuto vedere in un altro cinema...
:D


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Gimbatbu ha scritto: venerdì 12 giugno 2020, 14:22 Mi hai fatto tornare in mente gli anni '70 e l' epoca dei "battutisti" da cinema. Ferreri ne fa menzione nel suo omaggio alla settima arte Nitrato d' argento, ma per chi come me ha vissuto le sale negli anni '60,'70 era ordinaria amministrazione. Davano la Montagna sacra al cinema Esperia nel cuore di Trastevere dove la domenica pomeriggio per farsi un' idea metà degli spettatori restava in piedi data la gigantesca affluenza. Non so come in mezzo a Giovannone Coscielunghe, Monache indemoniate e sanguinosissimi western all' italiana era capitato in programmazione questo film; dopo i primi cinque minuti un silenzio irreale si manifestò perdurando come in attesa di un evento non preventivabile dopodiché dalle ultime file una voce pacata, ma nel mutismo generale chiarissima proferì "T' avevo detto che sto' firme era 'na cazzata!" Altro che la Potiomkin di Fantozzi... praticamente un uragano travolse la proiezione, per sapere com' era nella realtà il film poi l' ho dovuto vedere in un altro cinema...
Devon esser stati gran bei tempi! Ora vai al multisala e devi scegliere tra una lista di commercialate. Qui a Feltre c'era il cinema astra che durante la settimana faceva cineforum ma ormai ha semi-chiuso :(


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Il cinema era il vero intrattenimento nazional popolare, le sale erano gremite, i circuiti off riuscivano a sopravvivere bene offrendo prodotti di nicchia e sperimentali, ma il grande traino era dovuto all' affluenza verso la normale programmazione che dava linfa a tutto il movimento. Va da sé che a parte i folcloristici episodi tipo quello citato che a volte accadevano, anche il messaggio degli autori più impegnati arrivava bene o male a chi era meno interessato ad un certo tipo di cinema. Una prima crisi ci fu con l' avvento dei primi videoregistratori e il susseguente mercato del noleggio di videocassette che iniziò a sottrarre spettatori alle sale. Da qui fino alla creazione dei "non luoghi" rappresentati dai multisala ( o dalle multisala? Boh...) il cammino è stato lento, ma inesorabile.


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Re: Cinematografo

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Posso fare un intervento, scrivendo sul cinema con gli uomini veri? :D

Nel medioevo c'era un solo spazio istituzionalmente riconosciuto per il teatro: la chiesa. E a essere messe in scena erano naturalmente sacre rappresentazioni, a tutto vantaggio del popolo che, non capendo nulla di latino, poteva seguire le sacre scritture solo con grande difficoltà, spesso capendo "fischi per fiaschi", mentre tutti sanno seguire bene una messinscena.
Le rappresentazioni sacre ebbero un successo tale che iniziarono a uscire dai loro primi confini. Confini fisici, quando per raccogliere maggior pubblico (e al contempo, magari, fare concorrenza agli spettacoli dei saltimbanchi) si portarono sui sagrati e in piazza, aprendosi al profano.
Quando il teatro è forte, è in grado di digerire tutto, e fu proprio nelle sacre rappresentazioni che un tipo di commedia breve, grossolana, erede del mimo latino, trovò spazio come intermezzo ravvivante. Nient'altro che un riempitivo gustoso, una farcitura, una farsa (appunto dal francese "farce". E poi nel cinematografo la commedia all'italiana di Gassmann, Manfredi, Sordi e Tognazzi (in ordine alfabetico). :)


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
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