Religione e dintorni :)

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Re: Religione e dintorni :)

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Gimbatbu ha scritto: mercoledì 29 settembre 2021, 15:20 È vero, però diventa complicato per chiarire quello che intendevo. Avrei fatto meglio a completare sia per quelli assegnati che non assegnati.
P.S. Sarà ampolloso, ridondante, esagerato, prolisso,ma Gadda scrive in maniera meravigliosa, forse ineguagliabile. Poi sono d' accordo con te, perde il filo della vicenda, la quasi totalità delle sue opere sono incompiute, però resta un grandissimo.
Non discuto mai sulla qualità, perché (per far rima) non è ho capacità! Ma se uno non mi diverte, non lo leggo. :)


Fanno festa i musulmani il venerdì
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la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

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lemond ha scritto: mercoledì 29 settembre 2021, 15:59

Ma se uno non mi diverte, non lo leggo. :)
Questo è sacrosanto :diavoletto:


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Re: Religione e dintorni :)

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Di J. Raspail in tutte le biblioteche fiorentine c'è solo questo libro
Raspail, Jean
Le jeu du roi : roman / Jean Raspail. - Paris : R. Laffont, c1976. - 356 p. ; 21 cm.
Classificazione: 843.914

Che fo? :dubbio:


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Divertente tutta l'intervista, mentre interessante fino a quando non si comincia a parlare di politica, campo del quale s.m. Odifreddi non sa molto, per esempio pensa che compito del governo sia solo quello di eseguire, mentre "in primis" ha, come si evince anche dall'etimo della parola " kybernan dirigere, governare - o più propriamente, reggere il timone", la funzione di indirizzo politico attraverso il programma che poi, se avrà il consenso del Parlamento, potrà anche eseguire.


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lemond ha scritto: giovedì 30 settembre 2021, 13:35 Di J. Raspail in tutte le biblioteche fiorentine c'è solo questo libro
Raspail, Jean
Le jeu du roi : roman / Jean Raspail. - Paris : R. Laffont, c1976. - 356 p. ; 21 cm.
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Che fo? :dubbio:
Mi informo, chiedo a un amico celiniano doc, che sui francesi è preparatissimo.


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Re: Religione e dintorni :)

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lemond ha scritto: giovedì 30 settembre 2021, 13:35 Di J. Raspail in tutte le biblioteche fiorentine c'è solo questo libro
Raspail, Jean
Le jeu du roi : roman / Jean Raspail. - Paris : R. Laffont, c1976. - 356 p. ; 21 cm.
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Che fo? :dubbio:
Allora, ho chiesto all' espertone: mi ha confermato che il capolavoro di Raspail è appunto il Campo dei santi menzionato in precedenza. Però il libro di cui hai trovato traccia nelle biblioteche medicee è molto particolare. Prende spunto da una reale e singolarissima vicenda di un vero re della Patagonia che la Patagonia l'aveva vista solo in cartolina e viveva in Francia! Sembrerebbe interessante.


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Gimbatbu ha scritto: venerdì 1 ottobre 2021, 18:48
lemond ha scritto: giovedì 30 settembre 2021, 13:35 Di J. Raspail in tutte le biblioteche fiorentine c'è solo questo libro
Raspail, Jean
Le jeu du roi : roman / Jean Raspail. - Paris : R. Laffont, c1976. - 356 p. ; 21 cm.
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Che fo? :dubbio:
Allora, ho chiesto all' espertone: mi ha confermato che il capolavoro di Raspail è appunto il Campo dei santi menzionato in precedenza. Però il libro di cui hai trovato traccia nelle biblioteche medicee è molto particolare. Prende spunto da una reale e singolarissima vicenda di un vero re della Patagonia che la Patagonia l'aveva vista solo in cartolina e viveva in Francia! Sembrerebbe interessante.
A Carlè ma farse er kindle no?
Se lo vuoi in pdf o altro formato, campo dei santi dico, fammi sapere.


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nemecsek. ha scritto: venerdì 1 ottobre 2021, 23:00
Gimbatbu ha scritto: venerdì 1 ottobre 2021, 18:48
lemond ha scritto: giovedì 30 settembre 2021, 13:35 Di J. Raspail in tutte le biblioteche fiorentine c'è solo questo libro
Raspail, Jean
Le jeu du roi : roman / Jean Raspail. - Paris : R. Laffont, c1976. - 356 p. ; 21 cm.
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Che fo? :dubbio:
Allora, ho chiesto all' espertone: mi ha confermato che il capolavoro di Raspail è appunto il Campo dei santi menzionato in precedenza. Però il libro di cui hai trovato traccia nelle biblioteche medicee è molto particolare. Prende spunto da una reale e singolarissima vicenda di un vero re della Patagonia che la Patagonia l'aveva vista solo in cartolina e viveva in Francia! Sembrerebbe interessante.
A Carlè ma farse er kindle no?
Se lo vuoi in pdf o altro formato, campo dei santi dico, fammi sapere.
Ecché sarebbe er kindle??? P.S. Se hai in francese il campo dei santi e in formato che si possa copiaincollare sarebbe il massimo, credo. :)
P.S. Ma quanti geni ci sono in questo forum? E a Marco gli piglia la depressione nonostante di averli scovati tutti lui, anche se purtroppo alcuni se ne sono andati, per ricordarme solo alcuni: Alfiso, Morris (anche se a te ce l'aveva con te e mi dispiace, ma ce ne sono anche due che invece aborrono il sottoscritto, ma che pur stimo e sono Donchischiote e chinaski89 ), Rojo, Abaja, Prof, Aranciata e :hammer: accidenti alla memoria!


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lemond ha scritto: sabato 2 ottobre 2021, 9:56

Se hai in francese il campo dei santi e in formato che si possa copiaincollare sarebbe il massimo, credo. :)
Mandami la tua mail in privato, te lo mando in pdf, in francese.
ps ti consiglio l'acquisto di un e-reader, avresti a disposizione una quantità enorme di testi, comodamente leggibili e gratuiti.


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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail I


Quattromila individui! Solo sul ponte della nave! E, in totale, con un calcolo approssimativo, trentamila individui su una sola nave! Senza contare i morti che fluttuavano attorno allo scafo, i loro stracci bianchi stesi sulla superficie dell’acqua, gettati fuori bordo dai sopravvissuti sin dal mattino.
Per quello strano atto, non dettato in apparenza da motivi igienici, se così fosse stato, perché attendere il termine del viaggio? Al professore sembrava di aver trovato la sola spiegazione possibile. Calguès credeva in Dio. Credeva in tutto, nella vita eterna, nella redenzione, nella misericordia divina, nella fede, nella speranza. Credeva pure, e con grande convinzione, che i cadaveri gettati sulle coste della Francia avessero raggiunto infine, anch’essi, il paradiso e che vi camminassero liberi e per sempre, più fortunati in questo dei sopravvissuti che, gettando i loro morti in mare, avevano offerto loro in un solo istante la liberazione, la felicità e l’eternità. Quel gesto si chiamava amore e così lo interpretava il professore. :diavoletto:


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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail II


La sera di quella domenica di Pasqua, ottocentomila sopravvissuti in quelle cento navi partite, oltre a migliaia di morti assediavano pacificamente la frontiera dell’Occidente. L’indomani, tutto si sarebbe compiuto. Dalla riva salivano alle colline, al villaggio, alla veranda della casa canti soavi ma scanditi da un vigore estremo, nonostante la loro dolcezza, quasi una melopea sussurrata da un coro di ottocentomila voci. Un tempo, i crociati, alla vigilia dell’assalto finale, avevano marciato intorno a Gerusalemme cantando. Al settimo squillo di tromba, le mura di Gerico erano crollate senza combattere. Quando alla melopea sarebbe subentrato il silenzio, i popoli eletti avrebbero forse subito gli effetti del dispiacere divino? Si udiva pure il rombo di centinaia di autocarri: sin dal mattino anche l’esercito stava prendendo posizione sulle coste del Mediterraneo...


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lemond ha scritto: mercoledì 6 ottobre 2021, 9:59 Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail II


Grazie Carlo.

Ci sarebbe un'interessante intervista all'editore italiano di Raspail, ma il nostro comune amico già mi ha assegnato la patente di fiancheggiatore, dunque mi taccio... :diavoletto:


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nemecsek. ha scritto: mercoledì 6 ottobre 2021, 12:48
lemond ha scritto: mercoledì 6 ottobre 2021, 9:59 Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail II


Grazie Carlo.

Ci sarebbe un'interessante intervista all'editore italiano di Raspail, ma il nostro comune amico già mi ha assegnato la patente di fiancheggiatore, dunque mi taccio... :diavoletto:
È uso comune dire mi taccio, ma a me stona assai e consiglierei a chi vuole l'espressione, per me stupenda "mi cheto", perché sono le acque chete che buttano giù i ponti, mica le correnti che tacciono! :diavoletto:


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e alora, come direbbe Van Aert, mi chetòno :D


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Re: Religione e dintorni :)

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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail III


“Il governo, convocato dal Presidente della Repubblica, è rimasto in seduta per tutto il giorno al palazzo dell’Eliseo. A motivo della gravità della situazione, erano pure presenti alla riunione i capi di Stato Maggiore delle tre armi, e in qualità di consulenti, il cardinale arcivescovo di Parigi, il nunzio apostolico e la maggior parte degli ambasciatori occidentali accreditati nella capitale. Nel momento in cui vi parliamo, il consiglio non si è ancora concluso, ma il portavoce del governo ha appena annunciato che il Presidente della Repubblica rivolgerà personalmente, verso le ventiquattro, una dichiarazione solenne al paese. Secondo le informazioni che ci giungono dal Mezzogiorno, non sembra vi sia ancora alcun movimento a bordo della flotta dei migranti. Un comunicato dello Stato Maggiore dell’esercito conferma che due divisioni sono state schierate sulla costa di fronte ai… di fronte a… Come definire quella folla innumerevole e devastante? Il nemico? L’orda? L’invasione? Il Terzo Mondo in marcia?) di fronte a questa invasione di natura eccezionale e che tre divisioni di rinforzo si stanno dirigendo verso sud, nonostante alcune difficoltà lungo il percorso. Infine, in un ultimo comunicato il colonnello Dragasès, capo di Stato Maggiore Generale, annuncia che l’esercito ha acceso sulla costa una ventina di pire gigantesche per… per cremare le migliaia di cadaveri gettati in mare da tutte le navi.”  :diavoletto:


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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail IV


In questo caso si è fatto un'eccezione, perché L’Occidente non crema i suoi morti. I loculi cinerari vengono nascosti vergognosamente ai limiti più esterni dei suoi cimiteri. La Senna, il Reno, la Loira, il Rodano, il Tamigi, e anche il Tevere e il Guadalquivir, non sono il Gange o l’Indo. Le loro sponde non sono mai state ammorbate dal fetore dei cadaveri arrostiti. Certo, vi è scorso il sangue, la loro acqua si è spesso arrossata, i contadini hanno respinto con i propri forconi, facendosi il segno della croce, le carcasse umane che galleggiavano sull’acqua. Ma nelle epoche antiche dell’Occidente, sotto i ponti, sulle banchine, si ballava, si beveva vino e birra, si faceva il solletico a ragazze fresche e sorridenti e si rideva anche sotto il naso del torturato legato a una ruota, sotto la lingua dell’impiccato, sotto il collo del decapitato perché l’Occidente serio sapeva tanto ridere come piangere. Poi si andava a pregare e a mangiare il dio carnale, richiamati dalle sue campane, certi dell’appoggio formidabile di tutti i morti, allineati nei cimiteri addossati alle colline sotto croci e lapidi indistruttibili. Solo gli assatanati, le streghe e gli appestati, finivano sul rogo.  :grr:


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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail V


Di fronte a tanti cadaveri alcuni soldati scappavano come marionette appese a dei fili e l’andatura irregolare esprimeva alla perfezione un panico incontrollabile. I giovani aveva abbandonato il cadavere che trascinavano, si erano poi sbarazzati in tutta fretta dell’elmetto, della maschera antigas, dei guanti di protezione e portato le mani alle tempie, dandosi a una fuga a zigzag come un volgare coniglio terrorizzato e perdendosi poi nel cerchio della notte che avvolgeva la pira. Il disprezzo popolare delle altre razze, la superiorità cosciente, la gioia esultante di reputarsi il prodotto migliore dell’umanità, tutto questo non era mai esistito nei cervelli indeboliti di quei giovani, o era esistito in misura così limitata da soccombere ben presto al mostro canceroso insediatosi nel cuore della coscienza occidentale. Nel caso loro, nemmeno si poteva parlare di cuore, ma di un eccesso morboso e contagioso della sensibilità comune, assai interessante da osservare, infine, nella realtà. Quella notte, solo gli uomini di cuore avrebbero lottato veramente. Proprio mentre quei giovincelli stava fuggendo, il vecchio Calguès (che osservava da lontano la scena) aveva puntato per qualche istante il cannocchiale su una specie di colosso in uniforme che, ritto a gambe divaricate ai piedi della pira, vi scagliava, con movimento vigoroso e regolare delle braccia, tutti i cadaveri che gli altri gli passavano, come il fuochista che in passato gettava palate di carbone nella caldaia di una nave. Anche lui, forse, soffriva dinanzi a un simile spettacolo, ma, osservandolo, si sarebbe detto che non provava alcuna pietà.


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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail VI


Maanfatti, l’uomo non ha mai amato il genere umano nel suo complesso, razze, religioni, culture, ma solo coloro che riconosce come propri simili e che appartengono al suo clan, per quanto vasto questo possa essere. Per il resto, finge o è costretto a fingere, e quando il male è compiuto
non gli resta che dissolversi. (vedasi ad es. il noto motto: ama il prossimo tuo come te stesso, per prossimo si intende la famiglia o poco più, non certo homo sapiens, perché tutti gli altri possono tranquillamente essere uccisi e, in molti casi si deve! :dunce: ) In quella strana guerra che si stava profilando, avrebbero trionfato appunto coloro che avrebbero amato se stessi più intensamente. Quanti sarebbero stati, il mattino seguente, a schierarsi sulla spiaggia, a resistere con gioia, una volta che gli orrendi invasori fossero calati in acqua a migliaia, per far seguire a quello dei morti l’assalto dei viventi? Con gioia! Questo era l’essenziale. :)


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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail VI


Dalla scaletta che scendeva sulla stradina, il giovane era giunto senza far rumore sulla veranda. Piedi scalzi, capelli lunghi e sporchi, tunica a fiori, collana indiana, panciotto afgano e, adocchiato un passante, gli si rivolge dicendo: "Mi hanno colpito col calcio di un fucile. Un ufficiale mi ha trattato come un cane. Ma ho visto soldati che piangevano. Bene! Domani, questo paese sarà irriconoscibile. Rinascerà." :)
E lei crede di assomigliare a loro? Lei ha la pelle bianca. Senza dubbio è stato battezzato. Parla francese con l’accento di questa zona. :x
E allora? La mia famiglia è quella che sta per sbarcare. Mi ritroverò con un milione di fratelli, di sorelle, di padri, di madri, di fidanzate. Farò un bambino con la prima donna che mi si offrirà, un bambino dalla pelle scura, dopo di che non mi riconoscerò più in nessuno.
E lei non esisterà più. Si perderà in quella folla. Non le presteranno la minima attenzione.
Non chiedo di meglio. Sono stanco di essere umiliato dai borghesi, o di prendere a calci i miei connazionali, se lei chiama tutto questo: esistere! Mio padre e mia madre sono partiti questa mattina, con le mie due sorelle che, improvvisamente, hanno temuto di essere violentate, come se io stesso volessi violentarle. Come me la godevo da matti :D , soprattutto quando mio padre ha abbassato la saracinesca ficcandosi in tasca la chiave. Gli ho detto: “Pensi forse che servirà a qualcosa? Te la apro senza chiavi, la tua saracinesca, domani stesso. Quanto alle tue scarpe, penso che ci pisceranno dentro o che le mangeranno, perché cammineranno a piedi scalzi!” Allora mi ha fissato e mi ha sputato in faccia. Io gli ho risposto con uno sputacchio che l’ha colpito in pieno in un occhio. Ci siamo lasciati in questo modo. :x


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Ateo al 100%


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Gattorantolo ha scritto: lunedì 11 ottobre 2021, 13:23 Ateo al 100%
E infatti ti piacciono i gatti, per i quali noi non siamo dèi, ma ... camerieri. :crazy:


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lemond ha scritto: lunedì 11 ottobre 2021, 13:07 Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail VI


Dalla scaletta che scendeva sulla stradina, il giovane era giunto senza far rumore sulla veranda. Piedi scalzi, capelli lunghi e sporchi, tunica a fiori, collana indiana, panciotto afgano e, adocchiato un passante, gli si rivolge dicendo: "Mi hanno colpito col calcio di un fucile. Un ufficiale mi ha trattato come un cane. Ma ho visto soldati che piangevano. Bene! Domani, questo paese sarà irriconoscibile. Rinascerà." :)
Ecco che compare Oreste Scalzone :diavoletto:


P.s. I Santi erano la prossima lettura pianificata, ma quasi butto a mare il giapponese che sto leggendo per passare subito a Raspail.
La letteratura giapponese mi piace, ma bisogna sempre fare una fatica iniziale grande, prendere le misure al loro modo di interpretare il mondo, il patto narrativo col lettore occidentale non è mai così definito. Almeno per me.


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lemond ha scritto: lunedì 11 ottobre 2021, 16:07
Gattorantolo ha scritto: lunedì 11 ottobre 2021, 13:23 Ateo al 100%
E infatti ti piacciono i gatti, per i quali noi non siamo dèi, ma ... camerieri. :crazy:
:mrgreen:


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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail VI


E lei, signore mi pare che sia come mio padre, un anziano buon uomo, simpatico, intelligente, composto, colto, perfettamente a proprio agio nella sua pelle, nel suo status sociale, uno che apprezza tutto ciò che lo circonda e si trova bene in questo villaggio dove hanno vissuto venti generazioni della sua famiglia, di cui lei è l’ultimo ramo: perfetto. La osservo, infatti, e la trovo perfetto. È per questo che la odio. E proprio qui da lei porterò domani i più miserabili. Essi non sanno nulla di ciò che lei è, di ciò che lei rappresenta. Il suo universo non ha alcun significato per loro. Non cercheranno di capire. Saranno stanchi, avranno freddo, accenderanno il fuoco con la sua bella porta di quercia. Copriranno di cagate la sua veranda e si puliranno le mani con i libri della sua biblioteca. Sputeranno il suo vino. Mangeranno con le loro dita nel bel vasellame appeso a questi muri. Acquattati sui loro calcagni, osserveranno il fuoco divorare le sue poltrone. Si faranno delle parure con i ricami delle sue lenzuola. Ogni oggetto perderà il significato che lei gli attribuiva, il bello non sarà più bello, l’utile diventerà ridicolo e l’inutile, assurdo. Nulla avrà più un valore profondo, tranne forse il pezzetto di corda dimenticato in un angolo della casa, che essi si contenderanno devastando, probabilmente, tutto quanto troveranno attorno. Sarà fantastico! :crazy: :diavoletto: :crazy:


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lemond ha scritto: martedì 12 ottobre 2021, 9:55 Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail VI


E lei, signore mi pare che sia come mio padre, un anziano buon uomo, simpatico, intelligente, composto, colto, perfettamente a proprio agio nella sua pelle, nel suo status sociale, uno che apprezza tutto ciò che lo circonda e si trova bene in questo villaggio dove hanno vissuto venti generazioni della sua famiglia, di cui lei è l’ultimo ramo: perfetto. La osservo, infatti, e la trovo perfetto. È per questo che la odio. E proprio qui da lei porterò domani i più miserabili. Essi non sanno nulla di ciò che lei è, di ciò che lei rappresenta. Il suo universo non ha alcun significato per loro. Non cercheranno di capire. Saranno stanchi, avranno freddo, accenderanno il fuoco con la sua bella porta di quercia. Copriranno di cagate la sua veranda e si puliranno le mani con i libri della sua biblioteca. Sputeranno il suo vino. Mangeranno con le loro dita nel bel vasellame appeso a questi muri. Acquattati sui loro calcagni, osserveranno il fuoco divorare le sue poltrone. Si faranno delle parure con i ricami delle sue lenzuola. Ogni oggetto perderà il significato che lei gli attribuiva, il bello non sarà più bello, l’utile diventerà ridicolo e l’inutile, assurdo. Nulla avrà più un valore profondo, tranne forse il pezzetto di corda dimenticato in un angolo della casa, che essi si contenderanno devastando, probabilmente, tutto quanto troveranno attorno. Sarà fantastico! :crazy: :diavoletto: :crazy:
MUBUAHAA!!!

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Questo brano mI ha ricordato Angioletta, una tipa che voleva insegnare teatro ai neri cor metodo Stanislavskij :lol: :lol: :lol:
A casa sua, dove organizzava i corsi, se magnava, se beveva, se dormiva, se... insomma, mai visto tanti affricani interessati a Konstantin Sergeevič :lol: :lol: :lol:
Pure in quella promiscuità ce stavano altre etnie, in specie del sudamerica, questi de Stanislavskij se ne stracatafottevano, fumavano erba e basta :diavoletto:
A darvi un'idea di quanto le migliori intenzioni ideologiche fossero fallaci, in quella casa quegli allegri, eterogenei parassiti stavano al freddo, fino a che l'illuminata pedagòga tirava fuori qualche biglietto da mille ed andava a comprare quei tronchetti di legna artificialmente riassemblata, da mettere nelle due stufe dell'abitazione, che era in mezzo ai boschi

:lol: :lol: :lol:


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nemecsek. ha scritto: martedì 12 ottobre 2021, 13:13
lemond ha scritto: martedì 12 ottobre 2021, 9:55 Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail VI


E lei, signore mi pare che sia come mio padre, un anziano buon uomo, simpatico, intelligente, composto, colto, perfettamente a proprio agio nella sua pelle, nel suo status sociale, uno che apprezza tutto ciò che lo circonda e si trova bene in questo villaggio dove hanno vissuto venti generazioni della sua famiglia, di cui lei è l’ultimo ramo: perfetto. La osservo, infatti, e la trovo perfetto. È per questo che la odio. E proprio qui da lei porterò domani i più miserabili. Essi non sanno nulla di ciò che lei è, di ciò che lei rappresenta. Il suo universo non ha alcun significato per loro. Non cercheranno di capire. Saranno stanchi, avranno freddo, accenderanno il fuoco con la sua bella porta di quercia. Copriranno di cagate la sua veranda e si puliranno le mani con i libri della sua biblioteca. Sputeranno il suo vino. Mangeranno con le loro dita nel bel vasellame appeso a questi muri. Acquattati sui loro calcagni, osserveranno il fuoco divorare le sue poltrone. Si faranno delle parure con i ricami delle sue lenzuola. Ogni oggetto perderà il significato che lei gli attribuiva, il bello non sarà più bello, l’utile diventerà ridicolo e l’inutile, assurdo. Nulla avrà più un valore profondo, tranne forse il pezzetto di corda dimenticato in un angolo della casa, che essi si contenderanno devastando, probabilmente, tutto quanto troveranno attorno. Sarà fantastico! :crazy: :diavoletto: :crazy:
andava a comprare quei tronchetti di legna artificialmente riassemblata, da mettere nelle due stufe dell'abitazione,
:lol: :lol: :lol:
Che sono la peggior cosa possibile, non scaldano, durano pochissimo e puzzano. Infatti sono impregnati di collanti e probabilmente anche di qualche idrocarburo.
@lemond scusa l' OT , ma sappi che leggo quasi regolarmente :cincin:


Uguaglianza, Fratellanza e Tolleranza
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aitutaki1 ha scritto: martedì 12 ottobre 2021, 13:41
nemecsek. ha scritto: martedì 12 ottobre 2021, 13:13
lemond ha scritto: martedì 12 ottobre 2021, 9:55 Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail VI


E lei, signore mi pare che sia come mio padre, un anziano buon uomo, simpatico, intelligente, composto, colto, perfettamente a proprio agio nella sua pelle, nel suo status sociale, uno che apprezza tutto ciò che lo circonda e si trova bene in questo villaggio dove hanno vissuto venti generazioni della sua famiglia, di cui lei è l’ultimo ramo: perfetto. La osservo, infatti, e la trovo perfetto. È per questo che la odio. E proprio qui da lei porterò domani i più miserabili. Essi non sanno nulla di ciò che lei è, di ciò che lei rappresenta. Il suo universo non ha alcun significato per loro. Non cercheranno di capire. Saranno stanchi, avranno freddo, accenderanno il fuoco con la sua bella porta di quercia. Copriranno di cagate la sua veranda e si puliranno le mani con i libri della sua biblioteca. Sputeranno il suo vino. Mangeranno con le loro dita nel bel vasellame appeso a questi muri. Acquattati sui loro calcagni, osserveranno il fuoco divorare le sue poltrone. Si faranno delle parure con i ricami delle sue lenzuola. Ogni oggetto perderà il significato che lei gli attribuiva, il bello non sarà più bello, l’utile diventerà ridicolo e l’inutile, assurdo. Nulla avrà più un valore profondo, tranne forse il pezzetto di corda dimenticato in un angolo della casa, che essi si contenderanno devastando, probabilmente, tutto quanto troveranno attorno. Sarà fantastico! :crazy: :diavoletto: :crazy:
andava a comprare quei tronchetti di legna artificialmente riassemblata, da mettere nelle due stufe dell'abitazione,
:lol: :lol: :lol:
Che sono la peggior cosa possibile, non scaldano, durano pochissimo e puzzano. Infatti sono impregnati di collanti e probabilmente anche di qualche idrocarburo.
@lemond scusa l' OT , ma sappi che leggo quasi regolarmente :cincin:
Ah, ah, ah, proprio a me chiedi scusa! Mica ho qualche speciale funzione e poi, a proposito del fuori tema, che qui stranamente tutti chiamano o.t, :dubbio: :crazy: credo di essere un "trasgressore seriale"! :hammer:


Fanno festa i musulmani il venerdì
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lemond ha scritto: martedì 12 ottobre 2021, 15:14
Ah, ah, ah, proprio a me chiedi scusa! Mica ho qualche speciale funzione e poi, a proposito del fuori tema, che qui stranamente tutti chiamano o.t, :dubbio: :crazy: credo di essere un "trasgressore seriale"! :hammer:
Anche per me il fuori tema è più una risorsa che un fastidio , in questa sezione poi :P , ma in questa discussione e p.e. anche in quella relativa alla storia , dove sono riportati in pillole brani concatenati , può far perdere il filo del discorso.


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Re: Religione e dintorni :)

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aitutaki1 ha scritto: martedì 12 ottobre 2021, 13:41
Che sono la peggior cosa possibile, non scaldano, durano pochissimo e puzzano. Infatti sono impregnati di collanti e probabilmente anche di qualche idrocarburo.
e mai voi mette conn quei polmoni sudaki abituati al fumo dell'erba buena, uscire a raccogliere rami secchi quando puoi stare sotto le coperte a leggere Galeano?


aitutaki1 ha scritto: martedì 12 ottobre 2021, 19:20

Anche per me il fuori tema è più una risorsa che un fastidio , in questa sezione poi :P , ma in questa discussione e p.e. anche in quella relativa alla storia , dove sono riportati in pillole brani concatenati , può far perdere il filo del discorso.
Le mie vacue chiose sono ben distinguibili dalle ordinate formattazioni di Carlo.
Adesso sono a un quinto (la precisione mi viene data dal ebook) del libro di Hideo Yokohama, na pugnetta sui rapporti interni fra reparti di polizia nipponica, e non si molla adesso, per iniziare Raspail.
Tornando IT, Raspail era fascio, monarchico, conservatore, reazionario, razzista , antisemita, non troppo alto, fascio l'ho già detto?
Il libro è del 1973, ne leggo ora il sunto di Carlo; reggerà dopo quasi 50 anni la sua chiave di lettura?
Qua per me dobbiamo fare i conti con l'omologazione, de questi intendo.
On verra.


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Re: Religione e dintorni :)

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Per religione ci si ammazza...peggio ci si sgozza l'un con l'altro...che senso ha?
La religione crea le guerre per delle idee futili di persone che credono in qualcosa di inesistente.
Quanti morti ci saranno ancora in medio Oriente per queste cose inutili?
Siamo nell'anno 2021 gente...non nel 1900 dove qualsiasi cosa veniva detta era considerata verità assoluta...la gente al giorno d'oggi usa il cervello e crede (almeno io...) in fatti e non in supposizioni.
E mi fermo qui.... :diavoletto:


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Re: Religione e dintorni :)

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Gattorantolo ha scritto: mercoledì 13 ottobre 2021, 0:10 Per religione ci si ammazza...peggio ci si sgozza l'un con l'altro...che senso ha?
La religione crea le guerre per delle idee futili di persone che credono in qualcosa di inesistente.
Quanti morti ci saranno ancora in medio Oriente per queste cose inutili?
spesso ci sono interessi meno eterei e più prosaici anche nelle guerre di religione, diciamo che la religione è un abito per coprire con un' ideologia , o presunta tale, la sconcezza dei conflitti.
E trovare facilmente un poco di manovalanza per condurli.
Gattorantolo ha scritto: mercoledì 13 ottobre 2021, 0:10 Siamo nell'anno 2021 gente...non nel 1900 dove qualsiasi cosa veniva detta era considerata verità assoluta...la gente al giorno d'oggi usa il cervello e crede (almeno io...) in fatti e non in supposizioni.
E mi fermo qui.... :diavoletto:
La "gente" è altrettanto intortabile, basta usare i mezzi à la page.


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aitutaki1 ha scritto: mercoledì 13 ottobre 2021, 0:23 La "gente" è altrettanto intortabile, basta usare i mezzi à la page.
È vero e come dice Gino, ma l'avrà copiata di certo da altri: "Alla gente è più facile metterglielo in ... che in testa", però a me fa specie che ad es, negli S.U.A. si creda in una percentuale molto alta che la Bibbia sia stata scritta da dio e che più di un miliardo di persone nel mondo si dichiarino cattoliche o islamiche, senza poi pensare che lo Stato italiano dona non so quanto, tutti gli anni, all'uomo più ricco del mondo, il quale però inneggia alla povertà. :diavoletto:


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Re: Religione e dintorni :)

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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail VII



E allora l'altro (l'anziano signore) entrò in casa, per uscirne sùbito dopo, imbracciando un fucile da caccia. 
– Che cosa fa? – Chiese il giovane. 
– Sto per ucciderla, naturalmente! Il mio mondo non sopravviverà forse oltre domattina e ho intenzione di trarre il massimo profitto dai suoi ultimi istanti. Non può immaginare sino a che punto ne approfitterò. Vivrò una seconda vita, questa notte, senza muovermi da qui e credo che sarà ancora più bella della prima. Visto che i miei simili son partiti, ho intenzione di viverla da solo. – 
– E io? – 
– Lei non è mio simile. È mio contrario. Non voglio rovinare questa notte essenziale in compagnia del mio contrario. Dunque, la ucciderò. – 
– Non avrà il coraggio di farlo. Son sicuro che lei non ha mai ammazzato nessuno. – 
– Giusto. Ho sempre condotto la vita tranquilla del professore di lettere che ama la sua professione. Nessuna guerra ha mai avuto bisogno dei miei servigi e i massacri inutili mi provocano un malessere fisico. Probabilmente, sarei stato un pessimo soldato. Eppure, ai tempi di Ezio, credo che avrei ucciso con gioia gli Unni. E, all’epoca di Carlo Martello, sarei stato entusiasta di fare a pezzi un po’ di carne araba, proprio come Goffredo di Buglione e Baldovino il Lebbroso. :diavoletto:
Il giovane morì bene, si accasciò con garbo, e, nei suoi occhi chiusi dall'altro, non vi era il minimo stupore. Niente bandiere, niente fanfare: una vittoria all’occidentale, tanto definitiva quanto inutile e irrisoria. L’anziano signor Calguès voltò le spalle a quel morto e rientrò in casa.


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lemond ha scritto: mercoledì 13 ottobre 2021, 8:09
aitutaki1 ha scritto: mercoledì 13 ottobre 2021, 0:23 La "gente" è altrettanto intortabile, basta usare i mezzi à la page.
È vero e come dice Gino, ma l'avrà copiata di certo da altri: "Alla gente è più facile metterglielo in ... che in testa", però a me fa specie che ad es, negli S.U.A. si creda in una percentuale molto alta che la Bibbia sia stata scritta da dio e che più di un miliardo di persone nel mondo si dichiarino cattoliche o islamiche, senza poi pensare che lo Stato italiano dona non so quanto, tutti gli anni, all'uomo più ricco del mondo, il quale però inneggia alla povertà. :diavoletto:
La prima parte a quanto mi risulta dall' esperienza di vita, anche come venditore, è sicuramente spesso vera. Anzi molti soggetti inconsciamente accettano solo la prima opzione , la seconda richiede troppo sforzo intellettuale.
Personalmente , la Bibbia (ma anche Corano e Torah che non a caso è traducibile come "guida") che nemmeno è un testo ma un insieme di ...
rimaneggiati, adattati in epoche diverse secondo convenienza (vedi Paolo) , è utilizzata per imporre dogmi e comportamenti appunto calati dall' alto.
Quindi indiscutibili, più o meno come la scienzaH nel Draghistan odierno.
Presa invece, con i molti benefici dovuti appunto agli "adattamenti", come insieme di documenti epico storici è anche interessante, posto che si occupi principalmente (v.t.) della nascita del popolo e quindi della religione ebraica. E solo nello spin off di quella cristiana.
Ha il grave difetto di propagandare una "fede" , quindi una dottrina che contrasta con la razionalità.
Dicotomia ben rappresentata dall' ex premier, che agiva secondo i dettami di un comitato pomposamente tecnico scientifico essendo però pubblicamente un devoto a Padre Pio.


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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail VIII


A lui quella casa piaceva e gli erano profondamente cari i libri antichi rilegati, le panche rustiche, la statua lignea della Madonna, le grandi poltrone incannucciate, le mattonelle del pavimento, le travi del soffitto, il Cristo d’avorio inchiodato su di un legno stagionato e altri mille oggetti… Gli oggetti modellano l’uomo più che il variare delle idee; per questo l’Occidente era giunto a disprezzarsi e si riversava in massa sulle strade, in fuga verso il nord, vagamente consapevole – senza dubbio – che esso aveva provocato la propria rovina abbandonandosi a troppe bassezze, che non valeva ormai neppure la pena di proibire. Può essere una spiegazione? 
Alle ventitré, un giornalista della Radiotelevisione nazionale diede lettura di un nuovo comunicato: 
“Il governo ha registrato con un certo stupore l’esodo generalizzato delle popolazioni del Mezzogiorno. Pur deprecandone le conseguenze, esso non si sente autorizzato, in presenza di una situazione così anomala, a sconsigliarlo. Ordini tassativi sono stati impartiti alla gendarmeria e all’esercito affinché questo esodo avvenga nell’ordine e non intralci assolutamente l’arrivo dei convogli militari provenienti dal nord del paese. Per autorità del signor Jean Perret, Segretario di Stato e delegato personale del Presidente della Repubblica, nei quattro dipartimenti costieri è stato proclamato lo stato d’emergenza. L’esercito garantirà la sicurezza dei beni abbandonati, per quanto possibile e nei limiti delle sue altre missioni. Il governo conferma che il Presidente della Repubblica rivolgerà un appello solenne alla nazione, questa notte, alle ventiquattro”. 
Ancora una volta, questo fu tutto. In una società perpetua preda del delirio verbale, questa laconicità faceva impressione. “I chiacchieroni stanno morendo in silenzio?”, si domandò il professore. Poi prese un libro, si versò un bicchiere di vino, accese la pipa e attese la mezzanotte… ;)


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Tolleranza delle religioni ;)


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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail VIII

Nuovo capitolo

Il dottor Norman Haller, consulente sociologo dell’amministrazione cittadina di New York, aveva previsto tutto con molta precisione: i suoi rapporti chiari e inefficaci lo attestavano. Rimedi non ve n’erano: non si cambia l’uomo bianco né quello nero: sino a quando l’uno rimarrà bianco e l’altro nero, e sino a quando tutto, ma proprio tutto, non sarà mescolato in una sorta di caffelatte. Si detestano sin da quando si videro per la prima volta. Si disprezzano sin da quando si conobbero. Uguali l’uno all’altro, eppure si odiano intensamente. Il consulente sociologo constata e si arricchisce. L’amministrazione di New York ne aveva pagato a caro prezzo l’opera monumentale consacrata all’esame delle devastazioni e dedicata all’annuncio dell’inevitabile. Nulla da fare, dottor Haller?
Nulla da fare, signor sindaco, a meno che lei non li ammazzi tutti, gli uni o gli altri, visto che non si possono cambiare. Lei può farlo? No, maledizione! Aspettiamo la fine, tentando di vivere…


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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail IX



Il dottor Norman Haller si era costruito un mondo perfetto nell’occhio del ciclone e, dal suo interno, osservava la tempesta che l’avrebbe ben presto travolto. Whisky, ghiaccio triturato, musica rilassante.
Così l’uomo bianco sconfigge la paura: ricco e solitario, cosa vuole che faccia nella sua dignità bianca? Celebra ancora una volta la sua ricchezza inutile e la sua preziosa solitudine. Alla sua salute! Sente il ghiaccio che tintinna nel mio bicchiere? Baccarat, Jack, e scotch da cento dollari! Gli occhi verdi di mia moglie: mai visti così verdi! Mi ci perderò.
Dipende tutto dai francesi, ma quella gente sarà ancora capace di ammazzare un milione di poveracci disarmati? Io non oso nemmeno sperarlo. E nemmeno i ghetti di New York lo credono. Né quelli di Chicago, di Los Angeles… Sono diventati pecore, nelle loro gabbie per matti. Non sanno far altro che ascoltare la radio o cantare nelle loro chiese folli e pregare per questa maledetta flotta. È mai stato travolto da un gregge di pecore in fuga, Norman? Il Terzo Mondo si è trasformato in un gregge di pecore. – 
E il lupo non vuol più essere lupo, vero? Allora faccia come me, Jack: beva un altro bicchiere, accarezzi a lungo la pelle bianca di sua moglie, come qualcosa di molto prezioso, e aspetti.

Jack -> l'uomo bianco.


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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail X
Nuovo capitolo

Dappertutto, nelle città dove sventola una bandiera dell’Occidente, c’è una folla che resta in attesa di qualcosa senza un motivo apparente. Meglio ancora: mi hanno appena informato che nelle regioni più interne del paese interi villaggi si sono riversati sulle strade che conducono a Calcutta. In questo momento sta accadendo, è vero, qualcosa di importanza trascendentale. Tutte queste moltitudini lo intuiscono, senza sapere né capire. Posso, tuttavia, formulare un’ipotesi: alla speranza di adozioni individuali, che animava tanta povera gente, penso sia subentrata una speranza
più inverosimile, completamente folle: quella, ancora molto vaga, di un’adozione in massa. Quanto basta per creare, quaggiù, dei movimenti irreversibili.
Bel risultato, monsignore, ribattè l'altro: " Lei è davvero un bell’esemplare di vescovo cattolico romano! Eccola trasformata in un condottiero di pagani. È una crociata alla rovescia? Giuda che cavalca il ronzino di Giovanni Senza Terra e grida “Gerusalemme sia distrutta”? Lei ha sfruttato bene la sua opportunità. I poveri non mancano, sono milioni! Non sono ancora trascorsi i primi tre mesi dell’anno e la carestia ha già colpito metà di questa provincia. I governi di queste regioni hanno perso completamente il controllo della situazione. Qualsiasi cosa accada, se ne laveranno le mani. Il corpo diplomatico di questa città ne è stato informato ufficiosamente questa mattina. E, nel frattempo, voi darete testimonianza: è proprio questa l’espressione che impiegate, non è vero? Di che cosa date testimonianza? Della vostra fede? Della vostra religione? Della civiltà cristiana? Nulla di tutto questo. Voi date testimonianza contro voi stessi, contro dei delusi dell’Occidente quali siete. Credete che i miserabili che vi circondano non lo sappiano? Poiché la mancanza di convinzione corrisponde per loro al colore della vostra pelle, hanno colto perfettamente la vostra debolezza, il vostro abbandono; del resto, li avete aiutati. L’unico aspetto del vostro proselitismo a cui sono interessati è la ricchezza occidentale, di cui siete il simbolo vivente in mezzo a loro. Per loro, rappresentate l’abbondanza e, grazie alla sola vostra presenza, vengono a sapere che essa esiste in qualche parte della terra e che a voi rimorde la coscienza di non averla condivisa con loro. Potete pure travestirvi da pseudo poveri, mangiare il curry con le mani, disseminare le campagne di consiglieri fatti a vostra immagine e somiglianza che vivono la vita dei contadini, ma per questo paese sarete solo una tentazione permanente e di sicuro voi lo sapete. Dopo le sementi, le cure mediche, i farmaci, i consiglieri tecnici, hanno trovato qualcosa di più semplice da chiedervi: “Prendi mio figlio, prendi mia figlia e portali laggiù, nel tuo paese”. L’idea si è fatta strada. Voi l’avete accettata, favorita, organizzata, ed ecco che vi sta sfuggendo di mano. Adesso abbiamo di fronte un torrente, un irrompere di torrenti senza più alcun argine.


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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail XI


Esiste un termine antico, aggiunse, che definisce alla perfezione il genere di uomini cui appartenete voi: felloni. Non è la prima volta che viene mpiegato. Ci sono stati vescovi felloni, intellettuali felloni, e felloni senza ulteriori specificazioni. Dai tempi del cavaliere Andrea d’Amaral, vostro patrono, che aprì ai Turchi le porte di Rodi il 12 ottobre 1522, il vostro è un tipo umano che, col declinare della potenza dell’Occidente, si è diffuso sempre di più. Mi sembra che sarebbe dovuto accadere il contrario, ma lo spirito si decompone e il cuore si smarrisce. Indubbiamente, non ci si può più far nulla e anche se m’ingannassi sui vostri scopi, disapprovo in ogni caso le vostre azioni.

In Francia intanto, nei quattro dipartimenti costieri è stato proclamato lo stato d’emergenza. L’esercito garantirà la sicurezza dei beni abbandonati, per quanto possibile e nei limiti delle sue altre missioni. Il governo conferma che il Presidente della Repubblica rivolgerà un appello solenne alla nazione, questa notte, alle ventiquattro”. Tra gli arabi la soddisfazione per l’insolito confronto che si stava preparando sulle coste meridionali della Francia assumeva talvolta forme di rivalsa. Non vi era ancora nulla di definito, se non desideri oscuri e impulsi repressi, come il sogno di ricevere il sorriso di una donna francese, anziché fantasticare di violentarla, di potersi permettere una bella puttana, anziché sentirsi rispondere: “Non vado a letto con i beduini!” o, semplicemente, di camminare contenti in un giardino pubblico, osservando i bambini giocare senza che le madri terrorizzate si raggruppassero sùbito minacciose come cagne in difesa dei loro cuccioli. Solo i più fanatici sognavano una nuova forma di guerra santa.


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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail XII


Nell'altra parte del globo, l’India Star, agli ormeggi da un anno, era un piroscafo vecchio di sessant'anni, costruito al tempo della dominazione inglese. Con la sua apparenza di vecchia imbarcazione ben conservata, durante i torbidi dell’indipendenza era stato sùbito impiegato nei viaggi della miseria, per consentire le migrazioni umane imposte dalla spartizione dell’India; poi era accaduto il peggio: il trasporto dei pellegrini poveri alla Mecca. Dei suoi cinque fumaioli verticali, a forma di tubo, ne aveva persi quattro, troncati ad altezze diverse dal tempo, dalla ruggine, dalla mancanza di manutenzione, dalla fatalità. Nelle condizioni in cui si trovava, non sembrava più capace di fare alcunché, se non un atto di eroismo disperato, per terminare degnamente la sua esistenza. Forse fu proprio questa la decisione del capitano, il quale ordinò al suo equipaggio di straccioni di ricollocare, tra la banchina e la nave, le tavole di legno marcio che erano state tolte tre giorni prima, quando la folla aveva cominciato a ingrossarsi pericolosamente. 
Il gesto del capitano dell’India Star sarebbe, in realtà, assolutamente incomprensibile, se non si potesse ragionevolmente supporre che gli fosse stato ispirato da qualcun altro. Erano saliti a bordo la notte prima, furtivamente alcuni bianchi, certi indiani e anche un cinese. Costoro erano agitatori in incognito, esperti della psicologia della folla. Non si seppero mai i loro nomi. Pur agendo dietro ispirazione, sapevano perfettamente ciò che facevano.
È raro che i moti spontanei della folla non siano, in effetti, più o meno manovrati. Il pensiero corre sùbito a una sorta di direttore d’orchestra onnipotente, grande manovratore in capo, che tira migliaia di fili, assecondato da solisti di genio. Niente di più falso! In questo mondo in preda al disordine dello spirito, alcuni elementi tra i più intelligenti, generosi o pericolosi, si agitano spontaneamente. È il loro modo di combattere il dubbio e di sfuggire a una condizione umana di cui rifiutano l’equilibrio secolare. Pur ignorando ciò che l’avvenire ha in serbo, lo affrontano ugualmente in una corsa folle che è una fuga in avanti ed eliminano, sulla loro strada, tutte le vie di ritirata, quelle del pensiero, naturalmente. Ciascuno di loro aziona i fili collegati ai lobi dei propri cervelli e appunto in questo consiste il mistero del mondo d’oggi: questi fili formano un tutt’uno e si dipanano, senza che vi sia un accordo preliminare, dalla stessa corrente di pensiero.
Il mondo sembra controllato non da un direttore d’orchestra ben identificato, ma da una nuova Bestia apocalittica, una specie di Mostro anonimo dotato di ubiquità che, anzitutto, avrebbe giurato a sé stesso la distruzione dell’Occidente. La Bestia non ha un piano preciso. Sfrutta le occasioni che le si presentano: la folla accalcata sulle rive del Gange era solo l’ultima occasione in ordine di tempo e senza dubbio la più gravida di conseguenze. Essa è forse di origine divina o, più probabilmente, demoniaca? Questo fenomeno inverosimile, sorto più di due secoli orsono, è stato analizzato da Dostoevskij, e anche da uno dei papi del passato, Paolo VI, che alla fine del suo pontificato si decise ad aprire gli occhi e riconobbe l’opera di Satana. Nulla può fermare la Bestia. Lo sanno tutti. Questo fatto genera, negli iniziati, il trionfalismo del pensiero, mentre coloro che ancora lottano nel proprio intimo si lasciano scoraggiare dall’inutilità di questa lotta.
– Prenderanno d’assalto l’India Star domattina – aveva detto il cinese. – Sono pronti, ma non lo sanno ancora. Resta ancora da trovare un’idea che li renda consapevoli di questo fatto. – 
– Bisognerà pagare il carbone e i viveri – avevano detto gli indiani. – Le nostre donne più povere possiedono pur sempre qualche gioiello. I nostri fratelli più miserabili conservano una rupia per gli dèi. Ben poco, in verità. Ma ben poco moltiplicato per un milione dà come risultato carbone, riso e acqua sufficienti ad arrivare sino in Europa. Sono pronti, ma occorre ancora trovare l’idea. – 
– L’idea: me ne occupo io – aveva risposto qualcuno: "… Occorre raccogliere quel che abbiamo e dire al capitano: ‘È giusto ricompensarti, prendi tutto questo e, tu che conosci le vie del mondo, portaci oggi stesso in paradiso’.” E quando quando si vide il popolo che cantava sul ponte dell’India Star, tutti volsero lo sguardo verso quella nave e tesero le braccia verso il cielo.


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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail XIII


Nessuno dubitò più del carattere divino dell’impresa, tranne i piccoli commando di agitatori che perlustravano nel medesimo istante tutte le navi di quel porto e di tutti gli altri porti del Gange. Lassù, sulla plancia di comando dell’India Star, in molti levarono le mani al cielo e ognuno, nella folla immensa, ebbe la sensazione di venir chiamato per nome. 
Non ci fu alcuna battaglia, ma l’assalto precipitoso provocò dei morti, smagliature insignificanti ai margini della marea. I bambini s’imbarcarono senza danni, passando di mano in mano al di sopra della folla. Ma le strette passerelle dell’India Star sprofondarono nell’acqua nera, tra la nave e la banchina, come grondaie troppo colme. Molti andarono a raggiungere, sotto i piloni di legno, i primi conquistatori del nuovo paradiso.
Metà del paese si è messo in marcia e non sarà sorpreso di sapere che migliaia di individui giovani e belli, non ancora ridotti alla fame, si sono uniti al movimento. La seconda ondata, caro amico, è quella della bellezza. Quel che Dio ha creato di più perfetto al mondo non sono forse l’uomo
e la donna di queste terre? Le statue nude dei nostri templi si sono riversate in strada e scendono verso il porto. È tempo, infatti, che la bruttezza umana sia umiliata dalla bellezza. Più indietro ancora, avanza la terza ondata: la paura. E dietro la paura, la carestia. Cinque milioni di morti, caro amico, nel giro di due mesi! Un’altra ondata si chiama inondazione e sotto l’inondazione giace un paese sconvolto, in cui tutti i raccolti sono andati perduti mentre la terra rimarrà devastata per cinque anni. E su questa terra avanza, come un’ondata ancora più distante, la guerra e, prima di questa guerra, altre carestie e altri milioni di morti che precedono un’altra ondata, più vicina al punto in cui è scoppiata la tempesta, l’ondata della vergogna per l’epoca in cui l’Occidente occupava questa nazione… Ma, trascinato da tutte queste ondate, vi è sempre questo popolo che si accoppia nella gioia dei corpi e delle anime per generare altri milioni di morti ed è lì che si colloca il centro occulto della tempesta. Infatti, non si tratta di una tempesta, ma del trionfo della vita. È scomparso, il Terzo Mondo: questa definizione che avevate inventato per mantenere le distanze. C’è solo il mondo e questo mondo sarà sommerso dalla vita. Ormai, il mio paese è soltanto un fiume di sperma deviato improvvisamente dal suo corso, un fiume che scorre verso l’Occidente.


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Ma cos'è sta roba? La bibbia in capitoli?


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Gattorantolo ha scritto: domenica 24 ottobre 2021, 11:24 Ma cos'è sta roba? La bibbia in capitoli?
Il campo dei santi di Jean Raspail 1973. Libro profetico? premonitore? ammonitore? distopico? reazionario? che tratta di migrazioni di popoli.


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lemond
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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail XIV



La coscienza umanitaria dei paesi ricchi non sembra essere scossa più di tanto dalle sofferenze patite da numerosi popoli del Terzo Mondo, eccetera… l’aiuto dell’Occidente e degli organismi dell’ONU è irrisorio in rapporto alle necessità, eccetera… Il problema fondamentale, quello dell’avvenire del Terzo Mondo, eccetera…” Dalle vostre parti sapete leggere, non siete sordi. Sono dieci anni che queste cose vi vengono ripetute in tutte le salse, ma sono i professionisti del rimorso a ripeterle. Sono innumerevoli, nei vostri paesi, e tutto quello che sapete fare è macerarvi nei rimorsi pregando non so chi che questa situazione duri il più a lungo possibile. Avreste dovuto conservare il vostro ferreo disprezzo, voi occidentali. Forse sarebbe servito a rendervi più efficienti. Sta accadendo qualcosa di irreparabile, di cui già si intravede la conclusione: ve la siete meritata, nessuno si opporrà. Nemmeno nei vostri paesi, prova lampante della vostra decadenza.
Sulla banchina era ormeggiata una grossa nave, alta quasi quanto l’India Star, collegata alla terraferma da tre passerelle, su cui si accalcavano vari termitai umani. Ai piedi di una di queste passerelle, la schiena girata verso la folla e lo sguardo rivolto verso il mare aperto, un uomo bianco, dall’aspetto triste, levava in alto le braccia. Era un Vescovo che benediva!
– Lei assomiglia a un Cristo morto, gli disse Qualcuno; che si culla nelle sue illusioni, in nome di un Dio insensato che esiste solo nella sua testa. Ma guardi una buona volta e per davvero quest’accozzaglia brulicante che ci circonda e ne tragga le giuste conclusioni! 
Lei è semplicemente un apostolo cieco, sordo e inutile. Lei non rappresenta niente per questa folla. Lei è completamente solo, signore. Tutta questa gente la osserva senza capire e ciò nonostante lei l’ha appena benedetta. Perché è proprio questo che ha fatto, non è vero? È questo che lei ha osato fare?
– Certamente – disse il vescovo. – Sono prefetto apostolico del Gange ed ecco la mia diocesi che se ne va. Le auguro buon viaggio e prego affinché Dio le presti soccorso. – 
– Fraseologia esecrabile! Lei è proprio un prete, anche se ha il titolo di vescovo! Un tempo, solo quelli nati per essere vescovi diventavano vescovi, e i preti restavano preti. Oggi domina la mescolanza dei generi e nessuno occupa più il posto che gli compete. Che cosa pensa di guadagnarci, con una fraseologia così banale? Come se il Gange avesse mai avuto bisogno di un vescovo! E lei crede che Dio aiuterà questa marmaglia? Il suo, forse, il mio no di certo! E infatti partono! La sirena dell’India Star scatenò un urlo così straziante che avrebbe fatto fremere qualsiasi capitano anche solo vagamente superstizioso.


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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail XV


L’esercito disertò nel modo più vile, nella disfatta, come di consueto. Dio ci dà, un bel giorno, eserciti vittoriosi che all’improvviso disertano di fronte al nemico vinto! Ed è certo che ce li darà, se ascolterà tutti i miserabili che si sono appropriati del suo nome. Trascinato dalla folla, assorbito, digerito, il vescovo si trovò sollevato sino al ponte della nave dove la marea umana lo depose, vivo ma flaccido come un naufrago approdato miracolosamente sulla spiaggia di un’isola ignota e quasi privo ormai, dentro quella densità carnale, dentro quella folla in stato di sudorazione mistica, di qualsiasi coscienza della propria identità. 
Alcune comparse si unirono a questo viaggio. Con loro grande stupore, divennero tali nel momento in cui l’India Star fece udire la sua sirena. Rifiutati per ostracismo, odio razziale, o semplice indifferenza, sopra tutto per indifferenza, quegli individui furono relegati, come liberi prigionieri rinchiusi da muraglie umane, nel punto più basso dei ponti di sottocoperta, o negli sgabuzzini oscuri e surriscaldati nelle vicinanze della sala macchine. In mezzo a loro, stranieri dimenticati come prigionieri di una spedizione vittoriosa e destinati a essere sacrificati al momento del trionfo finale, si trovavano, oltre ad alcuni cinesi stremati, pure certi bianchi. Accovacciati sui calcagni, raggruppati in tribù primitive, soli, affamati, parlavano. Parlarono per otto giorni. Il fenomeno a cui avevano preso parte e di cui si ritrovavano testimoni inutili, li fece sprofondare in uno stato di inquietudine intellettuale, aggravato dallo sfinimento. In queste condizioni, ciascuno di loro ricostruiva un nuovo mondo, come se stesse scrivendo sulle pagine patinate di qualche rivista della sinistra occidentale. Mancava solo che, nonostante quella condizione miserevole, firmassero le proprie invettive spacciandole per innocue petizioni, si congratulassero a vicenda e si scambiassero da còmplici i nomi, la fede e i princìpi loro, tutte cose di scarsissima importanza quando si marcisce in una topaia. In mancanza di qualcosa da mettere sotto i denti, sbranavano l’Occidente con le urla. La fame li rendeva feroci. Già immaginavano dì venire riconosciuti come buoni apostoli e di guidare i primi passi della folla sulla terra occidentale. Uno cacciava gli infermi dai nostri ospedali per far riposare, tra bianche lenzuola, i lebbrosi e i malati di colera. Un altro riempiva di mostriciattoli le nostre gioiose scuole materne. Un altro predicava una fornicazione generale, in nome di un’unica razza futura. Un altro ancora incitava l'esercito dei piedi scalzi dalla pelle scura all’assalto dei supermercati: “Figurati la scena! Centinaia di migliaia di donne e di bambini scatenati in questi magazzini giganteschi, che si riempiono la pancia e spaccano tutto…” :crazy:


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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail XVI


n un dispaccio appena giuntoci da Parigi, il governo francese conferma che nei quattro dipartimenti marittimi è stato decretato lo stato di emergenza e che truppe di rinforzo sono dirette verso il Mezzogiorno. Il governo sovietico ha deciso di essere solidale con l'Eliseo, ma se i francesi decideranno di sparare, i loro vicini non batteranno ciglio, in mancanza di precedenti a loro favore. Non credo però che i francesi ne siano capaci. Sono sempre stati i figli prediletti di qualcosa, questi tesorucci: della Chiesa, della ragione, dell’amore, della rivoluzione e ora dell’Androgino! Allora saremo noi a sparare e se non contro gli arabi, verso i cinesi! Infatti il mugicco in salsa proletaria è rimasto, per fortuna, quello che è sempre stato: un onesto bruto che non si lascia condizionare troppo dai turbamenti dello spirito. Potremmo arrivare a un totale di cinque o settecentomila cinesi; ma purtroppo, se non ha bevuto, anche il mugicco si stanca di sguazzare nel sangue.
Il generale chiuse gli occhi e si massaggiò le palpebre, come se volesse dissolvere una profonda stanchezza. Ma sono davvero donne e bambini? Donne con seni, collo sottile e calzoni piatti sul triangolo del sesso? Bambini con occhi più grandi del loro viso e seri come solo i bambini sanno esserlo? Lei sa, come possono essere seri i bambini, quando vogliono, e come sono testardi? Sì, certo, donne e bambini! Per il resto, signor generale, lei non dovrebbe affatto lesinare la vodka.
Avanti, Zackarov! In marcia! Un due! Un due! Un due! Niente parate! Testa diritta! Sguardo vuoto e inespressivo! Ho finito.  
– Se permette, signor generale, prima di tutto mi verserò un goccio. Vedo che la serata sta solo per cominciare… – :D


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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail XVII


Affermare che la notizia della partenza della flotta inquietasse sul serio il mondo occidentale, sarebbe, sostanzialmente, contrario alla verità. Per questo molti personaggi si affannarono sùbito a spalmare con compiacimento e maestria la crema untuosa sgorgata dai loro cervelli. Le vacche da latte del pensiero occidentale contemporaneo si resero sùbito disponibili e, in occasione della mungitura quotidiana, muggirono con soddisfazione tanto maggiore in quanto, per il momento, nulla lasciava sospettare la particolare gravità del problema.
Se si vuol capire qualcosa dell’opinione pubblica occidentale, in relazione alla flotta migrante o a qualsiasi avvenimento fuori della sua norma, occorre afferrare un concetto essenziale, ovvero che essa se ne infischia altamente di tutto. È una constatazione curiosa, ma la sua ignoranza insondabile, la fiacchezza delle sue reazioni, la vanità grossolana e il cattivo gusto dei suoi impeti passionali (sempre più rari), aumentano in misura proporzionale al suo grado di informazione. Sì, certo! Essa si concede qualche emozione, quando va al cinema o si incolla fremendo al televisore per seguire un teleromanzo, di sua spontanea volontà o grazie all’azione di qualche professionista. Lo spettacolo degli avvenimenti mondiali, offerto dalla puttana chiamata Comunicazione di Massa, serve semplicemente a vivacizzare il nulla in cui da lungo tempo essa è sprofondata. Chi crede di pensare, non fa altro che sbavare di fronte a un avvenimento. Non si deve, però, disprezzare più di tanto questa bava. Colando al momento del telegiornale o della lettura dei quotidiani, essa rivela una qualche attività cerebrale. L’opinione pubblica cerca di ravvivare la propria inerzia, non fa altro… Qualcuno pensa davvero che per un occidentale medio, appena uscito dall’officina o dall’ufficio, i grandi avvenimenti mondiali rappresentino altra cosa da un’interruzione provvisoria della noia mortale in cui egli si dibatte? La concertazione stessa, la Santa Concertazione, salvagente della società moderna, non è che un diversivo per la massa, perché la massa è troppo stanca per sopportare svaghi più seri. Chi si azzarda a proporli, viene annientato.
La luna, il Biafra, un terremoto rovinoso, una campagna anti inquinamento, una guerra dei sei giorni, una Baia dei Porci, una morte di Mao non sono, in realtà, che una festa di Natale in cui il nulla mentale si addobba improvvisamente di ghirlande e suona delle trombette. Ecco, la noia sparisce: è già un buon risultato, sperando che la cosa duri! Non tutti i giorni è domenica o scoppia una guerra in Biafra o in Israele.
Quando il primo elicottero carico di giornalisti si diresse verso Ceylon e scattò, a bassa quota, la prima serie di foto della flotta migrante, foto davvero sconvolgenti che vennero pubblicate come uno scoop dai giornali di tutto il mondo, che cosa pensò, secondo voi, l’omuncolo occidentale? Che fosse minacciato? Che l’orologio del tempo avesse iniziato il conto alla rovescia della sua morte? Niente affatto. Pensò soltanto che questa sarebbe stata proprio una lunga storia divertente, vista la lentezza esasperante con cui la flotta avanzava, disseminando il mare di cadaveri. 


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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail XVIII


Proviamo però a immaginare un risveglio brutale, un’immersione nella realtà che coinvolga tutti quanti, cosa che non si è più verificata dalla seconda guerra mondiale in poi. Il teleromanzo infrange all’improvviso lo schermo, che si schianta tra la bistecca e le patatine fritte. Ed ecco i personaggi irrompere in massa dal televisore, affollarsi nel salottino, perfettamente identici a quelli che si muovevano nell’acquario solo qualche istante prima ed erano tanto divertenti. Ora però, frantumato il vetro protettore, non recitano più, sono carichi di miseria, di piaghe, di pianti, di odio e di mitragliatrici. Attraversano l’appartamento messo a soqquadro, distruggono l’armonia sonnolenta, pietrificano le famiglie in fase di digestione e si riversano nella città, nella nazione, in tutto il mondo, come immagini fotografiche che prendono vita, attori di un documentario che dicono improvvisamente “merda!” al regista, diventando frenetici, incontrollabili. Allora l’omuncolo si accorge di aver letto o sentito male. Stavolta l’evento non è stato pubblicato e diffuso per la sua quieta esultanza. Questo è ciò che l’omuncolo udrà veramente: “Un milione di profughi del Gange si appresta a invadere la Francia, domattina! :grr:
Altre cinque flotte sono in viaggio, provenienti dall’Africa, dall’India e dall’Asia”. Allora l’omuncolo correrà ad acquistare zucchero e olio, pasta e salsicce. Nasconderà i suoi denari in un calzino sotto un’asse del pavimento, leccherà le scarpe bisunte del signor benzinaio per strappargli due taniche di carburante, indispensabili al suo esodo. Infine, gli occhi inumiditi da una maschia tenerezza, osserverà la moglie, la figlia e la vecchia madre, già circonfuse dall’aureola degli oltraggi. Dopo di che, espulsi con un rutto gli umori dell’ultimo banchetto degli ex-combattenti della gastronomia, si dichiarerà finalmente pronto ad “affrontare gli eventi”. In vista di questo, il suo sguardo diventerà furbesco e mansueto. L’omuncolo tenterà di cavarsela, questo è certo.
Ma, per il momento, non siamo ancora giunti a tal punto. Per il momento, l’omuncolo si è addormentato in compagnia di milioni d’altri nella bava in cui affonderà, annegherà. Sta ascoltando tranquillo le campanelle che i grandi pensatori agitano per lui. 
Che concerto! Che talento! Solo brani classici, prodotti delle più solide tradizioni della grande musica umanitaria. È impossibile citare tutti i nomi di quei grandi maestri: i primi giorni fu un diluvio, una valanga di note celestiali e strappalacrime. 
Proviamoci lo stesso. Ci stancheremo di leggerli prima che loro si siano stancati di parlare e di scrivere, ma non dimentichiamo che portano tutti una pesante responsabilità: sono stati loro a ingannare l’omuncolo. Solo pochi consapevolmente, gli altri vomitarono fiumi d’inchiostro e di parole per motivi penosi, il più comune dei quali era il rifiuto della ferocia, come se l’animale minacciato nella radura ai limiti della sua foresta fragrante e rigogliosa si rifiutasse all’improvviso di ruggire e di digrignare le zanne, proprio quando una semplice dimostrazione di ferocia basterebbe a salvarlo. Una cosa assurda! L’ignavia contagiosa dei loro commenti si accompagnava talvolta – cosa ancora più vile – a scrupoli morali: temevano di non sghignazzare abbastanza nel branco delle iene, di non frignare a sufficienza nel coro dei tartufi, di non belare con gli imbecilli, di mostrare, per distrazione, un’immaginazione differente e, soprattutto, di farsi additare dalla coscienza globale come eccentrici che non volessero unirsi al tradimento. Ah, quanti bei pennivendoli, quanti fini dicitori spuntarono in quelle giornate interlocutorie! 
Tra questi esimi personaggi occorre citare, in particolare, l’ineffabile portavoce del governo francese, fu il primo a gracchiare; il suo compito era quello di aprire l’asta. Tutti speravano ardentemente che fissasse un prezzo di partenza molto alto. Simili speranze non andarono deluse. La Francia eterna aveva il dovere, per rispettare una consuetudine universalmente riconosciuta, di eseguire un assolo di sublimi guaiti d’amore, senza pensare al modo di trarsi d’impiccio, dopo aver combinato il guaio. :)


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Il campo dei santi
Romanzo di Jean Raspail XIX e fine


– Senza peraltro enfatizzare la rilevanza dell’evento – esordì il portavoce ponendo davanti ai microfoni un fascicoletto sottile… In effetti, i ministri erano stati colti alla sprovvista. Ma non arriveranno mai, ho esaminato le foto: una bella tempesta da quelle parti e non ne sentiremo più parlare! – 
Dunque: un milione di miserabili che annega in silenzio al piano terra dell’Eliseo, mentre il vento agita dolcemente gli alberi del parco, rivestiti di foglie tenere e fresche. 
– Insomma – intervenne il Presidente, sorridendo come sua abitudine, quasi stesse terminando di pranzare – basterà affidarsi a Eolo e a Nettuno. – 
Qualcuno tossì, sforzandosi di trovare un’idea semplice: – Non si potrebbe richiedere ai governi del subcontinente indiano di intercettarli, finché sono ancora in tempo? – 
Qualcun altro in fondo al tavolo sogghignò. 
– Ma esiste davvero un governo nel subcontinente indiano? – chiese un piccolo Segretario di Stato, di solito silenzioso. Dai primi posti si alzarono dei sospiri. 
– Sono già in grado di comunicarvi la loro risposta – disse il ministro degli Esteri – eccola: ‘I governi del subcontinente indiano, allarmati dalla situazione interna e dalla drastica riduzione delle risorse alimentari…’ – 
Nuovo sogghigno. 
– Un casino! – disse il piccolo Segretario. 
Il Presidente apprezzava le battute postprandiali ma ritenne che questa volta si esagerasse: 
– Signor Segretario di Stato! – disse con tono energico – la prego di mantenere un’opportuna decenza. Prosegua, signor ministro degli Esteri. – 
Altro sospiro.
“I governi del subcontinente indiano, per quanto li concerne, dichiarano che è impossibile intraprendere qualsiasi azione, di qualsiasi natura, e declinano in anticipo qualsiasi responsabilità. Esprimono il loro rammarico…” 
Si tornò di nuovo al punto di partenza. 
– Ecco qualcuno che parla chiaro – disse il Presidente. – Che modo comodo di governare! Mi chiedo se esista, in qualche parte del mondo, un governo responsabile di qualcosa. Non si potrebbe almeno tentare un’azione qualsiasi? Un passo ufficiale? Con prudenza, naturalmente. All’ONU, per esempio. – 
Il piccolo Segretario di Stato sobbalzò sulla sedia come un diavoletto e disse esultante: 
– Proponiamo all’ONU la seguente risoluzione: internazionalizzazione della flotta nomade sotto le insegne azzurre dell’ONU, con un controllo a bordo da parte di marinai osservatori svedesi, etiopi e paraguaiani. L’UNRWA provvederà a rifornire di viveri a mezzo di elicotteri la popolazione imbarcata e a curare la manutenzione delle navi. Così la flotta continuerà a girare in tondo sugli oceani del globo per vent’anni, tra la soddisfazione generale. D’altronde, l’idea non è nuova. Essa è risultata di grande utilità nel passato. Ovviamente, in vent’anni, la popolazione imbarcata raddoppierà di certo. L’inattività, il caldo… Occorrerà costruire navi che fungano da campi di raccolta, di rinforzo alla flotta. Signori, credetemi: potremo andare avanti per lungo tempo in questo modo! I nipoti dei migranti non sapranno nemmeno più perché abbiano il mare come orizzonte e il ponte della nave come territorio nazionale. Bisogna infatti considerare che sorgerà in loro una coscienza politica. L’inattività, il caldo… Cominceranno ad avanzare rivendicazioni. Esigeranno l'indipendenza. Perché no? Sui seggi dell’ONU siedono i rappresentanti di cento nazioni che non dovrebbero esistere. Ne inventeremo una di più, ecco tutto! La Repubblica Itinerante degli Oceani. Ovviamente, secondo l’usanza, vi sarà una divisione. La flotta verrà spezzata in due, avendo cura che i due tronconi girino in senso contrario l’uno all’altro e non si incontrino mai. Naturalmente bisognerà pagare. Alle nazioni occidentali verrà addebitata, in proporzione alle loro ricchezze concupite, parte delle spese di manutenzione delle due repubbliche oceaniche. Ci siamo abituati. Che cos’altro facciamo quando insorge una crisi nel Terzo Mondo e vogliamo mantenere la pace? :crazy:


Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì :bll:

"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono." :)
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