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chinaski89
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Re: Storia

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lemond ha scritto: domenica 24 gennaio 2021, 9:58
chinaski89 ha scritto: domenica 24 gennaio 2021, 9:29
lemond ha scritto: sabato 23 gennaio 2021, 11:45 Per chi volesse sapere il ruolo avuto dall'Italia (in particolare) nello scoppio della prima e seconda guerra mondiale, basta che ascolti per intiero queste sei ore audio sul Kaiser, di Sergio valzania. ;)
Sullo stesso argomento (scoppio prima e seconda guerra mondiale) ci sono due bellissime conferenze rintracciabili sia come podcast sia sul tubo del prof Barbero che secondo me merita sempre :)
A questo proposito, molto meglio (s.m.) Sabbatucci, il quale spiega benissimo anche la nascita del fascismo, di Barbero, il quale si interessa soprattutto di Caporetto, perché lui è un cultore di storia militare, più che politica, nell'età moderna.
Hai ragione, però Barbero secondo me come divulgatore è imbattibile farebbe interessare chiunque all'argomento. Poi verissimo quello che dici, le sue specializzazioni sono storia militare e del medioevo.

In particolare mi riferivo al ciclo di conferenze "come nascono le guerre" e non alle varie presentazioni del libro su Caporetto.


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Re: Storia

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chinaski89 ha scritto: domenica 24 gennaio 2021, 10:42 ... In particolare mi riferivo al ciclo di conferenze "come nascono le guerre" e non alle varie presentazioni del libro su Caporetto.
L'ò sentite,ma non le rammento molto bene, riascolterò. Ciao e grazxie, Carlo.


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Re: Storia

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Trovato e cominciato ad ascoltare

Subito mi sono imbattuto in una dichiarazione di tal Francesco I "... siamo già nella terza guerra mondiale" e continuo a domandarmi, ma perché certe gente non impara mai a tenere la bocca chiusa, lasciando parlare chi ha qualcosa di vero da dire? :muro:


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo con "voce" narrante di Benito Mussolini) I

1919, Fondazione dei fasci di combattimento (Milano - Piazza San Sepolcro)

Gli uomini vecchi (quelli del risorgimento, per intenderci) saranno travolti da quattro milioni di combattenti ritornati alla vita civile. Il mondo va verso due grandi partiti: quelli che ci sono stati (alla guerra) e gli altri! I primi sono la mia gente, perché io sono lo sbandato per eccellenza, il protettore degli smobilitati!
La prima adunata dei Fasci di combattimento era stata fissata al Teatro del Verme, capace di 2000 posti, ma la vasta platea è stata disdetta e l'unico posto che sarebbbe stato riempito è questo: la sala riunioni del Circolo Commercianti. :(
La presidenza dell'assemblea è stata assunta da Ferruccio Vecchi, fervente interventista, capitano degli Arditi, un tubercolitico eccitabile e impulsivo, che talvolta può diventare pericoloso. La segreteria del movimento sarà quasi sicuramente affidata ad Attilio Longoni, un ex ferroviere ignorante, zelante e sciocco, oppure a Umberto Pasella, prestigiatore nei circhi itineranti. Gli altri dirigenti li sceglieremo a caso tra chi ha fatto più baccano nelle prime file. ;)
Quelli che ho davanti nella sala li conosco a memoria: sono gli uomini della guerra (o meglio del suo mito), li desidero come il maschio desidera la femmina, ma li disprezzo pure, perché io sono l'uomo del "dopo"! Alle spalle niente, solo il 24 ottobre del 2017: Caporetto, l'agonia della nostra epoca e il 24 novembre 1914, il giorno della mia espulsione dal Partito socialista.
Oggi, qua dentro, siamo in meno di cento, ma noi sappiamo di essere il futuro e ridiamo degli altri, perché io sono come le bestie, sento il tempo che viene. :italia:


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Re: Storia

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Seguirò con molto interesse il riassunto di questo libro che a differenza del precedente non ho letto ;)

Nel frattempo giro qualche altra lezione del prof Barbero. Questa è veramente molto interessante, racconta di fatti che conoscevo poco e niente pre (e durante) la seconda guerra mondiale


Ultima modifica di chinaski89 il lunedì 25 gennaio 2021, 11:05, modificato 1 volta in totale.


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Questa tripletta invece è più del suo campo, parla di tre rivolte medievali. Il secondo video in particolare è forse la miglior lezione in assoluto del prof insieme a quella di Salimbene :gnam:









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Re: Storia

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Le ho ascoltate e sono anche iscritto al gruppo dei suo affezionati. ;)


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Re: Storia

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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo con "voce" narrante di Benito Mussolini) II

Giovanni Gasti, direttore generale di pubblica sicurezza scrive nella primavera del 1919 questo rapporto:
"Benito Mussolini è forte, benché sia affetto da sifilide e questa robustezza gli permette un lavoro prolungato (circa quindici ore al giorno). È sensuale, emotivo e impulsivo, nonché persuasivo nel parlare, anche se non possiede le doti del grande oratore. È un sentimentale e pure generoso, il che gli procura molte simpatie/amicizie, alle quali tiene molto e sarà disposto anche a parecchi sacrifici per gli amici. Buon conoscitore degli uomini, è capace di determinazioni pronte, ma non è tenace nelle convinzioni e nei propositi. È ambiziosissimo e vuol sempre primeggiare/dominare.
Nel socialismo salì rapidamente a una posizione eminente (direttore dell'Avanti) e qualche compagno confessa ancor oggi che pochi seppero interpretare come lui l'anima del proletariato. Quanta parte delle convinzioni socialiste si sia persa dopo il tradimento (passaggio dalla neutralità all'intervento in guerra) è impossibile stabilirlo (nota mia, un po' come Nietzsche, che anche dopo aver rinnegato il sodalizio con Wagner "Umano, troppo umano" non smise mai di suonare persino il Parsifal) e forse lui si sarà illuso di essere rimasto socialista. Con il suo temperamento non si potrà mai avere la certezza che non defezioni, ma possiede le qualità per diventare un condottiero temibile per l'avversario".

Nel salone del Circolo dei Commercianti, scrive il Corriere della Sera, si è svolto ieri (23/3/1919) un convegno per la costituzione dei Fasci regionali fra gruppi di interventisti. Hanno parlato l'industriale Enzo Ferrari, il capitano degli Arditi e altri. Il prof. Mussolini ha illustrato i capisaldi dell'azione dei Fasci: valorizzazione della guerra e di chi l'à combattuta e dimostrazione che l'imperialismo è consiste nella lotta di tutti gli altri stati contro l'Italia. :x
Questa notizia era affiancata e con lo stesso numero di parole da un normale furto.


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Re: Storia

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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo con "voce" narrante di Benito Mussolini) III

B. Mussolini, Milano, inizio primavera 1919

Solo poche strade separano la redazione del Popolo d'Italia dalla sezione milanese degli Arditi. Da entrambi i luoghi Benito deve attraversare il Bottonuto per andare a cena. Per farlo bisogna turarsi il naso e sapere che rapine e pestaggi sono consueti anche di giorno; l'attività principale è la prostituzione.
Mussolini cena tardi, dopo le dieci di sera esce dalla tana del direttore e, accesa la sigaretta, si avvia di buon passo e volentieri nella sacca pestilenziale, passando quasi in rassegna quegli uomini ai lati delle stradine, come un generale in cerca di un esercito. Lui sa che il delinquente abituale ne fa parte, perché al momento, lo ripete sempre a Cesare Rossi: " Siamo ancora troppo deboli per fare a meno di loro!"
Gli Arditi hanno occupato un locale grazie al padre di uno di loro, altrimenti non sarebbe stato facile trovarlo per quesi soldati, preziosi in tempo di guerra, ma detestati subito dopo.
Essi si raccontano di essere stati loro a vincere la guerra, perché altrimenti non si sarebbe sfondata la linea del Piave con la controffensiva dopo Caporetto. Inoltre, in quella guerra di pecore, prone al macello, solo loro avevano riportato la fiducia in se stessi e ripristinato il culto eroico dei guerrieri antichi, tipico di chi uccide faccia a faccia, con un coltello.
Mussolini li aveva reclutati subito e già il 10 novembre, nel giono delle celebrazioni della vittoria, il direttore del Popolo d'Italia si era accomodato sul camion che issava la bandiera nera con il teschio e poco dopo, al Caffè Borsa, aveva brindato proprio a loro, fra i milioni di combattenti.
Lui, odiato e odiatore di professione, sapeva che il loro rancore si sarebbe accomulato e che presto tutti i reduci sarebbero stati scontenti di ogni cosa, tanto più che infuriava la "spagnola" e nelle piane basse la malaria. Già reietti, questi uomini, si passavano la fiasca di cognac, mentre leggevano le parole di quell'uomo che dall'ufficio di Milano esaltava "la vita senza languori, la morte senza pudori".


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oggi 27 gennaio vi propongo questo


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mdm52 ha scritto: mercoledì 27 gennaio 2021, 15:50 oggi 27 gennaio vi propongo questo
Merci di aver ricordato come certi Stati si sono comportati! Altri invece, come il Re di Danimarca, si è messo la fascia gialla!
P.S. Fino a oggi ho sempre creduto che il velodromo fosse quello di Marsiglia (Lo stade velodrome). Che idiota! :hammer:


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lemond ha scritto: mercoledì 27 gennaio 2021, 16:47
mdm52 ha scritto: mercoledì 27 gennaio 2021, 15:50 oggi 27 gennaio vi propongo questo
Merci di aver ricordato come certi Stati si sono comportati! Altri invece, come il Re di Danimarca, si è messo la fascia gialla!
P.S. Fino a oggi ho sempre creduto che il velodromo fosse quello di Marsiglia (Lo stade velodrome). Che idiota! :hammer:
eh no!
cmq c'è il film in italiano: Vento di primavera


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Ne ho visti diversi film sul velodromo del 1942. :cincin:


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Re: Storia

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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo con "voce" narrante di Benito Mussolini) IV

La trattoria Grande Italia è un locale modesto e quando entra è subito al centro dell'attenzione.
Anche i commensali sono individui notori: Ferruccio Vecchi, fondatore del movimento futurista e capitano degli Arditi, pluridecorato; di fronte siede Albino Volpi, pregiudicato (non si sa quante volte) per reati comuni, è un invasato della violenza e si narra che strisciasse di notte dall'ultima trincea per andare a sgozzare le sentinelle e di sicuro è stato uno dei "caimani del Piave", coloro che attraversavano il fiume per uccidere le vedette sulla spondo opposta. Dopo poco arriva anche Domenico Ghetti, un anarchico romagnolo, da giovane esule in Svizzera con Mussolini, ammazzapreti, torbido, violento, complottista, derelitto.
I quattro mangiano in silenzio, mentre un enorme baccano monta nella saletta riservata di fianco: il lavoratori dell'Avanti cantano: "Bandiera rossa trionferà!" e brindano al 17 febbraio. Quel giorno memorabile 40.000 operai in sciopero avevano sfilato fino all'Arena (nota mia, vecchio stadio dell'Inter ;) ) sventolando bandiere e innalzando cartelli che maledicevano la guerra vittoriosa, chiedendo l'amnistia per i disertori.
All'Italia di Mussolini era parso che in quel corteo si facessero vivi i mostri della decadenza! E che il mondo pacificato "cedesse a una malattia"!
A quel bottegaio, autoritario, misogino, patriarcale, l'urlo anti-militarista/patriottico lasciava presagire qualcosa di terrificante e inaudito: un futuro senza di lui!!! :x


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo con "voce" narrante di Benito Mussolini) V

Amerigo Dùmini


Tutto va male, non c'è nemmeno un soldo, perché si è combattuto? Il fiorentino sta uscendo dall'ospedale militare in via dei Mille è claudicante e indossa la giubba aperta degli Arditi, con le fenditure sui lati concepite per estrarre le bombe. I passanti che lo incontrano lo scansano, alcuni addirittura cambiano marciapiede. All'ospedale tuti i reduci del battaglione d'assalto ripetono la stessa litania e aggiungono che li hanno congedati di notte, umiliandoli con il silenzio. "Per non provocare" è stato detto, ma chi? La rsisposta è semplice: i disfattisti, gli imboscati, i socialisti, mentre gli eroi sono stati fatti rientrare nella vita civile come ladri nella casa del Signore! :x
Gli hanno detto che alla Misericordia qualcuno lo può aiutare e per arrivarci sta attraversando piazza di Santa Maria del Fiore ed è notato da un gruppo di selciatori. Ce l'ànno con lui perché è al servizio degli imperialisti che hanno voluto la guerra e gli urlano "assassino", "infame".
Il soldato è solo e mal ridotto, ma anche pallido di collera, nonché orgoglioso della medaglia d'argento e di una croce di guerra; e quei vigliacchi osano ... Urla "Imboscati" e mette mano al pugnale.
Gli sono addosso in un attimo, lo atterrano facilmente e il primo dei muratori che l'à colpito gli strappa le mostrine da Ardito e glele infila in bocca!
I lettighieri della Misericordia lo troveranno in posizione fetale e non sembra che ritrovi nessuna ragione per riguadagnare la postura eretta. Riaprirà bocca solo più tardi, per correggere il poliziotto che raccoglie le generalità: "Dùmini" precisa, con l'accento sulla prima sillaba, alla toscana.


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo con "voce" narrante di Benito Mussolini) VI

15 aprile 1919


Oggi tutto tace, MIlano trattiene il fiato, non un solo operaio si è presentato al lavoro, anche le banche e gli uffici municipali sono chiusi.
Due giorni fa, un comizio socialista si è concluso con parecchi feriti e un morto, dopo che l'anarchico rivoluzionario Ezio Schiaroli aveva violentemente attaccato Mussolini, c'erano stati scontri fra la polizia e i cominzianti e la conseguente proclamazione dello sciopero generale.
Da mesi ormai l'attesa angosciosa (o di speranza) è lo stato quasi costante in tutta Europa: a Novembre Kurt Eisner ha dichiarato la Baviera repubblica socialista, a febbraio gli hanno sparato e il 6 aprile, con il potere vacante i social/comunisti hanno proclamato "La Repubblica sovietica bavarese". Pochi giorni prima S. Garbai e Bela Kun si erano alleati alla Russia di Lenin e, per recuperare i territori perduti nella guerra, avevano invaso la Slovacchia e attaccato la Romania.
Alcune migliaia di manifestanti, senza un piano preordinato, puntano verso il Duomo, dove, dietro il cordone di militari, un uomo arringa la piccola folla di borghesi, ufficiali, studenti universitari, Arditi e fascisti; si chiama Filippo Tommaso Marinetti, fondatore della prima avanguardia storica del Novecento italiano. Il manifesto per un movimento poetico futurista ha avuto risonanza europea e ha come cardine la glorificazione della guerra -sola igiene del mondo- che lui ha vissuto come volontario negli alpini. E ora è lì, che incita gli indecisi a entrare nella colonna dei contromanifestanti: "Niente spettatori!" E gli Arditi tirano fuori i revolver.
La battaglia vera e proipria dura un minuto, perché, di fronte a chi spara, la colonna socialista si sbanda e duemila uomini, che prima inneggiavano alla Rivoluzione, sono in rotta e cumuli di operai terrorizzati sono presi a bastonate. Un oratore, in cima al basamento, tiene ancora comizio, urlando ancora il suo "viva Lenin"; un ardito estrae il pugnale, si arrampica e lo colpisce! È tutto finito!
L'unico che è rimasto a parlare è Marinetti, ma nessuna delle sue parole sarà ricordata.


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Carlo V di Giuseppe Galasso


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo con "voce" narrante di Benito Mussolini) VII

Dopo che hai sbaragliato il nemico, ne incendi la casa, ovvero la sede dell'Avanti! di MIlano. Gli Arditi scalano le finestre e, una volta dentro, raggiunti dai fascisti comincia il saccheggio: metodico, competente, incontrastato. Mezz'ora dopo l'intiero edificio è in fiamme e la polizia assiste allo spettacolo spalla a spalla con gli esecutori, mentre ai pompieri è impedito di intevenire, per dare il tempo al rogo di consumarsi!
È notte fonda quando Marinetti narra quegli accadimenti memorabili al direttore de Il Popolo d'Italia, che in quel giorno non ha mai messo piede fuori dal giornale. Mussolini ascolta e pensa che ora sta calpestando il cadavere di un foglio che Lui aveva portato a una tiratura mai raggiunta prima. E "Questa è una giornata della nostra Rivoluzione" proclama dopo poco agli Arditi assiepati nel cortiletto.
Il primo episodio della guerra civile, c'è stato.
Ritorna a casa da solo, con una vettura pubblica, trainata da un ronzino e, mentre il cavallo arranca sullacciottolato, la solitudine del passeggero è perfetta: una distanza incolmabile lo separa dal genere umano.


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo con "voce" narrante di Benito Mussolini) VIII

Noi deploriamo che sia corso il sangue nelle vie di Milano, ma chi non ha diritto di lamentarsi è proprio l'Avanti!, esaltatore del terrorismo rosso e della guerra civile. Credevano forse che si potesse seminare a piene mani l'odio contro gli interventisti, i patrioti ed esaltare la dittature del proletariato come "redde rationem" per chi aveva amato il proprio Paese, senza che la reazione fosse immediata e imperiosa?
Pietro Nenni, fondatore dei Fasci di combattimento di Bologna sul il Giornale de mattino, 17 aprile 1919.

6 maggio 1919


la folla enorme in piazza del Campidoglio è immobile, in attesa che appaia il Vate sulla balconata del municipio di Roma. Grazie alla metafora della "vittoria mutilata" sono ventimila i giovani che, integri e robusti, avvertono comunque la mancanza di un arto! :grr:
Sono reduci della Grande Guerra vinta, ma D'Annunzio riesce a farli sentire degli sconfitti; e loro lo venerano, perché il senso di umiliazione e ingiustizia è ormai unanime.
Il 24 aprile il P.d.C. (Orlando) e il M.d.E (Sonnino) avevano abbandonato la conferenza di pace di Parigi, perché il Presidente anericano (Wilson) non vuole riconoscere all'Italia nè la Dalmazia, né Fiume! Come mai era accaduto prima, il popolo italiano si è stretto ai suoi governanti nel comune sentimento della deprivazione.
Soltanto due settimane dopo, però Orlando e Sonnino sono costretti a ritornare sui loro passi e il danno morale è enorme: un popolo che si era illuso di poter resistere contro tutti, piomba nell'abbandono e la delusione esplode, come un dolore quasi disperato!
Gabriele D'Annunzio finalmente si mostra sulla balconata e appare subito chiaro che il Mago intende mantenere ben aperti i margini della ferita: è in uniforme bianca, da ufficiale di cavalleria e si regge con entrambe le mani alla ringhiera da cui pende il tricolore, in onore dei caduti della Grande Guerra.
Quest'uomo ha avuto tutto dalla vita ed eccolo al dunque, che significherà fusione fra il popolo e il suo capopolo. L'orazione è, come al solito, in una lingua aulica e la gente comune non la capisce, ma è rapita dal ritmo oratorio. Al fine prende la bandiera/sudario e proclama che rimarrà listata a lutto finché Fiume e la Dalmazia non torneranno all'Italia.
Li sentire? Urla alla folla. Li sentite? ripete.
Sì ora la folla li sente quei passi di antiche legioni vittoriose ... svanite nel tempo. I morti vanno più veloci dei vivi e D'Annuzio lo sa.


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Salazar, ovvero l'isolazionismo di un cristiano che si interessa solo del prossimo suo, in osservanza alla Bibbia. Il prossimo vero è la tua tribù/gente, gli altri devi sterminarli, se ti intralciano.



In questo modo ha raggiunto risultati economici buoni.


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lemond ha scritto: lunedì 1 febbraio 2021, 9:11 Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo con "voce" narrante di Benito Mussolini) VIII

Noi deploriamo che sia corso il sangue nelle vie di Milano, ma chi non ha diritto di lamentarsi è proprio l'Avanti!, esaltatore del terrorismo rosso e della guerra civile. Credevano forse che si potesse seminare a piene mani l'odio contro gli interventisti, i patrioti ed esaltare la dittature del proletariato come "redde rationem" per chi aveva amato il proprio Paese, senza che la reazione fosse immediata e imperiosa?
Pietro Nenni, fondatore dei Fasci di combattimento di Bologna sul il Giornale de mattino, 17 aprile 1919.


C' è da dire che l' adesione di Nenni al fascismo , più corretto definirlo pre-fascismo, andrebbe contestualizzata nel periodo, specificando che durò pochissimo e che nel successivo assalto all' Avanti! Nenni, che non era ancora socialista, partecipò di persona alla difesa dello stabile. Erano tempi molto complicati dove la coscienza delle persone poteva anche subire sbandamenti e forti contraddizioni.


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo con "voce" narrante di Benito Mussolini) IX

Margherita Sarfatti e Benito Mussolini si sono conosciuti nel 1913, quando lui era stato nominato direttore dell'Avanti! (Lei teneva la rubrica di critica d'arte). Era la moglie di Cesare Sarfatti, insigne avvocato ed esponente della corrente riformista del socialismo milanese, il quale, il 13 luglio 1912 (durante un congresso del partito) aveva scritto a Margherita: Benito Mussolini, segnati questo nome. "È lui il prossimo uomo". E lei se lo era segnato. ;)
In quel 13 luglio a Reggio Emilia questo oscuro delegato della sezione di Forlì spazzava via, in pochi minuti, secoli di eloquenza rotonda e colta, traformandola in furia con un bersaglio ben definito: i vecchi, signorili, bonari, notabili dell'area riformista. In particolare contro Bissolati che era andato in visita al re, perché un muratore romano gli aveva sparato una revolverata. "Ditemi quante volte siete stato a rendere omaggio a un muratore caduto dall'impalcatura!? Un attentato, per il re è solo un infortunio sul lavoro". A fine giornata, Bissolati, Bonomi, Cabrini e Podrecca saranno espulsi dal partito. Dopo pochi mesi Benito sarà innalzato a nuovo idolo e l'affascinante Margherita sarà diventata sua amante.
Ora però siamo nel 1919 e a essere espulso dal partito, prima della guerra, è stato lui e per di più bollato come traditore, per essere passato al fronte degli interventisti! Il primo maggio la classe operaia ha celebrato la festa e l'incendio dell'Avanti! ha prodotto un afflusso di denaro per la ricostruzione, mentre per Benito quell'incendio ha bruciato tutti i ponti, è rimasto solo e anche i fasci di combattimento sono stati un fiasco: poche centinaia di adepti. Trockij in Russia in pochi mesi ha costruito una gigantesca Armata Rossa di operai socialisti e lui non riesce nemmeno a mettere su un turno di squadre a difesa del giornale!
Margherita Scarfati gli dice: "Devi assolutamente incontrare D'Annunzio!"


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo con "voce" narrante di Benito Mussolini) X

Musssolini ebbe un figlio da una trentina (Ida Dalser), riconosciuto con atto dell'undici gennaio 2016, dopo aver abbandonato la madre. Ella sparlava di lui in continuazione e, una volta, lo accusò anche di essersi venduto alla Francia in un incontro a Ginevra il 17 gennaio 1914. Quel giorno fu versato al futuro duce un milione di lire dall'ex presidente del Consiglio francese Caillaux. Da indagini fatte da quest'ufficio risulta che il Mussolini non il 15 gennaio, ma il 13 novembre 1914 (due giorni prima dell'apparizione del primo numero de Il Popolo di'Italia) si trovava nella città Svizzera, precisamente all'Hotel d'Angleterre.
Rapporto dell'ispettore generale di pubblica sicurezza Giovanni Gasti, giugno 1919.

Il 6 giugno 1919 sul Popolo d'Italia fu pubblicato il programma dei Fasci di combattimento, a quasi tre mesi dalla riunione di Piazza San Sepolcro: concepito per attrarre i socialisti rivoluzionari. Cesare Rossi, però pensa che non serva a niente, perché gli pare impossibile separare il proletariato dai dirigenti borghesi del partito socialista. E Cesarino è forse l'unico uomo politico che Benito ascolti. Gli altri o sono brillanti, ma tarati, oppure sani, ma imbecilli.
Secondo Rossi, nemmeno con le rivolte popolari per il carovita si va da qualche parte: la gente ha fame, tutto qui. Questi tumulti, che tanto terrorizzano i borghesi, non sono certo i prodromi della rivoluzione, si riduce tutto a una strage di bottiglie e di polli. :D
Anche Mussolini pensa che il caos è solo caos e i socialisti sono incapaci, d'altronde, di incanalare la protesta verso la conquista del potere. Quei socialisti "evangelici" la rivoluzione non la faranno mai, insiste Rossi.
A destra, ci sono gli agrari che si sono riuniti in una grande federazione ed è da quella parte che bisogna guardare e, per questo, il programma di San Sepolcro non va, bisogna riscriverlo: basta con le scorie del passato, bisogna chiedersi una volta per tutte chi siamo ora!
Su questo il Rossi si sbaglia, perché Mussolini ritiene la domanda oziosa, non si può tracciare un'identità coerente del partito, i fascisti non vogliono riscrivere il libro della realtà, ma soltanto un loro posto nel mondo. Non c'è né sinistra, né destra, si devono solo alimentare certi stati d'animo che affiorano in questo crepuscolo del dopo guerra. Il programma di San Seplcro è solo un pezzo di carta, quellol vero è inscritto nella parola "combattimento" e, come dice D'Annunzio, sarà l'azione a sedurre i giovani che "vanno verso la vita". Ha ragione Margherita, devo vedere il Vate.


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo con "voce" narrante di Benito Mussolini) XI

Sono pronto. Siamo pronti. La più grande battaglia incomincia e io vi dico che avremo la nostra quindicesima vittori. (nota mia, non so quali siano le altre quattordici :dubbio: )
Lettera di D'Annunzio a Mussolini, 5 giugno 1919

D'Annunzio e Mussolini si incontrano per la prima volta il 23 giugno, a Roma, dopo che il Vate è stato ricevuto da re. In quell'occasione ha smentito ogni congiura contro le istituzioni: "Io ardisco, non ordisco!" È la frase celebre.
Dipoi si è affrettato a lanciare un proclama sovversivo: "È necessario che la nuova fede popolare prevalga con ogni mezzo contro la casta politica. Se ci sarà bisogno di suonare la carica, la suonerò, perché tutto il resto è putredine". Nel giro di poche ore l'immagine della casta comincerà a innestarsi, insieme alla "vittoria mutilata" sul tronco dello scontento popolare.
Al Grand Hotel, nel pomeriggio, i due sono insieme al fantasma di Margherita Sarfatti, che a suo tempo aveva resistito alla corte del poeta, e sono entrambi convinti sulla necessità di dare all'Italia un governo di combattenti e di opporsi frontalmente al grande sciopero, che i socialisti di tutta Europa hanno bandito per solidarizzare con l'Armata rossa di Lenin/Trockij e che è già stato soprannominato scioperissimo".
"Un uomo interessante questo Mussolini", pare abbia buttato lì D'Annunzio, dopo aver congedato l'amante della sua vecchia amica Margherita.


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo con "voce" narrante di Benito Mussolini) XII

19 luglio 1919, Cesare Rossi progetta di approfittare della confusione generata dallo scioperissimo, previsto l'indomani, per minare la sede dell'Avanti! e la Camera del lavoro. Mussolini ha appena fatto in tempo a fermare la follia del caporedattore e le bombe si trovano ancora in casa del Rossi e questo significa molto, anche se il futuro duce tenta di mantenere gli eventi sulla linea di galleggiamento e si è accordato con il prefetto di Milano per mettere a disposizione i Fasci per il mantenimento dell'ordine pubblico. :D
Lo Stato liberale si lascia affiancare dai fascisti e questi, per la prima volta, si opporranno frontalmente a uno sciopero delle masse popolari.
D'altra parte, però, si è rilanciata l'ippotesi di un comitato d'intesa fra tutte le fazioni dell'interventismo di sinistra (fuoriusciti del socialismo ufficiale e radicali della sinistra patriottica). Mussolini parla fra i primi sul benessere dei lavoratori, ma liberi da ogni influnza bolscevica! E forse si potrebbe anche approdare in Parlamento, a dispetto dei proclami contro la "casta".
Ma è difficile mantenere un basso rpofilo quando la rivoluzione batte alle porte e lo scioperissimo sembra proprio destinato a precipitare nello scontro frontale, anche se le bombe restano per ora nascoste in una stufa a carbone dell'appartamento in via Durini. Nella redazione de IL Popolo d'Italia, Albino Volpi "ammazza il tempo" scaricando e ricaricando meticolosamente la pistola, l'odore del sangue è dappertutto! :x


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XIII

BANDIERA ROSSA TRIONFERÀ titola l'Avanti! nell'edizione torinese del 19 luglio: a sei colonne e a caratteri cubitali.
In Russia quella bandiera ha trionfato e in Italia sventola da molte parti, anche se c'è da dire che il belpaese è rimasto solo nell'adesione allo scioperissimo; l'Unione generale del lavoro francese e le Trade Union inglesi si sono ritirate.
A Milano il 20 luglio devono parlare grandi personaggi come Carlo Trevès e Giacinto Menotti Serrati, ma "in primis" si aspetta il discorso di Nicola Bombacci, l'ex seminarista che ha preso la guida del partito socialista dopo la guerra. Egli è salito al potere predicando un socialismo evangelico, dalla parte della povera gente e sempre disconstandosi dagli intellettuali salottieri (li definisce); coniugando il tutto con un "credo" fermissimo nella Rivoluzione. (Lo chiamano il Lenin di Romagna)
Le sue prime parole sono "Noi vogliamo che la Russia sia anche qui". Il seguito è, al tempo stesso, apocalittico e consolante: un cataclisma soave, dove il vecchio mondo sta per crollare, non c'è bisogno di aggiungere altro. ;)
La folla degli scioperanti è in visibilio. ma anche un po' inquieta, spaventata, come un ragazzo alla prima visita al bordello. ;) Ma poi Nicolino aggiunge che lo sciperissimo ha carattere dimostrativo, non rivoluzionario, perché i tempi non sono ancora maturi in Italia.
E allora la folla si rilassa, perché, tutto sommato, Bombacci la pensa come lei: meglio aspettare. ;)


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Renzo De Felice e Denis Mack Smith - La polemica sul fascismo (1976)


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XIV

Lo scioperissimo, per Benito, si è risolto in nulla: "Tornate alle vostre case compagni, ci siamo sbagliati!" Ma d'altra parte solo il povero cervello di un semanarista mancato, come quello di Bombacci, poteva illudersi di poter trapiantare la Rivoluzione russa in Italia. :D Ma in fondo a lui Nicolino faceva pena e gli voleva bene. ;)
Ma lo scioperissimo aveva segnato un giro a vuoto anche per i Fasci: erano scesi in campo contro i socialisti, ma erano davvero pochi e sembrava stessero anche diminuendo e, ad es. a Bologna la sezione fondata da Pietro Nenni si era estinta! Quei quattro fascisti patetici erano riusciti solo a far circolare qualche tram e a spazzare due o tre marciapiedi. L'Italia è solo commedia, nel suo destino c'è sempre un finale comico. :x
Lui aveva organizzato l'otto e il 22 agosto due "raid aerei" lì vicino: Mantova e i laghi prealpini, ma anche in quel caso si era rasentato il ridicolo per l'indifferenza generale, oltre che a causa della mancanza di carburante. :D
Giacinto Menotti Serrati, il leader dei socialisti massimalisti, gli rilanciava la vecchia accusa di aver fondato Il Popolo d'Italia con i finanziamenti occulti della Francia e lui aveva potuto solo riesumare l'insinuazione che Serrati fosse stato una spia. Insomma polemiche sterili e il sole d'Agosto che lo fa sudare in quella spiaggia deserta.
Anche il cartello elettorale della sinistra interventista è naufragato, proprio perché gli altri erano concordi di non volere in lista proprio lui: il traditore e intanto l'afa persiste!
Non rimane che consolarsi scrivendo sul giornale: "Volare! per la bellezza del volo, quasi l'arte per l'arte ...


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XV

Settembre 1919


Gabriele D'annunzio si è alzato da letto febbricitante e ha indossato la divisa da tenente colonnello del lanceri di Novara. Mai un civile è salito così in alto nella gerarchia militare, per meriti di guerra.
Su Venezia albeggia, mentre sale su una Fiat 511 sport, rosso fiamma; il veicolo scoperto rinfocola la febbre.
Il Vate giunge a Ronchi, una borgata vicino al confine, al tramonto e si congiunge con gli altri congiurati. A mezzanotte, però, non sono ancora arrivati i camion promessi, forse sono stati traditi!
Alcune ore dopo, come per miracolo, una trentina di autocarri (residuati bellici) attendono sul piazzale.
La colonna si mette un moto all'alba ed è composta da granatieri allontanati da Fiume a fine agosto, i quali andranno contro gli eserciti del comando interalleato, che controlla Fiume. I granatieri hanno dalla loro parte solo una legione di volontari della popolazione civile, per lo più italiani, pronti a insorgere.
In quegli stessi giorni un altro grande poeta, ricoverato in un sanatorio non lontano (Franz KafKa), annota nel diario: "Nella lotta che oppone l'individuo al mondo, punta sempre sul mondo". In quel caso si abagliava. ;)
Alla barra di confine, il generale Pittaluga in persona affronta l'uomo "solo" e gli ordina di tornare indietro! Lo accusa di rovinare l'Italia e di credersi onnipotente.
E il poeta risponde come Napoleone, dopo la fuga dall'Elba: "Avanti, sparate su queste medaglie!" Pittaluga è sconvolto, perché tutto si confonde e solo una cosa è certa: l'autoblindo accelera e la barra di confine vola in schegge.
Fiume, con le sue navi ancorate al porto, adagiata sullo sfondo dei monti, appare a D'Annunzio come "una sposa vestita di bianco". La popolazione li accoglierà in un tripudio delirante.


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Dal secondo libro di Scurati su Mussolini, puntata della Sette di Atlantide



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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XVI

I membri del Consiglio hanno accettato la proposta di Guido Keller per affidare i poteri civili e militari della città di Fiume a Gabriele D'Annunzio, un uono notoriamewnte incapace di amministrare persino le proprie finanze. :x Il poeta vuol rifiutare, ma, a contatto della folla in delirio, cambia la decisione e addirittura, in una scena più da teatro che reale, chiede all'uditorio (tutto per lui): "Confermate voi, davanti alla bandiera del Timavo, il vostro voto del 30 ottobre?" Tutti i cittadini di Fiume prorompono in un urlo forsennato il loro e il Vate proclama l'annessione all'Italia. Tutti i menbri del Consiglio si avvicinano per baciarlo e lui lascia fare, si è convinto di dover prendere il potere!
Il primo provvedimento sarà la chiusura dei bordelli per impedire risse fra i legionari fiumani e i soldati francesi e, per lui, amatore insaziabile, è una rinuncia enorme, ma è disposto pefino a dare l'esempio e si priva pure di quei lussi che in tutta la vita ha ritenuto irrinunciabili; fa tappezzare di bandiere la sua stanza, al posto degli immancabili arazzi.

P.S.


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XVII

Mussolini ha salutato dalle colone del Popolo d'Italia l'eroe luminoso, dopo aver insultato Nitti che, in un discorso parlamentare minacciava di reprimere i ribelli. Però non aveva lanciato nessun appello all'insurrezione generale, come avrebbe auspicato D'Annunzio. La riunione dei Fasci del 16 settembre non ha proposto di infrangere il blocco dei governativi attorno a Fiume.
Nella seconda lettera scritta dal Comandante, si legge: "Io ho rischiato tutto, ho avuto tutto, sono padrone di Fiume... E voi tremate di paura! Dove sono gli Arditi, i volontari, i futuristi!?"
Una vera bastonatura al "servo infedele" e sul Popolo fu censurata.
Mussolini non si muoveva per molte ragioni, ma forse la principale era che se .., avrebbe solo avuto il ruolo di comprimario del glorioso Comandante. E poi lui non partiva per il tanto magnificato Golfo del Carnaro perché in definitiva il Vate era un poeta e la principale delusione che la realtà ci riserva consiste nel non assomigliare mai a un poema! A lui invece, figlio del fabbro di Predappio, la realtà piaceva: bassa ferigna, brutale, irriducibile. Non conosceva piacere all'infuori di quella.
È bello il delirio violento del Poeta, è bellissimo, ma non è la politica, che invece richiede il coraggio gretto delle risse da strada, non quello arioso delle cariche di cavalleria. La politica è l'arena dei vizi, non delle virtù (tranne la pazienza); per arrivare a Roma bisognerà prima recitare, farsi ascoltare dal sinedrio dei vecchi, quella mezza dozzina di rimambite canaglie che governano il modo! :x


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XVIII

Mussolini cambia idea e il 7 ottobre, un mese dopo la "santa marcia", arriva a Fiume. La città è già ammantata di leggenda e avviluppata in una nebbia di mormorazioni del tipo che sia una base per la conquista della Dalmazia, oppure che il Comandante rivolga le sue mire all'interno, verso cioè Pola, Trieste e Venezia, per arrivare fino a Roma e cambiare regime. Ma finora nessuno si è mosso e l'odiato Nitti invece ha sciolto il parlamento e indetto le elezioni; la sua tattica è quella antica: prendere il nemico per fame, perché il blocco intorno alla città sta funzionando.
L'impresa fiumana vede l'antagonismo categorico di Wilson, che la considera il capriccio di un ragazzino invecchiato e che rischia di minare la costruzione della Società delle Nazioni che, nella mente del Presidente degli S.U.A, dovrà dare al mondo giustizia e pace.
Wilòson è vero figlio di un "reverendo" : un puritano-rigido, prigioniero di un evangelismo integrale (nota mia, naturalmente senza conoscere né l'aramaico, né il greco antico), profeta della buona novella, che trionferà sul male, purificando la Terra. Wilson è il tipo d'uomo che non ha mai tradito la moglie, probabilmente nemmeno col pensiero (nota mia, vedi Jimmy Carter :D ) e abborre con tutto il suo animo il Vate! E si dice addirittura che l'ictus da cui è stato colpito il 2 ottobre sia frutto della collera per quell'uomo che, oltre a scrivere poesie licenziose, osa sfidarlo, vantandosi di aver fornicato con centinaia di donne. :x
(nota mia e poi c'è qualcuno che ancora non crede che, come dice Gaber: "Non c’è popolo più stupido degli americani". :crazy: )

Il colloquio fra Mussolini e D'Annunzio dura un'ora e mezzo, ma non ci sono testimoni, anche se si sa che verte sull'opportunità di marciare su Roma. Il Duce getta acqua sul fuoco e afferma che il progetto, per intanto, doveva essere rinviato al dopo elezioni. Questo alla fine è il suo consiglio/ordine: il rinvio comico. ;)
E al poeta non resta che declamare nel discorso pubblico con cui congeda l'altro. "A chi la morte?" - "A noi" gli fa eco la piazza intiera. :x


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XIX

A Firenze i Fasci di combattimento sono poca cosa, ma quel 10 ottobre 1919 all'adunata si aspetta l'arrivo del di Benito Mussolini; ecco che arriva, con al seguito il capo dei futuristi, Filippo Tommaso Marinetti e Ferruccio Vecchi. nella sala si leva un singolare grido generale di esultanza, una delle tante invenzioni di D'Annunzio adottate dai fascisti: "Viva il nostro Duce! Per Benito Mussolini eja, eja, eja alalà!"
Il fondatore dei Fasci appare stanco e il motivo, lo spiega, è che è appena rientrato da Fiume (applausi scroscianti) e racconta di aver eluso il blocco governativo volando ad altissima quota, di essere arrestato al ritorno dai carabinieri a Udine, di aver ripreso il volo, dopo un colloquio con il generale Badoglio, ed ora è lì, sul palco di questo piccolo teatro in via dei Cimatori, con la tuta da aviatore. :)
In effetti, nel colloquio con Badoglio, Mussolini si era detto favorevole a un compromesso, lasciando intendere che lo stesso D'Annunzio avrebbe potuto accettare soluzioni diverse da quella dell'annessione.
Ma i fascisti nella sala del Teatro Olimpia sono ipnotizzati da quelle macchie di grasso sulla tuta e quindi non si accorgono che l'oratore parla a vuota e l'unica cosa che dice è che i fascisti non hanno idee precostituite, la nostra sola dottrina è il fatto. (nota mia, per quel poco che so, a me fa venire in mente i Grullini e il Fatto quotidiano :diavoletto: )
Dopo di lui parla Marinetti e chiede nientemeno che lo "svaticanamento dell'Italia" ed altre cose futuriste, ma con lui l'assemblea non è più politica.
All'ora dell'aperitivo, al caffè Gambrinus, Benito è a un tavolo esterno e nella via adiacente scoppia un tafferuglio con gli operai che tornano dal lavoro. Dopo il banchetto, c'è un'altra fermata, questa volta al Caffè Paszkowski e nuovi tumulti; un'anarchica riesce ad avvicinare il tavolo e gli lancia una manciata di monetine.
La mattina dell'undici ottobre lascia Firenze, di fatto scacciato dal popolo e parte in auto, diretto a casa in Romagna; dopo Faenza, la macchina, lanciata a tutta velocità, si schianta contro le sbarre abbassate di un passaggio a livello. Potremmo essere a una svolta della storia, ma Mussolini ne esce incolume e racconterà a se stesso e agli altri che l'odio dei nemici gli è servito da talismano.


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XX

Il Nostro (nota mia, come i Grullini credo) è sempre stato un maestro di acrobazia e quando seppe che i fascisti non potevano formare un blocco elettorale con le sinistre interventiste, perché gli altri non volevano proprio lui in lista, aveva virato di 180 gradi e aveva cominciato a "sgolarsi" contro l'alleanza! Proprio LUI, il profeta dell'intervento e che si era beccato cinquantasei schegge di mortaio in ogni angolo del corpo era respinto da quegli ipocriti sedicenti di sinistra!
Ma d'altra parte sapeva che le elezioni erano solo un camuffamento, una trappola per topi, bisognava invece preparare armi di ferro e pensare alla vera vittoria: quella cruenta! Per il 16 novembre ormai era deciso: i fascisti si sarebbero candidati da soli, spalleggiati da combattenti e Arditi e lui sarebbe stato il capolista.
La Sarfatti lo avrebbe deriso: "Ma come, fino a ieri dicevi che non ti saresti candidato a questa buffonata delle elezioni!?"
Sì, certo ieri ... Ma domani è un altro giorno. :D :champion: :D


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XXI

Fiume, appena un mese dopo l'impresa di D'Annunzio, è già diventata un mondo di mondi, il porto franco del ribellismo di tutte le sponde politiche: nazionalisti e internazionalisti; monarchici e repubblicani; conservatori e sindacalisti; clericali e anarchici; imperialisti e comunisti. Le avanguardie politiche, sociali e artistiche stanno accorrendo da tutta Europa alla fiera delle meraviglie.
Il governo Nitti propone ai ribelli uno stratagemma diplomatico: la città sotto il controllo italiano, il porto e la ferrovia alla Società delle Nazioni. È solo un vecchio trucco d'anteguerra, dove il popolo non ha nessuna importanza e il potere è una canasta giocata fra vecchi conoscenti al tavolo di un circolo esclusivo.
D'Annunzio al contrario è intieramente impegnato a modellare le masse e ha indetto le elezioni per il nuovo Consiglio Comunale, quasi un anno dopo la proclamazione dell'annessione di Fiume all'Italia, proclamata alla fine della guerra dalla popolazione italiana della città. IL 26 ottobre 1919 non potrà che ampliare il voto del 30 ottobre 1918.
La sera del 24 ottobre c'è l'ultimo comizio del Comandante al teatro Verdi e l'orazione s'intitola "Italia e vita", ma ora D'Annunzio ha scoperto una seconda vocazione e Fiume è diventata la "città di vita"
In quella serata il tempo è sospeso, dilatato; non c'è tattica o strategia e non è un uomo chi parla ai fiumani, ma un evento e le elezioni segneranno un trionfale plebiscito a favore del poeta e del suo avvenire.


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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XXII

In Italia la campagna elettorale si sta svolgendo in un'atmosfera di pericolo e di attesa messianica, che talvolta assume il fervore fanatico della preghiera. Mussolini ha deciso di tenere un solo comizio, a Milano, in piazza Belgioioso (cuore elegante della città), con gli Arditi come servizio d'ordine. Poco dopo le nove di sera si annuncia l'inizio con un razzo Very, simile a una stella cadente delle notti in trincea.
Sul palco sale per primo Ferruccio Vecchi, che arringa la folla con la solita veemenza da esaltato.
Mussolini invece esordisce come un filosofo: "La vita nelle società moderne è di una complessità formidabile", ma poi comincia ad esprimersi con il vero se stesso. Bisogna far piazza pulita della borghersia inerte e parassitaria; è una calunnia che il fascismo sia contro il proletariato e che sarebbe violento, anzi lui personalmente è contro la violenza!
Terminato il comizio, senza particolari entusiasmi, al grido di "Eja ..." la massa fascista sfilerà compattamente e si scioglierà, senza incidenti, davanti alla sede del Comitato elettorale e secondo il Popolo d'Italia la manifestazione è stata solenne, nel senso di maestosa, grave, che si è celebrata con particolare e imponente ritualità.. ;)


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XXIII

In piazza Nettuno ci saranno forse duecentomila persone al comizio del "Lenin della Romagna/Cristo degli operai" (nota mia, cattocomunismo ante litteram ;) ) che è diventato segretario del Partito al congresso di Bologna, in rappresentanza della corrente massimalista. Ma in quel momento Nicola Bombacci esita a pronunciare la parola: rivoluzione; e Turati spera che non lo faccia, perché un eventuale appello alla violenza rivoluzionaria sarà accolto con gaudio dai fascisti, cento volte meglio armati di loro. :x
Turati ha ragione come sempre: la falce e il martello non faranno mai paura al pugnale.
Ma il futuro non conosce le ragioni di Turati e, alla fine, in nome delle vittime socialiste, prende coraggio e proclama: "Tagliatemi pure la testa se entro un mese non avrò costretto il re, perdio, a fare le valigie. Voi dovrete tagliarmi la testa se entro un mese anche in Italia non avremo fatto la Rivoluzione!"
Pochi giorni dopo le elezioni sarà ritrovato un cadavere in stato di putrefazione nelle acque del Naviglio, pare si tratti di Benito Mussolini, il che non è vero, ma rappresenta la metafora del risultato dei partito fascista, uscito malconcio daòlla prova elettorale. Nessuno dei candidati è stato eletto, nemmeno lui, un fiasco completo. E il morto vivo, come tutta risposta ha spedito due involucri destinati al vescovo e al sindaco di Milano, contenenti due bombe Sipe. Vale più una bomba, dice, di cento comizi! :x


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XXIV

Albino Volpi sta in piedi sul ponte delle Sirenette in centro a Milano e, oltre a un pugnale con il manico di madreperla, porta alla cintura due bombe. Nessuno lo guarda, ma lui sta osservando da mezz'ora un corteo di socialisti che festeggia la vittoria elettorale. L'uomo solo, ignorato dal mondo, osserva quegli italiani che stanno inneggiando alla Russia: fanno schifo, non hanno nessuna dignità! È questo gregge "asiatico" la Storia? Non può essere e il suo corso si deve deviare in qualsiasi modo! E il come, per lui, è semplice: il corpo bascula, la mano destra in basso, la sinistra in cielo, la molla si tende, si rilascia, il tronco massiccio si fa catapulta e la bomba vola, ignota alla folla, disegnando un arco perfetto. :italia:
Quel gregge di imboscati meritava anche di peggio!!!
Il giorno dopo (18 novembre) il prefetto Pesce ha ricevuto l'ordine del P.d.C Nitti di arrestare chiunque possiede una bomba.
Prima tocca alla sede degli Arditi, ma Albino Volpi e altri reduci sospetti, riescono a sottrarsi, fuggendo daI tetti, poi si irrompe nella sede del Fascio e infine si va al giornale, dove si rinvengono diverse armi nascoste in una stufa; sono arrestati Umberto Pasella, Enzo ferrari, Filippo Tommaso Marinetti. Anche Benito Mussolini sarà portato a San Vittore, ma vi rimarrà per 24 ore soltanto, perché Luigi Albertini, proprietario del Corriere della Sera, ha convinto Nitti che ormai la sorte del fascismo è stata segnata dal disastro elettorale e le parole sono: "Mussolini è un rudere, non facciamone un martire",
Una volta scarcerato il Nostro risponde dalle colonne del Popolo: "Una raffica si è abbattuta sul fascismo, ma non riuscirà a schiantarlo!"


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XXV

A Montecitorio il 1° dicembre, sono 156 i deputati socialisti, quasi tuti in Parlamento per la prima volta e molti di loro sono figli di operai, carrettieri e braccianti. Oggi incontreranno il re che terrà il discorso inaugurale alle 10 e 30, ma i rappresentanti del popolo, per non farsi cogliere impreparati dall'evento, hanno cominciato ad affluire fin dalle nove e hanno occupato i primi tre settori di sinistra; portano tutti un garofano rosso all'occhiello della giacca. ;)
I settori di destra tardono a riempirsi, in ogni modo alle 10 e 28 sono presenti circa 500 rappresentanti della "nazione" e e più di 300 si alzano in piedi al grido "Viva il re", gli altri restano seduti.
La manifestazione d'affetto è comunque fragorosa e la defezione passa ancora inosservata. Il P.d.C. Nitti prega deputati e senatori di sedere e allora i garofani rossi si alzano e se ne vanno: il popolo rifiuta di incontare il "suo" re, lo disconosce. Nicola Bombacci, mentre passa davanti al trono, guarda in faccia il sovrano e urla: "Viva la repubblica socialista!"
I socialisti sono fieri di aver abbandonato il palazzo, ma quasi subito dopo cominciano i pestaggi contro di loro: bande di nazionalisti insieme alle guardie regie, nuovo corpo di polizia, costituito per il mantenimento dell'ordine pubblico. Lucio Menotti Serrati è portato a forza in questura e tempestato di pugni!
Da parte socialista si proclama lo sciopero generale, che causerà una decina di morti, i quali si vanno ad aggiungere ai 110 di quel 1919; si chiude su questo bilancio il primo anno di PACE! :x


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XXVI

Il 14 novembre D'Annunzio è uscito da Fiume e ha fatto rotta su Zara: l'ingresso è stato trionfale; è parso per un attimo che il progetto di portare la fiaccola di Fiume nel mondo non fosse il delirio di un poeta ubriaco di se stesso. La "grande Italia" della piccola Fiume si è sentita pronta a sfidare l'America e si è tornati a progettare di ... marciare su Roma. "Marciare non marcire" si è urlato!
Due giorni dopo, però, in Italia si sono conosciuti i risultati delle elezioni, con i socialisti vincitori e Nitti confermato primo ministro; quest'uomo, odiatissimo dai fiumani, avrebbe potuto ben vivere senza la gloria del Comandante, ma nemmeno sopravvivere senza il denaro di Wilson!
E anche nella città "redenta" la popolazione cominciava ad avvertire la miseria e addirittura si pensa di poter accogliere il "modus vivendi" di Nitti: il 15 dicembre il Consiglio aveva accettato la proposta con 46 voti favorevoli e solo 6 contrari!
Le urla di tradimento il giorno dopo si sentono in ogni piazza e Il Comandante deve indire un referendum per il 18.
Quel giorno gli episodi di violenza sono molteplici e i legionari cercano di ostacolare in vari modi le libere votazioni, ma ciò nonostante il risultato dello scrutionio è palese: la grande maggioranza dei fiumani è favorevole al "modus vivendi", proposto da quel "porco" di Nitti.
La voce di Fiume si è fatta aspra, si è mutata e il Comandante non la riconosce più e che fare? Di fronte al poeta-guerriero, la striscia di polvere bianca risalta sulle venature del legno scuro e, una volta inalata, entra in circolo la dopamina, che gli riporta il coraggio dell'aviatore in volo su Vienna. e ordina che il referendum sia annullato; questa democrazia è solo un grande equivoco piccolo borghese!


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XXVII

Al Popolo d'Italia va tutto molto male: le vendite sono crollate, i creditori tempestano, la carta non c'è e anche molti redattori se ne sono andati. In quelle condizioni il giornale può continuare per una ventina di giorni, non di più. Il 5 dicembre Mussolini ha dovuto subire un interrogatorio di cinque ore, imputato di costituzione abusiva di banda armata.
La sua analisi politica del momento è contradditoria: da una parte pensa che il successo dei socialisti sia effimero, saranno schiacciati sotto il peso delle loro promesse. Hanno gridato troppi "viva Lenin" e ormai dovrebbero fare la rivoluzione, ma non ne sono capaci, diamoci un po' di tempo e glielo farà vedere lui chi è il vero selvaggio, non certo la bestia innocua di Bombacci, che appartiene alla specie di quegli eterni malati che seppelliscono i sani!
Dall'altra, però, si sente di nuovo al punto di partenza e non si vede così miserabile da quando, da emigrante, dormiva sotto i ponti in Svizzzera! Fa il giornalista da troppo tempo, forse è tempo di cambiare mestiere.


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XXVIII

Il 1° gennaio 1920 D'Annunzio ha parlato ai suoi e si sono sprecati gli evviva, ma la verità è che gli italiani non l'ànno seguito e nonostante che Fiume voglia dire giovinezza, bellezza, novità profonda, luce vita ... il Vate si sente finito, un vecchio cui il destino ha regalato la beffa di diventare principe della giovinezza! :x
Anche a Versailles non vanno troppo bene e l'economista del tesoro inglese (j. M. Keynes) ha abbandonato i lavori e denuncia in un libro che la pace americana assomiglia a quella romano/cartaginese! E che, se gli americani si ostineranno a impoverire la Germania con sanzioni e riparazioni di guerra, nel giro di due decenni avremo un'altra guerra!
Dopo il colpo di Stato del Vate, a Fiume si cerca di elaborare un disegno di carta costituzionale e se ne occupa Alceste De Ambris. È un testo rivoluzionario, ispirato alle più avanzate dottrine europee del socialismo radicale e ai più evoluti principi libertari, una democrazia fondata sui diritti dei lavoratori e delle persone.
Ma quella è solo la facciata di carta, la verità è un'altra: la "città di vita" è ormai in coma da mesi e sopravvive soltanto per i rifornimenti assicurati a fasi alterne dal governo di Roma e a gennaio gli assediati si sono spinti fino a bandire una "crociata dei bambini": centinaia di questi poveretti, affamati dall'embargo, sono partiti dal porto del Carnaro verso famiglie di compassionevoli italiani, a Milano ne ha preso in casa uno anche Mussolini.
Il Comandante cerca di confortarsi con la democrazia di carta, anche se sa bene che quel "magnifico" progetto è incompatibile con ogni attività economica e commerciale del moderno capitalismo e quindi se lo tiene per sé.


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XXIX

Mussolini per ora rimugina sulla sconfitta e forse ha capito di poter sfruttare il rancore per la lotta politica, bisogna vedere se è capace di cavalcare l'onda d'urto che, prima o poi si scatenerà!? Nell'attesa, prende lezioni da Margherita. Lei ogni giorno gli porta un libro nuovo, gli spalanca la mente, lo educa alla lettura dei classici e gli insegna a usare le ghette sopra le scarpe scalcagnate da rivoluzionario trasandato e pezzente. ;) Ammaestrandolo pure all'uso dei congiuntivi, anche lei si prepara a fare la storia, per interposta persona.
Quando, nella primavera del 1920, incontra Angelo Tasca in galleria Vittorio Emanuele, per quest'ultimo la trasformazione che vede nell'altro è sconcertante: Musssolini ha l'esuberanza selvatica del popolano rivestito e non più quelle guance cascanti da giovane rivoluzionario anarcoide! Eppure, in quei giorni Benito è un imprenditore prossimo al fallimento e un uomo politico finito!
Anche l'Italia, però, è su un binario morto, sommersa dalla più gande ondata di scioperi che la sua storia ricordi. E Mussolini passeggia in Galleria e pensa che gli industriali non combatteranno più in ordine sparso e hanno fondato la Confederazione industriale, appunto. Non c'è da dubitare, la reazione della borghesia ci sarà, si tratta solo di attendere e intanto di andarsene a spasso in Galleria. ;)


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XXX

Nicolino Bombacci si è dato anima e corpo all'idea della rivoluzione e al Consiglio nazionale di Firenze del Partito socialista (11/1/1920) la proposta di attuare il modello russo dei Soviet ha ottenuto 401 voti su 440, un trionfo. Ma la dirigenza è divisa e perfino Palmiro Togliatti, un giovane quadro di Torino che dovrebbe stare dalla sua parte, ha ironizzato sul progetto: "Sarebbe una patetica imitazione dei russi e avremmo soltanto l'ombra di un'ombra!"
I giorni passano e all'assemblea del 20 aprile non riesce a nascondere l'amarezza; il mondo, lo s'intuisce, l'à un po' deluso e il sol dell'avvenire gli sembra sempre più lontano. A lui non interessa il Parlamento, ma la rivoluzione vera, proprio come i preti che camminano sulla terra, ma vogliono il Paradiso.
Ma più Nicolino si adopra e più la rivoluzione svanisce nell'ombra di un'ombra.

P.S. Credo proprio che l'incontro con il ministro Litvinov abbia smontato gli entusiasmi del "cittadino" Bombacci in maniera tanto irreparabile da fargli preferire la strada del ritorno verso questa putrida Italia borghese alla strada che conduce verso il sublime paradiso dei Soviet.
B. MUssolini, Il Popolo d'Italia, aprile 1920


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Re: Storia

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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XXXI

La definitiva svolta a destra avviene il 24 maggio 1920 al secondo congresso nazionale dei Fasci di combattimento.
Da settimane Mussolini annuncia da Popolo che "l'ora della riscossa è vicina"! Al momento la platea del teatro Lirico è poco più numerosa di quella di San Sepolcro, però è cambiata di molto il tipo di rappresentanza: non ci sono più i sindacalisti della sinistra interventista, i repubblicani come Nenni, i nazionalisti idealisti e nemmeno si notano le capigliature pittoresche di aspiranti poeti, drammaturghi o attori. Al loro posto ci sono invece commercianti, impiegati, quadri di basso livello.
Il compito di tagliare i ponti con il proletariato è lasciato a Cesare Rossi, che si pronuncia a favore di quelli che non lavorano con il braccio e quindi occorre schierarsi con il regime attuale, anche se fa schifo! I conti con il decadente Stato liberale li regoleranno in seguito!
Rossi conclude l'intervento tremando di rabbia, ricevendo gli applausi di buona parte del pubblico.
I futuristi invece insorgono contro la svolta a destra e Marinetti si infuria e urla "Noi veniamo dal Carso e non andremo verso la reazione!"
Mussolini prende la parola poco prima di mezzanotte e afferma che il Vaticano rappresenta 400 milioni di uomini e qualsiasi politica intelligente deve usare questa forza colossale; Lenin stesso si è arrestato di fronte all'autorità del Santo Sinodo. Il suo discorso prosegue per altri pochi minuti, ma tutti hanno compreso che del programma di San Sepolcro non è rimasto più niente.
P.S. Marinetti e Carli si dimetteranno il giorno seguente e Cesare Rossi confida a Mussolini che il futuro è dei bottegai, altro che futuristi!


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XXXII

Il 10 giugno 1920 è caduto il governo Nitti e questo fatto provoca grandi entusiasmi a Fiume, anche se la città sta precipitando nel caos e il Comandante è sempre più solo, isolato dal mondo. Lui reagisce e proclama che la S.d.N. (voluta da Wilson) "... è un complotto di ladroni e truffatori privilegiati!" E pensa a un progetto alternativo che si allarghi all'intiero universo; tutti gli oppressi della Terra dovranno farne parte e per ciò ha nominato ministro degli esteri un giovane poeta belga di modesto talento, ma di grandi ideali: Léon Kochnitzky.
Il 16 giugno è la festa della città, si danza e si balla, ma si sa che è quasi finita.
In Italia gli scioperi si susseguono e poi scontri, con morti e feriti che si contano a decine! Il nuovo governo ha deciso di abbandonare il protettorato di Albania, una delle conquiste rimaste all'Italia dalla Guerra e Cesare Rossi giura di aver visto piangere Mussolini a questa notizia. Nel 1915 lui ha contribuito a inserire la storia d'Italia in quella del mondo, strappandola alla pennichella provinciale, ma ora siamo ritornati all'Italia di ieri, di sempre!
Di nuovo si diserta la storia e ci si riduce alla cronaca e i capi servizio hanno già pronto il pezzo sulle ferie d'agosto! :grr:


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Re: Storia

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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XXXIII

Nell'agosto del 1920 i cereali marciscono nei campi mietuti, ma non trebbiati e non lontano si ode, come una sirena di allarme aereo, il muggito straziante delle mucche non munte. L'odio dei contadini, in lotta mortale con i loro padroni, li ha resi efferati. Le "baronie rosse" come le chiama con disprezzo il capo operaista Palmiro Togliatti hanno deciso la lotta a oltranza e in Emilia i socialisti controllano 223 comuni su 280.
Per capire meglio il tipo di conflitto dobbiamo precisare che mentre per i padroni si tratta di una questione di profitti, per i contadini è vita o morte!
Il 17 agosto a Bologna per la prima volta i possidenti terrieri si uniscono in federazione nazionale (Federterra). e l'odio si accumula.
All'Alfa Romeo è cominciata la lotta per gli aumenti salariali, ma gli industriali sono contrari a qualsiasi concessione: "Da quando è finita la guerra abbiamo continuato a calare i pantaloni. Ora basta!" (Avv. Rutigliano, capo della delegazione padronale).
La reazione è lo sciopero bianco, al quale il 30 agosto Nicola Romeo risponde con la Serrata
La Fiom proclama l'occupazione e dopo poco sull'Alfa Romeo sventola la bandiera rossa. Poco distante da lì, Cesare Isotta e Vincenzo Fraschini sono sequestrati nei loro uffici.
La grande paura coglie i ceti borghesi, perché sembra che la rivoluzione sia alle porte!
Viene o meglio ritorna il momento di Giovanni Giolitti che, dopo la ferma opposizione alla guerra nel 1915, tutti ritenevano fosse un uomo finito. Convinto da sempre che dietro gli scioperi ci siano ragioni economiche e non politiche, lo statista piemontese si rifiuta di reprimerli nel sangue, come gli chiede Giovanni Agnelli (fra gli altri) e riesce a ottenere un compromesso. Per i lavoratori è una significativa vittoria economica, anche se per qualcuno è la rinuncia alla rivoluzione per "un piatto di lenticchie".


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Antonio Scurati "Il figlio del secolo" (Romanzo) XXXIV

In tutto questo trambusto Mussolini sta in disparte, ha però incontrato segretamente Bruno Buozzi assicurandolo sul sostegno alle lotte operaie, se non fossero scese sul terreno politico.
Il mese di settembre sta per finire e in tutte le fabbriche suona la sirena dello sbandamento e della sconfitta! Lo sgombero, dopo un mese di occupazione, è sottoposto a referendum e il 70% degli operai lo approva; comincia l'evacuazione delle fabbriche. E Mussolini non si muove nemmeno ora: quando i tuoi nemici si scannano fra loro, la miglior cosa da fare è attendere. ;)
Nelle campagne non va certo meglio e proprio alla miseria pensa Giacomo Matteotti quando sale sul palco per un comizio il 12 ottobre 1920. Lui, che è figlio di un grande proprietario terriero ha "tradito" la sua gente. Ma chi è la sua gente? Lui ha scelto: non può essere il padre e il nonno, bensì questi contadini squallidi, lividi per il freddo e madri di vent'anni che ne dimostrano quaranta! Questa terra misera del Polesine che lo ha mandato in Parlamento vede in lui il possibile riscatto e non sarà tradita.
I contadini amano tanto Giacomo quanto odiano suo padre e il rancore è così viscerale in quei momenti e luoghi che i parroci sono stati costretti a chiudere le chiese, perché la gente che andava a messa era spesso aggredita!
Matteotti non è un massimalista, crede nella graduale liberazione degli oppressi e pensa che la rivoluzione proletaria di domani non sarà una lieta corona di trionfo, ma qui in Polesine la sua gente si aspetta che il figlio redento dello strozzino dica qualcosa di forte e lui lo fa: "Compagni, vendete il grano e comprate una rivoltella!" :grr:


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