Giorgio Gaber

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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" IX


Gli anni Sessanta arrivano alla fine ed è un periodo di grande attività per Gaber, compreso il '68, con cui bisogna fare i conti, ma per lui non è una cosa subito politica, ci ragionerà parecchio, ma in seguito; al momento è concentrato più sul privato. È comunque un equilibrio incerto il suo. ;)


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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" X


La svolta fondamentale e fondativa del nuovo Gaber fu, senza dubbio, la doppia tournée con Mina ('69/'70), che gli fa riscoprire il cantare dal vivo e l'importanza e la felicità di "fare teatro".
All'inizio, dice Giorgio, la cosa non era semplice, perché il pubblico veniva per Mina, ma si apriva il sipario e ... c'ero io! La gente non ci rimaneva benissimo. :( :)
Un ora e un quarto d'ora dopo gli applausi arrivavano e, naturalmente l'acme si raggiungeva quando i due cantavano insieme, nel finale. ;)


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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" XI


Il 22 ottobre 1970 al teatro San Rocco di Seregno debutta il Signor G. È stato lo stesso Paolo Grassi (direttore del Piccolo) a convincere Giorgio a mettere in scena uno spettacolo di canzoni tutto suo.
Ma prima, in apertura, quasi a mettere le mani avanti, una canzone già provata.


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Re: Giorgio Gaber

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"Il signor G" è uno spettacolo che fa discutere: se ne parla molto e più spesso bene. È la prima volta che qualcuno mette insieme teatro, cabaret e canzone e tutto sommato rappresenta un meccanismo piuttosto semplice: un uomo G, come Giorgio, come Gaber, ma anche Gente che ascolta e dopo parla alla presenza del suo pubblico. ;)



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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" XIII


'72/'74 due spettacoli fondamentali per comprendere il Nostro. Indica, ad es. nella partecipazione l'unica vera strada per cercare di costruire una società più ... Ma dobbiamo anche essere consci che essa ci appare quasi impossibile, se teniamo presenti tutti i condizionamenti che la vita ci impone.





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Re: Giorgio Gaber

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Credo sia lo stesso Giandomenico Curi che nel 1988 diresse una simile pietra miliare della storia della cinematografia:



(Nell'adolescenza - diciamo tra i 14 e i 16 - ebbi un periodo ultravaschiano, poi l'affetto è rimasto, insieme ai testi mandati a mente con gli accordi... imparai a suonare la chitarra praticamente sulle sue canzoni, e ogni volta era un'emozione enorme rendermi conto di riuscire a riprodurre in qualche modo quelle armonie. Scusate l'OT!). :cincin: :unzunz:


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Re: Giorgio Gaber

Messaggio da leggere da aitutaki1 »

Io son cresciuto sentendo Gaber ba bambino,i miei genitori lo conoscevano da ragazzi e non mi piaceva
Questa l' avevate già postata? anche se più che ai contagi pare far riferimento a qualche presidente regionale


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Re: Giorgio Gaber

Messaggio da leggere da chinaski89 »

Admin ha scritto: giovedì 2 aprile 2020, 4:28 Credo sia lo stesso Giandomenico Curi che nel 1988 diresse una simile pietra miliare della storia della cinematografia:



(Nell'adolescenza - diciamo tra i 14 e i 16 - ebbi un periodo ultravaschiano, poi l'affetto è rimasto, insieme ai testi mandati a mente con gli accordi... imparai a suonare la chitarra praticamente sulle sue canzoni, e ogni volta era un'emozione enorme rendermi conto di riuscire a riprodurre in qualche modo quelle armonie. Scusate l'OT!). :cincin: :unzunz:
Il periodo vaschiano tra i 14 e i 16 (io anche prima, ricordo che era appena uscito Stupido Hotel) credo l'abbiamo avuto in tanti. Poi l'affetto rimane :D


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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" XIV

Probabilmente è lo stesso (un po' come Brel, che ha fatto di tutto ;) )

E siamo arrivati al cuore violento degli anni Settanta con "Anche per oggi non si vola". Un disagio che cresce, che fa paura e Gaber non può che rispondere alla sua maniera.


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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" XV

Basta poco tempo ai rivoluzionari per trasformarsi in qualcosa di altro e di ben diverso. :x


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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" XVI

Il protagonista si sente perso e capisce che deve ricominciare tutto da capo, ma prima deve lanciare la suprema invettiva contro i suoi sogni di un tempo che si sono ormai trasformati in una realtà raccapricciante!


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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" XVII

Per concludere "in bellezza" la stagione degli anni di piombo, dopo Polli di allevamento e, forse in seguito all'omicidio di Moro, il Nostro torna in teatro nella stagione 80/81 con la canzone forse più lunga che abbia mai scritto e forse si tratta di uno dei brani più intensi e sconvolgenti della storia musicale italiana.


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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" XVIII

Ormai Giorgio ha capito che gli anni Ottanta rappresentano il riflusso, dopo una stagione in cui la sua generazione (lo dirà dopo) ha perso e quale emblema di migliore di una canzone come questa, per ...



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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" XIX

Lo spettacolo della stagione '86/'87 ha un titolo che è tutto un programma: "Parlami d'amore Mariù", una canzone degli anni Trenta. Ormai parlare di politica , secondo lui, non ha più senso e l'unica cosa che possiamo fare è guardare dentro di noi e ciò che troviamo sono i sentimenti. Ad es.


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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" XX

Siamo agli anni Novanta e Gaber e Luporini capiscono che sono alla fine di un percorso e affinché non rimangano solo i rimpianti bisogna cercare di rammentare che se pur abbiamo sbagliato, questi anni non sono stati vuoti, perché ...


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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" XXI

Nel 1995 la coppia Gaber-Luporini mette in scena uno spettacolo del tutto nuovo e che rappresenta un misto di privato e politico, ma forse incentrato più sul primo, perché il mondo gli fa male e credo che la canzone che più lo rappresenti sia questa.


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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" XXII

Siamo quasi alla fine e l'ultimo spettacolo ha un titolo piuttosto interessante: "Un'idiozia conquistata a fatica" Anche se giorgio non usa il termine greco nel senso di Epicuro, bensì in quello volgare, ma ironico. In altre parole l'italio medio è ritornato ai "valori" di chiesa, patria e famiglia e mi sembra sia cambiato poco da allora, perché un amico che mi ha telefonato proprio ora mi ha detto che ieri su Rai1 trasmettevano niente di meno che "la via crucis" in diretta da non so dove! :italia: :titanic: :rip:
Ma andiamo oltre e cerchiamo di scegliere il brano più rappresentativa a parere di chi scrive.



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Re: Giorgio Gaber

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Con riferimento a Giandomenico Curi "Chiedo scusa se parlo di Gaber" XXIII

Per chiudere il cerchio possiamo solo dire che la sua e la mia generazione ha un po' lottato, ma alla fine



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Re: Giorgio Gaber

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Una delle canzoni meno conosciute



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Re: Giorgio Gaber

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L'immaginario collettivo del sig. G.


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Re: Giorgio Gaber

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

Auguri Mr. G!! Sarebbero stati 81, neanche troppi...


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The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
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Re: Giorgio Gaber

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Maìno della Spinetta ha scritto: lunedì 25 gennaio 2021, 13:45 Auguri Mr. G!! Sarebbero stati 81, neanche troppi...
Già, mi veniva in mente quando scrivevo l'apoftegma del giorno che il 25 gennaio doveva essere successo qualcosa, perché non mi pareva anonimo. Ecco, ora l'ò capito, anche se poi a me gli anniversari non dicono proprio nulla e anzi tremo all'idea che i miei parenti vogliano ricordare che fra qualche giorno ricorrerà il 50° anno di matrimonio. :diavoletto: :muro:

P.S. Gli anni sarebbero stati 82.


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Re: Giorgio Gaber

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Qui Sini è d'accordo con lui (mi pare) sul concetto di libertà. :clap:


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Re: Giorgio Gaber

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Il Kaiser è arrivato terzo nella prima corsa del 2022 e allora ...


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Da "E pensarare che c'era Giorgio Gaber" di A. Scanzi I

L'ultima immagine che abbiamo di Giorgio in teatro è quella di un uomo stanco e ferito nel 2000, le gambe distese per attutire il dolore, nel mese di Febbraio a San Marino (l'ultimo spettacolo).
Gaber si ferma, ma ha ancora molto da dire e lo farà ritornando a incidere dischi e così nel 2001 esce "La mia generazione ha perso" e già il titolo è tutto un programma. :) Partecipa anche alla trasmissione televisiva dell'amico Adriano nello stesso anno, ma il molleggiato aveva un piede rotto e lui ... immagini tremende, inguardabili, specie per chi aveva fatto della presenza in scena uno dei cardini del suo teatro, anche se apparentemente si trattava di un ossimoro: la grande fisicità di un soggetto magrissimo e che sembrava debole. :D


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Re: Giorgio Gaber

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Da "E pensarare che c'era Giorgio Gaber" di A. Scanzi II

Come la scopre Gaber la presenza scenica, dato che lui non nasce come "uomo di teatro"? Egli vive in TV e addirittura si può definire un artista nazional-popolare; va anche quattro volte a Sanremo. ;) Il repertorio è quello della ballata classica e benché abbia un grande successo, se si fosse fermato lì, non lo avremmo di certo uno dei grandi cantautori di sempre, o come dice suo nipote uno dei cantattori, ;)
Quando Giorgio ha cambiato il destino?
L'anno della svolta è il 1970 e i motivi possono essere molti:
Il Piccolo Teatro di Milano lo spinge, perché Giorgio Strehler e Paolo Grassi lo hanno visto al Tecla e pensano che potrebbe ...
Mina si esibiva in teatro e chiede a Giorgio di fare una stagione insieme: a lui il primo tempo e poi sarebbe entrata in scena la diva.
In questo primo contatto diretto con il pubblico fu folgorato e di colpo la TV appare un mondo lontano e freddo.
Poi c'è la terza risposta, la più importante di tutte ...


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Da "E pensare che c'era Giorgio Gaber" di A. Scanzi III

La terza e più importante risposta è un pittore viareggino, schivo e introverso nato nel 1930; non si può parlare di Gaber, senza citare anche Luporini, perché dalla fine dei Sessanta, fino al 2003, hanno sempre pensato tutto insieme. :) I due lavoravano, partendo da lunghe chiacchierate, una specie di canovaccio da cui partire, che poi si metteva per iscritto, dopo diverse operazioni di rilettura. Talvolta c'erano cambiamenti dopo le prime rappresentazioni e lo spettacolo diventava sempre più ... Certo, mai la perfezione, ma Giorgio a teatro era proprio irresistibile. :clap:


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Re: Giorgio Gaber

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Da "E pensare che c'era Giorgio Gaber" di A. Scanzi IV

Se si vuol descrivere Gaber, bisogna far parlare lui, le canzoni e i monologhi, in altre parole gli spettacoli del teatro-canzone. Non è mai stato un artista facile, non ha mai (nota mia, me l'à sempre detto anche di persona) regalato certezze, ma solo alimentato dubbi. Ascoltarlo e guardarlo era meraviglioso e, al contempo, impegnativo e se si vuole semplificarlo, gli si fa violenza; ad es. citare la libertà come canzone emblema di Gaber-Luporini è una sciocchezza! A dire la verità il successo di ... dava non poco fastidio ai due, anche perché fu presa a pretesto da molti politici per ridurre un verso a slogan! :x


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Re: Giorgio Gaber

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Da "E pensare che c'era Giorgio Gaber" di A. Scanzi V

La canzone manifesto di Gaber-Luporini è "Buttare lì qualcosa."

E che cosa si butta? Un'idea, un concetto, un'utopia, quello che si vuole e più si ritiene opportuno: sta a noi elaborare quello che lui ci ha buttato sul palco.
Gaber è l'opposto di un altro grande artista: Dario Fo. Con quest'ultimo si sa chi sono i buoni e i cattivi, mentre gli spettacoli di Giorgio non sono mai manichei: tutto si mescola e compenetra. Lo stesso signor G, l'alter ego di Giorgio, è uno che non si sa mai se è buono o no e deve essere così, perché è semplicemente umano, deludente e contraddittorio come la realtà, proprio come noi. :)


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Re: Giorgio Gaber

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Da "E pensare che c'era Giorgio Gaber" di A. Scanzi VI

Facciamo un passo indietro ed esaminiamo lo spettacolo che, a giudizio della critica, è il migliore di G.G. "Libertà obbligatoria". Essa, oltre il giudizio di merito, arriva a dire che Giorgio e Luporini usano il *noi*, significando così che i due si sentono in qualche modo partecipi di un progetto ideologico. Ma è davvero così? Penso di noi, cominciando dall'inizio dello spettacolo, ovvero con "I reduci" https://www.google.com/search?q=youtube ... 9bf0giYYnw
E basta ascoltare questa canzono per capire che già nel 1976 i Nostri prendevano le distanze da quel movimento che poi avrebbero analizzato a posteriori in "La nostra generazione ha perso",
E se non vi basta alcuni minuti dopo Giorgio canta "Il cancro". https://www.google.com/search?q=gaber+y ... _EPa8YbDGI


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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.

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Re: Giorgio Gaber

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Da "E pensare che c'era Giorgio Gaber" di A. Scanzi VII

L'uomo, secondo Gaber, è incapace di tenere insieme la dimensione pubblica e quella privata, ovvero lo stesso io non può agire per la rivoluzione e cercare di vivere, come diceva Epicuro, da idiota, vale a dire una vita normale e nascosta. E in quegli anni Settanta di "LIbertà obbligatoria" il nostro uomo si muove confusamente, non comprende bene quel che accade, non sa che cosa sia giusto e sbagliato e in molti non capiscono se e come combattere?
Per esempio, che cosa è la famosa libertà, invocata da tutti?
La risposta è già nel titolo, se è obbligatoria, tanto libera non può essere, come le feste comandate, che feste volete che siano? :dubbio:
E il nostro prosegue, proponendo una libertà solo di nome, quella americana!


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Re: Giorgio Gaber

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Da "E pensare che c'era Giorgio Gaber" di A. Scanzi VIII

Nel 1978, dopo LIbertà Obbligatoria, Giorgio prosegue con Polli di Allevamento e a questo spettacolo partecipa anche Franco Battiato, che è stato aiutato molto dal Nostro nella sua ascesa di musicista e cantante e fra l'altro gli ha fatto anche cambiare nome, perché all'anagrafe era Francesco, non Franco.
Battiato partecipa insieme a Giorgio e Giusto Pio in questa rappresentazione rivolta alla rabbia, ma che possiede un arrangiamento svolazzante e fintamente allegro, il che accentua la forza di canzoni e monologhi. :)
Se in libertà obbligatoria l'uomo era malato di cancro, qui è arrabbiato e alla deriva, ma soprattutto è sopraffatto dei cliché imperanti, che lui sviluppa e poi mette l'accento con
Apriti cielo! La c.d. sinistra non lo perdonò, né allora, né mai! (poi sfruttò anche la moglie :muro:


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Re: Giorgio Gaber

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https://www.raiplay.it/video/2023/01/Gi ... 7aa50.html

Giustamente Giorgio comincia col dire che non voleva assolutamente parlare con un ... come Marzullo! :diavoletto:


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Re: Giorgio Gaber

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Da "E pensare che c'era Giorgio Gaber" di A. Scanzi IX

Due anni dopo aver lanciato la sua più grande invettiva di sempre con Quando è moda è moda, Giorgio incide un disco intiero sul tema squisitamente politico: "Io se fossi Dio".
Toccare la D.C. e Moro in particolare, era impensabile in quegli anni, ma Gaber e Luporini lo fecero!


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Re: Giorgio Gaber

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Da "E pensare che c'era Giorgio Gaber" di A. Scanzi X

Che dire dopo una canzone come "Io se fossi dio?" Forse nulla e quando torna in teatro è cambiato tutto. La politica è scomparsa di colpo, perché, rovesciando un frase di Brecht: "Non si può parlare di rivoluzione quando nessuno la vuole." E allora l'artista parla degli alberi di Brecht, ovvero dell'uomo e della vita privata, per cui negli anni Ottanta Gaber e Luporini presenteranno il c.d. teatro di evocazione. Però, attenzione, gli alberi c'erano anche prima, bastava saper ascoltare. :) Solo che ora appare più chiaro, come in


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Re: Giorgio Gaber

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Da "E pensare che c'era Giorgio Gaber" di A. Scanzi XI

L'uomo negli anni Ottanta è pazzo senza motivo, affetto da un dolore a caso, malato immaginario senza nobiltà alcuna ed è, peraltro in questo periodo che Gaber scopre di avere il cancro! E poi in Italia si produce, con reazioni a catena, il fenomeno "Tangentopoli". Esso distrugge la Prima Repubblica e ne instaura una peggiore e i Nostri non possono far finta di nulla e, con l'inizio dei Novanta ricominciano a parlare di Politica.
Nel primo anno si limitano a riprendere vecchie canzoni, cercando di dar loro una collocazione logica, ma nel 1992 comincia a circolare qualcosa di di davvero nuovo; Guido Harari lo ha chiamato "lamento blues" ed è una definizione stupenda. Ed ecco la sintesi:


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Re: Giorgio Gaber

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Da "E pensare che c'era Giorgio Gaber" di A. Scanzi XII

Nel 1994 c'è la vittoria del BerlusKa alle elezioni e Giorgio, d'accordo con Alloisio, sostiene di "non temere Berlusconi in sè, ma B. in me!" :diavoletto: E infatti nel nuovo spettacolo c'è un brano, quello finale in cui ...


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Re: Giorgio Gaber

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Da "E pensare che c'era Giorgio Gaber" di A. Scanzi XIII

Purtroppo la malattia fa il suo corso e gli spettacoli devono cessare e allora Giorgio decide di incidere un disco e cerca Ivano Fossati per produrlo. Ma lui è troppo impegnato nell'anno 2000 e gli consigli di rivolgersi a Beppe Quilici; "... nessuno, meglio di lui, sa riprodurre i suoni che ti sono piaciuti nei miei dischi." E Beppe ne "La mia generazione ha perso", farà un grande lavoro, così come nel 2003 con "Io non mi sento italiano."
Vedremo domani l'ultima canzone in assoluto scritta e interpretata da Gaber, ma intanto nel 2000, come abbiamo detto, quel primo disco, dopo tanti anni ha un enorme successo e Gaber sarà conosciuto anche da milioni di persone che non hanno mai assistito a un suo spettacolo teatrale.
E in questa c'è la sintesi del pensiero, che canterà anche da Celentano.


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Re: Giorgio Gaber

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Da "E pensare che c'era Giorgio Gaber" di A. Scanzi XIV

Dicevamo ieri che l'ultima canzone teatrale scritta da Gaber e Luporini è stata "Se ci fosse un uomo", che, già dal titolo è profondamente emblematica. Che fine ha fatto l'albero-uomo? Quello che negli anni Settanta era scisso e malato di cancro, ma lottava? Colui che negli Ottanta appariva sempre più sfilacciato, addirittura pazzo, anche senza motivo, per una minaccia inesistente? L'albero che nei Novanta diventa un'altra razza, non ancora in estinzione: quella del gabbiano ipotetico? Ora è tutto scomparso e l'uomo sta diventando un'altra cosa, ovvero l'obeso! Un uomo pieno di nulla, che si muove goffamente nel tempo ... presente. :x





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Re: Giorgio Gaber

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Da "E pensare che c'era Giorgio Gaber" di A. Scanzi XV

Quante bastonate ci ha dato Gaber!? Ma Giorgio non si è fermato all'invettiva e alla rabbia; in ogni spettacolo c'è sempre anche l'intenzione del volo, perché solo così l'uomo può essere libero e forse anche un po' felice. Gaber è fino in fondo un gabbiano ipotetico e lo dimostra con il suo testamento musicale che ci ha lasciato


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Re: Giorgio Gaber

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Da "E pensare che c'era Giorgio Gaber" di A. Scanzi XVI

Il libro termina e l'autore ci propone soltanto qualche pensiero di persone note che hanno scritto su di lui. Se qualcuno di voi volesse aggiungere uno suo, sarebbe il benvenuto. :) Per parte mia, posso solo dire che un difetto l'aveva: era milanista! :diavoletto:


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Re: Giorgio Gaber

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"Io, noi e Gaber" vedi discussione Fatti di politica


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Re: Giorgio Gaber

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Molto ben fatto e con tanti protagonisti e artisti che l'hanno conosciuto il documentario andato in onda su Rai2, penso che si possa vedere come al solito su Raiplay via Internet.


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Carlone ha scritto: mercoledì 3 gennaio 2024, 20:07 Molto ben fatto e con tanti protagonisti e artisti che l'hanno conosciuto il documentario andato in onda su Rai3, penso che si possa vedere come al solito su Raiplay via Internet.
Certo e senza nemmeno un secondo di pubblicità. :) P.S. Mi stupisce che non siano venuti/chiamati Celentano e Guccini.


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Re: Giorgio Gaber

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lemond ha scritto: giovedì 4 gennaio 2024, 8:49
Carlone ha scritto: mercoledì 3 gennaio 2024, 20:07 Molto ben fatto e con tanti protagonisti e artisti che l'hanno conosciuto il documentario andato in onda su Rai3, penso che si possa vedere come al solito su Raiplay via Internet.
Certo e senza nemmeno un secondo di pubblicità. :) P.S. Mi stupisce che non siano venuti/chiamati Celentano e Guccini.
Celentano non credo abbia voglia di mostrarsi (si sta minizzando), Guccini non so se l'abbiano chiamato (poi, quando lo intervistano, si fa un po' fatica a decifrare quali parole pronunci).
Adriano ne fa 87 e Francesco 84. E' vero che Luporini (che ne fa 94 e che fuma) è stato il perno del documentario ma anche altri personaggi importanti non c'erano: la stessa Mina, che però manda sempre Paciughino, e soprattutto Maria Monti (che ne fa 89), la sua fidanzata storica prima di Ombretta.
Una cosa invece molto interessante del documentario è stata la dichiarazione di Mogol : "Accusavano me e Battisti di essere fascisti ma non era vero".
Detto di questi tempi (e non mi pare l'abbia mai detto prima) è fatto degno di nota.


Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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nino58 ha scritto: giovedì 4 gennaio 2024, 9:17
lemond ha scritto: giovedì 4 gennaio 2024, 8:49
Carlone ha scritto: mercoledì 3 gennaio 2024, 20:07 Molto ben fatto e con tanti protagonisti e artisti che l'hanno conosciuto il documentario andato in onda su Rai3, penso che si possa vedere come al solito su Raiplay via Internet.
Certo e senza nemmeno un secondo di pubblicità. :) P.S. Mi stupisce che non siano venuti/chiamati Celentano e Guccini.
Celentano non credo abbia voglia di mostrarsi (si sta minizzando), Guccini non so se l'abbiano chiamato (poi, quando lo intervistano, si fa un po' fatica a decifrare quali parole pronunci).
Adriano ne fa 87 e Francesco 84. E' vero che Luporini (che ne fa 94 e che fuma) è stato il perno del documentario ma anche altri personaggi importanti non c'erano: la stessa Mina, che però manda sempre Paciughino, e soprattutto Maria Monti (che ne fa 89), la sua fidanzata storica prima di Ombretta.
Una cosa invece molto interessante del documentario è stata la dichiarazione di Mogol : "Accusavano me e Battisti di essere fascisti ma non era vero".
Detto di questi tempi (e non mi pare l'abbia mai detto prima) è fatto degno di nota.
Non sapevo che Celentano si fosse messo in disparte e Mina ormai, l'ultima volta l'ò vista alla Bussola (chissà che anno era?). Maria Monti non appare mai dal vivo in nessun documentario su Giorgio (e li ho visti tutti. :) ). Mogol di faccia l'ò conosciuto ieri l'altro, così come Jovannotti. :) P.S. Mia moglie non voleva credere fino, ai titoli di coda, che colei che inquadravano di sfuggita fosse Ombretta Colli! Ma deve essere malata. :x


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Re: Giorgio Gaber

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Massimo Bernardini a proposito di "La mia generazione ha perso" ha eccepito che non è vero che Gaber voleva significare proprio quello, perché poi c'è l'altro brano "Verso il terzo millennio" che conclude con la speranza:

E tu mi vieni a dire
Quasi gridando
Che non c'è più salvezza
Sta sprofondando il mondo
Ma io ti voglio dire
Che non è mai finita
Che tutto quel che accade
Fa parte della vita.

Ergo, secondo lui, la nostra generazione non ha perso davvero. Così come Bersani che ha affermato che invece la società è cambiata in meglio-

Mi dispiace deludere entrambi, ma il primo non conosce Gaber (oppure, da buon cattolico vuole arruolare il Nostro fra le file dei cultori della *speranza*) che sempre ha lasciato aperta una porta e già nel 1981 (Anni affollati) scriveva/cantava:


Ma al termine del mondo per fortuna
le strade sono sempre più di una.

Ma prima di ammazzare un uomo ce ne vuole
mettiamoci ogni giorno alla finestra col fucile
e l’ultimo bagliore che vedremo bene
non sarà certo il colpo di fucile della fine.

Per quanto riguarda Bersani è vero che i costumi sono cambiati, ma non certo la politica ed è a essa che Giorgio e Luporini si riferiscono quando affermano che la nostra generazione ha perso.


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