Road Runner ha scritto: ↑venerdì 18 giugno 2021, 14:30
I miei due cents sull'argomento "integrazione" durante le gare di corsa.
In Atletica l'unica disciplina che richiede svariati "rifornimenti" durante lo svolgimento
è la Maratona.
In Mezza Maratona, personalmente, essendo uno sforzo che dura poco più di un'ora,
mi è sempre bastato dare un sorso di acqua al 10° e un altro attorno al 14/15° chilometro.
In Maratona invece, avendone disputate 26, ho provato le più svariate combinazioni, per arrivare
a trovare la soluzione migliore solo nell'ultima disputata, all'età di 42 anni!
Durante i 42,195 km., la cosa principale da reintegrare è la dispersione di liquidi, e, se
possibile, l'assimilazione di un po' di zuccheri di pronto utilizzo.
Il punto critico è però proprio la capacità dell'organismo di assimilare quello che si ingurgita
durante lo sforzo quasi massimale della gara, quando l'intestino è quasi del tutto disattivato,
e tutto il circolo sanguineo è dirottato nel circuito cuore polmoni muscoli, e in più lo stomaco
subisce continui squotimenti (a differenza dell'andare in bici che questo problema non lo da).
Seguendo l'onda delle varie mode del periodo, nel corso dei decenni sono passato dagli
anni '80, dove era imperativo bere acqua e sali minerali, agli anni '90, con la moda degli
aminoacidi a catena ramificata, con il solo di risultato di terminare tutte le Maratone, anche le
due che ho vinto, con un discreto senso di nausea per quello che avevo bevuto.
Poi, per caso, durante un allenamento che avevo inventato (e che mi davano del matto quando lo
facevo, ma che invece era un grande allenamento), ho scoperto una cosa che non mi aspettavo.
Il "lavoro" consisteva nel partire alla sera dalla pista di Cantù, arrivare in corsa già media
a Como città, attaccarre la scalata a Brunate in massimale (il Civiglio, per intenderci), prendere
al volo la funicolare per evitare la discesa, e ripartire subito per Cantù, in progressione, con le relative
salite che servono per uscire dalla Città.
Facevo prevalentemente questo allenamento in inverno, per sudare poco ed evitare disidratazione,
in totale autonomia. Una sera però a stagione già avanzata, arrivato a Brunate avevo una sete bestia
e al bar giù a Como mi venne di istinto di comprare una lattina di Cocacola, che mi scolai da ingordo
in un fiato!!! Ecco, mi dissi, adesso questa bevuta la maledirò fino a Cantù, convinto che mi avrebbe
ballato nello stomaco fino alla pista. Invece, magicamente, comincio a correre, dopo 30 metri
sgaso un rutto che Fantozzi in confronto era un dilettante, e la Coca è già sparita!!! Da non credere!!!
E finisco anche l'allenamento in gran spinta e senza sentire la fatica! Probabilmente grazie agli zuccheri
di rapifa assimilazione che contiene, ma non così concentrati come nei gel, che nella corsa a piedi
diventano un mattone.
Riprovai queste bevute anche nelle settimane successive sempre con lo stesso effetto!!!
Avevo scoperto "l'integratore" ideale per la Maratona.
Mi presentai in Svizzera, alla Maratona di Tenero fraz. di Locarno, con 8 borracce contenenti Cocacola,
con su il mio numero di gara, consegnandole come da regolamento agli organizzatori,
da posizionare ai rifornimenti del 5°, 10°, 15° ecc...chilometro di gara, e ogni 5 chilometri mi sono fatto
una bella bevuta di Cocacola; ho finito la Maratona (a 42 anni!) al 2° posto in 2h.29'25", ancora
sano fisicamente e senza alcun senso di nausea!!!!
Va bé, i miei avversari del gruppo di testa, che andavano a Rivella, Enervit di qui, Enervit di la (tutti Tedeschi,
Svizzeri e Francesi, con la puzza sotto al naso, che potevano essere miei figli), ogni volta che sgasavo
l'inevitabile rutto (il "solito Italiano"..!), mi guardavano un po' male, ma amen, la guerra vuole i suoi morti...!