Il doping degli anni '90

Per discutere, analizzare, approfondire tutto quello che riguarda il tema più dibattuto del ciclismo
nikybo85
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da nikybo85 »

DarioF ha scritto: venerdì 24 maggio 2019, 17:36 Buonasera a tutti.
Direte che é una storia vecchia. Per molti era già stato chiarito tutto il 13 Luglio 2005. Ma dopo tanti anni grazie a una giustizia un pò lenta vorrei far sapere quello che nessun giornale dal 2009 vuole scivere.
I piani alti non si toccano.
Non cerco riabilitazione o tantomeno tornare nel ciclismo.
Metto il link di seguito alla sezione inchieste giudiziarie.
Saluti.
https://it.wikipedia.org/wiki/Dario_Frigo
Ciao Dario!
Quante volte mi sono detto di lui non si è mai piu' parlato...
Se leggi questo forum sai che la nostra visione è disincantata sul tema...


DarioF
Messaggi: 36
Iscritto il: mercoledì 24 aprile 2019, 19:29

Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da DarioF »

Buonasera a tutti,
Sono ancora qui.
Vorrei innanzitutto chiedervi scusa, un forum é una comunità con le sue regole, io sono arrivato e senza chiedervi il permesso vi ho linkato una pagina che parla di una vicenda personale che può anche non interessare.
Vi leggo dal 2005, non mi sono mai iscritto, quello che mi portavo dietro era una storia di cui anche io avevo timore a parlarne.
Mi sono iscritto al forum il 24 Aprile, ho ricevuto la mail di attivazione solo il 23 Maggio. Mi spiace che sia accaduto in concomitanza del Giro. Una casualità.
Vorrei ricordare che questa é la mia storia, non é mia assoluta intenzione implicare o alludere all’attuale ciclismo. Se qualcuno si sente colpito avrà qualcosa da nascondere.
Tanti si chiederanno perché ora, forse il vaso era colmo. Per troppo tempo ho letto interviste di un ex-manager e dottori dove la frase “alla Fassa Bortolo si faceva la lotta al doping” era una sorta di mantra. Purtroppo per loro i processi non dicono questo.
Che molti erano d’accordo e sapevano l’ho capito dopo, troppo tardi. Vero che episodi simili erano già successi, ma non avevano mai avuto tanta risonanza mediatica. Avvenivano in un apparente silenzio.
Quando alla riunione a porte chiuse con corridori e staff alla partenza del Tour 2005, Leblanc disse che ci sarebbero state perquisizioni, non ho certo pensato che si riferissero a me.
Nemmeno dopo la stretta di mano e la pacca sulla spalla quasi a dirmi di farmi coraggio da parte di un corridore francese con qui non avevo mai parlato, ho pensato che stesse per succedere qualcosa.
Forse avrei dovuto capirlo dal sorriso maligno di un ex-ciclista che di solito a me non prestava attenzione e che malgrado i 30 gradi quel giorno mi disse:”Frigo, oggi tu sei l’unico che sta al fresco.”
Comunque … senza esitazioni al Commissariato mi sono preso tutte le responsabilità, nel ciclismo ci sono regole non scritte. La squadra non si tocca. E comunque si sa che al ciclista non crede nessuno, d’altronde é lui che assume. Verissimo.
Non aveva importanza raccontare cosa realmente succedeva. Che mi crediate o no non ero nemmeno cosí dispiaciuto che la mia carriera fosse finita. Certo mi spiaceva il modo in cui era finita, ma ero fisicamente a pezzi.
La voglia di rompere le regole é nata quando ho sentito le dichiarazioni di Ferretti, Proudhomme, Leblanc. Tutti uniti e indignati.
Sono stato processato e condannato in piazza.
Amedeo Colombo, presidente ACCPI disse che “andavo isolato socialmente”.
Avevano passato il limite, nessun atleta per quanto colpevole era mai stato insultato e offeso in quel modo.
Loro, quelli che fanno la lotta al doping, che stilano e ti fanno firmare regolamenti sanitari rigidissimi. Lo fanno solo per mettere a posto la loro piccola coscienza, ammesso che ne abbiano una.
Cosí, armato di coraggio e da solo contro il sistema, ho raccontato la verità che ha portato alle conclusioni che trovate sulla pagina Wikipedia.
Manager e sponsor sono assetati di vittorie, é un avidità che non trovi nell’atleta. L’atleta si allena, certo usa sostanze per provare a vincere ma poi la gara é un’incognita, quasi una scommessa. Allenarsi e doparsi non é garanzia di successo, sarebbe troppo facile. Loro invece pretendono che vinci. Loro investono su di te, sei loro merce.
A seguito dei trattamenti dopanti usati nel 2003, ho iniziato un leggero ma inesorabile declino fisico che mi ha portato nella primavera 2004 a uno stop di 3 mesi per ipoglicemia. Nulla di cosí grave ma comunque limitante sul piano atletico.
La squadra e nello specifico Ferretti ha iniziato a farmi pressioni. Non vincevo più e volevano ridurmi lo stipendio. Non sono riuscito a trovare un’altra squadra.
Arriviamo al Tour 2005. La Gendarmerie leggendo le mie dichiarazioni con la discrezione che li contraddistingue tra le righe di un verbale mi hanno fatto sapere il nome dell’informatore e da lí ho capito chi c’era dietro.
La Fassa Bortolo é una delle peggiori squadre della storia del ciclismo. Non ho mai trovato tanta bassezza umana.
Come ho detto avrei taciuto nel 2005. Mi ero rassegnato al silenzio del 2009 dopo che i giornali avevano scelto di non raccontare. Ma non mi aspettavo che dopo la evidente implicazione di doping della Fassa, nel 2010 venissi querelato in sede civile pretendendo danni morali e patrimoniali. Questo é accanimento.
Quando un’atleta vince sembra che sono loro che pedalano; si gonfiano come palloni quando dicono di aver scoperto un talento.
Capisco il denaro, poco o tanto ne siamo tutti schiavi ma questi sono senza vergogna.
Posso assicurarvi che all’estero nessuna squadra avrebbe mantenuto un simile atteggiamento.
Comunque, lo spessore delle persone alla fine viene fuori.
Permettemi di dire un’ultima cosa su Marco, Marco Pantani. Forse é il momento di raccontarla. Un giorno a una corsa assistemmo insieme a una scena. Marco capí subito cosa stava succedendo. Il giorno dopo tornai da lui per chiedere spiegazioni. Fu netto:“vedrai che lo trovano positivo …”. Fini lí. Il gruppo si mise in fila e ognuno prese il suo posto.
Il corridore in questione fu trovato positivo, tutto successe suo malgrado, era solo una pedina. Quando riincontrai Marco, mi disse:”Cosa ti avevo detto, non valiamo niente, ci usano e poi quando decidono loro ti fanno fuori.”
Era rosso in faccia, schiumava dalla rabbia, non stava parlando solo del caso in questione. Stava parlando di Madonna di Campiglio. Si era accorto subito di quello che stava succedendo, stesso modus operandi, certe cose quando le vivi in prima persona poi la vita ti porta a riconoscerle a colpo d’occhio. Il simile riconosce il simile.
Ma queste sono solo chiacchere … mica crederete a quello che vi dico io !
Una volta sono interessi economici, un’altra politici, se volete mettiamoci anche la malavita ma alla fine che paga é sempre e solo l’atleta.
Accettarlo e piegarsi é dura …
Non tutti nasciamo per farlo.
Voleva cambiare le cose, disse che il ciclismo doveva fare come il calcio e la Formula 1. Come risultato si era beccatto una diffida o una querela, non ricordo esattamente.
Voi lo piangete per quello che sapeva fare in bicicletta ma il mondo del ciclismo ha perso una persona sincera e diretta nelle parole che avrebbe potuto cambiare tante cose e dare ai corridori la dignità e la credibilità che meritano.
Il Pantani giù dalla bicicletta era forte almeno quanto quello che correva.
Io ho finito, sono stufo e dopo 14 anni penso di averne diritto.
Il ciclismo non é più il mio mondo da tanto tempo, forse non lo é mai stato.

Ringrazio voi del forum per avermi permesso quello che dal 2009 mi é stato negato di raccontare.

Con sincerità,

Dario Frigo


Luca90
Messaggi: 14247
Iscritto il: venerdì 31 luglio 2015, 22:21

Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da Luca90 »

DarioF ha scritto: mercoledì 29 maggio 2019, 18:45 Buonasera a tutti,
Sono ancora qui.
Vorrei innanzitutto chiedervi scusa, un forum é una comunità con le sue regole, io sono arrivato e senza chiedervi il permesso vi ho linkato una pagina che parla di una vicenda personale che può anche non interessare.
Vi leggo dal 2005, non mi sono mai iscritto, quello che mi portavo dietro era una storia di cui anche io avevo timore a parlarne.
Mi sono iscritto al forum il 24 Aprile, ho ricevuto la mail di attivazione solo il 23 Maggio. Mi spiace che sia accaduto in concomitanza del Giro. Una casualità.
Vorrei ricordare che questa é la mia storia, non é mia assoluta intenzione implicare o alludere all’attuale ciclismo. Se qualcuno si sente colpito avrà qualcosa da nascondere.
Tanti si chiederanno perché ora, forse il vaso era colmo. Per troppo tempo ho letto interviste di un ex-manager e dottori dove la frase “alla Fassa Bortolo si faceva la lotta al doping” era una sorta di mantra. Purtroppo per loro i processi non dicono questo.
Che molti erano d’accordo e sapevano l’ho capito dopo, troppo tardi. Vero che episodi simili erano già successi, ma non avevano mai avuto tanta risonanza mediatica. Avvenivano in un apparente silenzio.
Quando alla riunione a porte chiuse con corridori e staff alla partenza del Tour 2005, Leblanc disse che ci sarebbero state perquisizioni, non ho certo pensato che si riferissero a me.
Nemmeno dopo la stretta di mano e la pacca sulla spalla quasi a dirmi di farmi coraggio da parte di un corridore francese con qui non avevo mai parlato, ho pensato che stesse per succedere qualcosa.
Forse avrei dovuto capirlo dal sorriso maligno di un ex-ciclista che di solito a me non prestava attenzione e che malgrado i 30 gradi quel giorno mi disse:”Frigo, oggi tu sei l’unico che sta al fresco.”
Comunque … senza esitazioni al Commissariato mi sono preso tutte le responsabilità, nel ciclismo ci sono regole non scritte. La squadra non si tocca. E comunque si sa che al ciclista non crede nessuno, d’altronde é lui che assume. Verissimo.
Non aveva importanza raccontare cosa realmente succedeva. Che mi crediate o no non ero nemmeno cosí dispiaciuto che la mia carriera fosse finita. Certo mi spiaceva il modo in cui era finita, ma ero fisicamente a pezzi.
La voglia di rompere le regole é nata quando ho sentito le dichiarazioni di Ferretti, Proudhomme, Leblanc. Tutti uniti e indignati.
Sono stato processato e condannato in piazza.
Amedeo Colombo, presidente ACCPI disse che “andavo isolato socialmente”.
Avevano passato il limite, nessun atleta per quanto colpevole era mai stato insultato e offeso in quel modo.
Loro, quelli che fanno la lotta al doping, che stilano e ti fanno firmare regolamenti sanitari rigidissimi. Lo fanno solo per mettere a posto la loro piccola coscienza, ammesso che ne abbiano una.
Cosí, armato di coraggio e da solo contro il sistema, ho raccontato la verità che ha portato alle conclusioni che trovate sulla pagina Wikipedia.
Manager e sponsor sono assetati di vittorie, é un avidità che non trovi nell’atleta. L’atleta si allena, certo usa sostanze per provare a vincere ma poi la gara é un’incognita, quasi una scommessa. Allenarsi e doparsi non é garanzia di successo, sarebbe troppo facile. Loro invece pretendono che vinci. Loro investono su di te, sei loro merce.
A seguito dei trattamenti dopanti usati nel 2003, ho iniziato un leggero ma inesorabile declino fisico che mi ha portato nella primavera 2004 a uno stop di 3 mesi per ipoglicemia. Nulla di cosí grave ma comunque limitante sul piano atletico.
La squadra e nello specifico Ferretti ha iniziato a farmi pressioni. Non vincevo più e volevano ridurmi lo stipendio. Non sono riuscito a trovare un’altra squadra.
Arriviamo al Tour 2005. La Gendarmerie leggendo le mie dichiarazioni con la discrezione che li contraddistingue tra le righe di un verbale mi hanno fatto sapere il nome dell’informatore e da lí ho capito chi c’era dietro.
La Fassa Bortolo é una delle peggiori squadre della storia del ciclismo. Non ho mai trovato tanta bassezza umana.
Come ho detto avrei taciuto nel 2005. Mi ero rassegnato al silenzio del 2009 dopo che i giornali avevano scelto di non raccontare. Ma non mi aspettavo che dopo la evidente implicazione di doping della Fassa, nel 2010 venissi querelato in sede civile pretendendo danni morali e patrimoniali. Questo é accanimento.
Quando un’atleta vince sembra che sono loro che pedalano; si gonfiano come palloni quando dicono di aver scoperto un talento.
Capisco il denaro, poco o tanto ne siamo tutti schiavi ma questi sono senza vergogna.
Posso assicurarvi che all’estero nessuna squadra avrebbe mantenuto un simile atteggiamento.
Comunque, lo spessore delle persone alla fine viene fuori.
Permettemi di dire un’ultima cosa su Marco, Marco Pantani. Forse é il momento di raccontarla. Un giorno a una corsa assistemmo insieme a una scena. Marco capí subito cosa stava succedendo. Il giorno dopo tornai da lui per chiedere spiegazioni. Fu netto:“vedrai che lo trovano positivo …”. Fini lí. Il gruppo si mise in fila e ognuno prese il suo posto.
Il corridore in questione fu trovato positivo, tutto successe suo malgrado, era solo una pedina. Quando riincontrai Marco, mi disse:”Cosa ti avevo detto, non valiamo niente, ci usano e poi quando decidono loro ti fanno fuori.”
Era rosso in faccia, schiumava dalla rabbia, non stava parlando solo del caso in questione. Stava parlando di Madonna di Campiglio. Si era accorto subito di quello che stava succedendo, stesso modus operandi, certe cose quando le vivi in prima persona poi la vita ti porta a riconoscerle a colpo d’occhio. Il simile riconosce il simile.
Ma queste sono solo chiacchere … mica crederete a quello che vi dico io !
Una volta sono interessi economici, un’altra politici, se volete mettiamoci anche la malavita ma alla fine che paga é sempre e solo l’atleta.
Accettarlo e piegarsi é dura …
Non tutti nasciamo per farlo.
Voleva cambiare le cose, disse che il ciclismo doveva fare come il calcio e la Formula 1. Come risultato si era beccatto una diffida o una querela, non ricordo esattamente.
Voi lo piangete per quello che sapeva fare in bicicletta ma il mondo del ciclismo ha perso una persona sincera e diretta nelle parole che avrebbe potuto cambiare tante cose e dare ai corridori la dignità e la credibilità che meritano.
Il Pantani giù dalla bicicletta era forte almeno quanto quello che correva.
Io ho finito, sono stufo e dopo 14 anni penso di averne diritto.
Il ciclismo non é più il mio mondo da tanto tempo, forse non lo é mai stato.

Ringrazio voi del forum per avermi permesso quello che dal 2009 mi é stato negato di raccontare.

Con sincerità,

Dario Frigo
ciao !! come mai non ti è mai venuta voglia di scrivere un libro?


2015:TreValliVaresine
2016:Giro (primi5), Tour t11-14, ParigiTours
2017:Kuurne, TroBroLeon
2018:Tour of Guangxi
2019:Dwars,Tour t18, Vuelta t8, 'Emilia
2020:CoppiBartali, BinckBanktour, Giro t1, Vuelta t 1-2
2021:Larciano, Dwars, Turchia, Tour t16, Primus Classic
2022:La marseillaise, Vuelta t3-10, Japan Cup
2023 :FrecciaVallone, Giro t20, Vuelta(primi5)
2024: MuscatClassic
DarioF
Messaggi: 36
Iscritto il: mercoledì 24 aprile 2019, 19:29

Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da DarioF »

Luca90 ha scritto: mercoledì 29 maggio 2019, 19:48

ciao !! come mai non ti è mai venuta voglia di scrivere un libro?
Ciao, non pensavo che la mia storia potesse interessare a qualcuno.


Luca90
Messaggi: 14247
Iscritto il: venerdì 31 luglio 2015, 22:21

Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da Luca90 »

DarioF ha scritto: mercoledì 29 maggio 2019, 20:02
Luca90 ha scritto: mercoledì 29 maggio 2019, 19:48

ciao !! come mai non ti è mai venuta voglia di scrivere un libro?
Ciao, non pensavo che la mia storia potesse interessare a qualcuno.
io parlando a titolo personale i libri dei ciclisti li ho comprati anche solo per curiosità... quello di riccò, di di luca, di cunego, di nibali...


2015:TreValliVaresine
2016:Giro (primi5), Tour t11-14, ParigiTours
2017:Kuurne, TroBroLeon
2018:Tour of Guangxi
2019:Dwars,Tour t18, Vuelta t8, 'Emilia
2020:CoppiBartali, BinckBanktour, Giro t1, Vuelta t 1-2
2021:Larciano, Dwars, Turchia, Tour t16, Primus Classic
2022:La marseillaise, Vuelta t3-10, Japan Cup
2023 :FrecciaVallone, Giro t20, Vuelta(primi5)
2024: MuscatClassic
Winter
Messaggi: 26232
Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 19:33

Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da Winter »

Ciao
ti abbiamo perso un pò di vista negli ultimi anni (il mondo del ciclismo non è molto equo..qualcuno viene subito riqualificato..altri meno)
Volevo chiederti , come hai passato questi anni?
sei riuscito a rifarci una vita?
segui ancora il ciclismo (o l ambiente t ha troppo schifato?)

Non ti sentire obbligato a rispondere
e grazie per i precedenti messaggi (e wikipedia)


l'Orso
Messaggi: 4719
Iscritto il: venerdì 10 dicembre 2010, 11:18

Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da l'Orso »

Ciao Dario,
è un piacere leggerti su questo forum, anche se preferirei poterlo fare sopratutto nelle sezioni del "pedalato" :cincin:
Per quanto riguarda le tue vicende col doping, personalmente pensavo che le "rogne" post squalifica fossero finite da tempo e invece leggo che purtroppo ti han rotto i cocomeri fino a "ieri" :(
Winter ha scritto: mercoledì 29 maggio 2019, 22:25 Ciao
ti abbiamo perso un pò di vista negli ultimi anni (il mondo del ciclismo non è molto equo..qualcuno viene subito riqualificato..altri meno)
Volevo chiederti , come hai passato questi anni?
sei riuscito a rifarci una vita?
segui ancora il ciclismo (o l ambiente t ha troppo schifato?)

Non ti sentire obbligato a rispondere
e grazie per i precedenti messaggi (e wikipedia)
mi unisco alle curiosità, senza ovviamente pretese :)

PS: avrei tanto altro da scriverti ma non ho tempo per metterlo in forma decente, mi limito a dirti che avrai sempre la mia stima e il mio rispetto.


Fanta cicloweb 2015:
Tour 2015 - 19a tappa - SJ M.nne - Toussuire (24 Luglio)

utenti ignorati:
Scostante_Girardengo
Pirata81

Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da Pirata81 »

DarioF ha scritto: mercoledì 29 maggio 2019, 18:45 Buonasera a tutti,
Sono ancora qui.
Vorrei innanzitutto chiedervi scusa, un forum é una comunità con le sue regole, io sono arrivato e senza chiedervi il permesso vi ho linkato una pagina che parla di una vicenda personale che può anche non interessare.
Vi leggo dal 2005, non mi sono mai iscritto, quello che mi portavo dietro era una storia di cui anche io avevo timore a parlarne.
Mi sono iscritto al forum il 24 Aprile, ho ricevuto la mail di attivazione solo il 23 Maggio. Mi spiace che sia accaduto in concomitanza del Giro. Una casualità.
Vorrei ricordare che questa é la mia storia, non é mia assoluta intenzione implicare o alludere all’attuale ciclismo. Se qualcuno si sente colpito avrà qualcosa da nascondere.
Tanti si chiederanno perché ora, forse il vaso era colmo. Per troppo tempo ho letto interviste di un ex-manager e dottori dove la frase “alla Fassa Bortolo si faceva la lotta al doping” era una sorta di mantra. Purtroppo per loro i processi non dicono questo.
Che molti erano d’accordo e sapevano l’ho capito dopo, troppo tardi. Vero che episodi simili erano già successi, ma non avevano mai avuto tanta risonanza mediatica. Avvenivano in un apparente silenzio.
Quando alla riunione a porte chiuse con corridori e staff alla partenza del Tour 2005, Leblanc disse che ci sarebbero state perquisizioni, non ho certo pensato che si riferissero a me.
Nemmeno dopo la stretta di mano e la pacca sulla spalla quasi a dirmi di farmi coraggio da parte di un corridore francese con qui non avevo mai parlato, ho pensato che stesse per succedere qualcosa.
Forse avrei dovuto capirlo dal sorriso maligno di un ex-ciclista che di solito a me non prestava attenzione e che malgrado i 30 gradi quel giorno mi disse:”Frigo, oggi tu sei l’unico che sta al fresco.”
Comunque … senza esitazioni al Commissariato mi sono preso tutte le responsabilità, nel ciclismo ci sono regole non scritte. La squadra non si tocca. E comunque si sa che al ciclista non crede nessuno, d’altronde é lui che assume. Verissimo.
Non aveva importanza raccontare cosa realmente succedeva. Che mi crediate o no non ero nemmeno cosí dispiaciuto che la mia carriera fosse finita. Certo mi spiaceva il modo in cui era finita, ma ero fisicamente a pezzi.
La voglia di rompere le regole é nata quando ho sentito le dichiarazioni di Ferretti, Proudhomme, Leblanc. Tutti uniti e indignati.
Sono stato processato e condannato in piazza.
Amedeo Colombo, presidente ACCPI disse che “andavo isolato socialmente”.
Avevano passato il limite, nessun atleta per quanto colpevole era mai stato insultato e offeso in quel modo.
Loro, quelli che fanno la lotta al doping, che stilano e ti fanno firmare regolamenti sanitari rigidissimi. Lo fanno solo per mettere a posto la loro piccola coscienza, ammesso che ne abbiano una.
Cosí, armato di coraggio e da solo contro il sistema, ho raccontato la verità che ha portato alle conclusioni che trovate sulla pagina Wikipedia.
Manager e sponsor sono assetati di vittorie, é un avidità che non trovi nell’atleta. L’atleta si allena, certo usa sostanze per provare a vincere ma poi la gara é un’incognita, quasi una scommessa. Allenarsi e doparsi non é garanzia di successo, sarebbe troppo facile. Loro invece pretendono che vinci. Loro investono su di te, sei loro merce.
A seguito dei trattamenti dopanti usati nel 2003, ho iniziato un leggero ma inesorabile declino fisico che mi ha portato nella primavera 2004 a uno stop di 3 mesi per ipoglicemia. Nulla di cosí grave ma comunque limitante sul piano atletico.
La squadra e nello specifico Ferretti ha iniziato a farmi pressioni. Non vincevo più e volevano ridurmi lo stipendio. Non sono riuscito a trovare un’altra squadra.
Arriviamo al Tour 2005. La Gendarmerie leggendo le mie dichiarazioni con la discrezione che li contraddistingue tra le righe di un verbale mi hanno fatto sapere il nome dell’informatore e da lí ho capito chi c’era dietro.
La Fassa Bortolo é una delle peggiori squadre della storia del ciclismo. Non ho mai trovato tanta bassezza umana.
Come ho detto avrei taciuto nel 2005. Mi ero rassegnato al silenzio del 2009 dopo che i giornali avevano scelto di non raccontare. Ma non mi aspettavo che dopo la evidente implicazione di doping della Fassa, nel 2010 venissi querelato in sede civile pretendendo danni morali e patrimoniali. Questo é accanimento.
Quando un’atleta vince sembra che sono loro che pedalano; si gonfiano come palloni quando dicono di aver scoperto un talento.
Capisco il denaro, poco o tanto ne siamo tutti schiavi ma questi sono senza vergogna.
Posso assicurarvi che all’estero nessuna squadra avrebbe mantenuto un simile atteggiamento.
Comunque, lo spessore delle persone alla fine viene fuori.
Permettemi di dire un’ultima cosa su Marco, Marco Pantani. Forse é il momento di raccontarla. Un giorno a una corsa assistemmo insieme a una scena. Marco capí subito cosa stava succedendo. Il giorno dopo tornai da lui per chiedere spiegazioni. Fu netto:“vedrai che lo trovano positivo …”. Fini lí. Il gruppo si mise in fila e ognuno prese il suo posto.
Il corridore in questione fu trovato positivo, tutto successe suo malgrado, era solo una pedina. Quando riincontrai Marco, mi disse:”Cosa ti avevo detto, non valiamo niente, ci usano e poi quando decidono loro ti fanno fuori.”
Era rosso in faccia, schiumava dalla rabbia, non stava parlando solo del caso in questione. Stava parlando di Madonna di Campiglio. Si era accorto subito di quello che stava succedendo, stesso modus operandi, certe cose quando le vivi in prima persona poi la vita ti porta a riconoscerle a colpo d’occhio. Il simile riconosce il simile.
Ma queste sono solo chiacchere … mica crederete a quello che vi dico io !
Una volta sono interessi economici, un’altra politici, se volete mettiamoci anche la malavita ma alla fine che paga é sempre e solo l’atleta.
Accettarlo e piegarsi é dura …
Non tutti nasciamo per farlo.
Voleva cambiare le cose, disse che il ciclismo doveva fare come il calcio e la Formula 1. Come risultato si era beccatto una diffida o una querela, non ricordo esattamente.
Voi lo piangete per quello che sapeva fare in bicicletta ma il mondo del ciclismo ha perso una persona sincera e diretta nelle parole che avrebbe potuto cambiare tante cose e dare ai corridori la dignità e la credibilità che meritano.
Il Pantani giù dalla bicicletta era forte almeno quanto quello che correva.

Io ho finito, sono stufo e dopo 14 anni penso di averne diritto.
Il ciclismo non é più il mio mondo da tanto tempo, forse non lo é mai stato.

Ringrazio voi del forum per avermi permesso quello che dal 2009 mi é stato negato di raccontare.

Con sincerità,

Dario Frigo
Se posso,ma mi piacerebbe sapere di quale corsa stai parlando.
Ormai il fatto che Pantani a Madonna di Campiglio fu fregato e fatto fuori è il segreto di Pulcinella,solo sulla RAI si ostinano a evitare ogni accenno alla questione.


DarioF
Messaggi: 36
Iscritto il: mercoledì 24 aprile 2019, 19:29

Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da DarioF »

Ciao Winter.
Ciao Orso.
Seguo il ciclismo odierno solo marginalmente.
Non voglio essere riabilitato e tantomeno rientrare nel ciclismo.
Dell’ambiente mi hanno disgustato certi personaggi.
Per il resto rappresenterà per sempre una parte importante della mia vita.
Vivo all’estero dal 2002. Non é stato facile ripartire con un nuovo lavoro. Ora sono impiegato nel settore informatico.
Grazie per le parole e la stima.
Pirata81 ha scritto: giovedì 30 maggio 2019, 14:13
Se posso,ma mi piacerebbe sapere di quale corsa stai parlando.
Ormai il fatto che Pantani a Madonna di Campiglio fu fregato e fatto fuori è il segreto di Pulcinella,solo sulla RAI si ostinano a evitare ogni accenno alla questione.
Mi dispiace, non si può sempre raccontare tutto.
Tacere a volte richiede una grande forza.
Spero tu capisca cosa intendo.


giorgio ricci
Messaggi: 5649
Iscritto il: lunedì 9 giugno 2014, 13:44

Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da giorgio ricci »

Dario.
Grazie per i tuoi interventi. Mi fa piacere che tu abbia trovato la forza per essere sereno.
Concordo con quello che dici, il mondo dello sport professionistico è sicuramente duro e amaro.
Per quel che vale, io un libro ti consiglierei di scriverlo, sei un personaggio conosciuto, che ha regalato a noi appassionati bei momenti. Credo che con la profondità che dimostri in queste righe, il tuo libro interessi a molti.
Nel tuo caso non sarebbe pubblicità, ma semplicemente una visione dei fatti non edulcorata che farebbe riflettere molte persone, non solo nel mondo del ciclismo.
Per il resto è chiaro che certe cose non possono essere dette, ma non è necessario dire tutto per risultare molto chiari.
L'accanimento verso i corridori, considerati gli unici colpevoli é una cosa talmente triste e oscena da fare venire i brividi.


Locomotiva
Messaggi: 50
Iscritto il: domenica 21 aprile 2019, 20:28

Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da Locomotiva »

DarioF ha scritto: mercoledì 29 maggio 2019, 18:45
A seguito dei trattamenti dopanti usati nel 2003, ho iniziato un leggero ma inesorabile declino fisico che mi ha portato nella primavera 2004 a uno stop di 3 mesi per ipoglicemia. Nulla di cosí grave ma comunque limitante sul piano atletico.
Ciao Dario, il tuo lungo racconto è davvero interessante. Le domande sarebbero molte, non ho la competenza per entrare su certe questioni ma ti chiedo se possibile qualche dettaglio in più sul passaggio sopra riportato.
È stato l'uso esagerato e poco controllato di quelle sostanze che ha portato a queste successive controindicazioni, oppure un imprevedibile effetto collaterale che fa parte del gioco e che può capitare quando il fisico deve reagire a certi trattamenti? Nel 2003 avevi solo 30 anni, credi che il declino che tu definisci "inesorabile" sia iniziato a causa del doping in generale oppure per colpa di quei trattamenti specifici del periodo Fassa Bortolo?

Infine una mia considerazione: da ragazzo, in modo un po' naif, credevo che il doping fosse solo un tentativo di alcuni di raggiungere certe vittorie altrimenti (forse) troppo lontane. Con il tempo ho fatto mia l'idea che spesso si tratta di una opportunità possibile e difficilmente rifiutabile quando l'ambiente circostante ne permette e ne avalla l'uso, e soprattutto quando l'investimento di decenni di allenamenti che lo hanno alienato dal resto della vita pesa sulle spalle dell'atleta, che non è riuscito a costruire nient'altro che la sua carriera sportiva e che non vede via d'uscita (quelle frasi ricorrenti tipo "è l'unica cosa che so fare" mi mettono i brividi ogni volta). Peccato che in quel tunnel gli atleti siano stati spinti da troppe persone, e successivamente abbandonati al loro destino.

Grazie e perdona se ho tentato di scavare qualche aspetto più personale e umano, ovviamente rispondi solo se lo ritieni giusto e interessante


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galliano
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da galliano »

Che dire, a distanza di tempo si capiscono meglio le cose.
Dispiace molto per chi, come Dario, è rimasto stritolato dall'ingranagio.
Immagino quanto possa pesare sopratutto la disparità di trattamento, l'essere il capro espiatorio, mentre molti altri addetti ai lavori che hanno avuto solo più fortuna, malizia o pelo sullo stomaco, poi ti fanno la morale.


DarioF
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da DarioF »

giorgio ricci ha scritto: giovedì 30 maggio 2019, 22:18 Dario.
Grazie per i tuoi interventi. Mi fa piacere che tu abbia trovato la forza per essere sereno.
Concordo con quello che dici, il mondo dello sport professionistico è sicuramente duro e amaro.
Per quel che vale, io un libro ti consiglierei di scriverlo, sei un personaggio conosciuto, che ha regalato a noi appassionati bei momenti. Credo che con la profondità che dimostri in queste righe, il tuo libro interessi a molti.
Nel tuo caso non sarebbe pubblicità, ma semplicemente una visione dei fatti non edulcorata che farebbe riflettere molte persone, non solo nel mondo del ciclismo.
Per il resto è chiaro che certe cose non possono essere dette, ma non è necessario dire tutto per risultare molto chiari.
L'accanimento verso i corridori, considerati gli unici colpevoli é una cosa talmente triste e oscena da fare venire i brividi.
Grazie ...
Locomotiva ha scritto: giovedì 30 maggio 2019, 23:56
È stato l'uso esagerato e poco controllato di quelle sostanze che ha portato a queste successive controindicazioni, oppure un imprevedibile effetto collaterale che fa parte del gioco e che può capitare quando il fisico deve reagire a certi trattamenti? Nel 2003 avevi solo 30 anni, credi che il declino che tu definisci "inesorabile" sia iniziato a causa del doping in generale oppure per colpa di quei trattamenti specifici del periodo Fassa Bortolo?
Ciao.
Tutte le dichiarazioni inerenti al doping sono agli atti al Tribunale di Chambery.


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Visconte85
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da Visconte85 »

Ciao Dario
dispiace sapere che ti hanno letteralmente perseguitato fino a poco tempo fa,
pensavo che tutto fosse finito anni or sono


2022: Rund um Koln, Giro t.20, combinata giro
Winter
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da Winter »

Ciao Dario
Ti chiedo se te la senti un commento sul giro 2019?
Se l hai visto
Le strategie di corsa son cambiate a tuo parere negli ultimi dieci anni?


DarioF
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da DarioF »

Winter ha scritto: mercoledì 5 giugno 2019, 12:52 Ciao Dario
Ti chiedo se te la senti un commento sul giro 2019?
Se l hai visto
Le strategie di corsa son cambiate a tuo parere negli ultimi dieci anni?
Ciao Winter.
Ho seguito poco il Giro, la sera su internet.
E’ mancato un arrivo in salita la prima settimana.
La pioggia e le temperature miti hanno falsato gli equilibri in campo.
Rispetto a 15 anni fa é cambiato il modo di correre: la differenza si vede soprattutto al Tour al Giro é meno marcata. Esistevano gerarchie e regole non scritte che il leader di una corsa doveva rispettare. Ad esempio non di doveva mai lasciare andare in fuga più di 20-30 corridori altrimenti si doveva chiudere. Lo scorso anno la tappa del Tour vinta da Alaphilippe c’erano 60 corridori in fuga.


ste87
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da ste87 »

Ciao a tutti,
non so se era già stata segnalata questa lunga e recente intervista a Francesco Conconi... a mia memoria credo sia una delle poche volte in cui il professore accetta, sia pure giocando in difesa o talvolta in modo allusivo, di parlare dei temi di cui si discute in questo topic.
Se era già stata riportata me ne scuso, forse mi era sfuggita.

https://sportspoetssociety.blogspot.com ... -test.html

Ah, a proposito... 5 giugno 2019... Ricorrenza odiosa.


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Visconte85
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da Visconte85 »

Occlusione arteria iliaca, doping... qual è il nesso?


2022: Rund um Koln, Giro t.20, combinata giro
34x27

Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da 34x27 »

Visconte85 ha scritto: giovedì 6 giugno 2019, 2:39 Occlusione arteria iliaca, doping... qual è il nesso?
https://ricerca.repubblica.it/repubblic ... lismo.html

http://www.ilgiornale.it/news/l-onda-lu ... a-cox.html


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Visconte85
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da Visconte85 »

34x27 ha scritto: giovedì 6 giugno 2019, 8:31
Visconte85 ha scritto: giovedì 6 giugno 2019, 2:39 Occlusione arteria iliaca, doping... qual è il nesso?
https://ricerca.repubblica.it/repubblic ... lismo.html

http://www.ilgiornale.it/news/l-onda-lu ... a-cox.html
;)


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Krisper
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da Krisper »

ste87 ha scritto: mercoledì 5 giugno 2019, 21:52 Ciao a tutti,
non so se era già stata segnalata questa lunga e recente intervista a Francesco Conconi... a mia memoria credo sia una delle poche volte in cui il professore accetta, sia pure giocando in difesa o talvolta in modo allusivo, di parlare dei temi di cui si discute in questo topic.
Se era già stata riportata me ne scuso, forse mi era sfuggita.

https://sportspoetssociety.blogspot.com ... -test.html

Ah, a proposito... 5 giugno 2019... Ricorrenza odiosa.
Non conoscevo questa intervista.
Molto interessante.

grazie per avermela fatta conoscere


La Tribuna del Sarto, luogo esterno alla Plaza de Toros occupato da chi segue la corrida ascoltando le voci del pubblico; un'eco, ago e filo di una narrazione, un “restar qui sullo stradone impolverato” a descrivere il silenzio tra una moto e l’altra
DarioF
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Re: Il doping degli anni '90

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Buonasera a tutti,
Può darsi che questo non sia il thread giusto.
Chiedo scusa.
Buona lettura.
Quella che segue é una sorta di denuncia pubblica che mi sento costretto a fare per proteggermi.

Credo che qualcuno mosso dalla sete di vendetta viscerale nei miei confronti abbia passato i limiti della legalità.

Queste persone forti del mio non voluto isolamento mediatico, della completa indifferenza delle autorità preposte e della complicità della stampa potrebbe arrivare a commettere qualsiasi cosa nei miei confronti.

Che dopo la sentenza definitiva io abbia rialzato la testa a qualcuno deve aver dato fastidio. Come dargli torto, lascio limpidamente intendere la totale volontà della stampa di nascondere la verità, sottolineo la totale indifferenza dei principali organi sportivi preposti e svelo il marcio in qui la squadra nuotava con medici e dirigenti compiacenti all’uso di doping. Gli ingredienti ci sono tutti.
Da circa tre anni ho il mio account Facebook, quasi «asettico» per esserci ma nell’ombra, senza mostrare la mia vita, non per raccogliere like o falsi amici. Pochissimi hanno bussato e puntualmente venivano cancellati per la mia diffidenza quando capivo che nemmeno loro sapevano che dire.
Credo che tutto sia iniziato circa due mesi fa.
Lascio entrare un mio ex-compaesano che ora vive in Germania. Qualche frase amichevole per rassicurarmi sulle sue più sincere intenzioni e uno strano in bocca al lupo … per cosa !
Giovedì 10 Ottobre arriva il primo ex compagno di squadra, un corridore di seconda fascia, incredulo e decisamente curioso lo lascio entrare.
Chi muoveva le pedine aveva capito che stavo abbassando la guardia e iniziavo a fidarmi.

Venerdì, curioso scrivo a questo ex-collega: «Allora non parli ?», mi risponde quasi infastidito e taglia corto. Bene ho pensato la faccenda si fa interessante.
Alla spicciolata arrivano altre richieste anche da parte di ex-colleghi, personaggi più o meno famosi, giornalisti sportivi, giornalisti di cronache giudiziarie e gente comune. Osservo e lascio entrare.
Sabato 12 Ottobre mi chiede l’amicizia un noto ex-giornalista sportivo, esordisce dicendo: «Ben ritrovato … ». Come, sono su Facebook da tre anni …
Non si riferiva a quello, il ciclismo mi stava riaprendo le sue porte e lui mi stava dando il benvenuto. Immediatamente mi da il suo numero di telefono, io non faccio altrettanto.

Lunedì mattina all'una dopo una pizza con amici rientro a casa, mi collego avevo già 300 «amici» … mi fermo a pensare, la situazione può sfuggirmi, stanno creando il caos … cancello 280 persone.
Ne tengo poco più di 20 curioso degli eventuali sviluppi.
Premetto che dopo il 2005 nessun corridore mi aveva più cercato o parlato, in molti per non salutarmi preferivano voltarsi. IPOCRITI !
Quando lunedì pomeriggio mi chiede l’amicizia un ex-collega che lavora in televisione rimango allibito ma capisco che il cerchio si sta chiudendo. Probabilmente capiscono che in un attimo posso chiudere i contatti con tutti e sparire.
Sembra fin da subito che niente sia successo, non fa alcun riferimento alla mia vicenda e mi manda il suo numero di telefono … Gli rispondo: «cosa ne devo fare, gioco i numeri al lotto .. ?», mi risponde: «ma no dai che ho voglia di sentirti … ».
Come no, sono 15 anni che mi evitate!
Il tira e molla va avanti fino a martedì pomeriggio.
E’ pressante.
Cedo: «dimmi quando ti posso chiamare …». Dopo più di due ore mi risponde: «Chiamami domani mattina dopo le 10 …».
Non ho nessuna intenzione di chiamarlo …

Mercoledì mattina sono davanti al mio pc, mi arriva un messaggio da qualcuno che ha ritrovato un briciolo di coscienza e mi dice: «Ti vogliono fregare, salvati … ».
Contemporaneamente mi scrive l’ex collega: «Ma allora me lo dai questo caxxo di numero?».
In quel momento ricevo due notifiche di accesso non autorizzato al mio account di posta elettronica di Yahoo, una dall’India e una dalla Thailandia. Mi stavano hackerando il telefonino. Li disconnetto. Ci riprovano da altre località.
Disinstallo la app, spengo il telefonino, estraggo la SIM e faccio il reset.
Da quel momento smettono gli attacchi.

Mi compro un nuovo telefonino, una nuova scheda SIM e corro in banca.
Quando torno sulla pagina Facebook c’era un ultimo messaggio da parte del mio «caro» ex-collega: «ma dove sei finito …?»
Probabilmente avevano bisogno della telefonata per portare a termine il loro piano.

Non penso che fossero interessati ai soldi, probabilmente volevano coinvolgermi in qualcosa di illegale che mi avrebbe riportato a una nuova gogna pubblica.
Da quel momento spariscono tutti, torna il silenzio, nessuna nuova richiesta di amicizia o altro.
Nel silenzio a mente fredda ho ricostruito quanto accaduto, ogni parola e ogni persona.
Facevano tutti parte del disegno. Alcuni loro malgrado.
Giovedì 17 mi reco alla Polizia e li informo del fatto con i nomi delle persone coinvolte. Ricordo che io non vivo in Italia.
Come atleta non ho il diritto di paragonarmi a Marco, lui e’ stato un grande, ma come essere umano sento che in questa vicenda che mi sta coinvolgendo c’é qualcosa in comune con quello che hanno fatto a lui.
Per favore leggete tra le righe … non posso dire tutto.
Torneranno, tempo al tempo.
Altro modus operandi e mi coglieranno impreparato.
Non sai mai dove possono colpire.
Qualcuno potrebbe dirmi taci e fuggi, contro il sistema sei il nulla.
No, la difesa é un mio diritto lo devo a me stesso.
Come in bici ho sempre lottato da solo e continuerò a farlo.
Nella mia vicenda 2003-05 sono coinvolti anche altri corridori, ricoveri ospedalieri dovuti a sostanze dopanti, clienti di Fuentes mai resi pubblici ecc.
La fatica e la lealtà mi hanno sempre fermato dal lasciare anche solo intendere chi fosse coinvolto.
Alcuni di loro con questa ultima vicenda hanno dimostrato di non avere nemmeno più la dignità.
Con la sincerità che mi ha sempre contraddistinto su questo forum.
Saluti.


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Niи
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da Niи »

Grazie per aver condiviso questi pensieri. Spero che il vento possa cambiare e che certe denunce possano portare fuori il marcio o comunque le ingiustizie. Mi pare che il caso Schwazer possa diventare un simbolo.


DarioF
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da DarioF »

Niи ha scritto: martedì 22 ottobre 2019, 1:12 Grazie per aver condiviso questi pensieri. Spero che il vento possa cambiare e che certe denunce possano portare fuori il marcio o comunque le ingiustizie. Mi pare che il caso Schwazer possa diventare un simbolo.
Mi spiace ma mi sento di sottolineare che non sono pensieri ma fatti che potrebbero avere pesanti conseguenze e anche rovinare la vita.
Stanno dimostrando che sono dei delinquenti.


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Maìno della Spinetta
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

DarioF ha scritto: martedì 22 ottobre 2019, 9:48
Niи ha scritto: martedì 22 ottobre 2019, 1:12 Grazie per aver condiviso questi pensieri. Spero che il vento possa cambiare e che certe denunce possano portare fuori il marcio o comunque le ingiustizie. Mi pare che il caso Schwazer possa diventare un simbolo.
Mi spiace ma mi sento di sottolineare che non sono pensieri ma fatti che potrebbero avere pesanti conseguenze e anche rovinare la vita.
Stanno dimostrando che sono dei delinquenti.
A leggere certe cose mi viene molta voglia di tornare al mio vecchio dumb-phone, tonto ma non malawearabile. Due chiacchiere con un amico PM mi han fatto capire che ci portiamo in giro in tasca, potenzialmente, la Stasi.


“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
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nino58
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da nino58 »

Leggo ora il post di Dario.
Ed apprezzo il fatto che i suoi sospetti li abbia resi pubblici, qui.
E denunciati in sede appropriata.
Vediamo se con buoni esiti.


Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
DarioF
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da DarioF »

Buonasera a tutti,
Poco o niente é stato approfondito sulla mia vicenda e quel poco che é stato detto é una delle ragioni per cui continuo a scrivere.
A suo tempo avevo creato una pagina Facebook dove continuerò a pubblicare i miei interventi su questo forum e alcuni atti processuali.
Continuano a pestarmi i piedi, a sentirsi intoccabili, vorrebbero farmi sparire insieme alle 4 sentenze che li coinvolge più o meno tutti.
Io non voglio essere riabilitato. Quello che ho fatto ho fatto, non rinnego nulla. Ma che ognuno si prenda le sue colpe.
Amen.
Nelle ultime settimane poi, prima i vecchi «amici» che sono tornati a farsi vivi.
E nel mentre l’attacco hacker.
Coincidenza … dubito.
Che bassezza umana …!
Decidere da dove iniziare non é semplice, tantomeno mantenere una cronologia logica senza ripetersi, troppi personaggi. Accetto che alla stragrande maggioranza delle persone che frequentano questo forum questa storia sa di stantio.
E’ una vicenda durata più di 13 anni, una vicenda umana, parla di potenti che pensano di sostituirsi a giudici e magistrati con il loro denaro e potere. malgrado tutto mi considero fortunato, perché se penso a tutto questo accanimento nei miei confronti non so che fine mi avrebbero fatto fare se non avessi incontrato giudici italiani e francesi con una coscienza.
In Francia, il giudice, alla fine della fase istruttoria chiese un confronto tra me e il Ferretti.
Alla prima udienza lui non si presentò.
Il 26 Marzo 2007 alla fine del confronto il Ferretti disse che mi avrebbero chiesto i danni per quello che avevo dichiarato. Il Giudice disse che in Francia chi ha una cassa del «nero» e ci paga un medico ambiguo (come il Maynar …) non chiede i danni a nessuno.
SE ACCETTI LE REGOLE TI FERMI !
Il ciclismo, lo sport era una lavatrice. Il passato é d’obbligo.
Non so chi sia arrivato prima.
Nessuno é santo …
Il 5 Marzo 2009 il Pubblico Ministero esordì la sua requisitoria davanti alla corte di Appello di Chambery chiedendomi scusa. Disse che se le indagini fossero andate fino in fondo sarebbero arrivati a Fuentes.
Ricordo che Varin, manager antidoping dell’UCI nel 2005, è stata la prima persona ad essere interrogata e ad essere messa al corrente di quanto da me dichiarato. Disse che avrei risposto in prima persona delle mie dichiarazioni.
La Federazione Francese venne incaricata dall’UCI per il mio caso.
Decisero di non condannarmi.
L’ UCI non mi ha mai convocato o impugnato la sentenza, non gli conveniva alzare un polverone.
Il giorno successivo al processo di Appello a Chambery mi capitò in mano la Gazzetta dello Sport, decido di chiamarli. Chiesi di parlare con Bergonzi. Non sapevo avesse fatto carriera. Mi rispose dicendo che non si ricordava più chi fossi.
Passai oltre. Gli chiesi solo un pò di equilibrio nell’esposizione dei fatti o il silenzio.
Decise di mandare Luigi Perna per un’intervista. Gli misi a disposizione alcuni dei documenti in mio possesso. Li chiamai dopo due mesi, mi dissero che i piani alti avevano posto il veto sulla vicenda.
Ho accettato il silenzio, la goccia che ha fatto traboccare il vaso e’ stata un'intervista di tuttobiciweb.it a firma Alessandra Giardini al Ferretti. Dopo aver fatto la ruota come i pavoni si permise di dire la sua sul caso Froome …
A domanda: «Fosse stato un suo corridore l’avrebbe sospeso?», rispose: «Si, io si.»
Scrissi a Stagi, avevo il sangue alla testa. Come si permetteva Ferretti di giudicare Froome?
Sapeva chi era e cosa faceva il Maynar, da dove veniva, con chi aveva lavorato e se l’é tenuto fino a fine anno … !!! QUANDO LA GENDARMERIE GLIENE HA CHIESTO CONTO HA INIZIATO A BALBETTARE, SUDARE A RISPONDERE IN MANIERA SPONTANEA IN ITALIANO NONOSTANTE LA BUONA CONOSCENZA DEL FRANCESE.
ERA UNA PERSONA CON LE SPALLE AL MURO.
Il sergente di ferro non era più di ferro.
Ricordo che il Maynar partecipò a 70 gg. di competizioni nel 2003 senza contratto, pagato in «nero». Di cosa faceva ne parleremo nelle prossime puntate.
Ammetto che non era certo una mail amichevole quella a Stagi. In allegato gli mandai copia dei verbali.
La sua risposta non fu da meno: «Ah, ma allora la Fassa Bortolo non ha chiuso per colpa tua …».
Per precisazione ricordo che il tribunale di Ravenna sede distaccata di Lugo ha stabilito che LA FASSA BORTOLO NON HA CHIUSO PER COLPA MIA.
Mi hanno accusato di tutto io non lo accetto ed é la ragione per cui sono ancora qui.
Ho capito che era arrivato in qualche modo il momento di far sentire la mia voce. Non sarà mai una voce tuonante, la stampa serve a quello, come quando mi hanno processato in piazza. Oggi più che mai sono tutti uniti nella loro ipocrisia che chiamano lotta al doping e poi se ne vanno tutti a braccetto confortandosi che sono io quello che ha sbagliato. In questi mesi ho contattato un giornalista che stando alle sue convinzioni aveva fatto tante battaglie contro il doping. Il realtà le battaglie le faceva contro i corridori coinvolti in storie di doping. Mi disse che il doping era appannaggio di pochi imbroglioni.
Difatti in 10 anni di professionismo ho condiviso la camera con altri atleti ed ero l’unico imbroglione …!
E poi certo il Maynar era pagato solo per me ..!
Ti rendi conto che in questa società nemmeno più quello che dicono i giudici ha valore.
Si può guardare al futuro quando si e’ chiuso il recinto e tutti hanno pagato.
ESISTE SÌ LA PRESCRIZIONE MA NON SI APPLICA ALLA DECENZA, ALLA MORALE E ALL’ETICA.
Penso che la lotta al doping non si misura solo con il numero di controlli, le positività ecc. ma da quanto a fondo si va per ogni singolo caso. A me sembra che siamo ancora fermi alla superficie.
Per tanti sarà dura da mandare giù ma ha ragione Armstrong, il doping non ce l’ha portato lui e nemmeno io. C’era già, CE L’HANNO PORTATO MEDICI E DIRIGENTI.
Non é il giovane atleta che cerca il doping … lo incontra lungo la strada. Glielo mettono sotto il naso.
Dire di no é nobile.
Farlo per poi farsene un vanto no.
Una persona intelligente é una che anche accettando quelle regole folli abbassa la testa e tace.
Chi col sorriso sornione risponde che gli imbroglioni sono tutti stati beccati e lui stesso un imbroglione.
C’e’ ancora tanto da dire.
L’ inverno é alle porte.
Saluti


DarioF
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da DarioF »

Salve,
Oggi entreremo un pò più nel dettaglio.
Parleremo della Parigi-Nizza '03.
Ci sono alcune cose da chiarire prima di iniziare.
All’interno di una squadra non tutti medici hanno lo stesso peso.
Il medico sociale nel 2003 era il Dott Roberto Corsetti, aveva il compito di tenere le cartelle cliniche dei corridori, di segnalare ogni anomalia. Sia essa dovuta a una patologia o all’uso di materiale dopante. In sinergia con il manager può decidere di prendere provvedimenti contro chi non rispetta il regolamento sanitario interno. Fino al licenziamento.
Paolo Fassa si vantava nelle interviste che i medici li aveva presi per controllare cosa facevano i corridori.
ME COJONI … !
Alla Parigi-Nizza del ’03 vinsi la crono a Vergèze e indossai la maglia di leader. La mattina dopo vennero i controlli dell’ UCI, tutto era in ordine. Prima di andare a fare colazione il Dott Emilio Magni mi iniettò un preparato messo a disposizione dal Maynar. Si arrivava sul Mont Faron quel giorno. Doveva essere un test in vista del Giro. Era un’emoglobina sintetica, già testata da altri corridori.
Dovevamo vedere come reagiva il mio fisico.
Dopo colazione iniziai a sentirmi male, posso assicurare che venire qui oggi a raccontarlo non mi fa piacere.
I dolori aumentavano, dissi che non ce la facevo a partire e gli chiesi di portarmi in ospedale. Erano reticenti. Temevano che venisse chiamata le Gendarmerie.
Esitavano.
Io continuavo a stare sempre peggio.
Con me restarono il Dott Emilio Magni e Volpi, direttore sportivo, aspettarono che tutti se ne fossero andati e finalmente chiamarono l’ambulanza. Arrivati all’ospedale di Nimes si prodigarono a distribuire cappellini e borracce al personale ospedaliero per cercare di mantenere un certo riserbo. Infatti nulla trapelò. Passai la notte in ospedale.
Il giorno successivo me ne tornai a casa.
La squadra si fece carico della degenza.
Aspettai qualche giorno e chiamai il Ferretti. A fatica mi chiese come stavo, gli dissi che volevo riprendere le competizioni quanto prima. Mi disse: «forse abbiamo fatto un errore a riprenderti, parlane con il tuo procuratore vedi cosa può fare».
La telefonata si concluse.
La mia unica colpa in quel caso era che non reggevo quel tipo di medicine. Quella era l’unica ragione per cui dovevo essere allontanato.
ERO CARNE DA MACELLO.
Nei giorni successivi anche il Maynar venne convocato dal Ferretti. Si incontrarono a Bologna per chiarirsi sull’accaduto. Maynar la giustificò come una rara reazione allergica.
Forniti i dovuti chiarimenti ognuno riprese il proprio posto.
IL MAYNAR CONTINUÒ IL «PREZIOSO» LAVORO FINO ALLA FINE DELLA VUELTA NONOSTANTE FOSSE SENZA CONTRATTO E PAGATO CON UNA CASSA DEL «NERO». STESSO PROTOCOLLO.
Il Dott Roberto Corsetti mantenne salda la propria poltrona e lo stesso il Dott Emilio Magni.
L’UNICO CHE DOVEVA ESSERE ALLONTANATO ERO IO.
Per me fu un duro colpo, potevo lasciarci la pelle. Una ripresa completa non credo sia mai avvenuta, da quel momento non ho più testato strane sostanze ma utilizzato solo quelle che conoscevo e non mi davano problemi.
Sentite cosa diceva il Dott Roberto Corsetti in un’intervista a Tuttobiciweb.it del 4/2/11 :«Rileggo spesso il primo regolamento sanitario della Fassa Bortolo del 2000 … lo scrissi io di mio pugno … tutti gli atleti che lo firmassero per approvazione … Quel regolamento, quale prima forma di argine costituzionale e normativo interno al dilagare del fenomeno doping, fece epoca. Persino una squadra di calcio di serie A ci chiese di averne una copia» «I ciclisti, i direttori, i medici e gli sponsor hanno cominciato per primi ad alzare la guardia e le difese per contrastare la diffusione del doping … chiedendo aiuto di tipo normativo alle istituzioni di riferimento».
Mi fermo, andate a leggere tutto l’articolo, a me disgusta. L’ unica cosa che mi sento di dire é che il Dott Roberto Corsetti il regolamento sanitario deve averlo letto e riletto così tante volte che alla fine ci si é pulito il cuxx.
Se fossero veramente intervenute le istituzioni di riferimento a quest’ora il carissimo Dott Roberto Corsetti , Dott Emilio Magni e Ferretti erano tutti fuori dal ciclismo.
Vi ricordo che il Dott Roberto Corsetti é stato Presidente dell’Associazione Italiana Medici del Ciclismo (A.I.Me.C.) dal 2008 al 2016.
Continuerò a ripeterlo in ogni mio intervento, NON VOGLIO ESSERE RIABILITATO ma certi fatti che oggi vi sto raccontando dovrebbero farvi riflettere.
Hanno deciso che dovevo essere l’agnello sacrificale del ciclismo e questo a me non sta bene.
Alla prossima.
Saluti


castelli
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da castelli »

DarioF ha scritto: venerdì 1 novembre 2019, 18:49 Salve,
Oggi entreremo un pò più nel dettaglio.
Parleremo della Parigi-Nizza '03.
Ci sono alcune cose da chiarire prima di iniziare.
All’interno di una squadra non tutti medici hanno lo stesso peso.
Il medico sociale nel 2003 era il Dott Roberto Corsetti, aveva il compito di tenere le cartelle cliniche dei corridori, di segnalare ogni anomalia. Sia essa dovuta a una patologia o all’uso di materiale dopante. In sinergia con il manager può decidere di prendere provvedimenti contro chi non rispetta il regolamento sanitario interno. Fino al licenziamento.
Paolo Fassa si vantava nelle interviste che i medici li aveva presi per controllare cosa facevano i corridori.
ME COJONI … !
Alla Parigi-Nizza del ’03 vinsi la crono a Vergèze e indossai la maglia di leader. La mattina dopo vennero i controlli dell’ UCI, tutto era in ordine. Prima di andare a fare colazione il Dott Emilio Magni mi iniettò un preparato messo a disposizione dal Maynar. Si arrivava sul Mont Faron quel giorno. Doveva essere un test in vista del Giro. Era un’emoglobina sintetica, già testata da altri corridori.
Dovevamo vedere come reagiva il mio fisico.
Dopo colazione iniziai a sentirmi male, posso assicurare che venire qui oggi a raccontarlo non mi fa piacere.
I dolori aumentavano, dissi che non ce la facevo a partire e gli chiesi di portarmi in ospedale. Erano reticenti. Temevano che venisse chiamata le Gendarmerie.
Esitavano.
Io continuavo a stare sempre peggio.
Con me restarono il Dott Emilio Magni e Volpi, direttore sportivo, aspettarono che tutti se ne fossero andati e finalmente chiamarono l’ambulanza. Arrivati all’ospedale di Nimes si prodigarono a distribuire cappellini e borracce al personale ospedaliero per cercare di mantenere un certo riserbo. Infatti nulla trapelò. Passai la notte in ospedale.
Il giorno successivo me ne tornai a casa.
La squadra si fece carico della degenza.
Aspettai qualche giorno e chiamai il Ferretti. A fatica mi chiese come stavo, gli dissi che volevo riprendere le competizioni quanto prima. Mi disse: «forse abbiamo fatto un errore a riprenderti, parlane con il tuo procuratore vedi cosa può fare».
La telefonata si concluse.
La mia unica colpa in quel caso era che non reggevo quel tipo di medicine. Quella era l’unica ragione per cui dovevo essere allontanato.
ERO CARNE DA MACELLO.
Nei giorni successivi anche il Maynar venne convocato dal Ferretti. Si incontrarono a Bologna per chiarirsi sull’accaduto. Maynar la giustificò come una rara reazione allergica.
Forniti i dovuti chiarimenti ognuno riprese il proprio posto.
IL MAYNAR CONTINUÒ IL «PREZIOSO» LAVORO FINO ALLA FINE DELLA VUELTA NONOSTANTE FOSSE SENZA CONTRATTO E PAGATO CON UNA CASSA DEL «NERO». STESSO PROTOCOLLO.
Il Dott Roberto Corsetti mantenne salda la propria poltrona e lo stesso il Dott Emilio Magni.
L’UNICO CHE DOVEVA ESSERE ALLONTANATO ERO IO.
Per me fu un duro colpo, potevo lasciarci la pelle. Una ripresa completa non credo sia mai avvenuta, da quel momento non ho più testato strane sostanze ma utilizzato solo quelle che conoscevo e non mi davano problemi.
Sentite cosa diceva il Dott Roberto Corsetti in un’intervista a Tuttobiciweb.it del 4/2/11 :«Rileggo spesso il primo regolamento sanitario della Fassa Bortolo del 2000 … lo scrissi io di mio pugno … tutti gli atleti che lo firmassero per approvazione … Quel regolamento, quale prima forma di argine costituzionale e normativo interno al dilagare del fenomeno doping, fece epoca. Persino una squadra di calcio di serie A ci chiese di averne una copia» «I ciclisti, i direttori, i medici e gli sponsor hanno cominciato per primi ad alzare la guardia e le difese per contrastare la diffusione del doping … chiedendo aiuto di tipo normativo alle istituzioni di riferimento».
Mi fermo, andate a leggere tutto l’articolo, a me disgusta. L’ unica cosa che mi sento di dire é che il Dott Roberto Corsetti il regolamento sanitario deve averlo letto e riletto così tante volte che alla fine ci si é pulito il cuxx.
Se fossero veramente intervenute le istituzioni di riferimento a quest’ora il carissimo Dott Roberto Corsetti , Dott Emilio Magni e Ferretti erano tutti fuori dal ciclismo.
Vi ricordo che il Dott Roberto Corsetti é stato Presidente dell’Associazione Italiana Medici del Ciclismo (A.I.Me.C.) dal 2008 al 2016.
Continuerò a ripeterlo in ogni mio intervento, NON VOGLIO ESSERE RIABILITATO ma certi fatti che oggi vi sto raccontando dovrebbero farvi riflettere.
Hanno deciso che dovevo essere l’agnello sacrificale del ciclismo e questo a me non sta bene.
Alla prossima.
Saluti
non mi sorprendo, ma certo è peggio di quel che pensassi. molto peggio.


Defensor Froomey. dal 28/5/19 FORZA ROGLIC

Puntò il 20/5/19 10 euro su s.yates dato a 12. 5 euro su nibali dato a 3.
mancò il coraggio per puntare 20 euro su landa dato a 66.
non credette alla tenuta di rogla fino a verona.
giorgio ricci
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da giorgio ricci »

Io lo ripeto, DarioF, perchè non scrive un libro?
Però una cosa mi è poco chiara riguardo al suo post del 20 ottobre, perché è staro cercato dopo 15 anni?
Se volevano per cosi dire 'rigenerarla', perché avrebbero scelto lei,, che è totalmente fuori dal ciclismo, e non alcuni suoi illustri colleghi, probabilmente anche loro 'vittime del sistema' che però qualche velleità di apparire ancora l'avrebbero?
Non crede che forse il tentativo di hackeraggio e affini, é stato un avvertimento per farle chiudere il profilo Facebook?
Questo fatto dovrebbe essere denunciato pubblicamente ai media, e non solo alla locale polizia del paese in cui attualmente vive.
Per i successivi post, non mi stupisco di nulla. Mi piace il suo modo di spiegare le cose molto esplicito ed esaustivo. Pubblicare queste cose sarebbe molto rischioso? Nei libri scritti dai suoi colleghi vi sono spiegazioni molto soft, assolutamente nebbiose, senza particolari 'j' accuse '. Insomma, se si può evincere l' ineluttabilità delle pratiche non viene mai accusato nessuno in modo astioso. Nelle sue parole l'astio verso Ferretti é evidente. Le da fastidio l'ipocrisia dell'ambiente o pensa che questo attore n particolare abbia esagerato?
Diciamo, abbia estremizzato il gioco per uscirne indenne? Pensa che altri personaggi l'avrebbero aiutata di più, oppure è a conoscenza che altri colleghi siano stati protetti e non infangati come lei?
Grazie per i fatti che racconta, terrò mio figlio molto lontano dalle pratiche agonistiche di questo e di molti altri sport, anche se non ci sono pericoli perché,, come il padre, non dimostra, ahimè, nessun talento atletico (6 anni son pochi ma vabbè)


Luca90
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da Luca90 »

giorgio ricci ha scritto: venerdì 1 novembre 2019, 20:02 Io lo ripeto, DarioF, perchè non scrive un libro?
:clap:


2015:TreValliVaresine
2016:Giro (primi5), Tour t11-14, ParigiTours
2017:Kuurne, TroBroLeon
2018:Tour of Guangxi
2019:Dwars,Tour t18, Vuelta t8, 'Emilia
2020:CoppiBartali, BinckBanktour, Giro t1, Vuelta t 1-2
2021:Larciano, Dwars, Turchia, Tour t16, Primus Classic
2022:La marseillaise, Vuelta t3-10, Japan Cup
2023 :FrecciaVallone, Giro t20, Vuelta(primi5)
2024: MuscatClassic
DarioF
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Iscritto il: mercoledì 24 aprile 2019, 19:29

Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da DarioF »

giorgio ricci ha scritto: venerdì 1 novembre 2019, 20:02 Io lo ripeto, DarioF, perchè non scrive un libro?
Però una cosa mi è poco chiara riguardo al suo post del 20 ottobre, perché è staro cercato dopo 15 anni?
Se volevano per cosi dire 'rigenerarla', perché avrebbero scelto lei,, che è totalmente fuori dal ciclismo, e non alcuni suoi illustri colleghi, probabilmente anche loro 'vittime del sistema' che però qualche velleità di apparire ancora l'avrebbero?
Non crede che forse il tentativo di hackeraggio e affini, é stato un avvertimento per farle chiudere il profilo Facebook?
Questo fatto dovrebbe essere denunciato pubblicamente ai media, e non solo alla locale polizia del paese in cui attualmente vive.
Per i successivi post, non mi stupisco di nulla. Mi piace il suo modo di spiegare le cose molto esplicito ed esaustivo. Pubblicare queste cose sarebbe molto rischioso? Nei libri scritti dai suoi colleghi vi sono spiegazioni molto soft, assolutamente nebbiose, senza particolari 'j' accuse '. Insomma, se si può evincere l' ineluttabilità delle pratiche non viene mai accusato nessuno in modo astioso. Nelle sue parole l'astio verso Ferretti é evidente. Le da fastidio l'ipocrisia dell'ambiente o pensa che questo attore n particolare abbia esagerato?
Diciamo, abbia estremizzato il gioco per uscirne indenne? Pensa che altri personaggi l'avrebbero aiutata di più, oppure è a conoscenza che altri colleghi siano stati protetti e non infangati come lei?
Grazie per i fatti che racconta, terrò mio figlio molto lontano dalle pratiche agonistiche di questo e di molti altri sport, anche se non ci sono pericoli perché,, come il padre, non dimostra, ahimè, nessun talento atletico (6 anni son pochi ma vabbè)
Per Facebook si rilegga attentamente cosa ho scritto.
Sono molto chiaro nelle mie esposizioni questo perché tutto quello che dico é agli atti a Chambery.
Non c’é nessun astio verso Ferretti. Ma lui come tanti altri hanno voluto apparire candidi quando i fatti dicono altro.


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nino58
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da nino58 »

giorgio ricci ha scritto: venerdì 1 novembre 2019, 20:02 Io lo ripeto, DarioF, perchè non scrive un libro?
Giorgio, quello che Frigo sta scrivendo qui E' un libro.
Poi, certo, ai racconti si può anche dare forma esteriore di "libro" (e ci starebbe, eccome se ci starebbe) ma, comunque, questa è una testata ed è importante che abbia deciso di scrivere qui.
Forse viene letto di più un forum che un libro, più questo forum che un libro sul ciclismo, se la questione è la diffusione di fatti e notizie.


Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
giorgio ricci
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Iscritto il: lunedì 9 giugno 2014, 13:44

Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da giorgio ricci »

Nino 58, condivido ciò che dici.
E ringrazio ancora DarioF per il servizio che da a questo forum


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Lee Boon
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Iscritto il: martedì 25 febbraio 2014, 17:48

Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da Lee Boon »

Dario, grazie per i tuoi messaggi! :clap:


DarioF
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Iscritto il: mercoledì 24 aprile 2019, 19:29

Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da DarioF »

Salve,
Oggi voglio fare le pulci all’Affidavit di Danielson che ha corso con Armstrong dal 2005 al 2007. Ecco il link dal sito USADA:

http://d3epuodzu3wuis.cloudfront.net/Da ... idavit.pdf

Inoltre attestava: ”USADA found Tom Danielson’s testimony to be substantially corroborated by the testimony of other witnesses and FOUND HIM TO BE TRUTHFUL AND HIGHLY CREDIBLE …”
Noi prendiamo in considerazione l’anno 2004 quando correva alla Fassa Bortolo, io mi ammalai di ipoglicemia e iniziai a correre al Campionato Italiano e poi da lì a fine Luglio con il Brixia tour e il Portogallo. Marcos Maynar Marino non c’era più e con lui la «comodità» e la «tranquillità» del servizio … ci si doveva arrangiare.
Ma la politica in materia era sempre la stessa.

Nei punti dal 22 al 24 dice che la vita in Italia per un americano era difficile e “IT WAS APPARENT THAT DOPING WAS PREVALENT IN EUROPEAN CYCLING”.
23 - “The cycling was very hard. I was having trouble keeping up, and the TEAM MANAGEMENT MADE IT CLEAR THAT THEY WERE UNHAPPY WITH MY RESULTS. FERRETTI SAID, THAT MY PERFORMANCES WERE «NOT WHAT WE EXPECTED».”
25 - “The team doctor Other-1 (who is currently the team doctor for Liquigas-Cannondale) said that some riders had second or third apartments which they used to store their performance enhancing drugs”.

Se vengono a perquisirti la casa dove vivi non devono trovare nulla. ANZICHÉ RICORDARGLI LE REGOLE IN MATERIA DI DOPING GLI INSEGNA COME RAGGIRARLE … ! Ricordo che Paolo Fassa nelle interviste si vantava che i medici li aveva presi per controllare cosa facevano i corridori.
Perché nascondere il nome Other-1 ? La lotta al doping deve essere senza quartiere, nessuno sconto. Se avessi un figlio mi preoccuperei che non finisca nelle mani di Other-1 e vorrei sapere il nome.
Non posso espormi perché alla Fassa Bortolo nel 2004 c’erano tre dottori e due erano alla Liquigas-Cannondale nel 2012.

25 - “I also came to understand that the WIVES OF MY TEAMMATES were serving as drug runners”. Ne parla al plurale …
27 - “At one point I was called into a meeting with Ferretti and he asked me if I had a doctor. I said “no” and HE JUST LAUGHED AT ME.”
28 - “After that, I asked Ferretti for help in finding a doctor.”
29 - “Eventually, he set up what he called a “test” with Dr. Michele Ferrari. FERRETTI WAS VERY SECRETIVE ABOUT THE MEETING. I was not allowed to speak with Dr. Ferrari prior to the meeting and had to go through a third person to learn the arrangements for the meeting.
31 - “I was instructed to go by myself in a FASSA CAR WITH NO TEAM MARKINGS”.

Per le istituzioni UN CORRIDORE CHE FREQUENTA IL DOTT FERRARI VIENE SANZIONATO E SE INVECE IL FERRETTI ORGANIZZA UN TEST A UN CORRIDORE CON IL DOTT FERRARI, LO SI NOMINA «ADVISER» DELLA NAZIONALE CICLISTICA?
In 10 anni di professionismo qualcosa ho visto. Non sempre era sufficiente una telefonata per farsi seguire da un preparatore.
NO, CI DOVEVA ESSERE QUALCUNO CHE GARANTIVA PER TE. Sia interno o esterno alla squadra. Più il preparatore é importante più il peso dell’intermediario doveva essere alto.
Perché erano necessarie queste garanzie ? Ah, saperlo …
La terapia ematica per un grande giro consigliata dal ginecologo era di 3 trasfusioni. Pensate davvero che sia possibile gestire logisticamente una cosa del genere senza che la squadra se ne accorga ?
Un «privilegiato» a un grande giro, subito dopo i controlli ematici UCI, prese un aereo privato per raggiungere una località «sicura» e sottoporsi a una trasfusione. Tutto da solo …
La lotta al doping dovrebbe essere innanzitutto una questione di buonsenso e di cultura.
Voglio essere martellante.
La Corte di Appello di Chambery parlò di un “SISTEMA SCANDALOSO BEN LONTANO DALL’ETICA SPORTIVA”.
Il Giudice del Tribunale di Treviso parlò di “APPARENTE FORMALE RIGORE”.
La mia storia e quella di Danielson si sono a malapena incrociate ma hanno un comune denominatore.
Con gli ultimi due post ci sono elementi sufficienti per parlare di «doping organizzato e istituzionalizzato». Alla faccia anche della Russia di Putin.
I burattinai manovrano i fili e si preoccupano che il palco risplenda.
I burattini seguono i diktat imposti assumendosi tutte le eventuali peggiori conseguenze. La Fassa Bortolo faceva firmare rigide regole in materia di doping, tra le quali spiccava che il corridore si assumeva tutte le responsabilità e manlevava la società da qualsiasi implicazione di doping. Con questo MANLEVARE hanno giustificato ogni loro ignobile comportamento.
QUESTA É STATA LA LORO DIFESA PER 13 ANNI !
Sponsor e manager possono essere «ACCECATI» dal profitto ma non lo staff medico.
Decisivo sarebbe stato il ruolo del medico sociale Dott Roberto Corsetti.
A presto.


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Maìno della Spinetta
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Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 15:53

Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

DarioF ha scritto: domenica 10 novembre 2019, 11:55 Salve,
Oggi voglio fare le pulci all’Affidavit di Danielson che ha corso con Armstrong dal 2005 al 2007. Ecco il link dal sito USADA:

http://d3epuodzu3wuis.cloudfront.net/Da ... idavit.pdf

Inoltre attestava: ”USADA found Tom Danielson’s testimony to be substantially corroborated by the testimony of other witnesses and FOUND HIM TO BE TRUTHFUL AND HIGHLY CREDIBLE …”
Noi prendiamo in considerazione l’anno 2004 quando correva alla Fassa Bortolo, io mi ammalai di ipoglicemia e iniziai a correre al Campionato Italiano e poi da lì a fine Luglio con il Brixia tour e il Portogallo. Marcos Maynar Marino non c’era più e con lui la «comodità» e la «tranquillità» del servizio … ci si doveva arrangiare.
Ma la politica in materia era sempre la stessa.

Nei punti dal 22 al 24 dice che la vita in Italia per un americano era difficile e “IT WAS APPARENT THAT DOPING WAS PREVALENT IN EUROPEAN CYCLING”.
23 - “The cycling was very hard. I was having trouble keeping up, and the TEAM MANAGEMENT MADE IT CLEAR THAT THEY WERE UNHAPPY WITH MY RESULTS. FERRETTI SAID, THAT MY PERFORMANCES WERE «NOT WHAT WE EXPECTED».”
25 - “The team doctor Other-1 (who is currently the team doctor for Liquigas-Cannondale) said that some riders had second or third apartments which they used to store their performance enhancing drugs”.

Se vengono a perquisirti la casa dove vivi non devono trovare nulla. ANZICHÉ RICORDARGLI LE REGOLE IN MATERIA DI DOPING GLI INSEGNA COME RAGGIRARLE … ! Ricordo che Paolo Fassa nelle interviste si vantava che i medici li aveva presi per controllare cosa facevano i corridori.
Perché nascondere il nome Other-1 ? La lotta al doping deve essere senza quartiere, nessuno sconto. Se avessi un figlio mi preoccuperei che non finisca nelle mani di Other-1 e vorrei sapere il nome.
Non posso espormi perché alla Fassa Bortolo nel 2004 c’erano tre dottori e due erano alla Liquigas-Cannondale nel 2012.

25 - “I also came to understand that the WIVES OF MY TEAMMATES were serving as drug runners”. Ne parla al plurale …
27 - “At one point I was called into a meeting with Ferretti and he asked me if I had a doctor. I said “no” and HE JUST LAUGHED AT ME.”
28 - “After that, I asked Ferretti for help in finding a doctor.”
29 - “Eventually, he set up what he called a “test” with Dr. Michele Ferrari. FERRETTI WAS VERY SECRETIVE ABOUT THE MEETING. I was not allowed to speak with Dr. Ferrari prior to the meeting and had to go through a third person to learn the arrangements for the meeting.
31 - “I was instructed to go by myself in a FASSA CAR WITH NO TEAM MARKINGS”.

Per le istituzioni UN CORRIDORE CHE FREQUENTA IL DOTT FERRARI VIENE SANZIONATO E SE INVECE IL FERRETTI ORGANIZZA UN TEST A UN CORRIDORE CON IL DOTT FERRARI, LO SI NOMINA «ADVISER» DELLA NAZIONALE CICLISTICA?
In 10 anni di professionismo qualcosa ho visto. Non sempre era sufficiente una telefonata per farsi seguire da un preparatore.
NO, CI DOVEVA ESSERE QUALCUNO CHE GARANTIVA PER TE. Sia interno o esterno alla squadra. Più il preparatore é importante più il peso dell’intermediario doveva essere alto.
Perché erano necessarie queste garanzie ? Ah, saperlo …
La terapia ematica per un grande giro consigliata dal ginecologo era di 3 trasfusioni. Pensate davvero che sia possibile gestire logisticamente una cosa del genere senza che la squadra se ne accorga ?
Un «privilegiato» a un grande giro, subito dopo i controlli ematici UCI, prese un aereo privato per raggiungere una località «sicura» e sottoporsi a una trasfusione. Tutto da solo …
La lotta al doping dovrebbe essere innanzitutto una questione di buonsenso e di cultura.
Voglio essere martellante.
La Corte di Appello di Chambery parlò di un “SISTEMA SCANDALOSO BEN LONTANO DALL’ETICA SPORTIVA”.
Il Giudice del Tribunale di Treviso parlò di “APPARENTE FORMALE RIGORE”.
La mia storia e quella di Danielson si sono a malapena incrociate ma hanno un comune denominatore.
Con gli ultimi due post ci sono elementi sufficienti per parlare di «doping organizzato e istituzionalizzato». Alla faccia anche della Russia di Putin.
I burattinai manovrano i fili e si preoccupano che il palco risplenda.
I burattini seguono i diktat imposti assumendosi tutte le eventuali peggiori conseguenze. La Fassa Bortolo faceva firmare rigide regole in materia di doping, tra le quali spiccava che il corridore si assumeva tutte le responsabilità e manlevava la società da qualsiasi implicazione di doping. Con questo MANLEVARE hanno giustificato ogni loro ignobile comportamento.
QUESTA É STATA LA LORO DIFESA PER 13 ANNI !
Sponsor e manager possono essere «ACCECATI» dal profitto ma non lo staff medico.
Decisivo sarebbe stato il ruolo del medico sociale Dott Roberto Corsetti.
A presto.
Grazie. Grazie anche perché oltre ai commenti e alle domande giuste che poni, più fonti, link, estratti metti, più diventa crudo - e inattaccabile - il tuo affresco


“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
DarioF
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Iscritto il: mercoledì 24 aprile 2019, 19:29

Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da DarioF »

Ci manca solo qualcuno che mi posta un messaggio di YouTube in falsetto e poi sono arrivati tutti.

Prima di vendere Gesù per 30 denari, a Giuda erano stato offerti 1 milione in gettoni d’oro, una lavatrice, un soggiorno di una settimana alle Canarie e una fassa car with no team markings per Chuck Norris. Rifiutò senza pensarci un secondo.


DarioF
Messaggi: 36
Iscritto il: mercoledì 24 aprile 2019, 19:29

Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da DarioF »

Salve,
Mi hanno riferito che l’UCI e l’UEC ci seguono, bene.
Di doping ne sapete più di me, non ho più niente da insegnarvi …
Vi lascio con due quesiti:
1)Al Tour ’03 cinque corridori della Fassa (Velo, Loda, Gustov, Montgomery, Aitor Gonzales) andarono a casa. Era presente il Dott Emilio Magni. Non fu un virus intestinale. Le indagini di polizia dissero che era altro. Che cos’era? Una menzione particolare la merita Nicola Loda che non si é presentato dicendo che economicamente non ce la faceva a sostenere una trasferta da Brescia ad Albertville. Speriamo che con le granfondo si sia risollevato … !
2)Che cosa e’ successo al Giro del Lussemburgo ’03 a un corridore della Fassa? Che cos’ha in comune con Armstrong ?

La soluzione é ai verbali a Chambery. Mi raccomando acqua in bocca … !
Oggi ci spostiamo dietro le quinte.

Si arrivava a Reggio Emilia al Giro del ’01, stavo perdendo la maglia rosa, decisi di andare in testa a tirare. Vennero a darmi una mano anche Di Luca e Savoldelli, conservai la maglia rosa per pochi secondi. Belli, mio compagno di squadra e terzo in classifica, non venne a tirare.
Dopo la corsa andai a chiedere spiegazioni al Ferretti e mi disse: “… avrei dovuto pagare Belli per farlo tirare … ”. Lo guardai un pò basito e gli dissi: “meno male che ti chiamano sergente di ferro …”. Digrignò la mandibola e non fiatò.
Ferretti ha dimostrato di non avere polso.
Quanto a Belli ha sbagliato sport, doveva dedicarsi allo sci: il trampolino! Lunga e dritta …

A Montebelluna Tosatto salì sull’ammiraglia, mi diede una pacca sulla spalla, guardò Ferretti e gli disse: “Feron, a go fato shopping … “ e l’altro: “Bravo, cos’hai comprato ?”

Ferretti ha sempre criticato Cipollini perché aveva una squadra costruita intorno a lui, che controllava la corsa sin dalla partenza e alla fine si era ridotto a fare lo stesso pur avendo un budget che era di molto superiore a quello delle squadre di Cipollini.
Vincere una corsa di un giorno é anche una questione di fortuna. Non sempre a vincere é il più forte. Nelle corse a tappe contano anche altri fattori, il direttore sportivo e un ambiente sereno sono fondamentali.
Le crono erano per lui giornate di riposo, il più delle volte niente altoparlanti e quindi niente riferimenti. Ho perso 3 crono per meno di un secondo nel 2000-01.

Nel 2004 non volevamo più il Ferretti come manager. Pozzato era il più deciso.
Oltre al suo allontanamento si chiedeva il pagamento dei contratti di immagine nella loro integrità, il pagamento delle trasferte e degli esami UCI trimestrali che da regolamento dovevano essere totalmente a carico della squadra. Non era sempre così alla Fassa Bortolo.
Ci fu una riunione in ritiro a Grosseto tra noi corridori, venne stilato un documento con cui andare da Paolo Fassa. Roberto Petito, se ne tirò fuori e andò a raccontare tutto al Ferretti prima che potessimo incontrare Paolo Fassa e la cosa saltò. La colpa era mia. Pozzato a fine anno cambiò squadra e forse veniva ancora comodo per il futuro …
Capii meglio nel 2005 quando alla presentazione della squadra davanti a 300 persone Petito disse che ero quello che dava problemi in squadra. Che misero comportamento!

A inizio 2004 mi ammalai di ipoglicemia, ricominciai a correre al Campionato Italiano. Il giorno dopo mi incontrai a Spresiano con Ferretti, Simeoni della Fassa e il mio procuratore Battaglini. Dopo alcuni minuti Battaglini ricevette una telefonata e uscì dimostrando un tempismo perfetto …
Simeoni disegnò un grosso tre su un foglio bianco, era furioso. MI DISSE CHE ERANO TRE MESI CHE PAGAVANO LO STIPENDIO A UN MALATO. Presi il foglio, lo piegai e gli dissi: “VOI MI AVETE PRESO E VOI MI PAGATE FINO A SCADENZA SE MI SONO AMMALATO É COLPA DEL MAYNAR CHE AVETE PORTATO IN SQUADRA E PAGATO VOI”. Il resto fu un continuo scambiarsi accuse. Battaglini rientrò che ormai la conversazione era al termine. Prima di congedarci il Ferretti mi disse che me l’avrebbe fatta pagare, nessuno aveva mai avuto il coraggio di essere tanto sfrontato con lui …
Me ne sarei andato volentieri ma non ero io che dovevo cercare una squadra.
Ad Albertville dichiarò che loro avevano il «diritto di fare pressioni». In un’intervista successiva ai fatti del 2005 disse che nell’inverno 2004-05 si era recato all’UCI per ridurmi lo stipendio. Sono sicuro che tralasciò di dire che non correvo perché malato …
L’UCI gli rispose: ”Te lo sei preso e te lo tieni …”

Alla partenza del Portogallo ’04 visto che la Fassa Bortolo aveva appena aperto un nuovo stabilimento in loco, misero un premio per ogni vittoria di tappa. Vincemmo due tappe. Diedero i premi solo a chi volevano. Per loro io non facevo già più parte della squadra. Detto tra noi questo era quello che faceva un buon «manager» italiano.

Il «problema doping» é stato l’«alibi» utilizzato da certe istituzioni per nascondere qualcosa di ben più grosso che andava in scena dietro le quinte. IPOCRITI !
Questo era o meglio é uno spaccato di quel ciclismo. Dove l’atleta era l’unica cosa su cui si speculava.
ZERO DIRITTI … ZERO VALORI UMANI.
TANTI PICCOLI NUMERI.
A presto.


Winter
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da Winter »

Tutto molto interessante :clap:
dario , ti faccio una domanda
nella tua carriera pro , hai conosciuto dei corridori puliti? Se si , puoi farci dei nomi?


DarioF
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da DarioF »

Winter ha scritto: mercoledì 20 novembre 2019, 20:55
nella tua carriera pro , hai conosciuto dei corridori puliti? Se si , puoi farci dei nomi?
Certo, tutti quelli che non sono stati beccati ...


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Niи
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Iscritto il: martedì 2 aprile 2013, 0:10

Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da Niи »

Grazie Dario, di nuovo, per queste testimonianze.
Vista la tua disponibilità, franchezza ed esperienza, ti vorrei chiedere, per capire meglio il fenomeno doping in quegli anni (all'epoca ero un normale allievo/juniores che però seguiva con interesse le corse di voi "grandi "). Ti chiedo se era prassi per le squadre (per lo meno quelle in cui hai gareggiato) proporre trattamenti farmacologici a voi atleti con l'obiettivo dopante e non solo curativo, a prescindere dal vostro stato di forma o salute o se invece le pratiche erano altamente "consigliate " solo nel caso in cui le performance erano sottoperformanti/ sotto le attese. Cioè se tu riuscivi, tramite allenamento, dieta e qualità innate ad ottenere uno stato di forma eccellente, potevi decidere di correre da "pulito"? Salvo le grandi corse a tappe in cui il recupero naturale non era possibile, in quelle di un giorno ti è mai capitato di essere "scarico " ma di andare più forte rispetto a periodi in cui avevo caricato?
Ultima domanda: venivano quantificati dai tecnici/preparatori/ medici gli effetti dei farmaci prescritti o dati anche a livello oggettivo? Inteso come tempi su salite di riferimento, riuscendo ad isolare il contribuito del prodotto rispetto ad un normale alto e basso di forma? O il tutto era molto più complesso, andando quindi a ricalcare il concetto di "prova questo che dovresti andare meglio", ma poi non sapevi ben attribuire se l'eventuale miglioramenti fosse del prodotto stesso o magari di un altro fattore?
Grazie per l'eventuale risposta.


DarioF
Messaggi: 36
Iscritto il: mercoledì 24 aprile 2019, 19:29

Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da DarioF »

Niи ha scritto: venerdì 22 novembre 2019, 13:28 Grazie Dario, di nuovo, per queste testimonianze.
Vista la tua disponibilità, franchezza ed esperienza, ti vorrei chiedere, per capire meglio il fenomeno doping in quegli anni (all'epoca ero un normale allievo/juniores che però seguiva con interesse le corse di voi "grandi "). Ti chiedo se era prassi per le squadre (per lo meno quelle in cui hai gareggiato) proporre trattamenti farmacologici a voi atleti con l'obiettivo dopante e non solo curativo, a prescindere dal vostro stato di forma o salute o se invece le pratiche erano altamente "consigliate " solo nel caso in cui le performance erano sottoperformanti/ sotto le attese. Cioè se tu riuscivi, tramite allenamento, dieta e qualità innate ad ottenere uno stato di forma eccellente, potevi decidere di correre da "pulito"? Salvo le grandi corse a tappe in cui il recupero naturale non era possibile, in quelle di un giorno ti è mai capitato di essere "scarico " ma di andare più forte rispetto a periodi in cui avevo caricato?
Ultima domanda: venivano quantificati dai tecnici/preparatori/ medici gli effetti dei farmaci prescritti o dati anche a livello oggettivo? Inteso come tempi su salite di riferimento, riuscendo ad isolare il contribuito del prodotto rispetto ad un normale alto e basso di forma? O il tutto era molto più complesso, andando quindi a ricalcare il concetto di "prova questo che dovresti andare meglio", ma poi non sapevi ben attribuire se l'eventuale miglioramenti fosse del prodotto stesso o magari di un altro fattore?
Grazie per l'eventuale risposta.
A grandi linee quello che succedeva alla Fassa é chiaro.
Come ho già detto su questo forum in materia di doping ne sapete più di me. Se hai altri dubbi online trovi centinaia di documenti su modalità e trattamenti in voga in quel periodo.


Winter
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da Winter »

DarioF ha scritto: giovedì 21 novembre 2019, 8:01
Winter ha scritto: mercoledì 20 novembre 2019, 20:55
nella tua carriera pro , hai conosciuto dei corridori puliti? Se si , puoi farci dei nomi?
Certo, tutti quelli che non sono stati beccati ...
:cincin: :D
nella festina solo tre corridori (lefevre , halgand e bassons) perché troppo giovani..
moncoutie si dice..


nime
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da nime »

DarioF ha scritto: martedì 19 novembre 2019, 12:57
Vi lascio con due quesiti:
posso farti una domanda?

ho letto questo tuo pezzo che trovo molto bello, ho anche letto i libri di Di Luca, di Ricco, ed entrambi li ho trovati a loro modo splendidi

veramente perchè non prendi un writer e ne scrivi uno?

vedi non è una questione soldi e non c'è nemmeno per forza bisogno di parlare di doping, quello che racconti qui è uno spaccato della storia del ciclismo e della vita in un gruppo, è un peccato che queste cose vadano perse, la tua carriera e questo periodo storico resterebbero scritti, lo so che è una cosa di nicchia per noi appassionati, ma è un piccolo pezzo di storia che dovrebbe rimanere


DarioF
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da DarioF »

nime ha scritto: giovedì 28 novembre 2019, 12:28
DarioF ha scritto: martedì 19 novembre 2019, 12:57
Vi lascio con due quesiti:
posso farti ...

... dovrebbe rimanere
Qualcuno si comprerebbe il writer e l’editore.
Tempo e pazienza …


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nino58
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da nino58 »

Provo a riassumere quello che ho capito ed aggiungere un mio punto di vista.
Nel ciclismo vi erano (o sono ?) i Team X, Y, Z, n, che fanno utilizzare il doping ai propri atleti (uno, qualcuno, tutti ? )con la clausola che chi viene beccato è solo colpa sua e viene licenziato (mammasantissime a parte che vengono sostenute con fior di avvocati o altro).
Se così è ( qui esprimo il mio punto di vista ) la cosa è peggiore del doping in se' e di gravità simile all'uso dei motorini (dove le colpe non potrebbero essere che esclusivamente dei Team).
Dario, sono lontano dalla realtà ?


Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Slegar
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da Slegar »

nino58 ha scritto: venerdì 29 novembre 2019, 9:56 Provo a riassumere quello che ho capito ed aggiungere un mio punto di vista.
Nel ciclismo vi erano (o sono ?) i Team X, Y, Z, n, che fanno utilizzare il doping ai propri atleti (uno, qualcuno, tutti ? )con la clausola che chi viene beccato è solo colpa sua e viene licenziato (mammasantissime a parte che vengono sostenute con fior di avvocati o altro).
Se così è ( qui esprimo il mio punto di vista ) la cosa è peggiore del doping in se' e di gravità simile all'uso dei motorini (dove le colpe non potrebbero essere che esclusivamente dei Team).
Dario, sono lontano dalla realtà ?
E' quello che disse Bernard Kohl in un'intervista quando firmò con la Davitamon-Lotto, contratto poi stracciato dalla positività al Tour 2008; la squadra lo lasciava libero di doparsi, basta che non si facesse beccare e la capacità di essere "al limite della legalità" era premiata con lauti contratti:
https://www.sueddeutsche.de/sport/dopin ... s-1.462106

Poi se qualcosa andava storto una mazzetta non si negava a nessuno:
https://www.repubblica.it/2009/08/sport ... ccusa.html


fair play? No, Grazie!
DarioF
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da DarioF »

nino58 ha scritto: venerdì 29 novembre 2019, 9:56 Provo a riassumere quello che ho capito ed aggiungere un mio punto di vista.
Nel ciclismo vi erano (o sono ?) i Team X, Y, Z, n, che fanno utilizzare il doping ai propri atleti (uno, qualcuno, tutti ? )con la clausola che chi viene beccato è solo colpa sua e viene licenziato (mammasantissime a parte che vengono sostenute con fior di avvocati o altro).
Se così è ( qui esprimo il mio punto di vista ) la cosa è peggiore del doping in se' e di gravità simile all'uso dei motorini (dove le colpe non potrebbero essere che esclusivamente dei Team).
Dario, sono lontano dalla realtà ?
Non mi permetto di parlare delle altre squadre.
Alla Fassa Bortolo funzionava cosi.


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Bitossi
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Re: Il doping degli anni '90

Messaggio da leggere da Bitossi »

nino58 ha scritto: venerdì 29 novembre 2019, 9:56 Provo a riassumere quello che ho capito ed aggiungere un mio punto di vista.
Nel ciclismo vi erano (o sono ?) i Team X, Y, Z, n, che fanno utilizzare il doping ai propri atleti (uno, qualcuno, tutti ? )con la clausola che chi viene beccato è solo colpa sua e viene licenziato (mammasantissime a parte che vengono sostenute con fior di avvocati o altro).
Se così è ( qui esprimo il mio punto di vista ) la cosa è peggiore del doping in se' e di gravità simile all'uso dei motorini (dove le colpe non potrebbero essere che esclusivamente dei Team).
Dario, sono lontano dalla realtà ?
Nino, sarà perché è una cosa che ho sempre immaginato, e quindi pensiero a cui alla lunga devo aver fatto l’abitudine, che a me pare evidente. :boh:
La sensazione è che nel passato e (come sottintendi) forse anche nel presente bisognerebbe aggiungere qualche lettera dell’alfabeto. :D
E chissà che non ci sia chi, avendola vissuta sulla sua pelle, ed godendo tuttora di visibilità, non ne parli per “pudore”... :aureola:


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Ringrazio la mia mamma per avermi fatto studiare da ciclista
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