Appunti di antropologia
Appunti di antropologia
Inauguriamo un nuovo thread.
Personally mi limiterò a segnalare gli accadimenti degni di nota, senza commenti.
O meglio, con un solo commento.
Mannaggiaacristo.
https://napoli.repubblica.it/cronaca/20 ... 7-P7-S1-T1
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IL PIU' PULITO HA LA ROGNA.
Re: Appunti di antropologia
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
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Re: Appunti di antropologia
Per esprimere al meglio la solidarietà a Emilio, ho trovato questo.
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
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Re: Appunti di antropologia
In molti usano essere contro, ma contro che cosa vorrei chiedere? E la risposta più comune, forse, sarebbe: contro il capitalismo!
Ma che cosa significa davvero capitalismo? Mi pare proprio poco o nulla, se non quel che è sempre stato, da quando esiste l'aforisma "se vuoi sfamare qualcuno non regalargli un pesce, ma insegnagli a pescare".
Se si legge il vocabolario si vede che il termine, è stato in primis introdotto dalla critica socialista e poi generalmente accolto dalla storiografia economica: indica il sistema economico e sociale caratterizzato da ampia e sistematica applicazione di capitale di proprietà privata alla produzione, e fin qui più che di capitalismo si può, mi pare, parlare, di ciò che è stato sempre fatto anche prima dell'agricoltura, ovvero dal momento della costruzione del primo apparato tecnico, il bastone che serviva per far cadere quei frutti a cui il braccio non sarebbe potuto arrivare. Tale bastone era conservato dagli umani, a differenza degli altri primati che lo usano, ma poi lo gettano. L'uomo invece è tale proprio perché lo conserva e quindi è cum-baculum e non im-baculum, ovvero imbecille! Tale bastone o altro strumento è destinato al successivo ciclo produttivo anziché al consumo (ovvero a un altro albero da frutto)
Poi il c.d. capitalismo è caratterizzato da una fantomatica libera concorrenza su tutti i mercati e dalla separazione tra classe detentrice dei capitali e classe dei lavoratori. Una separazione così netta non esisteva nemmeno nella società schiavistica greca e romana, è esemplare a proposito il mondo contadino che ha sempre avuto nel suo a.d.n. la volontà di essere un capitalista, più o meno grande. I capitalisti davvero esistono, ma un sistema con questo nome che differisca da un altro in maniera netta, non credo proprio. E infatti con la locuzione capitalismo di stato si suole indicare un sistema economico-sociale in cui al capitale privato si sostituisce, in tutto o in parte, lo Stato, il quale assume così la gestione dei principali mezzi di produzione; l’espressione, che ha per lo più una connotazione polemica, è usata sia nei confronti dei paesi socialisti sia a proposito di interventi statali di tipo dirigistico nelle economie di mercato.
Interessante notare come nella Chiesa qualcuno ha sostenuto l’istanza della liberazione dal "peccato strutturale" dello sfruttamento guardando, in una ottica latino-americana, al capitalismo come al potere contro cui agitare la profezia, il che ci riconduce alla impossibile definizione di capitalismo in altro modo se non come un argomento profetico! Ovvero chi parla di capitalismo, pro o contro, senza se e senza ma, è solo il tifoso, colui che prende posizione a priori, ma i cui argomenti sono vuoti!
Per Marx il capitalismo si traduce nella formuletta D-M-D' ove la merce non è mai il fine, ma solo un passaggio per accumulare, cosa ripresa da Disney con Paperon dei Paperoni; è una profezia che vale come chiunque altra, così come il comunismo che sarà quella società senza Stato, laddove tutti i bisogni saranno sodisfatti e l'uomo si realizzerà in quanto tale e sarà poliedrico: un giorno pittore, l'altro scrittore etc. La storia finora ha dimostrato che siamo a livello di Thomas More (tradotto allora in Tommaso Moro). Eppure ci sono ancora partiti che hanno il termine comunismo nella loro ragione sociale, in Italia c'è stato addirittura il più grande partito occidentale della storia, che si è prolungato per ... (dal 1921 al 1991).
Per chi in vita sua ha visto con favore diversi tipi di rivelazioni, forse oggi rimarrà un po' deluso, ... o forse no?
Ma che cosa significa davvero capitalismo? Mi pare proprio poco o nulla, se non quel che è sempre stato, da quando esiste l'aforisma "se vuoi sfamare qualcuno non regalargli un pesce, ma insegnagli a pescare".
Se si legge il vocabolario si vede che il termine, è stato in primis introdotto dalla critica socialista e poi generalmente accolto dalla storiografia economica: indica il sistema economico e sociale caratterizzato da ampia e sistematica applicazione di capitale di proprietà privata alla produzione, e fin qui più che di capitalismo si può, mi pare, parlare, di ciò che è stato sempre fatto anche prima dell'agricoltura, ovvero dal momento della costruzione del primo apparato tecnico, il bastone che serviva per far cadere quei frutti a cui il braccio non sarebbe potuto arrivare. Tale bastone era conservato dagli umani, a differenza degli altri primati che lo usano, ma poi lo gettano. L'uomo invece è tale proprio perché lo conserva e quindi è cum-baculum e non im-baculum, ovvero imbecille! Tale bastone o altro strumento è destinato al successivo ciclo produttivo anziché al consumo (ovvero a un altro albero da frutto)
Poi il c.d. capitalismo è caratterizzato da una fantomatica libera concorrenza su tutti i mercati e dalla separazione tra classe detentrice dei capitali e classe dei lavoratori. Una separazione così netta non esisteva nemmeno nella società schiavistica greca e romana, è esemplare a proposito il mondo contadino che ha sempre avuto nel suo a.d.n. la volontà di essere un capitalista, più o meno grande. I capitalisti davvero esistono, ma un sistema con questo nome che differisca da un altro in maniera netta, non credo proprio. E infatti con la locuzione capitalismo di stato si suole indicare un sistema economico-sociale in cui al capitale privato si sostituisce, in tutto o in parte, lo Stato, il quale assume così la gestione dei principali mezzi di produzione; l’espressione, che ha per lo più una connotazione polemica, è usata sia nei confronti dei paesi socialisti sia a proposito di interventi statali di tipo dirigistico nelle economie di mercato.
Interessante notare come nella Chiesa qualcuno ha sostenuto l’istanza della liberazione dal "peccato strutturale" dello sfruttamento guardando, in una ottica latino-americana, al capitalismo come al potere contro cui agitare la profezia, il che ci riconduce alla impossibile definizione di capitalismo in altro modo se non come un argomento profetico! Ovvero chi parla di capitalismo, pro o contro, senza se e senza ma, è solo il tifoso, colui che prende posizione a priori, ma i cui argomenti sono vuoti!
Per Marx il capitalismo si traduce nella formuletta D-M-D' ove la merce non è mai il fine, ma solo un passaggio per accumulare, cosa ripresa da Disney con Paperon dei Paperoni; è una profezia che vale come chiunque altra, così come il comunismo che sarà quella società senza Stato, laddove tutti i bisogni saranno sodisfatti e l'uomo si realizzerà in quanto tale e sarà poliedrico: un giorno pittore, l'altro scrittore etc. La storia finora ha dimostrato che siamo a livello di Thomas More (tradotto allora in Tommaso Moro). Eppure ci sono ancora partiti che hanno il termine comunismo nella loro ragione sociale, in Italia c'è stato addirittura il più grande partito occidentale della storia, che si è prolungato per ... (dal 1921 al 1991).
Per chi in vita sua ha visto con favore diversi tipi di rivelazioni, forse oggi rimarrà un po' deluso, ... o forse no?
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Re: Appunti di antropologia
Stamani ho sentito per l'ennesima volta la canzone di Gaber "Qualcuno era comunista". Non so se Giorgio aveva presente che il comunismo, secondo l'ipotesi di Marx, era più vicino all'anarchia e alle frasi più vuote del vangelo (non so quale/i dei quattro), tipo ama il tuo nemico, porgi l'altra guancia e beati gli umili etc, non al P.C.I. il quale era stato quasi sempre un fiancheggiatore del socialismo reale ed è su questo che vorrei interrogarmi e interrogare: che differenza teorica esiste fra socialismo reale di Iosif Vissarionovič Džugašvili (detto Stalin, georgiano, ma sedicente grande russo), Enver Hoxha (albanese), Klement Gottwald (ceco), Nicolae Ceaușescu (rumeno) Erich Ernst Paul Honecker (tedesco) e il fascismo di Benito Mussolini e dell'allevo Adolf Hitler (austriaco, ma sedicente grande tedesco)
I secondi comandano per il loro potere e far arricchire gli agrari e/o i grandi industriali, i primi per il loro potere e arricchire se stessi e i propri amici. Credo che per chiunque di loro il potere conti più del denaro e dare un bel surplus a chi volevano era più un mezzo che un fine. E anche Giorgio in quella canzone si rende conto che: qualcuno era comunista, perché prima era ... fascista (vedi, fra gli altri, Ingrao e Dario Fo da noi)!
Alla fine però la canzone cambia registro, lascia perdere il socialismo reale e si mette a parlare del comunismo utopistico, perché secondo me altro non è mai stato, con buona pace dell'ideatore, che parla invece di scientifico.
"Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come
Più di se stesso: era come due persone in una
Da una parte la personale fatica quotidiana
E dall'altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo
Per cambiare veramente la vita
No, niente rimpianti
Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare
Come dei gabbiani ipotetici
E ora?
Anche ora ci si come sente in due
Da una parte l'uomo inserito
Che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana
E dall'altra il gabbiano, senza più neanche l'intenzione del volo
Perché ormai il sogno si è rattrappito
Due miserie in un corpo solo!"
I secondi comandano per il loro potere e far arricchire gli agrari e/o i grandi industriali, i primi per il loro potere e arricchire se stessi e i propri amici. Credo che per chiunque di loro il potere conti più del denaro e dare un bel surplus a chi volevano era più un mezzo che un fine. E anche Giorgio in quella canzone si rende conto che: qualcuno era comunista, perché prima era ... fascista (vedi, fra gli altri, Ingrao e Dario Fo da noi)!
Alla fine però la canzone cambia registro, lascia perdere il socialismo reale e si mette a parlare del comunismo utopistico, perché secondo me altro non è mai stato, con buona pace dell'ideatore, che parla invece di scientifico.
"Qualcuno era comunista perché con accanto questo slancio ognuno era come
Più di se stesso: era come due persone in una
Da una parte la personale fatica quotidiana
E dall'altra il senso di appartenenza a una razza che voleva spiccare il volo
Per cambiare veramente la vita
No, niente rimpianti
Forse anche allora molti avevano aperto le ali senza essere capaci di volare
Come dei gabbiani ipotetici
E ora?
Anche ora ci si come sente in due
Da una parte l'uomo inserito
Che attraversa ossequiosamente lo squallore della propria sopravvivenza quotidiana
E dall'altra il gabbiano, senza più neanche l'intenzione del volo
Perché ormai il sogno si è rattrappito
Due miserie in un corpo solo!"
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"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
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Re: Appunti di antropologia
Ci dobbiamo forse domandare quali sono le cause della fragilità della sinistra liberale, e perché quei discorsi che apparivano logici, dopo il tramonto dell'illusione socialista e la tragedia del socialismo-reale, sono divenuti in poco tempo illusori, di fronte a una realtà che in poco tempo si è dimostrata tutt'affatto diversa? Forse si può spiegare il manifestarsi di insodisfazioni, malumori e rabbia con la crisi economica che si è prodotto in Occidente, con la conseguente crescita di disuguaglianza. Ma se si allarga l'orizzonte, senza farci ottenebrare da "questa siepe, che da tanta parte, dell'ultimo orizzonte il guardo esclude" ci si può accorgere che il coefficiente di Gini (Il coefficiente, introdotto dallo statistico italiano Corrado Gini, è una misura della diseguaglianza di una distribuzione. È spesso usato come indice di concentrazione per misurare la diseguaglianza nella distribuzione del reddito o anche della ricchezza) è sceso nel mondo del dopo 2008 (vale a dire dal 2003 al 2013) da 68,7 a 64,9.
Qualcuno meno giovane si ricorderà della campagna per combattere la fame in India, ormai questa federazione di Stati complessivamente con più di un miliardo di cittadini ha avuto uno sviluppo impensabile, così come la Cina e la prima ha mantenuto anche una sorta di democrazia.
Forse l'emergere (anche nelle cronache) dei super-ricchi ha contribuito al malcontento nelle società occidentali, ma anche e forse dalla crescita di chi il borghese medio pensava che gli fosse inferiore e ne minaccerebbe ora in qualche modo (forse solo apparente) le posizioni. E da qui, da noi, lo slogan assurdo del "prima gli italiani!
Disgrazie, tragiche debolezze e forse altri lutti, queste apparenze provocheranno, come la guerra d'Ucraina, dove l'operazione speciale era volta a denazificare quello Stato! In chi rifugge dalla retorica zarista, tutto ciò dovrebbe provocare almeno un brivido di repulsione, di fronte alla cecità di chi, con occhi lucidi e affranti, si inchinava alla volontà del nuovo Stalin e inneggiava alla negletta povera madre Russia!
Qualcuno meno giovane si ricorderà della campagna per combattere la fame in India, ormai questa federazione di Stati complessivamente con più di un miliardo di cittadini ha avuto uno sviluppo impensabile, così come la Cina e la prima ha mantenuto anche una sorta di democrazia.
Forse l'emergere (anche nelle cronache) dei super-ricchi ha contribuito al malcontento nelle società occidentali, ma anche e forse dalla crescita di chi il borghese medio pensava che gli fosse inferiore e ne minaccerebbe ora in qualche modo (forse solo apparente) le posizioni. E da qui, da noi, lo slogan assurdo del "prima gli italiani!
Disgrazie, tragiche debolezze e forse altri lutti, queste apparenze provocheranno, come la guerra d'Ucraina, dove l'operazione speciale era volta a denazificare quello Stato! In chi rifugge dalla retorica zarista, tutto ciò dovrebbe provocare almeno un brivido di repulsione, di fronte alla cecità di chi, con occhi lucidi e affranti, si inchinava alla volontà del nuovo Stalin e inneggiava alla negletta povera madre Russia!
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Re: Appunti di antropologia
Forse il motivo principale della mancanza di aspettative rosee è che l'occidente sta diventando sempre di più un paese di vecchi e, proprio per questa ragione la gente ha paura di non avere a suo tempo la pensione, che finora era stata una della garanzie maggiori. P.S. Nel sindacato, quello che ha il numero maggiore è quelle dei pensionati.
In Italia, paradossalmente si risponde con il populismo nazionalistico, addirittura si sono avute campagne elettorali contro l'immigrazione. Anche al di fuori dell'Italia esistono gruppi piuttosto consistenti di pseudopolitici che vedono il futuro come un ritorno al passato e di questi soggetti dovremmo aver paura, perché, se i rivoluzionari più esagitati hanno davanti l'utopia pura, che non ha certo tante speranze, ma almeno prospettano una cosa per il futuro; chi pensa solo al passato ha una probabilità di migliorare le cose ... pari a zero. in Europa c'è stato l'esempio della Brexit, ma allargandoci, oltre l'occidente, vediamo che Putin vuole ritornare a Stalin, i paesi islamici a Maometto etc. P.S. Mi dicono che un tal Salvini gira con il rosario!
In Italia, paradossalmente si risponde con il populismo nazionalistico, addirittura si sono avute campagne elettorali contro l'immigrazione. Anche al di fuori dell'Italia esistono gruppi piuttosto consistenti di pseudopolitici che vedono il futuro come un ritorno al passato e di questi soggetti dovremmo aver paura, perché, se i rivoluzionari più esagitati hanno davanti l'utopia pura, che non ha certo tante speranze, ma almeno prospettano una cosa per il futuro; chi pensa solo al passato ha una probabilità di migliorare le cose ... pari a zero. in Europa c'è stato l'esempio della Brexit, ma allargandoci, oltre l'occidente, vediamo che Putin vuole ritornare a Stalin, i paesi islamici a Maometto etc. P.S. Mi dicono che un tal Salvini gira con il rosario!
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Re: Appunti di antropologia
I pensatori liberali si sono curati sempre poco delle cose alle quali la gente comune (i vermetti di W. Allen ) dà valore, al di là dell'indipendenza personale e del miglioramento economico, cioè le loro identità religiose ed etniche (quelle che Andrea Prosperi vorrebbe togliere dal vocabolario). Sono questi i motivi, per i quali il liberalismo non è riuscito ad andare oltre una certa soglia. In Italia si veda il mancato successo di Marco Pannella, forse l'unico statista del suo tempo e abbia invece prosperato un'ideologia antiumana come il socialismo-reale? Addirittura un giornalaio che conosco solo di Nome: Luca Telese ha scritto una specie di pamphlet, che lui spaccia per storia del comunismo (confondendo anche l'obiettivo con l'azione), nel titolo, copiato da Gaber "Qualcuno era comunista" semmai doveva scrivere "Qualcuno era per l'avvento del comunismo!" Per Gaber andava bene, perché in effetti la sua era un'analisi autoironica del pensiero dominante in certi anni, ma per l'altro si tratta di una cosa seria o meglio, direi, seriosa.
In questa pseudostoria assegna al PCI il merito dell'introduzione e la difesa della legge sul divorzio e non a ... vedete voi. P.S. Dopo di che ho smesso di ascoltare il dibattito nel sito di Aldo Giannuli.
In questa pseudostoria assegna al PCI il merito dell'introduzione e la difesa della legge sul divorzio e non a ... vedete voi. P.S. Dopo di che ho smesso di ascoltare il dibattito nel sito di Aldo Giannuli.
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Re: Appunti di antropologia
temo di no Carlo
hanno una grave malattia
che gli impedisce di crescere
IL PIU' PULITO HA LA ROGNA.
Re: Appunti di antropologia
I modelli del Novecento no sono più vitali ora.
Quello del socialismo-reale non lo era mai stato ed è collassato a causa della irrazionalità della struttura ideologica che voleva addirittura creare un uomo nuovo (come le religioni), non sapendo che l'evoluzione ha bisogno di tempi molto lunghi.
Ma non lo è neppure il sistema di sviluppo occidentale, al quale dobbiamo anni di crescita molto elevati, legati in gran parte dal balzo di produttività in seguito al passaggio dall'agricoltura all'industria e ai servizi, nonché a un grado di libertà, poco prima nemmeno immaginabili. (Si pensi all'omelia del parroco di Prato che, mi pare nel 1956, additò come pubblici concubini due coniugi che si erano sposati con il solo rito civile!"
Il modello socialista si era spento dopo pochi decenni di stagnazione, mentre l'altro sta morendo, nonostante il successo, confermatosi anche al di fuori dell'occidente, come dimostra il caso della Cina e quello di tanti paesi asiatici.
Nonostante questo successo, ci sembra di poter dire che il modello non è vitale, perché ultimamente sta producendo governi che dire illiberali è già poco e questo forse perché tale sistema non riesce a riprodursi, se non assorbendo energia umana dall'esterno e quindi diverso in termini culturali. Questo produce tensioni, perché la diversità fa paura e la frase più idiota che sia mai stata detta/scritta è "ama il tuo nemico" quando l'uomo sapiens non riesce nemmeno a tollerare la semplice diversità, dai greci in poi. Per quest'ultimi anche i macedoni erano *barbari!*
Ma senza queste continue trasfusioni la nostra antica società finisce per l'arenarsi in un declino demografico che comporta, alla nemmeno troppo lunga, una società di vecchi e quindi per sua stessa natura, reazionaria e illiberale.
Il fondamentalismo islamico ha amplificato questa paura, trasformando l'originale timore per il diverso in ... fobia! Ed essa chiama a gran voce "ordine e autorità" che altro non sono che il miglior terreno di coltura possibile per il populismo.
Ormai siamo fermi, privi di entusiasmo e ti accorgi che stai diventando un altro, puoi solo fingere di essere in forma e lodare la vita e la vecchia famiglia d'antan e per questo tiri via il brutto specchio che ti sta davanti.
Quello del socialismo-reale non lo era mai stato ed è collassato a causa della irrazionalità della struttura ideologica che voleva addirittura creare un uomo nuovo (come le religioni), non sapendo che l'evoluzione ha bisogno di tempi molto lunghi.
Ma non lo è neppure il sistema di sviluppo occidentale, al quale dobbiamo anni di crescita molto elevati, legati in gran parte dal balzo di produttività in seguito al passaggio dall'agricoltura all'industria e ai servizi, nonché a un grado di libertà, poco prima nemmeno immaginabili. (Si pensi all'omelia del parroco di Prato che, mi pare nel 1956, additò come pubblici concubini due coniugi che si erano sposati con il solo rito civile!"
Il modello socialista si era spento dopo pochi decenni di stagnazione, mentre l'altro sta morendo, nonostante il successo, confermatosi anche al di fuori dell'occidente, come dimostra il caso della Cina e quello di tanti paesi asiatici.
Nonostante questo successo, ci sembra di poter dire che il modello non è vitale, perché ultimamente sta producendo governi che dire illiberali è già poco e questo forse perché tale sistema non riesce a riprodursi, se non assorbendo energia umana dall'esterno e quindi diverso in termini culturali. Questo produce tensioni, perché la diversità fa paura e la frase più idiota che sia mai stata detta/scritta è "ama il tuo nemico" quando l'uomo sapiens non riesce nemmeno a tollerare la semplice diversità, dai greci in poi. Per quest'ultimi anche i macedoni erano *barbari!*
Ma senza queste continue trasfusioni la nostra antica società finisce per l'arenarsi in un declino demografico che comporta, alla nemmeno troppo lunga, una società di vecchi e quindi per sua stessa natura, reazionaria e illiberale.
Il fondamentalismo islamico ha amplificato questa paura, trasformando l'originale timore per il diverso in ... fobia! Ed essa chiama a gran voce "ordine e autorità" che altro non sono che il miglior terreno di coltura possibile per il populismo.
Ormai siamo fermi, privi di entusiasmo e ti accorgi che stai diventando un altro, puoi solo fingere di essere in forma e lodare la vita e la vecchia famiglia d'antan e per questo tiri via il brutto specchio che ti sta davanti.
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
Re: Appunti di antropologia
Come si sviluppa il rapporto di coppia.
Fanno festa i musulmani il venerdì
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
il sabato gli ebrei
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
Re: Appunti di antropologia
Forse è possibile sostenere un collegamento fra le tendenze illiberali e la perdita di potere maschile nelle società contemporanee. Ormai la forza conta sempre meno, mentre la volontà e la pazienza, nonché il desiderio di conoscenza sta prevalendo da per tutto e le donne ormai hanno colmato il divario che avevano accumulato in passato e, se si guardano numerosi indici, si scopre che in molti campi la la loro primazia è evidente. Ai vertici universitari ci sono ancora gli uomini, ma è solo per l'eredità precedente, il futuro è femmina. (cfr l'ormai (già) datato film di Mario Monicelli, vincitore di 7 David di Donatello e 3 Nastri d'argento.)
Una parte speciale la gioca in questa reazione il mondo islamico, ma anche fra i cristiani il risentimento è presente, perché nella Bibbia c'è scritto che ... e Giavanni Paolo I forse fu ucciso e c'è chi dice che un motivo era che aveva chiamato Dio, madre! (cito a memoria)
Altra causa è che la mobilità sociale non è più, come prima, solo verso l'alto, bensì in molti casi avviene l'inverso (ci sono molte statistiche impressionanti in tal senso) e questo naturalmente genera paura e la ricerca di un capro espiatorio, Hitler la trovò negli ebrei, Stalin nei "controrivoluzionari-deviazionisti" e oggi c'è chi addita la responsabilità alla troppa libertà. Già mio suocero, comunista da sempre (credo) diceva spesso che in casa nostra si parlava troppo fra genitori e figli!
La società liberale, basata sulle conoscenze non guarda troppo per il sottile e non sempre privilegia i nativi e allora è facile contrattaccare con gli slogan come da noi "prima gli italiani!" per avere il consenso di quei soggetti che si sentono emarginati dai meccanismi della modernità, per i quali non sono o non si sentono adatti, mentre, magari, gli immigrati ...
Infine in una società di vecchi, c'è sempre la memoria di un tempo migliore (la solita favola dell'età dell'oro!), stante anche il fatto che in periodo di non sviluppo, lo Stato sociale non può rispondere a tutte le aspettative, che sono molte.
In molti (maschi, ignoranti, vecchi), per usare la definizione di D'Alema, si scoprono figli di un dio minore e questo svela loro l'inaudita perfidia del nume! L'uomo è sconvolto, non sa più in che cosa credere, il mondo della sua fede gli sta crollando addosso, è soffocato dai dubbi e tormentato da domanda alle quali fino a poco tempo fa credeva di saper rispondere. Il dolore passato, che credevamo scomparso, così non è, e il male futuro non lo risparmia e non riesce a scorgere nessuna zattera che possa trarlo fuori nel naufragio del mondo liberale! E la rassegnazione non piace!
Una parte speciale la gioca in questa reazione il mondo islamico, ma anche fra i cristiani il risentimento è presente, perché nella Bibbia c'è scritto che ... e Giavanni Paolo I forse fu ucciso e c'è chi dice che un motivo era che aveva chiamato Dio, madre! (cito a memoria)
Altra causa è che la mobilità sociale non è più, come prima, solo verso l'alto, bensì in molti casi avviene l'inverso (ci sono molte statistiche impressionanti in tal senso) e questo naturalmente genera paura e la ricerca di un capro espiatorio, Hitler la trovò negli ebrei, Stalin nei "controrivoluzionari-deviazionisti" e oggi c'è chi addita la responsabilità alla troppa libertà. Già mio suocero, comunista da sempre (credo) diceva spesso che in casa nostra si parlava troppo fra genitori e figli!
La società liberale, basata sulle conoscenze non guarda troppo per il sottile e non sempre privilegia i nativi e allora è facile contrattaccare con gli slogan come da noi "prima gli italiani!" per avere il consenso di quei soggetti che si sentono emarginati dai meccanismi della modernità, per i quali non sono o non si sentono adatti, mentre, magari, gli immigrati ...
Infine in una società di vecchi, c'è sempre la memoria di un tempo migliore (la solita favola dell'età dell'oro!), stante anche il fatto che in periodo di non sviluppo, lo Stato sociale non può rispondere a tutte le aspettative, che sono molte.
In molti (maschi, ignoranti, vecchi), per usare la definizione di D'Alema, si scoprono figli di un dio minore e questo svela loro l'inaudita perfidia del nume! L'uomo è sconvolto, non sa più in che cosa credere, il mondo della sua fede gli sta crollando addosso, è soffocato dai dubbi e tormentato da domanda alle quali fino a poco tempo fa credeva di saper rispondere. Il dolore passato, che credevamo scomparso, così non è, e il male futuro non lo risparmia e non riesce a scorgere nessuna zattera che possa trarlo fuori nel naufragio del mondo liberale! E la rassegnazione non piace!
Fanno festa i musulmani il venerdì
il sabato gli ebrei
la domenica i cristiani
i barbieri il lunedì
"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
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Re: Appunti di antropologia
Secondo alcuni ci sarebbe una lenta ma progressiva divergenza fra liberalismo e democrazia, dovuta in larga parte al populismo, che sottolinea solo i diritti della maggioranza! Il brutto è che per gente come i seguaci del Berluska, Salvini, grullini vari, il populismo sarebbe il frutto del risentimento contro le élites e quindi gli attribuiscono una valenza democratica! In questo popolo (ismo) di solito c'è una netta distinzione fra nativi e immigrati! (Per taluni è gente portata dalla piena e per altri sarebbe bene tornassero a casa loro). La speranza che l'aumento dell'istruzione ... sembra non stia funzionando in gran parte dei paesi occidentali, Italia compresa, perché la mancanza di prospettive di miglioramento travolge tutto il resto e quindi "morte all'untore" e ai suoi "protetti"! Ovvero, morte ai rappresentanti, perché i rappresentati si sentono traditi e diamo, come nel Sessantotto, il potere alle assemblee, che poi ultimamente sarebbero i "social".
Il partito dei grullini (mi dicono) aveva messo a punto un metodo di elezione, on line, con il quale si otteneva che fossero scelti solo quelli che volevano i capi. Il che forse ci porta a concludere che, senza sviluppo, la libertà è in pericolo e che la democrazia torna a essere anche da noi, come in Grecia antica, una parolaccia! Le folle si raccolgono nella pancia più buia di ogni -ismo, cercando consolazione alla vita di oggi. Una specie di santuario dei misteri che si vuol ingrandire per accogliere un numero sempre maggiore di adepti alla nuova religione, che, come le vecchie, è sempre il peggio del peggio! Qualcuno sostiene da tempo che le religioni sono tutte false e in più non giocano a perdere. Non esistono per fare spazio anche ad altre idee, se non come strumenti per la loro crescita; per esempio il cristianesimo ha adottato la bontà e il pacifismo, pur partendo da posizioni opposte! Cambiando tattica, quando hanno visto che la società li avrebbe accettati più facilmente in quest'ultimo aspetto. L'ultimo obbrobrio sentito è la pubblicità a favore dell'otto per mille alla chiesa cattolica! Provare per credere.
Un'altra invenzione, mi pare di Agostino, era stato il concetto di anima, che nella lingua da cui è tratta "ánemos", cioè "vento", o anche "respiro" altro non è che la forza del soffio emotivo, del motore mentale che solo la morte spegne (oddio, c'è anche la demenza senile e similia). Ma anemos, come psichè, thymos e nòus non aspirava ad alcuna unità, erano solo un modo della vita che, come gli altri. con essa si perdeva.
Il partito dei grullini (mi dicono) aveva messo a punto un metodo di elezione, on line, con il quale si otteneva che fossero scelti solo quelli che volevano i capi. Il che forse ci porta a concludere che, senza sviluppo, la libertà è in pericolo e che la democrazia torna a essere anche da noi, come in Grecia antica, una parolaccia! Le folle si raccolgono nella pancia più buia di ogni -ismo, cercando consolazione alla vita di oggi. Una specie di santuario dei misteri che si vuol ingrandire per accogliere un numero sempre maggiore di adepti alla nuova religione, che, come le vecchie, è sempre il peggio del peggio! Qualcuno sostiene da tempo che le religioni sono tutte false e in più non giocano a perdere. Non esistono per fare spazio anche ad altre idee, se non come strumenti per la loro crescita; per esempio il cristianesimo ha adottato la bontà e il pacifismo, pur partendo da posizioni opposte! Cambiando tattica, quando hanno visto che la società li avrebbe accettati più facilmente in quest'ultimo aspetto. L'ultimo obbrobrio sentito è la pubblicità a favore dell'otto per mille alla chiesa cattolica! Provare per credere.
Un'altra invenzione, mi pare di Agostino, era stato il concetto di anima, che nella lingua da cui è tratta "ánemos", cioè "vento", o anche "respiro" altro non è che la forza del soffio emotivo, del motore mentale che solo la morte spegne (oddio, c'è anche la demenza senile e similia). Ma anemos, come psichè, thymos e nòus non aspirava ad alcuna unità, erano solo un modo della vita che, come gli altri. con essa si perdeva.
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Re: Appunti di antropologia
Il declino dell'Occidente e dell'Italia in particolare è una storia ben nota, ma le tante voci che si sono levate per scoprirne il motivo, ha ingenerato più rispetto per chi scriveva, che risposte plausibili. Parce sepulto, e un velo pietoso cala sulla verità, ondeggiando lieve e delicato anche sulla più gagliarda imbecillità o sulla più bieca temerarietà!
Forse ci si vuole accontentare e la pigrizia mentale quasi sempre prevale e nello specifico possiamo dare la colpa all'inevitabile crisi del neo-liberismo e che l'amnesia che in molti aveva attraversato gli scritti di Marx, per fortuna non è durata e la senile cecità, si è dissolta, illuminata dal sol dell'avvenire.
Addio ordunque alla società opulenta, avvolta in un sudario di rimorsi e lacrime da vecchi!
Forse ci si vuole accontentare e la pigrizia mentale quasi sempre prevale e nello specifico possiamo dare la colpa all'inevitabile crisi del neo-liberismo e che l'amnesia che in molti aveva attraversato gli scritti di Marx, per fortuna non è durata e la senile cecità, si è dissolta, illuminata dal sol dell'avvenire.
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Re: Appunti di antropologia
Già, anzi direi che l'istruzione sia in diminuzione anzichè in aumento.lemond ha scritto: ↑domenica 29 ottobre 2023, 9:49 La speranza che l'aumento dell'istruzione ... sembra non stia funzionando in gran parte dei paesi occidentali, Italia compresa, perché la mancanza di prospettive di miglioramento travolge tutto il resto e quindi "morte all'untore" e ai suoi "protetti"!
Anche per difficoltà "oggettive".
Il lessico, nei bambini, si sta impoverendo.
Ad esempio, con i bambini di famiglie immigrate, anche se nati in Italia, va fatto un lavoro certosino di conoscenza delle parole, che le scuole, laddove lo capiscano, non riescono a svolgere con sufficiente completezza.
Ho fatto solo l'esempio del lessico e del significato delle parole, ma la cosa potrebbe essere allargata anche ad altro.
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: Appunti di antropologia
In effetti è probabile, però anche quella precedente se ha prodotto Salvini e Di Maio non doveva essere gran che!nino58 ha scritto: ↑lunedì 30 ottobre 2023, 10:23Già, anzi direi che l'istruzione sia in diminuzione anzichè in aumento.lemond ha scritto: ↑domenica 29 ottobre 2023, 9:49 La speranza che l'aumento dell'istruzione ... sembra non stia funzionando in gran parte dei paesi occidentali, Italia compresa, perché la mancanza di prospettive di miglioramento travolge tutto il resto e quindi "morte all'untore" e ai suoi "protetti"!
Anche per difficoltà "oggettive".
Il lessico, nei bambini, si sta impoverendo.
Ad esempio, con i bambini di famiglie immigrate, anche se nati in Italia, va fatto un lavoro certosino di conoscenza delle parole, che le scuole, laddove lo capiscano, non riescono a svolgere con sufficiente completezza.
Ho fatto solo l'esempio del lessico e del significato delle parole, ma la cosa potrebbe essere allargata anche ad altro.
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Re: Appunti di antropologia
Pure la sora Giorgia il sosia di Mr. Bean vengono da lì, Elly poco dopo.lemond ha scritto: ↑lunedì 30 ottobre 2023, 11:56In effetti è probabile, però anche quella precedente se ha prodotto Salvini e Di Maio non doveva essere gran che!nino58 ha scritto: ↑lunedì 30 ottobre 2023, 10:23Già, anzi direi che l'istruzione sia in diminuzione anzichè in aumento.lemond ha scritto: ↑domenica 29 ottobre 2023, 9:49 La speranza che l'aumento dell'istruzione ... sembra non stia funzionando in gran parte dei paesi occidentali, Italia compresa, perché la mancanza di prospettive di miglioramento travolge tutto il resto e quindi "morte all'untore" e ai suoi "protetti"!
Anche per difficoltà "oggettive".
Il lessico, nei bambini, si sta impoverendo.
Ad esempio, con i bambini di famiglie immigrate, anche se nati in Italia, va fatto un lavoro certosino di conoscenza delle parole, che le scuole, laddove lo capiscano, non riescono a svolgere con sufficiente completezza.
Ho fatto solo l'esempio del lessico e del significato delle parole, ma la cosa potrebbe essere allargata anche ad altro.
Ma non sappiamo cosa verrà fuori da chi è a scuola oggi.
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Re: Appunti di antropologia
Ma diversi mi dicono che la sora Giorgia, benché abbia idee alquanto malsane, un certa capacità logica sembra la possieda.nino58 ha scritto: ↑lunedì 30 ottobre 2023, 15:51Pure la sora Giorgia il sosia di Mr. Bean vengono da lì, Elly poco dopo.lemond ha scritto: ↑lunedì 30 ottobre 2023, 11:56In effetti è probabile, però anche quella precedente se ha prodotto Salvini e Di Maio non doveva essere gran che!nino58 ha scritto: ↑lunedì 30 ottobre 2023, 10:23
Già, anzi direi che l'istruzione sia in diminuzione anzichè in aumento.
Anche per difficoltà "oggettive".
Il lessico, nei bambini, si sta impoverendo.
Ad esempio, con i bambini di famiglie immigrate, anche se nati in Italia, va fatto un lavoro certosino di conoscenza delle parole, che le scuole, laddove lo capiscano, non riescono a svolgere con sufficiente completezza.
Ho fatto solo l'esempio del lessico e del significato delle parole, ma la cosa potrebbe essere allargata anche ad altro.
Ma non sappiamo cosa verrà fuori da chi è a scuola oggi.
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Re: Appunti di antropologia
In quasi tutti i paesi islamici si è scoperto come tenere a freno grandi masse, senza bisogno delle regole troppo lasche della democrazia liberale, dove ormai la religione non ha più presa. Rinvigorire quest'ultima è lo strumento più facile per colpire i sostenitori della modernità, che quando sono stati al potere non hanno saputo dare quello sviluppo che ci si sarebbe atteso.
Forse è vero che le scelte individuali della maggioranza di coloro che parlano l'arabo (e simila) era in sintonia con quelle occidentali, ma non si è tenuto conto dell'identità come popolo degli stessi e, con l'economia in stallo, in quasi tutti i paesi del Magreb e non solo, l'Islam ha prevalso. Il castigo che poteva incombere su tutti gli infedeli si è andato precisando e uno sguardo freddo e irremovibile dall'alto degli Ulema, eredi del Profeta, ne avrebbe quasi in eterno seguito le mosse!
Forse è vero che le scelte individuali della maggioranza di coloro che parlano l'arabo (e simila) era in sintonia con quelle occidentali, ma non si è tenuto conto dell'identità come popolo degli stessi e, con l'economia in stallo, in quasi tutti i paesi del Magreb e non solo, l'Islam ha prevalso. Il castigo che poteva incombere su tutti gli infedeli si è andato precisando e uno sguardo freddo e irremovibile dall'alto degli Ulema, eredi del Profeta, ne avrebbe quasi in eterno seguito le mosse!
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Re: Appunti di antropologia
Uno spettro si è aggirato in Europa dopo il boom economico durato all'incirca fino agli anni Ottanta: *il buonismo*! Simile ideologia non ha nemici, perché è a favore di pace, giustizia, libertà, diritti, eguaglianza, fratellanza e redenzione sociale.
Ma tradotto in pratica, che cosa genera in un mondo che ha risorse limitate e che deve muoversi secondo le leggi dell'economia e non del bello e del buono? Di solito atteggiamenti che è facile definire ipocriti, perché, a chi li guarda con occhi disincantati, quelle politiche dei ben intenzionati appaiono come quelle collanine d'oro che il Gambacciani dava per 500 lire a chi comprava un bottiglia della sua famosa "china"! E questa virtù ostentata e non vera, come quella ad es, dei papi e loro accoliti, forse ha generato i fenomeni opposti, che sono populisti, ma hanno il coraggio, per contrappasso, di dichiarare il loro sano egoismo, più connaturale all'homo sapiens, alla luce del detto che "l'ipocrisia è l'omaggio che il vizio rende alla virtù."
Ormai ci siamo e si è avvertita, dopo una affannosa varietà di interpretazioni, la monotonia di un'immagine che aveva la fermezza di un unico, ma solido pensiero e per di più semplice (il buonismo appunto), finalmente ripeto ci siamo e possiamo comprendere che quel semplice era in realtà semplicistico!
Ma tradotto in pratica, che cosa genera in un mondo che ha risorse limitate e che deve muoversi secondo le leggi dell'economia e non del bello e del buono? Di solito atteggiamenti che è facile definire ipocriti, perché, a chi li guarda con occhi disincantati, quelle politiche dei ben intenzionati appaiono come quelle collanine d'oro che il Gambacciani dava per 500 lire a chi comprava un bottiglia della sua famosa "china"! E questa virtù ostentata e non vera, come quella ad es, dei papi e loro accoliti, forse ha generato i fenomeni opposti, che sono populisti, ma hanno il coraggio, per contrappasso, di dichiarare il loro sano egoismo, più connaturale all'homo sapiens, alla luce del detto che "l'ipocrisia è l'omaggio che il vizio rende alla virtù."
Ormai ci siamo e si è avvertita, dopo una affannosa varietà di interpretazioni, la monotonia di un'immagine che aveva la fermezza di un unico, ma solido pensiero e per di più semplice (il buonismo appunto), finalmente ripeto ci siamo e possiamo comprendere che quel semplice era in realtà semplicistico!
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Re: Appunti di antropologia
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Re: Appunti di antropologia
Tutto vero.lemond ha scritto: ↑mercoledì 1 novembre 2023, 9:04 Uno spettro si è aggirato in Europa dopo il boom economico durato all'incirca fino agli anni Ottanta: *il buonismo*! Simile ideologia non ha nemici, perché è a favore di pace, giustizia, libertà, diritti, eguaglianza, fratellanza e redenzione sociale.
Ma tradotto in pratica, che cosa genera in un mondo che ha risorse limitate e che deve muoversi secondo le leggi dell'economia e non del bello e del buono? Di solito atteggiamenti che è facile definire ipocriti, perché, a chi li guarda con occhi disincantati, quelle politiche dei ben intenzionati appaiono come quelle collanine d'oro che il Gambacciani dava per 500 lire a chi comprava un bottiglia della sua famosa "china"! E questa virtù ostentata e non vera, come quella ad es, dei papi e loro accoliti, forse ha generato i fenomeni opposti, che sono populisti, ma hanno il coraggio, per contrappasso, di dichiarare il loro sano egoismo, più connaturale all'homo sapiens, alla luce del detto che "l'ipocrisia è l'omaggio che il vizio rende alla virtù."
Ormai ci siamo e si è avvertita, dopo una affannosa varietà di interpretazioni, la monotonia di un'immagine che aveva la fermezza di un unico, ma solido pensiero e per di più semplice (il buonismo appunto), finalmente ripeto ci siamo e possiamo comprendere che quel semplice era in realtà semplicistico!
Senonchè, più che il populismo, ha preso piede il cattivismo o, più precisamente, lo stronzismo che, insomma....
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Re: Appunti di antropologia
... è la stessa cosa.nino58 ha scritto: ↑mercoledì 1 novembre 2023, 11:12Tutto vero.lemond ha scritto: ↑mercoledì 1 novembre 2023, 9:04 Uno spettro si è aggirato in Europa dopo il boom economico durato all'incirca fino agli anni Ottanta: *il buonismo*! Simile ideologia non ha nemici, perché è a favore di pace, giustizia, libertà, diritti, eguaglianza, fratellanza e redenzione sociale.
Ma tradotto in pratica, che cosa genera in un mondo che ha risorse limitate e che deve muoversi secondo le leggi dell'economia e non del bello e del buono? Di solito atteggiamenti che è facile definire ipocriti, perché, a chi li guarda con occhi disincantati, quelle politiche dei ben intenzionati appaiono come quelle collanine d'oro che il Gambacciani dava per 500 lire a chi comprava un bottiglia della sua famosa "china"! E questa virtù ostentata e non vera, come quella ad es, dei papi e loro accoliti, forse ha generato i fenomeni opposti, che sono populisti, ma hanno il coraggio, per contrappasso, di dichiarare il loro sano egoismo, più connaturale all'homo sapiens, alla luce del detto che "l'ipocrisia è l'omaggio che il vizio rende alla virtù."
Ormai ci siamo e si è avvertita, dopo una affannosa varietà di interpretazioni, la monotonia di un'immagine che aveva la fermezza di un unico, ma solido pensiero e per di più semplice (il buonismo appunto), finalmente ripeto ci siamo e possiamo comprendere che quel semplice era in realtà semplicistico!
Senonchè, più che il populismo, ha preso piede il cattivismo o, più precisamente, lo stronzismo che, insomma....
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Re: Appunti di antropologia
Al di là dell'aspetto economico, ovvero anche in tempi di "vacche grasse" ci sono stati aspetti in cui la modernità si è dovuta scontrare con la tradizione: divorzio, aborto e droghe.
Sul primo credo che ormai nessuno consideri il matrimonio un sacramento, a parte qualche bigotto/a, e che preferisca stare insieme odiandosi, che separati, con la lontananza che rende, di solito, quasi indifferenti.
Sul secondo il discorso è più complesso, almeno in apparenza, cioè se si pensa all'aborto come un diritto. Credo che non si tratti di ciò, bensì come un male sì, ma minore di un altro e in questo altro ci possiamo mettere tutto ciò cui pensiamo. Un po' come l'eutanasia che, a priori non è una gran cosa, visto che si parla della morte, ma di fronte a una vita che non è degna di essere vissuta e che spesso quel soggetto non è più nemmeno umano, che cosa ci sembra migliore? Per me la risposta è univoca in entrambi i casi.
Per le droghe non capirò mai, perché le peggiori (vale a dire quelle che provocano più morti, come tabacco e alcol) sono lecite, mentre le altre no?
Chi è convinto del suo diritto in ogni caso alla vita e a come è stata sempre intesa, si sente incompreso tutte le volte che la sorte lo mette di fronte a un dubbio, che è tale almeno per gli altri. Costui si sente cancellato senza motivo e s'incupisce in una specie di disperato trauma emotivo che gli mette di fronte visioni allucinate di nemici che vogliono togliergli ogni diritto. Vive il tempo moderno come una sofferta agonia e in selvaggia solitudine, accompagnato solo dai bei tempi antichi dove la testa recisa era del male e le uniche droghe quelle per raggiungere l'estasi di fronte al dio, mentre ora il moderno non gli lascia più nessuna mistica spiegazione o tentazioni magiche.
Sul primo credo che ormai nessuno consideri il matrimonio un sacramento, a parte qualche bigotto/a, e che preferisca stare insieme odiandosi, che separati, con la lontananza che rende, di solito, quasi indifferenti.
Sul secondo il discorso è più complesso, almeno in apparenza, cioè se si pensa all'aborto come un diritto. Credo che non si tratti di ciò, bensì come un male sì, ma minore di un altro e in questo altro ci possiamo mettere tutto ciò cui pensiamo. Un po' come l'eutanasia che, a priori non è una gran cosa, visto che si parla della morte, ma di fronte a una vita che non è degna di essere vissuta e che spesso quel soggetto non è più nemmeno umano, che cosa ci sembra migliore? Per me la risposta è univoca in entrambi i casi.
Per le droghe non capirò mai, perché le peggiori (vale a dire quelle che provocano più morti, come tabacco e alcol) sono lecite, mentre le altre no?
Chi è convinto del suo diritto in ogni caso alla vita e a come è stata sempre intesa, si sente incompreso tutte le volte che la sorte lo mette di fronte a un dubbio, che è tale almeno per gli altri. Costui si sente cancellato senza motivo e s'incupisce in una specie di disperato trauma emotivo che gli mette di fronte visioni allucinate di nemici che vogliono togliergli ogni diritto. Vive il tempo moderno come una sofferta agonia e in selvaggia solitudine, accompagnato solo dai bei tempi antichi dove la testa recisa era del male e le uniche droghe quelle per raggiungere l'estasi di fronte al dio, mentre ora il moderno non gli lascia più nessuna mistica spiegazione o tentazioni magiche.
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Re: Appunti di antropologia
Ritornando al "buonismo" ovvero all'esaltazione dei deboli di chi debole non è, come si dice abbia fatto il rabbi Giosuè nel suo famoso discorso della Montagna. Lui il sapiente e similia che incensava gli ignoranti e similia!
A me sembra un discorso ipocrita ed egoistico, in quanto implica una superiorità morale di costoro (i buoni) rispetto a chi controbatte di non potersi permettere tali sentimenti e anzi si sente minacciato e risponde in malo modo, a ciò che per lui altro non è che moralismo.
L'errore di fondo forse è credere che esista un mondo dove possa regnare la giustizia, come ci ha spinto a fare il cristianesimo e il comunismo: dare a ciascuno secondo i suoi bisogni e prendendo da ciascuno secondo le capacità.
E mi rammenta la pazza ilarità dell'eroe di Tolstoj che, incarcerato e sul punto di essere messo al muro, alza gli occhi al cielo e se ne sente invaso.
A me sembra un discorso ipocrita ed egoistico, in quanto implica una superiorità morale di costoro (i buoni) rispetto a chi controbatte di non potersi permettere tali sentimenti e anzi si sente minacciato e risponde in malo modo, a ciò che per lui altro non è che moralismo.
L'errore di fondo forse è credere che esista un mondo dove possa regnare la giustizia, come ci ha spinto a fare il cristianesimo e il comunismo: dare a ciascuno secondo i suoi bisogni e prendendo da ciascuno secondo le capacità.
E mi rammenta la pazza ilarità dell'eroe di Tolstoj che, incarcerato e sul punto di essere messo al muro, alza gli occhi al cielo e se ne sente invaso.
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Re: Appunti di antropologia
Per me il futuro che vedo, ma che non vedrò per molto, è nero e mi affido allora all'ottimismo di chi dice che l'unica speranza di rallentare il declino è forse costruire una società aperta, che dia importanza primaria all'istruzione e alla ricerca, senza fideimi illusori o ricette dogmatiche di sfondo religioso. Quando dico istruzione si deve intendere non cercare di imparare frasi fatte, ma capire il più possibile, il che si coniuga, appunto, con la ricerca. Qualcuno (non rammento chi) ha detto che la cultura non dà da mangiare, ebbene forse dobbiamo dimostrargli il contrario.
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"Per principio rifiuto di sottopormi a questi controlli. Non sono ostile alla lotta al doping, che ritengo indispensabile tra i dilettanti, ma nel caso di professionisti è differente.
"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
Re: Appunti di antropologia
Un programmino niente male, direi.lemond ha scritto: ↑sabato 4 novembre 2023, 12:49 Per me il futuro che vedo, ma che non vedrò per molto, è nero e mi affido allora all'ottimismo di chi dice che l'unica speranza di rallentare il declino è forse costruire una società aperta, che dia importanza primaria all'istruzione e alla ricerca, senza fideismi illusori o ricette dogmatiche di sfondo religioso. Quando dico istruzione si deve intendere non cercare di imparare frasi fatte, ma capire il più possibile, il che si coniuga, appunto, con la ricerca. Qualcuno (non rammento chi) ha detto che la cultura non dà da mangiare, ebbene forse dobbiamo dimostrargli il contrario.
Che con le classi dirigenti e gli elettorati del pianeta ....
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
Re: Appunti di antropologia
Qualcuno ha chiesto la mia opinione su chi è “fascista”? Mi sono fatto aiutare dal signor G. e sarei arrivato a questa conclusione.
Naturalmente sono aperto alla discussione.
Qualcuno era “fascista” perché pensava come la maggioranza in cui era nato, o il che è lo stesso, il nonno, lo zio, il padre, la madre lo avevano catechizzato bene.
Qualcuno era “fascista” perché vedeva la Russia di Stalin e Putin come una promessa, ovvero il Sol dell’Avvenire (i sogni sono difficili da far sparire!)
Qualcuno era “fascista”, perché aveva bisogno di un Dio.
Qualcuno era “fascista” perché si sentiva solo e si sa che il totalitarismo fa apparire tutti meno responsabili e non c’è paura di sbagliare come individuo.
Qualcuno era “fascista” perché aveva avuto un’educazione cattolica.
Qualcuno era “fascista” perché si faceva molto influenzare dall’opinione dei capi.
Qualcuno era “fascista” perché “La Storia e Dio (Yahweh o Allah è lo stesso) sono dalla loro parte!”.
Qualcuno era “fascista” perché glielo avevano detto.
Qualcuno era “fascista” perché non gli avevano detto tutto.
Qualcuno era “fascista” perché era nato così.
Qualcuno era “fascista” perché era ricco di nascita e quindi credeva nei valori della famiglia.
Qualcuno era “fascista” perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari.
Qualcuno era “fascista” perché non ne poteva più di sentir dire com’è bello essere operaio.
Qualcuno era “fascista” perché vedeva solo l’aumento di stipendio e le ferie.
Qualcuno era “fascista” perché aveva pensato, senza mai pentirsi, “Viva Stalin, viva Mao, viva Adolf” in altre parole i tiranni peggiori della storia dell’umanità, o per lo meno i più famosi.
Qualcuno era “fascista” perché guardava sempre la TV.
Qualcuno era “fascista” per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione.
Qualcuno era “fascista” perché era nazional/qualunquista ed era anche confortato dalla teoria del socialismo/nazionale in un solo paese: la Russia.
Qualcuno era “fascista” perché non ne poteva più di quarant’anni di governi democristiani (e poi si è accorto che dopo era peggio).
Qualcuno era “fascista” perché era sempre contro; antiglobal, antitav, antiamericano, anti…
Qualcuno era “fascista” perché non sopportava più quella cosa che in molti si ostiniamo (secondo lui) a chiamare democrazia.
Naturalmente sono aperto alla discussione.
Qualcuno era “fascista” perché pensava come la maggioranza in cui era nato, o il che è lo stesso, il nonno, lo zio, il padre, la madre lo avevano catechizzato bene.
Qualcuno era “fascista” perché vedeva la Russia di Stalin e Putin come una promessa, ovvero il Sol dell’Avvenire (i sogni sono difficili da far sparire!)
Qualcuno era “fascista”, perché aveva bisogno di un Dio.
Qualcuno era “fascista” perché si sentiva solo e si sa che il totalitarismo fa apparire tutti meno responsabili e non c’è paura di sbagliare come individuo.
Qualcuno era “fascista” perché aveva avuto un’educazione cattolica.
Qualcuno era “fascista” perché si faceva molto influenzare dall’opinione dei capi.
Qualcuno era “fascista” perché “La Storia e Dio (Yahweh o Allah è lo stesso) sono dalla loro parte!”.
Qualcuno era “fascista” perché glielo avevano detto.
Qualcuno era “fascista” perché non gli avevano detto tutto.
Qualcuno era “fascista” perché era nato così.
Qualcuno era “fascista” perché era ricco di nascita e quindi credeva nei valori della famiglia.
Qualcuno era “fascista” perché beveva il vino e si commuoveva alle feste popolari.
Qualcuno era “fascista” perché non ne poteva più di sentir dire com’è bello essere operaio.
Qualcuno era “fascista” perché vedeva solo l’aumento di stipendio e le ferie.
Qualcuno era “fascista” perché aveva pensato, senza mai pentirsi, “Viva Stalin, viva Mao, viva Adolf” in altre parole i tiranni peggiori della storia dell’umanità, o per lo meno i più famosi.
Qualcuno era “fascista” perché guardava sempre la TV.
Qualcuno era “fascista” per moda, qualcuno per principio, qualcuno per frustrazione.
Qualcuno era “fascista” perché era nazional/qualunquista ed era anche confortato dalla teoria del socialismo/nazionale in un solo paese: la Russia.
Qualcuno era “fascista” perché non ne poteva più di quarant’anni di governi democristiani (e poi si è accorto che dopo era peggio).
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Re: Appunti di antropologia
Se per un attimo ammettessimo che le razze esistono... giusto così.. a livello inter noz de sperimento.. per semplificazione dialettica..
IL PIU' PULITO HA LA ROGNA.
Re: Appunti di antropologia
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Uguaglianza, Fratellanza e Tolleranza
.·. Sic Semper Tyrannis .·.
Dove ... Non siamo tutti uguali, non tutti abbiamo gli stessi diritti, alcuni hanno diritti e altri no.
Dove questo verbo attecchisce alla fine c'è il lager. (P. Levi)
μολὼν λαβέ Spartans Are Here
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- chinaski89
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Re: Appunti di antropologia
Eh che proprio non esistono ste razze umane. Esistevano ma probabilmente i nostri avi hanno sterminato tutti i nostri cugini ad un certo punto.
C'è molta più variabilità genetica tra centrafricani random piuttosto che tra te e un eschimese o me e un pakistano. Non è un'opinione questa, e dimostra appunto questa cosa anche molto banale.
Poi per carità c'è gente che crede che la terra sia piatta o che abbia 5000 anni e che tutti noi discendiamo da due tizi che hanno mangiato una mela facendo incazzare un vecchio squilibrato con la barba bianca, per cui..
O figliuolo il meglio d'altri tempi/non era che la nostra giovinezza
Re: Appunti di antropologia
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Re: Appunti di antropologia
Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" I
L'idea di sacro
Più o meno da quando ha avuto coscienza l'umanità si è chiesta da dove veniamo e perché siamo qui e i più fantasiosi hanno elaborato teorie sempre più estese, secondo le quali Enti superiori onnipotente e omniscienti (più o meno antropomorfi) sarebbero i creatori di tutto ciò che conosciamo e anche di qualsiasi cosa ci aspetti, una volta giunti alla fine della vita. E ancor oggi in molti non riescono a "mandar giù" che i nostri antenati siano scimmie e preferiscono cullare la speranza che sul genere umana aleggi la benedizione di un non meglio precisato Ente superiore. a cui tutto fa riferimento. Un Ente che può anche permettersi il lusso di essere invisibile e incorporeo, dal momento che l'uomo ha coniato la parola *sacro* .
Mircea Eliade ce ne dà la definizione, come "... un elemento strutturale della coscienza, che è indissolubilmente legato allo sforzo compiuto per costruire un mondo che abbia un significato."
Secondo Roger Caillois il sacro appare come una categoria della sensibilità sulla quale si fonda l'atteggiamento religioso, quello che gli conferisce il carattere specifico e che difende il fedele contro lo spirito critico, lo sottrae alla discussione e lo colloca al di fuori e al di là della ragione e i riti sono i mezzi che lo confermano sul piano pratico. (continua)
L'idea di sacro
Più o meno da quando ha avuto coscienza l'umanità si è chiesta da dove veniamo e perché siamo qui e i più fantasiosi hanno elaborato teorie sempre più estese, secondo le quali Enti superiori onnipotente e omniscienti (più o meno antropomorfi) sarebbero i creatori di tutto ciò che conosciamo e anche di qualsiasi cosa ci aspetti, una volta giunti alla fine della vita. E ancor oggi in molti non riescono a "mandar giù" che i nostri antenati siano scimmie e preferiscono cullare la speranza che sul genere umana aleggi la benedizione di un non meglio precisato Ente superiore. a cui tutto fa riferimento. Un Ente che può anche permettersi il lusso di essere invisibile e incorporeo, dal momento che l'uomo ha coniato la parola *sacro* .
Mircea Eliade ce ne dà la definizione, come "... un elemento strutturale della coscienza, che è indissolubilmente legato allo sforzo compiuto per costruire un mondo che abbia un significato."
Secondo Roger Caillois il sacro appare come una categoria della sensibilità sulla quale si fonda l'atteggiamento religioso, quello che gli conferisce il carattere specifico e che difende il fedele contro lo spirito critico, lo sottrae alla discussione e lo colloca al di fuori e al di là della ragione e i riti sono i mezzi che lo confermano sul piano pratico. (continua)
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Re: Appunti di antropologia
da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" II
Lo storico delle religioni, Natham Soderblom, nota che *sacro* è la parola fondamentale in campo religioso, più ancora della nozione di Dio: una religione può esistere senza una concezione precisa della divinità, ma non senza una distinzione netta fra sacro e profano, ovvero fra indiscutibile e argomentabile.
E di nuovo Mircea Eliade argomenta che: "L'uomo prende coscienza del sacro, perché esso si manifesta e si mostra come qualcosa affatto diversa dal profano. Un esempio di manifestazione del sacro si può avere in qualsiasi cosa della natura, fino ad arrivare alla ierofania suprema, che è l'incarnazione di Gesù Cristo. In ogni caso siamo in presenza di una realtà che non appartiene al nostro mondo profano! L'uomo occidentale moderno prova disagio di fronte a talune forme di manifestazione del sacro, gli è difficile accettare il fatto che possa manifestarsi in una pietra o in un albero, ma non si tratta di venerare la pietra o l'albero in se stessi, ma solo perché sono ierofanie, ovvero mostrano qualcosa che non è più né pietra, né albero, ma il sacro, il "ganz Andere" (il totalmente altro). (continua)
Lo storico delle religioni, Natham Soderblom, nota che *sacro* è la parola fondamentale in campo religioso, più ancora della nozione di Dio: una religione può esistere senza una concezione precisa della divinità, ma non senza una distinzione netta fra sacro e profano, ovvero fra indiscutibile e argomentabile.
E di nuovo Mircea Eliade argomenta che: "L'uomo prende coscienza del sacro, perché esso si manifesta e si mostra come qualcosa affatto diversa dal profano. Un esempio di manifestazione del sacro si può avere in qualsiasi cosa della natura, fino ad arrivare alla ierofania suprema, che è l'incarnazione di Gesù Cristo. In ogni caso siamo in presenza di una realtà che non appartiene al nostro mondo profano! L'uomo occidentale moderno prova disagio di fronte a talune forme di manifestazione del sacro, gli è difficile accettare il fatto che possa manifestarsi in una pietra o in un albero, ma non si tratta di venerare la pietra o l'albero in se stessi, ma solo perché sono ierofanie, ovvero mostrano qualcosa che non è più né pietra, né albero, ma il sacro, il "ganz Andere" (il totalmente altro). (continua)
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Re: Appunti di antropologia
da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" III
Credo che tutto quello che sappiamo del sacro, nelle varie forme nel tempo e nello spazio, può essere considerato uno spaccato della nostra psiche più profonda, quella che alcuni amano chiamare inconscio, credendo così di spiegare qualcosa.
Il sentimento del sacro è un insieme di stati d'animo, di vissuti e di ferree convinzioni, oltre che di spinte primitive. Appartiene perciò alla regione più profonda della nostra irrazionalità, quasi una necessità fisica di una serie di punti fermi da cui partire, anche a prescindere dalla religione vera e propria.
In questo mio libretto, cercherò una maniera verbalizzabile e quindi più razionale per parlarne, perché si sa che il linguaggio lotta con l'inesprimibile, fino ad arrivare ad esprimerlo.
Credo che tutto quello che sappiamo del sacro, nelle varie forme nel tempo e nello spazio, può essere considerato uno spaccato della nostra psiche più profonda, quella che alcuni amano chiamare inconscio, credendo così di spiegare qualcosa.
Il sentimento del sacro è un insieme di stati d'animo, di vissuti e di ferree convinzioni, oltre che di spinte primitive. Appartiene perciò alla regione più profonda della nostra irrazionalità, quasi una necessità fisica di una serie di punti fermi da cui partire, anche a prescindere dalla religione vera e propria.
In questo mio libretto, cercherò una maniera verbalizzabile e quindi più razionale per parlarne, perché si sa che il linguaggio lotta con l'inesprimibile, fino ad arrivare ad esprimerlo.
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Re: Appunti di antropologia
da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" IV
Se esistono o sono esistiti popoli "primitivi" è loro il mondo proprio del sacro, come illustrano i racconti di un gran numero di autori di ogni tempo. Ma non ne parlerei qui, se non si applicasse in parte anche al giorno d'oggi.
Si dice che la società tende sempre di più a "secolizzarsi", ma dal punto di vista del sacro, ciò non è, anche se non tutti ci fanno caso.
IL termine è usato spesso per sancire l'intoccabilità di cose e di concetti che non hanno nulla a che fare con la religione, bensì hanno solo una valenza politica. Il colmo credo sia rappresentato dalle dichiarazione di certi rappresentanti del clero, secondo i quali certe posizioni sono "non negoziabili". Che significa tale locuzione? In teoria vorrebbe dire, niente accordi a priori, si passi alle vie di fatto, altro che pacifica discussione!
Se esistono o sono esistiti popoli "primitivi" è loro il mondo proprio del sacro, come illustrano i racconti di un gran numero di autori di ogni tempo. Ma non ne parlerei qui, se non si applicasse in parte anche al giorno d'oggi.
Si dice che la società tende sempre di più a "secolizzarsi", ma dal punto di vista del sacro, ciò non è, anche se non tutti ci fanno caso.
IL termine è usato spesso per sancire l'intoccabilità di cose e di concetti che non hanno nulla a che fare con la religione, bensì hanno solo una valenza politica. Il colmo credo sia rappresentato dalle dichiarazione di certi rappresentanti del clero, secondo i quali certe posizioni sono "non negoziabili". Che significa tale locuzione? In teoria vorrebbe dire, niente accordi a priori, si passi alle vie di fatto, altro che pacifica discussione!
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Re: Appunti di antropologia
da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" V
Mi sono talvolta chiesto del perché esiste in noi prepotente, un sentimento del sacro? E dipoi, non potrebbe essere che molte gravi incomprensioni di oggi dipendano dalla sopravvivenza di questo arcano e implicito preambolo?
A questo scopo ho deciso di strutturare lo scritto in modo da rendere evidente l'ambivalenza di un concetto così radicato nella nostra cultura, suddividendo il testo in quattro capitoli: nei primi tre analizzeremo la positività del sacro, mentre nel quarto ci concentreremo sulla sua cruciale e inaggirabile negatività.
Dice L. Wittgenstein "Tutto ciò che la filosofia può fare è distruggere idoli e non crearne di nuovi." Se è, così, allora questa è un'opera filosofica.
Mi sono talvolta chiesto del perché esiste in noi prepotente, un sentimento del sacro? E dipoi, non potrebbe essere che molte gravi incomprensioni di oggi dipendano dalla sopravvivenza di questo arcano e implicito preambolo?
A questo scopo ho deciso di strutturare lo scritto in modo da rendere evidente l'ambivalenza di un concetto così radicato nella nostra cultura, suddividendo il testo in quattro capitoli: nei primi tre analizzeremo la positività del sacro, mentre nel quarto ci concentreremo sulla sua cruciale e inaggirabile negatività.
Dice L. Wittgenstein "Tutto ciò che la filosofia può fare è distruggere idoli e non crearne di nuovi." Se è, così, allora questa è un'opera filosofica.
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Re: Appunti di antropologia
da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" VI
L'appartenenza e il Radicamento
Georges Bataille scrive: "Il mondo animale è quello dell'immanenza, esso è nel mondo, come l'acqua nell'acqua."
È chiaro dal contesto che noi uomini non siamo semplici animali, nel bene e nel male. Nel bene è anche troppo evidente e celebrato; nel male, la perdita degli istinti, vale a dire una direttiva indiscutibile e continua, una stretta aderenza a una matrice universale fondante.
Diciamo, una volta per tutte, che noi non possiamo sapere che cosa passa realmente nella testa di un animale, anche se quelli più vicini, ci dànno l'impressione di poterlo fare. Noi abbiamo sentimenti, emozioni e pensieri, gli animali provano senz'altro emozioni, ma più in là non possiamo andare.
Ciò detto è ragionevole pensare che gli animali si sentano parte di un tutto o che non ci pensino affatto, noi invece ci sentiamo separati e diversi, specie in tempi remoti, quando nulla si sapeva del mondo, né della diffusione della vita.
L'appartenenza e il Radicamento
Georges Bataille scrive: "Il mondo animale è quello dell'immanenza, esso è nel mondo, come l'acqua nell'acqua."
È chiaro dal contesto che noi uomini non siamo semplici animali, nel bene e nel male. Nel bene è anche troppo evidente e celebrato; nel male, la perdita degli istinti, vale a dire una direttiva indiscutibile e continua, una stretta aderenza a una matrice universale fondante.
Diciamo, una volta per tutte, che noi non possiamo sapere che cosa passa realmente nella testa di un animale, anche se quelli più vicini, ci dànno l'impressione di poterlo fare. Noi abbiamo sentimenti, emozioni e pensieri, gli animali provano senz'altro emozioni, ma più in là non possiamo andare.
Ciò detto è ragionevole pensare che gli animali si sentano parte di un tutto o che non ci pensino affatto, noi invece ci sentiamo separati e diversi, specie in tempi remoti, quando nulla si sapeva del mondo, né della diffusione della vita.
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Re: Appunti di antropologia
da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" VII
All'inizio almeno non sapevamo nulla di ciò che ci circonda, ma immaginavamo che ci fosse, perché non ci siamo fatti da soli e abbiamo l'oscura sensazione che non ci saremo per sempre. Proveniamo dalle nebbie mentali dell'infanzia, sensazione che, per inciso, è all'origine di tutti i miti che invocano una primitiva Età dell'Oro, in un Eden originario in cui tutto era gradevole, ragionevole e perfetto. Poi ci sono gli adulti che ci impongono divieti e comandamenti e ciò ci fa sentire "a casa nostra", cioè appartenenti a un certo gruppo. L'appartenenza è una sensazione difficile da comunicare, ma molto potente nell'uomo, soprattutto nell'infanzia e nella giovinezza, ma non solo, perché in molti se la portano dentro per tutta la vita.
Da questo punto di vista, anche a costo di qualche sofferenza, il sacro è insostituibile: non sei solo, qualcosa o qualcuno ti pensa e ti controlla.
All'inizio almeno non sapevamo nulla di ciò che ci circonda, ma immaginavamo che ci fosse, perché non ci siamo fatti da soli e abbiamo l'oscura sensazione che non ci saremo per sempre. Proveniamo dalle nebbie mentali dell'infanzia, sensazione che, per inciso, è all'origine di tutti i miti che invocano una primitiva Età dell'Oro, in un Eden originario in cui tutto era gradevole, ragionevole e perfetto. Poi ci sono gli adulti che ci impongono divieti e comandamenti e ciò ci fa sentire "a casa nostra", cioè appartenenti a un certo gruppo. L'appartenenza è una sensazione difficile da comunicare, ma molto potente nell'uomo, soprattutto nell'infanzia e nella giovinezza, ma non solo, perché in molti se la portano dentro per tutta la vita.
Da questo punto di vista, anche a costo di qualche sofferenza, il sacro è insostituibile: non sei solo, qualcosa o qualcuno ti pensa e ti controlla.
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Re: Appunti di antropologia
Negli appunti di ieri intorno al sacro, ho accostato Boncinelli, che critica l'appartenenza e Gaber che, invece, l'esalta. Rammento che sull'argomento ne parlai con l'autore milanese (quello fiorentino non l'ò mai conosciuto), a proposito del commento che ne aveva fatto Don Giussani, apparso in un allegato al disco "La mia generazione ha perso". Ne riporto uno stralcio, trovato su internet "Duemila anni fa è risuonato l’annuncio che Dio è diventato uno di noi – l’ebreo Gesù di Nazareth – per farci vivere bene. E' l’amicizia con Lui a rendere l’uomo capace di realizzarsi nel profondo di una comunione, ciò che compie il desiderio che la genialità poetica di Gaber ha fissato in poche, umanissime parole: ‘Sarei certo di cambiare la mia vita, se potessi cominciare a dire noi".
Giorgio mi disse, se lui la interpreta così, lasciamoglielo fare.
In effetti il termine *appartenenza* in italiano può avere almeno due significati contrapposti: quello di Gaber che vede l'altro dentro di sé versus l'ordine del sacro che lo vuole distinto, tant'è che il battesimo e la circoncisione altro non sono che il simbolo del patto, che conferma "Io sono il signore dio tuo, non avrai altro .."
Purtroppo la prima non può rimanere che una generosa utopia, mentre l'altra accezione si afferma in tutto il mondo e qui da noi risuona come "... prima gli italiani!"
Giorgio mi disse, se lui la interpreta così, lasciamoglielo fare.
In effetti il termine *appartenenza* in italiano può avere almeno due significati contrapposti: quello di Gaber che vede l'altro dentro di sé versus l'ordine del sacro che lo vuole distinto, tant'è che il battesimo e la circoncisione altro non sono che il simbolo del patto, che conferma "Io sono il signore dio tuo, non avrai altro .."
Purtroppo la prima non può rimanere che una generosa utopia, mentre l'altra accezione si afferma in tutto il mondo e qui da noi risuona come "... prima gli italiani!"
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Re: Appunti di antropologia
da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" VIII
La consapevolezza dell'appartenenza nasce nel rapporto originario con la famiglia; essa ci s'impone pure attraverso divieti e obblighi, che, come abbiamo visto, sono anche l'essenza del sacro.
Una volta adulti, dentro di noi vorremmo l'appartenenza al mondo, ma al contempo essere richiamati indietro per far scorta di quella autenticità originaria che rappresenta (come detto) la famiglia, ma che in fondo non sappiamo mai se abbiamo conosciuto. Un po' come gli animali che, una volta usciti, non possono più rientrare, ma a loro sembra non manchi la connessione con il tutto che a noi invece pare preclusa! Noi siamo individui, tanti, troppi e separati e, a parziale compensazione di questa estraneazione, ci siamo creati i gruppi, le tribù e più avanti le nazioni! E questo ci fa sentire *appartenenti*, ma si tratta solo di un legame surrettizio, di sicuro non originario, né fondante!
La consapevolezza dell'appartenenza nasce nel rapporto originario con la famiglia; essa ci s'impone pure attraverso divieti e obblighi, che, come abbiamo visto, sono anche l'essenza del sacro.
Una volta adulti, dentro di noi vorremmo l'appartenenza al mondo, ma al contempo essere richiamati indietro per far scorta di quella autenticità originaria che rappresenta (come detto) la famiglia, ma che in fondo non sappiamo mai se abbiamo conosciuto. Un po' come gli animali che, una volta usciti, non possono più rientrare, ma a loro sembra non manchi la connessione con il tutto che a noi invece pare preclusa! Noi siamo individui, tanti, troppi e separati e, a parziale compensazione di questa estraneazione, ci siamo creati i gruppi, le tribù e più avanti le nazioni! E questo ci fa sentire *appartenenti*, ma si tratta solo di un legame surrettizio, di sicuro non originario, né fondante!
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"io non mi sento italiano, ma per la lingua ... lo sono."
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Re: Appunti di antropologia
da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" IX
I divieti e gli imperativi derivanti dal sacro costituiscono per ciascuno di noi un legame ed è proprio dalla radice del verbo legare che si produce la parola latina *religio*; essa è stata il principale strumento con il quale il sacro ci ha tenuti stretti. Possiamo dire che la religione attualizza e articola l'essenza stessa del sacro.
Ma ci deve essere anche un non detto, accanto alle ferree e austere prescrizioni, come minimo il perché ci sono le prescrizioni stesse. È il non detto delle minacce e punizioni, tanto più terribili quanto meno specificate, al punto che si preferisce che siano eseguite dalla società civile. Entra così in scena il Potere, l'entità astratta che ci può minacciare o salvare, anche se non si sa bene da che cosa!
I divieti e gli imperativi derivanti dal sacro costituiscono per ciascuno di noi un legame ed è proprio dalla radice del verbo legare che si produce la parola latina *religio*; essa è stata il principale strumento con il quale il sacro ci ha tenuti stretti. Possiamo dire che la religione attualizza e articola l'essenza stessa del sacro.
Ma ci deve essere anche un non detto, accanto alle ferree e austere prescrizioni, come minimo il perché ci sono le prescrizioni stesse. È il non detto delle minacce e punizioni, tanto più terribili quanto meno specificate, al punto che si preferisce che siano eseguite dalla società civile. Entra così in scena il Potere, l'entità astratta che ci può minacciare o salvare, anche se non si sa bene da che cosa!
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Re: Appunti di antropologia
da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" X
È chiaro perché il non detto fa paura: evoca un allarme indistinto, che affonda le radici nella *inspiegabilità* dell'esserci ed è proprio *questa* che si aspira a combattere con il sentimento di appartenenza: appartenere come fondamento e giustificazione dell'esserci. In questo modo pensiamo di poter ingannare il grande nulla.
Sentiamo sempre più spesso parlare di radici, che sono considerate alla stregua di cose sacre e, anche se si tratta di un concetto recente e di natura sociale, appare come una chiara derivazione del senso di appartenenza, alla quale la maggior parte dei gregari aspira da sempre ed è forse l'unico modo conosciuto dagli stessi per combattere il "timor panico" di cui sopra, perché il sacro e le radici, con i loro divieti e paletti costituiscono e delimitano un'area sicura e familiare.
È chiaro perché il non detto fa paura: evoca un allarme indistinto, che affonda le radici nella *inspiegabilità* dell'esserci ed è proprio *questa* che si aspira a combattere con il sentimento di appartenenza: appartenere come fondamento e giustificazione dell'esserci. In questo modo pensiamo di poter ingannare il grande nulla.
Sentiamo sempre più spesso parlare di radici, che sono considerate alla stregua di cose sacre e, anche se si tratta di un concetto recente e di natura sociale, appare come una chiara derivazione del senso di appartenenza, alla quale la maggior parte dei gregari aspira da sempre ed è forse l'unico modo conosciuto dagli stessi per combattere il "timor panico" di cui sopra, perché il sacro e le radici, con i loro divieti e paletti costituiscono e delimitano un'area sicura e familiare.
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Re: Appunti di antropologia
Ancora sul concetto di appartenenza, un contributo di Adriano Prosperi, che termina col dire, che appartenenza e identità sono quanto mai *nefasti*!
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Re: Appunti di antropologia
da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XI
Forse è arrivato il momento di chiedersi che cosa noi umani siamo/aspiriamo? La prima cosa che viene in mente è quella di essere un "oggetto di natura". Per molti animali semplici la natura coincide con la realtà, ma noi dobbiamo definire meglio tale parola.
Alla luce delle conoscenze attuali, di questo termine possiamo considerare almeno tre significati diversi:
a) Insieme delle cose che ci circondano prevalentemente, ma non del tutto, di origine organica. Sappiamo anche che molte di quelle cose che definiamo natura, come il grano, le ciliege, i piselli, l'uva, le pecore, le mucche etc, senza l'uomo non esisterebbero.
b) C'è la Natura con la n maiuscola, ovvero la c.d. reggitrice e ordinatrice dell'immensa varietà dei processi biologici (quella, per es, cantata da Leopardi). Questo secondo concetto non è semplice come il primo e quindi dobbiamo approfondire (continua)
Forse è arrivato il momento di chiedersi che cosa noi umani siamo/aspiriamo? La prima cosa che viene in mente è quella di essere un "oggetto di natura". Per molti animali semplici la natura coincide con la realtà, ma noi dobbiamo definire meglio tale parola.
Alla luce delle conoscenze attuali, di questo termine possiamo considerare almeno tre significati diversi:
a) Insieme delle cose che ci circondano prevalentemente, ma non del tutto, di origine organica. Sappiamo anche che molte di quelle cose che definiamo natura, come il grano, le ciliege, i piselli, l'uva, le pecore, le mucche etc, senza l'uomo non esisterebbero.
b) C'è la Natura con la n maiuscola, ovvero la c.d. reggitrice e ordinatrice dell'immensa varietà dei processi biologici (quella, per es, cantata da Leopardi). Questo secondo concetto non è semplice come il primo e quindi dobbiamo approfondire (continua)
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Re: Appunti di antropologia
da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XII
Esso ha tutte le caratteristiche di una vera e propria personalizzazione, sembra che ci sia una qualche volontà che spinge gli organismi viventi verso un grado di complessità sempre maggiore, ma così non è, quello che può apparire a noi come un'impresa organizzata è solo l'effetto del concorso di un numero enorme di fenomeni naturali e non certo la loro causa. Purtroppo poche persone si riconoscono in una visione così fredda della realtà. Fredda, perché in tutta l'immane vicenda non ci sono né buoni, né cattivi; non c'è niente e nessuno da amare e ringraziare e niente da odiare e deprecare, come a quasi tutti invece piacerebbe tanto!
O, per lo meno, non c'era niente, finché a qualcuno non è venuto in mente di assegnare all'uomo moderno il ruolo del "cattivo" della storia e da qui tutta una serie di invenzioni come il libero arbitrio, l'anima immortale, la coscienza, la volontà, l'Io e l'idea di Dio sono stati fatti derivare da un semplice processo di selezione naturale.
Esso ha tutte le caratteristiche di una vera e propria personalizzazione, sembra che ci sia una qualche volontà che spinge gli organismi viventi verso un grado di complessità sempre maggiore, ma così non è, quello che può apparire a noi come un'impresa organizzata è solo l'effetto del concorso di un numero enorme di fenomeni naturali e non certo la loro causa. Purtroppo poche persone si riconoscono in una visione così fredda della realtà. Fredda, perché in tutta l'immane vicenda non ci sono né buoni, né cattivi; non c'è niente e nessuno da amare e ringraziare e niente da odiare e deprecare, come a quasi tutti invece piacerebbe tanto!
O, per lo meno, non c'era niente, finché a qualcuno non è venuto in mente di assegnare all'uomo moderno il ruolo del "cattivo" della storia e da qui tutta una serie di invenzioni come il libero arbitrio, l'anima immortale, la coscienza, la volontà, l'Io e l'idea di Dio sono stati fatti derivare da un semplice processo di selezione naturale.
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Re: Appunti di antropologia
Eppur si muovelemond ha scritto: ↑venerdì 1 dicembre 2023, 10:33 da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XII
Esso ha tutte le caratteristiche di una vera e propria personalizzazione, sembra che ci sia una qualche volontà che spinge gli organismi viventi verso un grado di complessità sempre maggiore, ma così non è, quello che può apparire a noi come un'impresa organizzata è solo l'effetto del concorso di un numero enorme di fenomeni naturali e non certo la loro causa. Purtroppo poche persone si riconoscono in una visione così fredda della realtà. Fredda, perché in tutta l'immane vicenda non ci sono né buoni, né cattivi; non c'è niente e nessuno da amare e ringraziare e niente da odiare e deprecare, come a quasi tutti invece piacerebbe tanto!
O, per lo meno, non c'era niente, finché a qualcuno non è venuto in mente di assegnare all'uomo moderno il ruolo del "cattivo" della storia e da qui tutta una serie di invenzioni come il libero arbitrio, l'anima immortale, la coscienza, la volontà, l'Io e l'idea di Dio sono stati fatti derivare da un semplice processo di selezione naturale.
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: Appunti di antropologia
Certo, la prima cosa sicura in fisica è che tutto si trasforma, si muove, cambia, ma non occorre, per questo mettere la maiuscola alla fisica, alla natura o a quant'altro. Basta e avanza così com'è, avrebbe detto anche Guglielmo di Occam.
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Re: Appunti di antropologia
Direi da un complicatissimo ( e a noi in gran parte ignoto, benchè la nostra ricerca non sia ferma ) processo evolutivo regolato dalla selezione naturale.lemond ha scritto: ↑venerdì 1 dicembre 2023, 10:33 da Edoardo Boncinelli "Contro il sacro" XII
O, per lo meno, non c'era niente, finché a qualcuno non è venuto in mente di assegnare all'uomo moderno il ruolo del "cattivo" della storia e da qui tutta una serie di invenzioni come il libero arbitrio, l'anima immortale, la coscienza, la volontà, l'Io e l'idea di Dio sono stati fatti derivare da un semplice processo di selezione naturale.
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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