sono assolutamente d'accordo con tutto quello che scrivi, anche io ho avuto sensazione di disorientamento, ascoltando qua e là.Short Arm ha scritto: ↑mercoledì 6 marzo 2024, 12:58 A proposito dello strumento introdotto per conferire una parvenza di infallibilità alle ex giacchette nere e di assoluta regolarità al calcio, mi è capitato di guardare su Youtube spezzoni di Open Var, la trasmissione di Dazn che fa rivedere gli episodi più discussi con l'audio di arbitro e varisti. Non sono un appassionato, volevo provare a capire come si possa arrivare a certi errori.
Dal tono di voce, talvolta si nota uno spaesamento nei varisti (non siamo al "che facciamo?", ma quasi), talaltra un atteggiamento di chi è consapevole che quello è fallo/è mano/è una gomitata ma non sa come dirlo all'arbitro di campo.
Ad esempio: nella revisione del gol di "ascella" (giuro!) di Pulisic contro il Genoa (Genoa-Milan 0-1), un varista esclama: "Che, c'è un fallo di mano qui?" Poi non se ne parla più, ma mi è parso evidente che, nella difficoltà della decisione, il varista abbia notato come la palla prenda una rotazione anomala.
Un altro episodio: la spinta di Bisseck (Genoa-Inter 1-1) sul gol di Arnautovic viene rapidamente derubricata con un "qui non c'è nulla, via!", perché i varisti vogliono concentrarsi su un eventuale fuorigioco del marcatore. E invece qualcosa c'è. Quasi uguale la gomitata Bastoni-Duda.
La tecnologia è utilissima per i gol dubbi, per il fuorigioco (a patto che si peschi il momento in cui davvero parte la palla).
Per il resto è sempre una terna che vede e deve interpretare. Che a volte non sa se c'è un fallo, una mano, eccetera. Che, partendo da questi dubbi, deve selezionare delle precise inquadrature da far vedere all'arbitro di campo, quasi a suffragare le loro decisioni.
Il tutto sulla base di regolamenti e procedure demenziali, per far loro un complimento, e nella totale difformità di giudizio da caso a caso (che ridere quei rigori al limite che si possono dare, come non dare. Chiaro, chiarissimo).
Però mi sono permesso di evidenziare una frase, che sottolinea un aspetto sottaciuto, molto più determinante di quanto si pensi.
C'è stato un caso clamoroso in Juventus Roma di errore nella determinazione del momento in cui il pallone si stacca dal piede, derubricato mediaticamente a "bufala".
Però, spesso si assiste a calcoli di fuorigioco che stanno nell'ordine di pochi centimetri. Se poi i due giocatori corrono in direzioni opposte, uno verso centrocampo (per metter in fuorigioco l'avversario) e l'altro scatta verso la porta, le due velocità si sommano e un frame prima o un frame dopo nello scegliere l'immagine da "calcolare" determina, sulla sovrapposizione dei due giocatori correnti in direzioni opposte, già differenze sostanziali, anche più grandi di due o tre centimetri.
Secondo me non è molto affidabile la scelta "umana" del frame su cui far calcolare il fuorigioco al sistema automatico.
Bisognerebbe adottare per lo meno una tolleranza di, poniamo, cinque centimetri, almeno. Cioè è fuorigioco se lo è da calcolo automatico, di almeno cinque, sei, otto, dieci centimetri, da stabilire.