La mia opinione sul caso Acerbi è stata involontariamente scritta giorni fa.Krisper ha scritto: ↑domenica 10 marzo 2024, 12:24 Il bello di quel 9 marzo 1908 é che un gruppo di artisti e intellettuali ebbero una visione aperta al mondo e Internazionale.
Purtroppo non tutti i tifosi lo capiscono che l’Inter é un’ideologia, un’utopia di una squadra di calcio.
(Ogni riferimento alla ideologia nazista che troppo spesso ha macchiato e macchia le tribune di San Siro, non è casuale)
Non importano i tre scudetti; aver portato una visione allora rivoluzionaria a Milano, di cui poi hanno beneficiato e molto anche i cugini cacciavit, ha il suo valore in sé.
Le rivoluzioni non entrano in albo d’oro, ma valgono di più; anche se a volte “bausciate”
Poi si vince e si perde, e ogni tifoso ama la propria squadra come vuole e con significati diversi (campanilistici o meno), l’anima identitaria dell’Inter è la stessa dello “orologio” dopo 116, trasmessa di padre in figlio, questo è davvero un miracolo!
Se il tuo comportamento non è in linea con i principi del club, giusto prendere provvedimenti, anche drastici se si ritiene opportuno.
Ritengo altrettanto giusto che la società si prenda il tempo che meriti, infischiandosene dei subdoli attacchi di alcuni giornalisti (mi riferisco a un ex dipendente dell’Inter) e quelli comprensibili dei tifosi avversari (quest’anno frustrati dai risultati).
Non vedo al momento nessuno sbaglio della società, anzi la calma in questi momenti è una virtù.
Basta che alla fine non ci si giri da un’altra parte.
Acerbi come chiunque, anche il peggior criminale, deve avere il diritto a difendersi, come chi ha la responsabilità di decidere di decidere, anche l’eventuale proporzionalità della pena o l’assoluzione.
Io temo che la montagna partorirà il topo.
Il problema è l’ipocrisia; come già scrissi nella Tribuna del Sarto (https://www.cicloweb.it/news/5128704855 ... -moralismo), per uno sportivo c’è una morale, nella società un’altra. Il problema più grosso, secondo me, è che il razzismo più grave in Italia non è nemmeno chiamato razzismo, e questi episodi aiutano ad occultare le vere discriminazioni.