quante ne hai fatte in totale, o comunque quante solo quelle che sei riuscito a ricordare ed elencare?Beppugrillo ha scritto: ↑mercoledì 21 agosto 2024, 21:34In effetti, ora che me lo fai notare, persino casa mia è più a est delle Tre Cime...
[2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Sono arrivato a 328 segnate, però mi manca un sacco di roba nella zona di Pavia, anche perché è difficile individuare univocamente una salita, ci sono un sacco di strade in cui magari arrivi in un punto, giri a destra sali ancora, giri a sinistra scendi, vai dritto c'è un falsopiano. Dovrei farlo guardando i percorsi registrati su Strava
Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
esatto. Buon lavoro, in inverno. Poi avrai la tua collezione aggiornata.Beppugrillo ha scritto: ↑giovedì 22 agosto 2024, 7:33 Sono arrivato a 328 segnate, però mi manca un sacco di roba nella zona di Pavia, anche perché è difficile individuare univocamente una salita, ci sono un sacco di strade in cui magari arrivi in un punto, giri a destra sali ancora, giri a sinistra scendi, vai dritto c'è un falsopiano. Dovrei farlo guardando i percorsi registrati su Strava
Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Che discrimine usate per classificare una salita? Beppu ha scritto quello del dislivello minimo di 200 metri che, personalmente abbasserei a 150 (Beppu che hai vissuto a Bologna, la salita lungo via del genio non rientrerebbe con la tagliola a 200 metri di dislivello minimo).
Altri metodi per la classificazione?
P.S. Per Climbfinder.com non rientrerebbe nemmeno San Luca: dislivello positivo di 199 metri
Altri metodi per la classificazione?
P.S. Per Climbfinder.com non rientrerebbe nemmeno San Luca: dislivello positivo di 199 metri
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
200 metri è un criterio come un altro, ci sono salite da 250 metri insignificanti e salite da 150 metri durissime. Poi al di là della durezza ci sono salite molto corte che sono ben caratterizzate, come Via del Genio appunto, e altre che sono più difficili da identificare. Io ero partito a segnarmi solo quelle di "prima categoria" e poi sono sceso perché era divertente.
Via del Genio la conosco molto bene perché ho vissuto proprio lì sotto per diversi anni. Non andavo ancora in bicicletta in modo "serio", ho cominciato dopo la laurea, però l'ho fatta più di una volta con una mountain bike che poi mi hanno rubato nel cortile della facoltà di ingegneria. Due sabati fa tornando a casa mi sono fermato a Bologna per fare un giro lì e avevo programmato il percorso proprio per salire alla fine da Via del Genio, però c'erano condizioni di caldo estremo e alla fine ho tagliato tutto il tagliabile perché mi sentivo veramente male.
Come salite direttamente appoggiate alla città (città grandi) in Italia Bologna mi sa che è inarrivabile, meglio di Bergamo e di Verona stessa dal mio punto di vista. Sono tutte molto corte ma bellissime (e comunque è un attimo mettere insieme 3000 metri di dislivello anche senza allontanarsi troppo)
Via del Genio la conosco molto bene perché ho vissuto proprio lì sotto per diversi anni. Non andavo ancora in bicicletta in modo "serio", ho cominciato dopo la laurea, però l'ho fatta più di una volta con una mountain bike che poi mi hanno rubato nel cortile della facoltà di ingegneria. Due sabati fa tornando a casa mi sono fermato a Bologna per fare un giro lì e avevo programmato il percorso proprio per salire alla fine da Via del Genio, però c'erano condizioni di caldo estremo e alla fine ho tagliato tutto il tagliabile perché mi sentivo veramente male.
Come salite direttamente appoggiate alla città (città grandi) in Italia Bologna mi sa che è inarrivabile, meglio di Bergamo e di Verona stessa dal mio punto di vista. Sono tutte molto corte ma bellissime (e comunque è un attimo mettere insieme 3000 metri di dislivello anche senza allontanarsi troppo)
Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Assolutamente, 150 o 200 metri sono una questione di lana caprina ma dopo aver letto i vostri messaggi è venuta voglia anche a me di iniziare a creare un database delle salite...ma aspetto un parere da parte di herbie prima di mettermi, che mi par di capire abbia anche lui un criterio per il conteggio.
P.S. via del Genio, da quando vivo a Bologna, è un must in bicicletta, l'avrò percorsa decine di volte. La sfrutto anche per bypassare la città se devo andare a pedalare verso Pianoro o la Val di Zena. Per rimanere in tema città/salite, Vicenza è un'altra isola felice, avendo a disposizione le prima propaggini dei Lessini a nord e i Berici a sud nell'hinterland.
P.S. via del Genio, da quando vivo a Bologna, è un must in bicicletta, l'avrò percorsa decine di volte. La sfrutto anche per bypassare la città se devo andare a pedalare verso Pianoro o la Val di Zena. Per rimanere in tema città/salite, Vicenza è un'altra isola felice, avendo a disposizione le prima propaggini dei Lessini a nord e i Berici a sud nell'hinterland.
Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Anche io ho un file di salite, il mio obiettivo è di aggiungerne almeno 50 nuove ogni anno, ma per ragioni ovvie diventa sempre più difficile. Quest'anno mi ha aiutato un viaggio sui Pirenei e uno a Tenerife, altrimenti sarebbe stata dura. Come criterio io non uso nulla di oggettivo. Per esempio il Poggio di Sanremo è una salita storica e io l'ho inserita, ma ci sono salite da 300 metri di dislivello che non ho inserito. Tendenzialmente non inserisco le colline, salvo rari casi.
2019 (1°): Giro d'Italia tp 4, 5, 20; Giro d'Italia classifica generale; Tour de France tp 1, 10; Tour of Britain;
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Oggi ne ho aggiunte tre nuove (due nuove in assoluto e un nuovo versante).
Sono partito da Chiusa prendendo il Passo delle Erbe via Gudon (salita fatta e rifatta quest'anno, praticamente da tutti i versanti, però oltre a essere bellissima è anche la via migliore per entrare nelle valli dolomitiche partendo dal percorso della A22). Il tratto dopo San Pietro è veramente tosto, fa 6 km al 8,5% ed è praticamente un quarto di salita. Poi il finale invece è tranquillo, ma non finisce mai.
Dal Passo discesa passando da Rina per andare a San Vigilio e passare in Val Pusteria via Furcia. Anche questa l'ho già fatta quest'anno, in una giornata in cui non stavo molto bene, prendendo anche un po' di pioggia. Oggi meglio di sicuro, chiaro che la durezza della salita rimane. C'è questo bivio a un terzo di salita da cui parte il tratto duro e che ti fa subito prender male perché la strada si impenna. Poi in realtà la parte veramente dura viene ancora dopo. Salita da non sottovalutare.
Quindi sono andato a prendere il Passo Stalle, salita inedita per me, molto particolare. L'ho gestita all'inizio sulla ciclabile sterrata, poi sull'asfalto, attraversando anche Anterselva di Mezzo. La prima parte è facilissima (comunque devi pedalare, sia all'andata che al ritorno), poi da Anterselva di Mezzo diventa una salita tostissima. Si divide in due, il tratto fino allo stadio del Biathlon ha pendenze un po' più accettabili ma non ha curve, sono 4,2 km al 8,3%. Poi un tratto piatto lungo il lago (decisamente "gradevole" alla vista...) e il muro finale da 4,3 km al 9%, che in fondo a una salita di 23 km sono una crudeltà. La strada è contingentata, le auto passano solo per un tot di minuti all'ora, io sono passato subito anche se non ho capito se era permesso o no.
A questo punto per rientrare senza fare tutta la Val Pusteria l'unico percorso possibile era lo stesso dell'andata al contrario, quindi ho ripreso il Furcia, che dalla parte di Valdaora è un po' più semplice, ma nella seconda parte ti mette comunque alla prova con 4,5 km al 8,8% (ma in più tratti va sopra il 10% da tornante a tornante).
A San Vigilio ho inserito una piccola variazione su tema, invece di fare il giro da Longega ho tagliato dritto da questo muretto che scavalca la montagna seguendo e incrociando la pista che penso sia la variante rossa della Erta, sulla quale fanno il gigante femminile in Coppa del Mondo. La salita in totale fa 3,72 km al 10,5% però l'ultimo chilometro è sterrato e l'ho percorso a piedi, anche perché in un punto le pendenze vanno oltre il 20% (lo sapevo, era in programma questo passaggio a piedi).
Discesa ripidissima verso Piccolino, anche questa lunga la molestissima pista di rientro agli impianti. Poi Passo delle Erbe di nuovo. Volevo passare dalla variante dietro il campo sportivo ma avevo bisogno di recuperare dell'acqua quindi sono passato da San Martino in Badia. Questa salita l'avevo già fatta e la ricordavo bene, il primo tratto è durissimo, poi ti rilassi per 3-4 km, scendi e hai di nuovo delle pendenze tostissime per attraversare e superare Antermoia. Il finale torna fattibile, però ero già ben oltre i 5.000 metri di dislivello quindi mi è sembrato non finire mai.
In discesa, visto che cominciava a essere tardi, è scesa un po' la luce e il paesaggio della Val Funes è diventato ancora più bello. Il tempo di goderselo e poi la bastonata sulle ginocchia del muretto per riprendere Gudon. Il gps mi segnava 17%, leggermente fuori luogo alla fine di un giro così, credo sia uscita qualche imprecazione
Sono partito da Chiusa prendendo il Passo delle Erbe via Gudon (salita fatta e rifatta quest'anno, praticamente da tutti i versanti, però oltre a essere bellissima è anche la via migliore per entrare nelle valli dolomitiche partendo dal percorso della A22). Il tratto dopo San Pietro è veramente tosto, fa 6 km al 8,5% ed è praticamente un quarto di salita. Poi il finale invece è tranquillo, ma non finisce mai.
Dal Passo discesa passando da Rina per andare a San Vigilio e passare in Val Pusteria via Furcia. Anche questa l'ho già fatta quest'anno, in una giornata in cui non stavo molto bene, prendendo anche un po' di pioggia. Oggi meglio di sicuro, chiaro che la durezza della salita rimane. C'è questo bivio a un terzo di salita da cui parte il tratto duro e che ti fa subito prender male perché la strada si impenna. Poi in realtà la parte veramente dura viene ancora dopo. Salita da non sottovalutare.
Quindi sono andato a prendere il Passo Stalle, salita inedita per me, molto particolare. L'ho gestita all'inizio sulla ciclabile sterrata, poi sull'asfalto, attraversando anche Anterselva di Mezzo. La prima parte è facilissima (comunque devi pedalare, sia all'andata che al ritorno), poi da Anterselva di Mezzo diventa una salita tostissima. Si divide in due, il tratto fino allo stadio del Biathlon ha pendenze un po' più accettabili ma non ha curve, sono 4,2 km al 8,3%. Poi un tratto piatto lungo il lago (decisamente "gradevole" alla vista...) e il muro finale da 4,3 km al 9%, che in fondo a una salita di 23 km sono una crudeltà. La strada è contingentata, le auto passano solo per un tot di minuti all'ora, io sono passato subito anche se non ho capito se era permesso o no.
A questo punto per rientrare senza fare tutta la Val Pusteria l'unico percorso possibile era lo stesso dell'andata al contrario, quindi ho ripreso il Furcia, che dalla parte di Valdaora è un po' più semplice, ma nella seconda parte ti mette comunque alla prova con 4,5 km al 8,8% (ma in più tratti va sopra il 10% da tornante a tornante).
A San Vigilio ho inserito una piccola variazione su tema, invece di fare il giro da Longega ho tagliato dritto da questo muretto che scavalca la montagna seguendo e incrociando la pista che penso sia la variante rossa della Erta, sulla quale fanno il gigante femminile in Coppa del Mondo. La salita in totale fa 3,72 km al 10,5% però l'ultimo chilometro è sterrato e l'ho percorso a piedi, anche perché in un punto le pendenze vanno oltre il 20% (lo sapevo, era in programma questo passaggio a piedi).
Discesa ripidissima verso Piccolino, anche questa lunga la molestissima pista di rientro agli impianti. Poi Passo delle Erbe di nuovo. Volevo passare dalla variante dietro il campo sportivo ma avevo bisogno di recuperare dell'acqua quindi sono passato da San Martino in Badia. Questa salita l'avevo già fatta e la ricordavo bene, il primo tratto è durissimo, poi ti rilassi per 3-4 km, scendi e hai di nuovo delle pendenze tostissime per attraversare e superare Antermoia. Il finale torna fattibile, però ero già ben oltre i 5.000 metri di dislivello quindi mi è sembrato non finire mai.
In discesa, visto che cominciava a essere tardi, è scesa un po' la luce e il paesaggio della Val Funes è diventato ancora più bello. Il tempo di goderselo e poi la bastonata sulle ginocchia del muretto per riprendere Gudon. Il gps mi segnava 17%, leggermente fuori luogo alla fine di un giro così, credo sia uscita qualche imprecazione
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Oggi già il piano era stupidamente ambizioso (tantissimo dislivello in pochissimi chilometri è una coppia che non funzionerà mai), in più ieri alle dieci mi accordo di una foratura sulla ruota anteriore. La cosa che col tubeless se fori riesci a rientrare a casa io l'ho estremizzata: esco direttamente con la foratura. Risultato: il giro l'ho portato a casa, ho fatto fatica e mi sono divertito, però 7-8 volte fermo a rigonfiare la ruota, pericoli allucinanti in discesa e comunque giro mutilato (mi sono reso conto comunque che l'avrei accorciato comunque, anche se non così tanto).
L'idea era fare 6 salite inedite in Valtellina, sono riuscito a farne 4. Quelle saltate sono le Baite di Mola da Edolo (salita sopra il 10% medio, durissima solo a vederla da Street View, che fa sembrare piatta qualsiasi rampa) e il Passo Fletta sempre da Edolo. La prima è una rinuncia sanguinosa perché mi sarebbe piaciuto farla (ovviamente non è che da domani la chiudono per sempre). La seconda meno, perché la stessa salita dall'altro versante è stata la prima della giornata. Tra le altre cose, ho sbagliato i tempi e sono arrivato a Malonno che era buio. Però gli occhiali da sole dovevo portarmeli dietro e non so dove metterli se non sugli occhi (mai imparato a fissarli sul casco), quindi i primi 15 minuti l'ho fatti alla cieca. Pure questa è una salita dura (7,5 km all'8%), la parte in paese ha delle rampe al 20%, poi va molto meglio. In cima mi sono reso conto che la ruota davanti era a terra e che sarebbe stata una giornata lunga. Discesa complicatissima pure con le ruote a posto, è ripida, piena di enormi canali di scolo a ridosso delle curve, asfalto a tratti abbastanza rovinato. Comunque salvo. Giù ho preso la strada vecchia per salire a Corteno Golgi, ricordavo delle rampe durissime dalla tappa del Giro di Ivan Basso (mi sembra in testa lui, Nibali e Scarponi, dietro Arroyo che li aveva quasi ripresi scendendo verso Monno ma poi è saltato e ha perso il Giro). Ricordavo bene. Non mi fido ovviamente delle pendenze del Garmin, comunque ho visto più volte 15%-17%. A Corteno Golgi si prende questa salita incredibile del Monte Padrio (non so se ha un altro nome specifico ma penso sia chiaro a cosa mi riferisco). Già è complicato prenderla, infatti ho sbagliato due volte, poi una volta che l'hai presa è una tortura cinese. Subito c'è una rampa senza senso, la cominci a vedere da lontano e speri non sia strada ma una parete di una casa color asfalto, poi ti avvicini, è una strada, speri sia una variante laterale, no c'è solo quella e devi passarci per forza. In tutto ciò, l'avvicinamento è a sua volta una rampa sopra il 10% quindi tutto questo passaggio mentale dura un sacco perché vai lentissimo. Poi salendo continuano ad alternarsi tratti facili e tratti durissimi, complessivamente probabilmente non è manco così assurda (vedo comunque su Strava 4,8 km al 10,7% per la parte centrale), però sono tante rampe dure alternate a tratti più semplici. In più è stretta, l'asfalto molto rovinato. In cima si entra nel bosco e torna facile, poi si intercetta la fantastica strada che va da Trivigno al Mortirolo. L'ho percorsa verso nord e dal Mortirolo sono sceso a Grosio. Inversione a U e Mortirolo da questo versante, che mi mancava del tutto. Quello da Monno probabilmente è più bello esteticamente, quello da Mazzo ha la storia ed è più duro, questo è una via di mezzo, più bello di Mazzo e più duro di Monno. Posso dirlo? Una salita abbastanza facile (in relazione al nome che porta). Chiaro che farla con una ruota a terra non la facilita poi. Su in cima ero abbastanza morto e determinato a rientrare verso l'auto, perché comunque la situazione era complessa. Però mi sono imposto l'ultima salita: il Monte Colmo. Salita che non dice forse moltissimo, una specie di Bormio 2000 più dura e più lunga, comunque piacevole, regolarissima (bello che sia regolare, meno bello che sia regolare al 9%). Verso un terzo di salita mi ha anche superato a tripla velocità Andrea Garosio, che ho incrociato di nuovo nel senso opposto quando ero ancora lontanissimo dalla cima. Non so se sono arrivato proprio in cima, dove finisce l'asfalto, ma c'è una sbarra al tornante dove si incrociano le condotte idroelettriche, quindi sono tornato giù.
In tutto ciò, tornando indietro ho lasciato la ruota al Decathlon e mi sono reso conto che se gliel'avessi lasciata stamattina avrei potuto uscire domani con la bici a posto perché me la sistemavano tranquillamente in un giorno.
L'idea era fare 6 salite inedite in Valtellina, sono riuscito a farne 4. Quelle saltate sono le Baite di Mola da Edolo (salita sopra il 10% medio, durissima solo a vederla da Street View, che fa sembrare piatta qualsiasi rampa) e il Passo Fletta sempre da Edolo. La prima è una rinuncia sanguinosa perché mi sarebbe piaciuto farla (ovviamente non è che da domani la chiudono per sempre). La seconda meno, perché la stessa salita dall'altro versante è stata la prima della giornata. Tra le altre cose, ho sbagliato i tempi e sono arrivato a Malonno che era buio. Però gli occhiali da sole dovevo portarmeli dietro e non so dove metterli se non sugli occhi (mai imparato a fissarli sul casco), quindi i primi 15 minuti l'ho fatti alla cieca. Pure questa è una salita dura (7,5 km all'8%), la parte in paese ha delle rampe al 20%, poi va molto meglio. In cima mi sono reso conto che la ruota davanti era a terra e che sarebbe stata una giornata lunga. Discesa complicatissima pure con le ruote a posto, è ripida, piena di enormi canali di scolo a ridosso delle curve, asfalto a tratti abbastanza rovinato. Comunque salvo. Giù ho preso la strada vecchia per salire a Corteno Golgi, ricordavo delle rampe durissime dalla tappa del Giro di Ivan Basso (mi sembra in testa lui, Nibali e Scarponi, dietro Arroyo che li aveva quasi ripresi scendendo verso Monno ma poi è saltato e ha perso il Giro). Ricordavo bene. Non mi fido ovviamente delle pendenze del Garmin, comunque ho visto più volte 15%-17%. A Corteno Golgi si prende questa salita incredibile del Monte Padrio (non so se ha un altro nome specifico ma penso sia chiaro a cosa mi riferisco). Già è complicato prenderla, infatti ho sbagliato due volte, poi una volta che l'hai presa è una tortura cinese. Subito c'è una rampa senza senso, la cominci a vedere da lontano e speri non sia strada ma una parete di una casa color asfalto, poi ti avvicini, è una strada, speri sia una variante laterale, no c'è solo quella e devi passarci per forza. In tutto ciò, l'avvicinamento è a sua volta una rampa sopra il 10% quindi tutto questo passaggio mentale dura un sacco perché vai lentissimo. Poi salendo continuano ad alternarsi tratti facili e tratti durissimi, complessivamente probabilmente non è manco così assurda (vedo comunque su Strava 4,8 km al 10,7% per la parte centrale), però sono tante rampe dure alternate a tratti più semplici. In più è stretta, l'asfalto molto rovinato. In cima si entra nel bosco e torna facile, poi si intercetta la fantastica strada che va da Trivigno al Mortirolo. L'ho percorsa verso nord e dal Mortirolo sono sceso a Grosio. Inversione a U e Mortirolo da questo versante, che mi mancava del tutto. Quello da Monno probabilmente è più bello esteticamente, quello da Mazzo ha la storia ed è più duro, questo è una via di mezzo, più bello di Mazzo e più duro di Monno. Posso dirlo? Una salita abbastanza facile (in relazione al nome che porta). Chiaro che farla con una ruota a terra non la facilita poi. Su in cima ero abbastanza morto e determinato a rientrare verso l'auto, perché comunque la situazione era complessa. Però mi sono imposto l'ultima salita: il Monte Colmo. Salita che non dice forse moltissimo, una specie di Bormio 2000 più dura e più lunga, comunque piacevole, regolarissima (bello che sia regolare, meno bello che sia regolare al 9%). Verso un terzo di salita mi ha anche superato a tripla velocità Andrea Garosio, che ho incrociato di nuovo nel senso opposto quando ero ancora lontanissimo dalla cima. Non so se sono arrivato proprio in cima, dove finisce l'asfalto, ma c'è una sbarra al tornante dove si incrociano le condotte idroelettriche, quindi sono tornato giù.
In tutto ciò, tornando indietro ho lasciato la ruota al Decathlon e mi sono reso conto che se gliel'avessi lasciata stamattina avrei potuto uscire domani con la bici a posto perché me la sistemavano tranquillamente in un giorno.
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Nel secondo sabato di forum down sono riuscito a fare un giro nel vicentino che mi ha dato una soddisfazione enorme perché non mi ero ancora resto conto del tutto di avere strade così a due passi da casa. Partito malissimo perché continuo ad avere problemi alla ruota libera, si sgancia quando smetto di pedalare, riesco a rimetterla ma scendendo e perdendo ogni volta un paio di minuti, nella prima ora mi sono dovuto fermare 4-5 volte, alla fine ero nervosissimo, ho girato la bici e fatto 3-4 km di discesa per rientrare all'auto, ma proprio in quel tratto ho più o meno capito come gestire il cambio per evitare di farla sganciare così mi sono rimesso in pista e nelle 10 ore successive non si è più sganciata (comunque non va bene, ogni risciacquo è una scommessa). Quindi ho fatto lo Zovo tra Valdagno e Schio, lo Xomo da Schio passando per Santa Caterina con il vento fortissimo, alberi caduti, i pompieri in strada, un masso che è caduto in strada 20 metri davanti a me, poi la Borcola che all'inizio mi sembrava facile facile poi si impenna e al valico tutto il vento era convogliato in quel diaframma che c'è in cima impedendoti di stare in piedi (comunque dovevo solo tornare indietro), quindi di nuovo lo Xomo al contrario, lo Xon (credo che siano gli unici due toponimi italiani con la x iniziale), questa bellissima salita nel vallone di Recoaro che porta al Rifugio Cesare Battisti, una specie di parallela del Campogrosso, più facile, poi per tornare indietro Recoaro Mille e la salita di Altissimo tra Valdagno e Chiampo. Sono venuti 5.700 metri di dislivello credo senza mai andare sopra i 1.200 metri assoluti, in un chilometraggio tutto sommato contenuto. Veramente bello
Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Strade di casa
Se era due sabati fa (quel weekend che dava brutto domenica) sono transitato anch'io (a piedi) per la zona di Recoaro proveniendo da Rovereto (abbiamo provato alcuni segmenti della Lessinia Trail).
Il collegamento a questo thread è il fatto che partendo a piedi dalla zona di monte Zugna, ci siamo resi conto delle potenzialità ciclistiche di questa salita che parte praticamente dal centro di Rovereto. È una salita a senso unico, ma rientrati a Rovereto puoi collegarla a tanto altro (Borcola, versante trentino, Serrada dalla val di Terragnolo e, con la gravel, Campogrosso transitando dalla strada mai realizzata tra Obra e il Passo) anche rimanendo solamente in sinistra Adige.
Se era due sabati fa (quel weekend che dava brutto domenica) sono transitato anch'io (a piedi) per la zona di Recoaro proveniendo da Rovereto (abbiamo provato alcuni segmenti della Lessinia Trail).
Il collegamento a questo thread è il fatto che partendo a piedi dalla zona di monte Zugna, ci siamo resi conto delle potenzialità ciclistiche di questa salita che parte praticamente dal centro di Rovereto. È una salita a senso unico, ma rientrati a Rovereto puoi collegarla a tanto altro (Borcola, versante trentino, Serrada dalla val di Terragnolo e, con la gravel, Campogrosso transitando dalla strada mai realizzata tra Obra e il Passo) anche rimanendo solamente in sinistra Adige.
- Beppugrillo
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
No era questo sabato. Quello che manca (idealmente) è una strada in più che permetta di chiudere un anello da Rovereto passando dalla Lessinia, l'unico modo per farlo è passare dal Passo delle Fittanze ma facendo tantissimi chilometri. Da Rovereto in su si possono chiudere tantissimi anelli, tutti diversi
- Maìno della Spinetta
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Ho esplorato un angolo mai fatto di appennino, tra Casteggio e Voghera. Senza pianificare mi sono imbattuto in tre sberle violentissime. Non so statisticamente che probabilità ci siano nell'oltrepo di buttarsi a caso per stradine e trovarsi su tre minizoncolan di fila. Tre su tre. Sono andato sulla Flamme Rouge per vedere perché avevo subito così tanto le salite. E ho capito che c'era una ragione per soffrire così:)
Staghiglione, più di un km al 10%.
Ca' Bruttini. Senza senso. 15% per cominciare. Poi "spiana" all'8%. Ultimi 100 metri rovinati, no zig Zag, costantemente sopra al 20%. In tutto un km e mezzo al 13/14 medio.
Infine Fortunago, che mi aspettavo dolce e tortuoso, invece è un muro si un km al 14%.
Che legnate nelle gambe!
Staghiglione, più di un km al 10%.
Ca' Bruttini. Senza senso. 15% per cominciare. Poi "spiana" all'8%. Ultimi 100 metri rovinati, no zig Zag, costantemente sopra al 20%. In tutto un km e mezzo al 13/14 medio.
Infine Fortunago, che mi aspettavo dolce e tortuoso, invece è un muro si un km al 14%.
Che legnate nelle gambe!
“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
- Maìno della Spinetta
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
La salita del Padrio è anche chiamata Passo di Guspessa, perché se prendi a destra verso il mortirolo lo lambisci (il passo di guspessa vero e proprio separa la Valtellina dalla Val Camonica).Beppugrillo ha scritto: ↑sabato 31 agosto 2024, 19:24 Oggi già il piano era stupidamente ambizioso (tantissimo dislivello in pochissimi chilometri è una coppia che non funzionerà mai), in più ieri alle dieci mi accordo di una foratura sulla ruota anteriore. La cosa che col tubeless se fori riesci a rientrare a casa io l'ho estremizzata: esco direttamente con la foratura. Risultato: il giro l'ho portato a casa, ho fatto fatica e mi sono divertito, però 7-8 volte fermo a rigonfiare la ruota, pericoli allucinanti in discesa e comunque giro mutilato (mi sono reso conto comunque che l'avrei accorciato comunque, anche se non così tanto).
L'idea era fare 6 salite inedite in Valtellina, sono riuscito a farne 4. Quelle saltate sono le Baite di Mola da Edolo (salita sopra il 10% medio, durissima solo a vederla da Street View, che fa sembrare piatta qualsiasi rampa) e il Passo Fletta sempre da Edolo. La prima è una rinuncia sanguinosa perché mi sarebbe piaciuto farla (ovviamente non è che da domani la chiudono per sempre). La seconda meno, perché la stessa salita dall'altro versante è stata la prima della giornata. Tra le altre cose, ho sbagliato i tempi e sono arrivato a Malonno che era buio. Però gli occhiali da sole dovevo portarmeli dietro e non so dove metterli se non sugli occhi (mai imparato a fissarli sul casco), quindi i primi 15 minuti l'ho fatti alla cieca. Pure questa è una salita dura (7,5 km all'8%), la parte in paese ha delle rampe al 20%, poi va molto meglio. In cima mi sono reso conto che la ruota davanti era a terra e che sarebbe stata una giornata lunga. Discesa complicatissima pure con le ruote a posto, è ripida, piena di enormi canali di scolo a ridosso delle curve, asfalto a tratti abbastanza rovinato. Comunque salvo. Giù ho preso la strada vecchia per salire a Corteno Golgi, ricordavo delle rampe durissime dalla tappa del Giro di Ivan Basso (mi sembra in testa lui, Nibali e Scarponi, dietro Arroyo che li aveva quasi ripresi scendendo verso Monno ma poi è saltato e ha perso il Giro). Ricordavo bene. Non mi fido ovviamente delle pendenze del Garmin, comunque ho visto più volte 15%-17%. A Corteno Golgi si prende questa salita incredibile del Monte Padrio (non so se ha un altro nome specifico ma penso sia chiaro a cosa mi riferisco). Già è complicato prenderla, infatti ho sbagliato due volte, poi una volta che l'hai presa è una tortura cinese. Subito c'è una rampa senza senso, la cominci a vedere da lontano e speri non sia strada ma una parete di una casa color asfalto, poi ti avvicini, è una strada, speri sia una variante laterale, no c'è solo quella e devi passarci per forza. In tutto ciò, l'avvicinamento è a sua volta una rampa sopra il 10% quindi tutto questo passaggio mentale dura un sacco perché vai lentissimo. Poi salendo continuano ad alternarsi tratti facili e tratti durissimi, complessivamente probabilmente non è manco così assurda (vedo comunque su Strava 4,8 km al 10,7% per la parte centrale), però sono tante rampe dure alternate a tratti più semplici. In più è stretta, l'asfalto molto rovinato. In cima si entra nel bosco e torna facile, poi si intercetta la fantastica strada che va da Trivigno al Mortirolo. L'ho percorsa verso nord e dal Mortirolo sono sceso a Grosio. Inversione a U e Mortirolo da questo versante, che mi mancava del tutto. Quello da Monno probabilmente è più bello esteticamente, quello da Mazzo ha la storia ed è più duro, questo è una via di mezzo, più bello di Mazzo e più duro di Monno. Posso dirlo? Una salita abbastanza facile (in relazione al nome che porta). Chiaro che farla con una ruota a terra non la facilita poi. Su in cima ero abbastanza morto e determinato a rientrare verso l'auto, perché comunque la situazione era complessa. Però mi sono imposto l'ultima salita: il Monte Colmo. Salita che non dice forse moltissimo, una specie di Bormio 2000 più dura e più lunga, comunque piacevole, regolarissima (bello che sia regolare, meno bello che sia regolare al 9%). Verso un terzo di salita mi ha anche superato a tripla velocità Andrea Garosio, che ho incrociato di nuovo nel senso opposto quando ero ancora lontanissimo dalla cima. Non so se sono arrivato proprio in cima, dove finisce l'asfalto, ma c'è una sbarra al tornante dove si incrociano le condotte idroelettriche, quindi sono tornato giù.
In tutto ciò, tornando indietro ho lasciato la ruota al Decathlon e mi sono reso conto che se gliel'avessi lasciata stamattina avrei potuto uscire domani con la bici a posto perché me la sistemavano tranquillamente in un giorno.
La salita del Monte Colmo era la prima di uno speciale salite che la Gazzetta pubblicò in epoca pantaniana. Regolare, dura, salita di servizio per l'Enel. Mai fatta.
Fletta (o Faet? Che dicono i cartelli? Son diatribe dovute a dialettismi da leghisti?) sarebbe molto bella concatenata tra Mortirolo e Vivione prima di un finale bergamasco (Colere o Presolana).
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The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Fortunago la variante facile ce l'ha (anzi, la "variante" è il muro, la strada principale è l'altra). Quel muro mi era capitato di trovarmelo davanti in un momento in cui non ero minimamente preparato (in pieno inverno forse) e non ci sono passato mai più, nonostante sia stato a Fortunago diverse volte. Gli altri non ce li ho presenti. Però i muri ci sono in zona, non è la norma ma quando cominci a uscire dalle Provinciali, come un po' dappertutto, ti rendi conto che hanno cercato di risparmiare asfalto evitando le curveMaìno della Spinetta ha scritto: ↑sabato 21 settembre 2024, 21:14 Ho esplorato un angolo mai fatto di appennino, tra Casteggio e Voghera. Senza pianificare mi sono imbattuto in tre sberle violentissime. Non so statisticamente che probabilità ci siano nell'oltrepo di buttarsi a caso per stradine e trovarsi su tre minizoncolan di fila. Tre su tre. Sono andato sulla Flamme Rouge per vedere perché avevo subito così tanto le salite. E ho capito che c'era una ragione per soffrire così:)
Staghiglione, più di un km al 10%.
Ca' Bruttini. Senza senso. 15% per cominciare. Poi "spiana" all'8%. Ultimi 100 metri rovinati, no zig Zag, costantemente sopra al 20%. In tutto un km e mezzo al 13/14 medio.
Infine Fortunago, che mi aspettavo dolce e tortuoso, invece è un muro si un km al 14%.
Che legnate nelle gambe!
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Mi sembra dicano Fletta ma non ci ho fatto troppo caso. Dal lato di Edolo credo debbano chiudere provvisoriamente i canali di scolo sulla strada per farla in corsa, sono delle voraginiMaìno della Spinetta ha scritto: ↑domenica 22 settembre 2024, 3:44 La salita del Padrio è anche chiamata Passo di Guspessa, perché se prendi a destra verso il mortirolo lo lambisci (il passo di guspessa vero e proprio separa la Valtellina dalla Val Camonica).
La salita del Monte Colmo era la prima di uno speciale salite che la Gazzetta pubblicò in epoca pantaniana. Regolare, dura, salita di servizio per l'Enel. Mai fatta.
Fletta (o Faet? Che dicono i cartelli? Son diatribe dovute a dialettismi da leghisti?) sarebbe molto bella concatenata tra Mortirolo e Vivione prima di un finale bergamasco (Colere o Presolana).
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Si è di nuovo rotto il corpetto della ruota posteriore, che evidentemente non era mai stato aggiustato. Già la settimana dopo aver ripreso la bici mi si era sganciato a Passo Lanciano, poi maneggiando un po' i pedali e i rapporti ero riuscito a riagganciarlo. Poi è successo sempre più frequentemente, nelle ultime tra uscite a tratti ogni volta che smettevo di pedalare. Oggi la stessa cosa, le prime 6 ore in realtà abbastanza tranquille anche perché ero sul Baldo e non è che ci sono tantissime situazioni in cui si smette di pedalare. Prima salita da Caprino, passando dalla strada del Sacrario, che ha un tratto in discesa, poi di nuovo un po' di discesa sulla cresta dopo il tratto durissimo di Novezza, lì non ho avuto problemi con la bici (col freddo sì, la cima era in una nuvola ed era ancora abbastanza presto). Poi sono sceso a Mori e ho fatto 4-5 km verso Avio per prendere questa bella stradina che da Molini sale a Crosano, evitando il tratto Mori-Brentonico, che non mi piace. Da Brentonico in su il Baldo è durissimo, non è una novità. Anche a questo giro, come al precedente, sono salito fino alla cima vera e propria, sopra San Valentino (a questo punto faceva caldissimo). Quindi l'idea era scendere ad Avio e fare il terzo versante, ma nel risciacquo prima della discesa si è di nuovo sganciata la ruota libera dietro e non voleva saperne di rientrare. Mi sono messo a tornare su a piedi, poi a metà strada ho riprovato e sono riuscito, ma ho preferito comunque rientrare, anche perché tra meteo e luce non c'è molto margine per perdere tempo in questa stagione. In discesa non mi è più uscito quindi in basso ho provato a fare un "ricciolo" da Caprino a San Zeno di Montagna per andare a vedere il Garda (sono qua a Verona da un anno, l'avevo visto due volte in tutto...) e fare un po' di fatica in più (mi son detto: vabè l'energia che non ho usato sul terzo versante del Baldo me la sparo tutta qui. Ovviamente mi sono piantato dopo 3 km, non funziona così...)
Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
ieri na cinquantina di km asfalto sterrato con la nuova front
tanta salita, un paio di singol track belli tosti, altri belli paciarotti e divertenti
prossima settimana ci spostiamo in alta langa, fuori dal turistame, famo la wild experience
per ora mi garba parecchio pedalare, davvero contento di questa nuova bici
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Sabato ho vinto la mia avversità alla pianura e mi sono sparato ben 30 (!) km di pianura (15+15) per entrare in Valpolicella partendo da casa. Devo dire che fare un lungo rientrando direttamente a casa, senza trasferimento in auto, è una enorme comodità, specie ora che comincia a far freddo. Ho fatto per la prima volta la Peri-Fosse, salita tostissima negli ultimi 3 km, vietata in discesa (in effetti ha uno sviluppo strano della strada, che la rende piuttosto pericolosa). Poi dopo altri giri volevo salire al Branchetto ma sono stato sorpreso (si fa per dire, si vedeva da 100 km) dalla pioggia a Bosco Chiesanuova e sono tornato giù (fino a 1.000 metri nessun problema una pioggerellina leggera a inizio ottobre, quasi piacevole finché sei in salita, però poi rischiava di mettersi male). 4.650 metri di dislivello partendo da casa, su un chilometraggio limitato (185 km), strade sempre belle, viste sul Baldo, sulla pianura padana, limpide, poco traffico, posti per fermarsi a mangiare se uno ha voglia, l'odore della fermentazione in strada in Valpolicella, che altro serve nella vita?
Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
In che zona siete andati?nemecsek. ha scritto: ↑domenica 6 ottobre 2024, 22:30 ieri na cinquantina di km asfalto sterrato con la nuova front
tanta salita, un paio di singol track belli tosti, altri belli paciarotti e divertenti
prossima settimana ci spostiamo in alta langa, fuori dal turistame, famo la wild experience
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Da casa (Alba) saliti per il "sentiero del lupo" a Montelupo, poi la"spaccaomero", bella tecnica (un po' troppo per me) in picchiata a Sinio, asfalto fino a Serralunga, che l'alternativa salitosa fuoristrada col bagnato e con le muscolari non era cosa, poi Roddino, Monforte e scesi a Barolo per un bel single divertente e potabile, salvo gli ultimi 200 mt con dei gradoni molto tecnici, e rientro su ciclabile.
Parecchia gente nell'ultimo pezzo, turisti con le elettriche.
Prossimi giorni che torna il "nipote americano" che ha tutti i sentieri in mente (noi ci rifiutiamo di spendere 5 euro per komoot) andremo in alta langa, o il "sentiero dei girasoli" fra Feisoglio e Cravanzana, oppure una porzione facile del park di Castino (molto belli i single che scendono a Rocchetta, ma ancora troppo impegnativi per me), per poi virare verso Treiso Mango, anche li uno sterrato divertente e facile.
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Grazie! Devo venire a esplorare un pò quelle zone!nemecsek. ha scritto: ↑lunedì 7 ottobre 2024, 19:02Da casa (Alba) saliti per il "sentiero del lupo" a Montelupo, poi la"spaccaomero", bella tecnica (un po' troppo per me) in picchiata a Sinio, asfalto fino a Serralunga, che l'alternativa salitosa fuoristrada col bagnato e con le muscolari non era cosa, poi Roddino, Monforte e scesi a Barolo per un bel single divertente e potabile, salvo gli ultimi 200 mt con dei gradoni molto tecnici, e rientro su ciclabile.
Parecchia gente nell'ultimo pezzo, turisti con le elettriche.
Prossimi giorni che torna il "nipote americano" che ha tutti i sentieri in mente (noi ci rifiutiamo di spendere 5 euro per komoot) andremo in alta langa, o il "sentiero dei girasoli" fra Feisoglio e Cravanzana, oppure una porzione facile del park di Castino (molto belli i single che scendono a Rocchetta, ma ancora troppo impegnativi per me), per poi virare verso Treiso Mango, anche li uno sterrato divertente e facile.
Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
I percorsi li sto scoprendo anche io, visto che pratico da pochi giorni. Se ti dovesse servire qualche dritta per pernottamenti e ristorazione in loco sono a disposizione
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Ieri un giro fantastico, molto duro per il momento dell'anno (190 km con 5.000 metri di dislivello), colmando pure due vuoti che erano imperdonabili: il Passo Daone e Campo Carlo Magno. Sono partito da Mori in salita verso il Santa Barbara, con un bel freddo sia nell'ultima parte della salita (durissimi i 2-3 km dopo Ronzo-Chienis) sia soprattutto in discesa. Poi Arco e Riva del Garda, la salita dalla parte di Tenno era chiusa quindi sono dovuto salire al Ballino dall'altra parte. Unico momento della giornata con un po' di traffico (oltre al rientro alla fine). Dal Ballino in poi un deserto, anche perché è stato nuvoloso per tutto il giorno. Ho preso Fiavé e il Duron, poi da Preore il Daone. Questa ancora mi mancava perché l'avevo trovata chiusa quando ero passato la prima volta quest'anno. Salita veramente seria, c'è un chilometro al 13% (lo dice il cartellino messo dalla Regione e mi sembra abbastanza credibile), gli altri non sono così duri (sono 8 in totale) ma comunque ti rilassi al 7%, non di meno. Difficile anche la discesa, ieri bagnata con un sacco di foglie cadute, molto stretta. Qua mi sono trovato un po' in difficoltà perché cominciavo ad avere qualche dubbio su quanto ci avrei messo per tornare indietro, avevo tracciato il percorso ma un po' di tempo fa e non ricordavo precisamente il chilometraggio, quindi ho pensato di rinunciare a salire a Campiglio. Poi amen, sono andato, tanto poi il ritorno sarebbe stato molto più veloce. Quindi sono salito, penso sia uno dei pochi momenti dell'anno in cui si può effettivamente affrontare questa salita in tranquillità, non c'era veramente nessuno. Anche a Campiglio tutto chiuso. La salita in sé a me è piaciuta molto, facile, lunga, bellissima vista. Quindi rientro passando da Tione, di nuovo dal Duron che da quella parte ha un chilometro da pazzi, poi Ballino, Riva del Garda e questa allucinante pista ciclabile che da Torbole ti riporta su, con un drittone al 10%
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Venerdì è arrivata la nuova bici, ieri l'ho "assemblata" (veramente pochissimi passaggi per renderla perfettamente funzionante) e oggi primo giro. Ho scelto un giro soft sia perché non stavo benissimo, sia per l'ambientamento con la nuova bici. Partenza da casa, primi chilometri in città e poi la salita di Montecchio per iniziare a prendere confidenza. Al di là del peso in meno, grande passo avanti nella scorrevolezza (un po' era anche colpa dello stato dell'altra bici). Molto complessa la prima discesa, anche perché la strada era bagnata e piena di foglie (inoltre ha dei tornanti strettissimi e tratti oltre il 10%, parlo della strada tra Montecchio e Grezzana). A Grezzana dovevo prendere la salita per Cerro Veronese che passa da Romagnano ma non mi ricordavo dove si prende e mi sono trovato su un'altra salita che parte da una cava e passa in mezzo a una serie di stalle, più bella sicuramente visto che c'ero solo io. Quindi sono arrivato a Cerro dove stava per partire una gara di trail, che successivamente ho beccato in due attraversamenti nella salita successiva. Da Cerro sono salito a Roverè e sceso fino a Montorio. Anche qui tante difficoltà in discesa. A Montorio ho preso la Pissarotta fino di nuovo a Cerro, poi Bosco e il Branchetto. Sotto c'era la nebbia, sopra invece il sole, faceva caldo e c'era un fantastico panorama autunnale. Sono andato abbastanza in difficoltà negli ultimi chilometri di salita, anche perché sentendo la bici così scorrevole ho provato per tutto il giorno a spingere un po' più di quanto sono abituato a fare (infatti ovunque sono passato ho fatto i miei "migliori" tempi), però rispetto all'inizio cominciavo a sentirmi meglio e soporatutto molto più a mio agio sulla successiva discesa (asciutta a questo punto della giornata). Seguendo le indicazioni per Badia Calavena mi sono incartato in una discesa strettissima (da fare nell'altro verso al più presto). Poi da Badia Calavena sono sceso a Tregnago e ho preso la bellissima salita della salita di San Dionigi Marcemigo, poi Postuman, Pian di Castagné e rientro a casa. Sono comunque venuti 160 km con 3.550 metri di dislivello e a fine ottobre ci metto la firma
Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Lo scrivono in tanti, ma repetita juvant...
Le descrizioni dei tuoi giri sono tra i post che leggo piu' volentieri sul forum!
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Beh mi fa piacere. purtroppo non sono in grado di arricchirli con foto varie perché non le so fare (e non ho manco tutta questa attitudine di fermarmi a far la foto, considerata la portata limitata dei giri che faccio sono dell'idea che se voglio rivedere un posto ci ritorno, anche perché poi è sempre diverso). Quasi ovunque ci sarebbero degli scorci che meritano. Sabato la vista sopra Bosco Chiesanuova era veramente super coi colori dell'autunno
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Ieri sarebbe stato un delitto non approfittare del meteo incredibile, quindi auto fino a Ponte Gardena e clamoroso giro dolomitico novembrino. Ho fatto un giro super-classico perché comunque non mi metto a inventare cose troppo bizzarre in questo momento dell'anno, però subito in partenza sono riuscito a inserire un pezzo che non avevo mai fatto, che è quello tra Ponte Gardena e Laion, veramente duro tra l'altro. Quindi San Pietro e poi questa salita infinita per il Passo Gardena, sono 1850 metri di dislivello consecutivi (giusto tra San Pietro e Pontives si scende per un paio di chilometri). Partito prima delle 7, quindi fino al Passo era tutta in ombra, il primo sole l'ho visto allo scollinamento, con un aumento di temperatura immediato di 4-5 gradi. Sono sceso fino a Corvara e ho fatto il Campolongo coi suoi tornanti mai banali. Quindi Livinallongo e Rocca Pietore per il Fedaia. A Sottoguda ho visto dall'alto un altro tizio andar dritto verso i Serrai, sapete se hanno riaperto? Avevo letto qualcosa ma non ricordo quando aprivano e comunque era solo pedonale. All'uscita a Malga Ciapela poi non l'ho ritrovato. Comunque solita sofferenza sovrumana e amen. In cima al Passo la vista era veramente strepitosa, il lago pieno e limpido, gli alberi colorati e come al solito non c'era nessuno (sul Fedaia comunque pure in estate non incontro mai nessuno, non so perché). Discesa su Canazei impappando tutta la bici perché c'era un tratto col fango sulla strada, quindi Sella per rientrare. La discesa di 30 km primo momento in cui ho effettivamente sentito freddo, faceva molto più freddo nella gola a 700 metri che al passo a 2.250, ma niente di nuovo. Una vera e propria giornata-jolly
Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
concordo
poi ora che c'è la canyon nuova ce sballa....
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Non so se sia il 3d adatto ma scrivo qui, sabato mattina ho ritirato la mia nuova de rosa e sabato pomeriggio mi sono fratturato il mignolo del piede giocando a pallone con conseguente rinvio a data da destinarsi del primo giro in bici programmato per domani , ora la domanda che vi pongo è questa secondo voi l'infortunio è compatibile con uscite in bici già durante la settimana?
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Direi che il limite è il dolore o il fastidio che eventualmente proverai. Se non senti nulla allora vuol dire che il tuo infortunio è compatibile con il gesto della pedalata, altrimenti lascia perdere, rischi solo di fare cazzate.il ciociaro ha scritto: ↑domenica 10 novembre 2024, 15:51 Non so se sia il 3d adatto ma scrivo qui, sabato mattina ho ritirato la mia nuova de rosa e sabato pomeriggio mi sono fratturato il mignolo del piede giocando a pallone con conseguente rinvio a data da destinarsi del primo giro in bici programmato per domani , ora la domanda che vi pongo è questa secondo voi l'infortunio è compatibile con uscite in bici già durante la settimana?
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Ieri un classico della mia esperienza con la bici: giornata partita con pessime premesse e poi diventata super. La pessima premessa è che avevo salvato un percorso ma quando sono andato a selezionarlo sul Garmin (ero già per strada) mi sono accorto di non averlo caricato. A grandi linee ce l'avevo in testa, ma era tutto studiato per fare strade che non avevo ancora mai fatto, quindi chiaramente non potevo seguirlo a braccio. Allora ho deciso di cambiare del tutto. Siccome c'era un sole clamoroso ho puntato verso Malga San Giorgio da Montorio, una salita infinita con tratti duri, tratti facili, tratti in discesa. In cima spettacolo incredibile, sole estivo, caldo, pochissime auto. Dalla base alla cima sono 1.500 metri di dislivello (come lo Stelvio da Bormio, per intenderci). Discesa a Grezzana, credo la più veloce che abbia mai fatto (sto cominciando a trovare equilibrio con la nuova bici, sempre entro i miei limiti), poi la salita bellissima che passa da Lughezzano e sale a Bosco Chiesanuova passando dalla strada vecchia (in pratica una variante di una strada secondaria, la cosa più cicloturistica che c'è). Per chiudere ho fatto la salita che si stacca dal primo tornante della strada che sale da Bellori ad Erbezzo e si conclude su un bivio che a destra porta a Ceredo e a sinistra a Fosse, io ho girato verso Sant'Anna di Alfaedo. Giù a Negrar poi ultima strappo verso Montorio con una signora che stava correndo che mi ferma e mi chiede se avevo visto suo marito perché lo stava aspettando ma non arrivava e in effetti l'avevo visto ma stava correndo nella direzione opposta...
Ad impreziosire la giornata il bellissimo podcast (cioè la registrazione delle trasmissioni "Alle otto della sera" di radio2) sulla Primavera di Praga di Demetrio Volcic
Ad impreziosire la giornata il bellissimo podcast (cioè la registrazione delle trasmissioni "Alle otto della sera" di radio2) sulla Primavera di Praga di Demetrio Volcic
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Oggi (senza volerlo, non avevo in testa le caratteristiche delle salite) mi sono buttato sui muri. Da Strava:
Via Fusina - 0,70 km al 12,4% (sopra San Fidenzio)
Via Bisano - 0,53 km al 13,1% (tra Bisano e Pian di Castagné, ma il numero non dice tutto, la parte centrale era vicina al 20%)
Vestenavecchia-Bolca - 3,37 km al 11,9% (questa veramente tosta, la salita breve più dura che ho trovato in Lessinia finora)
Crespadoro-Marana - 4,45 km al 10,2% (non un muro, una salita molto dura con dei muretti in mezzo)
Il più duro in assoluto (come pendenze) poi Strava non ce l'ha come segmento singolo ma è sulla salita che porta da San Pietro Mussolino a Vestenavecchia, dopo Cappello: un tratto in cemento su cui ho sentito più di una volta alzarsi la ruota. Tra il 15% e il 20% per 250 metri.
Comunque in zona, specie muovendosi verso Vicenza, è veramente difficile trovare salite facili. Senza superare i 1.000 metri di quota sono venuti quasi 4.000 metri di dislivello in 115 km (escludendo i piani iniziale e finale), roba da Valtellina.
Muri a parte, salendo verso Velo Veronese dopo San Rocco di Piegara ho preso la strada di Porcara e Varalta trovando una variante veramente bella. Praticamente tutto un grande pascolo con in mezzo una serie di strade strette, dure, oggi un po' scivolose.
Via Fusina - 0,70 km al 12,4% (sopra San Fidenzio)
Via Bisano - 0,53 km al 13,1% (tra Bisano e Pian di Castagné, ma il numero non dice tutto, la parte centrale era vicina al 20%)
Vestenavecchia-Bolca - 3,37 km al 11,9% (questa veramente tosta, la salita breve più dura che ho trovato in Lessinia finora)
Crespadoro-Marana - 4,45 km al 10,2% (non un muro, una salita molto dura con dei muretti in mezzo)
Il più duro in assoluto (come pendenze) poi Strava non ce l'ha come segmento singolo ma è sulla salita che porta da San Pietro Mussolino a Vestenavecchia, dopo Cappello: un tratto in cemento su cui ho sentito più di una volta alzarsi la ruota. Tra il 15% e il 20% per 250 metri.
Comunque in zona, specie muovendosi verso Vicenza, è veramente difficile trovare salite facili. Senza superare i 1.000 metri di quota sono venuti quasi 4.000 metri di dislivello in 115 km (escludendo i piani iniziale e finale), roba da Valtellina.
Muri a parte, salendo verso Velo Veronese dopo San Rocco di Piegara ho preso la strada di Porcara e Varalta trovando una variante veramente bella. Praticamente tutto un grande pascolo con in mezzo una serie di strade strette, dure, oggi un po' scivolose.
Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Altro terreno di gioco dove accumulare tanto dislivello, con salite anche cattivelle (seppur brevi), in poco spazio sono i Colli Berici. D'inverno, con inversione termica che lascia sotto la cappa di nebbia solamente i primi 50/100 metri di pianura, diventano una goduria (ricordo giornate ad arrampicare in maglietta a Lumignano, in febbraio), con il plus del panorama verso le Prealpi innevate (se nevica).
- Beppugrillo
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Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Quelli (e i Colli Euganei) chiaramente prima o poi li esplorerò. Da casa Lonigo è a una quarantina di chilometri, però per spingermi in quella direzione attraverso un piattone in cui non vedo il profilo delle montagne all'orizzonte ci vuole più coraggio che per iniziare il Mortiroloaleph ha scritto: ↑lunedì 25 novembre 2024, 10:03 Altro terreno di gioco dove accumulare tanto dislivello, con salite anche cattivelle (seppur brevi), in poco spazio sono i Colli Berici. D'inverno, con inversione termica che lascia sotto la cappa di nebbia solamente i primi 50/100 metri di pianura, diventano una goduria (ricordo giornate ad arrampicare in maglietta a Lumignano, in febbraio), con il plus del panorama verso le Prealpi innevate (se nevica).
Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
C'è sempre l'opzione treno comunque, le volte che ho pedalato tra Verona e Vicenza, ho sempre seguito un percorso ciclistico segnalato che si tiene ai piedi dei Lessini (evitando la pianura) che ti conduce al paese di Brendola, da dove puoi iniziare ad affrontare le salite beriche.
Ciao
- Beppugrillo
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- Iscritto il: martedì 4 settembre 2018, 6:41
Re: [2024] - Qui i nostri chilometri in bicicletta
Altro giro altri muri, stavolta però mi hanno distrutto la schiena (e tutto il resto, sono distrutto come poche altre volte, ho mangiato praticamente tutto quello che c'era in frigo per rimanere in piedi).
Primo muro San Cassiano da Mezzane di Sotto, 1,9 km al 10%, non un muro vero e proprio ma incredibilmente bella come salita, tra vigne e ulivi, già c'era il sole, colori autunnali accesi, davvero bella. Poi Castello da San Giovanni Ilarione, 1,13 km al 10,4%, anche qui bellissimo contesto, è l'inizio di una salita più lunga che dopo questo muro iniziale ha una serie di scaliscendi molto ostici. Quindi il mostro che inizia da Chiampo e si conclude su una strada poco più a sud di Nogarole, nel nulla. Sono 2,78 km al 11,1%, ma non rende del tutto perché è spessissimo sopra il 15%, pure in curva in certi casi, che è una roba che dà problemi pure a stare in equilibrio. Dopo Chiampo ho preso una serie di strade secondarie nella zona di Selva di Trissino dove ho beccato, tra le altre cose, un altro muro di 1 km al 12% (proprio in cima, giusto per renderlo più difficile). La salita di Alberomato di 4,02 km al 8,9% nel contesto di oggi è sembrata quasi facile, idem Castelvero (2,7 km al 9% prima di un lungo tratto più facile). In fondo invece il peggiore in assoluto, la corta da Mezzane di Sotto a Castagné da 2,4 km al 12,5%. Su questo mi sono anche fermato a metà. Un giro quasi tutto così è troppo, specie a novembre
Primo muro San Cassiano da Mezzane di Sotto, 1,9 km al 10%, non un muro vero e proprio ma incredibilmente bella come salita, tra vigne e ulivi, già c'era il sole, colori autunnali accesi, davvero bella. Poi Castello da San Giovanni Ilarione, 1,13 km al 10,4%, anche qui bellissimo contesto, è l'inizio di una salita più lunga che dopo questo muro iniziale ha una serie di scaliscendi molto ostici. Quindi il mostro che inizia da Chiampo e si conclude su una strada poco più a sud di Nogarole, nel nulla. Sono 2,78 km al 11,1%, ma non rende del tutto perché è spessissimo sopra il 15%, pure in curva in certi casi, che è una roba che dà problemi pure a stare in equilibrio. Dopo Chiampo ho preso una serie di strade secondarie nella zona di Selva di Trissino dove ho beccato, tra le altre cose, un altro muro di 1 km al 12% (proprio in cima, giusto per renderlo più difficile). La salita di Alberomato di 4,02 km al 8,9% nel contesto di oggi è sembrata quasi facile, idem Castelvero (2,7 km al 9% prima di un lungo tratto più facile). In fondo invece il peggiore in assoluto, la corta da Mezzane di Sotto a Castagné da 2,4 km al 12,5%. Su questo mi sono anche fermato a metà. Un giro quasi tutto così è troppo, specie a novembre