Alanford ha scritto:Non vuoi essere accusato di sessismo e poi mi scrivi queste cose
marc ha scritto: rimpiango i programmi dei Mondiali anni Novanta, quando le uniche prove femminili in calendario erano inseguimento ind e velocità ind.
Si capisce già tutto...meno gare femminili si vedono e meglio stai
marc ha scritto: non capisco perchè la "parità di genere" a livello di esposizione mediatica debba valere solo per il ciclismo minore, in cui le ore di programmazione Tv dedicate a maschi e femmine sono identiche. Cosa che non avviene, come ben sappiamo, per il ciclismo su strada.
Verissimo, sarebbe l'ora di pareggiare anche quello su strada
marc ha scritto: Un programma della sessione serale più snello, magari mettendo alcune finali femminili nella sessione pomeridiana, garantirebbe una fruizione più comoda.
Va bene, snelliamo il programma serale. Mettiamo anche qualche finale maschile il pomeriggio, giusto?
marc ha scritto:Sempre a proposito di presunte "parità di genere" trovo che sull'Americana femminile, prima di vedere qualcosa di tecnicamente accettabile, dovranno passare ancora diversi anni. Spero di non essere accusato di sessismo (accusa che rispedirei subito al mittente) se dico che questa disciplina mi pare poco adatta alle donne per ragioni fisiologiche
Qui ti sei salvato in corner

...perchè te lo assicuro, quel "ragioni fisiologiche" mi ha fatto accapponare la pelle!
Caro marc, la tua idiosincrasia verso le donne è patologica, ma del resto......nessuno è perfetto (cit.)!

Alanford dalle faccine capisco che non c'è ostilità in quello che dici, a parte il riferimento alla patologia che prendo sullo scherzo. La mia è solo una preferenza. Non essendo appassionato di ciclismo femminile gradivo maggiormente i programmi dei mondiali anni Novanta, che non significa vivaiddio rimpiangere l'Alabama degli anni Cinquanta o la Germania degli anni Trenta (vade retro Saragat). A meno che si debba dedurre che negli anni Novanta l'UCI fosse l'avanguardia retriva del sessismo.
Il programma così ricco sfavorisce la fruizione televisiva persino sulle Tv tematiche, tant'è che chi guardava la tv si è perso il Mondiale della corsa a punti e altro se non ricordo male. Del resto 3 ore e mezza di diretta per la sessione serale sono oggettivamente difficilmente sostenibili per un palinsesto. La mia preferenza va al ciclismo maschile, quindi in cuor mio preferirei vedere gare maschili. Tutto qui. Preferenza che ritengo legittima. Questo non significa dover tornare indietro e cancellare le prove femminili, ma eventualmente rimodulare il programma (a proposito di finali maschili, mi pare che lo scorso anno il chilometro fu fatto in sessione pomeridiana senza diretta tv, per dire)
Quello che dici sul ciclismo su strada femminile è appunto una battuta, una pia illusione. Un auspicio legittimo, per carità. Ma sai benissimo che non può essere così. Io mi limito a mettere in luce questa ipocrisia di fondo. Non tua, che segui il ciclismo femminile. Ma di chi non lo segue e però reclama spazi teorici per una disciplina a cui in realtà è sostanzialmente disinteressato.
Dove c'è il business (ciclismo su strada) è accettabile la disparità di trattamento mediatico? E dove il business non c'è (ciclismo su pista) diventa inaccettabile persino ipotizzare programmazioni diverse? Bizzarro.
La prossima volta per il Giro delle Fiandre su 3 ore di programmazione ne facciamo 1.30 per le donne e 1.30 per gli uomini. Poi ne riparliamo
Sull'Americana non mi sono affatto salvato in corner: per ragioni fisiologiche intendo appunto l'efficacia, in proporzione, del gesto tecnico. Non vedo a cos'altro avrei potuto riferirmi. Ripeto, dei dubbi in questo senso ci saranno pur stati se questa disciplina per le donne è stata introdotta solo nel 2016.
perché per me il ciclismo non è ancora una passione onanistica, ma è un pezzo di cultura popolare e familiare.