Sì, l'ho letto e non lo condivido, ti sta bene? Sennò sticazzi. Ma che è sta roba di rinfacciare agli altri di non aver letto ciò che hai scritto?sceriffo ha scritto: ↑venerdì 9 luglio 2021, 21:53Non esattamente. Viviani, Ganna, Consonni sono corridori molto ben pagati. I primi successi prestigiosi li hanno ottenuti in pista. Ovvio che stiamo parlando di Nazionale e di crescere un gruppo per Mondiali e Olimpiadi, mica di miciomicio baubau. Ma hai letto quello che ho scritto?cassius ha scritto: ↑venerdì 9 luglio 2021, 20:16Ecco, la pista non è la strada.sceriffo ha scritto: ↑venerdì 9 luglio 2021, 19:13 Non si va per fare esperienza ma talvolta è necessario ricostruire il gruppo. Dopo Martinello e Villa, per esempio, deserto dei tartari. Lo stesso Villa, oggi CT ha rifondato il movimento partendo da Viviani. Oggi abbiamo un quartetto che può andare a medaglia, Ganna idem, è pluricampione del mondo. Certo, la pista non è la strada, ma non è poi tanto sbagliato quello di ricostruire un gruppo anche si stradisti, magari per raccogliere nel 2024. Così verrà fatto dopo Tokyo per quanto riguarda le discipline della velocità
Nella pista o vai in Nazionale o a una certa realizzi che non ne vale la pena, anche economicamente, e vai a fare altro nella vita.
I tre pistard che citi corrono su strada nel WT e questa è esattamente la situazione che diversi suiveurs della pista hanno ben evidenziato qui: in Italia puoi fare strada e pista (rigorosamente in quest'ordine di priorità) ma è molto difficile fare solo pista, come nel caso di chi fa velocità. Per avere dei pistard da velocità ci vorrebbero corpi militari che investono e una nazionale che crea un gruppo più o meno fisso con cui affrontare i vari appuntamenti. Appuntamenti che sono molto più numerosi rispetto alla nazionale su strada e in proporzione molto più importanti
Questo è il punto dirimente: non esiste l'idea di un "gruppo di giovani da ricostruire" quando la nazionale corre 2 o 3 volte all'anno su strada! E aggiungici che mentre le piste sono tutte piane e fatte di parquet, quindi non c'è il pistard adatto a Manchester e quello adatto a Parigi, i Mondiali/Olimpiadi/Europei hanno ogni volta percorsi che richiedono corridori di caratteristiche diverse. Dopodiché è chiaro che in ogni epoca, il ct pescherà più o meno da un certo bacino e cioè dai migliori professionisti italiani dell'epoca più qualcuno che fa exploit stagionali. Ecco perché il discorso "giovani per ricostruire la nazionale" nel ciclismo su strada non ha senso.