Io l'ho fatto pure : in pullman
Caro, i quozienti difficoltà sono quelli, per quanto valgono, ovvio che sì intende anche con il Telegraphe.
Di certo il Galibier è una gran salita, lo Stelvio un pelo più duro, il primo anche più lungo.
Ma sull'insistenza con il fondo : i corridori sono forti , i migliori del mondo, capaci di sfiorare i trentacinque in poco più di quattro ore all'alpe d'Huez (penso alla prossima da Briancon), tappa di montagna al meglio della catena francese , e di fare i trenta se la tappa la si allunga di altri cinquanta km.
Se fanno il Moncenisio (altra lunghissima) e la Croix de Fer, invece che il Galibier più avvicinabile, passeggiano sulla prima e cominciano le danze dalla seconda.
La tappa di Cancano aveva cento km dalla vetta del Castrin alla cima dello Stelvio; sono troppi, acido nelle gambe ne tengono al meglio al mondo, un buon amatore è come per me salire ai castelli, e il motore di un protagonista sale sul Terminillo.
Insomma, con quattro tappe da 220km in successione , si arrivano sfiniti , ma si può?
Ne fanno tre al massimo in successione e pace, se fanno 150 km ai trentacinque, hanno dato del serbatoio quello che potevano in duecento ai trentadue.
Noi saliamo tra i dieci e i quindici, e facciamo fatica a inseguire un trenta all'ora per più di cinquanta km ; abbiamo un serbatoio esponenzialmente più modesto dei professionisti, che sono capaci di dare tutto, con quei quattro / cinque km di velocità in più, rispetto al fondo, o a cinquanta km di fondovalle.
I giri di Zomegnan avevano dato il senso di una sterzata a favore del fondo, ma le difficoltà erano aumentate a occhio nudo, quattro dure in successione, più di cinque colli, sempre il versante più duro della salita, i duecento km spesso e volentieri, ed è stato deposto.
Si è ritornati a privilegiare il ritmo, ed in fondo è il miglior modo per non scadere nell'illegalità, perché un conto è affrontare dieci salite di una successione montuosa, diciamo alla terza settimana, un conto farne venti come il milanese (che io ammiro) ci proponeva.
Chiudo dicendo che scelgono percorsi storici, ma nel sud delle Alpi marittime, salite come la Cayolle lo Champs, con la Bonette, l'Allos, la Lombarda , il Parpaillon ed altre avrebbero di ricorrere a una mano decisamente più calcata, al pari del meglio dell'Italia, anche in Francia.
Il giro un pelo più pendenti la tendenza alle tracciature nella storia del nostro paese, la Francia un po' più lunghe.