Krisper ha scritto: ↑martedì 19 aprile 2022, 17:01
Io credo che il problema del Processo sia il linguaggio/contenuti, non il conduttore, anche se questo conta pure.
Negli ultimi anni il Processo è rimasto una chiacchierata il 90% delle volte prevedibile, spesso noiosa.
I momenti migliori sono state le polemiche (es. nella tappa di Asti famosa), ma non ci possono sempre essere polemiche, per fortuna.
La De Stefano ha brio, personalità, scrittura. È la forma del processo in sé il problema, non lei.
Sia RAI sia ES usano un linguaggio vecchio nel racconto, imho.
I veglioni del tritello e la "Sicilia degli Sciascia e dei Guttuso" (cit.) (per dire il racconto a tratti troppo didascalico della RAI) hanno fatto il loro tempo.
Io sono per la terza voce culturale, ma più rapida, più immediata, più tagliente. Camurri, ad esempio, ha questa qualità nelle sue trasmissioni culturali. Per non citare Angela!
Più tattica e dettagli tecnici, oggi Garzelli bravissimo.
Più grafiche ed animazioni se è il caso.
Più scienza dello sport, che interessa a molti.
Sì racconto storico, ma non come parentesi, più integrato, più confronto tra ieri ed oggi.
Una app per interagire con il pubblico con commenti, sondaggi, giochi.
Offrire la possibilità di cambiare prospettiva del racconto, come la possibilità di cambiare l'immagine (gruppo, fuga, go pro in gruppo ed ammiraglie, statistiche), audio (es. Radio corsa, oppure audio radio-Rai).
Cose che erano già possibili durante l'europeo di calcio con la RAI.
La RAI ha donne e uomini in grado di farlo, sulla qualità dei professionisti c'è poco da dire, ma deve avere il coraggio di sperimentare, di rischiare.
Non è facile, il confronto con il Web è impossibile.
Il web può sbagliare 999 volte prima di azzeccare la formula giusta. Non rischia nulla. E se cambiano i gusti, c'è subito un altro al tuo posto.
La TV non può sbagliare, vero, ma la RAI nella sua storia è stata grande quando ha sperimentato, rischiato, rivoluzionato il linguaggio.
Sul versante telecronaca ci sono due versanti: uno è quello di una TV generalista, dove devi mettere d'accordo tutti e non puoi spingere troppo sulla tecnica, sennò la sciura Maria che guarda il giro perché le sembra un po' di viaggiare non capisce un accidente se volesse farlo. O anche il tuo amico Marcello che hai incoraggiato a guardarsi qualche tappa. Dal mio punto di vista, nei momenti di morbida è ottimo un po' di cazzeggio, parlare anche del paesaggio, di qualche vicenda storica anche extra ciclistica, magari qualche aneddoto. Ho apprezzato molto la cronaca a più voci dei primi 180 km di Milano-Sanremo. Certo l'occhio sulla corsa è fondamentale: non tutti seguono dal km 0 o con la piena attenzione perché nel frattempo fanno altro, quindi è utile ricapitolare spesso la formazione dei gruppi, associando ogni atleta alla squadra e ai colori della maglia. Quando la corsa si accende ovviamente le chiacchiere non interessano più nemmeno alla sciura Maria, anzi, è bene spiegare cosa succede e quali sono le conseguenze.
In una cronaca di un canale pay mi aspetto molte meno chiacchiere da bar e più tecnica: molto focus su ciò che accade in corsa, disamina sulle tattiche, mi aspetto che la coppia al commento mi sappia approfondire alcuni dettagli, alcuni aspetti che anche un esperto potrebbe non avere colto. Fermo restando la cronaca della corsa, non è detto che io segua tutto con la massima attenzione, specie se non sta succedendo una cippalippa: se c'è un attacco me lo devi dire e non continuare con la disamina sulla scelta dei rapporti. Un discorso interrotto lo si riprende, basta riassumere brevemente quanto già detto.
Poi c'è un aspetto del racconto del ciclismo che ho già ribadito più volte: si trattano i ciclisti come se fossero dei cinquantenni. Sono 20-30enni, anche Nibali che come ciclista è a fine carriera non ha nemmeno 40 anni. Magari sono cresciuti in fretta, e fanno un lavoro duro che non gli consente di fare una vita così movimentata, ma non sono nemmeno dei Matusalemme. Devi raccontarli per quello che sono, e non biasimarli se fanno qualche cazzata.
Poi io penso che sia molto interessante quello che fa uno come Bas Tietema (che ha il solo difetto di produrre i suoi contenuti in olandese). Guardate i suoi video sul Tour (ci sono i sottotitoli, anche in italiano): sono divertenti, colorati, secondo me possono creare interesse anche in chi non segue ogni corsa. Vedi anche le interazioni con gli altri colleghi, con il clima un po' cameratesco (dato che è tornato professionista quest'anno, altra storia molto interessante).
Secondo me se racconti così i ciclisti, che fuori sono ragazzi normali come tutti, ma che quando salgono in bicicletta diventano eroi capaci di imprese sovrumane, li rendi molto più interessanti. Anzi, li fai diventare fonte di ispirazione per i coetanei, che forse vedranno i ciclisti molto più vicini a loro e non come dei boomer sfigati senza vita sociale.
Ma questo non è credibile se a raccontare e soprattutto a decidere come è un cinquantenne o peggio un sessantenne. Ci vuole un coetaneo, magari qualcuno che s'è ritirato presto per qualche motivo (incluso l'essere una mezza pippa, mica deve essere stato forte) e che per questo conosce bene l'ambiente e ha tanti agganci. Moreno Moser a Eurosport è un passo sulla buona strada, ma è già troppo vecchio, avesse iniziato prima sarebbe stato meglio...
E mi ricollego a quello che dicevo prima, anche la tecnica di ripresa deve essere più coinvolgente: meno patinata e più dinamica. Porca pupazza, i professionisti fanno cose in bici che una persona normale non penserebbe nemmeno che siano possibili e poi la ripresa televisiva delle corse sembra la ripresa di una partita di golf. Si deve dare il senso di velocità (perché a 40 km/h in bici si va follemente veloci), si deve dare emozione inquadrando i volti, anche spettacolarità con le immagini aeree (che un bel paesaggio lo apprezzano tutti), ma anche originalità. Se io vedo il prodotto tour de France in cui hai la solita monotona ripresa del gruppo col teleobiettivo da davanti, dei fuggitivi ripresi da sopra dove si vede solo il casco e una panoramica dalla stratosfera del gruppo appallato... Le telecamerine sulle bici sono un mezzo fiasco (sono 20 anni che ci provano e non hanno preso piede), e allora devi essere più creativo con le moto. Pensare a qualche altro spunto per il racconto.