cycling_chrnicles ha scritto: ↑giovedì 26 maggio 2022, 1:37
barrylyndon ha scritto: ↑giovedì 26 maggio 2022, 1:00
sceriffo ha scritto: ↑giovedì 26 maggio 2022, 0:30
Da un sondaggio informale tra le mie conoscenze, tutti d'accordo che questa edizione è una clamorosa rottura di balls. Lo so non è un dato statistico omogeneo, ma è comunque l'espressione di diversi tipologie di spettatore, l'occasionale, l'appassionato, l'ondivago, il praticante, il divanista, etc
Rifai il sondaggio tra le tue conoscenze e domanda loro quante sono mediamente le tappe in linea divertenti in un Gt riguardo la battaglia tra uomini di alta classifica.
Tour 2020?
Vuelta 2020?
Giro 2020?
Tour 2021?
Giro2021?
Vuelta 2021?
Intanto nel giro attuale abbiamo avuto la tappa di Torino che da sola vale 3 tappe di montagna alla Vuelta e al Tour..
Eh sì, Torino da sola vale Le Grand-Bornand + Lagos de Covadonga + Mos
Lasciando da parte la puzzetta conclusiva, se ci pensi però il buon Barry ha instradato il discorso sui binari giusti (abbiamo affrontato l'argomento in passato).
La verità è che i Grandi Giri sono diventati una costituzionale rottura di palle. Che poi, vabbè, Barry lo ammette implicitamente facendoti fare l'esercizietto di trovare tappe divertenti negli ultimi 6 Gt (cercale -> ne trovi poche -> semplicemente perché non ci sono -> i giri hanno pochissime tappe divertenti -> i giri non sono divertenti -> i giri sono una rottura di palle).
E se torniamo indietro, estendendo il discorso a qualcosa in più di 6 edizioni, il dato dei grandi giri brutti, con scarsa battaglia, è ancora più evidente sul campione allargato.
Ci sono tre fattori su cui ragionare:
1) è successo qualcosa che li ha resi così brutti. Cosa? Vabbè lo sappiamo.
2) il principale aiuto che possiamo fornire alla situazione è ammettere che "Houston, abbiamo un problema". L'idolo degli storytellers Guarnieri che mi fa la concione su Twitter non aiuta in tal senso.
A tal proposito manifesto la mia grande soddisfazione per il forte dissenso che sto leggendo su questo forum rispetto lo spettacolo propinatoci da ciclisti e organizzatori. C'è speranza per questo mondo.
3) occorre, in ogni caso, dati (watt e non solo) alla mano, saper distinguere tra spettacolo noioso ma di qualità e spettacolo noioso e peraltro scadente.
Il Tour 2020 è stato una noia mortale, nobilitato da un'impresa epica (a crono, lol!). Ma gli interpreti e le prestazioni erano di qualità assoluta.
Il Giro 2021 non è stato certo il massimo ma ha visto un campione non perdere occasione di dimostrare di essere più forte degli altri e, quando non lo è stato più, quella che fino a quel momento sembrava una ciurma di comprimari ha trovato voglia, idee, volontà e soprattutto watt per attaccarlo.
In questa edizione ai problemi strutturali che affliggono le corse di tre settimane si accompagna una penuria qualitativa del parterre di protagonisti che mi pare potersi collocare sul piano dell'evidenza.
Carapaz, che avrebbe dovuto essere il regolatore del livello, lo sta regolando verso il basso.
Pozzovivo, Nibali e Valverde tra i protagonisti, con il massimo rispetto, è elemento su cui non si può non ragionare (in un contesto in cui se hai 34 anni e mezzo questa corsa non la vinci da tipo sessantacinque anni).
Landa che non stacca Poels in salita è segnale di un problema.
Vero che ci sono stati wattaggi decenti su ultime salite di tappe dure, ma si vuole ignorare che si è andati al pascolo prima?
Non soccorre neppure lo scenario tattico, che è di una piattezza sconcertante, con Bora e Bahrein che non son riuscite a variare nulla sullo spartito (con l'aggravante, per i tedeschi, di aver fatto tutto benissimo per rimanere in schiacciante superiorità numerica per mettersi a fare trenino).
Non serve l'occhio di falco per vedere queste cose, serve solo scrostarsi la paura di dire che una corsa è brutta e che il suo livello è così così.
Pensate che io abbia paura di dire che al Tour 2020 me le sono frantumate? Non ne ho, perché non ho ideologie, né miti da difendere.
Però al Tour 2020 c'era un autentico generale in corsa, Roglic, così potente da potersi crogiolare nella sua potenza. E la sua truppa trasudava potenza, a sua volta. Abbiamo assistito al dominio di gente che dava l'impressione di poter giocare coi watt, che ha imposto sulla corsa un controllo asfissiante. Spettacolo ammazzato per troppa potenza.
Poi è arrivato l'angelo del Signore e ha sconfitto da solo l'intera armata e gli amanuensi hanno dovuto prendere inchiostro e calamaio per aggiornare le pagine della Bibbia ciclistica.
Una rottura di palle quel Tour 2020, ma metterlo accanto a questo Giro è una roba che, semplicemente, non si può fare in questo mondo.