Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

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Micchan
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

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Winter ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 5:35
Micchan ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 0:50 Si sono fatti un bel volo anche se credo che Sheffield fosse giù perchè è andato ad aiutare Mader
No è caduto
Bardet e altri l han visto cadere
Erano molto preoccupati
Intendevo dire che Sheffield probabilmente non è caduto fino sotto ma si è fermato prima nella sua caduta, poi quando ha visto dove era finito Mader è sceso a piedi per soccorrerlo
Ho visto questa foto dove hanno segnato le frenate, a sinistra credo sia Sheffield che probabilmente ha preso quel paletto ma poi è comunque rimasto più vicino al bordo mentre a destra Mader che è andato molto più dritto
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pietro
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

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Senza parole :rip:


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

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galliano ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 13:59 Mi si è gelato il sangue nelle vene.
Notizia terribile.

Purtroppo il ciclismo è uno sport ad alto rischio e sempre lo sarà,
nei limiti del possibile bisogna lavorare per rallentare le bici e renderle più guidabili, invece si va sempre nella direzione opposta.

Addio Gino
Si va nella direzione di un mezzo sempre più performante ma non sempre questo va di pari passo con la sicurezza, anzi le cadute sono aumentate negli ultimi anni. Penso che gli interessi delle case costruttrici siano per mezzi sempre più costosi e sofisticati, perché così possono sfruttare il mercato dei cicloamatori che sono disposti a spendere cifre da capogiro per avere l'ultimo ritrovato della tecnica.


Poohbook
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da Poohbook »

Immenso dolore e dispiacere per la morte di un ragazzo di 26 anni. Per quanto riguarda la sicurezza credo non si possa fare nulla. Peraltro Mader non era in lotta nè per la classifica e nè per la tappa è stata solo una tragica fatalità, magari non stava nemmeno andando al massimo della velocità. Ayuso e i primi hanno rischiato molto di più. A quelle velocità senza nessuna protezione se cadi è un miracolo se ti fai solo male.


maurofacoltosi
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

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Micchan ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 14:05
Winter ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 5:35
Micchan ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 0:50 Si sono fatti un bel volo anche se credo che Sheffield fosse giù perchè è andato ad aiutare Mader
No è caduto
Bardet e altri l han visto cadere
Erano molto preoccupati
Intendevo dire che Sheffield probabilmente non è caduto fino sotto ma si è fermato prima nella sua caduta, poi quando ha visto dove era finito Mader è sceso a piedi per soccorrerlo
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Sheffiel è caduto perchè ha riportato una commozione cerebrale (a meno che non sia caduto nel soccorrere Mader)


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herbie
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

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gampenpass ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 14:04
Robdin2007 ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 13:58 Molti userano questa tragedia per cercare di portare il ciclismo nell era zwift
Invece bisognerebbe pensare alla sicurezza del mezzo meccanico: la rigidità del telaio, il gonfiaggio degli pneumatici, i freni a disco. Questa credo sia l'unica cosa da fare per diminuire i rischi di incidente in discesa.
Per me le bici che usano in gara sono troppo "spinte", fanno medie esagerate che solo fino a 15-20 anni fa sembravano impossibili, specialmente in pianura.
Le bici di oggi in discesa sono velocissime, e anche molto guidabili , sembrano andare su un binario. Purtroppo questa volta c'erano troppi rettilinei e troppo poche curve e così la velocità era altissima. I pericoli on discesa possono essere ovunque, basta una canalina, una griglia che non vedi, una crepa sulla strada. Agire sulle bici mi pare impossibile, ma il vero problema è la sicurezza in discesa.... col tempo brutto vanno tutti più piano non è quello il problema, è un falso problema il meteo.


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jan80
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da jan80 »

maurofacoltosi ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 14:13
Micchan ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 14:05
Winter ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 5:35
No è caduto
Bardet e altri l han visto cadere
Erano molto preoccupati
Intendevo dire che Sheffield probabilmente non è caduto fino sotto ma si è fermato prima nella sua caduta, poi quando ha visto dove era finito Mader è sceso a piedi per soccorrerlo
Ho visto questa foto dove hanno segnato le frenate, a sinistra credo sia Sheffield che probabilmente ha preso quel paletto ma poi è comunque rimasto più vicino al bordo mentre a destra Mader che è andato molto più dritto
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Sheffiel è caduto perchè ha riportato una commozione cerebrale (a meno che non sia caduto nel soccorrere Mader)
Potrebbe essere che i 2 hanno avuto un contatto??


albopaxo
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da albopaxo »

jan80 ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 14:28
maurofacoltosi ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 14:13
Micchan ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 14:05
Intendevo dire che Sheffield probabilmente non è caduto fino sotto ma si è fermato prima nella sua caduta, poi quando ha visto dove era finito Mader è sceso a piedi per soccorrerlo
Ho visto questa foto dove hanno segnato le frenate, a sinistra credo sia Sheffield che probabilmente ha preso quel paletto ma poi è comunque rimasto più vicino al bordo mentre a destra Mader che è andato molto più dritto
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Sheffiel è caduto perchè ha riportato una commozione cerebrale (a meno che non sia caduto nel soccorrere Mader)
Potrebbe essere che i 2 hanno avuto un contatto??
sono caduti separatamente prima Sheffield e successivamente il povero Mader


Giro 2017: tappe 3 e 18
Giro 2018: tappa 17
Vuelta 2017: tappa 11
Tour de Yorkshire 2018
Tour2020: tappe 3 e 11
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lucks83
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da lucks83 »

Stylus ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 13:24 Reazione a caldo, sono ovviamente dispiaciutissimo, era uno dei più grandi nomi del ciclismo moderno, una gravissima perdita.

Dall'altro lato ho paura segni la pietra tombale su alcuni tipi di percorsi, e quindi la fine di un certo tipo di ciclismo, visto che già più volte si era aperta la polemica su certe discese che sino a 10-15 anni fa si facevano tranquillamente, perché la discesa di ieri non aveva nulla di particolarmente pericoloso, il ciclismo che piaceva a me.
Ciao Stylus, a che discese ti riferisci?
Io penso che si sia trattato di una tragica fatalità.
L'incidente che ti capita nel punto sbagliato al momento sbagliato.
Ricordo bene anche ciò che successe a Weylandt: si girò per controllare chi lo seguiva e andò addosso a un muretto che iniziava proprio in quel punto con il pedale sinistro, venendo sbalzato contro il muro dalla parte opposta e sull'asfalto.
Il passo del Bocco alla fine lo percorrono lo stesso in discesa.
Casartelli è morto nella discesa del primo colle di giornata, in una tappa che ne prevedeva ben 6, in una caduta di gruppo.

Ora, io non so quale possa essere la soluzione, e se c'è una soluzione, a questo problema: le discese sono SEMPRE state pericolose.
Non so nemmeno cosa sia capitato al povero Mader, se abbia avuto un problema meccanico, se abbia commesso un errore di guida, se si sia distratto o se gli abbia attraversato la strada una marmotta (a me è capitato).

Sta di fatto che la soluzione non è piazzare 3 km di pianura alla fine di una discesa e nemmeno una salita dopo: i corridori scenderanno a cannone lo stesso.
Si è già visto in passato: Savoldelli al Fauniera 1999 e giù dal passo Duran nel 2005. Nel primo caso c'era un'altra salita e poi 20 km di pianura, nel secondo si risaliva a Zoldo Alto.
Anche Nibali giù dal Grappa nel 2010 fece una discesa da brividi, nonostante poi mancassero 20 km di pianura per arrivare ad Asolo.
Stesso Giro d'Italia, Arrosto scende a tomba aperta dal mortirolo e la tappa non finisce a Edolo ma risale all'aprica.
Pidcock lo scorso anno fa una discesa da pazzo giù dal Galibier a 100 km dal traguardo.

Al netto di abolire le discese dalle gare ciclistiche, e vedere da ora in poi solo arrivi in salita unipuerto, la soluzione non può essere quella di allontanare una discesa da un traguardo, perché è dimostrato che non cambia nulla.
Forse sarebbe il caso di provare a sensibilizzare i corridori, che a volte prendono dei rischi davvero grandi, facendo capire loro che certi limiti è meglio non avvicinarli.
Le bici di oggi, con i freni a disco, ti portano a osare anche più di quello che le tue abilità consentono, telai sempre più rigidi e reattivi sono sempre più difficili da riprendere in caso di errore di guida.
Per me, è assolutamente necessario fare capire a questi ragazzi che una vittoria di tappa o di un GT è molto importante, ma la salute e la vita lo sono di più.
Quando vedo Ayuso toccare i 105 orari mi vengono i brividi, è necessario intervenire sulla testa dei corridori facendo capire loro che tirare i freni una volta in più non è un disonore, più che cambiare radicalmente i percorsi delle gare.


Erinnerung
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da Erinnerung »

La notizia è terribile..dispiacere immenso.
Anch’io però penso che le frasi di Hansen siano strumentali e fuori luogo…3 Km di pianura non avrebbero cambiato nulla.
Remco lo comprendo, per via dell’episodio personale, ma sarebbe un peccato trasformare ogni tappa di montagna di ogni corsa a tappe in un arrivo in salita. Non avrebbe senso e il ciclismo perderebbe tantissimo in termini di varietà di soluzioni tattiche.

Al di là delle sventure che purtroppo in questo sport possono sempre capitare (e credo che la tragedia di ieri rientri in questa categoria, visto che Mader non stava lottando per le prime posizioni e forse non era neanche a tutta) non si potrebbe fare qualcosa che permetta agli atleti di studiare le discese nei punti cruciali delle tappe un po’ come fanno gli sciatori prima di una discesa libera o un superG?
Magari un tal giorno prima della corsa si chiude la strada e si permette alle squadre interessate di visionare il percorso senza traffico..
Perché il punto è anche questo, se conosci il percorso puoi rischiare di più, se non lo conosci DEVI usare i freni..oppure il rischio è troppo elevato..

Poi naturalmente c’è il discorso sicurezza, sia del mezzo, sia della strada..l’assenza del guardrail nel curvone di fronte allo strapiombo è un altro elemento che mi sembra sia stato decisivo nell’episodio di ieri..


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Micchan
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da Micchan »

maurofacoltosi ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 14:13 Sheffiel è caduto perchè ha riportato una commozione cerebrale (a meno che non sia caduto nel soccorrere Mader)
Oddio non capisco se sono io che ho scritto male o cosa, ripeto ancora
Sheffield è caduto ma non è finito in basso come Mader, era un po' intontito ma niente di grave (tanto che poi è risalito con le sue gambe) e quindi si trovava sotto perchè quando ha visto che Mader era messo male è andato da lui
jan80 ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 14:28 Potrebbe essere che i 2 hanno avuto un contatto??
Sheffield ha detto che ha visto cadere Mader, quindi lui era già caduto e si era già ripreso da poter vedere Mader che cadeva, era probabilmente passato almeno 1 minuto quindi tutti e due sono caduti da soli


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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

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Ho letto varie opinioni che comparano lo sci alpino con il ciclismo...dicendi che in materia di scurezza lo sci e molto piu avanti. Per me una cosa assurda, lo sci e uno sport che si prattica (agonisticamente)in uno spazio molto limitato, un grande tour ha centinaia de kilometri di discese. E poi non e che incidenti gravi non succedono piu anche nello sci.


jumbo
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da jumbo »

Robdin2007 ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 15:34 Ho letto varie opinioni che comparano lo sci alpino con il ciclismo...dicendi che in materia di scurezza lo sci e molto piu avanti. Per me una cosa assurda, lo sci e uno sport che si prattica (agonisticamente)in uno spazio molto limitato, un grande tour ha centinaia de kilometri di discese. E poi non e che incidenti gravi non succedono piu anche nello sci.
Ma sì infatti, non sono minimamente paragonabili.
Una pista da sci si può mettere in sicurezza. 200 km di percorso stradale che chiude mezz'ora prima e riapre subito dopo evidentemente no.


Erinnerung
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

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Robdin2007 ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 15:34 Ho letto varie opinioni che comparano lo sci alpino con il ciclismo...dicendi che in materia di scurezza lo sci e molto piu avanti. Per me una cosa assurda, lo sci e uno sport che si prattica (agonisticamente)in uno spazio molto limitato, un grande tour ha centinaia de kilometri di discese. E poi non e che incidenti gravi non succedono piu anche nello sci.
È vero naturalmente ciò che scrivi, però alla fine le discese potenzialmente pericolose in punti decisivi del percorso sono di solito poche in un GT…

Quest’anno al Giro ricordo:
1) Colle Braida (unica tappa con arrivo dopo discesa..un bel po’ dopo)
2) Croix de Coeur
3) Cibiana
4) discesa del Giau
Queste sono quelle che farei visionare sul posto e studiare bene in video a un mio corridore interessato alla classifica o alla vittoria di una di queste tappe.

Poi l’imprevisto purtroppo è dietro l’angolo, ma sono dell’idea che una giusta e attenta preparazione dovrebbe esserci.
Oggi poi coi simulatori puoi fare di tutto..


Robdin2007
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da Robdin2007 »

E un attimo e perdi il controllo, non c'e simulazione che si compari con il mondo reale, Maeder ho letto ha fatto questa discesa molte volte da quando era nei juniores...la conosceva meglio di qualunque simulazione, basta una foratura e te ne vai a 100 all ora. Di Sheffield si sa cosa e succeso, ha dichiarato qualcosa? Forse c'era qualcosa sull asfalto in quel punto


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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

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Robdin2007 ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 16:07 E un attimo e perdi il controllo, non c'e simulazione che si compari con il mondo reale, Maeder ho letto ha fatto questa discesa molte volte da quando era nei juniores...la conosceva meglio di qualunque simulazione, basta una foratura e te ne vai a 100 all ora. Di Sheffield si sa cosa e succeso, ha dichiarato qualcosa? Forse c'era qualcosa sull asfalto in quel punto
Questa è stata una terribile fatalità.
Probabilmente inevitabile, e hai ragione, tanto più se il corridore conosceva gli ultimi Km.
Ma il discorso che facevo era un po’ più generico, visto che il tema, giustamente, si porrà nel prossimo futuro: come abbassare i rischi legati alle discese senza rinunciare ai percorsi che tutti amiamo?
Il discorso dei 3/5/10 Km di pianura prima dell’arrivo tirato fuori da Hansen non ha senso, ed è del tutto strumentale..
C’è un problema di mezzi, eccessivamente performanti, un problema di protezioni individuali (imbottiture? Sono possibili?), una questione di sicurezza dei percorsi (asfalto, guardrail, meteo) e una questione di preparazione (i corridori studiano con attenzione le discese? Le provano? I video non sostituiscono la strada ma possono servire come memo se uno ha provato la discesa in allenamento!)


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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da jumbo »

Erinnerung ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 16:27
Robdin2007 ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 16:07 E un attimo e perdi il controllo, non c'e simulazione che si compari con il mondo reale, Maeder ho letto ha fatto questa discesa molte volte da quando era nei juniores...la conosceva meglio di qualunque simulazione, basta una foratura e te ne vai a 100 all ora. Di Sheffield si sa cosa e succeso, ha dichiarato qualcosa? Forse c'era qualcosa sull asfalto in quel punto
Questa è stata una terribile fatalità.
Probabilmente inevitabile, e hai ragione, tanto più se il corridore conosceva gli ultimi Km.
Ma il discorso che facevo era un po’ più generico, visto che il tema, giustamente, si porrà nel prossimo futuro: come abbassare i rischi legati alle discese senza rinunciare ai percorsi che tutti amiamo?
Il discorso dei 3/5/10 Km di pianura prima dell’arrivo tirato fuori da Hansen non ha senso, ed è del tutto strumentale..
C’è un problema di mezzi, eccessivamente performanti, un problema di protezioni individuali (imbottiture? Sono possibili?), una questione di sicurezza dei percorsi (asfalto, guardrail, meteo) e una questione di preparazione (i corridori studiano con attenzione le discese? Le provano? I video non sostituiscono la strada ma possono servire come memo se uno ha provato la discesa in allenamento!)
Weylandt era nelle retrovie sul Bocco e anche Mader ieri non si stava certamente giocando la tappa.
E' stata una fatalità, qualunque sia stata la causa specifica.

Se vogliamo abolire la possibilità che accadano queste cose, bisogna abolire il ciclismo su strada, o quasi.


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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

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jumbo ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 16:33
Erinnerung ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 16:27
Robdin2007 ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 16:07 E un attimo e perdi il controllo, non c'e simulazione che si compari con il mondo reale, Maeder ho letto ha fatto questa discesa molte volte da quando era nei juniores...la conosceva meglio di qualunque simulazione, basta una foratura e te ne vai a 100 all ora. Di Sheffield si sa cosa e succeso, ha dichiarato qualcosa? Forse c'era qualcosa sull asfalto in quel punto
Questa è stata una terribile fatalità.
Probabilmente inevitabile, e hai ragione, tanto più se il corridore conosceva gli ultimi Km.
Ma il discorso che facevo era un po’ più generico, visto che il tema, giustamente, si porrà nel prossimo futuro: come abbassare i rischi legati alle discese senza rinunciare ai percorsi che tutti amiamo?
Il discorso dei 3/5/10 Km di pianura prima dell’arrivo tirato fuori da Hansen non ha senso, ed è del tutto strumentale..
C’è un problema di mezzi, eccessivamente performanti, un problema di protezioni individuali (imbottiture? Sono possibili?), una questione di sicurezza dei percorsi (asfalto, guardrail, meteo) e una questione di preparazione (i corridori studiano con attenzione le discese? Le provano? I video non sostituiscono la strada ma possono servire come memo se uno ha provato la discesa in allenamento!)
Weylandt era nelle retrovie sul Bocco e anche Mader ieri non si stava certamente giocando la tappa.
E' stata una fatalità, qualunque sia stata la causa specifica.

Se vogliamo abolire la possibilità che accadano queste cose, bisogna abolire il ciclismo su strada, o quasi.
Parlavo di abbassare il rischio, non di eliminarlo, ovviamente.
La discussione si può facilmente troncare con “questo è il ciclismo, inutile cambiare, prendere o lasciare”, oppure cercare di capire se ci sono delle falle o dei punti critici su cui si può intervenire per migliorare.
Forse il discorso è prematuro, e me ne scuso (sto guardando l’arrivo della tappa del Tour de Suisse ed è molto toccante), ma visto che Hansen sventolava ieri un nuovo regolamento che sta approntando in tema di sicurezza indirizzato agli organizzatori (e un po’ tremo all’idea di sapere cosa ci scriverà) , mi sembravano spunti interessanti…


jumbo
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

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Io onestamente faccio fatica a pensare a possibili soluzioni per un ciclista che scende "nudo" da una strada che normalmente dovrebbe garantire una sicurezza maggiore di quella necessaria per un ciclista, visto che vi passano delle auto e dei camion.


Eshnar
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

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jumbo ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 16:33
Erinnerung ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 16:27
Robdin2007 ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 16:07 E un attimo e perdi il controllo, non c'e simulazione che si compari con il mondo reale, Maeder ho letto ha fatto questa discesa molte volte da quando era nei juniores...la conosceva meglio di qualunque simulazione, basta una foratura e te ne vai a 100 all ora. Di Sheffield si sa cosa e succeso, ha dichiarato qualcosa? Forse c'era qualcosa sull asfalto in quel punto
Questa è stata una terribile fatalità.
Probabilmente inevitabile, e hai ragione, tanto più se il corridore conosceva gli ultimi Km.
Ma il discorso che facevo era un po’ più generico, visto che il tema, giustamente, si porrà nel prossimo futuro: come abbassare i rischi legati alle discese senza rinunciare ai percorsi che tutti amiamo?
Il discorso dei 3/5/10 Km di pianura prima dell’arrivo tirato fuori da Hansen non ha senso, ed è del tutto strumentale..
C’è un problema di mezzi, eccessivamente performanti, un problema di protezioni individuali (imbottiture? Sono possibili?), una questione di sicurezza dei percorsi (asfalto, guardrail, meteo) e una questione di preparazione (i corridori studiano con attenzione le discese? Le provano? I video non sostituiscono la strada ma possono servire come memo se uno ha provato la discesa in allenamento!)
Weylandt era nelle retrovie sul Bocco e anche Mader ieri non si stava certamente giocando la tappa.
E' stata una fatalità, qualunque sia stata la causa specifica.

Se vogliamo abolire la possibilità che accadano queste cose, bisogna abolire il ciclismo su strada, o quasi.
a costo di sembrare pazzo, mi ricordo chiaramente che Weylandt fosse davanti nel gruppo e stesse cercando di forzare, infatti una delle teorie che circolavano e' che si fosse girato per vedere se aveva un distacco. Conta poco in ogni caso.

Rip Gino.


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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da Gaul »

Nell’automobilismo , dove fino a 40 anni fa morivano fior di campioni,dopo la morte di Senna sono intervenuti pesantemente su sicurezza dell’auto e dei circuiti.
Nel ciclismo sul mezzo non si può intervenire, restano i percorsi ( guardrail, reti di protezione nei curvoni come nello sci) e l’abbigliamento visto che il casco non è decisivo.
La morte di Mader è un duro colpo per il ciclismo, e credo che bisognerebbe intervenire per migliorare la sicurezza,


pietro
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

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Eshnar ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 17:13
jumbo ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 16:33
Erinnerung ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 16:27

Questa è stata una terribile fatalità.
Probabilmente inevitabile, e hai ragione, tanto più se il corridore conosceva gli ultimi Km.
Ma il discorso che facevo era un po’ più generico, visto che il tema, giustamente, si porrà nel prossimo futuro: come abbassare i rischi legati alle discese senza rinunciare ai percorsi che tutti amiamo?
Il discorso dei 3/5/10 Km di pianura prima dell’arrivo tirato fuori da Hansen non ha senso, ed è del tutto strumentale..
C’è un problema di mezzi, eccessivamente performanti, un problema di protezioni individuali (imbottiture? Sono possibili?), una questione di sicurezza dei percorsi (asfalto, guardrail, meteo) e una questione di preparazione (i corridori studiano con attenzione le discese? Le provano? I video non sostituiscono la strada ma possono servire come memo se uno ha provato la discesa in allenamento!)
Weylandt era nelle retrovie sul Bocco e anche Mader ieri non si stava certamente giocando la tappa.
E' stata una fatalità, qualunque sia stata la causa specifica.

Se vogliamo abolire la possibilità che accadano queste cose, bisogna abolire il ciclismo su strada, o quasi.
a costo di sembrare pazzo, mi ricordo chiaramente che Weylandt fosse davanti nel gruppo e stesse cercando di forzare, infatti una delle teorie che circolavano e' che si fosse girato per vedere se aveva un distacco. Conta poco in ogni caso.

Rip Gino.
Ma non è vero


pietro ha scritto: mercoledì 7 luglio 2021, 13:46 Continuo a non capire WVA. Era meglio se avesse perso altro tempo per potersi inserire nelle fughe dei prossimi giorni. Soprattutto ora che la Ineos li tiene a portata
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

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Robdin2007 ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 16:07 E un attimo e perdi il controllo, non c'e simulazione che si compari con il mondo reale, Maeder ho letto ha fatto questa discesa molte volte da quando era nei juniores...la conosceva meglio di qualunque simulazione, basta una foratura e te ne vai a 100 all ora. Di Sheffield si sa cosa e succeso, ha dichiarato qualcosa? Forse c'era qualcosa sull asfalto in quel punto
Ho visto il passaggio di Ayuso lì. Dalle immagini si direbbe strada perfetta, era semplicemente una brutta curva (e sbagliandola, si decollava letteralmente).


VINCITORE DEL FANTATOUR 2016 SUL CAMPO: certe fantaclassifiche verranno riscritte...

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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

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pietro ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 17:19
Eshnar ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 17:13
jumbo ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 16:33
Weylandt era nelle retrovie sul Bocco e anche Mader ieri non si stava certamente giocando la tappa.
E' stata una fatalità, qualunque sia stata la causa specifica.

Se vogliamo abolire la possibilità che accadano queste cose, bisogna abolire il ciclismo su strada, o quasi.
a costo di sembrare pazzo, mi ricordo chiaramente che Weylandt fosse davanti nel gruppo e stesse cercando di forzare, infatti una delle teorie che circolavano e' che si fosse girato per vedere se aveva un distacco. Conta poco in ogni caso.

Rip Gino.
Ma non è vero
e allora niente. Io dico quello che era stato detto. Poi boh


qrier
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da qrier »

Diciamo che se i corridori avessero le tute che usano i motociclisti sarebbero molto più protetti, ma per una corsa di 5 ore sarebbe inverosimile un vestiario del genere. Però può essere che si possa trovare qualche soluzione a metà e renderla obbligatoria così come fatto con il casco.
Circa le bici potrebbero obbligare i corridori ad utilizzare ruote un pò più larghe.

Sono idee lanciate lì, ma penso che il rischio zero è praticamente impossibile.


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udra
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da udra »

Ragazzi, Lambrecht è morto centrando con il fianco una canaletta di scolo cadendo in pianura.
O metti addosso un'armatura a questa gente o più di tanto non puoi fare, a meno di snaturare questo sport.


albopaxo
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da albopaxo »

race is dangerous
questo è quello che c'è scritto sui biglietti delle gare automobilistiche e motociclistiche...
la possibilità di farti male in moto è decisamente molto più alta di quella in macchina (hai una scocca che ti protegge)
negli ultimi 20 anni quanti piloti di formula sono morti e quanti di motociclismo? se non ricordo male 2 contro più di 20

alla fine la bici è una moto senza motore... o meglio la moto è l'evoluzione dellabici
puoi mettere tutte le protezioni possibili ma avrai sempre un rischi alto che ti capiti qualcosa...

in questo caso fai lo stesso errore 5m prima o dopo cadi e non ti fai quasi nulla


Giro 2017: tappe 3 e 18
Giro 2018: tappa 17
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Dr. Solma Di Cormano
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da Dr. Solma Di Cormano »

Gaul ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 17:15 Nell’automobilismo , dove fino a 40 anni fa morivano fior di campioni,dopo la morte di Senna sono intervenuti pesantemente su sicurezza dell’auto e dei circuiti.
Nel ciclismo sul mezzo non si può intervenire, restano i percorsi ( guardrail, reti di protezione nei curvoni come nello sci) e l’abbigliamento visto che il casco non è decisivo.
La morte di Mader è un duro colpo per il ciclismo, e credo che bisognerebbe intervenire per migliorare la sicurezza,
Sarà che dalla mia ho una tara mentale orientata alla prevenzione, ma il mio pensiero è che ragionamenti come "fatalità" "non è possibile fare niente senza snaturare questo sport" non vadano nella direzione corretta. Chi di dovere deve rimboccarsi le maniche e pensare a soluzioni per migliorare la situazione. Sono riusciti in F1, sono riusciti nel motociclismo, qualcosa dobbiamo provare a fare anche noi, lavorando su tutti i fronti (sicurezza dei mezzi, dei percorsi). Anche quella di Senna sarebbe potuta essere declassata a "fatalità" (quando mai era successo che una protezione rompendosi entrasse nel casco del pilota?), però, casualmente, da allora non è più accaduto.


In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. La società dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia. Invece accetta la follia come parte della ragione, la fa diventare ragione attraverso una scienza che si incarica di eliminarla.
herbie
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da herbie »

Dr. Solma Di Cormano ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 18:01
Gaul ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 17:15 Nell’automobilismo , dove fino a 40 anni fa morivano fior di campioni,dopo la morte di Senna sono intervenuti pesantemente su sicurezza dell’auto e dei circuiti.
Nel ciclismo sul mezzo non si può intervenire, restano i percorsi ( guardrail, reti di protezione nei curvoni come nello sci) e l’abbigliamento visto che il casco non è decisivo.
La morte di Mader è un duro colpo per il ciclismo, e credo che bisognerebbe intervenire per migliorare la sicurezza,
Sarà che dalla mia ho una tara mentale orientata alla prevenzione, ma il mio pensiero è che ragionamenti come "fatalità" "non è possibile fare niente senza snaturare questo sport" non vadano nella direzione corretta. Chi di dovere deve rimboccarsi le maniche e pensare a soluzioni per migliorare la situazione. Sono riusciti in F1, sono riusciti nel motociclismo, qualcosa dobbiamo provare a fare anche noi, lavorando su tutti i fronti (sicurezza dei mezzi, dei percorsi). Anche quella di Senna sarebbe potuta essere declassata a "fatalità" (quando mai era successo che una protezione rompendosi entrasse nel casco del pilota?), però, casualmente, da allora non è più accaduto.
le bici di oggi sono più veloci sicuramente, ma anche più sicure, perchè non hanno alcuna vibrazione e sono maneggevolissime, ottimamente guidabili e stabili.

Incidenti così gravi non a caso avvengono soprattutto su tratti quasi rettilinei e quindi molto veloci, più difficilmente scendendo da strade tecnicamente difficili e piene di curve.
Come in ogni cosa, il pericolo sta nella velocità.

Ora, oggi tutti i corridori hanno il tachimetro GPS, però. Dunque mi pare che un regolamento, che obblighi i corridori a scaricare i dati GPS della tappa presso la direzione di corsa si possa fare.
Questo non è per colpevolizzare i corridori, ma credo che un limite di velocità con una tolleranza del 5% si possa mettere.
Funzionerebbe così: io credo che per un corridore professionista una velocità massima che dia ancora, sebbene già rischiosa, un margine di sicurezza possa stare tra i 70 e gli 80 km/h. Da stabilire quale, in questo range. Le discese selettive, ovvero quelle con molte curve , tecniche non verrebero snaturate, perchè su quelle discese si scende un po' più piano. Questo limite di velocità servirebbe ad evitare che su drittoni come quello di ieri, che esistono su molte salite delle alpi centrali, sopra i 2000 metri dove la conformazione orografica lo permette, si tocchino velocità improponibili per una bicicletta, discese che non sono poi nemmeno selettive o premianti chi ha ottima tecnica di guida, essendo solo veloci.

Alla fine della tappa i GPS di tutti i corridori vengono inviati alla direzione di corsa dove un programma ad hoc, che credo sia molto semplice da realizzare, vede se qualche corridore ha tenuto una velocità superiore ai poniamo 75 per più del 5% di ciascuna discesa. Per dire, se su una discesa di 20 km. il corridore ha tenuto i 76 per complessivamente più di un chilometro, oppure se ha superato la velocità limite anche per pochi metri di un tot, poniamo 5 km. all'ora. La giuria poi valuta, a seconda dei dati raccolti (qualche volta può sballare il GPS e segnarti 150 all'ora per qualche centinaio di metri, ma lì è chiaro che si tratta di un errore) , se è il caso di squalificare il corridore o no, magari agendo con una certa tolleranza.
Il corridore in cima alla salita mette il GPS su una pagina con il valore della velocità a tutto schermo e tiene d'occhio di non superare i 75 perchè sa che rischia la squalifica , anche se un piccolo margine di tolleranza se lo può permettere. Poi il corridore la velocità la "sente", non credo che su una discesa del Gavia, poniamo, stretta e piena di curve, il corridore abbia bisogno di guardare continuamente la velocità, tanto difficilmente la supera.

Così, una proposta.

In questo modo sarebbero un po' penalizzati i corridori degli ultimi gruppi, che proprio su discese fatte più forte di quelli davanti contano per guadagnare sul tempo massimo. Credo che si prendano molti rischi, e direi che forse è meglio avere 20 corridori in più fuori tempo massimo, ma velocità più sicure.
Ultima modifica di herbie il venerdì 16 giugno 2023, 18:36, modificato 4 volte in totale.


miguelon
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da miguelon »

La discesa dell'Albula dal versante Engadinese la conosco molto bene perché abito non troppo lontano. Ieri sono stato a vedere la tappa e avevo deciso di scendere e vedere i corridori in discesa anche perché in cima c'era vento. Ieri il vento in discesa era a favore tant'è che senza voler scendere forte ho sfiorato i 100 km/h. La curva della caduta di Gino, può portarti facilmente fuori strada, non ha un raggio regolare e di colpo chiude e si arriva molto veloci dopo un rettilineo ripido. Col senno di poi (considerando che la discesa e l'arrivo di tappa a La-Punt è un classico del TDS) una qualche protezione o qualcuno a segnalare come fatto prima dei tornanti più a valle andava messo.
Quando ho visto l'elisoccorso ho pensato ad una caduta ma certo non immaginavo quanto successo.

Sono infinitamente triste e dispiaciuto per l'accaduto, ciao Gino (RIP).


Theakston
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da Theakston »

Gaul ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 17:15 Nell’automobilismo , dove fino a 40 anni fa morivano fior di campioni,dopo la morte di Senna sono intervenuti pesantemente su sicurezza dell’auto e dei circuiti.
Nel ciclismo sul mezzo non si può intervenire, restano i percorsi ( guardrail, reti di protezione nei curvoni come nello sci) e l’abbigliamento visto che il casco non è decisivo.
La morte di Mader è un duro colpo per il ciclismo, e credo che bisognerebbe intervenire per migliorare la sicurezza,
Io avevo in mente di scrivere qualcosa del genere stamattina, prima della notizia della morte.
A qualcosa bisogna pensare, non puoi mettere barriere in km e km di percorso, ma si può imporlo in punti più pericolosi o circondati da strapiombi, o maggiori protezioni indosso ai corridori.
L'automobilismo ha fatto molti passi avanti rispetto a decenni fa


Robdin2007
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da Robdin2007 »

Ma i soldi per le soluzioni fantasiose di sicurezza da dove? Non soni tutti RCS o ASO, se imponi soluzioni costose molte corse piu piccole a tappe sparirano... L'unica vera soluziome e farli andare piu piano, ma allora svantaggi i discesisti buoni...e poi voi credete con quelle velocita che si fanno adesso negli sprint prima o poi non ci sara anche li un corridore morto... Scusatemi ma io ho il temore a ogni sprint di questo. C'e troppa velocita insensata nel ciclismo di oggi, i corridori ed i team dovrebbero essere per primi a parlarne


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udra
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da udra »

Come puoi mettere in sicurezza 100+ km di percorso?
Con quali costi, e con quale criterio poi, perché devi coprire alberi anche, i pali della luce, marciapiedi, più tutto ciò che fa parte dell'arredamento urbano.
In formula 1 corrono in circuiti di pochi km, e l'organizzazione è una, qui passi da ASO al comune di vattelapesca e sono molti più i secondi che i primi.
Puoi migliorare l'abbigliamento, mettere airbag come nello sci e nel motociclismo recentemente, ma in bici puoi cadere anche n volte in un giorno, come la gestisci un'eventualità del genere?


jumbo
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da jumbo »

Il mio picco storico di velocità in discesa l'ho toccato scendendo dalla collina di San Colombano al Lambro.
Per dire che non c'è nemmeno bisogno del drittone delle Alpi Retiche per andare veloce.


jumbo
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da jumbo »

Theakston ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 18:34
Gaul ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 17:15 Nell’automobilismo , dove fino a 40 anni fa morivano fior di campioni,dopo la morte di Senna sono intervenuti pesantemente su sicurezza dell’auto e dei circuiti.
Nel ciclismo sul mezzo non si può intervenire, restano i percorsi ( guardrail, reti di protezione nei curvoni come nello sci) e l’abbigliamento visto che il casco non è decisivo.
La morte di Mader è un duro colpo per il ciclismo, e credo che bisognerebbe intervenire per migliorare la sicurezza,
Io avevo in mente di scrivere qualcosa del genere stamattina, prima della notizia della morte.
A qualcosa bisogna pensare, non puoi mettere barriere in km e km di percorso, ma si può imporlo in punti più pericolosi o circondati da strapiombi, o maggiori protezioni indosso ai corridori.
L'automobilismo ha fatto molti passi avanti rispetto a decenni fa
Mader è finito di sotto in un punto dove l'ente che gestisce le strade svizzere, che fa quello di lavoro al contrario di un organizzatore di corse a tappe, non ha ritenuto di dover mettere un guard rail a protezione di auto, moto e bici che passano di lì 5 mesi l'anno (il resto dell'anno è chiuso per neve).

Ogni singolo muretto a lato strada è una potenziale causa di traumi gravi (vedi Froome).

Pensare di proteggere in modo sistematico il percorso di una corsa ciclistica è utopico.


Theakston
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da Theakston »

jumbo ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 18:57
Theakston ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 18:34
Gaul ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 17:15 Nell’automobilismo , dove fino a 40 anni fa morivano fior di campioni,dopo la morte di Senna sono intervenuti pesantemente su sicurezza dell’auto e dei circuiti.
Nel ciclismo sul mezzo non si può intervenire, restano i percorsi ( guardrail, reti di protezione nei curvoni come nello sci) e l’abbigliamento visto che il casco non è decisivo.
La morte di Mader è un duro colpo per il ciclismo, e credo che bisognerebbe intervenire per migliorare la sicurezza,
Io avevo in mente di scrivere qualcosa del genere stamattina, prima della notizia della morte.
A qualcosa bisogna pensare, non puoi mettere barriere in km e km di percorso, ma si può imporlo in punti più pericolosi o circondati da strapiombi, o maggiori protezioni indosso ai corridori.
L'automobilismo ha fatto molti passi avanti rispetto a decenni fa
Mader è finito di sotto in un punto dove l'ente che gestisce le strade svizzere, che fa quello di lavoro al contrario di un organizzatore di corse a tappe, non ha ritenuto di dover mettere un guard rail a protezione di auto, moto e bici che passano di lì 5 mesi l'anno (il resto dell'anno è chiuso per neve).

Ogni singolo muretto a lato strada è una potenziale causa di traumi gravi (vedi Froome).

Pensare di proteggere in modo sistematico il percorso di una corsa ciclistica è utopico.
C'è solo una differenza, che nel normale traffico veicolare vale la regola generale della prudenza e del regolare la velocità in base alle condizioni, magari il limite di velocità basta a garantire una sicurezza accettabile.
In corsa non valgono queste regole e allora si può pensare che in certi punti serva qualche accorgimento diverso rispetto al traffico ordinario


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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da Robdin2007 »

Diventera un terno al loto definire le zone pericolose... per me e utopia
Nello sci le reti sono messe sul intero tracciato di una discesa proprio perche non puoi essere sicuro di niente....la tragedia in ciclismo puo succedere ovunque. Non dico che non si puo intentare nulla ma per me e utopia, air bag si quella puo essere una soluzione per meno rischi ma attenzione il mecanismo delle cadute nel ciclismo non e lo stesso che nello sci


lucks83
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da lucks83 »

Eshnar ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 17:23
pietro ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 17:19
Eshnar ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 17:13
a costo di sembrare pazzo, mi ricordo chiaramente che Weylandt fosse davanti nel gruppo e stesse cercando di forzare, infatti una delle teorie che circolavano e' che si fosse girato per vedere se aveva un distacco. Conta poco in ogni caso.

Rip Gino.
Ma non è vero
e allora niente. Io dico quello che era stato detto. Poi boh
Ho ancora a casa il ritaglio della Gazzetta (colleziono tutti gli articoli relativi ai Giri d'Italia) e posso dire che la ricostruzione dei fatti fu la seguente: Weylandt era in gruppo, non stava attaccando in discesa.
Secondo le testimonianze di chi lo seguiva, commise il fatale errore di voltarsi a vedere chi lo seguiva, forse cercando un compagno di squadra, e andò a sbattere col piede sinistro contro l'inizio di un muretto di protezione, che lo fece letteralmente decollare.
Tra l'altro, il medico che lo soccorse disse che, pure in caso di sopravvivenza, avrebbero dovuto amputargli la gamba, da quanto si era distrutto l'arto nella botta contro il muro.
Scrivo questo solo per spirito d'informazione, senza nessuna polemica.


nurseryman
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da nurseryman »

herbie ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 18:25
Dr. Solma Di Cormano ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 18:01
Gaul ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 17:15 Nell’automobilismo , dove fino a 40 anni fa morivano fior di campioni,dopo la morte di Senna sono intervenuti pesantemente su sicurezza dell’auto e dei circuiti.
Nel ciclismo sul mezzo non si può intervenire, restano i percorsi ( guardrail, reti di protezione nei curvoni come nello sci) e l’abbigliamento visto che il casco non è decisivo.
La morte di Mader è un duro colpo per il ciclismo, e credo che bisognerebbe intervenire per migliorare la sicurezza,
Sarà che dalla mia ho una tara mentale orientata alla prevenzione, ma il mio pensiero è che ragionamenti come "fatalità" "non è possibile fare niente senza snaturare questo sport" non vadano nella direzione corretta. Chi di dovere deve rimboccarsi le maniche e pensare a soluzioni per migliorare la situazione. Sono riusciti in F1, sono riusciti nel motociclismo, qualcosa dobbiamo provare a fare anche noi, lavorando su tutti i fronti (sicurezza dei mezzi, dei percorsi). Anche quella di Senna sarebbe potuta essere declassata a "fatalità" (quando mai era successo che una protezione rompendosi entrasse nel casco del pilota?), però, casualmente, da allora non è più accaduto.
le bici di oggi sono più veloci sicuramente, ma anche più sicure, perchè non hanno alcuna vibrazione e sono maneggevolissime, ottimamente guidabili e stabili.

Incidenti così gravi non a caso avvengono soprattutto su tratti quasi rettilinei e quindi molto veloci, più difficilmente scendendo da strade tecnicamente difficili e piene di curve.
Come in ogni cosa, il pericolo sta nella velocità.

Ora, oggi tutti i corridori hanno il tachimetro GPS, però. Dunque mi pare che un regolamento, che obblighi i corridori a scaricare i dati GPS della tappa presso la direzione di corsa si possa fare.
Questo non è per colpevolizzare i corridori, ma credo che un limite di velocità con una tolleranza del 5% si possa mettere.
Funzionerebbe così: io credo che per un corridore professionista una velocità massima che dia ancora, sebbene già rischiosa, un margine di sicurezza possa stare tra i 70 e gli 80 km/h. Da stabilire quale, in questo range. Le discese selettive, ovvero quelle con molte curve , tecniche non verrebero snaturate, perchè su quelle discese si scende un po' più piano. Questo limite di velocità servirebbe ad evitare che su drittoni come quello di ieri, che esistono su molte salite delle alpi centrali, sopra i 2000 metri dove la conformazione orografica lo permette, si tocchino velocità improponibili per una bicicletta, discese che non sono poi nemmeno selettive o premianti chi ha ottima tecnica di guida, essendo solo veloci.

Alla fine della tappa i GPS di tutti i corridori vengono inviati alla direzione di corsa dove un programma ad hoc, che credo sia molto semplice da realizzare, vede se qualche corridore ha tenuto una velocità superiore ai poniamo 75 per più del 5% di ciascuna discesa. Per dire, se su una discesa di 20 km. il corridore ha tenuto i 76 per complessivamente più di un chilometro, oppure se ha superato la velocità limite anche per pochi metri di un tot, poniamo 5 km. all'ora. La giuria poi valuta, a seconda dei dati raccolti (qualche volta può sballare il GPS e segnarti 150 all'ora per qualche centinaio di metri, ma lì è chiaro che si tratta di un errore) , se è il caso di squalificare il corridore o no, magari agendo con una certa tolleranza.
Il corridore in cima alla salita mette il GPS su una pagina con il valore della velocità a tutto schermo e tiene d'occhio di non superare i 75 perchè sa che rischia la squalifica , anche se un piccolo margine di tolleranza se lo può permettere. Poi il corridore la velocità la "sente", non credo che su una discesa del Gavia, poniamo, stretta e piena di curve, il corridore abbia bisogno di guardare continuamente la velocità, tanto difficilmente la supera.

Così, una proposta.

In questo modo sarebbero un po' penalizzati i corridori degli ultimi gruppi, che proprio su discese fatte più forte di quelli davanti contano per guadagnare sul tempo massimo. Credo che si prendano molti rischi, e direi che forse è meglio avere 20 corridori in più fuori tempo massimo, ma velocità più sicure.
la velocità in discesa negli ultimi anni è aumentata e con essa i rischi per gli atleti
a 105 km orari lo spazio d'arresto è il doppio rispetto a 70 km/h
Io credo sia possibile realizzare dei limitatori di velocita che impediscono il superamento di certi limiti oggettivamente pericolosi
penso che la strada da seguire sia questa
si ridurrebbe il rischi per gli atleti senza d'altra parte incidere sulle capacità di guida dell'atleta in curva

ieri quando ho visto la velocità di ayuso in discesa, ho pensato che era troppo alta e francamente anche prima che si consumasse la tragedia di Gino ero convinto che il movimento ciclistico avrebbe dovuto prendere provvedimenti per limitare certe velocità
paradossalmente se le velocità sono più basse anche le eventuali protezioni da inserire nei punti pericolosi diverrebbero meno onerose e quindi più facilmente implementabili

ingegneristicamente non dovrebbe essere un problema insormontabile
castelli forse potrebbe dirci se lo ritiene un intervento possibile sulle bici attuali


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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da lucks83 »

udra ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 18:43 Come puoi mettere in sicurezza 100+ km di percorso?
Con quali costi, e con quale criterio poi, perché devi coprire alberi anche, i pali della luce, marciapiedi, più tutto ciò che fa parte dell'arredamento urbano.
In formula 1 corrono in circuiti di pochi km, e l'organizzazione è una, qui passi da ASO al comune di vattelapesca e sono molti più i secondi che i primi.
Puoi migliorare l'abbigliamento, mettere airbag come nello sci e nel motociclismo recentemente, ma in bici puoi cadere anche n volte in un giorno, come la gestisci un'eventualità del genere?
Infatti.
Solo lo scorso anno ad Alaphilippe è andata più che bene, con la sua caduta alla Liegi.
Si è schiantato contro un ceppo di un albero al di sotto della strada, solo il caso ha voluto che non abbia avuto conseguenze drammatiche.
A volte proprio non si può prevedere l'imponderabile.


lucks83
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da lucks83 »

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Screenshot_20230616_182224_it.rcs.gazzettaflash_edit_18751749937242.jpg (192.99 KiB) Visto 1185 volte
Forse si poteva mettere una rete o una persona a segnalare quel punto pericoloso, va detto che la sfortuna ci ha visto veramente bene.
Quella valletta in cui è caduto Gino la devi beccare proprio di sfiga, un secondo prima o un secondo dopo, e se esci di strada non ti fai quasi nulla.


trecentobalene
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da trecentobalene »

È morto Gino Mader ,solo a scriverlo mi vengono i brividi.
Sto cominciando a pensare che la vita sia effettivamente una merda .
Sono tifoso di Lui .

Quando ho letto , preghiamo ,la preghiera è l'ultimo rifugio .

Ma la preghiera non è servita.

Da una parte anche io morirò e tutte le mie prossime generazioni .

Willi mi ha detto , è morto un ciclista , e chissenefrega .

Invece a me disturba ,poi uno bello come lui .

La morte arriva ,è inutile fare i ragionieri .
Aveva una faccia diversa dagli altri .Era elegante .

Perché non si muore per caso.
Assolutamente no .

Forse qualcosa lo ha chiamato nel Cielo .

Ma non possiamo noi , continuare a ragionare di cose troppo difficili per la nostra comprensione .

Pensiamo di essere razionali .
Ma non capiamo nulla .

Rimane il lutto ed un ricordo .
Ma davvero questa morte sembra superiore.
Sembra di doverci far capire qualcosa che nemmeno lontanamente riusciamo a capire .


gampenpass
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da gampenpass »

nurseryman ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 20:21
herbie ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 18:25
Dr. Solma Di Cormano ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 18:01

Sarà che dalla mia ho una tara mentale orientata alla prevenzione, ma il mio pensiero è che ragionamenti come "fatalità" "non è possibile fare niente senza snaturare questo sport" non vadano nella direzione corretta. Chi di dovere deve rimboccarsi le maniche e pensare a soluzioni per migliorare la situazione. Sono riusciti in F1, sono riusciti nel motociclismo, qualcosa dobbiamo provare a fare anche noi, lavorando su tutti i fronti (sicurezza dei mezzi, dei percorsi). Anche quella di Senna sarebbe potuta essere declassata a "fatalità" (quando mai era successo che una protezione rompendosi entrasse nel casco del pilota?), però, casualmente, da allora non è più accaduto.
le bici di oggi sono più veloci sicuramente, ma anche più sicure, perchè non hanno alcuna vibrazione e sono maneggevolissime, ottimamente guidabili e stabili.

Incidenti così gravi non a caso avvengono soprattutto su tratti quasi rettilinei e quindi molto veloci, più difficilmente scendendo da strade tecnicamente difficili e piene di curve.
Come in ogni cosa, il pericolo sta nella velocità.

Ora, oggi tutti i corridori hanno il tachimetro GPS, però. Dunque mi pare che un regolamento, che obblighi i corridori a scaricare i dati GPS della tappa presso la direzione di corsa si possa fare.
Questo non è per colpevolizzare i corridori, ma credo che un limite di velocità con una tolleranza del 5% si possa mettere.
Funzionerebbe così: io credo che per un corridore professionista una velocità massima che dia ancora, sebbene già rischiosa, un margine di sicurezza possa stare tra i 70 e gli 80 km/h. Da stabilire quale, in questo range. Le discese selettive, ovvero quelle con molte curve , tecniche non verrebero snaturate, perchè su quelle discese si scende un po' più piano. Questo limite di velocità servirebbe ad evitare che su drittoni come quello di ieri, che esistono su molte salite delle alpi centrali, sopra i 2000 metri dove la conformazione orografica lo permette, si tocchino velocità improponibili per una bicicletta, discese che non sono poi nemmeno selettive o premianti chi ha ottima tecnica di guida, essendo solo veloci.

Alla fine della tappa i GPS di tutti i corridori vengono inviati alla direzione di corsa dove un programma ad hoc, che credo sia molto semplice da realizzare, vede se qualche corridore ha tenuto una velocità superiore ai poniamo 75 per più del 5% di ciascuna discesa. Per dire, se su una discesa di 20 km. il corridore ha tenuto i 76 per complessivamente più di un chilometro, oppure se ha superato la velocità limite anche per pochi metri di un tot, poniamo 5 km. all'ora. La giuria poi valuta, a seconda dei dati raccolti (qualche volta può sballare il GPS e segnarti 150 all'ora per qualche centinaio di metri, ma lì è chiaro che si tratta di un errore) , se è il caso di squalificare il corridore o no, magari agendo con una certa tolleranza.
Il corridore in cima alla salita mette il GPS su una pagina con il valore della velocità a tutto schermo e tiene d'occhio di non superare i 75 perchè sa che rischia la squalifica , anche se un piccolo margine di tolleranza se lo può permettere. Poi il corridore la velocità la "sente", non credo che su una discesa del Gavia, poniamo, stretta e piena di curve, il corridore abbia bisogno di guardare continuamente la velocità, tanto difficilmente la supera.

Così, una proposta.

In questo modo sarebbero un po' penalizzati i corridori degli ultimi gruppi, che proprio su discese fatte più forte di quelli davanti contano per guadagnare sul tempo massimo. Credo che si prendano molti rischi, e direi che forse è meglio avere 20 corridori in più fuori tempo massimo, ma velocità più sicure.
la velocità in discesa negli ultimi anni è aumentata e con essa i rischi per gli atleti
a 105 km orari lo spazio d'arresto è il doppio rispetto a 70 km/h
Io credo sia possibile realizzare dei limitatori di velocita che impediscono il superamento di certi limiti oggettivamente pericolosi
penso che la strada da seguire sia questa
si ridurrebbe il rischi per gli atleti senza d'altra parte incidere sulle capacità di guida dell'atleta in curva

ieri quando ho visto la velocità di ayuso in discesa, ho pensato che era troppo alta e francamente anche prima che si consumasse la tragedia di Gino ero convinto che il movimento ciclistico avrebbe dovuto prendere provvedimenti per limitare certe velocità
paradossalmente se le velocità sono più basse anche le eventuali protezioni da inserire nei punti pericolosi diverrebbero meno onerose e quindi più facilmente implementabili

ingegneristicamente non dovrebbe essere un problema insormontabile
castelli forse potrebbe dirci se lo ritiene un intervento possibile sulle bici attuali
Però so che c'è una discesa dove i corridori possono raggiungere i 115 km/h.
Lo dicevano Cassani e Fondriest, ma non mi ricordo qual è... forse il Fluelapass?


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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da maurofacoltosi »

Micchan ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 14:05
Immagine

Comunque una bella dose di responsabilità c'è l'ha secondo me anche il comune di La Punt oppure l'ANAS elvetica perchè in una curva così esposta doveva esserci il guard rail (che tra l'altro non ho notato in nessun altro punto della strada, a differenza del parallelo Julier Pass)


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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da Robdin2007 »

C'e un video su Blick nel qualle dal livello della strada non pare cosi spaventoso il ripido. Probabilmente si e sbattuto contro il muretto da dove esce l'aqua di quel piccolo torrente. 2 giorni fa non credo qualcono poteva dare importanza.... Sheffield forse chiarira ma sempre sfortuna rimane


Winter
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da Winter »

herbie ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 18:25 Ora, oggi tutti i corridori hanno il tachimetro GPS, però. Dunque mi pare che un regolamento, che obblighi i corridori a scaricare i dati GPS della tappa presso la direzione di corsa si possa fare.
Questo non è per colpevolizzare i corridori, ma credo che un limite di velocità con una tolleranza del 5% si possa mettere.
Funzionerebbe così: io credo che per un corridore professionista una velocità massima che dia ancora, sebbene già rischiosa, un margine di sicurezza possa stare tra i 70 e gli 80 km/h. Da stabilire quale, in questo range. Le discese selettive, ovvero quelle con molte curve , tecniche non verrebero snaturate, perchè su quelle discese si scende un po' più piano. Questo limite di velocità servirebbe ad evitare che su drittoni come quello di ieri, che esistono su molte salite delle alpi centrali, sopra i 2000 metri dove la conformazione orografica lo permette, si tocchino velocità improponibili per una bicicletta, discese che non sono poi nemmeno selettive o premianti chi ha ottima tecnica di guida, essendo solo veloci.

Alla fine della tappa i GPS di tutti i corridori vengono inviati alla direzione di corsa dove un programma ad hoc, che credo sia molto semplice da realizzare, vede se qualche corridore ha tenuto una velocità superiore ai poniamo 75 per più del 5% di ciascuna discesa. Per dire, se su una discesa di 20 km. il corridore ha tenuto i 76 per complessivamente più di un chilometro, oppure se ha superato la velocità limite anche per pochi metri di un tot, poniamo 5 km. all'ora. La giuria poi valuta, a seconda dei dati raccolti (qualche volta può sballare il GPS e segnarti 150 all'ora per qualche centinaio di metri, ma lì è chiaro che si tratta di un errore) , se è il caso di squalificare il corridore o no, magari agendo con una certa tolleranza.
Il corridore in cima alla salita mette il GPS su una pagina con il valore della velocità a tutto schermo e tiene d'occhio di non superare i 75 perchè sa che rischia la squalifica , anche se un piccolo margine di tolleranza se lo può permettere. Poi il corridore la velocità la "sente", non credo che su una discesa del Gavia, poniamo, stretta e piena di curve, il corridore abbia bisogno di guardare continuamente la velocità, tanto difficilmente la supera.

Così, una proposta.

In questo modo sarebbero un po' penalizzati i corridori degli ultimi gruppi, che proprio su discese fatte più forte di quelli davanti contano per guadagnare sul tempo massimo. Credo che si prendano molti rischi, e direi che forse è meglio avere 20 corridori in più fuori tempo massimo, ma velocità più sicure.
Si ma con questa proposta favorisci chi va piano in discesa
Ricordo un'intervista dove Savoldelli raccontava che le discese dove faceva la differenza erano soprattutto quelle con semicurve , rettilinei, strada stretta e tanta velocità
E li dove il falco dava a tutti
La discesa del fauniera per esempio


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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da galliano »

jumbo ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 18:53 Il mio picco storico di velocità in discesa l'ho toccato scendendo dalla collina di San Colombano al Lambro.
Per dire che non c'è nemmeno bisogno del drittone delle Alpi Retiche per andare veloce.
A scendere dalla Marmolada c'è d'aver paura in auto figuriamoci le velocità che si possono raggiungere in bici.


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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da Gaul »

La limitazione di velocità forzata o per regolamento per me non verrebbe mai accettata da corridori che vanno forte in discesa.
A mio parere airbag o imbottiture varie ( da rendere obbligatorie solo in corse /tappe con presenza di discese pericolose, e guardrail , o altre protezioni rimovibili e meno costose tipo reti o balle di paglia,potrebbero migliorare la sicurezza.
Poi che ci possa scappare il morto anche negli sprint non ci piove ma sicuramente è meno probabile.


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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da galliano »

Winter ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 21:20 Si ma con questa proposta favorisci chi va piano in discesa
Ricordo un'intervista dove Savoldelli raccontava che le discese dove faceva la differenza erano soprattutto quelle con semicurve , rettilinei, strada stretta e tanta velocità
E li dove il falco dava a tutti
La discesa del fauniera per esempio
Certo che è così.

È vero che non si può mettere in sicurezza tutto il percorso, è impossibile, però è anche vero che ci sono alcuni.punti chiave nettamente più pericolosi di altri e quelli li conosce bene il comitato organizzatore delle tappe.

La curva incriminata si capiva benissimo dalla discesa di Ayuso che tendeva a mandare il ciclista in una traiettoria al limite, sono sicuro che i ciclamatori della zona ne conoscono la pericolosità.
Quindi impossibile portare il rischio a zero ma forse si può mettere in sicurezza almeno i punti notoriamente più pericolosi.
Poi i casi Lambrecht o Weylandt succederanno sempre e non è possibile far indossare tute imbottite ai ciclisti.
Forse si può sperare in qualche tipo di airbag o protezione per la schiena, tipo quei gusci che si usano in equitazione.


Winter
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Re: Tour de Suisse 2023 (11-18 giugno)

Messaggio da leggere da Winter »

Stylus ha scritto: venerdì 16 giugno 2023, 13:24 Reazione a caldo, sono ovviamente dispiaciutissimo, era uno dei più grandi nomi del ciclismo moderno, una gravissima perdita.

Dall'altro lato ho paura segni la pietra tombale su alcuni tipi di percorsi, e quindi la fine di un certo tipo di ciclismo, visto che già più volte si era aperta la polemica su certe discese che sino a 10-15 anni fa si facevano tranquillamente, perché la discesa di ieri non aveva nulla di particolarmente pericoloso, il ciclismo che piaceva a me.
Temo anch io
E le parole di Hansen.. vanno in quella direzione
In passato quasi tutte le tappe arrivavano discesa
I corridori erano più abituati a farle forte
Adesso raramente


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