Tranchée d'Arenberg ha scritto:
Ragioni bene se si valuta il risultato solo in funzione locale, ovvero rispetto all'elezione dei singoli sindaci. Se alla fine dovessero riportare a casa Milano, Torino e Bologna, sarebbero delle vittorie, ma vittorie locali.
Se invece si guarda a questo voto anche in ottica nazionale, con un occhi al referendum d'ottobre, allora le cose cambiano perchè rispetto ad altre tornate elettorali han perso un sacco di voti. A Napoli, al di là della figura preponderante di De Magistris, non sono stati capaci d'arrivare neanche al ballottaggio. E a Roma ci sono arrivati solo perchè il Centrodestra era spaccato. Tra l'altro Roma era persa in partenza non per un intervento divino ma perchè erano stati bravi a rovinarsi da soli...
Ma sai, è un po' come il ciclismo. (Tutto è un po' come il ciclismo).
Oggi vai in difficoltà sulle Dolomiti, ma cerchi di tener duro, di non perdere venti minuti, e poi sulle Alpi piemontesi magari riesci a ribaltare la situazione.
Il referendum sarà poi proprio un'altra corsa. Inutile pensarci troppo ora.
Tranchée d'Arenberg ha scritto:
Anche io credo che imploderà prima del previsto. Lo dico da tempo. Però in questa tornata il M5S è andato bene. Per come sono organizzati, per il fatto che non s'alleano con nessuno, non riescono ad organizzare liste ovunque. In un sacco di comuni di dimensioni medie o piccole è spesso difficile fare una lista 'pura'. Gli altri si organizzano con liste civiche, con alleanze improbabili. A Cosenza ce n'era una con verdi, psi e una lista civica che faceva capo ad NCD. Una minestra alquanto disgustosa... Il M5S non lo fa, quindi non riesce ad essere competitivo ovunque. Ma a livello nazionale, sta sicuro che anche in quei Comuni ove in questa tornata ha raccolto le briciole (sempre a cosenza il 5%...), prenderà molto di più.
Le giustificazioni da te addotte potevano andare bene 3 anni fa, ma oggi malcelano un dato: la difficoltà di reclutamento a livello di base da parte del M5S. Non è pensabile, ancora oggi, che una città di medie dimensioni come Cosenza (una fra tante, sia chiaro) non abbia un meetup forte in grado di coinvolgere molti più cittadini e di raccogliere il frutto di ciò alle elezioni amministrative. È un alibi che, se si continuerà ad agitarlo, sarà molto deleterio.
Il problema nasce da un fatto semplice: è molto difficile fare l'attivista, ci vuole tempo, voglia, passione, e non sempre le tre cose coincidono. Senza la prospettiva di un "ritorno", quale si avrebbe ad esempio in altri partiti, non è automatico che un elettore si trasformi in attivista. Da un lato questo ci dice della verginità (ancora) del M5S, ed è quindi un elemento ultrapositivo; dall'altro, allora, bisognerebbe cercare di valorizzare il lavoro degli attivisti per renderlo più "attrattivo".
Io penso che la proposta politica del M5S sia tuttora validissima, e se sono ancora "in trincea" è perché spero che si voglia invertire una certa rotta.
Sarebbe necessario come l'aria istituire un collegio dei probiviri (elettivo e a rotazione) che si prendesse l'incarico di affrontare una serie di questioni irrisolte, due su tutte: la coesistenza di più meetup in uno stesso comune (fatto che genera solo problemi) e il rapporto tra parlamentari e attivisti (se io ho una lamentela su un parlamentare, non ho una sponda a cui appoggiarmi). Perché poi il problema è che tutti sono umani, e come tali deboli, e tendenti prima o poi a fare cazzate (sì, nulla di paragonabile magari ai marpioni in salsa PD o PDL; però...). La soluzione non può essere sempre l'espulsione calata dall'alto.
L'altro grosso ostacolo alla crescita del M5S è il ruolo di Tana delle Tigri. Purtroppo negli ultimi 6 mesi la tendenza è stata esattamente contraria a quanto da me auspicato. Il caso della Bedori a Milano, la gestione del caso Quarto, la stucchevole tiritera su Pizzarotti, per non parlare di due cose a mio avviso gravissime: una è il "contratto" fatto firmare ai candidati sindaci delle principali città, implicante il dovere di rendere conto sull'operato da primi cittadini allo "staff", e l'obbligo di pagare una multa di 150mila euro in caso di "deviazioni": in assenza del citato collegio dei probiviri, questa norma è folle e dà un potere enorme e antidemocratico al suddetto staff. Per non dire che poi un qualunque giudice, in caso di ricorso, darebbe ragione al sindaco di turno, il quale non è certo tenuto a rendere conto del suo operato a Tana delle Tigri. Pizzarotti ha ben evidenziato la stortura ("ma a chi sarei obbligato a mostrare degli atti ufficiali di un'istituzione?").
La seconda cosa grave è l'annullamento della votazione online sulla stepchild adoption del 6 febbraio: una pietra angolare per me dolorosissima (tanto che ricordo pure la data!), in cui è emersa tutta la malafede dello staff, un precedente molto grave a cui si è dato luogo per mero calcolo elettoralistico. Ho promosso sul tema un incontro con due senatori, che ci spiegarono tutte le tecnicalità relative alla vicenda (canguro ecc.), e sulle quali avevano senz'altro ragione (la malafede del PD in quel caso fu lampante, oscena, ributtante); ma allo stesso tempo si è capito che sulla votazione online "così hanno deciso Grillo e Casaleggio, amen". No, amen un cazzo.
Faccio notare che la base - sebbene si sia irrobustita con l'ingresso di molti attivisti con un passato da elettori di destra - è tutt'altro che becera. A livello salentino facemmo un piccolo referendum tra gli attivisti della provincia proprio sulla stepchild adoption, e vinse nettamente il sì alla misura. Anche in passato ci sono stati molti esempi che vanno in tal senso (quello sul reato di clandestinità il più famoso). Certo che se poi su determinate istanze si interviene speciosamente dall'alto, tutto crolla.
Tra l'altro questo è il modo migliore per tenere lontane dall'attivismo persone magari più mentalmente libere e meno disposte a farsi manovrare, le quali inoltre sarebbero ottimi opinion leader in grado di coinvolgere a loro volta altri nuovi attivisti... ecco, tutto si tiene come vedete, e la strozzatura principale al vero salto di qualità del M5S è proprio il ruolo dello staff.
Non dubito che pian piano il M5S possa crescere fino a raggiungere la fatidica soglia del 50%+1, il problema è che da qui ad allora tutte queste criticità si aggraveranno, se non vi si porrà rimedio. Oppure l'alternativa è che non vengano risolte e che il M5S diventi sempre più assimilabile a un normale partito, con potentati locali e una segreteria blindata che decide per tutti. Ma a quel punto saremmo punto e a capo, non sarebbe un'implosione ma un cambiar pelle comunque contrastante coi motivi per cui oggi si è attivisti.
Non dubito, infine, che anche qualora avvenisse quest'ultima eventualità, ovvero un M5S che arrivi al governo avendo cambiato pelle, sarebbe comunque una boccata d'ossigeno per il Paese, con una finestra operativa ristrettissima però: il tempo di un mandato governativo, e la spinta propulsiva positiva del Movimento si esaurirà del tutto. Fatto sta che all'Italia sarebbe utile anche questo brodino, per cambiare un po' di regole del gioco, per svecchiare il possibile, per svellere rapporti di forza ormai incatramati, per limitare l'esiziale corruzione nelle istituzioni.
Insomma, si sta sempre su un crinale tra due burroni, la duropurezza non è di questi tempi e bisogna scendere a qualche patto con se stessi. Ciò finché il tutto sarà configurato come questioni marginali (quali ancora sono). Dopodiché, chi lo sa.
Certo, è buffo che proprio mentre il M5S viene finalmente percepito in Italia come una forza politica affidabile e degna di riconoscimento (anche da parte della stampa), all'interno si percepiscano delle crepe che fuori non vengono viste. Come dire che il mondo oggi vede la luce di quelle stelle emanata milioni di anni fa, e le pare luminosissima, ma noialtri sappiamo che forse qualcuna di quelle stelle si è già spenta.