l'Orso ha scritto:
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Ad ogni modo, qualsiasi cosa avessero detto, una volta sentito che QUintana era avanti, bastava chiedere... invece no, tutti a farsi i fatti loro, forse pensando/sperando anche in una squalifica di chi stava facendo il corridore....
Del resto di Guercilena e "figli" ho una mia "bella" opinione da anni... di Lefevre non parliamone, per cui per me nulla di cui meravigliarsi...
a, nell'ambiente di santi non ce ne sono,intendiamoci
Anch'io credo di avere la tua stessa opinione, carissimo Orso
Ieri, stavo dialogando con amici mentre il Giro saliva verso lo Stelvio e, forte dell'insegnamento preso dal mio "Piccolo Manuale del Ciclismo della Tradizione", dicevo che, fosse dipeso da me, avrei attaccato appena si fosse iniziato a scendere dal Passo. Secondo una ben collaudata prassi, gli agguati si tendono quando la confusione sotto il cielo è tanta e il nemico è confuso o in difficoltà. Strade dissestate, sterrate o con buche, temporali improvvisi, discese difficili magari in mezzo a nubifragi o neve, temporaneo obnubilamento dei concorrenti sono tutte occasioni per tendere imboscate ed andarsene.
Un corridore deve avere sempre, in ogni occasione, le antenne ben diritte e mai perdere il controllo della situazione: se lo fa è un corridore incompleto.
Forse, a Quintana, nessuno ha insegnato il "Ciclismo Moderno"™ e lui, il ns. eroe, il ns. Condor Andino, più' vicino alla primordiale essenza del Ciclismo e poco avvezzo al politicamente corretto dei nostri (corridori, ex corridori, TM) con le sopracciglia depilate e truccate a mo' di ballerine di lap dance, si è preso e li ha mollati tutti, tirando per una settantina di km, di cui 20 e passa in fondovalle, assieme ad altri due un "poquito locos" come lui.
Udire ora questi cialtroni, sedicenti inventori del "Ciclismo Moderno", ragliare e sproloquiare di irregolarità della tappa, fa scappare da ridere e li mette finalmente nella loro giusta luce di "affossatori del ciclismo". Leggere che anche qui ci sta qualcuno che continua a guardare il dito (medio e ben proteso) anziché la vera sostanza, rafforza la mia convinzione che, ieri, Vegni e la Dir. del Giro, hanno posto le basi di un nuovo Giro d'Italia per corridori veri. Un GdI che non debba confrontarsi più' con il Tour e che sia il punto di svolta di un ciclismo che rischia di naufragare nella irrilevanza,
D'accordo anche con quanto dice Herbie sull'interesse di alcuni a gettare discredito e sospetti sul Giro. Forse ne conosciamo anche un po', di questi.