chinaski89 ha scritto:
Per me due mondiali, tre Gand, Fiandre, tappe al Tour e tutto il resto (oltre 100 vittorie) a 27 anni sono un palmares da fuoriclasse che un GVA alla sua età vedeva col binocolo per dirne una. Poi c'è il discorso di come vinci e di corse perse tipo la Mi-Sa di quest'anno ma sorvolo..
Se da oggi in poi andasse in calando come pensa Gaviglio farò ammenda e scriverò senza problemi di averlo sopravvalutato, ma visto che di solito gli anni da 28 ai 31 sono il top di un atleta io resto ottimista
ora, non ho neanche detto che Sagan è sul viale del tramonto eh... ho semplicemente detto che non darei per scontato vederlo ancora sulla cresta dell'onda a 33-34 anni, perché significherebbe arrivare a quasi 15 anni di carriera ai massimi livelli e la cosa non è facile per nessuno; Van Avermaet ha iniziato a fare ciclismo dagli under, perché prima faceva altro nella vita, per cui il suo fisico è meno logoro di un suo coetaneo che sia passato per l'intera trafila. Sagan, al contrario, l'intera trafila l'ha fatta ed il fatto che già a 20 anni fosse in grado di vincere tappe alla Parigi-Nizza dopo 2 mesi da professionista - oltre naturalmente alla conferma che stiamo parlando di un fenomeno - significa anche che il suo fisico era già pronto per competere a certi livelli, e che la sua maturazione era molto più avanti di quella media dei suoi coetanei. Ma poi, se non ti piace il confronto con Van Avermaet, facciamolo con un altro cavallo di razza assoluta come Gilbert: la sua è stata una crescita progressiva, è entrato in una certa dimensione a partire dal 2008-09 (a 26-27 anni) e la stagione del boom l'ha vissuta nel 2011, a 29. Diciamo che la sua è stata la parabola classica; mi concederai, invece, che Sagan ha bruciato i tempi? basti pensare che la prima classica monumento l'ha vinta a soli 26 anni e che, nonostante questo, quando l'ha vinta nessuno ha scritto o pensato "però, ha solo 26 anni e ha già vinto una classica", bensì "finalmente una monumento per Sagan, era ora!" - e questo è molto indicativo del fatto che la sua parabola è anticipata rispetto alla media; per cui potrebbe benissimo virare al declino intorno ai 29-30-31 anni, anziché passati i 32-33: non glielo auguro, ma è un'eventualità da non scartare nemmeno a priori.
Inoltre Sagan ha un modo di correre molto dispendioso (sia per come interpreta ogni singola gara, sia per il fatto di giocarsela da marzo a settembre tutti gli anni: che poi sono le sue due caratteristiche che ne hanno fatto la fortuna, o no?) e quindi non possiamo dare per scontato che lo attendano altri 7-8-9 anni al top; potrebbero essere anche di meno, e quindi potrebbero non essere più così tante le stagioni per riconvertirsi a vallonaro, per cui fossi in lui accelerei i tempi anziché continuare a sbattere il muso contro la Roubaix.
Poi siamo d'accordo che, se anche smettesse di correre DOMANI, avrebbe già un palmares da fare invidia al 99,5% dei corridori della sua era, e diciamo all'85-90% dei corridori della storia. Ma visto che qui si parla di Sagan come un fenomeno assoluto (e giustamente, dal punto di vista del potenziale), mi limito a constatare che no, "tre Gand, Fiandre, tappe al Tour e tutto il resto (oltre 100 vittorie)" non bastano ancora per farlo entrare nell'empireo della storia, dove invece secondo alcuni avrebbe già il diritto di sedere.
Insomma: tu dai per scontato che continuerà su questi ritmi negli anni a venire e che quindi, a suon di rimpinguare la quantità delle vittorie, migliorerà anche la qualità: io questo non lo darei affatto per scontato, invece, soprattutto - e ribadisco per l'ennesima volta - se continua a puntare alle stesse corse, dove di volta in volta trova
avversari forti quanto lui, che a volte batte e contro cui a volte perde (anzi, spesso a dire il vero, o quantomeno più di quanto suggerirebbe la sua classe: proprio perché, almeno tatticamente, mi concederai che il nostro non è un drago). E trovo stucchevole liquidare le sconfitte di Sagan attribuendole, di volta in volta, alla sfortuna o al fatto che tutti gli corrano contro: la sfortuna tocca a tutti, è una ruota che gira; il fatto che spesso (ed è vero) la gente gli corra contro, è colpa principalmente di Sagan. E proprio perché si espone troppo in corse "minori" (minori per uno come lui che le ha già vinte, ovviamente, mentre è ovvio che per Paolini la Gent-Wevelgem vinta nel 2014 vale una carriera), finisce con l'avere addosso tutte le attenzioni quando si tratta di disputarsi le monumento.
E ti controbatto invece l'esempio di Kwiatkowski, che tutte le più belle corse che ha vinto, le ha vinte da outsider: eppure, ha caratteristiche tali per cui anche lui dovrebbe essere considerato il favorito di ogni corsa in linea a cui si schiera: se non succede, è perché è molto più bravo di Sagan a mascherarsi, a piazzare la zampata solo quando serve, e magari a infinocchiare, in questo modo, lo stesso Sagan. Vedi proprio Sanremo
p.s.: ad oggi, cmq, Sagan è un nano al cospetto di un Freire se parliamo di storia del ciclismo: da una parte 1 monumento e 2 mondiali, dall'altra 3 monumento e 3 mondiali; così come non regge il confronto con un Bettini, uno che all'età che ha ora Sagan, aveva appena iniziato a vincere la sua prima Liegi, da outsider assoluto! e che poi s'è portato a casa gli stessi due mondiali dello slovacco, più l'Olimpiade, più mi pare 5 monumento. E restando all'oggi, Sagan ha vinto meno monumento di Kristoff, Purito, Degenkolb, Gerrans, Devolder, Daniel Martin... tante quante Nibali (!), Terpstra, Poels, O'Grady, Hayman (!) e non voglio citare Zaugg, perché non voglio assolutamente trollare il buon Peter, ma solo riportarti un po' con i piedi per terra rispetto al posto che ha il ragazzo nella storia del ciclismo: un posto ancora molto piccolo, a fronte dell'enorme potenziale di cui dispone.