Non entro nel merito delle osservazioni lungimiranti e razionali sulla pressione o sull'illusione che la mediaticità porta nelle categorie giovanili con il suo inevitabile "campionismo". Non avrei nulla da aggiungere.
Di converso è uno strumento ottimo, come detto da Euge, per la promozione dei piccoli club, perchè si dà spazio e visibilità alla loro attività (mai abbastanza apprezzata) ed ai loro sponsor in tal modo.
Pensavo solo al perchè di quella strutturazione del programma.
Raisport in quel modo avvicina al proprio palinsesto un pubblico ciclistico che in effetti di ciclofilo ha pochissimo.
Non di rado mi è capitato di parlare con genitori di ragazzi dai giovanissimi agli allievi, che settimanalmente seguivano i figli e che erano assolutamente all'oscuro da ogni conoscenza sportiva e relativo interesse per il mondo professionistico ed il ciclismo di punta.
Fare appassionare questa gente, osservando la prima parte dedicata ad elite, pro, under, uomini e donne, è un passaggio obbligato per dare una casa comune a questo sport, che in Italia si è sempre diviso in comparti stagni fra loro, praticamente avulsi da una visione d'insieme.
E' peraltro un fenomeno tutto italiano. Chi vive nel mondo MTB non conosce spesso nulla della strada e viceversa. Paradossalmente fra strada e pista qualche decennio fa c'era una proficua collaborazione. Oggi anche la pista è stata compartizzata inspiegabilmente.
Quindi ben venga, COMUNQUE, un programma che dia spazio e dignità d'insieme a tutto il mondo del ciclismo.
Francamente se finalmente il mondo del ciclismo sta vivendo negli ultimi mesi un certo fermento (pur nella grave situazione) è anche merito della grande e vasta informazione fornita dalla banda Bulba (e pure da Marco Grassi

)
Tornando al programma, credo sia solo bisognoso di un aggiustamento e di un po' di razionalizzazione per dare più veste e denominatore comune ad un contenitore di tanta roba. Se l'informazione è fatta bene, non necessariamente sulla cultura del risultato, è sempre utile e formativa.
L'importante è che uno junior che vince una gara regionale passata in tv abbia sempre ben presente che non è arrivato e che di pedalate ne dovrà ancora dare parecchie, come pure dovrà ancora studiare parecchio.