Mesi di ospitate da Gramellini rincoglionirebbero anche Kantmatteo.conz ha scritto: ↑sabato 22 marzo 2025, 17:24Puro suprematismo da lui e da vari altri![]()
Il PD e il cosiddetto ""centro-sinistra"" sempre peggio, mi danno la nausea considerandomi uno di Sinistra. Che male, è andato tutto male...ormai, visto da fuori, assomilierò ad un nichilista![]()
Fatti di politica 2025
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Re: Fatti di politica 2025
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
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Re: Fatti di politica 2025
Lo storico Alessandro Portelli su Il manifesto
La sera del 23 marzo 1944, l’Obersturmbannführer Herbert Kappler va in ufficio. Va in archivio, prende i registri, torna alla scrivania, si siede, e fa un elenco di nomi. Sono gesti normali che generazioni di burocrati e pubblici impiegati hanno ripetuto uguali. Con questi gesti ordinari comincia strage delle Fosse Ardeatine.
Non facciamoci ingannare quando nella lapidi affisse sui nostri muri leggiamo «la barbarie nazista». I barbari fanno cose barbare, ma per fare le Fosse Ardeatine c’è voluto lo stato moderno, la burocrazia, gli uffici, la scrittura; per fare la Shoah ci sono voluti i treni, l’industria chimica, persino i primi computer. C’è voluto il paese più civile d’Europa, il paese di Bach, Beethoven e Kant. Sono stragi civili, europee e occidentali fino al midollo.
In questi giorni, il ministero per l’istruzione e il merito richiede di insegnare agli studenti di tutte le scuole della Repubblica che «Solo l’Occidente conosce la storia». Come ha detto un professore dal palco di una grande manifestazione a piazza del Popolo, «In Europa abbiamo Socrate, Spinoza, Hegel e Leopardi. Ma gli altri le hanno queste cose?» (certo che sì. Qualche filosofo ci sarà pure stato in Cina; il Sundiata è un grande poema epico del Mali; e qualche anno fa un prezioso libro di Francesco Gabrieli si intitolava Storici arabi delle Crociate. Ma non è nemmeno questo il punto). Manipolando una frase di Marc Bloch (e, sospetto, con qualche mal digerito residuo di Morte e pianto rituale di Ernesto de Martino), le linee guida redatte dalla commissione presieduta da Ernesto Galli della Loggia spiegano questa eccezionalità della nostra cultura col fatto che «Il cristianesimo è una religione di storici. È nella durata, dunque nella storia, che si svolge il gran dramma del Peccato e della Redenzione». Solo noi pensiamo alla storia come un progresso verso un fine, dalle tenebre alla salvezza.
Proviamo a cambiare il punto di vista. Proprio di questo infatti parla l’ultimo libro di Amitav Ghosh, scrittore indiano che la cultura dell’Occidente la conosce bene. Si chiama Fumo e ceneri, risale al 2023, quindi prima delle linee guida di Valditara e della Loggia, e spiega in modo assai convincente come la prosperità dell’Occidente si sia basata in larga misura sul commercio dell’oppio. A pagina 47 (non ho ancora la traduzione italiana, ritraduco dall’originale) leggiamo: «Un altro concetto dell’Illuminismo che ha svolto un ruolo importante nel dare forma all’immagine che l’Occidente ha di sé, la Storia come una narrativa di progresso che si evolve verso certi fini trascendenti fondata su una concezione del tempo, e della storia, come una narrativa di ininterrotto Progresso ascensionale». Grazie a questa concezione, continua Ghosh, l’Occidente ha potuto raccontare la propria storia come un percorso progressivo di liberazione ed emancipazione, in cui «le storie intrecciate di genocidio e schiavitù erano oscurate o presentate come deplorevoli deviazioni da questa narrazione», e ha potuto legittimare il suo dominio con la superiorità della propria cultura tralasciando quanto fosse fondato su schiavitù, colonialismo, commercio della droga (dalla coltivazione dell’oppio imposta dalla Gran Bretagna ai contadini indiani alla sua importazione imposta alla Cina con le ottocentesche guerre dell’oppio). Queste cose sono «relegate nell’irrilevanza semplicemente perché non rientrano nella narrazione del Progresso».
In realtà, abbiamo sviluppato anche un’altra tecnica della narrazione storica. Anziché dimenticare le Fosse Ardeatine e la Shoah, per esempio, le ricordiamo ossessivamente e ritualmente, ma oscuriamo la tecnologia, l’organizzazione, le procedure, il quadro mentale che le hanno rese possibili, e ci scarichiamo di questi orrori relegandoli nell’inumanità della «barbarie» o della «belva nazista». Siamo sempre vittime, mai perpetratori.
Grazie a questa concezione della storia, l’Occidente illuminato ha potuto spiegare il fatto che gran parte del genere umano non avesse la stessa storia progressiva collocandolo fuori dell’umanità stessa. Dopo tutto, quando parliamo di Occidente non parliamo di geografia (Dakar è molto più a occidente di Roma) ma di razza: l’Occidente di cui parliamo coincide sostanzialmente con la razza bianca.
Come ci ricorda il critico afroamericano Henry Louis Gates, secondo Hume gli africani non erano umani alla stessa stregua di come lo siamo noi; secondo Kant esisteva una diretta relazione fra «stupidità» e «nerità» («uno dei tanti esempi», commenta Gates, «dell’innata capacità dei filosofi europei di concepire l’umanità in termini ideali (bianchi, maschi) e disprezzare, aborrire, colonizzare o sfruttare esseri umani non ’ideali’».) e ancora nel 1813 Hegel ribadiva l’innata inferiorità degli africani. Più tardi, i nazisti ribadivano l’innata inferiorità dei latini e noi latini ribadivamo l’innata inferiorità degli slavi.
Ora, io so benissimo che anche «gli altri» hanno i loro orrori e i loro crimini (per capirsi: il 7 ottobre è un atto barbarico; Gaza è un massacro moderno, tecnologico e civilizzato), e non mi vergogno affatto di appartenere a questo benedetto Occidente in cui sono casualmente nato. Ma vorrei che questa identità che mi appartiene non venisse declinata in termini di etnocentrismo e suprematismo; vorrei che, quando ci illuminiamo di Imperativo Categorico, di Mozart e di Beatles, non ci scordassimo del Congo belga, degli Herero e di Debra Libanòs (e di Gaza).
Va bene ricordarci di Hegel come gloria dell’Europa e dell’Occidente, ma forse potremmo ricordarci anche che la cultura che ha generato Hegel (e che Hegel ha contribuito a formare) ha prodotto anche Auschwitz . Sì, «solo l’Occidente» è stato capace di immaginare la Shoah e di realizzarla. Insegniamo anche questo, ai ragazzi delle scuole della Repubblica, quando celebriamo gli anniversari.
La sera del 23 marzo 1944, l’Obersturmbannführer Herbert Kappler va in ufficio. Va in archivio, prende i registri, torna alla scrivania, si siede, e fa un elenco di nomi. Sono gesti normali che generazioni di burocrati e pubblici impiegati hanno ripetuto uguali. Con questi gesti ordinari comincia strage delle Fosse Ardeatine.
Non facciamoci ingannare quando nella lapidi affisse sui nostri muri leggiamo «la barbarie nazista». I barbari fanno cose barbare, ma per fare le Fosse Ardeatine c’è voluto lo stato moderno, la burocrazia, gli uffici, la scrittura; per fare la Shoah ci sono voluti i treni, l’industria chimica, persino i primi computer. C’è voluto il paese più civile d’Europa, il paese di Bach, Beethoven e Kant. Sono stragi civili, europee e occidentali fino al midollo.
In questi giorni, il ministero per l’istruzione e il merito richiede di insegnare agli studenti di tutte le scuole della Repubblica che «Solo l’Occidente conosce la storia». Come ha detto un professore dal palco di una grande manifestazione a piazza del Popolo, «In Europa abbiamo Socrate, Spinoza, Hegel e Leopardi. Ma gli altri le hanno queste cose?» (certo che sì. Qualche filosofo ci sarà pure stato in Cina; il Sundiata è un grande poema epico del Mali; e qualche anno fa un prezioso libro di Francesco Gabrieli si intitolava Storici arabi delle Crociate. Ma non è nemmeno questo il punto). Manipolando una frase di Marc Bloch (e, sospetto, con qualche mal digerito residuo di Morte e pianto rituale di Ernesto de Martino), le linee guida redatte dalla commissione presieduta da Ernesto Galli della Loggia spiegano questa eccezionalità della nostra cultura col fatto che «Il cristianesimo è una religione di storici. È nella durata, dunque nella storia, che si svolge il gran dramma del Peccato e della Redenzione». Solo noi pensiamo alla storia come un progresso verso un fine, dalle tenebre alla salvezza.
Proviamo a cambiare il punto di vista. Proprio di questo infatti parla l’ultimo libro di Amitav Ghosh, scrittore indiano che la cultura dell’Occidente la conosce bene. Si chiama Fumo e ceneri, risale al 2023, quindi prima delle linee guida di Valditara e della Loggia, e spiega in modo assai convincente come la prosperità dell’Occidente si sia basata in larga misura sul commercio dell’oppio. A pagina 47 (non ho ancora la traduzione italiana, ritraduco dall’originale) leggiamo: «Un altro concetto dell’Illuminismo che ha svolto un ruolo importante nel dare forma all’immagine che l’Occidente ha di sé, la Storia come una narrativa di progresso che si evolve verso certi fini trascendenti fondata su una concezione del tempo, e della storia, come una narrativa di ininterrotto Progresso ascensionale». Grazie a questa concezione, continua Ghosh, l’Occidente ha potuto raccontare la propria storia come un percorso progressivo di liberazione ed emancipazione, in cui «le storie intrecciate di genocidio e schiavitù erano oscurate o presentate come deplorevoli deviazioni da questa narrazione», e ha potuto legittimare il suo dominio con la superiorità della propria cultura tralasciando quanto fosse fondato su schiavitù, colonialismo, commercio della droga (dalla coltivazione dell’oppio imposta dalla Gran Bretagna ai contadini indiani alla sua importazione imposta alla Cina con le ottocentesche guerre dell’oppio). Queste cose sono «relegate nell’irrilevanza semplicemente perché non rientrano nella narrazione del Progresso».
In realtà, abbiamo sviluppato anche un’altra tecnica della narrazione storica. Anziché dimenticare le Fosse Ardeatine e la Shoah, per esempio, le ricordiamo ossessivamente e ritualmente, ma oscuriamo la tecnologia, l’organizzazione, le procedure, il quadro mentale che le hanno rese possibili, e ci scarichiamo di questi orrori relegandoli nell’inumanità della «barbarie» o della «belva nazista». Siamo sempre vittime, mai perpetratori.
Grazie a questa concezione della storia, l’Occidente illuminato ha potuto spiegare il fatto che gran parte del genere umano non avesse la stessa storia progressiva collocandolo fuori dell’umanità stessa. Dopo tutto, quando parliamo di Occidente non parliamo di geografia (Dakar è molto più a occidente di Roma) ma di razza: l’Occidente di cui parliamo coincide sostanzialmente con la razza bianca.
Come ci ricorda il critico afroamericano Henry Louis Gates, secondo Hume gli africani non erano umani alla stessa stregua di come lo siamo noi; secondo Kant esisteva una diretta relazione fra «stupidità» e «nerità» («uno dei tanti esempi», commenta Gates, «dell’innata capacità dei filosofi europei di concepire l’umanità in termini ideali (bianchi, maschi) e disprezzare, aborrire, colonizzare o sfruttare esseri umani non ’ideali’».) e ancora nel 1813 Hegel ribadiva l’innata inferiorità degli africani. Più tardi, i nazisti ribadivano l’innata inferiorità dei latini e noi latini ribadivamo l’innata inferiorità degli slavi.
Ora, io so benissimo che anche «gli altri» hanno i loro orrori e i loro crimini (per capirsi: il 7 ottobre è un atto barbarico; Gaza è un massacro moderno, tecnologico e civilizzato), e non mi vergogno affatto di appartenere a questo benedetto Occidente in cui sono casualmente nato. Ma vorrei che questa identità che mi appartiene non venisse declinata in termini di etnocentrismo e suprematismo; vorrei che, quando ci illuminiamo di Imperativo Categorico, di Mozart e di Beatles, non ci scordassimo del Congo belga, degli Herero e di Debra Libanòs (e di Gaza).
Va bene ricordarci di Hegel come gloria dell’Europa e dell’Occidente, ma forse potremmo ricordarci anche che la cultura che ha generato Hegel (e che Hegel ha contribuito a formare) ha prodotto anche Auschwitz . Sì, «solo l’Occidente» è stato capace di immaginare la Shoah e di realizzarla. Insegniamo anche questo, ai ragazzi delle scuole della Repubblica, quando celebriamo gli anniversari.
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
- Maìno della Spinetta
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Re: Fatti di politica 2025
Un commissario (occorre essere pop, perché affidarsi agli attori come nelle pubblicità progresso? è il suo momento di celebrità povera vanesia) si mette al centro di una bella psyop made in Bruxelles
https://www.la7.it/intanto/video/il-vid ... 025-588263
Casadei, al contrario, con chiarezza mette i puntini sulle i
https://www.tempi.it/gli-stati-nazione- ... europa-no/
https://www.la7.it/intanto/video/il-vid ... 025-588263
Casadei, al contrario, con chiarezza mette i puntini sulle i
https://www.tempi.it/gli-stati-nazione- ... europa-no/
“Our interest’s on the dangerous edge of things.
The honest thief, the tender murderer, the superstitious atheist”.
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Re: Fatti di politica 2025
Gli Stati Uniti d'Europa non ci sono, ci sono gli stati nazione. E' sotto gli occhi di tutti. Grazie Casadei per ricordarcelo, ma non è che serva un genio geopolitico per vederlo.
Ho molti dubbi sul fatto che questo sia una cosa positiva per i cittadini europei, che dopo lo slancio del dopoguerra ci si sia arenati sugli interessi anche di potere dei politici dei singoli stati.
Ho molti dubbi sul fatto che questo sia una cosa positiva per i cittadini europei, che dopo lo slancio del dopoguerra ci si sia arenati sugli interessi anche di potere dei politici dei singoli stati.
Re: Fatti di politica 2025
Finché non c'è condivisione del debito e bilancio comune è tutta aria fritta.
Lo si sentisse dire a qualcuno...
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Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: Fatti di politica 2025
Non disperare qualcuno ti ascolta
Tipo quella non eletta da nessuno e non sfiduciabile politicamente
ex piazzista di prodotti sperimentali non immunizzanti
Degli 800 miliardi in armamenti, una parte sarà finanziata con debito comune
per il resto prepariamoci ad accise secolari come per le guerre coloniali
e ovviamente tagliando le spese sociali
lei invece si è aumentata 7 volte lo stipendio in 3 anni
Uguaglianza, Fratellanza e Tolleranza
.·. Sic Semper Tyrannis .·.
Dove ... Non siamo tutti uguali, non tutti abbiamo gli stessi diritti, alcuni hanno diritti e altri no.
Dove questo verbo attecchisce alla fine c'è il lager. (P. Levi)
μολὼν λαβέ Spartans Are Here
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Re: Fatti di politica 2025
Bella penna, non lo conoscevo. Sono culturalmente lontano anni luce, ma mi piace leggere anche chi la pensa diversamente.Maìno della Spinetta ha scritto: ↑giovedì 27 marzo 2025, 10:58
https://www.tempi.it/gli-stati-nazione- ... europa-no/
Temo che le previsioni su Trump siano molto ottimistiche, a meno che non si considerino le vite umane degli ucraini più importanti di quelle yemenite.
Inoltre dimentica un punto: non esistono gli stati uniti d'Europa, ma esistono le alleanze militari tra gli stati nazionali. Una è la Nato. Un'altra è già prevista dall'UE. Gli ammiratori romantici dello stato-nazione devono farci i conti.
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
Re: Fatti di politica 2025
Mi ascolta a pezzetti quindi non mi ascolta.aitutaki1 ha scritto: ↑giovedì 27 marzo 2025, 15:33Non disperare qualcuno ti ascolta
Tipo quella non eletta da nessuno e non sfiduciabile politicamente
ex piazzista di prodotti sperimentali non immunizzanti
Degli 800 miliardi in armamenti, una parte sarà finanziata con debito comune
per il resto prepariamoci ad accise secolari come per le guerre coloniali
e ovviamente tagliando le spese sociali
lei invece si è aumentata 7 volte lo stipendio in 3 anni
Continuano ad illudersi che le case si costruiscono partendo dal tetto.
Von Rock ? Nein, danke.
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Re: Fatti di politica 2025
era volutamente provocatorio il richiamo al debito condiviso,nino58 ha scritto: ↑giovedì 27 marzo 2025, 21:05Mi ascolta a pezzetti quindi non mi ascolta.aitutaki1 ha scritto: ↑giovedì 27 marzo 2025, 15:33Non disperare qualcuno ti ascolta
Tipo quella non eletta da nessuno e non sfiduciabile politicamente
ex piazzista di prodotti sperimentali non immunizzanti
Degli 800 miliardi in armamenti, una parte sarà finanziata con debito comune
per il resto prepariamoci ad accise secolari come per le guerre coloniali
e ovviamente tagliando le spese sociali
lei invece si è aumentata 7 volte lo stipendio in 3 anni
Continuano ad illudersi che le case si costruiscono partendo dal tetto.
prima nemmeno pronunciabile ora che serve per far partire la bolla speculativa e per trasferire fondi dai cittadini
alla finanza speculativa diventa fattibile.
Idem gli sforamenti di bilancio, vietati per la crescita reale non saranno nemmeno conteggiati per
far fare profitti alla finanziarizzazione dell' economia in questo caso bellica
Poi già un anno fa era partita l' ossessione per mettere le mani sul risparmio e per i fondi "improduttivi" sui c/c
seriamente ci sarebbero comunque altre fondamenta anche solo per un unione economica
fiscalità ad esempio o le norme sul lavoro ma tanto non è mai stata una finalità che vada oltre
al saccheggio dei cittadini. Del resto politicamente l' unione europea non esiste e con queste premesse mai esisterà
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- Maìno della Spinetta
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Re: Fatti di politica 2025
azzoppata Marine, largo a Marion - che prenderà anche più voti di Marine
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Re: Fatti di politica 2025
ma qui dentro c’è qualcuno che non sia trumpiano/fascista/leghista/frontnationalista???
mala tempora
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Re: Fatti di politica 2025
ma secondo te, ovunque tu ti riconosca politicamente, la condanna di Marine Le Pen fermerà il FN dall'individuare un candidato forte alle prossime elezioni francesi? è da trumpiani/fascisti/leghisti/frontnationalisti riflettere sul fatto che arrestare un leader crea momento politico a favore del partito di riferimento? Le vicende dei processi e delle condanne di Berlusconi e di Trump ci dicono questo: i processi ai leader politici rafforzano e non indeboliscono la compagine politica coinvolta. è da trumpiani/fascisti/leghisti/frontnationalisti notarlo?
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Re: Fatti di politica 2025
Se non è da fascio leghisti trumpiani notarlo, lo sanno anche i "poteri forti" che vengono additati come responsabili di questa sentenza.
E allora non è che semplicemente questa signora si è effettivamente resa responsabile delle azioni per cui è stata condannata?
E allora non è che semplicemente questa signora si è effettivamente resa responsabile delle azioni per cui è stata condannata?
Re: Fatti di politica 2025
e quindi? Se la persona in questione ha commesso reati non è da arrestare perché è leader di un partito politico?Maìno della Spinetta ha scritto: ↑martedì 1 aprile 2025, 13:10ma secondo te, ovunque tu ti riconosca politicamente, la condanna di Marine Le Pen fermerà il FN dall'individuare un candidato forte alle prossime elezioni francesi? è da trumpiani/fascisti/leghisti/frontnationalisti riflettere sul fatto che arrestare un leader crea momento politico a favore del partito di riferimento? Le vicende dei processi e delle condanne di Berlusconi e di Trump ci dicono questo: i processi ai leader politici rafforzano e non indeboliscono la compagine politica coinvolta. è da trumpiani/fascisti/leghisti/frontnationalisti notarlo?
E’ a questo che mi riferivo. Stessa cosa per Georgescu: la galassia rossobruna italiana di cui sopra (a cui mi son dimenticato di aggiungere oltre a leghisti, fascisti e trumpiani il maggiore esponente, il M5Z) è subito in pole position per gridare al complotto, vedi Salvini e Conte, o come minimo a dileggiare la cosa, dicendo che comunque la cosa rafforzerà il FN e non perdendo occasione per attaccare l’Europa.
La cosa divertente di questa vicenda è che a frodare per intascarsi soldi UE sono proprio i sovranisti rincitrulliti del “no all’Europa”. Divertente ma non certo una sorpresa.

Re: Fatti di politica 2025
Cio' che mi colpisce maggiormente e' che i politici dei partiti nazionalisti/parafascisti (e i loro mlitanti/simpatizzanti) non provano neanche a negare gli addebiti.
No, semplivcemente ritengono, in presenza di un momentaneo e parziale consenso popolare, di essere immuni e al di sopra della legge
Questo lo avevamo visto anche nel caso per cui Berlusconi fu per l'unica volta condannato, quello legato alla prostituzione
No, semplivcemente ritengono, in presenza di un momentaneo e parziale consenso popolare, di essere immuni e al di sopra della legge
Questo lo avevamo visto anche nel caso per cui Berlusconi fu per l'unica volta condannato, quello legato alla prostituzione
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
"Il Finestre toglie e il Finestre dà" (Merlozero)
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Re: Fatti di politica 2025
Ma io ho parlato di questo? Ho detto "adesso ci sarà posto per Marion".Scattista ha scritto: ↑martedì 1 aprile 2025, 14:18e quindi? Se la persona in questione ha commesso reati non è da arrestare perché è leader di un partito politico?Maìno della Spinetta ha scritto: ↑martedì 1 aprile 2025, 13:10ma secondo te, ovunque tu ti riconosca politicamente, la condanna di Marine Le Pen fermerà il FN dall'individuare un candidato forte alle prossime elezioni francesi? è da trumpiani/fascisti/leghisti/frontnationalisti riflettere sul fatto che arrestare un leader crea momento politico a favore del partito di riferimento? Le vicende dei processi e delle condanne di Berlusconi e di Trump ci dicono questo: i processi ai leader politici rafforzano e non indeboliscono la compagine politica coinvolta. è da trumpiani/fascisti/leghisti/frontnationalisti notarlo?
E’ a questo che mi riferivo. Stessa cosa per Georgescu: la galassia rossobruna italiana di cui sopra (a cui mi son dimenticato di aggiungere oltre a leghisti, fascisti e trumpiani il maggiore esponente, il M5Z) è subito in pole position per gridare al complotto, vedi Salvini e Conte, o come minimo a dileggiare la cosa, dicendo che comunque la cosa rafforzerà il FN e non perdendo occasione per attaccare l’Europa.
La cosa divertente di questa vicenda è che a frodare per intascarsi soldi UE sono proprio i sovranisti rincitrulliti del “no all’Europa”. Divertente ma non certo una sorpresa.
(quanto alla sentenza, attribuire effetto immediato alle pene accessorie anche in caso di appello è politicamente forte, dato il soggetto. Dato che non ho rilevato io, ma diversi politici di sinistra in Francia.)
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Re: Fatti di politica 2025
Secondo me rubano apposta per fare pubblicità al partito
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
Re: Fatti di politica 2025
Sono perplesso per il taglio da ultras dato da molti alla vicenda, che mi pare lineare aldilà di quella che sarà la sentenza definitiva.
Frode, a danno dell' amministrazione pubblica e dei cittadini dato che siamo noi a finanziare l' associazione a delinquere chiamata UE.
Non mi pare che sia un caso di giustizia ad orologeria dato che credo manchino 2 anni alle elezioni presidenziali,
lo stesso partito abbia anche fatto da stampella ad un governo del presidente e pur se si possa discutere sull' esecutività
della pena accessoria personalmente pare commisurata il tipo di reato.
Niente a che fare con la vicenda Georgescu dove il vincitore del primo turno è stato estromesso senza lo straccio di una sentenza
le armi non erano in suo possesso e anche la vicenda tiktok già ridicola nell' era di US Aid che investe miliardi di $
per influenzare media e istituzioni, vede gli influencer pagati da un altro partito.
Casomai sarebbe da interrogarsi perchè si permetta a 4 No PAX servi della finanza speculativa tipo Macron "uomo" Rothschild,
Draghi Goldman Sachs , VdL etc etc di andare palesemente contro ai più elementari principi democratici.
Frode, a danno dell' amministrazione pubblica e dei cittadini dato che siamo noi a finanziare l' associazione a delinquere chiamata UE.
Non mi pare che sia un caso di giustizia ad orologeria dato che credo manchino 2 anni alle elezioni presidenziali,
lo stesso partito abbia anche fatto da stampella ad un governo del presidente e pur se si possa discutere sull' esecutività
della pena accessoria personalmente pare commisurata il tipo di reato.
Niente a che fare con la vicenda Georgescu dove il vincitore del primo turno è stato estromesso senza lo straccio di una sentenza
le armi non erano in suo possesso e anche la vicenda tiktok già ridicola nell' era di US Aid che investe miliardi di $
per influenzare media e istituzioni, vede gli influencer pagati da un altro partito.
Casomai sarebbe da interrogarsi perchè si permetta a 4 No PAX servi della finanza speculativa tipo Macron "uomo" Rothschild,
Draghi Goldman Sachs , VdL etc etc di andare palesemente contro ai più elementari principi democratici.
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Re: Fatti di politica 2025
*Un finale un po' troppo napoleonico*
Marine Le Pen non mi è mai piaciuta, ma quando un giudice che è stato dirigente di partito fino a pochi mesi fa si fa arbitro elettorale, lo squilibrio è vertiginoso (in Italia dovremmo saperlo bene)
GIULIO MEOTTI
1 aprile 2025
Nel 1804, il Primo Console Napoleone Bonaparte decise che il duca d'Enghien era una minaccia politica. Quando Joseph Fouché, Ministro della Polizia, apprese che il duca era stato ucciso osservò: “C’est pire qu’un crime, c’est un faute”. Questo è peggio di un crimine, è un errore. L’osservazione è spesso attribuita, errando, a Talleyrand. Ma il capo della polizia si sbagliava: due mesi dopo, il Primo Console era imperatore e il duca dimenticato.
La fine giudiziaria del leader dell’opposizione è un crimine politico, ma si rivelerà anche un errore? Un tribunale francese ha inflitto alla leader della destra francese Marine Le Pen un divieto di cinque anni di candidatura per “appropriazione indebita”. Contrariamente alle previsioni della maggior parte dei commentatori, i giudici hanno deciso che le azioni di Le Pen erano così gravi da doverle impedire di ricandidarsi. Nessuno crede che Jordan Bardella coi denti da latte possa farcela (i gollisti sono fuori gioco da anni), per cui la sentenza è un terremoto politico.
Marine Le Pen non è mai piaciuta: classica nazionalista, è illiberale e assistenzialista in economia, è giacobina e un po’ grillina, non gli interessa la questione culturale e ha legami internazionali un po’ troppo maneggioni (su molte cose, Le Pen è lo specchio destro di Mélenchon). Ma nessun leader continentale ha lavorato più duramente di Marine per “de-demonizzare” il suo partito dal marchio (ormai vuoto e solo un’arma politica) di “estrema destra”. Il che, nel suo caso, ha incluso persino la cacciata del fondatore del partito che era anche suo padre, il sulfureo Jean-Marie Le Pen.
Il commento di Giorgia Meloni mi è sembrato il più logico: “La democrazia non può gioire”.
Le Figaro, giornale gollista e non lepeniano, dice: “Il massimalismo giudiziario è chirurgico e ricade sempre dalla stessa parte. A sinistra ci sono coloro che vorrebbero che la giustizia imponesse la trasparenza della virtù al chiaroscuro politico. Per prevenire l'illiberalismo tutti i mezzi sono buoni, anche la riduzione della libertà. È il partito della bilancia. A destra, i sostenitori della sovranità popolare che ritengono che una casta si sia impossessata del tesoro democratico e che stia espropriando gli elettori del loro potere primario: il voto. Per riprendere il controllo sono pronti a buttare via tutto, perfino la separazione dei poteri. È il partito delle urne. Ma bisogna aver frainteso completamente lo spirito dei tempi per credere che la neutralizzazione elettorale di Marine Le Pen fermerà la rivolta delle classi medie”.
Anche un veterano gollista come Franz-Olivier Giesbert, ex direttore di Le Point, è atterrito: “La Francia è ancora una democrazia? Qui non è il potere politico a metterla in discussione, come negli Stati Uniti sotto l'era Trump. Nel nostro paese, oggigiorno, il pericolo viene da un partito furtivamente antisemita che propugna l'insurrezione, intendo la France Insoumise, e da una giustizia ultrapartigiana di diritto divino che, approfittando della debolezza dello stato, continua a far avanzare le sue pedine per raggiungere i suoi fini. È scandaloso che Marine Le Pen sia stata colpita, dopo il processo, da una condanna esecutiva di ineleggibilità fin dal primo grado, senza attendere la fase di appello”.
La democrazia si basa su un sottile equilibrio di poteri. Quando il giudice diventa arbitro elettorale, lo squilibrio è vertiginoso. Tre giudici ora in Francia cambiano il futuro del paese e mobilitano la legge contro il popolo. E non è normale se il presidente della Corte Costituzionale è uno dei principali alleati di Emmanuel Macron ed ex leader del suo partito. Richard Ferrand ha assunto l'incarico di Presidente del Consiglio Costituzionale l'8 marzo di quest'anno dopo essere stato nominato da Macron. È stato segretario del partito di Macron nel 2016-2017, leader del gruppo parlamentare e Presidente del Parlamento nel 2018-2022. Ha fatto parte del consiglio esecutivo dei macroniani fino al 2022 ed è stato membro del partito fino a 4 mesi fa.
Un po’ come i magistrati di Mani Pulite finiti tutti eletti in Parlamento nelle liste del PDS, DS e PD dopo aver decapitato tutti i partiti della Prima Repubblica.
Mme Le Pen era in cima a tutti i sondaggi presidenziali degli ultimi due anni, il che suggerisce che il vero problema per il cosiddetto “mainstream” è che l’“estrema destra” non era più agli estremi ma occupa una fetta sempre più grande dello spettro politico (gli ultimi sondaggi la davano per presidente).
Stiamo assistendo a una nuova manifestazione della secessione delle élite? “Sappiamo meglio di voi cosa è bene per voi”, sembrano dire i giudici agli elettori. Questi deplorevoli dalla mentalità ristretta, un po’ razzisti, quasi tutti bianchi, che fumano sigarette e guidano motori diesel, inquinano le strade e le menti delle persone. Fuori dalla nostra vista!
Dirottare denaro pubblico europeo a favore di un partito e indignarsi per la punizione che sta subendo dopo averla votata in Parlamento è ridicolo. Tipico caso di nemesi giacobina. Ma la condanna per "appropriazione indebita" deriva da una pratica tipica dell'Unione Europea (l’accusa che ferma Le Pen non vale per il premier Francois Bayrou). Il Parlamento Europeo paga gli "assistenti" dei suoi membri, che dovrebbero lavorare solo su questioni europee. Quindi supponiamo che il capo del tuo partito in patria venga in città e tu mandi l'assistente a prenderlo alla stazione e a riportarlo in ufficio. In teoria, hai commesso qualcosa che può essere interpretato come un crimine. E in tribunale ci saranno sempre abbastanza "zone grigie" che, quando devono incastrarti, salteranno fuori. E ora anche Bayrou si dice “colpito” dalla sentenza.
Il fatto che una decisione abbia effetti politici non significa che sia di per sé motivata politicamente. Ma in Italia lo sappiamo bene: sono 30 anni che una magistratura ideologizzata e con ambizioni di governo fa strame della classe politica.
Hanno fatto 32 processi a Silvio Berlusconi, accusato di essere un mafioso, un puttaniere, un corruttore, un evasore, un concussore, un bugiardo e un diffamatore. E ora per la prima volta nella Quinta Repubblica il leader dell'opposizione sarà sottoposto a residenza coatta con sorveglianza elettronica.
Per due anni, Le Pen sarà agli arresti domiciliari e costretta a indossare un braccialetto alla caviglia, come il suo collega criminale Adel Kermiche, anche se nel suo caso i gendarmi hanno disattivato il braccialetto elettronico per un paio d'ore al giorno per consentire a Kermiche un po' di privacy, nel corso della quale ha sgozzato padre Jacques Hamel durante la messa.
Sembra che l’establishment sia deciso a non permettere alcun cambiamento su nulla di ciò che conta davvero, ovvero la resa degli stati nazionali più accomodanti del pianeta alle nuove invasioni barbariche. Il "firewall" politico fatica a tenere, così i giudici devono fornire una foglia di fico di legittimità a un sistema un po’ truccato.
Mi è capitato di rileggere una cosa che ha detto tre anni fa il compianto politologo francese Patrick Buisson: “La nostra società è come la contessa du Barry: ‘Ancora un momento, signor boia!’”. E il messaggio sembra essere: non riuscirete a uscire da questa situazione votando. C’è da temere che qualcuno pensi di poterlo fare in altro modo.
Intanto Médine, il famoso rapper islamico, festeggia così l’esclusione di Le Pen: “Aïd Moubarak”.
Marine Le Pen non mi è mai piaciuta, ma quando un giudice che è stato dirigente di partito fino a pochi mesi fa si fa arbitro elettorale, lo squilibrio è vertiginoso (in Italia dovremmo saperlo bene)
GIULIO MEOTTI
1 aprile 2025
Nel 1804, il Primo Console Napoleone Bonaparte decise che il duca d'Enghien era una minaccia politica. Quando Joseph Fouché, Ministro della Polizia, apprese che il duca era stato ucciso osservò: “C’est pire qu’un crime, c’est un faute”. Questo è peggio di un crimine, è un errore. L’osservazione è spesso attribuita, errando, a Talleyrand. Ma il capo della polizia si sbagliava: due mesi dopo, il Primo Console era imperatore e il duca dimenticato.
La fine giudiziaria del leader dell’opposizione è un crimine politico, ma si rivelerà anche un errore? Un tribunale francese ha inflitto alla leader della destra francese Marine Le Pen un divieto di cinque anni di candidatura per “appropriazione indebita”. Contrariamente alle previsioni della maggior parte dei commentatori, i giudici hanno deciso che le azioni di Le Pen erano così gravi da doverle impedire di ricandidarsi. Nessuno crede che Jordan Bardella coi denti da latte possa farcela (i gollisti sono fuori gioco da anni), per cui la sentenza è un terremoto politico.
Marine Le Pen non è mai piaciuta: classica nazionalista, è illiberale e assistenzialista in economia, è giacobina e un po’ grillina, non gli interessa la questione culturale e ha legami internazionali un po’ troppo maneggioni (su molte cose, Le Pen è lo specchio destro di Mélenchon). Ma nessun leader continentale ha lavorato più duramente di Marine per “de-demonizzare” il suo partito dal marchio (ormai vuoto e solo un’arma politica) di “estrema destra”. Il che, nel suo caso, ha incluso persino la cacciata del fondatore del partito che era anche suo padre, il sulfureo Jean-Marie Le Pen.
Il commento di Giorgia Meloni mi è sembrato il più logico: “La democrazia non può gioire”.
Le Figaro, giornale gollista e non lepeniano, dice: “Il massimalismo giudiziario è chirurgico e ricade sempre dalla stessa parte. A sinistra ci sono coloro che vorrebbero che la giustizia imponesse la trasparenza della virtù al chiaroscuro politico. Per prevenire l'illiberalismo tutti i mezzi sono buoni, anche la riduzione della libertà. È il partito della bilancia. A destra, i sostenitori della sovranità popolare che ritengono che una casta si sia impossessata del tesoro democratico e che stia espropriando gli elettori del loro potere primario: il voto. Per riprendere il controllo sono pronti a buttare via tutto, perfino la separazione dei poteri. È il partito delle urne. Ma bisogna aver frainteso completamente lo spirito dei tempi per credere che la neutralizzazione elettorale di Marine Le Pen fermerà la rivolta delle classi medie”.
Anche un veterano gollista come Franz-Olivier Giesbert, ex direttore di Le Point, è atterrito: “La Francia è ancora una democrazia? Qui non è il potere politico a metterla in discussione, come negli Stati Uniti sotto l'era Trump. Nel nostro paese, oggigiorno, il pericolo viene da un partito furtivamente antisemita che propugna l'insurrezione, intendo la France Insoumise, e da una giustizia ultrapartigiana di diritto divino che, approfittando della debolezza dello stato, continua a far avanzare le sue pedine per raggiungere i suoi fini. È scandaloso che Marine Le Pen sia stata colpita, dopo il processo, da una condanna esecutiva di ineleggibilità fin dal primo grado, senza attendere la fase di appello”.
La democrazia si basa su un sottile equilibrio di poteri. Quando il giudice diventa arbitro elettorale, lo squilibrio è vertiginoso. Tre giudici ora in Francia cambiano il futuro del paese e mobilitano la legge contro il popolo. E non è normale se il presidente della Corte Costituzionale è uno dei principali alleati di Emmanuel Macron ed ex leader del suo partito. Richard Ferrand ha assunto l'incarico di Presidente del Consiglio Costituzionale l'8 marzo di quest'anno dopo essere stato nominato da Macron. È stato segretario del partito di Macron nel 2016-2017, leader del gruppo parlamentare e Presidente del Parlamento nel 2018-2022. Ha fatto parte del consiglio esecutivo dei macroniani fino al 2022 ed è stato membro del partito fino a 4 mesi fa.
Un po’ come i magistrati di Mani Pulite finiti tutti eletti in Parlamento nelle liste del PDS, DS e PD dopo aver decapitato tutti i partiti della Prima Repubblica.
Mme Le Pen era in cima a tutti i sondaggi presidenziali degli ultimi due anni, il che suggerisce che il vero problema per il cosiddetto “mainstream” è che l’“estrema destra” non era più agli estremi ma occupa una fetta sempre più grande dello spettro politico (gli ultimi sondaggi la davano per presidente).
Stiamo assistendo a una nuova manifestazione della secessione delle élite? “Sappiamo meglio di voi cosa è bene per voi”, sembrano dire i giudici agli elettori. Questi deplorevoli dalla mentalità ristretta, un po’ razzisti, quasi tutti bianchi, che fumano sigarette e guidano motori diesel, inquinano le strade e le menti delle persone. Fuori dalla nostra vista!
Dirottare denaro pubblico europeo a favore di un partito e indignarsi per la punizione che sta subendo dopo averla votata in Parlamento è ridicolo. Tipico caso di nemesi giacobina. Ma la condanna per "appropriazione indebita" deriva da una pratica tipica dell'Unione Europea (l’accusa che ferma Le Pen non vale per il premier Francois Bayrou). Il Parlamento Europeo paga gli "assistenti" dei suoi membri, che dovrebbero lavorare solo su questioni europee. Quindi supponiamo che il capo del tuo partito in patria venga in città e tu mandi l'assistente a prenderlo alla stazione e a riportarlo in ufficio. In teoria, hai commesso qualcosa che può essere interpretato come un crimine. E in tribunale ci saranno sempre abbastanza "zone grigie" che, quando devono incastrarti, salteranno fuori. E ora anche Bayrou si dice “colpito” dalla sentenza.
Il fatto che una decisione abbia effetti politici non significa che sia di per sé motivata politicamente. Ma in Italia lo sappiamo bene: sono 30 anni che una magistratura ideologizzata e con ambizioni di governo fa strame della classe politica.
Hanno fatto 32 processi a Silvio Berlusconi, accusato di essere un mafioso, un puttaniere, un corruttore, un evasore, un concussore, un bugiardo e un diffamatore. E ora per la prima volta nella Quinta Repubblica il leader dell'opposizione sarà sottoposto a residenza coatta con sorveglianza elettronica.
Per due anni, Le Pen sarà agli arresti domiciliari e costretta a indossare un braccialetto alla caviglia, come il suo collega criminale Adel Kermiche, anche se nel suo caso i gendarmi hanno disattivato il braccialetto elettronico per un paio d'ore al giorno per consentire a Kermiche un po' di privacy, nel corso della quale ha sgozzato padre Jacques Hamel durante la messa.
Sembra che l’establishment sia deciso a non permettere alcun cambiamento su nulla di ciò che conta davvero, ovvero la resa degli stati nazionali più accomodanti del pianeta alle nuove invasioni barbariche. Il "firewall" politico fatica a tenere, così i giudici devono fornire una foglia di fico di legittimità a un sistema un po’ truccato.
Mi è capitato di rileggere una cosa che ha detto tre anni fa il compianto politologo francese Patrick Buisson: “La nostra società è come la contessa du Barry: ‘Ancora un momento, signor boia!’”. E il messaggio sembra essere: non riuscirete a uscire da questa situazione votando. C’è da temere che qualcuno pensi di poterlo fare in altro modo.
Intanto Médine, il famoso rapper islamico, festeggia così l’esclusione di Le Pen: “Aïd Moubarak”.
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Re: Fatti di politica 2025
Prima regola dell'islamofobo: chiamare i musulmani "islamici".Maìno della Spinetta ha scritto: ↑martedì 1 aprile 2025, 21:57 *Un finale un po' troppo napoleonico*
Marine Le Pen non mi è mai piaciuta, ma quando un giudice che è stato dirigente di partito fino a pochi mesi fa si fa arbitro elettorale, lo squilibrio è vertiginoso (in Italia dovremmo saperlo bene)
GIULIO MEOTTI
1 aprile 2025
Nel 1804, il Primo Console Napoleone Bonaparte decise che il duca d'Enghien era una minaccia politica. Quando Joseph Fouché, Ministro della Polizia, apprese che il duca era stato ucciso osservò: “C’est pire qu’un crime, c’est un faute”. Questo è peggio di un crimine, è un errore. L’osservazione è spesso attribuita, errando, a Talleyrand. Ma il capo della polizia si sbagliava: due mesi dopo, il Primo Console era imperatore e il duca dimenticato.
La fine giudiziaria del leader dell’opposizione è un crimine politico, ma si rivelerà anche un errore? Un tribunale francese ha inflitto alla leader della destra francese Marine Le Pen un divieto di cinque anni di candidatura per “appropriazione indebita”. Contrariamente alle previsioni della maggior parte dei commentatori, i giudici hanno deciso che le azioni di Le Pen erano così gravi da doverle impedire di ricandidarsi. Nessuno crede che Jordan Bardella coi denti da latte possa farcela (i gollisti sono fuori gioco da anni), per cui la sentenza è un terremoto politico.
Marine Le Pen non è mai piaciuta: classica nazionalista, è illiberale e assistenzialista in economia, è giacobina e un po’ grillina, non gli interessa la questione culturale e ha legami internazionali un po’ troppo maneggioni (su molte cose, Le Pen è lo specchio destro di Mélenchon). Ma nessun leader continentale ha lavorato più duramente di Marine per “de-demonizzare” il suo partito dal marchio (ormai vuoto e solo un’arma politica) di “estrema destra”. Il che, nel suo caso, ha incluso persino la cacciata del fondatore del partito che era anche suo padre, il sulfureo Jean-Marie Le Pen.
Il commento di Giorgia Meloni mi è sembrato il più logico: “La democrazia non può gioire”.
Le Figaro, giornale gollista e non lepeniano, dice: “Il massimalismo giudiziario è chirurgico e ricade sempre dalla stessa parte. A sinistra ci sono coloro che vorrebbero che la giustizia imponesse la trasparenza della virtù al chiaroscuro politico. Per prevenire l'illiberalismo tutti i mezzi sono buoni, anche la riduzione della libertà. È il partito della bilancia. A destra, i sostenitori della sovranità popolare che ritengono che una casta si sia impossessata del tesoro democratico e che stia espropriando gli elettori del loro potere primario: il voto. Per riprendere il controllo sono pronti a buttare via tutto, perfino la separazione dei poteri. È il partito delle urne. Ma bisogna aver frainteso completamente lo spirito dei tempi per credere che la neutralizzazione elettorale di Marine Le Pen fermerà la rivolta delle classi medie”.
Anche un veterano gollista come Franz-Olivier Giesbert, ex direttore di Le Point, è atterrito: “La Francia è ancora una democrazia? Qui non è il potere politico a metterla in discussione, come negli Stati Uniti sotto l'era Trump. Nel nostro paese, oggigiorno, il pericolo viene da un partito furtivamente antisemita che propugna l'insurrezione, intendo la France Insoumise, e da una giustizia ultrapartigiana di diritto divino che, approfittando della debolezza dello stato, continua a far avanzare le sue pedine per raggiungere i suoi fini. È scandaloso che Marine Le Pen sia stata colpita, dopo il processo, da una condanna esecutiva di ineleggibilità fin dal primo grado, senza attendere la fase di appello”.
La democrazia si basa su un sottile equilibrio di poteri. Quando il giudice diventa arbitro elettorale, lo squilibrio è vertiginoso. Tre giudici ora in Francia cambiano il futuro del paese e mobilitano la legge contro il popolo. E non è normale se il presidente della Corte Costituzionale è uno dei principali alleati di Emmanuel Macron ed ex leader del suo partito. Richard Ferrand ha assunto l'incarico di Presidente del Consiglio Costituzionale l'8 marzo di quest'anno dopo essere stato nominato da Macron. È stato segretario del partito di Macron nel 2016-2017, leader del gruppo parlamentare e Presidente del Parlamento nel 2018-2022. Ha fatto parte del consiglio esecutivo dei macroniani fino al 2022 ed è stato membro del partito fino a 4 mesi fa.
Un po’ come i magistrati di Mani Pulite finiti tutti eletti in Parlamento nelle liste del PDS, DS e PD dopo aver decapitato tutti i partiti della Prima Repubblica.
Mme Le Pen era in cima a tutti i sondaggi presidenziali degli ultimi due anni, il che suggerisce che il vero problema per il cosiddetto “mainstream” è che l’“estrema destra” non era più agli estremi ma occupa una fetta sempre più grande dello spettro politico (gli ultimi sondaggi la davano per presidente).
Stiamo assistendo a una nuova manifestazione della secessione delle élite? “Sappiamo meglio di voi cosa è bene per voi”, sembrano dire i giudici agli elettori. Questi deplorevoli dalla mentalità ristretta, un po’ razzisti, quasi tutti bianchi, che fumano sigarette e guidano motori diesel, inquinano le strade e le menti delle persone. Fuori dalla nostra vista!
Dirottare denaro pubblico europeo a favore di un partito e indignarsi per la punizione che sta subendo dopo averla votata in Parlamento è ridicolo. Tipico caso di nemesi giacobina. Ma la condanna per "appropriazione indebita" deriva da una pratica tipica dell'Unione Europea (l’accusa che ferma Le Pen non vale per il premier Francois Bayrou). Il Parlamento Europeo paga gli "assistenti" dei suoi membri, che dovrebbero lavorare solo su questioni europee. Quindi supponiamo che il capo del tuo partito in patria venga in città e tu mandi l'assistente a prenderlo alla stazione e a riportarlo in ufficio. In teoria, hai commesso qualcosa che può essere interpretato come un crimine. E in tribunale ci saranno sempre abbastanza "zone grigie" che, quando devono incastrarti, salteranno fuori. E ora anche Bayrou si dice “colpito” dalla sentenza.
Il fatto che una decisione abbia effetti politici non significa che sia di per sé motivata politicamente. Ma in Italia lo sappiamo bene: sono 30 anni che una magistratura ideologizzata e con ambizioni di governo fa strame della classe politica.
Hanno fatto 32 processi a Silvio Berlusconi, accusato di essere un mafioso, un puttaniere, un corruttore, un evasore, un concussore, un bugiardo e un diffamatore. E ora per la prima volta nella Quinta Repubblica il leader dell'opposizione sarà sottoposto a residenza coatta con sorveglianza elettronica.
Per due anni, Le Pen sarà agli arresti domiciliari e costretta a indossare un braccialetto alla caviglia, come il suo collega criminale Adel Kermiche, anche se nel suo caso i gendarmi hanno disattivato il braccialetto elettronico per un paio d'ore al giorno per consentire a Kermiche un po' di privacy, nel corso della quale ha sgozzato padre Jacques Hamel durante la messa.
Sembra che l’establishment sia deciso a non permettere alcun cambiamento su nulla di ciò che conta davvero, ovvero la resa degli stati nazionali più accomodanti del pianeta alle nuove invasioni barbariche. Il "firewall" politico fatica a tenere, così i giudici devono fornire una foglia di fico di legittimità a un sistema un po’ truccato.
Mi è capitato di rileggere una cosa che ha detto tre anni fa il compianto politologo francese Patrick Buisson: “La nostra società è come la contessa du Barry: ‘Ancora un momento, signor boia!’”. E il messaggio sembra essere: non riuscirete a uscire da questa situazione votando. C’è da temere che qualcuno pensi di poterlo fare in altro modo.
Intanto Médine, il famoso rapper islamico, festeggia così l’esclusione di Le Pen: “Aïd Moubarak”.
Dove l'hai preso questo piangina che ancora si lamenta per Craxi e Berlusconi perseguitati dai giudici? Pessimo.
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
- Beppugrillo
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Re: Fatti di politica 2025
Quale dovrebbe essere l'atteggiamento della giustizia per non alimentare sospetti di sentenze politiche? L'impunità assoluta? Se processare e condannare i neofascisti quando commettono un reato non va bene perché ne aumenta il consenso elettorale qual è l'alternativa?
- Maìno della Spinetta
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Re: Fatti di politica 2025
Dal substack di Meotti (penna del Foglio)bicycleran ha scritto: ↑martedì 1 aprile 2025, 22:46
Dove l'hai preso questo piangina che ancora si lamenta per Craxi e Berlusconi perseguitati dai giudici? Pessimo.
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Re: Fatti di politica 2025
Vado a chiedergli quali sono i magistrati di mani pulite finiti nel PD (o antenati), perché non me ne viene in mente neanche unoMaìno della Spinetta ha scritto: ↑martedì 1 aprile 2025, 23:19Dal substack di Meotti (penna del Foglio)bicycleran ha scritto: ↑martedì 1 aprile 2025, 22:46
Dove l'hai preso questo piangina che ancora si lamenta per Craxi e Berlusconi perseguitati dai giudici? Pessimo.
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
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Re: Fatti di politica 2025
L'alternativa potrebbe essere processare anche Mélenchon per lo stesso schema di reato. In Francia ci si chiede perché gli stessi fatti commessi a sinistra non hanno portato nemmeno ad aprire un processo.Beppugrillo ha scritto: ↑martedì 1 aprile 2025, 23:14 Quale dovrebbe essere l'atteggiamento della giustizia per non alimentare sospetti di sentenze politiche? L'impunità assoluta? Se processare e condannare i neofascisti quando commettono un reato non va bene perché ne aumenta il consenso elettorale qual è l'alternativa?
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Re: Fatti di politica 2025
le dichiarazioni di Salvini e Musk le abbiamo già lette, non c’è bisogno di ripeterle a pappagalloaitutaki1 ha scritto: ↑martedì 1 aprile 2025, 18:14 Sono perplesso per il taglio da ultras dato da molti alla vicenda, che mi pare lineare aldilà di quella che sarà la sentenza definitiva.
Frode, a danno dell' amministrazione pubblica e dei cittadini dato che siamo noi a finanziare l' associazione a delinquere chiamata UE.
Non mi pare che sia un caso di giustizia ad orologeria dato che credo manchino 2 anni alle elezioni presidenziali,
lo stesso partito abbia anche fatto da stampella ad un governo del presidente e pur se si possa discutere sull' esecutività
della pena accessoria personalmente pare commisurata il tipo di reato.
Niente a che fare con la vicenda Georgescu dove il vincitore del primo turno è stato estromesso senza lo straccio di una sentenza
le armi non erano in suo possesso e anche la vicenda tiktok già ridicola nell' era di US Aid che investe miliardi di $
per influenzare media e istituzioni, vede gli influencer pagati da un altro partito.
Casomai sarebbe da interrogarsi perchè si permetta a 4 No PAX servi della finanza speculativa tipo Macron "uomo" Rothschild,
Draghi Goldman Sachs , VdL etc etc di andare palesemente contro ai più elementari principi democratici.

Re: Fatti di politica 2025
Ci sono evidenze che i leader dei partiti di sinistra abbiano commesso la stessa cosa?Maìno della Spinetta ha scritto: ↑mercoledì 2 aprile 2025, 6:59 In Francia ci si chiede perché gli stessi fatti commessi a sinistra non hanno portato nemmeno ad aprire un processo.
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
"Il Finestre toglie e il Finestre dà" (Merlozero)
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Re: Fatti di politica 2025
eccomi
trump, fasci, leghisti, frontisti, VDL, Kallas, Pini Picerni, Draghi, Macron, Starmer, meloni, ecc.ecc. sono il prodotto di un'epoca di evidente decadenza.
Ma mentre la fascio francese viene giustamente condannata, gli altri purtroppo la fanno franca.
Re: Fatti di politica 2025
Cosa resta della democrazia?
di Christopher Laquieze
Marine Le Pen è stata dichiarata colpevole di appropriazione indebita di fondi pubblici (2,9 milioni di euro della UE usati in patria per pagare i propri collaboratori) con condanna a quattro anni, di cui due sospesi e due con braccialetto elettronico, una multa di 100.000 euro e cinque anni di ineleggibilità.
Ma non è la condanna a colpire di più.
È la reazione.
Appena pronunciata la sentenza, i commenti di parte deflagrano in termini quali "ingiustizia", di "cospirazione", di "attentato alla democrazia", di "bomba nucleare".
E qui sorge una domanda:
A che punto un atto illegale, se compiuto da una figura politica popolare, cessa di essere un crimine e diventa un atto legittimo agli occhi di una parte della popolazione?
Perché non è più solo la giustizia a essere contestata. Ha il diritto di esistere nonostante il fervore elettorale.
Qui entriamo in una zona filosofica inquietante, quella dello scontro tra legittimità democratica (ciò che è convalidato dal suffragio) e legittimità giuridica (ciò che è disciplinato dalla legge).
Si può rubare denaro pubblico o, più in generale, infrangere le leggi e affermare di rappresentare il popolo?
Si può essere condannati e tuttavia incarnare la volontà generale?
In un regime democratico, queste due legittimità dovrebbero coincidere: il popolo elegge chi lo serve ed esclude chi infrange le regole.
Ma cosa succede quando queste due logiche si contraddicono? Quando legalità e popolarità si scontrano? Quando una parte del popolo acclama colui che la legge condanna?
Questa non è una crisi giudiziaria.
È una crisi di significato.
Noi crediamo ancora che la democrazia si basi sulla scelta del popolo, ma dimentichiamo che questa scelta ha valore solo se esercitata all'interno di un quadro normativo stabile.
La democrazia non è semplicemente la legge della maggioranza. È anche la sottomissione di tutti – governanti e governati – a principi condivisi, a un’idea di giustizia, a un certo rigore morale.
Quando una società comincia a credere che un voto possa assolvere un crimine, non sta più difendendo un regime democratico. Sta scivolando verso un regime plebiscitario, in cui la maggioranza santifica tutto ciò che ama.
Non giudichiamo più le azioni, giudichiamo chi le commette. Se ti amo, hai ragione a prescindere. Se vinci, sei legittimo. E se sei condannato è perché la giustizia è corrotta (o politicizzata).
Stiamo quindi assistendo ad un cambiamento nel linguaggio:
la legge diventa "politica",
la colpa diventa “persecuzione”,
il colpevole diventa "vittima".
Questo spostamento è fatale: rovina ogni idea di responsabilità.
Migliaia di anni prima, Platone si era preoccupato di questo nella Repubblica. Quando le persone cominciano a vedere le regole come ostacoli alla loro volontà, quando si allontanano dalla giustizia perché ostacola i loro desideri immediati, la democrazia degenera.
Non in una dittatura, ma in una post-democrazia in cui l'emozione collettiva ha la precedenza sulla legge e in cui il sostegno popolare cancella ogni esigenza morale.
La vera domanda non è quindi se Marine Le Pen può ancora candidarsi, ma se una società può rimanere democratica quando sceglie di glorificare coloro che hanno tradito le regole semplicemente perché sono amati.
E non si tratta solo di Marine Le Pen (o Sarkozy, o Orban, Nethanyahou, Putin, Trump, Salvini, Santanchè, Lukashenko, Xi Jinping, Kim-Jong-Un, Millei, il fu Berlusconi etc ), né di soli soldi pubblici, perché il discorso vale anche per crimini ben più gravi e la storia ne è piena.
La questione è se stiamo ancora difendendo un ideale di giustizia o semplicemente il sacro diritto di un popolo a santificare i propri idoli.
anche quando hanno tradito l'interesse generale.
E questa domanda riguarda tutti noi.
Perché tocca la radice stessa di ciò che ancora chiamiamo — per abitudine — democrazia.
di Christopher Laquieze
Marine Le Pen è stata dichiarata colpevole di appropriazione indebita di fondi pubblici (2,9 milioni di euro della UE usati in patria per pagare i propri collaboratori) con condanna a quattro anni, di cui due sospesi e due con braccialetto elettronico, una multa di 100.000 euro e cinque anni di ineleggibilità.
Ma non è la condanna a colpire di più.
È la reazione.
Appena pronunciata la sentenza, i commenti di parte deflagrano in termini quali "ingiustizia", di "cospirazione", di "attentato alla democrazia", di "bomba nucleare".
E qui sorge una domanda:
A che punto un atto illegale, se compiuto da una figura politica popolare, cessa di essere un crimine e diventa un atto legittimo agli occhi di una parte della popolazione?
Perché non è più solo la giustizia a essere contestata. Ha il diritto di esistere nonostante il fervore elettorale.
Qui entriamo in una zona filosofica inquietante, quella dello scontro tra legittimità democratica (ciò che è convalidato dal suffragio) e legittimità giuridica (ciò che è disciplinato dalla legge).
Si può rubare denaro pubblico o, più in generale, infrangere le leggi e affermare di rappresentare il popolo?
Si può essere condannati e tuttavia incarnare la volontà generale?
In un regime democratico, queste due legittimità dovrebbero coincidere: il popolo elegge chi lo serve ed esclude chi infrange le regole.
Ma cosa succede quando queste due logiche si contraddicono? Quando legalità e popolarità si scontrano? Quando una parte del popolo acclama colui che la legge condanna?
Questa non è una crisi giudiziaria.
È una crisi di significato.
Noi crediamo ancora che la democrazia si basi sulla scelta del popolo, ma dimentichiamo che questa scelta ha valore solo se esercitata all'interno di un quadro normativo stabile.
La democrazia non è semplicemente la legge della maggioranza. È anche la sottomissione di tutti – governanti e governati – a principi condivisi, a un’idea di giustizia, a un certo rigore morale.
Quando una società comincia a credere che un voto possa assolvere un crimine, non sta più difendendo un regime democratico. Sta scivolando verso un regime plebiscitario, in cui la maggioranza santifica tutto ciò che ama.
Non giudichiamo più le azioni, giudichiamo chi le commette. Se ti amo, hai ragione a prescindere. Se vinci, sei legittimo. E se sei condannato è perché la giustizia è corrotta (o politicizzata).
Stiamo quindi assistendo ad un cambiamento nel linguaggio:
la legge diventa "politica",
la colpa diventa “persecuzione”,
il colpevole diventa "vittima".
Questo spostamento è fatale: rovina ogni idea di responsabilità.
Migliaia di anni prima, Platone si era preoccupato di questo nella Repubblica. Quando le persone cominciano a vedere le regole come ostacoli alla loro volontà, quando si allontanano dalla giustizia perché ostacola i loro desideri immediati, la democrazia degenera.
Non in una dittatura, ma in una post-democrazia in cui l'emozione collettiva ha la precedenza sulla legge e in cui il sostegno popolare cancella ogni esigenza morale.
La vera domanda non è quindi se Marine Le Pen può ancora candidarsi, ma se una società può rimanere democratica quando sceglie di glorificare coloro che hanno tradito le regole semplicemente perché sono amati.
E non si tratta solo di Marine Le Pen (o Sarkozy, o Orban, Nethanyahou, Putin, Trump, Salvini, Santanchè, Lukashenko, Xi Jinping, Kim-Jong-Un, Millei, il fu Berlusconi etc ), né di soli soldi pubblici, perché il discorso vale anche per crimini ben più gravi e la storia ne è piena.
La questione è se stiamo ancora difendendo un ideale di giustizia o semplicemente il sacro diritto di un popolo a santificare i propri idoli.
anche quando hanno tradito l'interesse generale.
E questa domanda riguarda tutti noi.
Perché tocca la radice stessa di ciò che ancora chiamiamo — per abitudine — democrazia.
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
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Re: Fatti di politica 2025
eh, sì, la questione è quella, anche per lo stesso Bayrou, e il fatto che siano state attribuite pene accessorie irrituali sia date le circostanze, sia dato il grado di giudizio.Trullo ha scritto: ↑mercoledì 2 aprile 2025, 9:01Ci sono evidenze che i leader dei partiti di sinistra abbiano commesso la stessa cosa?Maìno della Spinetta ha scritto: ↑mercoledì 2 aprile 2025, 6:59 In Francia ci si chiede perché gli stessi fatti commessi a sinistra non hanno portato nemmeno ad aprire un processo.
Ultima modifica di Maìno della Spinetta il mercoledì 2 aprile 2025, 11:57, modificato 1 volta in totale.
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Re: Fatti di politica 2025
Non conosco né i fatti né il sistema penale francese, e anche quello politico fino a un certo punto quindi vedo la cosa con un certo distacco, tuttavia quel che mi stona è che con una sentenza ancora appellabile venga già applicata parte della pena e in particolare l'ineleggibilità.
D'altra parte sembra che l'ineleggibilità a seguito di condanna fosse un cavallo di battaglia della stessa Le Pen, quindi si tratta di una specie di contrappasso.
D'altra parte sembra che l'ineleggibilità a seguito di condanna fosse un cavallo di battaglia della stessa Le Pen, quindi si tratta di una specie di contrappasso.
Re: Fatti di politica 2025
@maino, avevo letto delle dichiarazioni in cui Bayrou sosteneva e difendeva l'operato dei magistrati
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
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Re: Fatti di politica 2025
Bayrou ha detto una cosa molto diversa (e molto più intelligente), differenziando il piano politico da quello legale. Peraltro è stato lo stesso FN a votare in Parlamento a favore dell'atto che è stato applicato dai giudiciMaìno della Spinetta ha scritto: ↑mercoledì 2 aprile 2025, 10:45eh, sì, la questione è quella, anche per lo stesso Beyrou, e il fatto che siano state attribuite pene accessorie irrituali sia date le circostanze, sia dato il grado di giudizio.Trullo ha scritto: ↑mercoledì 2 aprile 2025, 9:01Ci sono evidenze che i leader dei partiti di sinistra abbiano commesso la stessa cosa?Maìno della Spinetta ha scritto: ↑mercoledì 2 aprile 2025, 6:59 In Francia ci si chiede perché gli stessi fatti commessi a sinistra non hanno portato nemmeno ad aprire un processo.
Re: Fatti di politica 2025
in cosa l’avrebbe fatta franca Pina Picerno?galliano ha scritto: ↑mercoledì 2 aprile 2025, 10:30eccomi
trump, fasci, leghisti, frontisti, VDL, Kallas, Pini Picerni, Draghi, Macron, Starmer, meloni, ecc.ecc. sono il prodotto di un'epoca di evidente decadenza.
Ma mentre la fascio francese viene giustamente condannata, gli altri purtroppo la fanno franca.

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Re: Fatti di politica 2025
Il giudice assegnato al nuovo caso che coinvolge Trump è il giudice Boasberg, un giudice nominato da Obama le cui amicizie e il cui attivismo politico è spesso stato contestato.
Per la quarta volta il giudice a cui è assegnato casualmente dal sistema cieco dell'assegnazione casuale del giudice distrettuale, tra i 29 membri di cui è composta, è lui. La probabilità è 1 su 29 elevato alla terza.
Per la quarta volta il giudice a cui è assegnato casualmente dal sistema cieco dell'assegnazione casuale del giudice distrettuale, tra i 29 membri di cui è composta, è lui. La probabilità è 1 su 29 elevato alla terza.
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Re: Fatti di politica 2025
Maino, ma tipo delle minacce di annessione della Groenlandia cosa ne pensi?
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
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Re: Fatti di politica 2025
Io dico che ha tanto preso per il culo Biden per l'Alzaimer, ma anche lui ci è dentro in pieno !!bicycleran ha scritto: ↑mercoledì 2 aprile 2025, 20:04 Maino, ma tipo delle minacce di annessione della Groenlandia cosa ne pensi?
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Re: Fatti di politica 2025
Anche secondo me. Putin lo sta perculando da tre mesi e lui manco se ne accorge.Road Runner ha scritto: ↑mercoledì 2 aprile 2025, 21:32Io dico che ha tanto preso per il culo Biden per l'Alzaimer, ma anche lui ci è dentro in pieno !!bicycleran ha scritto: ↑mercoledì 2 aprile 2025, 20:04 Maino, ma tipo delle minacce di annessione della Groenlandia cosa ne pensi?
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
Re: Fatti di politica 2025
Bah. In realtà sta continuando sulla scia del primo mandato, non ci vedo nulla di troppo sorprendente. Non darei la colpa all'Alzheimerbicycleran ha scritto: ↑mercoledì 2 aprile 2025, 22:06Anche secondo me. Putin lo sta perculando da tre mesi e lui manco se ne accorge.Road Runner ha scritto: ↑mercoledì 2 aprile 2025, 21:32Io dico che ha tanto preso per il culo Biden per l'Alzaimer, ma anche lui ci è dentro in pieno !!bicycleran ha scritto: ↑mercoledì 2 aprile 2025, 20:04 Maino, ma tipo delle minacce di annessione della Groenlandia cosa ne pensi?
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Re: Fatti di politica 2025
C'è almeno una differenza fondamentale: adesso minaccia e colpisce anche gli alleatipietro ha scritto: ↑giovedì 3 aprile 2025, 0:25Bah. In realtà sta continuando sulla scia del primo mandato, non ci vedo nulla di troppo sorprendente. Non darei la colpa all'Alzheimerbicycleran ha scritto: ↑mercoledì 2 aprile 2025, 22:06Anche secondo me. Putin lo sta perculando da tre mesi e lui manco se ne accorge.Road Runner ha scritto: ↑mercoledì 2 aprile 2025, 21:32
Io dico che ha tanto preso per il culo Biden per l'Alzaimer, ma anche lui ci è dentro in pieno !!
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
Re: Fatti di politica 2025
Ho l'impressione che se ne accorga benissimo e che per qualche motivo Putin lo tenga per le pallebicycleran ha scritto: ↑mercoledì 2 aprile 2025, 22:06
Anche secondo me. Putin lo sta perculando da tre mesi e lui manco se ne accorge.
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)
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Re: Fatti di politica 2025
Io comincio a pensare che sia proprio stupido e incapace. Anche Musk forse comincia a rendersene conto e a mollarlo.
Trump pensava davvero di fermare la guerra in 24 ore, temo.
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Re: Fatti di politica 2025
L'idea di dare così tanto potere a qualcuno che non sopravviverà per vederne gli effetti sarebbe da discutere (anche se credo che questa persona fosse così anche a 40 anni)
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Re: Fatti di politica 2025
"... la battuta spensierata, il riferimento galante, la bagattella di un momento... "bicycleran ha scritto: ↑mercoledì 2 aprile 2025, 20:04 Maino, ma tipo delle minacce di annessione della Groenlandia cosa ne pensi?
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Re: Fatti di politica 2025
Bagatelle per un massacro
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
Re: Fatti di politica 2025
niente di illegale, per ora.Scattista ha scritto: ↑mercoledì 2 aprile 2025, 13:25in cosa l’avrebbe fatta franca Pina Picerno?galliano ha scritto: ↑mercoledì 2 aprile 2025, 10:30eccomi
trump, fasci, leghisti, frontisti, VDL, Kallas, Pini Picerni, Draghi, Macron, Starmer, meloni, ecc.ecc. sono il prodotto di un'epoca di evidente decadenza.
Ma mentre la fascio francese viene giustamente condannata, gli altri purtroppo la fanno franca.
Mi riferisco alle sue posizioni politiche, ai suoi incontri, in qualità di vicepresidente, con i membri dell’Idsf.
Dovrebbe andare a zappare invece la pagano i contribuenti europei.
Re: Fatti di politica 2025
Intanto il mondo si chiede da quale sito internet sia stata scaricata la lista dei paesi del mondo utilizzata per determinare i nuovi dazi.
Dev'essere una lista un po' particolare, essendo stati assoggettati a dazi "paesi" (che tali non sono perché territori d'oltremare parte di altri stati) quali, fra gli altri:
Reunion (F)
Falkland (UK)
Isola Heard e Isole McDonald (Australia), isole disabitate dell'Oceano Australe
Dev'essere una lista un po' particolare, essendo stati assoggettati a dazi "paesi" (che tali non sono perché territori d'oltremare parte di altri stati) quali, fra gli altri:
Reunion (F)
Falkland (UK)
Isola Heard e Isole McDonald (Australia), isole disabitate dell'Oceano Australe
Re: Fatti di politica 2025
La cosa che fa quasi ridere è che la grande Europa decantata da Vecchioni alla piazza di Roma, sia alla mercè di personaggi come Trump e C.
Questa la dice lunga sul declino europeo e sul livello infimo dei politicanti europei da sempre subalterni alle politiche di Washington.
GIusto che siano trattati come miserabili quali sono.
Questa la dice lunga sul declino europeo e sul livello infimo dei politicanti europei da sempre subalterni alle politiche di Washington.
GIusto che siano trattati come miserabili quali sono.
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Re: Fatti di politica 2025
Fa parte della messa in sicurezza dello spazio Nord Atlantico, spero accada via accordo DK-US e non con colpi di testa.bicycleran ha scritto: ↑mercoledì 2 aprile 2025, 20:04 Maino, ma tipo delle minacce di annessione della Groenlandia cosa ne pensi?
Rimando al recente pezzo di Torlizzi su questo - https://www.startmag.it/mondo/non-solo- ... -di-trump/
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Re: Fatti di politica 2025
Non mi son letto tanto su queste cose, magari piscio fuori dal vaso, ma i dazi si applicano agli spazi doganali non ai Paesi. Quindi UE (e non Italia), Regno Unito (territori principali), and so on. Probabilmente Réunion e Falkland sono state target di dazi specifici perché sono spazi doganali separati rispetto al Paese di appartenenza e, per la loro posizione, sarebbero il veicolo ideale per il transshipment, ed eludere i dazijumbo ha scritto: ↑giovedì 3 aprile 2025, 9:50 Intanto il mondo si chiede da quale sito internet sia stata scaricata la lista dei paesi del mondo utilizzata per determinare i nuovi dazi.
Dev'essere una lista un po' particolare, essendo stati assoggettati a dazi "paesi" (che tali non sono perché territori d'oltremare parte di altri stati) quali, fra gli altri:
Reunion (F)
Falkland (UK)
Isola Heard e Isole McDonald (Australia), isole disabitate dell'Oceano Australe
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Re: Fatti di politica 2025
Cazzullo, beata innocenza, dice che era inevitabile che facessero uno sgambetto a Marine Le Pen.
Cari lettori, *era abbastanza ingenuo attendersi che l’establishment francese avrebbe consegnato il Paese, o la Nazione se preferite, a Marine Le Pen*. Una presidenza Le Pen significherebbe smontare tutta l’impalcatura europea costruita negli ultimi cinquant’anni, rinunciare al rapporto privilegiato con la Germania che era già un’idea di de Gaulle — i francesi hanno l’atomica e il seggio permanente nel Consiglio di sicurezza dell’onu, i tedeschi la forza economica —, avvicinarsi pericolosamente a Putin. Da italiani, cioè un popolo che disprezza lo Stato e la politica, fatichiamo a capire i Paesi dove un establishment esiste. Non a caso l’italia è l’unico Stato dell’europa occidentale dove i populisti hanno vinto le elezioni, sia nel 2018 sia nel 2022.
Detto questo, il vento di rivolta contro l’establishment che spazza tutto l’occidente soffia da tempo anche in Francia. Il Rassemblement National di Marine Le Pen ha lavorato molto — anche se non sempre con efficacia — per frenare le antiche pulsioni xenofobe e antisemite. Una parte del mondo imprenditoriale è ormai convinta che il Rn sia la nuova destra su cui puntare; in primis Vincent Bolloré, la cui presenza in Italia è stata ridimensionata prima da Mediaset poi dal governo, ma che in Francia è molto influente, anche nell’editoria. Ora l’establishment francese ha due anni di tempo per trovare, nella sinistra riformista o più facilmente nella destra europeista e repubblicana, se non un nuovo Macron, qualcuno in grado di battere una Le Pen graziata o un Bardella.
Cari lettori, *era abbastanza ingenuo attendersi che l’establishment francese avrebbe consegnato il Paese, o la Nazione se preferite, a Marine Le Pen*. Una presidenza Le Pen significherebbe smontare tutta l’impalcatura europea costruita negli ultimi cinquant’anni, rinunciare al rapporto privilegiato con la Germania che era già un’idea di de Gaulle — i francesi hanno l’atomica e il seggio permanente nel Consiglio di sicurezza dell’onu, i tedeschi la forza economica —, avvicinarsi pericolosamente a Putin. Da italiani, cioè un popolo che disprezza lo Stato e la politica, fatichiamo a capire i Paesi dove un establishment esiste. Non a caso l’italia è l’unico Stato dell’europa occidentale dove i populisti hanno vinto le elezioni, sia nel 2018 sia nel 2022.
Detto questo, il vento di rivolta contro l’establishment che spazza tutto l’occidente soffia da tempo anche in Francia. Il Rassemblement National di Marine Le Pen ha lavorato molto — anche se non sempre con efficacia — per frenare le antiche pulsioni xenofobe e antisemite. Una parte del mondo imprenditoriale è ormai convinta che il Rn sia la nuova destra su cui puntare; in primis Vincent Bolloré, la cui presenza in Italia è stata ridimensionata prima da Mediaset poi dal governo, ma che in Francia è molto influente, anche nell’editoria. Ora l’establishment francese ha due anni di tempo per trovare, nella sinistra riformista o più facilmente nella destra europeista e repubblicana, se non un nuovo Macron, qualcuno in grado di battere una Le Pen graziata o un Bardella.
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