Fiammingo ha scritto:maglianera ha scritto:stando sul percorso, ho avuto modo di vedere che il vento cambiava continuamente intensità e direzione (vedevo le bandiere sventolare). Passare nello stesso punto anche a solo pochi minuti di distanza poteva essere diverso. Stando in uno dei punti più ripidi della salita, a me sinceramente quello che aveva dato l'impressione di andare più forte era proprio Quintana.
curiosità: diversi partecipanti erano seguiti solo da una 500 (della carovana pubblicitaria, credo) con due ruote di scorta poggiate su un sedile posteriore (ma se uno rompeva la bici??). Rovny non era seguito da nessuna auto, perché dopo di lui partiva un compagno di squadra della Saxo e un'ammiraglia bastava per due!
Non ho letto tutto il thread, scusatemi se ne avete gia parlato: ma visto che tu Maglianera eri sul percorso, ne approfitto per fare una domanda in particolare a te e agli "inge" del forum (slegar, prof): ma in una crono corsa dai big a 42 di media (Uran un goccio in piu),con salite discese, bagnato e vento era veramente necessario inforcare bici da crono con lenticolari? Mi piacerebbe aver la controprova di un big partito con bici tradizionale, appendici e due belle alto profilo e vedere il paragone...cosa ne pensate?
Ti dirò che me lo sono chiesto per tutto il pomeriggio dandomi anche la risposta: se ne avessi avuto responsabilità, i mie corridori li avrei fatti partire senza lenticolare e senza alto profilo e, dirò di più', con bici normale superalleggerita da crono. Più' di 2/3 della gara si svolgevano su strade tortuose, in salita e discesa e soltanto la parte centrale in rettilineo.
Quanto dice Maglianera, poi, mi convince ancora di più': se c'era vento era semplicemente assurdo usare lenticolare e profilo alto: per me era da incompetenti.
Vorrei poi richiamare una osservazione molto intelligente fatta anche da Lelli: queste bici da crono (ma non solo, direi anche moltissime da strada) spostano il peso molto in avanti, a gravare sulla ruota anteriore, scaricando quella posteriore. Questo rende il mezzo estremamente poco guidabile in discesa ed in curva (ma anche sul rettilineo, se la strada non è un biliardo). E' ovvio che la bici ti parte di sotto appena accenni alla curva: non parliamo di che succede non appena tocchi i freni.
A dimostrazione di questo, Lelli ha mostrato una derapata assurda di Aru in un tratto di salita e, percio', a velocità certamente non eccessiva: Aru era tutto appoggiato sul davanti.
Questa tendenza è in atto da parecchi anni anche sulle bici da strada e vedere corridori con le braccia tese sul manubrio (come i pensionati cicloturisti) come accade oggi sempre più' spesso, a me fa un po' male perché, volenti o nolenti, quelle braccia tese stanno a significare che parte del peso è trasferita ipso facto sull'avantreno, con tutto quel che ne consegue. Di questo, inoltre, non se ne giova neanche l'aerodinamica del corridore stesso che rimane esposto interamente all'aria con il busto.
Vedo che molti corridori cominciano (finalmente) a ritornare a manubri dalla curva più' "chiusa", con la parte inferiore piatta anziché inclinata. Abbiano allora anche l'accortezza di allungare la distanza del seggiolino dal manubrio stesso e tenere le braccia piegate, scaricando l'anteriore.