Principe ha scritto: Felice ha scritto:
Mi stupisce che tu, TIC & C. non vi rendiate conto che è dai tempi di Reagan e Thatcher, ovvero da 30 anni, che il mondo occidentale non fa altro che subire “riforme” liberali.
Mi stupisce che tu non ti renda conto che negli ultimi 30 anni il PIL dei paesi occidentali si è più che raddoppiato. .
Verrebbe voglia di dire : tutto lì ? Li hai fatti due conti ? Sai quanto fa in termini di tasso di crescita medio annuo il raddoppio del PIL in 30 anni ? Te lo dico io: fa 2,3%. Non un gran ché, non è vero? Si dice che un’economia liberale, per creare posti di lavoro, debba avere un tasso di crescita di almeno il 3%. Quindi, in fin dei conti, il tuo dato conferma il fallimento delle misure economiche messe in atto: in 30 anni, non sono stati capaci di fare in modo di avere un’economia in espansione. E questo pur adottando misure che hanno fatto sputare lacrime e sangue alla povera gente.
E poi, come al solito, tu, TIC ed altri, ragionate sempre ed esclusivamente utilizzando i parametri che i detentori del potere economico vi dicono di utilizzare. Non vi ponete mai, proprio mai, altre domande, del tipo:
- Il Pil è raddoppiato in 30 anni. E’ raddoppiato anche il tenore di vita della maggioranza della popolazione?
- Come è cambiato il numero di senza tetto in questi 30 anni? Raddoppiato? Quintuplicato? Decuplicato?
- Qual’è stata l’evoluzione dei patrimoni in questo frattempo? Non ho voglia di fare una ricerca dettagliata, ma ho sottomano un dato interessante concernente l’evoluzione dei patrimoni in Francia tra il 1998 e il 2004. Ebbene, nonostante proprio in quel periodo ci sia stato lo scoppio della bolla internet, il patrimonio del 10% più ricco di Francia è aumentato del 26,2%. Nello stesso periodo, quello del 30% meno ricco di Francia è diminuito del 2,3%.
Ecco, questa è l’economia liberale.
Principe ha scritto: Felice ha scritto:
Mi stupisce che tutto quello che sapete dire è che bisogna fare ancora di più, bisogna distruggere quel poco che resta da distruggere.
Guarda che io mica auspico un peggioramento delle condizioni di vita degli italiani. Lo prevedo solamente. ….. .
Però tutto quello che scrivi, le misure economiche che appoggi, vanno sempre, sistematicamente, in quel senso.
Principe ha scritto: Felice ha scritto:
Mi stupisce che non guardiate all’America, dove del welfare è stata fatta tabula rasa, dove la sicurezza e la stabilità del lavoro non esiste, dove la gente crepa perché non ha i mezzi di curarsi, senza che tutto questo risolva anche soltanto il più piccolo dei problemi economici di quel paese.
E' da circa un secolo che l'economia USA è messa meglio di quella europea. E sai perchè? Perchè hanno molte ma molte meno spese improduttive degli stati europei. .
L’America
- È partita nel dopoguerra con un vantaggio economico incalcolabile su tutti gli altri, essendo il solo paese a non aver avuto, le infrastrutture distrutte dalla guerra.
- Ha beneficiato a pieno titolo di un impero coloniale, drenando risorse a pieno ritmo da tutta l’America Latina.
- Nei momenti di difficoltà, ha sempre potuto rilanciare la propria economia andando a fare la guerra da qualche parte e facendo funzionare l’imponente macchina dell’industria bellica a pieno ritmo.
Nonostante tutto questo, l’America è in crisi e il suo primato economico, ammesso che esista ancora, è sempre più minacciato.
L’America è soprattutto il paese in cui 46,2 milioni di persone, il 15,1 del totale, vivevano sotto la soglia della povertà nel 2010.
L’America è il paese in cui nell’aprile 2011, 15% della popolazione si nutriva grazie a sussidi alimentari, con un aumento del 2,5% rispetto al maggio 2010
L’America è il paese in cui il reddito “mediano” (il reddito mediano è quello al di sotto del quale si situa la metà della popolazione, da non confondere con il reddito medio) è sceso del 7,1% tra il 1999 e oggi.
Questa è l’America, la patria del liberalismo.
Principe ha scritto: Felice ha scritto:
Mi stupisce che possiate credere che si delocalizza per vincere la concorrenza. Che parliate di prezzi che vengono abbassati. Nella maggior parte dei casi si delocalizza solamente per aumentare vertiginosamente i guadagni grazie ad uno sfruttamento disumano, non per necessità. Si delocalizza e si produce a costo prossimo allo zero e si continua a vendere ai prezzi a cui si vendeva prima di delocalizzare.
Tu stesso hai fornito i dati sul costo del lavoro in Asia. Ma come pretendi che un imprenditore europeo possa competere con un produttore asiatico a cui un operaio costa 1/20 di quello che costa a lui? Si delocalizza per abbattere i propri costi di produzione al livello di quello dei nuovi players che sono entrati sul mercato negli ultimi anni. Il resto sono chiacchiere e speculazioni. .
Ancora una volta: per te, “competere” vuol dire: “avere lo stesso margine di guadagno che si avrebbe se la produzione fosse fatta a costi indiani o tailandesi, il prezzo del prodotto alla vendita restando inalterato”.
“Competere” dovrebbe invece voler dire: “ abbassare i prezzi di messa in vendita al fine di vendere prodotti che altrimenti non verrebbero venduti”. In molti, moltissimi casi, non è questo quello che accade. Non lo è, in particolare per la delocalizzazione di imprese che sono comunque in attivo.
Molte delocalizzazioni vengono effettuate per pura ingordigia e cupidigia, non per “competere”. Il resto sono chiacchiere e speculazioni.
Principe ha scritto: Felice ha scritto:
Mi stupisce che non sappiate che la metà della popolazione del pianeta vive con meno di 2 dollari e mezzo al giorno.
Mi stupisce che non sappiate che il salario medio di un operaio specializzato in India è di 150 dollari mensili. Di un operaio specializzato, perché gli altri lavorano per 3 dollari al giorno. E fanno 48 ore alla settimana.
E se invece lo sapete, mi stupisce che diciate “staremo sempre peggio fino a quando il nostro tenore di vita (e i nostri costi di produzione) non saranno simili a quelli dei nostri maggiori competitors (che, per fortuna, si avvicinano ai nostri standard di vita a passi da gigante)”, invitando tutti a non opporsi a questo trend. Perché la riserva di manodopera a costo quasi zero è immensa e quindi il punto di arrivo di tutto questo è una nuova servitù della gleba.
Per carità, opponetevi pure...
L'idea che mi sono fatto io è …..
L’idea che mi sono fatta io è che ci vuole una migliore ripartizione della ricchezze.
Principe ha scritto: Felice ha scritto:
Mi stupisce che non vi accorgiate che l’osso “lavoro salariato” è già stato spolpato. Che non si può, nei nostri paesi, rosicchiarlo ancora senza buttare frange importanti della popolazione nell’indigenza più totale. Cosa che comporterebbe crollo dei consumi, economia che non tira, recessione.
Me ne rendo perfettamente conto. Perciò ti dico che in 5/10 anni perderemo l'assistenza sanitaria gratuita. La spesa sanitaria è l'unica voce di bilancio sufficientemente ampia per assorbire e attenuare le conseguenze negative che descrivi tu. Ancora una volta: non lo auspico. Lo prevedo.
Se l’osso “lavoro salariato” è già stato spolpato, vuol dire che ora bisogna mettere a contributo gli altri, quelli che sono sempre stati protetti e che in tutti questi anni si sono arricchiti a dismisura. Ad ogni modo, nel caso dell’Italia, il recupero dell’evasione fiscale basterebbe e avanzerebbe per risolvere un mucchio di problemi.