Fatti di politica 2025

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bicycleran
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Re: Fatti di politica 2025

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Maìno della Spinetta ha scritto: giovedì 3 aprile 2025, 13:03
bicycleran ha scritto: mercoledì 2 aprile 2025, 20:04 Maino, ma tipo delle minacce di annessione della Groenlandia cosa ne pensi?
Fa parte della messa in sicurezza dello spazio Nord Atlantico, spero accada via accordo DK-US e non con colpi di testa.
Rimando al recente pezzo di Torlizzi su questo - https://www.startmag.it/mondo/non-solo- ... -di-trump/
Il deficit commerciale diventa "dazi reciproci". l'imperialismo "messa in sicurezza dello spazio"- Neolingua trumpiana.
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
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aitutaki1
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Re: Fatti di politica 2025

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bicycleran ha scritto: giovedì 3 aprile 2025, 13:59
Maìno della Spinetta ha scritto: giovedì 3 aprile 2025, 13:03
bicycleran ha scritto: mercoledì 2 aprile 2025, 20:04 Maino, ma tipo delle minacce di annessione della Groenlandia cosa ne pensi?
Fa parte della messa in sicurezza dello spazio Nord Atlantico, spero accada via accordo DK-US e non con colpi di testa.
Rimando al recente pezzo di Torlizzi su questo - https://www.startmag.it/mondo/non-solo- ... -di-trump/
Il deficit commerciale diventa "dazi reciproci". l'imperialismo "messa in sicurezza dello spazio"- Neolingua trumpiana.
Secondo me l'ipotesi , per quello che riguarda tutta la strategia economica che del resto si era già capito dall'inizio che fosse particolarmente violenta tanto è vero che ho scritto a febbraio che si trattava di una cura da cavallo,
che sia esclusivamente farina del sacco di Trump non è nemmeno da prendere in considerazione.
Le motivazioni che hanno portato a questo cambio di rotta epocale sono abbastanza chiare c'era la necessità
Di porre un argine al deficit commerciale che in un'economia ancora fortemente finanziarizzata costituiva o costituisce se preferiamo un fattore di rischio molto elevato. L'economia americana è sostanzialmente un unicum che non ha nessun tipo di riscontro in tutto il mondo hanno un mercato interno enorme pur essendo un paese che ha produzione e disponibilità anche di materie prime ed energia. Premesso che i rischi inflazionistici sono comunque molto elevati e che potrebbe esserci un ulteriore acuirsi delle differenze tra le classi più povere e quelle più agiate questa operazione sembrerebbe avere molteplici scopi qualcuno sostanzialmente sano come potrebbe essere proseguire nel tentativo di reindustrializzare gli Stati Uniti qualcuno meno perché il boost che avrà l'economia americana in generale con l'utilizzo della leva finanziaria porterà a potenziali speculazioni spaventose e questo potrebbe essere uno dei motivi per cui questa operazione sia stata permessa
dato che nemmeno Trump è onnipotente e sappiamo benissimo quanto pesi nella politica l'influenza dei capitalisti.
Poi parlandoci chiaro volendo ci sarebbe tranquillamente il modo per combattere da parte Europea e non solo la guerra commerciale ed è semplicissimo imporre a tutte le aziende americane stiamo parlando in particolare quelle del Big tech quindi big G Apple Amazon eccetera eccetera di pagare l'imposizione fiscale dove vengono generati gli introiti dei loro servizi ovvero dove incassano, ti dico già che non accadrà
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Dove questo verbo attecchisce alla fine c'è il lager. (P. Levi)

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Maìno della Spinetta
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Re: Fatti di politica 2025

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

bicycleran ha scritto: giovedì 3 aprile 2025, 13:59
Maìno della Spinetta ha scritto: giovedì 3 aprile 2025, 13:03
bicycleran ha scritto: mercoledì 2 aprile 2025, 20:04 Maino, ma tipo delle minacce di annessione della Groenlandia cosa ne pensi?
Fa parte della messa in sicurezza dello spazio Nord Atlantico, spero accada via accordo DK-US e non con colpi di testa.
Rimando al recente pezzo di Torlizzi su questo - https://www.startmag.it/mondo/non-solo-dazi-ecco-i-veri-piani-strategici-di-trump/
Il deficit commerciale diventa "dazi reciproci". l'imperialismo "messa in sicurezza dello spazio"- Neolingua trumpiana.
Ma no, non direi neo lingua, corrisponde di più a una vecchia lingua - in parte schmittiana, in parte hungtintoniana
“Our interest’s on the dangerous edge of things.
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bicycleran
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Re: Fatti di politica 2025

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aitutaki1 ha scritto: giovedì 3 aprile 2025, 15:52
bicycleran ha scritto: giovedì 3 aprile 2025, 13:59
Maìno della Spinetta ha scritto: giovedì 3 aprile 2025, 13:03

Fa parte della messa in sicurezza dello spazio Nord Atlantico, spero accada via accordo DK-US e non con colpi di testa.
Rimando al recente pezzo di Torlizzi su questo - https://www.startmag.it/mondo/non-solo- ... -di-trump/
Il deficit commerciale diventa "dazi reciproci". l'imperialismo "messa in sicurezza dello spazio"- Neolingua trumpiana.
Secondo me l'ipotesi , per quello che riguarda tutta la strategia economica che del resto si era già capito dall'inizio che fosse particolarmente violenta tanto è vero che ho scritto a febbraio che si trattava di una cura da cavallo,
che sia esclusivamente farina del sacco di Trump non è nemmeno da prendere in considerazione.
Le motivazioni che hanno portato a questo cambio di rotta epocale sono abbastanza chiare c'era la necessità
Di porre un argine al deficit commerciale che in un'economia ancora fortemente finanziarizzata costituiva o costituisce se preferiamo un fattore di rischio molto elevato. L'economia americana è sostanzialmente un unicum che non ha nessun tipo di riscontro in tutto il mondo hanno un mercato interno enorme pur essendo un paese che ha produzione e disponibilità anche di materie prime ed energia. Premesso che i rischi inflazionistici sono comunque molto elevati e che potrebbe esserci un ulteriore acuirsi delle differenze tra le classi più povere e quelle più agiate questa operazione sembrerebbe avere molteplici scopi qualcuno sostanzialmente sano come potrebbe essere proseguire nel tentativo di reindustrializzare gli Stati Uniti qualcuno meno perché il boost che avrà l'economia americana in generale con l'utilizzo della leva finanziaria porterà a potenziali speculazioni spaventose e questo potrebbe essere uno dei motivi per cui questa operazione sia stata permessa
dato che nemmeno Trump è onnipotente e sappiamo benissimo quanto pesi nella politica l'influenza dei capitalisti.
Poi parlandoci chiaro volendo ci sarebbe tranquillamente il modo per combattere da parte Europea e non solo la guerra commerciale ed è semplicissimo imporre a tutte le aziende americane stiamo parlando in particolare quelle del Big tech quindi big G Apple Amazon eccetera eccetera di pagare l'imposizione fiscale dove vengono generati gli introiti dei loro servizi ovvero dove incassano, ti dico già che non accadrà
A me sembra che dalla parti della Casa bianca abbiano idee confuse e attuino politiche bislacche.
In primis devono decidere se vogliono ripiegare su una sorta di isolazionismo nazionale o continentale, o se vogliono provare a restare i padroni del mondo fin quando possibile.

Se scegli la prima opzione, non vai a reclamare le risorse ucraine, non progetti Gaza resort, non proponi il nuovo accordo nucleare all'Iran dopo che ne sei uscito tu e non minacci di bombardare in caso contrario (risposta: "abbiamo smesso di prendere ordini da voi nel '79)", anche perché il petrolio non ti serve più. Magari metti più dazi ma non calcolandoli in maniera ridicola e scatenando apertamente una guerra commerciale con i tuoi servi, pardon alleati, minacciandone anche l'integrità territoriale. Io francamente il protezionismo me lo aspettavo, ma non l'abbandono del friendshoring. Dubito poi che una politica di import substitution da terzo mondo nel '900 possa reindustrializzare gli Usa coi salari americani e con le filiere attuali. Al massimo aggiusta la bilancia commerciale, contromisure degli altri permettendo.

Se scegli la seconda opzione, non fai scoppiare in questo modo la bolla finanziaria, perché quella è l'unica calamita per un dollaro forte, e perché rischi di mandare all'aria l'economia del paese, di nuovo cerchi di tenerti buoni gli alleati, non rendi la vita infernale agli immigrati, non smantelli Usaid e gli altri strumenti di soft power, non metti degli idioti in ruoli chiave dell'amministrazione e della sicurezza.

In questa situazione ci guadagnano solo gli investitori liquidi come Warren Buffett o quelli posizionati short, e non mi pare che siano molti in questo momento, per cui Trump in effetti deve stare attento se vuole stare in sella. Non è una caso, credo, che queste politiche draconiane le faccia uno al primo anno del secondo mandato, che non si può ricandidare salvo riforme ma che ha il tempo per salvare almeno la faccia.
D'altra parte ci perdono in tanti, a partire ad esempio dalle migliaia di lavoratori pubblici già licenziati.

Gli stati europei dovrebbero reagire guardando altrove. Già ieri si parlava di Mercosur, poi ci sarebbe l'Asia.
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
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bicycleran
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Re: Fatti di politica 2025

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Doppio.
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
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bicycleran ha scritto: giovedì 3 aprile 2025, 18:29
aitutaki1 ha scritto: giovedì 3 aprile 2025, 15:52
bicycleran ha scritto: giovedì 3 aprile 2025, 13:59

Il deficit commerciale diventa "dazi reciproci". l'imperialismo "messa in sicurezza dello spazio"- Neolingua trumpiana.
Secondo me l'ipotesi , per quello che riguarda tutta la strategia economica che del resto si era già capito dall'inizio che fosse particolarmente violenta tanto è vero che ho scritto a febbraio che si trattava di una cura da cavallo,
che sia esclusivamente farina del sacco di Trump non è nemmeno da prendere in considerazione.
Le motivazioni che hanno portato a questo cambio di rotta epocale sono abbastanza chiare c'era la necessità
Di porre un argine al deficit commerciale che in un'economia ancora fortemente finanziarizzata costituiva o costituisce se preferiamo un fattore di rischio molto elevato. L'economia americana è sostanzialmente un unicum che non ha nessun tipo di riscontro in tutto il mondo hanno un mercato interno enorme pur essendo un paese che ha produzione e disponibilità anche di materie prime ed energia. Premesso che i rischi inflazionistici sono comunque molto elevati e che potrebbe esserci un ulteriore acuirsi delle differenze tra le classi più povere e quelle più agiate questa operazione sembrerebbe avere molteplici scopi qualcuno sostanzialmente sano come potrebbe essere proseguire nel tentativo di reindustrializzare gli Stati Uniti qualcuno meno perché il boost che avrà l'economia americana in generale con l'utilizzo della leva finanziaria porterà a potenziali speculazioni spaventose e questo potrebbe essere uno dei motivi per cui questa operazione sia stata permessa
dato che nemmeno Trump è onnipotente e sappiamo benissimo quanto pesi nella politica l'influenza dei capitalisti.
Poi parlandoci chiaro volendo ci sarebbe tranquillamente il modo per combattere da parte Europea e non solo la guerra commerciale ed è semplicissimo imporre a tutte le aziende americane stiamo parlando in particolare quelle del Big tech quindi big G Apple Amazon eccetera eccetera di pagare l'imposizione fiscale dove vengono generati gli introiti dei loro servizi ovvero dove incassano, ti dico già che non accadrà

A me sembra che dalla parti della Casa bianca abbiano idee confuse e attuino politiche bislacche.
In primis devono decidere se vogliono ripiegare su una sorta di isolazionismo nazionale o continentale, o se vogliono provare a restare i padroni del mondo fin quando possibile.

Se scegli la prima opzione, non vai a reclamare le risorse ucraine, non progetti Gaza resort, non proponi il nuovo accordo nucleare all'Iran dopo che ne sei uscito tu e non minacci di bombardare in caso contrario (risposta: "abbiamo smesso di prendere ordini da voi nel '79)", anche perché il petrolio non ti serve più. Magari metti più dazi ma non calcolandoli in maniera ridicola e scatenando apertamente una guerra commerciale con i tuoi servi, pardon alleati, minacciandone anche l'integrità territoriale. Io francamente il protezionismo me lo aspettavo, ma non l'abbandono del friendshoring. Dubito poi che una politica di import substitution da terzo mondo nel '900 possa reindustrializzare gli Usa coi salari americani e con le filiere attuali. Al massimo aggiusta la bilancia commerciale, contromisure degli altri permettendo.

Se scegli la seconda opzione, non fai scoppiare in questo modo la bolla finanziaria, perché quella è l'unica calamita per un dollaro forte, e perché rischi di mandare all'aria l'economia del paese, di nuovo cerchi di tenerti buoni gli alleati, non rendi la vita infernale agli immigrati, non smantelli Usaid e gli altri strumenti di soft power, non metti degli idioti in ruoli chiave dell'amministrazione e della sicurezza.

In questa situazione ci guadagnano solo gli investitori liquidi come Warren Buffett o quelli posizionati short, e non mi pare che siano molti in questo momento, per cui Trump in effetti deve stare attento se vuole stare in sella. Non è una caso, credo, che queste politiche draconiane le faccia uno al primo anno del secondo mandato, che non si può ricandidare salvo riforme ma che ha il tempo per salvare almeno la faccia.
D'altra parte ci perdono in tanti, a partire ad esempio dalle migliaia di lavoratori pubblici già licenziati.

Gli stati europei dovrebbero reagire guardando altrove. Già ieri si parlava di Mercosur, poi ci sarebbe l'Asia.
Tu ne fai una questione strategica in cui non sono chiare le finalità e in cui la speculazione è limitata al breve periodo,
ma personalmente valutando le implicazioni che sono realmente rilevanti mi pare che sia stata una scelta perlomeno fatta digerire
a wall street almeno per 2 motivi.
Uno è la reindustrializzazione e prendiamo 2 comparti automotive e food, primo caso un player europeo che non porta la produzione in US
con 20+25 % di tariffe finisce fuori mercato perchè i competitor questo processo almeno per alcuni modelli lo hanno iniziato anni fa
a memoria le serie X BMW a Spartanbung da 20 anni o giù di lì. Alimentare che porta con se aumento dei terreni agricoli , degli investimenti
aumenta la produzione interna e riduce la dipendenza da paesi terzi. Caso a parte il trasporto marittimo che tra imposizione di tariffe
d' attracco astronomiche e addizionale per cargo made in china ridisegnerà le abitudini stesse dei consumatori.
L' altro è la messa in sicurezza del sistema america e del suo debito pubblico,
ci sono parametri di cui è difficile comprendere le reali consistenze che evidentemente sono fuori controllo,
è un sistema in cui praticamente non esistono ammortizzatori sociali e che non si può permettere il granello di sabbia nell' ingranaggio
perchè le conseguenze si propagherebbero molto velocemente e direi pericolosamente in uno scenario di pur lenta dedollarizzione globale.
Per quanto attiene alla speculazione probabilmente è già in atto da mesi.
In sintesi è un cambiamento talmente importante che non è ragionevole pensare che non sia stato ponderato e condiviso.
Uguaglianza, Fratellanza e Tolleranza
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Re: Fatti di politica 2025

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aitutaki1 ha scritto: giovedì 3 aprile 2025, 19:23
bicycleran ha scritto: giovedì 3 aprile 2025, 18:29
aitutaki1 ha scritto: giovedì 3 aprile 2025, 15:52
Secondo me l'ipotesi , per quello che riguarda tutta la strategia economica che del resto si era già capito dall'inizio che fosse particolarmente violenta tanto è vero che ho scritto a febbraio che si trattava di una cura da cavallo,
che sia esclusivamente farina del sacco di Trump non è nemmeno da prendere in considerazione.
Le motivazioni che hanno portato a questo cambio di rotta epocale sono abbastanza chiare c'era la necessità
Di porre un argine al deficit commerciale che in un'economia ancora fortemente finanziarizzata costituiva o costituisce se preferiamo un fattore di rischio molto elevato. L'economia americana è sostanzialmente un unicum che non ha nessun tipo di riscontro in tutto il mondo hanno un mercato interno enorme pur essendo un paese che ha produzione e disponibilità anche di materie prime ed energia. Premesso che i rischi inflazionistici sono comunque molto elevati e che potrebbe esserci un ulteriore acuirsi delle differenze tra le classi più povere e quelle più agiate questa operazione sembrerebbe avere molteplici scopi qualcuno sostanzialmente sano come potrebbe essere proseguire nel tentativo di reindustrializzare gli Stati Uniti qualcuno meno perché il boost che avrà l'economia americana in generale con l'utilizzo della leva finanziaria porterà a potenziali speculazioni spaventose e questo potrebbe essere uno dei motivi per cui questa operazione sia stata permessa
dato che nemmeno Trump è onnipotente e sappiamo benissimo quanto pesi nella politica l'influenza dei capitalisti.
Poi parlandoci chiaro volendo ci sarebbe tranquillamente il modo per combattere da parte Europea e non solo la guerra commerciale ed è semplicissimo imporre a tutte le aziende americane stiamo parlando in particolare quelle del Big tech quindi big G Apple Amazon eccetera eccetera di pagare l'imposizione fiscale dove vengono generati gli introiti dei loro servizi ovvero dove incassano, ti dico già che non accadrà

A me sembra che dalla parti della Casa bianca abbiano idee confuse e attuino politiche bislacche.
In primis devono decidere se vogliono ripiegare su una sorta di isolazionismo nazionale o continentale, o se vogliono provare a restare i padroni del mondo fin quando possibile.

Se scegli la prima opzione, non vai a reclamare le risorse ucraine, non progetti Gaza resort, non proponi il nuovo accordo nucleare all'Iran dopo che ne sei uscito tu e non minacci di bombardare in caso contrario (risposta: "abbiamo smesso di prendere ordini da voi nel '79)", anche perché il petrolio non ti serve più. Magari metti più dazi ma non calcolandoli in maniera ridicola e scatenando apertamente una guerra commerciale con i tuoi servi, pardon alleati, minacciandone anche l'integrità territoriale. Io francamente il protezionismo me lo aspettavo, ma non l'abbandono del friendshoring. Dubito poi che una politica di import substitution da terzo mondo nel '900 possa reindustrializzare gli Usa coi salari americani e con le filiere attuali. Al massimo aggiusta la bilancia commerciale, contromisure degli altri permettendo.

Se scegli la seconda opzione, non fai scoppiare in questo modo la bolla finanziaria, perché quella è l'unica calamita per un dollaro forte, e perché rischi di mandare all'aria l'economia del paese, di nuovo cerchi di tenerti buoni gli alleati, non rendi la vita infernale agli immigrati, non smantelli Usaid e gli altri strumenti di soft power, non metti degli idioti in ruoli chiave dell'amministrazione e della sicurezza.

In questa situazione ci guadagnano solo gli investitori liquidi come Warren Buffett o quelli posizionati short, e non mi pare che siano molti in questo momento, per cui Trump in effetti deve stare attento se vuole stare in sella. Non è una caso, credo, che queste politiche draconiane le faccia uno al primo anno del secondo mandato, che non si può ricandidare salvo riforme ma che ha il tempo per salvare almeno la faccia.
D'altra parte ci perdono in tanti, a partire ad esempio dalle migliaia di lavoratori pubblici già licenziati.

Gli stati europei dovrebbero reagire guardando altrove. Già ieri si parlava di Mercosur, poi ci sarebbe l'Asia.
Tu ne fai una questione strategica in cui non sono chiare le finalità e in cui la speculazione è limitata al breve periodo,
ma personalmente valutando le implicazioni che sono realmente rilevanti mi pare che sia stata una scelta perlomeno fatta digerire
a wall street almeno per 2 motivi.
Uno è la reindustrializzazione e prendiamo 2 comparti automotive e food, primo caso un player europeo che non porta la produzione in US
con 20+25 % di tariffe finisce fuori mercato perchè i competitor questo processo almeno per alcuni modelli lo hanno iniziato anni fa
a memoria le serie X BMW a Spartanbung da 20 anni o giù di lì. Alimentare che porta con se aumento dei terreni agricoli , degli investimenti
aumenta la produzione interna e riduce la dipendenza da paesi terzi. Caso a parte il trasporto marittimo che tra imposizione di tariffe
d' attracco astronomiche e addizionale per cargo made in china ridisegnerà le abitudini stesse dei consumatori.
L' altro è la messa in sicurezza del sistema america e del suo debito pubblico,
ci sono parametri di cui è difficile comprendere le reali consistenze che evidentemente sono fuori controllo,
è un sistema in cui praticamente non esistono ammortizzatori sociali e che non si può permettere il granello di sabbia nell' ingranaggio
perchè le conseguenze si propagherebbero molto velocemente e direi pericolosamente in uno scenario di pur lenta dedollarizzione globale.
Per quanto attiene alla speculazione probabilmente è già in atto da mesi.
In sintesi è un cambiamento talmente importante che non è ragionevole pensare che non sia stato ponderato e condiviso.

Per quanto ponderato si sta rivelando un maldestro colpo di coda di impero al tramonto che ragiona come fosse ancora nella seconda rivoluzione industriale.
La strategia poteva funzionare sulla componentistica auto, ma proprio su Canada e Messico niente tariffe, perché han capito che altrimenti nell'immediato si blocca la produzione. Su automottive e alimentare, se il resto del mondo smette di comprare Tesla, General Motors, Pepsi e Coca Cola, l'effetto si annulla. Senza contare che in settori come hi tech e difesa hanno solo da perdere. I consumi USA sono il 70% del Pil, l'import è il 15%, il debito privato è il 150% del PIL e dai dazi è lecito aspettarsi inflazione: come stimoli i consumi interni per la rinascente industria, specie con le politiche antisindacali vigenti, per altro necessarie per controllare la bilancia commerciale? Si stanno ficcando un vicolo cieco. Prevedo che il prossimo obiettivo nel mirino di Trump sarà la banca centrale indipendente.
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
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Re: Fatti di politica 2025

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bicycleran ha scritto: giovedì 3 aprile 2025, 20:34
aitutaki1 ha scritto: giovedì 3 aprile 2025, 19:23
bicycleran ha scritto: giovedì 3 aprile 2025, 18:29


A me sembra che dalla parti della Casa bianca abbiano idee confuse e attuino politiche bislacche.
In primis devono decidere se vogliono ripiegare su una sorta di isolazionismo nazionale o continentale, o se vogliono provare a restare i padroni del mondo fin quando possibile.

Se scegli la prima opzione, non vai a reclamare le risorse ucraine, non progetti Gaza resort, non proponi il nuovo accordo nucleare all'Iran dopo che ne sei uscito tu e non minacci di bombardare in caso contrario (risposta: "abbiamo smesso di prendere ordini da voi nel '79)", anche perché il petrolio non ti serve più. Magari metti più dazi ma non calcolandoli in maniera ridicola e scatenando apertamente una guerra commerciale con i tuoi servi, pardon alleati, minacciandone anche l'integrità territoriale. Io francamente il protezionismo me lo aspettavo, ma non l'abbandono del friendshoring. Dubito poi che una politica di import substitution da terzo mondo nel '900 possa reindustrializzare gli Usa coi salari americani e con le filiere attuali. Al massimo aggiusta la bilancia commerciale, contromisure degli altri permettendo.

Se scegli la seconda opzione, non fai scoppiare in questo modo la bolla finanziaria, perché quella è l'unica calamita per un dollaro forte, e perché rischi di mandare all'aria l'economia del paese, di nuovo cerchi di tenerti buoni gli alleati, non rendi la vita infernale agli immigrati, non smantelli Usaid e gli altri strumenti di soft power, non metti degli idioti in ruoli chiave dell'amministrazione e della sicurezza.

In questa situazione ci guadagnano solo gli investitori liquidi come Warren Buffett o quelli posizionati short, e non mi pare che siano molti in questo momento, per cui Trump in effetti deve stare attento se vuole stare in sella. Non è una caso, credo, che queste politiche draconiane le faccia uno al primo anno del secondo mandato, che non si può ricandidare salvo riforme ma che ha il tempo per salvare almeno la faccia.
D'altra parte ci perdono in tanti, a partire ad esempio dalle migliaia di lavoratori pubblici già licenziati.

Gli stati europei dovrebbero reagire guardando altrove. Già ieri si parlava di Mercosur, poi ci sarebbe l'Asia.
Tu ne fai una questione strategica in cui non sono chiare le finalità e in cui la speculazione è limitata al breve periodo,
ma personalmente valutando le implicazioni che sono realmente rilevanti mi pare che sia stata una scelta perlomeno fatta digerire
a wall street almeno per 2 motivi.
Uno è la reindustrializzazione e prendiamo 2 comparti automotive e food, primo caso un player europeo che non porta la produzione in US
con 20+25 % di tariffe finisce fuori mercato perchè i competitor questo processo almeno per alcuni modelli lo hanno iniziato anni fa
a memoria le serie X BMW a Spartanbung da 20 anni o giù di lì. Alimentare che porta con se aumento dei terreni agricoli , degli investimenti
aumenta la produzione interna e riduce la dipendenza da paesi terzi. Caso a parte il trasporto marittimo che tra imposizione di tariffe
d' attracco astronomiche e addizionale per cargo made in china ridisegnerà le abitudini stesse dei consumatori.
L' altro è la messa in sicurezza del sistema america e del suo debito pubblico,
ci sono parametri di cui è difficile comprendere le reali consistenze che evidentemente sono fuori controllo,
è un sistema in cui praticamente non esistono ammortizzatori sociali e che non si può permettere il granello di sabbia nell' ingranaggio
perchè le conseguenze si propagherebbero molto velocemente e direi pericolosamente in uno scenario di pur lenta dedollarizzione globale.
Per quanto attiene alla speculazione probabilmente è già in atto da mesi.
In sintesi è un cambiamento talmente importante che non è ragionevole pensare che non sia stato ponderato e condiviso.

Per quanto ponderato si sta rivelando un maldestro colpo di coda di impero al tramonto che ragiona come fosse ancora nella seconda rivoluzione industriale.
La strategia poteva funzionare sulla componentistica auto, ma proprio su Canada e Messico niente tariffe, perché han capito che altrimenti nell'immediato si blocca la produzione. Su automottive e alimentare, se il resto del mondo smette di comprare Tesla, General Motors, Pepsi e Coca Cola, l'effetto si annulla. Senza contare che in settori come hi tech e difesa hanno solo da perdere. I consumi USA sono il 70% del Pil, l'import è il 15%, il debito privato è il 150% del PIL e dai dazi è lecito aspettarsi inflazione: come stimoli i consumi interni per la rinascente industria, specie con le politiche antisindacali vigenti, per altro necessarie per controllare la bilancia commerciale? Si stanno ficcando un vicolo cieco. Prevedo che il prossimo obiettivo nel mirino di Trump sarà la banca centrale indipendente.
e qui sono molto più dalla tua in special modo su quanto evidenziato, certo che è una manovra (attuata in questo modo come tempi e cifre) abbastanza disperata e che il rischio inflattivo sia reale , bisogna capire che scenari si sarebbero potuti aprire continuando con deficit commerciale e
debito fuori controllo in un economia che è a base finanziaria "ab ovo" partendo dal credit score ,al finanziamento degli studi, alla previdenza
in toto non integrativa per finire all' assistenza sanitaria e tutto quello che sicuramente mi sono dimenticato :)
lasciando da parte che sia di Musk dove non sono della stessa tua opinione è proprio l' esempio tesla, se per esempio Toyota (Jappy 24+25%)
compensa investendo in produzione US come su Coca C etc se la G.Rana della situazione si "sposta" in US
In un mondo perfetto i dazi sono sicuramente negativi in uno scenario come quello dell' economia globalizzata attuale
potrebbero non esserlo del tutto.
Con questo ribadisco di non essere nè Trumpiano nè favorevole a questa operazione condotta con la clava,
rilevo però che per quello che ho imparato in decenni di frequentazione US e nel breve periodo in cui ci ho vissuto
che l' americano medio che è molto più patriottico di noi europei appoggerà questa operazione
Uguaglianza, Fratellanza e Tolleranza
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Re: Fatti di politica 2025

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Premettendo che non sono un economista, mi paiono mosse degne di Giuseppi Conte, applicate però all'economia più importante del mondo.
In questi due mesi ho avuto l'impressione che ci potesse essere una logica, ora mi pare che come spiegazione sia rimasta solo una incompetenza mascherata con slogan populisti.
Se le aziende producono all'estero e importano negli USA è perché così si spende meno.
Sia che mantengano la produzione all'estero, sia che la spostino negli USA, il primo immediato esito di questi dazi è l'inflazione.
Il secondo è il calo dei consumi e quindi la recessione e a Wall Street così come in tutte le borse mondiali lo sanno bene.
Vedremo come i pensionati americani saranno felici quando vedranno l'impatto di tutto questo sui loro fondi pensione.
Peraltro per spostare la produzione in USA servono lavoratori e in USA la disoccupazione è al 4%, cioè il minimo fisiologico. Ma nel frattempo cacciano gli immigrati.

Se a Mosca e Pechino avessero pianificato di distruggere l'economia americana, non avrebbero potuto escogitare di meglio che mettere una banda di deficienti a guidare gli USA.
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Re: Fatti di politica 2025

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bicycleran ha scritto: giovedì 3 aprile 2025, 20:34 se il resto del mondo smette di comprare Tesla, General Motors, Pepsi e Coca Cola,
Hai fatto esempi di merci prodotte in Europa che quindi anche in caso di imposizione o aumento di tariffe doganali saranno esenti
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)

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Re: Fatti di politica 2025

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jumbo ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 10:30 Premettendo che non sono un economista, mi paiono mosse degne di Giuseppi Conte, applicate però all'economia più importante del mondo.
In questi due mesi ho avuto l'impressione che ci potesse essere una logica, ora mi pare che come spiegazione sia rimasta solo una incompetenza mascherata con slogan populisti.
Se le aziende producono all'estero e importano negli USA è perché così si spende meno.
Sia che mantengano la produzione all'estero, sia che la spostino negli USA, il primo immediato esito di questi dazi è l'inflazione.
Il secondo è il calo dei consumi e quindi la recessione e a Wall Street così come in tutte le borse mondiali lo sanno bene.
Vedremo come i pensionati americani saranno felici quando vedranno l'impatto di tutto questo sui loro fondi pensione.
Peraltro per spostare la produzione in USA servono lavoratori e in USA la disoccupazione è al 4%, cioè il minimo fisiologico. Ma nel frattempo cacciano gli immigrati.

Se a Mosca e Pechino avessero pianificato di distruggere l'economia americana, non avrebbero potuto escogitare di meglio che mettere una banda di deficienti a guidare gli USA.
perché quanto evidenziato ?
Pensi che prima di varare questa strategia non abbiano fatto millemila simulazioni , aladdin compreso ?
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aitutaki1 ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 10:49
jumbo ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 10:30 Premettendo che non sono un economista, mi paiono mosse degne di Giuseppi Conte, applicate però all'economia più importante del mondo.
In questi due mesi ho avuto l'impressione che ci potesse essere una logica, ora mi pare che come spiegazione sia rimasta solo una incompetenza mascherata con slogan populisti.
Se le aziende producono all'estero e importano negli USA è perché così si spende meno.
Sia che mantengano la produzione all'estero, sia che la spostino negli USA, il primo immediato esito di questi dazi è l'inflazione.
Il secondo è il calo dei consumi e quindi la recessione e a Wall Street così come in tutte le borse mondiali lo sanno bene.
Vedremo come i pensionati americani saranno felici quando vedranno l'impatto di tutto questo sui loro fondi pensione.
Peraltro per spostare la produzione in USA servono lavoratori e in USA la disoccupazione è al 4%, cioè il minimo fisiologico. Ma nel frattempo cacciano gli immigrati.

Se a Mosca e Pechino avessero pianificato di distruggere l'economia americana, non avrebbero potuto escogitare di meglio che mettere una banda di deficienti a guidare gli USA.
perché quanto evidenziato ?
Pensi che prima di varare questa strategia non abbiano fatto millemila simulazioni , aladdin compreso ?
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jumbo ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 10:57
aitutaki1 ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 10:49
jumbo ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 10:30 Premettendo che non sono un economista, mi paiono mosse degne di Giuseppi Conte, applicate però all'economia più importante del mondo.
In questi due mesi ho avuto l'impressione che ci potesse essere una logica, ora mi pare che come spiegazione sia rimasta solo una incompetenza mascherata con slogan populisti.
Se le aziende producono all'estero e importano negli USA è perché così si spende meno.
Sia che mantengano la produzione all'estero, sia che la spostino negli USA, il primo immediato esito di questi dazi è l'inflazione.
Il secondo è il calo dei consumi e quindi la recessione e a Wall Street così come in tutte le borse mondiali lo sanno bene.
Vedremo come i pensionati americani saranno felici quando vedranno l'impatto di tutto questo sui loro fondi pensione.
Peraltro per spostare la produzione in USA servono lavoratori e in USA la disoccupazione è al 4%, cioè il minimo fisiologico. Ma nel frattempo cacciano gli immigrati.

Se a Mosca e Pechino avessero pianificato di distruggere l'economia americana, non avrebbero potuto escogitare di meglio che mettere una banda di deficienti a guidare gli USA.
perché quanto evidenziato ?
Pensi che prima di varare questa strategia non abbiano fatto millemila simulazioni , aladdin compreso ?
Se aumentano i prezzi, a parità di propensione alla spesa, diminuiscono i consumi. Prima lezione di economia: legge della domanda e dell'offerta.
temo tu non sappia quello che stai scrivendo , domanda e offerta influiscono sul prezzo dei beni, i consumi dipendono dalla capacità/volontà di spesa
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Trullo ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 10:39
bicycleran ha scritto: giovedì 3 aprile 2025, 20:34 se il resto del mondo smette di comprare Tesla, General Motors, Pepsi e Coca Cola,
Hai fatto esempi di merci prodotte in Europa che quindi anche in caso di imposizione o aumento di tariffe doganali saranno esenti
Dove sono gli stabilimenti di GM in Europa?
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
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aitutaki1 ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 11:17
jumbo ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 10:57
aitutaki1 ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 10:49
perché quanto evidenziato ?
Pensi che prima di varare questa strategia non abbiano fatto millemila simulazioni , aladdin compreso ?
Se aumentano i prezzi, a parità di propensione alla spesa, diminuiscono i consumi. Prima lezione di economia: legge della domanda e dell'offerta.
temo tu non sappia quello che stai scrivendo , domanda e offerta influiscono sul prezzo dei beni, i consumi dipendono dalla capacità/volontà di spesa
Ultimo tentativo: il prezzo e la quantità sono l'incrocio tra le curve della domanda e dell'offerta.
A parità di propensione alla spesa (curva della domanda), se la curva dell'offerta si sposta verso l'alto (cioè se aumentano i prezzi), diminuisce la quantità.
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Re: Fatti di politica 2025

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jumbo ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 10:30
Vedremo come i pensionati americani saranno felici quando vedranno l'impatto di tutto questo sui loro fondi pensione.
Peraltro per spostare la produzione in USA servono lavoratori e in USA la disoccupazione è al 4%, cioè il minimo fisiologico. Ma nel frattempo cacciano gli immigrati.
Ecco, questo volevo scriverlo anch'io ma mi son dimenticato.

Pensionati e pensionandi se ne sono già accorti, basta che abbiamo consultato la posizione in questi giorni. C'è però da dire che i prezzi erano gonfiatissimi, bastava niente a far scoppiare la bolla. Certo, così è come piantare un martello pneumatico in un palloncino.
Ultima modifica di bicycleran il venerdì 4 aprile 2025, 12:44, modificato 1 volta in totale.
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jumbo ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 11:30
aitutaki1 ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 11:17
jumbo ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 10:57
Se aumentano i prezzi, a parità di propensione alla spesa, diminuiscono i consumi. Prima lezione di economia: legge della domanda e dell'offerta.
temo tu non sappia quello che stai scrivendo , domanda e offerta influiscono sul prezzo dei beni, i consumi dipendono dalla capacità/volontà di spesa
Ultimo tentativo: il prezzo e la quantità sono l'incrocio tra le curve della domanda e dell'offerta.
A parità di propensione alla spesa (curva della domanda), se la curva dell'offerta si sposta verso l'alto (cioè se aumentano i prezzi), diminuisce la quantità.
Ma non fare il fenomeno che hai scritto una scemenza :P
Cosa possa avere a che fare la quantità lo sai solo tu.
3 mele a 3$ una = 1 a 9 $ come consumi
io a differenza tua, e si vede, gli esami di economia li ho dati e superati.

Se veramente questa manovra , che non condivido , contraesse i consumi
alle prossime elezioni di mid term i repubblicani scenderebbero alle % di Conte e 5S
la strategia è esattamente opposta usare le risorse proveniente dai dazi
per ridurre l' imposizione fiscale e cercare di compensare la spinta inflattiva
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aitutaki1 ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 12:33
jumbo ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 11:30
aitutaki1 ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 11:17
temo tu non sappia quello che stai scrivendo , domanda e offerta influiscono sul prezzo dei beni, i consumi dipendono dalla capacità/volontà di spesa
Ultimo tentativo: il prezzo e la quantità sono l'incrocio tra le curve della domanda e dell'offerta.
A parità di propensione alla spesa (curva della domanda), se la curva dell'offerta si sposta verso l'alto (cioè se aumentano i prezzi), diminuisce la quantità.
Ma non fare il fenomeno che hai scritto una scemenza :P
Cosa possa avere a che fare la quantità lo sai solo tu.
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Se veramente questa manovra , che non condivido , contraesse i consumi
alle prossime elezioni di mid term i repubblicani scenderebbero alle % di Conte e 5S
la strategia è esattamente opposta usare le risorse proveniente dai dazi
per ridurre l' imposizione fiscale e cercare di compensare la spinta inflattiva
Ho scritto ultimo tentativo, quindi è inutile ripetermi.

Quanto alle risorse provenienti dai dazi, Trump dice che lo scopo è ridurre le importazioni spostando le produzioni all'interno, quindi i dazi se funzionano tendono a zero... e quindi di quali risorse si sta parlando?!?
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aitutaki1 ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 12:33
jumbo ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 11:30
aitutaki1 ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 11:17
temo tu non sappia quello che stai scrivendo , domanda e offerta influiscono sul prezzo dei beni, i consumi dipendono dalla capacità/volontà di spesa
Ultimo tentativo: il prezzo e la quantità sono l'incrocio tra le curve della domanda e dell'offerta.
A parità di propensione alla spesa (curva della domanda), se la curva dell'offerta si sposta verso l'alto (cioè se aumentano i prezzi), diminuisce la quantità.
Ma non fare il fenomeno che hai scritto una scemenza :P
Cosa possa avere a che fare la quantità lo sai solo tu.
3 mele a 3$ una = 1 a 9 $ come consumi
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Se veramente questa manovra , che non condivido , contraesse i consumi
alle prossime elezioni di mid term i repubblicani scenderebbero alle % di Conte e 5S
la strategia è esattamente opposta usare le risorse proveniente dai dazi
per ridurre l' imposizione fiscale e cercare di compensare la spinta inflattiva
Anch'io penso - ma ci sto ragionando ora - che i consumi possano ridursi, per un paio di motivi.
Uno è che il crollo di wall street avrà un effetto patrimonio negativo importante
L'altro è che, in attesa del reshoring, che se ci sarà avverrà in tempi lunghi, se i consumi aumentano la bilancia commerciale peggiora.

I dazi serviranno a far cassa, ma per la riduzione del debito/pil occorre non andare in recessione, e di questo passo ci vanno.

Insomma, i rep al mid-term non li vedo benissimo
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
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Re: Fatti di politica 2025

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bicycleran ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 11:22
Trullo ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 10:39
bicycleran ha scritto: giovedì 3 aprile 2025, 20:34 se il resto del mondo smette di comprare Tesla, General Motors, Pepsi e Coca Cola,
Hai fatto esempi di merci prodotte in Europa che quindi anche in caso di imposizione o aumento di tariffe doganali saranno esenti
Dove sono gli stabilimenti di GM in Europa?
Hai ragione, dimenticavo che da ormai quasi dieci anni Opel non è più un marchio GM
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)

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Re: Fatti di politica 2025

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Comunque la quota di mercato GM in Europa e' risibile
"Senza gli spettatori che commentano sul divano Vingegaard starebbe a pescare le trote in Danimarca, Pogi farebbe l'animatore in qualche villaggio a Jesolo, Remco il terzino sinistro della Casertana e i gemelli Yates avrebbero messo su una banda di criminali scalcagnata dalle parti di Manchester." (Kreuziger80)

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Re: Fatti di politica 2025

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Trullo ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 14:14 Comunque la quota di mercato GM in Europa e' risibile
Ho solo buttato lì degli esempi a braccio. Per essere un po' più precisi vengono importati dagli Usa, ad esempio: Chevrolet, Cadillac, un paio di modelli di Tesla, alcuni di Ford, alcuni SUV Jeep di facia alta; persino alcuni modelli di brand europei (BMW, Mercedes, Volvo, Audi). Tutte queste cose le ho apprese oggi.

Sull'alimentare avrei dovuto fare altri esempi: whiskey, frutta secca
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Re: Fatti di politica 2025

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Dando per scontato che la ritorsione più semplice ed efficace sarebbe aumentare la tassazione sui prodotti finanziari americani e ridurre la quota di debito americano detenuto dagli europei, cosa che i prezzolati a Bruxelles non faranno mai, quali altre alternative ha l'Europa? Sarebbe un botta paurosa sui fondi pensione americani da metterli in ginocchio.
Rispondere con dei contro dazi potrebbe essere poco efficace e pure generare inflazione. Sappiamo bene come funzionano certi meccanismi, sul mercato aumenta il prezzo delle noci californiane perché gli applicano il contro dazio e al supermercato ti ritrovi in rialzo il prezzo del prosecco perché i soldi persi sul mercato americano li devono recuperare sul mercato domestico. Ogni scusa è buona, vedi passaggio all'euro.

Scartati i controdazi, sarebbe una bella idea non comprare beni americani. Ma cosa compriamo dagli americani, che non siano servizi finanziari? Soprattutto energia, medicinali e prodotti chimici, poi qualche nicchia alimentare?
La tecnologia, vedi iPhone, Mac, ecc. e le Tesla mi sa che arriva tutto da Cina e Indocina.
Quindi stop agli acquisti di energia americana.
Magari! E da chi la compriamo, magari a buon mercato? :bll:
Finché Italia e C. si fanno camminare in testa dagli esaltati baltici la vedo grigia.

Temo che l'Europa finirà in stagflazione.
Mi dispiace perché abito qui con la mia famiglia ma se accadrà ce lo saremo meritato.
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bicycleran ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 12:58
aitutaki1 ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 12:33
jumbo ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 11:30
Ultimo tentativo: il prezzo e la quantità sono l'incrocio tra le curve della domanda e dell'offerta.
A parità di propensione alla spesa (curva della domanda), se la curva dell'offerta si sposta verso l'alto (cioè se aumentano i prezzi), diminuisce la quantità.
Ma non fare il fenomeno che hai scritto una scemenza :P
Cosa possa avere a che fare la quantità lo sai solo tu.
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io a differenza tua, e si vede, gli esami di economia li ho dati e superati.

Se veramente questa manovra , che non condivido , contraesse i consumi
alle prossime elezioni di mid term i repubblicani scenderebbero alle % di Conte e 5S
la strategia è esattamente opposta usare le risorse proveniente dai dazi
per ridurre l' imposizione fiscale e cercare di compensare la spinta inflattiva
Anch'io penso - ma ci sto ragionando ora - che i consumi possano ridursi, per un paio di motivi.
Uno è che il crollo di wall street avrà un effetto patrimonio negativo importante
L'altro è che, in attesa del reshoring, che se ci sarà avverrà in tempi lunghi, se i consumi aumentano la bilancia commerciale peggiora.

I dazi serviranno a far cassa, ma per la riduzione del debito/pil occorre non andare in recessione, e di questo passo ci vanno.

Insomma, i rep al mid-term non li vedo benissimo
Ti risponderei prima sul tuo quote del post di Jumbo che , premettendo che non si possa fare un calcolo generale prendendo
come benchmark l' immediata reazione della borsa , evidentemente emotiva e volatile.
Poi un conto è la capitalizzazione e un altro la speculazione, per qualcuno che perde un' altro soggetto guadagna.
In attesa del reshoring gli US incamerano una quota di risorse elevata , cosa ne faranno lo vedremo.
Ma in ogni caso sono risorse aggiuntive alla ricchezza attualmente prodotta
Io penso, e credo che lo abbiano attentamente valutato , che debbano essere utilizzate per far crescere
l' economia principalmente con la detassazione, così non fosse sarebbe oggettivamente un grosso problema
perché sommare decrescita e probabilissima inflazione formerebbe un cocktail letale.
Vedremo (cit. Bugno)
In ogni caso questa vera e propria rivoluzione del sistema economico attuale farà scuola in un senso o nell' 'altro
Ultima modifica di aitutaki1 il venerdì 4 aprile 2025, 16:42, modificato 1 volta in totale.
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galliano ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 15:41 Dando per scontato che la ritorsione più semplice ed efficace sarebbe aumentare la tassazione sui prodotti finanziari americani e ridurre la quota di debito americano detenuto dagli europei, cosa che i prezzolati a Bruxelles non faranno mai, quali altre alternative ha l'Europa? Sarebbe un botta paurosa sui fondi pensione americani da metterli in ginocchio.
Rispondere con dei contro dazi potrebbe essere poco efficace e pure generare inflazione. Sappiamo bene come funzionano certi meccanismi, sul mercato aumenta il prezzo delle noci californiane perché gli applicano il contro dazio e al supermercato ti ritrovi in rialzo il prezzo del prosecco perché i soldi persi sul mercato americano li devono recuperare sul mercato domestico. Ogni scusa è buona, vedi passaggio all'euro.

Scartati i controdazi, sarebbe una bella idea non comprare beni americani. Ma cosa compriamo dagli americani, che non siano servizi finanziari? Soprattutto energia, medicinali e prodotti chimici, poi qualche nicchia alimentare?
La tecnologia, vedi iPhone, Mac, ecc. e le Tesla mi sa che arriva tutto da Cina e Indocina.
Quindi stop agli acquisti di energia americana.
Magari! E da chi la compriamo, magari a buon mercato? :bll:
Finché Italia e C. si fanno camminare in testa dagli esaltati baltici la vedo grigia.

Temo che l'Europa finirà in stagflazione.
Mi dispiace perché abito qui con la mia famiglia ma se accadrà ce lo saremo meritato.
Un'alternativa è la svalutazione dell'euro, che sia di mercato o pilotata dalla BCE.

Un'altra è la creazione di un mercato finanziario europeo integrato ed efficiente per emanciparsi da quello americano

Le opzioni ci sono; intanto la Cina fa occhio per occhio :D
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galliano ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 15:41 Dando per scontato che la ritorsione più semplice ed efficace sarebbe aumentare la tassazione sui prodotti finanziari americani e ridurre la quota di debito americano detenuto dagli europei, cosa che i prezzolati a Bruxelles non faranno mai, quali altre alternative ha l'Europa? Sarebbe un botta paurosa sui fondi pensione americani da metterli in ginocchio.
Rispondere con dei contro dazi potrebbe essere poco efficace e pure generare inflazione. Sappiamo bene come funzionano certi meccanismi, sul mercato aumenta il prezzo delle noci californiane perché gli applicano il contro dazio e al supermercato ti ritrovi in rialzo il prezzo del prosecco perché i soldi persi sul mercato americano li devono recuperare sul mercato domestico. Ogni scusa è buona, vedi passaggio all'euro.

Scartati i controdazi, sarebbe una bella idea non comprare beni americani. Ma cosa compriamo dagli americani, che non siano servizi finanziari? Soprattutto energia, medicinali e prodotti chimici, poi qualche nicchia alimentare?
La tecnologia, vedi iPhone, Mac, ecc. e le Tesla mi sa che arriva tutto da Cina e Indocina.
Quindi stop agli acquisti di energia americana.
Magari! E da chi la compriamo, magari a buon mercato? :bll:
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Temo che l'Europa finirà in stagflazione.
Mi dispiace perché abito qui con la mia famiglia ma se accadrà ce lo saremo meritato.
Devo smentirti su 1000€ che introta Apple in EU in oriente forse ne vanno 100, il problema è che sul' imponibile
fiscalmente rimane in EU o meglio nei singoli paesi è 0 virgola,
Prova ad agire (come vuoi fiscalmente oppure rinunciando ai beni/servizi) a Google, Amazon, Apple, Netflix e vediamo
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bicycleran ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 16:35
galliano ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 15:41 Dando per scontato che la ritorsione più semplice ed efficace sarebbe aumentare la tassazione sui prodotti finanziari americani e ridurre la quota di debito americano detenuto dagli europei, cosa che i prezzolati a Bruxelles non faranno mai, quali altre alternative ha l'Europa? Sarebbe un botta paurosa sui fondi pensione americani da metterli in ginocchio.
Rispondere con dei contro dazi potrebbe essere poco efficace e pure generare inflazione. Sappiamo bene come funzionano certi meccanismi, sul mercato aumenta il prezzo delle noci californiane perché gli applicano il contro dazio e al supermercato ti ritrovi in rialzo il prezzo del prosecco perché i soldi persi sul mercato americano li devono recuperare sul mercato domestico. Ogni scusa è buona, vedi passaggio all'euro.

Scartati i controdazi, sarebbe una bella idea non comprare beni americani. Ma cosa compriamo dagli americani, che non siano servizi finanziari? Soprattutto energia, medicinali e prodotti chimici, poi qualche nicchia alimentare?
La tecnologia, vedi iPhone, Mac, ecc. e le Tesla mi sa che arriva tutto da Cina e Indocina.
Quindi stop agli acquisti di energia americana.
Magari! E da chi la compriamo, magari a buon mercato? :bll:
Finché Italia e C. si fanno camminare in testa dagli esaltati baltici la vedo grigia.

Temo che l'Europa finirà in stagflazione.
Mi dispiace perché abito qui con la mia famiglia ma se accadrà ce lo saremo meritato.
Un'alternativa è la svalutazione dell'euro, che sia di mercato o pilotata dalla BCE.

Un'altra è la creazione di un mercato finanziario europeo integrato ed efficiente per emanciparsi da quello americano

Le opzioni ci sono; intanto la Cina fa occhio per occhio :D
Sì la svalutazione è chiaramente un altro passo che molti auspicano, questo potrebbe quasi neutralizzare l'effetto dei dazi, ma poi ti ritroveresti con un euro debole che potrebbe anche andar bene se sei la Cina che produce praticamente tutto quello che le serve e da fuori compra solo energia a buon mercato, ma l'Europa non è nella stessa situazione, già solo l'energia americana ci ritroveremo a pagarla ancora più cara. Per questo scrivevo che se la soluzione è la svalutazione devi riaprire le porte alla Russia, per l'energia, e ridurre gli attriti con la Cina.
Che poi, se svalutiamo sul dollaro ma le potenze economiche asiatiche non fanno lo stesso, ci ritroveremo a pagare più cari anche tutti i prodotti in arrivo dall'oriente, quindi vai con l'inflazione.
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Re: Fatti di politica 2025

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aitutaki1 ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 16:39
galliano ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 15:41 Dando per scontato che la ritorsione più semplice ed efficace sarebbe aumentare la tassazione sui prodotti finanziari americani e ridurre la quota di debito americano detenuto dagli europei, cosa che i prezzolati a Bruxelles non faranno mai, quali altre alternative ha l'Europa? Sarebbe un botta paurosa sui fondi pensione americani da metterli in ginocchio.
Rispondere con dei contro dazi potrebbe essere poco efficace e pure generare inflazione. Sappiamo bene come funzionano certi meccanismi, sul mercato aumenta il prezzo delle noci californiane perché gli applicano il contro dazio e al supermercato ti ritrovi in rialzo il prezzo del prosecco perché i soldi persi sul mercato americano li devono recuperare sul mercato domestico. Ogni scusa è buona, vedi passaggio all'euro.

Scartati i controdazi, sarebbe una bella idea non comprare beni americani. Ma cosa compriamo dagli americani, che non siano servizi finanziari? Soprattutto energia, medicinali e prodotti chimici, poi qualche nicchia alimentare?
La tecnologia, vedi iPhone, Mac, ecc. e le Tesla mi sa che arriva tutto da Cina e Indocina.
Quindi stop agli acquisti di energia americana.
Magari! E da chi la compriamo, magari a buon mercato? :bll:
Finché Italia e C. si fanno camminare in testa dagli esaltati baltici la vedo grigia.

Temo che l'Europa finirà in stagflazione.
Mi dispiace perché abito qui con la mia famiglia ma se accadrà ce lo saremo meritato.
Devo smentirti su 1000€ che introta Apple in EU in oriente forse ne vanno 100, il problema è che sul' imponibile
fiscalmente rimane in EU o meglio nei singoli paesi è 0 virgola,
Prova ad agire (come vuoi fiscalmente oppure rinunciando ai beni/servizi) a Google, Amazon, Apple, Netflix e vediamo
Sì sull'ultimo punto sono certamente d'accordo, sarebbe una mossa efficace.
Sulla questione Apple forse mi sono spiegato male.
Intendevo dire che applicare ad esempio dei contro dazi sui prodotti Apple potrebbe avere poco impatto perché il bene viene prodotto in India o Cina e quindi non sarebbe soggetto ai dazi.
A meno che il packaging non lo facciano negli Stati Uniti, questo lo ignoro.
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Re: Fatti di politica 2025

Messaggio da leggere da aitutaki1 »

galliano ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 17:34
aitutaki1 ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 16:39
galliano ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 15:41 Dando per scontato che la ritorsione più semplice ed efficace sarebbe aumentare la tassazione sui prodotti finanziari americani e ridurre la quota di debito americano detenuto dagli europei, cosa che i prezzolati a Bruxelles non faranno mai, quali altre alternative ha l'Europa? Sarebbe un botta paurosa sui fondi pensione americani da metterli in ginocchio.
Rispondere con dei contro dazi potrebbe essere poco efficace e pure generare inflazione. Sappiamo bene come funzionano certi meccanismi, sul mercato aumenta il prezzo delle noci californiane perché gli applicano il contro dazio e al supermercato ti ritrovi in rialzo il prezzo del prosecco perché i soldi persi sul mercato americano li devono recuperare sul mercato domestico. Ogni scusa è buona, vedi passaggio all'euro.

Scartati i controdazi, sarebbe una bella idea non comprare beni americani. Ma cosa compriamo dagli americani, che non siano servizi finanziari? Soprattutto energia, medicinali e prodotti chimici, poi qualche nicchia alimentare?
La tecnologia, vedi iPhone, Mac, ecc. e le Tesla mi sa che arriva tutto da Cina e Indocina.
Quindi stop agli acquisti di energia americana.
Magari! E da chi la compriamo, magari a buon mercato? :bll:
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Mi dispiace perché abito qui con la mia famiglia ma se accadrà ce lo saremo meritato.
Devo smentirti su 1000€ che introta Apple in EU in oriente forse ne vanno 100, il problema è che sul' imponibile
fiscalmente rimane in EU o meglio nei singoli paesi è 0 virgola,
Prova ad agire (come vuoi fiscalmente oppure rinunciando ai beni/servizi) a Google, Amazon, Apple, Netflix e vediamo
Sì sull'ultimo punto sono certamente d'accordo, sarebbe una mossa efficace.
Sulla questione Apple forse mi sono spiegato male.
Intendevo dire che applicare ad esempio dei contro dazi sui prodotti Apple potrebbe avere poco impatto perché il bene viene prodotto in India o Cina e quindi non sarebbe soggetto ai dazi.
A meno che il packaging non lo facciano negli Stati Uniti, questo lo ignoro.
scusa avevo capito male , principalmente i prodotti tecnologici arrivano direttamente da oriente, questo però non esclude che siano applicabili
addizionali in varie forme in capo all' azienda anche perchè banalmente il consumatore non compra un telefono/tablet/notebook
ovvero l' HW ma un sistema compreso di SW e servizi.
Ricordo sempre il bilancio net Flix pre pandemia , 2.000€ complessivi di imposizione fiscale italiana.
O la stessa Apple e il celebre caso Starbucks in Grecia , localmente in perdita
e questo in un economia globalizzata lo fai legalmente e facilmente
triplichi o quadruplichi il costo dei beni che la XX ltd cede alla XX Italia SPA
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Re: Fatti di politica 2025

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galliano ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 17:24
bicycleran ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 16:35
galliano ha scritto: venerdì 4 aprile 2025, 15:41 Dando per scontato che la ritorsione più semplice ed efficace sarebbe aumentare la tassazione sui prodotti finanziari americani e ridurre la quota di debito americano detenuto dagli europei, cosa che i prezzolati a Bruxelles non faranno mai, quali altre alternative ha l'Europa? Sarebbe un botta paurosa sui fondi pensione americani da metterli in ginocchio.
Rispondere con dei contro dazi potrebbe essere poco efficace e pure generare inflazione. Sappiamo bene come funzionano certi meccanismi, sul mercato aumenta il prezzo delle noci californiane perché gli applicano il contro dazio e al supermercato ti ritrovi in rialzo il prezzo del prosecco perché i soldi persi sul mercato americano li devono recuperare sul mercato domestico. Ogni scusa è buona, vedi passaggio all'euro.

Scartati i controdazi, sarebbe una bella idea non comprare beni americani. Ma cosa compriamo dagli americani, che non siano servizi finanziari? Soprattutto energia, medicinali e prodotti chimici, poi qualche nicchia alimentare?
La tecnologia, vedi iPhone, Mac, ecc. e le Tesla mi sa che arriva tutto da Cina e Indocina.
Quindi stop agli acquisti di energia americana.
Magari! E da chi la compriamo, magari a buon mercato? :bll:
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Mi dispiace perché abito qui con la mia famiglia ma se accadrà ce lo saremo meritato.
Un'alternativa è la svalutazione dell'euro, che sia di mercato o pilotata dalla BCE.

Un'altra è la creazione di un mercato finanziario europeo integrato ed efficiente per emanciparsi da quello americano

Le opzioni ci sono; intanto la Cina fa occhio per occhio :D
Sì la svalutazione è chiaramente un altro passo che molti auspicano, questo potrebbe quasi neutralizzare l'effetto dei dazi, ma poi ti ritroveresti con un euro debole che potrebbe anche andar bene se sei la Cina che produce praticamente tutto quello che le serve e da fuori compra solo energia a buon mercato, ma l'Europa non è nella stessa situazione, già solo l'energia americana ci ritroveremo a pagarla ancora più cara. Per questo scrivevo che se la soluzione è la svalutazione devi riaprire le porte alla Russia, per l'energia, e ridurre gli attriti con la Cina.
Che poi, se svalutiamo sul dollaro ma le potenze economiche asiatiche non fanno lo stesso, ci ritroveremo a pagare più cari anche tutti i prodotti in arrivo dall'oriente, quindi vai con l'inflazione.
Ma in realtà (però vado a memoria) l'euro si è già svalutato del 30% dal 2014 al 2022 (è uno dei motivi per cui Trump ci insulta con vari epiteti) e non c'è stata una catastrofe commerciale. O almeno, non per questo motivo.


Qui un'analisi di Krugman, che sarà di parte, ma di certo qualcosa di economia internazionale capisce. Anche secondo lui Trump si muove a dazio di cane

https://paulkrugman.substack.com/p/how- ... irect=true
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Re: Fatti di politica 2025

Messaggio da leggere da galliano »

Sì l'euro si è svalutato rispetto al $ in un certo periodo, ma le condizioni al contorno sono diverse.
Ad esempio il gas lo prendevamo dai russi a basso prezzo, adesso una quota (non so quanta in %) la prendiamo dagli USA o da paesi che paghiamo in dollari.
Poi in passato il governo cinese tendeva a svalutare lo yuan, quindi l'euro pur svalutandosi sul dollaro si rafforzava sullo yuan, mentre adesso pare che il governo cinese non sia intenzionato a farlo.
Nel 2025-26 vogliono rafforzare la domanda interna visto che ci sono montagne di risparmi depositati nei conti bancari dei cittadini cinesi. Questo per non dipendere troppo all'export.
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Re: Fatti di politica 2025

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

Dopo il NYT altre voci si soffermano sulla corruzione di Hunter Biden,

Riassunto della vicenda:
https://www.foxnews.com/opinion/jonatha ... corruption

Quelle che erano etichettate come teorie del complotto e che avevano portato addirittura alla sospensione degli account del NYpost nel 2020 (i factcheckers a comando non potevano non intervenire prima delle elezioni, scherziamo?), si stanno rivelando vere.
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Re: Fatti di politica 2025

Messaggio da leggere da bicycleran »

Ero certo ci fosse una strategia, ma pensavo fosse ispirata al film Scemo & più scemo. Invece cercano di far comprare al mondo bond Usa a 100 anni, al contempo svalutando il dollaro. Sopravvalutavo l'intelligenza di Trump & e scemi vari


Ultima modifica di bicycleran il mercoledì 9 aprile 2025, 11:35, modificato 1 volta in totale.
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Re: Fatti di politica 2025

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

bicycleran ha scritto: mercoledì 9 aprile 2025, 9:39 Ero certo ci fosse una strategia, ma pensavo fosse ispirata al film Scemo & più scemo. Invece cercano di far compare al mondo bond Usa a 100 anni, al contempo svalutando il dollaro. Sopravvalutavo l'intelligenza di Trump & e scemi vari


Grazie della segnalazione, utilissima. Aveva ascoltato e letto Bessent, non lui. Però non concordo con la tua analisi, gli USA non hanno il problema di collocare il debito. Piuttosto, questo documento conferma la analisi politica e non economicistica, della questione dazi. Gli USA stanno rinsaldando una linea regionalista, non globalista, in ottica terremoti futuri.

Credo che nei war games la Cina ne stia uscendo meglio di quanto gli USA sperassero, e si preparino a uno scenario internazionale in cui gli alleati militari siano anche alleati economici.
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Re: Fatti di politica 2025

Messaggio da leggere da bicycleran »

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Re: Fatti di politica 2025

Messaggio da leggere da nino58 »

Comunque da oggi in poi chiunque vada da Trump sa che il protocollo non prevede più lo stringergli la mano bensì il baciargli il culo.
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: Fatti di politica 2025

Messaggio da leggere da aitutaki1 »

A pate le vicende economiche l' europa ha imboccato una china preoccupante

https://dailytelegraph.co.nz/world/germ ... -for-meme/
Allegati
germ.jpg
germ.jpg (66.87 KiB) Visto 2318 volte
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Re: Fatti di politica 2025

Messaggio da leggere da bicycleran »

Trump poche ore fa: "THIS IS A GREAT TIME TO BUY". Poi sospende i dazi e la borsa schizza.
'Sta roba è da galera. Però se lo processano si atteggia a vittima

"
Probabilmente egli è un seguace del materialismo dialettico che tutto spiega coi cosiddetti fattori economici, anche i foruncoli di Malabrocca. Dino Buzzati al Giro D'Italia
jumbo
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Re: Fatti di politica 2025

Messaggio da leggere da jumbo »

Colpisce il modo spregiudicato in cui fa tutto questo.
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Re: Fatti di politica 2025

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

manipolazione di mercato
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Re: Fatti di politica 2025

Messaggio da leggere da nino58 »

bicycleran ha scritto: mercoledì 9 aprile 2025, 20:43 Trump poche ore fa: "THIS IS A GREAT TIME TO BUY". Poi sospende i dazi e la borsa schizza.
'Sta roba è da galera. Però se lo processano si atteggia a vittima

"
I prepotenti si atteggiano sempre a vittime (leggasi il lupo e l'agnello di tale Fedro).
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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Re: Fatti di politica 2025

Messaggio da leggere da giorgio ricci »

Io ho quasi 60 anni e un atteggiamento così schizofrenico nelle relazioni politiche internazionali non lo avevo mai visto.
Mi aspetto che faccia senatore il proprio cavallo a breve .
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Re: Fatti di politica 2025

Messaggio da leggere da bicycleran »

LA STRATEGIA MAGA E LA STRATEGIA SUPER-MAGA
Se interpretiamo la strategia MAGA alla lettera, sembrerebbe che Trump sia interessato soprattutto a reindustrializzare gli Stati Uniti e azzerarne il deficit commerciale. Si capisce quindi perché ha individuato i suoi veri nemici nell’Euro-Germania e nella Cina, le principali potenze commerciali del mondo, nei confronti delle quali ha intenzione di combattere una dura guerra di dazi e dumping, con prevedibili effetti di approfondimento della slowbalizzazione. Che lui ne sia consapevole o no, questo tipo di politica potrebbe portare al consolidamento di un disequilibrio multipolare – una sorta di pollaio in cui razzolano solo galletti, con Trump che cerca di cantare più forte di tutti. Se le cose andassero così, potrebbero aver ragione coloro che interpretano questo tipo di politica nei sensi di una dichiarazione di morte del sistema imperiale a egemonia americana.
Non si può escludere però che alla fine anche il trumpismo converga nella dichiarazione di una nuova guerra fredda tra due blocchi imperiali. Infatti si può avanzare un’altra spiegazione della strategia trumpiana – una che riesca a portare alla luce un piano razionale di ampio respiro. Chiamiamola strategia super-MAGA.
Questa spiegazione è stata recentemente proposta da Stephen Miran (2024), capo del Consiglio dei Consulenti Economici della Casa Bianca. Successivamente è stata presa sul serio da Varoufakis (2025), e io stesso mi ci sono gingillato con qualche post su Facebook.
Ecco come la vedo io. Trump crede di aver capito i rischi che sono insiti nello svolgimento della funzione di banchiere mondiale in presenza di partner opportunisti – rischi che si sono moltiplicati nell’attuale fase d’indebolimento dell’egemonia americana. La Fed ha svolto questa funzione al servizio del capitale mondiale producendo come bene pubblico la principale valuta di riserva internazionale e i titoli di stato in cui investirla, ma i più importanti partner commerciali degli Stati Uniti hanno sfruttato il servizio furbescamente. E mentre i governi americani si facevano campioni ideologici del liberismo e agenti politici del libero scambio, i concorrenti – liberisti a chiacchiere – mettevano in atto politiche mercantiliste di rubamazzo. In particolare l’Euro-Germania e la Cina, sovraccumulando riserve in dollari e titoli americani, hanno sistematicamente lavorato a impedire un apprezzamento delle loro valute. Hanno ostacolato artificialmente una forte rivalutazione rispetto al dollaro – rivalutazione che in circostanze normali sarebbe stata causata dai loro enormi surplus commerciali. Tutto ciò ha determinato un sistematico svantaggio competitivo per l’industria americana, il che spiega l’ormai strutturale deficit della bilancia commerciale e la conseguente tendenza alla deindustrializzazione.
Ci si potrebbe domandare: se gli Stati Uniti vogliono riacquistare competitività macroeconomica svalutando il dollaro, perché la Fed non lo fa? Basterebbe che abbassasse drasticamente i tassi d’interesse, espandesse l’offerta di moneta e acquistasse valute estere. Ebbene, non lo fa per diversi motivi. Innanzitutto perché le banche centrali degli altri paesi potrebbero reagire a loro volta con svalutazioni competitive, come è accaduto durante la guerra valutaria scatenata proprio dagli Stati Uniti durante la crisi 2011-13. In secondo luogo perché una forte e generalizzata svalutazione del dollaro, ammesso che sia consentita dai principali competitori, farebbe aumentare il costo delle importazioni americane di materie prime e quindi l’inflazione. In terzo luogo perché un abbassamento dei tassi d’interesse determinerebbe una fuga dei capitali e renderebbe molto difficile rifilare al resto del mondo l’enorme debito pubblico e privato americano.
La sopravvalutazione del tasso di cambio americano può essere combattuta aggredendo la sottovalutazione delle monete dei principali paesi concorrenti e, per essere del tutto espliciti, “un coordinamento con i partner commerciali nell’ottica di cambiare il corso del dollaro può essere molto utile. Oggi le due valute più importanti sono l’euro e lo yuan [ma] non c’è ragione di aspettarsi che l’Europa e la Cina si trovino d’accordo per attuare un cambiamento coordinato mirante a rafforzare le loro valute”. Secondo il capo del Consiglio dei Consulenti Economici della Casa Bianca, che sembra un testimone ben informato, “Trump considera i dazi come una leva per generare negoziati che portino a un accordo. È facile immaginare che dopo una serie di tariffe punitive, paesi concorrenti come l’Europa e la Cina divengano più accondiscendenti verso qualche tipo di accordo valutario in cambio di una riduzione dei dazi” (Miran, 2024, 27-28).
Ciò a cui mirerebbe Trump, secondo quest’interpretazione, è una forte rivalutazione almeno dell’euro e dello yuan, e tale tipo di politica può essere messo in atto non dalla Fed, bensì dalla Banca Centrale Europea e dalla Banca Popolare di Cina. Dunque il piano super-MAGA si svolgerebbe in tre fasi: una di minaccia, una di aggressione e una di esazione.
Nella prima fase il “miles gloriosus” continuerà per un po’ di tempo a sbraitare sui dazi. Ma non gli basterà annunciarli. Per rendere credibile la minaccia dovrà applicarli, come ha fatto dal marzo 2025, e fargli produrre i desiderati effetti depressivi sulle economie dei concorrenti, anche a costo di rallentare lo stesso sviluppo economico americano – un po’ come Sansone contro i filistei.
A un certo punto, quando Europa e Cina si ritroveranno con il culo per terra, potrebbe scattare la seconda fase del piano. Trump gli proporrà di togliere i dazi, ma in cambio vorrà una forte rivalutazione dell’euro e dello yuan. Se loro non accetteranno, minaccerà ulteriori aumenti dei dazi. È qualcosa di simile a ciò che gli Stati Uniti fecero con l’accordo del Plaza del 1985, quando costrinsero Germania e Giappone a rivalutare le loro monete contro il dollaro, e spinsero le loro economie verso la stagnazione, mentre quella statunitense si risollevava gradualmente. Il futuro accordo si dovrebbe chiamare “accordo di Mar-a-Lago” (Poszar, 2024; Miran 2024).
Infine, nella terza fase, quando le economie europee e asiatiche, e soprattutto i loro surplus commerciali, saranno stati ridimensionati, mentre la manifattura e le esportazioni americane si saranno riprese, magari anche con la vendita di armi ed energia ad alto costo, l’amico americano riallaccerà rapporti “collaborativi” con il resto del mondo e sarà pronto a riaffermare la propria egemonia.
Ma accantoniamo per un momento le interpretazioni e torniamo ai fatti. Ammesso e non concesso che il piano super-MAGA funzioni in tutto o in parte nel lungo periodo, nell’immediato le politiche protezioniste di Trump sembra che stiano innescando una bomba, cioè una nuova grande crisi. Il 10 marzo del 2025 a Wall Street c’è stato un lunedì nero di Big Tech che ha preannunciato la catastrofe. Poi a inizio aprile, in seguito alla comunicazione della bordata protezionista di Trump erga omnes, s’è verificato un pauroso crollo in tutte le borse del mondo. La settimana dall’1 al 5 aprile è stata una settimana nera. E anche i titoli di stato americani hanno avuto un crollo. Sansone ha provato a dire che non gli americani devono preoccuparsi, ma solo i filistei del resto del mondo. Senonché, mentre si compiaceva delle richieste di molti leader mondiali che volevano venire a Washington per baciargli il culo… s’è cacato sotto. “La gente era un po’ spaventata” – e lui ha fatto una ignominiosa ritirata strategica. Il 9 aprile ha annunciato la sospensione dei dazi verso quasi tutti i paesi per 90 giorni, per Messico e Canada per un mese. Il giorno dopo le borse hanno esibito un forte rimbalzo. Ma dubito che i problemi siano stati superati, anzi vedo una grossa crisi incombente.
Verso la Cina, invece, nessuna sospensione dei dazi, i quali resteranno al 125%. Pechino ha risposto con un 84% di dazi contro gli Stati Uniti. Non solo, ma ha accelerato il movimento di svalutazione dello yuan contro il dollaro iniziato l’1 ottobre 2024. Evidentemente si sta preparando a entrare negli attesi negoziati in una posizione di forza.
Verrebbe da pensare che la mente strategica di Trump sia stata un po’ sopravvalutata dagli economisti del suo entourage. E ci si domanda: potrebbe realmente funzionare il piano super-Maga? Nonostante tutto, penso che forse sì, potrebbe funzionare, almeno con l’Euro-Germania, l’Italia e altri leccaculo occidentali. È più difficile che funzioni con la Cina, che ha dimostrato di saper reagire al mercantilismo americano riorientando esportazioni e investimenti diretti esteri verso i paesi BRICS+, verso l’Africa e verso l’America Latina, e anche di saper spostare parte del traino della domanda aggregata dalle esportazioni ai consumi e agli investimenti interni.
Per questo credo che alla fine la strategia super-MAGA potrebbe sboccare nell’assestamento di un sistema imperiale bipolare (USA-Cina) da nuova guerra fredda, cioè a “una più forte demarcazione tra partner commerciali amici, nemici e neutrali” (Miran, 2024, 37).
Sembrerebbe che Trump abbia fatto una scommessa “o la va o la spacca”: se la strategia super-MAGA non funzionasse, assisteremmo alla fine del sistema imperiale a egemonia americana; se invece funzionasse almeno in parte, l’assetto globale finale potrebbe essere niente meno che la divisione del mondo in due blocchi, l’obiettivo delle ultime amministrazioni democratiche, solo che in questo caso gli Stati Uniti si troverebbero in una posizione di maggior forza.
La strategia di nuova guerra fredda è diventata un megatrend della politica estera americana – una costante di varie amministrazioni almeno da George W. Bush fino a Joseph R. Biden. Ora sembra contrastata dalla strategia MAGA di Trump. Ma è possibile che riprenda corpo con l’attuazione della strategia super-MAGA. Ed è anche possibile che, se questa non funzionasse, la costruzione di un sistema di nuova guerra fredda prenda corpo con il ritorno dei democratici al potere dopo il secondo mandato di Trump.
(Da: Ernesto Screpanti, “L’imperialismo globale e la grande crisi”, terza edizione riveduta e ampliata, in uscita a fine aprile)
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Re: Fatti di politica 2025

Messaggio da leggere da Maìno della Spinetta »

mi torna abbastanza, bravo Screpanti e bravo a bycicleran che l'ha proposto
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Re: Fatti di politica 2025

Messaggio da leggere da aitutaki1 »

Maìno della Spinetta ha scritto: venerdì 11 aprile 2025, 11:33 mi torna abbastanza, bravo Screpanti e bravo a bycicleran che l'ha proposto
mah
la disamina economica è corretta ma anche scontata, ovvio che i cambi siano parte della questione tanto e vero che
nella tabellina di T. erano calcolati nelle % di dazi verso gli US (insieme alle imposte sul valore aggiunto che non centravano
una mazza ma facevano brodo). Adesso non ricordo ma nel video integrale di Trump c'era anche un' altra fanfaronata di dubbia
veridicità.

Altrettanto che i prezzi dell' energia e export US di GNL e armi siano parte della questione ma temo che qui entrino
in gioco gli accordi con la Russia che potrebbe lasciare campo libero per il gas in cambio di vantaggi in ucraina
insieme ad una strategia comune sul prezzo del petrolio ,sulla fornitura di uranio e in particolare sulle terre
rare/minerali strategici che la cina potrebbe non fornire più (già bloccate quelle a doppio uso) e che verrebbero
surrogate da quelle russe.

Poi che quello americano sia un impero in declino lo dicono i dati bastano i raffronti G7 verso Brics e teniamo
conto che la cina sta effettuando la transizione dal risparmio come boost per lo sviluppo alla crescita del
mercato interno , tanto e vero che sta tenendo una posizione coraggiosa e che se è critica nel breve ha invece prospettive
molto più rosee data la crescita dei mercati (ex) sud globale.
Chi lo piglia in culo per usare un francesismo è l' europa , bene che vada limiterà i danni ma il costo energetico peserà come un macigno.

Il resto sono considerazioni più politiche abbastanza condivisibili ma anche la politica dem precedente era altrettanto criticabile.
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Re: Fatti di politica 2025

Messaggio da leggere da bicycleran »

Maìno della Spinetta ha scritto: venerdì 11 aprile 2025, 11:33 mi torna abbastanza, bravo Screpanti e bravo a bycicleran che l'ha proposto
Grazie.
Secondo me sopravvalutata la razionalità di chi porta avanti queste possibili strategie, che con una messa in pratica così sgarrupata difficilmente andranno in porto.
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Re: Fatti di politica 2025

Messaggio da leggere da nino58 »

Random.
Il PD vorrebbe candidare come Presidente della Regione Veneto Antonella Viola, che - giustamente,per carità - sostiene la cancerogenicità delle bevande alcooliche.
Al di là dei luoghi comuni, mi sembra il solito autolesionismo.
Von Rock ? Nein, danke.
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Maìno della Spinetta
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Re: Fatti di politica 2025

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nino58 ha scritto: sabato 12 aprile 2025, 14:09 Random.
Il PD vorrebbe candidare come Presidente della Regione Veneto Antonella Viola, che - giustamente,per carità - sostiene la cancerogenicità delle bevande alcooliche.
Al di là dei luoghi comuni, mi sembra il solito autolesionismo.
:champion:
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chinaski89
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Re: Fatti di politica 2025

Messaggio da leggere da chinaski89 »

nino58 ha scritto: sabato 12 aprile 2025, 14:09 Random.
Il PD vorrebbe candidare come Presidente della Regione Veneto Antonella Viola, che - giustamente,per carità - sostiene la cancerogenicità delle bevande alcooliche.
Al di là dei luoghi comuni, mi sembra il solito autolesionismo.
:crazy: :lol: :lol:

Mi hai ucciso, però hai ragione, prevedo una disfatta :lol:
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Principe
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Re: Fatti di politica 2025

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chinaski89 ha scritto: sabato 12 aprile 2025, 18:12
nino58 ha scritto: sabato 12 aprile 2025, 14:09 Random.
Il PD vorrebbe candidare come Presidente della Regione Veneto Antonella Viola, che - giustamente,per carità - sostiene la cancerogenicità delle bevande alcooliche.
Al di là dei luoghi comuni, mi sembra il solito autolesionismo.
:crazy: :lol: :lol:

Mi hai ucciso, però hai ragione, prevedo una disfatta :lol:
Perdono chiunque candidino. E allora tanto vale cercare di apparire almeno seri.
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