In questi giorni, soprattutto quando si pensava che Pogacar battesse tutti i record, sono stati fatti dei paralleli fra questo Tour e quello, ritenuto più massacrante, del 1969.
Ma erano davvero più massacranti i Tour di una volta? Mettiamo a confronti i 7 Tour merckxiani (1969-1975) con i 7 Tour pogacariani (2019-2025), e vediamone lunghezza e distacchi sul 10imo, 20imo, 40esimo e 80esimo classificato:

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Come si vede, a fronte di una riduzione della lunghezza del 16%, e anche di una migliore prestazione dei primi 10, che riducono del 39% il distacco dal vincitore, sono molto peggiorate le prestazioni dei corridori di seconda fascia, quelli che si piazzano dopo il decimo posto.
Questo a mio giudizio implica due cose, tenendo sempre conto che oggi ci si allena di più e meglio e si hanno mezzi migliori rispetto all'epoca di Merckx, per non parlare del fatto che i professionisti veri sono molto più numerosi.
- il livello dei primi è molto più alto, cosa che vado ripetendo da sempre e alla quale chi non ha vissuto il ciclismo di 50 anni fa si ostina non credere;
- i Tour di oggi sono molto più duri di quelli di un tempo, il che spiega come mai a tanti corridori manchino energie a fine corsa, mentre una volta i "reduci del Tour" erano soliti uscirne pieni di energie e dominare le corse di agosto, arrivando spesso al Mondiale ancora in forma.
Perché i Tour di oggi sono più duri? Perché ridurre la lunghezza media di una tappa da 190 a 160 km. non cambia nulla: chi sta in gruppo non fatica, e non sono quei 30 km. in più che lo stancano. I corridori si stancano a causa di tre cose: le salite, specialmente quelle ripide, le alte velocità, i lunghi e continui trasferimenti. Ognuna di queste tre cose è aumentata a dismisura negli ultimi decenni, e compensa con gli interessi la riduzione del chilometraggio. Io non dico che bisognerebbe tornare ai percorsi di una volta, pieni di tappe pianeggianti di 200 km. che si concludevano coi volatoni di gruppo e che equivalevano a dei veri giorni di riposo extra, ma almeno i trasferimenti andrebbero ridotti drasticamente, e oltre ai tre giorni di riposo ci vorrebbero altrettante tappe spianate col rullo, una per settimana, senza "cote" e "colli" in mezzo. Forse alla fine le tappe più importanti ne guadagnerebbero, anche se le esigenze televisive (= tappe corte in cui tutti se le danno di santa ragione) hanno ormai preso il sopravvento, a discapito della salute e delle forze dei corridori.