Altro che belinate, scrivi cose giuste e di buon sensoMarco Gaviglio ha scritto:ma i circuiti post-Tour sono corse ad ingaggio di relativo valore agonistico, e che hanno solo l'esplicito obiettivo di fare un po' di spettacolo per un pubblico di appassionati e al contempo rimpinguare il portafoglio dei vari big: per questo sono innocui, e anzi fanno parte dell'indotto del ciclismo main stream proprio perché di solito vengono invitati i corridori che si sono appena resi protagonisti al Tour o, cmq, che godono di una grande popolarità acquisita nel corso della carriera.Salvatore77 ha scritto:Tecnicamente è cosi ma non vedo come questo tipo di prove possano ritagliarsi spazi importanti del panorama ciclistico. Col tempo si creeranno ciclisti specializzati in questo tipo di prove e i big del ciclismo che potrebbero dare lustro a queste competizioni, non vi parteciperanno, salvo per una questione di ingaggi.Marco Gaviglio ha scritto: Fra l'altro, se le Hammer Series accentuassero la tendenza già in atto nei GT a ridurre sensibilmente i chilometraggi, andremmo davvero di fronte ad una rivoluzione copernicana nell'approccio a questo sport, con gare sempre più breve e quindi basate sullo sforzo fuorisoglia anziché sul fondo: con ciclocrossisti e biker che diventerebbero sempre di più i campioni di domani, con tanti saluti ai diesel... o dico una belinata?
Mi sembra tanto la questione dei circuiti post Tour, che esistono da tempo e che non hanno rivoluzionato un bel niente, tranne il portafogli di chi vi partecipa.
Qui invece l'obiettivo mi pare molto più ambizioso, ed è appunto quello di creare un circuito parallelo all'Uci, e che all'Uci possa drenare le corse più importanti. E attenzione ad un dettaglio, secondo me non secondario, che è quello di puntare su classifiche a squadre: questo penso sia un cavallo di Troia perché, come dici tu, inizialmente i grandi nomi potrebbero non essere allettati. E allora, piuttosto che esordire con albi d'oro di secondo livello, le Hammer Series decidono di puntare sul brand delle squadre, che sono le stesse del circuito Uci. E che, in quanto team la cui ragion d'essere deriva dalle sponsorizzazioni, sono ben felici di avere questa ulteriore vetrina per i loro partner. Se la cosa dovesse prendere piede, penso che poi le Hammer Series non ci metterebbero niente a concepire anche delle classifiche individuali, di corse a quel punto diventate popolari e sicuramente appetibili da un punto di vista economico: per cui magari GT e grandi classiche riuscirebbero ancora a tenere botta, ma tutto il resto rischierebbe davvero di venire fagocitato.

Che l'obiettivo sia quello di stravolgere il ciclismo trasformandolo in una robetta da circo mi pare evidente, visto che l'intenzione dichiarata è quella di arrivare ad 8-10 eventi all'anno, ovvero 8-10 weekend, cosa del tutto incompatibile col già affollatissimo calendario UCI esistente.
Il fatto di puntare sulla classifica a squadre è esattamente un cavallo di troia fatt'apposta per avere il favore delle squadre (che poi è lo stesso motivo per cui la Tirreno ha una cronosquadre di defalut tutti gli anni).
Vedo alcuni che si entrusiasmano di fronte a sta specie di innovazione, ma io non riesco a vederci nulla di nuovo, anche a me sembra:
Cosa c'è di così straordinario? Sembrano due criterium post-Tour messi uno dietro l'altro e seguiti a loro volta da una cronosquadre. Tappe di lunghezza ridicola, roba che il mio amico Winter definirebbe da Allievi (se non da Esordienti). In quest'appuntamento del Limburgo in totale 220 km in tre giorni, di cui 44 sotto forma di crono squadre (*). A me viene da ridere.matter1985 ha scritto: una scopiazzatura dei circuiti americani,giapponesi e post-tour/giro magari televisivamente più appetibili ma sarebbe la morte del ciclismo.
Saranno anche corse godibili, da qualche punto di vista, ma dal valore tecnico che rasenta lo zero, a meno che si voglia trasformare il ciclismo in una roba ridicola corsa su queste distanze. Soprattutto questa roba è pericolosa in previsione futura perchè se ci si limita a vedere la corsetta di ieri e non a fare valutazioni in prospettiva, si rischia di non capire qual'è la reale intenzione di chi sta in cabina di regia.
Il rischio concreto è proprio questo, che si vada verso uno stravolgimento in cui si eliminano le classiche corse a tappe da una settimana, per sostituirle con questi criterium. Sarebbe l'inizio della fine.
Per fortuna, questa formula per cui si corre individualmente e poi si fa una classifica a squadre, allo stato attuale non può interessare agli appassionati e questo mi rassicura ancora un pò.
Rinnovo il mio più sentito augurio di fallimento a questa buffonata, checchè ne dica quel fessacchiotto di Admin che si innamorerebbe di qualsiasi evento sedicente innovatore.


(*) Poi io certe cose fatico davvero a capirle. Abbiamo appena finito di dire che al Giro mancavano un altro tappone, che quello di Ortisei era un aborto di tappa, e poi ci 'bagniamo di fronte a sta cosa
