
grazie come sempre per questa rubrica che amo sempre di più.
siccome mi è piaciuto, sia come film in sé sia per come tratta l'argomento bici, se qualcuno è interessato su youtube si trova per intero coi sottotitoli in inglese (è girato in francese):Basso ha scritto: ↑venerdì 5 ottobre 2018, 16:31 Torna la rubrica curata da Gianluca aka dietzen con una pellicola canadese http://www.cicloweb.it/2018/10/05/ciclo ... -secondes/
grazie per la segnalazione, vedo che è anche su youtube, lo recupero.Cthulhu ha scritto: ↑lunedì 1 aprile 2019, 22:11 Gli suggerisco una vera chicca: "6 Day Bike Rider" una farsa americana del 1934 sulle sei giorni ( credo uscito all'epoca in Italia con il titolo " un grullo in bicicletta" ) con protagonista il comico Joe E. Brown, passato alla storia del cinema per aver pronunciato l'immortale frase " Nessuno è perfetto " alla fine di " A qualcuno piace caldo". Le scene sono datate , della serie: bucce di banana buttate in pista per far cadere gli avversari,ma ci sono sequenze tratte dalle vere sei giorni al Madison Square Garden favolose.
Ora ho smesso, ma da ragazzo scrivevo per riviste di cinema ed ero un cinefilo fanatico. Partivo in treno da Firenze solo per andare a vedere film rari alla cineteca di Bologna. All'epoca era tutto su pellicola, li vedevo su una moviola da montaggio. Bei tempi...dietzen ha scritto: ↑martedì 2 aprile 2019, 0:32grazie per la segnalazione, vedo che è anche su youtube, lo recupero.Cthulhu ha scritto: ↑lunedì 1 aprile 2019, 22:11 Gli suggerisco una vera chicca: "6 Day Bike Rider" una farsa americana del 1934 sulle sei giorni ( credo uscito all'epoca in Italia con il titolo " un grullo in bicicletta" ) con protagonista il comico Joe E. Brown, passato alla storia del cinema per aver pronunciato l'immortale frase " Nessuno è perfetto " alla fine di " A qualcuno piace caldo". Le scene sono datate , della serie: bucce di banana buttate in pista per far cadere gli avversari,ma ci sono sequenze tratte dalle vere sei giorni al Madison Square Garden favolose.![]()
E allora, Cutùlu, come ti chiamerebbe il mio amico Mimmo, ti aspettiamo qui
diciamo che nella rubrica ci si limita ai film con una qualche componente agonistica, altrimenti sarebbero davvero troppi.
Come sempre ghigno come un matto e poi proprio non mo viene voglia di guardarmi il film. Quelli di Bollywood a dire il vero mi ispiravanoSeb ha scritto: ↑lunedì 6 maggio 2019, 17:56 Diciannovesima puntata, Quicksilver: si direbbe un vero capolavoro![]()
http://www.cicloweb.it/2019/05/06/ciclo ... icksilver/
Ben fatto, ora lo trovi su netflix. diciamo che il punto centrale del documentario non è nuovo ai ciclowebbisti. Ne esce male la Russia, l'America, la wada, e poi direi che si conferma che il doping serio è roba da ricchi.matteo.conz ha scritto: ↑mercoledì 14 marzo 2018, 11:40 Documentario sul doping, non l'ho visto ancora cmq lo posto qui
https://www.cb01.zone/icarus-hd-2017/
Grazie Marc.marc ha scritto: ↑sabato 13 novembre 2021, 13:49
Segnalo questo film trovato per caso ieri sera su YouTube. Forse se n'è già parlato negli anni scorsi, nel caso chiedo venia.
Si intitola "la baraonda", del 1980, con Giuliano Gemma nei panni del medico della Sei Giorni di Milano. Interamente girato e ambientato nel Palasport e nei dintorni durante la Sei Giorni. Molto interessante per capire l'epoca e l'atmosfera di quella straordinaria manifestazione negli anni migliori.
Si vedono le tribune piene, le gare che finivano alle 2.30 di notte, poi il derny, l'americana, l'eliminazione con corridori eliminati ogni 4 giri, gli atteggiamenti dei tifosi, il dialetto milanese oggi scomparso, l'umanità differente che affollava le tribune e il ristorante.
La trama di per sè è poca cosa, un intreccio amoroso tra Gemma e una ragazza conosciuta in Romagna. Ma nel complesso mi è piaciuto, è un film figlio di quei tempi, minimalista ma per me godibile.
Peccato che agli architetti nessuno avesse spiegato perché di solito si fanno i tetti a punta e non concavi...Krisper ha scritto: ↑sabato 13 novembre 2021, 18:15Grazie Marc.marc ha scritto: ↑sabato 13 novembre 2021, 13:49
Segnalo questo film trovato per caso ieri sera su YouTube. Forse se n'è già parlato negli anni scorsi, nel caso chiedo venia.
Si intitola "la baraonda", del 1980, con Giuliano Gemma nei panni del medico della Sei Giorni di Milano. Interamente girato e ambientato nel Palasport e nei dintorni durante la Sei Giorni. Molto interessante per capire l'epoca e l'atmosfera di quella straordinaria manifestazione negli anni migliori.
Si vedono le tribune piene, le gare che finivano alle 2.30 di notte, poi il derny, l'americana, l'eliminazione con corridori eliminati ogni 4 giri, gli atteggiamenti dei tifosi, il dialetto milanese oggi scomparso, l'umanità differente che affollava le tribune e il ristorante.
La trama di per sè è poca cosa, un intreccio amoroso tra Gemma e una ragazza conosciuta in Romagna. Ma nel complesso mi è piaciuto, è un film figlio di quei tempi, minimalista ma per me godibile.
Non lo conoscevo, visto oggi in un uggioso pomeriggio di autunno.
Il film a tratti ingenuo, con temi anni 70 buttati qua e là.
Visto 40 anni dopo però fa un bel effetto.
Un sapore malinconico, che rende godibile vederlo.
Che peccato non ci sia più il palazzetto!
E' bastata una nevicata per privare una città come Milano di una struttura così bella ed importante!
Quando passavi davanti al palazzetto eri affascinato e rapito dalla sua sua forma, come della spirale di San Siro, allora senza terzo anello, che ha imbruttito lo stadio.
il piazzale di sterrato e cemento tra il palazzetto e San Siro pareva un luogo metafisico
Figurati KrisperKrisper ha scritto: ↑sabato 13 novembre 2021, 18:15Grazie Marc.marc ha scritto: ↑sabato 13 novembre 2021, 13:49
Segnalo questo film trovato per caso ieri sera su YouTube. Forse se n'è già parlato negli anni scorsi, nel caso chiedo venia.
Si intitola "la baraonda", del 1980, con Giuliano Gemma nei panni del medico della Sei Giorni di Milano. Interamente girato e ambientato nel Palasport e nei dintorni durante la Sei Giorni. Molto interessante per capire l'epoca e l'atmosfera di quella straordinaria manifestazione negli anni migliori.
Si vedono le tribune piene, le gare che finivano alle 2.30 di notte, poi il derny, l'americana, l'eliminazione con corridori eliminati ogni 4 giri, gli atteggiamenti dei tifosi, il dialetto milanese oggi scomparso, l'umanità differente che affollava le tribune e il ristorante.
La trama di per sè è poca cosa, un intreccio amoroso tra Gemma e una ragazza conosciuta in Romagna. Ma nel complesso mi è piaciuto, è un film figlio di quei tempi, minimalista ma per me godibile.
Non lo conoscevo, visto oggi in un uggioso pomeriggio di autunno.
Il film a tratti ingenuo, con temi anni 70 buttati qua e là.
Visto 40 anni dopo però fa un bel effetto.
Un sapore malinconico, che rende godibile vederlo.
Che peccato non ci sia più il palazzetto!
E' bastata una nevicata per privare una città come Milano di una struttura così bella ed importante!
Quando passavi davanti al palazzetto eri affascinato e rapito dalla sua sua forma, come della spirale di San Siro, allora senza terzo anello, che ha imbruttito lo stadio.
il piazzale di sterrato e cemento tra il palazzetto e San Siro pareva un luogo metafisico
La cosa più incredibile degli anni 60-70 è che allora si riteneva cinema vero solo il lungometraggio narrativo.Cthulhu ha scritto: ↑domenica 14 novembre 2021, 1:17 La malinconia e il grigiore sono un tratto comune a moltissime pellicole italiane degli anni 70. Erano proprio anni tristi.
Florestano Vancini è un tipico rappresentante del cinema italiano degli anni 60-70, un ex documentarista che si è fatto un nome con alcune opere di carattere politico come la lunga notte del 43 o il delitto Matteotti. Nulla di che, ma in Italia all'epoca era sufficiente essere un "intellettuale organico" al PCI , fare film anti fascisti o anti capitalisti per assicurarsi una carriera. Preciso che ho sempre votato a sinistra, ma quella era la realtà all'epoca: se non avevi l'appoggio delle Botteghe Oscure nell'industria culturale facevi poca strada. Come ne facevi poca nella finanza, nelle banche e nello Stato se non avevi l'appoggio DC.
Qui credo sia stato tentato dal fare una specie di Nashville all'italiana, con tante storie concomitanti e con la sei giorni al posto del festival country, ma la differenza di mezzi e talento rende il paragone oltre i limiti del ridicolo.
Comunque sia un film divertente, la camera Vancini la sa muovere, da buon ex documentarista ci fa vedere tutti gli anfratti del defunto palazzetto e in generale non annoia.
Ma la sceneggiatura e la recitazione ( Giuliano Gemma poteva andare bene doppiato quando faceva Ringo ma la sua voce, misericordia...) sono roba da far vergognare i filodrammatici.
Hai perfettamente ragione, non avrei saputo dirlo meglio. E chiunque apprezzi il primo Olmi, quello più documentarista, non può che avere il mio appoggio. Che meraviglia il Tempo si è fermato. Dove diranno dieci parole in tutto, giustappunto.