Hirschi non smette di darmi ragione e per me è una grandissima soddisfazione, occhio seriamente a lui per il mondiale. I big tutti insieme... C'è da dire che mai come quest'annonil percorso non viene sfruttato dal gruppo, al contrario dell'anno passato.
Bellissimo vedere Masnada fare questo salto di qualità. Certo è che chiunque passa alla Deceuninck sembra trasformarsi in un mostro. Male Nibali... Se si fosse trattato di qualche anno fa gli avrei dato fiducia (vedi Tour ed Olimpiadi nel 2016), ma qui la vedo bigia essere al top per il mondiale. E anche al Giro si fa impegnativa per via delle prime tappe subito durissime. Quello che non riesco a capire è che fino al Giro dell'Emilia era molto più competitivo... Da un lato mi lascia delle speranze, dall'altro mi stordisce.
TOUR - 13
Dopo il ricco antipasto di ieri, oggi si entra violentemente nel massiccio centrale, con una tappa che percorre strade già conosciute, ma che non hanno mai visto vere tappe di montagna. Stavolta il percorso presenta poca pianura e soprattutto il traguardo è posto in cima a due delle ascese più impegnative della zona. Dopo 25 km relativamente semplici, si sale al Col de Ceyssat, salita di quasi 12 km al 6% con lunghi tratti al 8%.
20 km tra discesa e falsopiano, porteranno ai piedi del più semplice Col de Guery: 8 km al 5% con un paio di tratti al 7\8%. Una discesa pedalabile e velocissima porta senza respiro ai piedi della salita de La Stele, di circa 7 km al 5,7% di cui i primi 4 al 7%.
Finisce qui la prima parte impegnativa, che ha proposto tre colli over 1000 in rapida successione. Qui ci sarà subito tanto dislivello che probabilmente farà andar via una fuga di qualità. Dal GPM de La Stele si affrontano 40 km quasi tutti in discesa, che porteranno all'inizio della seconda fase calda. Questo sarà un tratto importante della corsa, perché un paio di salite impegnative possono permettere di fare la differenza, quindi se il gruppo volesse riprendere i fuggitivi o se semplicimente una squadra volesse rendere più dura la corsa, in questo tratto si può creare molta selezione. Da Saignes a Trizac la strada sale per 13 km, che includono l'impegnativa Cote de l'Estiade: 3 km al 8% in vetta ai quali la strada continua a salire per 8 km.
Discesa, 2 km al 5% per salire a Moussages e ancora discesa. Inizia dunque la Cote d'Anglards de Salers di 4 km al 6,6%. Al termine della discesa mancheranno 30 km al traguardo, quasi interamente in salita. I primi 15 km di fondovalle (media del 2,4% quindi si devono mettere in conto un bel po' di strappi veri e propri) portano ai piedi del Col de Neronne: 3,8 km al 9,1% molto regolari. Danno la possibilità di fare selezione fin da subito e togliere esplosività agli avversari in vista dell'ultima rampa. D'altronde il Pas de Peyrol è una salita di 5,4 km al 8,1% di cui gli ultimi due al 13%, ovvero una pseudo-rampa da garage, che può risultare più selettiva se la tappa fosse condotta a ritmo elevato.
Una tappa difficile da interpretare, in cui serviranno grandi gambe ed anche un ottima gestione dell'energia sugli ultimi 2 GPM. Saranno fatte entrambe a tutte e bisogna avere lucidità nel gestire il fuori giri per non rischiare di scoppiare nel momento sbagliato.
Sono 192 km (per una volta sono tanti) e quasi 4000 metri di dislivello.
NOTA: Le pendenze che ho inserito nel testo sono più veritiere di quelle dei profili. Consiglio di farsi un'idea confrontando entrambi i dati
MATERIALE UFFICIALE
MATERIALE UFFICIOSO

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TIRRENO - 5
Tappa strana che obbliga ad attendere l'arrivo in salita, ma durissima. La quasi totale assenza di pianura e la fatica di ieri renderà durissimo il Sassotetto che già da solo è una salita vera. 202 km per circa 4000 metri di dislivello, considerando anche il trasferimento che taglia la prima parte della Forca di Ancarano. La partenza in salita complicherà moltissimo le cose. Per il resto sarà un faccia a faccia lungo l'ascesa conclusiva da 595 punti di difficoltà.
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