Marco Pantani.

Il mondo dei professionisti tra gare e complessità, e più in generale l'approccio al ciclismo di ogni appassionato
donchisciotte
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Re: Marco Pantani.

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nino58 ha scritto:Molti , fra loro, hanno anche litigato, si son parlati e poi non si son parlati più, sono stati, a turno, nelle grazie e nelle disgrazie di Tonina, anche ora e non sempre a ragione.
Anzi, mai a ragione per coloro che la battaglia l'hanno fatta con disinteresse personale.

Hai ragione Nino, non sai quanto hai ragione. Dopo aver letto tutti gli articoli di Repubblica e Gazzetta vedo che l'inchiesta è stata riaperta ESATTAMENTE per i motivi di cui parlava un articolo di Biciposrt di cinque anni fa, di cui si è parlato anche qua su cicloweb.

Si sono persi cinque anni, i poteva far riaprire l'inchiesta e poi approfondire moventi ecc. E molto per i motivi che dici tu. E' l'marezza che ho dopo aver letto.
Verità e giustizia per Marco Pantani, una battaglia di civiltà.
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nunziol
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Re: Marco Pantani.

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Nulla mi toglie dalla testa che se nibali non vinceva il TdF riportando sulle prime pagine il ciclismo queste cose non sarebbero uscite

spero che una volta per tutte sia fatta giustizia
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Re: Marco Pantani.

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10 anni sono passati..... Tho che strano proprio quando molti reati connessi ad un possibile omicidio (connivenze, coperture, mandandi....) vanno in prescrizione! Che strana casualità!
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Re: Marco Pantani.

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cicloturista ha scritto:10 anni sono passati..... Tho che strano proprio quando molti reati connessi ad un possibile omicidio (connivenze, coperture, mandandi....) vanno in prescrizione! Che strana casualità!
Vero.
Ma solo come imputato.
Come testimone la prescrizione non esiste.
E la falsa testimonianza è un reato che si commette al momento della domanda, quindi sempre nel presente.
Von Rock ? Nein, danke.
Diritto di correre senza condizioni a chi ha scontato una squalifica !!!
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TIC
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Re: Marco Pantani.

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Gli Italiani vogliono che ci sia un complotto, un grande vecchio, insomma sentono nostalgia di quando da bambini credevano in Babbo Natale... Ma Andreotti e' morto, Kissinger e' troppo vecchio... Mah, prevedo tempi duri per la marina militare americana, gia' vergognosamente responsabile dello sterminio delle sirene umanoidi con i terribili ultrasuoni killer.
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Re: Marco Pantani.

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E Candido Cannavò ?
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Re: Marco Pantani.

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Ciclosprint, almeno qui risparmiaci i tuoi sagaci interventi.
Meglio brocco che Di Rocco: Cicloweb forever!!
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Re: Marco Pantani.

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TIC ha scritto:Gli Italiani vogliono che ci sia un complotto, un grande vecchio, insomma sentono nostalgia di quando da bambini credevano in Babbo Natale... Ma Andreotti e' morto, Kissinger e' troppo vecchio... Mah, prevedo tempi duri per la marina militare americana, gia' vergognosamente responsabile dello sterminio delle sirene umanoidi con i terribili ultrasuoni killer.
Tu invece cosa vorresti ?
Esprimiti, che proviamo ad accontentarti.
Von Rock ? Nein, danke.
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Re: Marco Pantani.

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Bisognava rivincere il tour per riaprire l' inchiesta? :dubbio: Sono coincidenze veramente fastidiose(se lo sono) :x
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Re: Marco Pantani.

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matter1985 ha scritto:Bisognava rivincere il tour per riaprire l' inchiesta? :dubbio: Sono coincidenze veramente fastidiose(se lo sono) :x

adesso non esageriamo. Piuttosto cicloturista già ha focalizzato qualcosa di altrettanto fastidioso.
VINCITORE DEL FANTATOUR 2016 SUL CAMPO: certe fantaclassifiche verranno riscritte...

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Re: Marco Pantani.

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Marco Grassi, grande articolo in home page! :clap: :clap: :clap: :clap:
Nessuna coincidenza con il Tour, non c'entra nulla.
Comunque, dieci anni dopo, è di nuovo in apertura di tutti i TG, con sezione dedicata su Sky news e su tutti i giornali in prima pagina.
Verità e giustizia per Marco Pantani, una battaglia di civiltà.
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Re: Marco Pantani.

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Lunedì sera speciale di Sky sport 24 alle ore 21 su questa brutta vicenda
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Re: Marco Pantani.

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TIC ha scritto:Gli Italiani vogliono che ci sia un complotto, un grande vecchio, insomma sentono nostalgia di quando da bambini credevano in Babbo Natale... Ma Andreotti e' morto, Kissinger e' troppo vecchio... Mah, prevedo tempi duri per la marina militare americana, gia' vergognosamente responsabile dello sterminio delle sirene umanoidi con i terribili ultrasuoni killer.
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Re: Marco Pantani.

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Stasera ore 23.45 speciale su Italia 1.
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Re: Marco Pantani.

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So che dirò una cosa molto impopolare, ma a me questo ritorno mediatico del caso Pantani mette una tristezza assoluta, vedere gli speciali con Brachino, o magari con Salvo Sottile o presto un bel plasticone da Vespa di certo non mi sembra il modo migliore di ricordare il grande campione che è stato ma lo fa solo rientrare nella compagnia di giro dei vari casi di cronaca nera... Sono felice per la famiglia che merita di sapere la verità, ma onestamente da tifoso, quale sono stato, non so se leggere il nome di marco nei titoli dei giornali insieme a yara, zio michele, la franzoni, meredith etc... mi dia chissà quale soddisfazione...
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Tatranky
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Re: Marco Pantani.

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Merak ha scritto:So che dirò una cosa molto impopolare, ma a me questo ritorno mediatico del caso Pantani mette una tristezza assoluta, vedere gli speciali con Brachino, o magari con Salvo Sottile o presto un bel plasticone da Vespa di certo non mi sembra il modo migliore di ricordare il grande campione che è stato ma lo fa solo rientrare nella compagnia di giro dei vari casi di cronaca nera... Sono felice per la famiglia che merita di sapere la verità, ma onestamente da tifoso, quale sono stato, non so se leggere il nome di marco nei titoli dei giornali insieme a yara, zio michele, la franzoni, meredith etc... mi dia chissà quale soddisfazione...
Amaramente quoto, e mi sembra sia anche più o meno il pensiero di Nibali in tema.
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Re: Marco Pantani.

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non interrogato :), ecco cosa penso di questa vicenda:
- che sin qui é cronaca giudiziaria e non sportiva;
- che la giustizia sportiva si dimostra piú pavida pure della giustizia ordinaria;
- che se fosse stato un morto qualunque e non Marco Pantani le indagini sarebbero già morte e sepolte da anni
(so che questa puó sembrare una sparata alla strong, ma é troppo forte il ribrezzo che provo verso la magistratura italiana, fatta di malori attivi, cadute dalle scale, mattoni volanti e oggetti che prendono vita. negli anni ne ho viste troppe ai danni delle vittime per poter dimenticare);
- che la ricerca della veritá non fa mai male, e mi auguro che questa ricerca porti solo del bene a chi ha amato marco (da amico o soltanto, come me, da tifoso).. ma temo che questa finisca per essere la nuova mazzata al ciclismo: in un'estate che si faceva felice con il bel tour di nibali, cosa si poteva trovar di meglio per cambiare i connotati se non una torbida storia di sangue e droga? vedi la gazzetta che di colpo gli dá paginone di apertura e le prime 6 successive. piú anche che al tour. e questo "retrogusto" non riesce a farmi provare alcuna soddisfazione in queste ultime vicende, per quanto positive possano rivelarsi.
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Re: Marco Pantani.

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Merak ha scritto:So che dirò una cosa molto impopolare, ma a me questo ritorno mediatico del caso Pantani mette una tristezza assoluta, vedere gli speciali con Brachino, o magari con Salvo Sottile o presto un bel plasticone da Vespa di certo non mi sembra il modo migliore di ricordare il grande campione che è stato ma lo fa solo rientrare nella compagnia di giro dei vari casi di cronaca nera... Sono felice per la famiglia che merita di sapere la verità, ma onestamente da tifoso, quale sono stato, non so se leggere il nome di marco nei titoli dei giornali insieme a yara, zio michele, la franzoni, meredith etc... mi dia chissà quale soddisfazione...
Condivido tutto quello che hai scritto. Gli avvoltoi presenti nei media stanno ora uscendo interessandosi solo del caso Pantani, cosa che non hanno mai fatto per il Pantani uomo e ciclista in difficoltà.
Ultima modifica di Basso il domenica 3 agosto 2014, 14:55, modificato 1 volta in totale.
11 Vuelta 7-Prato
12 Appennino-Japan
13 Giro 9-CN ITA-Vuelta 20-Sabatini
14 Vasco-Dauphiné-Tour 3-Tour 21-Pologne-Tre Valli
15 Laigueglia-Escaut-Giro 2-Giro 18-Giro GC-Tour 13-Fourmies
16 Nice-Vuelta 12
17 Frankfurt-Tour 11-Vuelta 16-Chrono
18 Bianche-DePanne-Romandie-Köln-Piemonte-Chrono
19 Nice-Turkey-Portugal-Vuelta 10
20 Plouay-Toscana
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Visconte85
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Re: Marco Pantani.

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Tatranky ha scritto:
Merak ha scritto:So che dirò una cosa molto impopolare, ma a me questo ritorno mediatico del caso Pantani mette una tristezza assoluta, vedere gli speciali con Brachino, o magari con Salvo Sottile o presto un bel plasticone da Vespa di certo non mi sembra il modo migliore di ricordare il grande campione che è stato ma lo fa solo rientrare nella compagnia di giro dei vari casi di cronaca nera... Sono felice per la famiglia che merita di sapere la verità, ma onestamente da tifoso, quale sono stato, non so se leggere il nome di marco nei titoli dei giornali insieme a yara, zio michele, la franzoni, meredith etc... mi dia chissà quale soddisfazione...
Amaramente quoto, e mi sembra sia anche più o meno il pensiero di Nibali in tema.
Quoto
2024. amstel, romandia, Mondiale in linea Zurigo
donchisciotte
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Re: Marco Pantani.

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Premesso che trovo assurdo e di pessimo gusto dire che, quando si sta indagando su un omicidio, forse non fa bene al ciclismo.
Premesso che penso che il casino mediatico sia ASSOLUTAMENTE necessario e ben venga, più potente che mai.
Premesso ciò, mi è venuta in mente una storia gialla.
Provo a inventarmi una storia gialla.
Anni fa Vallanzasca disse che nelle carceri si sapeva che Pantani non sarebbe arrivato alla fine del Giro 1999, che andava via poco prima dela fine, per far aumentare le quote delle scommesse.La malavita e le scommesse clandestine esigevano che vincessero Jalabert o Gotti, non Pantani che, da sicuro vincitore, era dato a nulla.
Pantani fu fermato a Campiglio, il giorno prima dell'arrivo a milano. Le quote degli altri erano altissime.
Vallanzasca non ha mai voluto rivelare il nome del suo informatore.
Pochi giorni dopo una voce meridionale telefona al presidente del Club magico Pantani dicendo di accontentarsi che fosse stato fermato così, che poteva andare peggio.
Adesso vengono fuori questi frenetici contatti fra pusher prima che si sapesse della morte ( fu trovato dieci ore,circa ,dopo la morte).
I pusher sono stati trovati subito, arrestati, condannati e hanno patteggiato. Avevano promesso fuoco e fiamme al processo ma non fecero nulla, patteggiarono. Troncare,sopire.
L'anatomopatologo si portò a casa il cuore perché temeva che rapissero il cadavere, disse. Una follia, a che serve prendersi il cuore con un dubbio così? si chiede un controllo dei carabinieri no?
La repubblica dice: gli spaciatori presi sono pesci piccoli.
Le indagini, maldestre da quello che si legge, sorvolano su tutto, puntano al drogato che muore di droga. Se l'è cercata. Sopire, troncare.
Non c'è motivo per cui gli spacciatori debbano uccidere un cliente che paga.
Mensurati, di Repubblica, dice che è stato protetto qualcuno.
Tonina Pantani dice che Marco aveva scoperto qualcosa.
Qualcosa su che?
Frequentando pusher, malavita, ossessionato com'era da Campiglio ( ne parlò persino l'ultima sera di vita al suo vicino di camera), non è che avesse scoperto qualcosa proprio su Campiglio?
Non è che per vie sconosciute, impervie, impreviste, improbabili, le strade di Campiglio e quelle di Rimini si siano riunite? Attraverso la malavita organizzata, per esempio?
Mi viene in mente Pasolini, allora fu " il frocio che andava con i ragazzini e ha avuto quel che meritava". Ma nulla è come appare. E le cose non stavano così anche se ancora si cerca chi è stato coperto da Pino Pelosi.
Adesso è il dopato e drogato che è morto di overdose, che se l' è cercata ( come ha fatto a prendere sei volte la dose letale? Perché se l'è mangiata? Perché c'era tutto quel sangue? Perché l'anatomopatologo si è portato a casa il cuore?ecc. ecc. Tutto ignorato, tutto sopito).
Allora in tanti abbiamo detto che non ce ne fregava nulla della condanna dei pusher, che volevamo il pesce grosso, almeno una volta, in Italia.
E che non prevalga la logica del conte zio di manzoniana memoria
" Troncare, sopire, padre molto reverendo, sopire troncare".
Ovviamente è solo un racconto giallo ma necessita che mi rilegga I morti di Joyce.

P.S. Non risponderò in nessun caso a nemeseck.
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matteo.conz
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da matteo.conz »

Io però, per quanto possa far lavorare la fantasia, non riesco a trovare un qualcosa per cui si possa arrivare all'omicidio di un ex ciclista, anche se era pantani.
Non stiamo parlando di questioni a livelli di Sindona ad esempio...al massimo legami tra la mafia sportiva e la politica o cose così. In italia ci sono state gole profonde e successivi scandali molto più grossi ed ampi del potenziale casino creato da una testimonianza ai giudici, del solo pantani, sul marcio nel solo ciclismo.
Per me è più verosimile che qualcuno abbia pagato un professionista per l'omicidio e la relativa messinscena per uno sgarro o un debito piuttosto che per una complicata eoria del complotto.
Mondiale 2019: 1 matteo.conz 53 :champion:
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alx89
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da alx89 »

io penso che questa sia una faccenda davvero molto delicata...
Secondo me è quasi impossibile determinare quale fosse prima e sia ora il vero peso delle scommesse "clandestine" o comunque truccate nello sport. Troppi interessi e, ritengo, troppi nomi di peso coinvolti per smantellare tutto in quattro e quattro otto.
Penso altresì che la famiglia di Pantani meriti delle risposte che nessuno ha mai dato e voluto dare.
è vero, il clamore dei media era forse necessario x cercare di dare definitivamente una risposta almeno sulla morte di Marco, pero' trovo i toni da scoop giornalistico su tutto l'ambiente davvero esagerati. Ma in Italia purtroppo si sa, lo scoop fa vendere e quindi rappresenterà sempre di + una componente presente in questo tipo di situazioni.
L'unica cosa che spero è che questa vicenda non intacchi i piccoli segnali positivi di crescita della popolarità del ciclismo in Italia dopo anni di calo deciso.
Merak
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da Merak »

donchisciotte ha scritto:Premesso che trovo assurdo e di pessimo gusto dire che, quando si sta indagando su un omicidio, forse non fa bene al ciclismo.
Che non faccia bene al ciclismo è un dato di fatto, non vederlo è da ipocriti, al massimo puoi ritenere il bene del ciclismo secondario. Personalmente auspico che si faccia chiarezza sulla vicenda ma se il prezzo da pagare per la riapertura del caso, con realisticamente 0% di possibilità d'approdare a qualcosa di concreto visto che la riapertura stessa è più un passaggio dovuto a livello procedurale che una vera svolta nelle indagini (con la speranza di finire tra le "ultime parole famose"), è di dare in pasto alla cronaca nera anche gli ultimi ricordi di Marco, allora no, preferivo egoisticamente che la vicenda non venisse riaperta, che di Marco si continuasse a parlare, magari meno, ma solo delle sue imprese sportive, cosa che negli ultimi anni s'è via via più consolidata, e meno di Campiglio o del tragico 2004...
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Puertorico
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Re: Marco Pantani.

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Speciale Sport Mediaset sulla morte del Pirata (02/08/2014)

https://www.youtube.com/watch?v=FmvVS1c6g4M
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nemecsek
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da nemecsek »

GATTI.

Caso Pantani:cambia il finale, ma resta un romanzo nero.
Marco merita giustizia, ma la sua storia non cambia.

GIUSTIZIA | E’ la vittoria di mamma Tonina, dieci anni dopo. Nient’altro è, la riapertura dell’inchiesta sulla morte di Marco Pantani, se non il premio che la giustizia concede alla cocciuta battaglia di una madre lacerata, incapace di accettare l’idea del figlio morto per autodistruzione. Questa madre aveva il disperato bisogno di un nemico e di un colpevole, per spiegarsi una parabola tanto tragica. E poco conta che Marco fosse già morto dentro da molto tempo prima, prima dell’overdose, o del suicidio, o dell’omicidio. Morto di disperazione e di cocaina, sempre più inabissato nei deliri di un’epopea maledetta, arrivata ai culmini più elevati del successo e poi brutalmente precipitata nella polvere dell’umiliazione: troppo, veramente troppo per un animo così fragile.
E’ solo la notizia di una riapertura d’inchiesta, niente di più. Ma tanto basta: per la famiglia e per il popolo di Pantani è una sentenza definitiva, oltre la Cassazione, l’unica vera e possibile. Marco ucciso, Marco vittima, Marco martire. E c’è da scommettere sarà così anche nel caso – per niente remoto - che la nuova piemme (primo incarico, tanti auguri) arrivi a scartare l’ipotesi dell’omicidio. Questo è la classica situazione in cui la giustizia viene tirata da una parte e dall’altra a seconda dei partiti in gioco, e se per caso dichiara verità opposte ai propri desideri diventa una giustizia inetta. Proprio come quella del piemme Gengarelli, il primo ad occuparsi della torbida vicenda, dieci anni fa.
Un pezzo alla volta, la storia di Pantani diventa così sempre più nera, torbida, tenebrosa. Un tempo il suo volto era associato a bandane colorate, braccia alzate, cime alpine, maglie gialle e maglie rosa. Con il tempo, via l’iconografia felice per lasciare il posto al florilegio di immagini su squallidi residence di riviera, camorristi, spacciatori, papponi, entreneuse, coca, lividi, sangue e mistero. Tanto malavitoso mistero.
Ma la battaglia di mamma Tonina non può concedersi pace: dimostrare l’omicidio significa riabilitare in qualche modo la figura del suo Marco. Lei era certa di complotti e nemici già dal fatidico giorno di Campiglio, lei e l’intero entourage di Cesenatico evocavano vendette di stampo mafioso firmate dai poteri forti, gente altolocata che non poteva accettare la personalità libera di Marco. Negli ambienti della Romagna ferita erano tutti sul libro nero: la “Gazzetta” che aveva manipolato i controlli antidoping per liberarsi di un campione scomodo, Squinzi che con la sua Mapei era in guerra con Pantani per questioni di regolamenti sul doping, Agnelli che non perdonava l’affronto di aver firmato un contratto di sponsorizzazione con la Citroen. Si parlava pure di Berlusconi, per non meglio precisati motivi d’invidia. Tutti contro Marco, il figlio eroe, il figlio duro e puro che il sistema cinico aveva deciso di eliminare.
Figuriamoci dopo una morte tanto tremenda. La battaglia è diventata globale. Da un punto di vista giuridico, battaglia sacrosanta: se davvero qualche tagliagola ha fatto bere una bottiglia di acqua e coca al povero Marco, per castigarlo di chissà quale sgarbo, quel tagliagola deve marcire in galera. Non ci piove. E anzi guai agli investigatori di allora se davvero si dimostrasse il clamoroso abbaglio, peggio ancora fossero negligenza e sciatteria.
Ma è dal punto di vista umano, diciamo pure sentimentale, che l’ipotesi omicidio – se dimostrata – sarebbe comunque un patetico fallimento. Senza paura delle parole, bisogna chiedersi: cosa aggiungerebbe alla tragedia personale di Marco, alla sua implosione spirituale, sapere che non è morto per overdose autonoma, ma indotta da qualche criminale? Niente, non aggiungerebbe e non emenderebbe niente. Niente sarebbe riscattato. Niente di sostanziale verrebbe spiegato diversamente. L’inchiesta non svolgerebbe la funzione catartica che la mamma sogna da dieci anni.
Prima, molto prima di quel finale nel residence di Rimini, Marco era umanamente finito. I gregari più fedeli e disinteressati, il Sert di Ravenna che cura le tossicodipendenze gravi, persino don Mazzi che voleva portarselo in una comunità del Sud America per allontanarlo dalla palude romagnola: tutti respinti con perdite, nell’ultima fase. Marco vagava semi-incosciente nel vortice inarrestabile di due polarità nefaste: depressione e cocaina, cocaina e depressione. I famosi mostri che si alimentano a vicenda, fino al baratro.
Questo per dire che Marco non si era ritrovato per puro caso nella stanza di Rimini, solo, in balìa degli scarafaggi di certi giri: era finito lì al termine di un lungo, penoso, orrendo viaggio personale, cominciato a Campiglio nel giugno del ’99. Una vertiginosa discesa all’inferno senza possibilità di scampo, perché qualsiasi forma di aiuto era sistematicamente rigettata dal suo stesso protagonista.
Aggiungere adesso questo giallo al librone noir dei grandi misteri italiani, assieme a Ustica e all’Italicus, rende ancora più cupo e più tossico il senso della storia. Arrivare alla verità - se mai si arriverà, perché in fondo stiamo ancora sospettando che gli americani abbiano girato in uno studio lo sbarco sulla Luna - arrivare alla verità è un atto dovuto, come dicono alla procura di Rimini. Ma nessuna rilettura postuma sposterà di una virgola il senso ultimo dell’intera tragedia: il finale di Pantani è comunque un finale di cronaca nera. Ferocemente nera. Con una certezza: in nessun caso arriverà mai l’unico balsamo che adesso servirebbe davvero, la consolazione.


di Cristiano Gatti, da Il Giornale del 3 agosto 2014

fonte: http://www.tuttobiciweb.it/?page=news&cod=71014&tp=n
A volte il dito indica proprio il dito, non la luna.
Dopo Campiglio qualcuno ha abbandonato il ciclismo, qualcun altro ha ripreso a seguirlo.
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Re: Marco Pantani.

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Puertorico ha scritto:Speciale Sport Mediaset sulla morte del Pirata (02/08/2014)

https://www.youtube.com/watch?v=FmvVS1c6g4M
Complimenti a davide de zan, una delle rarissime volte in cui mediaset mi è piaciuta.
Per me, quando verrà reso noto il registro degli indagati ci sarà la manager perchè lei era l'insider. In diverse interviste mi ha dato l'impressione che mentisse, un bravo investigatore la metterebbe spalle al muro in poche ore. Temo però che anche questa vicenda vada "all'italiana".

edit: lo scritto di cristiano gatti invece è vergognoso ed interessato: metti che salta fuori che la tesi di qualche "gomplottista" sia verosimile, allora tutti i pezzi che ha scritto in questi anni sarebbero carta straccia dunque è meglio dire che la riapertura del caso sia solo un contentino per la madre troppo rompipalle(evento mai visto, almeno da me).
Per questa tesi, il doppiafaccia gatti porta come argomento il fatto che il pm sia di primo pelo....beh, per quel che mi riguarda è un bene che il pm sia al primo caso perchè ci sono piu probabilità che ci metta l'entusiasmo degli inizi e che i suoi ideali di giustizia (assumo che li abbia, dato il percorso che ha scelto) non siano ancora corrotti dallo schifo,l'omertà, la connivenza ed il marcio che regna in molte procure...ma forse sono solo illusioni mie....
Ultima modifica di matteo.conz il lunedì 4 agosto 2014, 0:42, modificato 1 volta in totale.
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Tranchée d'Arenberg
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Re: Marco Pantani.

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cauz. ha scritto:non interrogato :), ecco cosa penso di questa vicenda:
- che sin qui é cronaca giudiziaria e non sportiva;
- che la giustizia sportiva si dimostra piú pavida pure della giustizia ordinaria;
- che se fosse stato un morto qualunque e non Marco Pantani le indagini sarebbero già morte e sepolte da anni
(so che questa puó sembrare una sparata alla strong, ma é troppo forte il ribrezzo che provo verso la magistratura italiana, fatta di malori attivi, cadute dalle scale, mattoni volanti e oggetti che prendono vita. negli anni ne ho viste troppe ai danni delle vittime per poter dimenticare);
- che la ricerca della veritá non fa mai male, e mi auguro che questa ricerca porti solo del bene a chi ha amato marco (da amico o soltanto, come me, da tifoso).. ma temo che questa finisca per essere la nuova mazzata al ciclismo: in un'estate che si faceva felice con il bel tour di nibali, cosa si poteva trovar di meglio per cambiare i connotati se non una torbida storia di sangue e droga? vedi la gazzetta che di colpo gli dá paginone di apertura e le prime 6 successive. piú anche che al tour. e questo "retrogusto" non riesce a farmi provare alcuna soddisfazione in queste ultime vicende, per quanto positive possano rivelarsi.

Quoto sia te che Merak. Non riesco a trovare nessun piacere nel vedere questa ferita riaperta e data in pasto ai vari sciacalli della cronaca nera, perchè è di ciò che stiamo parlando. Da ragazzo che si è innamorato del ciclismo soprattutto grazie a Pantani, preferisco ricordarlo per quello che ci ha lasciato durante le gare e non per le tristi vicende giudiziare che hanno seguito la sua scomparsa.
E soprattutto, egoisticamente e per il bene del ciclismo, preferirei si tornasse a parlare dell'impresa di Nibali all'ultimo Tour. Vittoria che, al contrario di quello che qualcuno (non ho ancora ben capito per quale motivo) va dicendo, non va assolutamente a ledere il ricordo del Pirata, anzi semmai è servita a ricodare una volta in più quello che fece Marco 16 anni fa.
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matter1985
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Re: Marco Pantani.

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Tranchée d'Arenberg ha scritto:
cauz. ha scritto:non interrogato :), ecco cosa penso di questa vicenda:
- che sin qui é cronaca giudiziaria e non sportiva;
- che la giustizia sportiva si dimostra piú pavida pure della giustizia ordinaria;
- che se fosse stato un morto qualunque e non Marco Pantani le indagini sarebbero già morte e sepolte da anni
(so che questa puó sembrare una sparata alla strong, ma é troppo forte il ribrezzo che provo verso la magistratura italiana, fatta di malori attivi, cadute dalle scale, mattoni volanti e oggetti che prendono vita. negli anni ne ho viste troppe ai danni delle vittime per poter dimenticare);
- che la ricerca della veritá non fa mai male, e mi auguro che questa ricerca porti solo del bene a chi ha amato marco (da amico o soltanto, come me, da tifoso).. ma temo che questa finisca per essere la nuova mazzata al ciclismo: in un'estate che si faceva felice con il bel tour di nibali, cosa si poteva trovar di meglio per cambiare i connotati se non una torbida storia di sangue e droga? vedi la gazzetta che di colpo gli dá paginone di apertura e le prime 6 successive. piú anche che al tour. e questo "retrogusto" non riesce a farmi provare alcuna soddisfazione in queste ultime vicende, per quanto positive possano rivelarsi.

Quoto sia te che Merak. Non riesco a trovare nessun piacere nel vedere questa ferita riaperta e data in pasto ai vari sciacalli della cronaca nera, perchè è di ciò che stiamo parlando. Da ragazzo che si è innamorato del ciclismo soprattutto grazie a Pantani, preferisco ricordarlo per quello che ci ha lasciato durante le gare e non per le tristi vicende giudiziare che hanno seguito la sua scomparsa.
E soprattutto, egoisticamente e per il bene del ciclismo, preferirei si tornasse a parlare dell'impresa di Nibali all'ultimo Tour. Vittoria che, al contrario di quello che qualcuno (non ho ancora ben capito per quale motivo) va dicendo, non va assolutamente a ledere il ricordo del Pirata, anzi semmai è servita a ricodare una volta in più quello che fece Marco 16 anni fa.
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donchisciotte
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da donchisciotte »

Va beh, allora chiudiamo la polizia criminale, tanto, come dice Gatti, non cambia nulla se è morto di overdose o se l'hanno bastonato per fargliela ingurgitare. E' uguale.
Però, purché sia così per tutti. L'omicidio non è più punito, tanto il morto non risorge e poi è brutto far parte della cronaca nera.
Perché qua stiamo a parlare di un'inchiesta giudiziaria nata male, di difficilissima soluzione dati gli anni passati e il fatto che l'albergo non c'è più e non è possibile un'ulteriore autopsia.
La tentazione di lasciar perdere è forte. Per questo è necessario il casino mediatico ( anche e mi fa schifo che la Gazzetta non faccia mezzo mea culpa).
Quello che vedo nel giornalismo ciclistico, in Nibali, in questo forum ( a parte Admin e pochissimi altri) è il fastidio perché una vicenda archiviata come Pantani ragazzo sfortunato, lacrimuccia, la bandana, torna, come i morti di Joyce, chiedendo che la polvere messa sotto al tappeto ( Armstrong il demonio senza complici, la generazione dei dopati cattivi finalmente massacrati anche loro senza complici) venga tolta.
Perché, comunque siano andate lecose, Pamtani in quella stanza, senza Campiglio, non ci sarebbe stato mai. E' questo che dà fastidio quando sembrava che con Nibali vincente, la questione fosse chiusa sotto il tappeto.
Verità e giustizia per Marco Pantani, una battaglia di civiltà.
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robby
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Re: Marco Pantani.

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Cosa c'entra Nibali?!?
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Belluschi M.
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da Belluschi M. »

nemecsek ha scritto:GATTI.

Caso Pantani:cambia il finale, ma resta un romanzo nero.
Marco merita giustizia, ma la sua storia non cambia.

GIUSTIZIA | E’ la vittoria di mamma Tonina, dieci anni dopo. Nient’altro è, la riapertura dell’inchiesta sulla morte di Marco Pantani, se non il premio che la giustizia concede alla cocciuta battaglia di una madre lacerata, incapace di accettare l’idea del figlio morto per autodistruzione. Questa madre aveva il disperato bisogno di un nemico e di un colpevole, per spiegarsi una parabola tanto tragica. E poco conta che Marco fosse già morto dentro da molto tempo prima, prima dell’overdose, o del suicidio, o dell’omicidio. Morto di disperazione e di cocaina, sempre più inabissato nei deliri di un’epopea maledetta, arrivata ai culmini più elevati del successo e poi brutalmente precipitata nella polvere dell’umiliazione: troppo, veramente troppo per un animo così fragile.
E’ solo la notizia di una riapertura d’inchiesta, niente di più. Ma tanto basta: per la famiglia e per il popolo di Pantani è una sentenza definitiva, oltre la Cassazione, l’unica vera e possibile. Marco ucciso, Marco vittima, Marco martire. E c’è da scommettere sarà così anche nel caso – per niente remoto - che la nuova piemme (primo incarico, tanti auguri) arrivi a scartare l’ipotesi dell’omicidio. Questo è la classica situazione in cui la giustizia viene tirata da una parte e dall’altra a seconda dei partiti in gioco, e se per caso dichiara verità opposte ai propri desideri diventa una giustizia inetta. Proprio come quella del piemme Gengarelli, il primo ad occuparsi della torbida vicenda, dieci anni fa.
Un pezzo alla volta, la storia di Pantani diventa così sempre più nera, torbida, tenebrosa. Un tempo il suo volto era associato a bandane colorate, braccia alzate, cime alpine, maglie gialle e maglie rosa. Con il tempo, via l’iconografia felice per lasciare il posto al florilegio di immagini su squallidi residence di riviera, camorristi, spacciatori, papponi, entreneuse, coca, lividi, sangue e mistero. Tanto malavitoso mistero.
Ma la battaglia di mamma Tonina non può concedersi pace: dimostrare l’omicidio significa riabilitare in qualche modo la figura del suo Marco. Lei era certa di complotti e nemici già dal fatidico giorno di Campiglio, lei e l’intero entourage di Cesenatico evocavano vendette di stampo mafioso firmate dai poteri forti, gente altolocata che non poteva accettare la personalità libera di Marco. Negli ambienti della Romagna ferita erano tutti sul libro nero: la “Gazzetta” che aveva manipolato i controlli antidoping per liberarsi di un campione scomodo, Squinzi che con la sua Mapei era in guerra con Pantani per questioni di regolamenti sul doping, Agnelli che non perdonava l’affronto di aver firmato un contratto di sponsorizzazione con la Citroen. Si parlava pure di Berlusconi, per non meglio precisati motivi d’invidia. Tutti contro Marco, il figlio eroe, il figlio duro e puro che il sistema cinico aveva deciso di eliminare.
Figuriamoci dopo una morte tanto tremenda. La battaglia è diventata globale. Da un punto di vista giuridico, battaglia sacrosanta: se davvero qualche tagliagola ha fatto bere una bottiglia di acqua e coca al povero Marco, per castigarlo di chissà quale sgarbo, quel tagliagola deve marcire in galera. Non ci piove. E anzi guai agli investigatori di allora se davvero si dimostrasse il clamoroso abbaglio, peggio ancora fossero negligenza e sciatteria.
Ma è dal punto di vista umano, diciamo pure sentimentale, che l’ipotesi omicidio – se dimostrata – sarebbe comunque un patetico fallimento. Senza paura delle parole, bisogna chiedersi: cosa aggiungerebbe alla tragedia personale di Marco, alla sua implosione spirituale, sapere che non è morto per overdose autonoma, ma indotta da qualche criminale? Niente, non aggiungerebbe e non emenderebbe niente. Niente sarebbe riscattato. Niente di sostanziale verrebbe spiegato diversamente. L’inchiesta non svolgerebbe la funzione catartica che la mamma sogna da dieci anni.
Prima, molto prima di quel finale nel residence di Rimini, Marco era umanamente finito. I gregari più fedeli e disinteressati, il Sert di Ravenna che cura le tossicodipendenze gravi, persino don Mazzi che voleva portarselo in una comunità del Sud America per allontanarlo dalla palude romagnola: tutti respinti con perdite, nell’ultima fase. Marco vagava semi-incosciente nel vortice inarrestabile di due polarità nefaste: depressione e cocaina, cocaina e depressione. I famosi mostri che si alimentano a vicenda, fino al baratro.
Questo per dire che Marco non si era ritrovato per puro caso nella stanza di Rimini, solo, in balìa degli scarafaggi di certi giri: era finito lì al termine di un lungo, penoso, orrendo viaggio personale, cominciato a Campiglio nel giugno del ’99. Una vertiginosa discesa all’inferno senza possibilità di scampo, perché qualsiasi forma di aiuto era sistematicamente rigettata dal suo stesso protagonista.
Aggiungere adesso questo giallo al librone noir dei grandi misteri italiani, assieme a Ustica e all’Italicus, rende ancora più cupo e più tossico il senso della storia. Arrivare alla verità - se mai si arriverà, perché in fondo stiamo ancora sospettando che gli americani abbiano girato in uno studio lo sbarco sulla Luna - arrivare alla verità è un atto dovuto, come dicono alla procura di Rimini. Ma nessuna rilettura postuma sposterà di una virgola il senso ultimo dell’intera tragedia: il finale di Pantani è comunque un finale di cronaca nera. Ferocemente nera. Con una certezza: in nessun caso arriverà mai l’unico balsamo che adesso servirebbe davvero, la consolazione.


di Cristiano Gatti, da Il Giornale del 3 agosto 2014

fonte: http://www.tuttobiciweb.it/?page=news&cod=71014&tp=n
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Tranchée d'Arenberg
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da Tranchée d'Arenberg »

robby ha scritto:Cosa c'entra Nibali?!?
mi associo a tale richiesta. Mi piacerebbe sinceramente capire da dove viene questo sentimento nei confronti di Nibali connesso alla vicenda Pantani. Non ha nessun senso.
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nemecsek
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Re: Marco Pantani.

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Pantani, dopo quella morte speculazione infinita.

3 - agosto - 2014


Avevo fatto un patto con me stesso, in nome dell’amicizia che mi ha legato per breve tempo a Marco Pantani, e cioè che non avrei più scritto un rigo su di lui e sulle sue tragiche vicende. Pur conoscendo la sua storia nei minimi particolari non ritenevo di dover puntualizzare fatti e situazioni; proprio per rispetto di un uomo che ha comunque pagato il prezzo più alto. Ma evidentemente non c ‘è pace sotto gli ulivi. E, con la riapertura d’ufficio dell’inchiesta sulla morte, riecco Pantani pronto ad essere di nuovo immolato sull’altare della cronaca. Quella più bieca e nera che allunga un triste velo di grigio sull’ immagine dell’uomo e dell’atleta, comunque rimasto profondamente nel cuore di molti appassionati e tifosi. Un atto dovuto da parte dei magistrati dopo l’esposto dei genitori e l’accurata perizia dell’avvocato di parte che ipotizza l’omicidio. Diciamo subito che se ci sono dubbi (e ce ne sono) sulle circostanze di questa tragedia è doveroso andare fino in fondo. Anche se il cammino delle indagini, a dieci anni di distanza dai fatti, risulta piuttosto difficile. Ma, più in generale, sembra arrivato il momento di fare un minimo di chiarezza. Per lunghissimi dieci anni l’informazione (specie la tv di stato) ha contribuito a mistificare un dramma che è e resta umano prima ancora che sportivo. Pantani trasformato in un eroe. Pantani campione, esempio da seguire e imitare. Pantani vittima di chissà quale complotto. Pantani “capro espiatorio” di una realtà che invece tutti conosciamo, purtroppo. E cioè la realtà di un ciclismo all’epoca stradopato che ha tradito la passione degli spettatori propinando uno “spettacolo” al di fuori e al di sopra di ogni umana credibilità. Pantani faceva sognare e del sogno in questa dannata società c’è fame come dell’aria, dell’acqua, del pane. Lui incarnava l’attacco, il successo, la botta vincente. Quello che tanti “travet” covano nell’intimo. Il “come” poco importava. Quanti erano in grado di capire, o volevano capire il “come”? E forse poco importa, adesso. Da questo punto di vista Pantani è stato un grande. Ha toccato nel più profondo l’animo degli appassionati. Ancorché alle prese con un problema esistenziale che tormenta spesso, troppo spesso, la vita di tanti protagonisti. Un problema che Madonna di Campiglio ha acuito e fatto esplodere. Mettendo in risalto tutta la fragilità dell’uomo, ma anche l’insensibilità, l’egoismo e l’ignoranza di qualcuno che gli è stato accanto.

Vediamo di ragionare con un minimo di freddezza. Pantani è stato un eccellente ciclista. Un eccellente scalatore che, doping o meno, probabilmente avrebbe inebriato ugualmente le folle con le sue gesta in salita, con il suo carattere e la sua personalità. Perché comunque il ciclismo si fa e si esalta in salita. Ma che facesse come tutti gli altri lo ammette anche la stessa madre che – è comprensibile: è la mamma – continua una sua battaglia infinita. La capisco: la mia, di mamma, è andata fuori di testa alla morte del figlio 25enne in un incidente aereo di cui non si è mai data ragione. E comunque si vuole restituire dignità. Ma quale dignità? Quella del “così fan (hanno fatto) tutti”? Ben magra consolazione… Perché che facesse come tutti i ciclisti della sua epoca è ormai chiarissimo. E adesso, dopo l’indagine del Senato francese sul Tour 1998, è addirittura comprovato al di là di ogni sospetto. Niente da aggiungere. Niente da chiedere al mondo ipocrita del ciclismo.

La dignità a Pantani la si restituisce non arzigogolando attorno a presunti complotti, ma spiegando come la vita possa mettere trappole mortali anche sulla strada degli uomini di più grande successo. Insegnando a diffidare della notorietà, della gloria effimera (un giorno sugli altari, il giorno dopo nella polvere); ad essere guardinghi e mai esagerati. La breve vita del Pirata è un paradigma dove c’è tutto: dall’esaltazione nel momento della gloria, alla più profonda depressione quando un mondo costruito con cura crolla davanti al test di Campiglio. Pantani come gli altri. Tanti altri. L’osservatore un minimo distaccato tocca con mano la profondità del baratro quando si finisce nei meandri della droga. Vede come sia facile scivolare, cadere definitivamente. Eppure cosa era è successo, in fondo, a Madonna di Campiglio? Nient’altro che quello che è successo a decine di altri corridori. Uno stop (di soli 15 giorni, neppure una squalifica…) per essere fuori dalle regole stabilite in quel momento. Scontata quella pena che all’epoca non aveva neppure il marchio del doping (“sospensione a tutela della salute”) tutto era finito. Ma paradossalmente è stata proprio la sensibilità particolarissima dell’uomo, la coscienza e il sentimento di vergogna per essere stato scoperto e messo a nudo, a perderlo. Non ha retto, dicono, e si è rifugiato nella droga, trascinato in un mondo che gli turbinava attorno da tempo. In un mondo di cinici si è comportato come l’ultimo dei romantici. Ciò che lo rende umano, umanissimo. Tutt’altro che un dio: umanissimo uomo. Per questo ancora più apprezzabile.

Per questo, a me non danno fastidio le celebrazioni e i ricordi. Men che meno che si scavi per chiarire i dubbi sulla morte. Mi da fastidio il sentimento peloso che trasuda interesse economico attorno a tutta la vicenda. Mi da fastidio chi su quella morte ci ha guadagnato e continua a guadagnarci, speculando sull’emozione. Pantani è stato un business milionario da vivo e ancora di più da morto. I libri basati sulla sua tragica epopea sono andati a ruba. Al ritmo di 25-27 mila copie vendute. Fra il 2003 e il 2005, raggranellando cifre di gadget, dvd, bandane, donazioni, libri, poster, foto e tutto il merchandising connesso sono arrivato a calcolare quasi un milione di euro. Una cifra che si può tranquillamente moltiplicare per 3, per 5 arrivando ai nostri giorni. Chiaro che a questo mercato serva l’eroe. Anche se eroe non è. Pace all’anima sua.

Il sistema che in qualche modo lo ha messo in un angolo, continua a succhiarne la linfa. Come? Raccontando la favola dell’eroe tragico. Della vittima predestinata. Del campione che suscita invidia e viene eliminato. Emozione, sentimento, partecipazione. Sul piano umano è tutto più che comprensibile, dopo la grande tragedia. Ma se vogliamo dare un esempio ai giovani non possiamo continuare a proporre tesi senza fondamento. Complotto? E chi mai avrebbe avuto interesse a complottare contro il Pirata? La Fiat perché lui aveva scelto la Citroen come sponsor? Ma, andiamo! Chi lo voleva in squadra ottenendo il rifiuto? E come si sarebbe realizzato il complotto? Corrompendo i medici prelevatori? Quello che si è letto negli anni e di recente appare chiaramente strumentale. E a mio avviso infondato.

Oggi c’è di mezzo la giustizia ordinaria e un’indagine ufficiale, ma se ne sono viste e lette in passato… Soprattutto per assecondare la tesi della trappola. Qualcuno ha tirato fuori perfino la provetta di quel tragico prelievo ematico a Campiglio che sarebbe stata scaldata per alzare l’ematocrito. Ma – è addirittura banale – scaldando il sangue si scalda e aumenta di volume anche la parte liquida non solo quella corpuscolare e il rapporto in percentuale dell’ematocrito resta inalterato. Insostenibile scientificamente, eppure c’è chi ne ha fatto un elemento saliente della tesi complottistica. E poi: chi l’avrebbe scaldata? Il medico prelevatore? I medici dell’ospedale di Parma che nella serata di quel 5 giugno 1999 hanno ripetuto i test su ordine del pm di Trento Giardina trovando gli stessi valori dei medici Uci? Si può sostenere un’accusa così grave, che sfiora la calunnia, in modo così generico? Chi fa riferimento al complotto deve anche spiegare chi, come e dove può aver complottato. Per questo dico che sono solo speculazioni per suscitare emotività e vendere copie (o altro) al tifoso.

Pantani era la gallina dalle uova d’oro per il ciclismo di quel tempo. E non solo. L’atleta che era riuscito a riportare milioni di tifosi sulle strade del Giro e con loro gli sponsor, cioè il potere economico. Cioè il dio denaro. Tanto e disponibile per tanti. Su Campiglio ha indagato la Procura di Trento. Il verdetto è stato univoco: nessuna truffa, nessuna sostituzione di provette (il sangue era di Pantani, come hanno provato i test del DNA), nessun complotto, nessuna manomissione. Resta solo l’ombra delle scommesse. Ma le indagini fin qui fatte non hanno portato a nulla. E ad anni di distanza il nome di quell’ “amico” di Vallanzasca che gli avrebbe consigliato di non scommettere su Pantani perché non sarebbe arrivato a Milano nonostante la maglia rosa sulle spalle e la classifica ormai blindata dai risultati, ancora non viene fuori. Su Pantani si specula. Come definire altrimenti il sottolineare l’irregolarità della procedura punto centrale in una delle ultime pubblicazioni? La provetta sarebbe stata scelta da uno dei medici prelevatori e non dall’atleta come vuole il regolamento. Un vizio di forma ininfluente ai fini del test. A meno di non chiamare in causa la stessa ditta produttrice delle provette, che sono sigillate e sottovuoto. Tutte. E anche qui senza prove si sfiora la calunnia.

Ma a cosa può servire tirare fuori un vizio di forma di fronte al quale oggi non si può fare nulla se non instillare senza motivo il dubbio generico che qualcosa di irregolare sia accaduto? Facile rispondere: è una mossa furba per accalappiare ancora di più il tifoso. Ma dire, 14 anni dopo, che si sarebbe potuto fare ricorso contro le modalità di quel test, non toglie nulla alla realtà storica: l’ematocrito fuori norma per le regole del tempo. Controllato otto volte sul sangue del Pirata. Valori fiori norma. Non per la prima volta, come del resto provano i dati emersi nel processo Conconi alle cui cure Pantani si era affidato già dal ‘94. E baggianate come “il prelevatore ha messo la provetta in tasca alzando la temperatura, ecc. ecc.” dicono sopratutto dell’ignoranza se non della malafede di chi sostiene tale ridicola tesi. Basta pensare alla temperatura corporea: 38 gradi circa. Ci sono 38 gradi in una tasca? Difficile. Dunque caso mai la provetta si sarà raffreddata non riscaldata. Ma tant’è. Lo dico chiaro: queste “spiegazioni postume” non mi convincono. Come quella che la macchina da analisi (Coulter Act) avrebbe “visto” un ematocrito alto per via del raggrumarsi delle piastrine. Ma gli esperti sono chiarissimi: “E’ impossibile – sostiene Benedetto Ronci ematologo di fama dell’Ospedale San Giovanni Addolorata di Roma, consulente dei pm nella inchieste doping più clamorose – anche se le piastrine hanno tendenza ad aggregarsi non incidono sul volume corpuscolare; non possono modificare in alcun modo l’ematocrito”. Piuttosto al medico che avrebbe fatto l’ematocrito a tutta la squadra in quei giorni andrebbe posta una semplice domanda. Perché? Si sa che con lo sforzo prolungato per settimane l’ematocrito cala. Che bisogno c’era di controllare?

Altro discorso è la morte nel residence. Ma qui la scelta è ancora più netta. O si sposa la tesi dell’esagerata ingestione di cocaina (sette volte la dose mortale), overdose accidentale, come dice il referto di morte e dunque si spiega così il delirio la gran baraonda trovata in quella tristissima camera n.5 del Residence Le Rose, che è poi la tesi ufficiale di chi ha indagato. Oppure si allineano una serie di elementi di dubbio. Particolari incerti che dall’ora della morte, al cibo cinese (odiato dal Pirata), trovato in camera, alle ferite sul corpo, ai boxer che farebbero sospettare un trascinamento, al particolare del cuore portato via dal medico che eseguì l’autopsia timoroso che venisse rubato (da chi?); alimentano dubbi concreti. Cui dovrà rispondere l’indagine.

Si continua a confondere il piano umano che merita il massimo della comprensione per una morte assurda con quello sportivo sfruttando la mozione degli affetti. Cosa dobbiamo fare? Giustificare tutto in nome della tragedia? E cosa raccontiamo ai nostri figli? Segui quell’esempio e sarai felice?


E. Capodacqua

fonte: http://capodacqua.blogautore.repubblica ... #more-2304
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Dopo Campiglio qualcuno ha abbandonato il ciclismo, qualcun altro ha ripreso a seguirlo.
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Subsonico
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Re: Marco Pantani.

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Capodacqua ha perso l'ennesima occasione per starsi zitto (il bello è che, all'inizio dell'articolo lo dice pure!) :crazy:
VINCITORE DEL FANTATOUR 2016 SUL CAMPO: certe fantaclassifiche verranno riscritte...

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Bitossi
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da Bitossi »

Mi pare che la migliore sia la chiosa: "E cosa raccontiamo ai nostri figli? Segui quell’esempio e sarai felice?" :diavoletto:
(per fortuna aveva anche scritto: "Vediamo di ragionare con un minimo di freddezza"... :crazy: )

Non male anche: "La provetta sarebbe stata scelta da uno dei medici prelevatori e non dall’atleta come vuole il regolamento. Un vizio di forma ininfluente ai fini del test"... (è lì il problema, fagiano! :D )



Comunque, tutto sommato quello che mi dà più fastidio è l'ipocrisia di fondo di questi scritti, il sottotesto relativo alla frase ormai ricorrente: "Non sia mai, eh, se c'è qualcosa da scoprire, la si scopra!" (però che rottura di cojones, era meglio non riaprirla, 'sta storia).



NB: Tengo a precisare che scrivo queste cose da cittadino, non da appassionato di ciclismo.
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Niи
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da Niи »

Quando leggo commenti della gente comune sul sito della gazzetta, corriere, repubblica, facebook ecc.. e vedo che ancora in molti considerano le sue vittorie solo frutto del doping (o con l'accezione negativa di "drogato") mi sale sempre una rabbia immensa. Mi verrebbe da dargli ad ognuno una bicicletta, mettergli l'ematocrito a 60% e fargli fare lo stelvio ogni giorno a ruota di un normale amatore e chiedergli come mai, nonostante sia "drogato" rimanga un cane in bicicletta. PER CUI, sebbene il processo sia sacrosanto dal punto di vista umano, riuscir a capire per famiglia e tifosi che gli vogliono bene, se sia morto solo o se sia stato ucciso (e cambia un sacco. Già in adolescenza ho dovuto con mio dolore combattere i miei sentimenti se Cobain si fosse ucciso o l'avessero ucciso :D :help: ), spero anche che con il clamore mediatico, ed un eventuale chiarimento di tante tappe, compresa anche campiglio, si possa davvero a livello popolare ristabilire la figura di Pantani come un campione e non come un "drogato". Perché a me non interessa, aver solo una mia opinione, a me interessa che la gente comune eviti di sputare stronzate nei confronti di chi ho "amato".
donchisciotte
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Re: Marco Pantani.

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Ecco, per fortuna Bitossi ( grazie!) mi ha tolto le parole di bocca. Leggevo e friggevo, poi ho letto Bitossi.
Sì, il senso è quello, fate , fate, fate indagini però che palll!!!!
Poi di che ha paura Capodacqua? Non è complottista lui, quindi, visto che è un'indagine sulla morte, se non sei complottista, che c'entra Campiglio e la provetta? ( di striscio, se l'atleta non sceglie la provetta il controllo può essere invalidato e poi ci sarebbe la storia delle piastrine ma va beh, lasciamo perdere)
Possono uscire fuori solo spacciatori no? E allora che gli frega a Capodacqua se il reato diventa omicidio volontario per gli spacciatori?
A Gatti c'è solo da rispondere che, come ho detto sopra, va bene, aboliamo la polizia criminale e stabiliamo che l'omicidio non deve essere punito. Punto.
Su Nibali: il concetto mi sembrava chiaro. Il mondo del ciclismo pensava che la vittoria di Nibali togliesse dalla scena altri discorsi e li seppellisse per sempre. La riapertura del caso DELLA MORTE A RIMINI, NON DI CAMPIGLIO mette tutti in agitazione. Perché?
Verità e giustizia per Marco Pantani, una battaglia di civiltà.
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pacho
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Re: Marco Pantani.

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be se il pm è Giovagnoli allora devono essere stati gli anarchici.
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Merak
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da Merak »

donchisciotte ha scritto:Ecco, per fortuna Bitossi ( grazie!) mi ha tolto le parole di bocca. Leggevo e friggevo, poi ho letto Bitossi.
Sì, il senso è quello, fate , fate, fate indagini però che palll!!!!
Poi di che ha paura Capodacqua? Non è complottista lui, quindi, visto che è un'indagine sulla morte, se non sei complottista, che c'entra Campiglio e la provetta? ( di striscio, se l'atleta non sceglie la provetta il controllo può essere invalidato e poi ci sarebbe la storia delle piastrine ma va beh, lasciamo perdere)
Possono uscire fuori solo spacciatori no? E allora che gli frega a Capodacqua se il reato diventa omicidio volontario per gli spacciatori?
A Gatti c'è solo da rispondere che, come ho detto sopra, va bene, aboliamo la polizia criminale e stabiliamo che l'omicidio non deve essere punito. Punto.
Su Nibali: il concetto mi sembrava chiaro. Il mondo del ciclismo pensava che la vittoria di Nibali togliesse dalla scena altri discorsi e li seppellisse per sempre. La riapertura del caso DELLA MORTE A RIMINI, NON DI CAMPIGLIO mette tutti in agitazione. Perché?

Perchè per te il ciclismo è Pantani, per il resto del mondo o quasi, Pantani è stato il meglio che il ciclismo ha avuto negli ultimi 25anni ma nonostante la sua assenza non ha smesso d'amare questo sport e vedere tirar fuori la questione proprio ora che si iniziava a parlare nuovamente di ciclismo dal punto di vista sportivo e non per le faccende annesse non fa certo piacere. Oltrettutto il modo con cui viene trattata la questione è più che altro di stampo scandalistico, tipica dei casi di cronaca nera che infarciscono regolarmente gli organi d'informazione Italiani d'estate e che si risolvono all'arrivo dell'autunno in un nulla di fatto, un po' per le lungaggini della macchina giudiziaria italiana, un po' per l'effettiva inconsistenza delle prove... E' la mercificazione della morte di Marco che da fastidio e la ricaduta che questa ha verso lo sport che noi amiamo... Nessuno dice che non vadano riaperte le indagini, se c'è un motivo per farlo benvenga, ma è il modo con cui questa notizia viene trattata e da taluni accolta che non fa gioire... Poi ovvio, se per te l'unica cosa importante è che Brachino ci faccia vedere le immagini del residence "Le Rose" o che Vespa ci faccia un bel plastico o che Del Debbio ci faccia una bella ricostruzione con ospite qualche improvvisato esperto che ci avrà scritto su uno degli ennemila libri allora nulla da dire... Ma io non ci vedo proprio nulla per cui giubilare, nulla da celebrare come una svolta, ma solo una bella notizia per i parenti e una botta di sfiga per il ciclismo... Non ho letto la gazzetta ma immagino che oggi ci sarà qualche articolo sul caso Pantani e probabilmente mezza pagina sul polonia e meno d'un capoverso su un giovane promettente, forse il più promettente, come Formolo... Ma è giusto così, in un paese ossessionato dalle scie chimiche un oscuro caso di cronaca nera di 10 anni fa con sfumature che si prestano alle varie teorie complottistiche fa vendere molto di più... Fe-li-ci-ta-zio-ni.
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donchisciotte
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Re: Marco Pantani.

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Di fronte a un commento così, per un uomo che , forse, è stato ucciso, a cui serve casino mediatico e che se a te dà fastidio puoi benissimo non vedere, io alzo bandiera bianca.
Preoccupiamoci del Giro di Polonia.
Della ricaduta sul ciclismo ( che ha lo spazio che merita quando ne vale la pena non solo per i patiti che seguono anche il circuito di Sezze scalo, che ha avuto, appunto, grande spazio con il Tour di Nibali e ne ha meno con il Giro di Polonia).
Scusate, continuate pure con il Giro di Polonia e altro. Alzo bandiera bianca, di fronte a un commento di tale cattiveria egoistica, mi arrendo.
Verità e giustizia per Marco Pantani, una battaglia di civiltà.
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Merak
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da Merak »

donchisciotte ha scritto:Di fronte a un commento così, per un uomo che , forse, è stato ucciso, a cui serve casino mediatico e che se a te dà fastidio puoi benissimo non vedere, io alzo bandiera bianca.
Preoccupiamoci del Giro di Polonia.
Della ricaduta sul ciclismo ( che ha lo spazio che merita quando ne vale la pena non solo per i patiti che seguono anche il circuito di Sezze scalo, che ha avuto, appunto, grande spazio con il Tour di Nibali e ne ha meno con il Giro di Polonia).
Scusate, continuate pure con il Giro di Polonia e altro. Alzo bandiera bianca, di fronte a un commento di tale cattiveria egoistica, mi arrendo.

Tranquilla, come ci ha insegnato un luminare tempo fa: "il bene vince sempre sul male".
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cicloturista
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Re: Marco Pantani.

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Nibali non c'entra niente in questa vicenda, è splo stato interpellato da un giornalista della Gazzetta, è ha detto sostanzialmente "attendiamo lo sviluppo delle indagini"Che c'è di male? È quello che vogliamo tutti.
l'Orso
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da l'Orso »

la faccio breve altrimenti sbotto.

ben venga l'apertura del caso per presunto omicidio di Pantani, meglio tardi che mai, anche se mi sa che è tardi.
Spiace solo che il pretesto è buono per far aprir bocca agli scribacchini che con l'occasione sparan ca--ate per venderSi... il pezzo

Sta cosa fa male al ciclismo? Se fa male al ciclismo è perchè forse se lo merita, del resto lo si è voluto così, altrimenti a fine giugno 1998 lo spettacolo avrebbe dovuto fermarsi (anche prima, però pareva non fosse abbastanza evidente... sigh...)
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l'Orso
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Re: Marco Pantani.

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A, Nibali, pedala che è meglio...
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barrylyndon
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da barrylyndon »

io credo che la verita' vada sempre ricercata..
anche dopo 40 anni.se nel frattempo sopraggiungono altri elementi.
Quindi personalmente non vi vedo nulla di malvagio, anzi..
Quanto a Nibali, si stanno dando un peso esagerato a delle parole che hanno dipinto uno scenario molto verosimile e purtroppo reale(Bossetti e' mostro anche perche' non diceva alla moglie che si faceva le lampade), evidenziando vecchi vizi dei media italiani(metti il mostro in prima pagina, Valpreda docet), ma ha inquadrato male il dettaglio.
Se Pantani e' stato ucciso e' giusto emerga assieme agli eventuali colpevoli.
Bisognerebbe pero' cercare di scindere quello che Pantani ha fatto e ha rappresentato e rappresenta, con quello che e' successo in quella stanza d'albergo.
Nel senso che il ciclismo potrebbe c'entrare poco.nel contesto di quel maledetto 14 febbraio..
"non ho mai visto uno andare cosi forte in salita...ma non ho mai visto nessuno andare cosi piano in discesa"
Norman7
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da Norman7 »

Non capisco cosa centri il ciclismo col caso Pantani.
Ma non vi rendete conto? Nessuno, nessuno, NESSUNO, NESSSUNO dei non addetti ai lavori o super appassionati avrebbe più degnato il ciclismo e Nibali di qualsiasi attenzione, almeno fino al mondiale (salvo miracoli di Aru alla Vuelta). Quali sono i dati auditel della classica di San Sebastian?
Invece col caso Pantani, il ciclismo bene o male è ancora sui media ad inizio agosto. Bene o male l'importante è che se ne parli, questo è il nocciolo della pubblicità.
Se esiste ancora una possibilità si srotolare tutta la striscia di letame che da Campiglio a RImini è stata ininterrottamente avvolta attorno al Panta, è bene che ci si provi e al diavolo le conseguenze. Tra l'altro, forse, questa possibilità esiste per davvero, considerato il fastidio che trasuda dai discorsi di certi lacchè.
Fiammingo
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Iscritto il: giovedì 9 dicembre 2010, 16:40

Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da Fiammingo »

Chiedo a donchisciotte, siccome molto informata sui fatti, se quest'articolo è veritiero o contiene inesattezze:

http://www.corriereromagna.it/news/rimi ... J.facebook

perche sembra molto matematico nelle conclusioni, ma non so se le ipotesi sono tutte vere.. :dubbio:
donchisciotte
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Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da donchisciotte »

Rispondo a Fiammingo solo perché me lo chiede personalmente perché veramente mi voglio tirar fuori da una discussione surreale.
Quelle sono le conclusioni a cui è giunta l'indagine del 2004.
Rimangono i dubbi.
Dal filmato, come raccontò anche Bicisport( e se ne parlò anche qua), girato dalla polizia subito dopo il ritrovamento, Pantani appare con la faccia in una pozzatta di sangue. Su un divano c'è un lenzuolo sporco di sangue da cui non furono mai prese le impronte digitali e l'esame del DNA.
La temperatura del corpo per stabilire l'ora della morte viene presa con un normale termometro da febbre e, infatti, l'ora della morte varia più volte.
La nuova perizia del medico( che è l'anatomopatologo che ha fatto riaprire il caso Bergamini) dice che le ferite non sono compatibili con una caduta da malore. Anche quella che gli ha fatto il conturino dell'orologio sul polso.
La nuova perizia dice che le strisce di sangue ,per la loro consistenza, non sono compatibili con uno spostamento fatto dal medico legale circa dieci ore dopo la morte.
Dice che , per come era messo il corpo, dopo dieci ore dlla morte, non doveva essere il polmone destro a pesare due etti più del sinistro. La sua tesi è che il corpo sia stato trascinato sul soppalco, spostato, che non sia rimasto in quella posizione 10 ore.
Come ha fatto a prendere sei volte la dose letale? e perché doveva mangiarsela? E come ha fatto, dice il nuovo medico, a mangiarsela con il pane senza bruciarsi la bocca e l'esofago?
Nella stanza c'è una bottiglia ancora con dell'acqua ( mai prese le impronte digitali) che, secondo il medico, è servita a diluire la cocaina e fargliela bere.
Nella stanza ci sono un gelato ( la stanza non aveva freezer) e iresti di un pasto cinese. Se Pantani, secondo le tetimonianze, non è uscito e se nessuno, secondo le testimoninze del portiere, li ha portati, come sono arrivati là? e perché non sono state prese le impronte digitali? E' vero che una stanza d'albergo è un porto di mare e ci sono tante impronte ma sul pasto cinese, il gelato e la bottiglia, almeno, siptevano prendere con i RIS a due passi.
Nella stanza sono stati trovati tre giubbotti che Pantani non aveva ( non aveva bagaglio, testimonianza di tassista e portieri) e che aveva lasciato a Milano.
Nella stanza è stata trovata la chiave di una Mercedes che Pantani aveva venduto a una persona, si legge nell'articolo di BS.
Alla stanza era possibilissimo accedere senza essere visti da portieri da un'entrata posteriore con ascensore che portava direttamente alle camere, in quel piano davanti alla porta della stanza i Marco. E con telecamere rotte.
Se nessuno ha sentito voci o rumori, come ha fatto a distruggere una stanza senza avere un segno sulle mani ( divelto anche un sanitario) e senza fare rumore?
Dal filmato si vede gente che gira nella stanza senza guanti,a uno cadeono dele posate e viene messo in conto al casino che aveva fatto Pantani.
Perché l'anatomopatologo si è portato a casa il cuore? Lui ha detto perché temeva che il cadavere venisse rapito. E allra perché on ha chiesto la sorveglianza dell'obitorio? se rapivano il cadavere andava bene conservare il cuore? E' logico e normale?Boh.
C'è uno sballo di tempi dopo il ritrovamento che non ti so spiegare perché non me lo ricordo e dovrei andare a cercare.
Dai tabulati telefonici degli spacciatori risulta, dopo l'ora della morte di Pantani e prima del ritrovamento, un frenetico,anomalo rincorrersi di telefonate e anche dai tabulati telefonici delo stesso albergo.
Pantani chiamò due volte perché alla reception chiamasseo i carabinieri ( lui non aveva cellulare), nessuno ha chiamato. Fossero arrivati, se delirava lo salvavano con il 118, se non delirava lo salvavano uguale, forse, E perché nessuno ha ipotizzato l'omissione di soccorso?
Pantani prendev, a causa della dipendenza, farmaci prescritti dal medico appunto per impedire deliri ecc. Dall'autopsia risulta che aveva preso anche quel giorno le dosi esattissime di quei farmaci.
La cocaina trovata nel corpo di Pantani e quella residua nella stanza è molto superiore a quella che lo spacciatore gli ha venduto.
Gli spacciatori , prima del processo, promisero fuoco e fiamme, che avrebbero dimostrato che Pantani era morto per un fisico fiaccato dal doping , che loro erano colpevoli solo di spaccio. Al processo patteggiarono subito, morte conseguente ad altro delitto ( lo spaccio). Solo quelo che affittava la stanza allo spacciatore fu assolto in cassazione perché aveva sempre sostenuto che non sapeva nulla.
Ecco, questo è quello che mi ricordo, c'è molto altro che in questi anni è stato trovato.
Io spero che si arrivi ad indagare e che non si chiuda subito l'inchiesta che è, indubbiamente,complicata e difficilissima.
Tutto qua.
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Fiammingo
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Re: Marco Pantani.

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Grazie mille, non sapevo tutti questi dettagli.
La situazione e' davvero intricata, speriamo davvero si riesca(e voglia) a trovare il bandolo della matassa.

Grazie ancora!
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Visconte85
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Iscritto il: giovedì 8 maggio 2014, 14:27

Re: Marco Pantani.

Messaggio da leggere da Visconte85 »

Ecco gli avvoltoi che si iniziano a muovere:

http://www.tuttobiciweb.it/?page=news&cod=71111&tp=n

Che schifosi
2024. amstel, romandia, Mondiale in linea Zurigo
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