prof ha scritto:Grande tragedia di questo Giro, peraltro già ampiamente prevista alla partenza, è che siamo qui a parlare di ... Pozzovivo, con tutto il rispetto per l'uomo. Io non so se ci sia veramnte qualcuno disposto ad esaltarsi per le gesta imperiture di questo corridore ma piuttosto mi chiederei se la tragica assenza di pubblico ieri, sulle piu' belle strade del ciclismo al mondo, non sia da attribuirsi anche a questo (l'arrivo di Cortina era letteralmente deserto). Ripeto, nulla di personale e massimo rispetto ma, vederlo in bicicletta e a volte persino davanti, mi fa veramente stringere il cuore. Per il ciclismo e per come si è ridotto.
Il resto è tutto consequenziale: Basso che spezza le reni al suddetto e ad un ectoplasmatico Scarponi (ma c'è proprio bisogno di rinsecchirsi fino a quel punto per correre in bicicletta ? Il pensiero non può non andare alle mostricciattole della ginnastica) e rischia di prenderle da JRO (certo non un drago, forse unico atleta normale) o, peggio ancora, dal lungagnone Hesjedal (mutatis mutandis con Pozzovivo ...).
Come Basilea 2, una situazione da vera depressione. E la deste là, sul palco con i suoi scagnozzi, a ballare come sul Titanic.
mai banale e sempre pregno di sapore prof. Dici cose che hanno, e come, un senso. Purtroppo, già te lo dissi a suo tempo, una certa storia va sepolta e con grande amarezza dimenticata. Lo so anch'io che l'estetica vuole la sua parte e i protagonisti di questo giro una ciascuno ce l'hanno. In bici e come atleta Basso, con tutte le sue rigidità, là in mezzo, risplende. E' un corridore antico, troppo monolitico per i miei gusti, ma solido, forte, nel senso antico, latino, del termine. Hai ragione a dire che Scarponi è un altro uomo rispetto anche a se stesso, come rinsecchito, persino nella voce, e questo, ad occhio, pare frutto di preparazione che più che atletica è veramente ascetica, forse inutilmente ascetica, potresti dire. Parli, e non ti do torto, di "lungagnoni", "atleti normali", "rachitici", l'impatto estetico e atletico lo trovi desolante. Da incorregibile "perfezionista" (non sono sicuro che fosse questo il termine, scusate se lo ho storpiato) io non darei la colpa all'uomo, la colpa è del sistema. Dei sistemi. Dei modi in cui viene concepito l'atleta ciclista e la sua preparazione secondo le meravigliose sorti e progressive della scienza (di uomini che hanno passato forse 1/1000esimo della loro esistenza a pedalare sulle strade e il resto nelle aule di scuola). Quando il sistema è innaturale, questa caratteristica da qualche parte si riaffaccia nell'esito, nella creatura del sistema. I chilometri e le salite allenano? ma dove? A che servono le salite da 20 km. e le 8 ore? Solo controproducente, non allenante...servono gli scattini, le progressioncine, le salitine,il cardiofrequenzimetro, l'SRM, e infatti poi la corsa la fai sui 3 km., sui 5, sullo scattino e la progressioncina. La dimestichezza con la distanza e le tante salite infatti non c'è più. Due colli in fuga? IMPOSSIBILE! spaventoso! I chilometri si contavano a decine, oggi si contano le centinaia di metri. E infatti la battaglia si misura sulle centinaia di metri.... E alla lunga, ecco ri-apparire l'innaturalità anche nei fisici, nel gesto, nel modo di comportarsi in corsa....
Ben venga allora un Basso che una tappa con 70 km. duri la vuol rendere vera per 70 km., anche in questo, è antico. Para lapalissiano che 70 km. difficili siano 70 km. difficili dal primo all'ultimo, ma non accade quasi mai; quando accade, PAURA! Quella che si leggeva sui volti fin dal Duran, quella che ha congelato i sei superstiti nella seconda parte del Giau. Non sarà uno spettacolo di fuochi d'artificio, ma lo stillicidio della fatica non è noia, i volti li studi, parlano a loro modo, interessano, e come.
Ma anche, finchè abbiamo un Pozzovivo che può accendere un Giro, una tappa, io me lo tengo stretto, con buona pace della memoria con le sue ferite, dell'estetica e di tutto il resto. Dove almeno si intravede l'anello di congiunzione con il ciclismo vero, quell'anello soltanto mi rimane, e me lo tengo stretto.