castelli ha scritto: ↑venerdì 5 febbraio 2021, 8:58
Uno che ha un bar in un comune di 2000 anime in un paese di montagna assembra meno di un magazzino amazon. Qui non sto dicendo che amazon è cattiva, non mi interessa dirlo. Faccio notare la notevole disparità di trattamento a fronte del medesimo problema ed è quello che è successo.
E' sempre una decisione politica, in definitiva: l'Italia non è un paesino di montagna di 2000 anime. Ovvio, altrettanto ovvio che quelle 2000 anime non hanno la forza politica di imporre la loro particolare situazione, ie sono una minoranza. La disparità resta.
L'assurdità (su cui convengo) dell'applicazione delle regole in alcuni casi nasce dalla necessità di creare regole di valore più o meno universale.
Quando giri in città hai il limite dei 50, dopodichè in alcune vie è criminale anche solo fare i 30, in altre a fare i 50 ti senti una lumaca.
Premesso che un bar sotto una certa soglia di frequentazione non campa, sia che sia in un paesino di 2000 anime sia che sia a Roma Termini...e quindi c'è rischio anche al bar del paesello, perchè c'è gente pure lì.
Premesso pure che determinare le soglie del paesello in cui il bar resta chiuso e quello in cui resta aperto...auguri a te a determinarle.
Se chiudevi l'e-commerce * in periodo di lockdown era finita. L'e-commerce ha avuto in quel momento un'importanza enorme per la vita di chiunque di noi e anche per l'economia, quindi era un "servizio indispensabile" per il quale valeva la pena di correre il rischio di avere dei contagi in più.
Perchè mi piacerebbe che si capisse la ratio del apri Tizio/chiudi Caio: non è simpatia per Tizio e odio per Caio, è che ogni cosa tenuta aperta nei momenti più "caldi" della pandemia era un rischio di maggiori contagi, e a volte pure grosso, ma alcune cose si potevano chiudere e altre era impossibile farlo.
Il supermercato è sempre stato più pericoloso del negozio di cappelli, ma il secondo si poteva tenerlo chiuso.
Questa è la ratio, e non facciamo finta di non capirla.
(* che mica c'è solo Amazon, peraltro io da Amazon non compro mai nulla, salvo che sia l'unico posto dov'è reperibile, e succede tipo una volta all'anno)
castelli ha scritto: ↑venerdì 5 febbraio 2021, 8:58
Seguendo il ragionamento è curioso che venga indicata a premier una persona che con le elezioni, il parlamento e quel 67% non c'entra un tubo. O mi sono perso la candidatura politca 2018 di Draghi?
E' un andazzo iniziato con Ciampi (se non erro), al tempo in cui gli interessi economici hanno fatto premio sugli interessi politici.
Ha fatto più male che bene.
La crisi politica italiana è stata anticipata da quella mossa.
Se gli interssi politici non vengono rappresentati finisce sempre ad un'alternanza antipolitica/tecnocrazia che sono facce della stessa medaglia.
La nostra Repubblica parlamentare prevede che il Presidente del Consiglio dei Ministri (aka premier) sia nominato dal Presidente della Repubblica, il quale nomina i ministri su indicazione del PDCM.
Questo vuol dire che il PdR
1) decide formalmente chi può presentarsi come possibile PDCM e provare a ottenere la fiducia dalle Camere
2) può mettersi di traverso sulla nomina di ministri che non ritenga adatti al compito.
La 2 a volte avviene esplicitamente (quel che è successo su Savona, ma in passato anche su Previti...), di sicuro spesso avviene per "moral suasion" senza che filtri.
E' giusto? Non è giusto? Ci piace? non ci piace? Ciascuno dica la sua. Fa parte di quel sistema di pesi e contrappesi della nostra Costituzione.
Appurato che il PDCM non deve essersi presentato alle elezioni, veniamo alla sostanza.
Quando non c'è una chiara e netta maggioranza parlamentare, in Italia si usa cercare un PDCM diverso da chi si è presentato alle urne, che sia in grado di mediare fra opposti schieramenti che dovranno stare insieme. La politica è fatta di equilibri, e almeno in Italia funziona così. In Germania riescono a fare una Grosse Koalition CDU-SPD e poi governa la Merkel, da noi non è possibile.
Mattarella ha spiegato benissimo per quale motivo riteneva folle (non ha usato questa parola ma lo intendeva) andare a votare ora. Dopodichè il Parlamento non è obbligato a seguire quanto detto da Mattarella.
Se sufficienti parlamentari si rifiutano di votare la fiducia a Draghi, è quasi scontato che si andrà al voto.
Il fatto che ciò - con ogni probabilità - non avverrà si chiama "autorevolezza di Mattarella".