Affari di...cuore

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Abruzzese
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Affari di...cuore

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Le recenti situazioni vissute da Elia Viviani e Diego Ulissi, unite ad altre di questi anni (la situazione analoga vissuta da Ciccone, i problemi avuti da Kiryenka che ne hanno portato al ritiro) mi hanno indotto a pensare che in questi tempi si stia registrando un aumento di anomalie o scompensi cardiaci nel ciclismo ad alti livelli.

Non credo che queste problematiche siano esclusivamente figlie di questi tempi (agli appassionati sono noti i problemi avuti da Franco Bitossi in una determinata fase della sua carriera, per esempio), però mi pare che si stia parlando sempre più di queste situazioni. Vero è anche che in quest'epoca vi sono maggiori mezzi di comunicazione e maggiori possibilità di effettuare esami più approfonditi, però mi piacerebbe riuscire a trovare una spiegazione quanto più plausibile a questo. Ovvero: se il tutto si spiega anche col progresso dei tempi, se ci sono fattori che comportano un maggiore stress del cuore in questo ciclismo moderno o se le cose sono spiegabili anche con altri fattori (alcuni dei quali non discutibili in questa sezione).

Chiaramente qui si prende in esame il ciclismo, non sono a conoscenza se in altri sport di resistenza si stiano riscontrando problematiche analoghe. Altrettanto ovviamente se qualcuno ha le conoscenze mediche adatte per dare una spiegazione scientifica del tutto, può dare un parere decisamente più autorevole e obiettivo sull'argomento.


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marco_graz
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Re: Affari di...cuore

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Io mi chiedo invece se quelle di Elia e Diego possano essere legati a problemi post Covid, anche se di Ulissi si dice che fosse una condizione preesistente apparsa solo ora...


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nino58
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Re: Affari di...cuore

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marco_graz ha scritto: venerdì 22 gennaio 2021, 9:10 Io mi chiedo invece se quelle di Elia e Diego possano essere legati a problemi post Covid, anche se di Ulissi si dice che fosse una condizione preesistente apparsa solo ora...
Può esserlo come può non esserlo.
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cnovelli
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Re: Affari di...cuore

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In realtà si tratta di situazioni piuttosto diverse l'una dall'altra: aritmia (verosimilmente "a cuore strutturalmente sano") per quanto riguarda Viviani, miocardite per ciò che attiene ad Ulissi.
E' indubbiamente vero che il COVID può complicarsi con miocardite, ma tale evenienza è talmente rara che non può avere un impatto significativo in un ambiente di una numerosità tutto sommato limitata come quello del ciclismo professionistico.
E' invece un dato concreto che negli ultimi anni si sia fortemente affinata la capacità diagnostica, grazie a metodiche sempre più sofisticate e accessibili, quale ad esempio la risonanza magnetica cardiaca, e che sia anche cresciuta la sensibilità e cultura della classe medica al riguardo.
Inoltre numerose aritmie sono oggi trattabili in maniera risolutiva e sicura con una procedura mini-invasiva denominata ablazione, che consiste nella "bruciatura" dei circuiti elettrici del cuore responsabili del disturbo aritmico. Nel passato analoghe problematiche venivano gestite con farmaci o addirittura ci si conviveva, conseguentemente con minore divulgazione pubblica da parte degli interessati.
Riguardo la miocardite, in particolare, posso aggiungere che si tratta di una malattia particolarmente infida, in quanto può complicare (seppure assai di rado) qualunque forma di infezione virale, anche la più banale. Nella maggior parte dei casi decorre in maniera asintomatica o quasi, ma talvolta può comportare processi di fibrosi a carico del muscolo cardiaco, successivamente responsabili dello sviluppo di aritmie (potenzialmente anche così gravi da comportare arresto cardiaco) o evoluzione in cardiopatia dilatativa irreversibile. Appare pertanto evidente quanto sia importante monitorare attentamente l'evoluzione della malattia, fino alla sua auspicata completa risoluzione, ovviamente mantenendo a riposo il paziente/atleta.
Tornando al dubbio iniziale, in definitiva credo che la attuale apparente pletora di problematiche cardiache verificatasi nei ciclisti non dipenda da un reale incremento di patologia, quanto piuttosto da altri fattori quali: 1) maggiore divulgazione mediatica 2) migliore accuratezza diagnostica nell'identificazione del problema 3) casuale coincidenza temporale di più casi.
Spero di non avervi annoiato con tecnicismi eccessivi, ma ho voluto portare la mia esperienza di cardiologo ospedaliero e medico dello sport e qualche semplice dato della letteratura scientifica al riguardo.


oronzo2
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Re: Affari di...cuore

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Rispettivamente, quando potrebbero rientrare?


cnovelli
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Re: Affari di...cuore

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oronzo2 ha scritto: venerdì 22 gennaio 2021, 12:11 Rispettivamente, quando potrebbero rientrare?
[/quot

Sarebbero necessarie informazioni cliniche più precise, ma in linea di massima penso Viviani prestissimo ( solo il tempo necessario che le ferite per i cateterismi trans-venosi si rimarginino); Ulissi molto più difficile da definire....in teoria per una miocardite sono necessari almeno 6 mesi di astensione dagli sforzi sportivi, ma dipende molto da quanto sia esteso il coinvolgimento cardiaco


sagittario1962
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Re: Affari di...cuore

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Abruzzese ha scritto: giovedì 21 gennaio 2021, 22:49 Le recenti situazioni vissute da Elia Viviani e Diego Ulissi, unite ad altre di questi anni (la situazione analoga vissuta da Ciccone, i problemi avuti da Kiryenka che ne hanno portato al ritiro) mi hanno indotto a pensare che in questi tempi si stia registrando un aumento di anomalie o scompensi cardiaci nel ciclismo ad alti livelli.

Non credo che queste problematiche siano esclusivamente figlie di questi tempi (agli appassionati sono noti i problemi avuti da Franco Bitossi in una determinata fase della sua carriera, per esempio), però mi pare che si stia parlando sempre più di queste situazioni. Vero è anche che in quest'epoca vi sono maggiori mezzi di comunicazione e maggiori possibilità di effettuare esami più approfonditi, però mi piacerebbe riuscire a trovare una spiegazione quanto più plausibile a questo. Ovvero: se il tutto si spiega anche col progresso dei tempi, se ci sono fattori che comportano un maggiore stress del cuore in questo ciclismo moderno o se le cose sono spiegabili anche con altri fattori (alcuni dei quali non discutibili in questa sezione).

Chiaramente qui si prende in esame il ciclismo, non sono a conoscenza se in altri sport di resistenza si stiano riscontrando problematiche analoghe. Altrettanto ovviamente se qualcuno ha le conoscenze mediche adatte per dare una spiegazione scientifica del tutto, può dare un parere decisamente più autorevole e obiettivo sull'argomento.
in altri sport era famoso Franco Fava anche lui tachicardico, , sul discorso dei tempi partirei per esperienza dalle visite mediche, io ho fatto sport di resistenza negli anni 70/80 fino a verso il 92/93, per partecipare a gare fidal andavi dal medico che se era di quelli scrupolosi ti faceva fare un ecg sotto sforzo, sennò un ecg normale e rilasciava l'idoneità...... il problema è che a quei tempi ogni tanto qualcuno tirava e cuoia e si scopriva (forse) dopo che aveva una malformazione o peggio (aggiungiamoci anche che vista la carenza di controlli circolava di tutto dalle playgin, al mecoren, all'effortil, ai broncodilatatori, o agli anoressizanti tutti prodotti che se presi in robuste quantità alla lunga il cuore te lo mandavano a puttane), secondariamente c'è un'altra (a mio parere) conoscenza del fisico parte degli atleti, oggi sarebbe impensabile di vedere un corridore seduto sul paracarro (alla bitossi) o appoggiato ad un paletto durante un cross (alla Fava) in attesa di un ritorno alla normalità del battito cardiaco, quindi ogni piccola anomalia di cui si accorgono la segnalano ed è quindi più facile scoprire il problemino, aggiungo da cardiopatico abbastanza grave che parlando coi medici del centro da cui sono seguito (e dove mi hanno fatto due bypass) stanno aumentando in modo esponenziale i problemi cardiaci già da bimbi, quindi il problema degli atleti potrebbe essere in qualche modo correlato all'aumento esponenziale dei casi nella popolazione "normale" un amico medico è fermamente convinto che tutto nasca dai prodotti alimentari, che non sono così sani come si dice ........ avrà ragione?


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marco_graz
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Re: Affari di...cuore

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cnovelli ha scritto: venerdì 22 gennaio 2021, 12:30
oronzo2 ha scritto: venerdì 22 gennaio 2021, 12:11 Rispettivamente, quando potrebbero rientrare?
Sarebbero necessarie informazioni cliniche più precise, ma in linea di massima penso Viviani prestissimo ( solo il tempo necessario che le ferite per i cateterismi trans-venosi si rimarginino); Ulissi molto più difficile da definire....in teoria per una miocardite sono necessari almeno 6 mesi di astensione dagli sforzi sportivi, ma dipende molto da quanto sia esteso il coinvolgimento cardiaco
In realta' c'e' una notizia su Ulissi dove dicono che potrebbe essere una cosa vecchia e quindi potrebbe tornare ad allenarsi molto presto, ma nuovi esami erano necessari per verificare..


cnovelli
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Re: Affari di...cuore

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beh, se si trattasse di una pregressa miocardite cambia molto...una volta verificato che il cuore non abbia subito danni significativi e che non vi sia suscettibilità ad aritmie (mi pare di aver letto che abbia eseguito un esame ad hoc: lo studio elettrofisiologico)potrebbe anche tornare in sella.
Diverso il caso in cui si tratti di miocardite acuta, cioè in atto


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Dr. Solma Di Cormano
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Re: Affari di...cuore

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Partiamo distinguendo bene le due situazioni, apparentemente simili, ma molto differenti.
Entrambi i "casi" sono partiti da un sintomo avvertito dagli atleti (palpitazioni o cardiopalmo che dir si voglia).
Nel caso di Viviani si è trattato verosimilmente di una "tachicardia parossistica sopraventicolare", un'aritmia che origina dalla parte alta del cuore (il cosiddetto "atrio", in particolare dall'atrio destro in genere) e che, aldilà della soggettività sintomatologica (può decorrere totalmente asintomatica o con una fortissima sensazione di cuore in gola, oppure mancanza di fiato, addirittura a volte può causare direttamente uno svenimento o un quasi-svenimento) non rappresenta un grosso problema per la vita della persona nè per la "vita sportiva". Infatti, come nel caso di Viviani, nelle situazioni con sintomi invalidanti/ricorrenti, si opta per l'ablazione transcatetere del focus che genera l'aritmia, procedura in questo contesto piuttosto semplice essendo una forma cosiddettà "focale". Provo a spiegarmi meglio: possiamo pensare al funzionamento elettrico del cuore come una semplice catena di comando dell'esercito: c'è un generale che presiede a tutto (il nodo senoatriale), sotto al generale ci sono tanti tenenti (le cellule dell'atrio), un sergente(il nodo atrioventricolare), un caporale (il fascio di His con le relative branche) e tanti soldati semplici (le cellule del ventricolo). Quando tutto funziona regolarmente, il generale prende le decisioni (scarica del nodo senoatriale) che vengono trasmesse a catena fino ai soldati semplici, che le eseguono (contrazione del ventricolo). A volte però qualcuno dei sottoposti, per i più svariati motivi, decide di "prendere il comando": quando un tenente prende il comando, si parla di "tachicardia parossistica sopraventricolare" (il caso di Elia) e la soluzione è semplice: con l'ablazione si "uccide il tenente" e il generale torna a comandare, fine della storia. Più complesso è quando sono tanti tenenti a "prendere il comando": in questo caso in medichese si parla di "fibrillazione atriale" e, come potete immaginare, anche con l'ablazione ("l'uccisione dei tenenti insorti") è più difficile da trattare perchè il rischio che qualche "tenente insorto" resti ancora nascosto da qualche parte è molto alto (tradotto, l'ablazione della fibrillazione atriale va' più di frequente incontro a recidiva). Un caso peggiore, come potete ben immaginare, è quando un soldato semplice si mette in testa di comandare: in questo caso abbiamo una "tachicardia ventricolare", che quando è limitata ad una o pochi soldati può essere anch'essa soppressa anch'essa con l'ablazione, mentre quando "l'insurrezione" è molto estesa tra i soldati è probabile che il malumore sia molto più importante (tradotto in medichese, sotto ad un'aritmia ventricolare importante ci sono spesso patologie del muscolo cardiaco più serie, che l'ablazione da sola non può risolvere). Il caso peggiore in assoluto è un'insurrezione di massa dei soldati semplici, ossia una fibrillazione ventricolare: l'evento da cui senza un intervento rapido e pronto con un defibrillatore non si torna più indietro.
Dopo questo piccolo saggio non richiesto di aritmologia, possiamo farci un'idea della situazione di Diego: anch'egli ha avvertito un sintomo, sotto forma di battito accelerato e, valutato dai medici, è stata scoperta un'infiammazione del muscolo cardiaco ("miocardite"): quindi, come abbiamo detto prima, dobbiamo collegare il sintomo avvertito dal ragazzo con un quadro di infiammazione del cuore. Come detto prima, in questo caso è invece verosimile che l'insurrezione sia partita dal basso (dai "soldati semplici"), perchè la quota di cellule più rappresentata e quindi più interessata dai fenomeni infiammatori cardiaci è contenuta nel ventricolo. Facendo due più due, la causa ragionevole dei disturbi di Diego è stata probabilmente una tachicardia ventricolare nel contesto clinico di miocardite, un quadro che impone estrema attenzione, soprattutto nell'atleta, perchè è ben noto come una miocardite, spesso silente (cioè che decorre senza sintomi), rappresenti una delle principali cause di morte cardiaca improvvisa nell'atleta. In questo caso possiamo dire che Diego è stato da una parte fortunato, perchè la presenza del sintomo ha permesso di identificare l'iceberg che stava sotto (la miocardite). A questo punto al medico non resta che cercare di indagare al meglio le cause scatenanti (infezione, spesso virale) e il grado di interessamento del cuore, accumulando quanti più dati possibili con lo scopo di cercare di "predire" cosa potrà succedere in futuro al cuore di Diego. Da questa valutazione (che si compone di varie indagini tra cui prove da sforzo, holter, ecocardiogramma, risonanza magnetica e, laddove necessario, studio elettrofisiologico con eventuale terapia ablativa e/o biopsia endomiocardica) si cercherà di stabilire quale sarà il futuro sia per la vita sportiva che per la vita del ragazzo. Il decorso di una miocardite è quanto più variabile possibile, ci sono forme che regrediscono spontamente in breve tempo, forme che danno qualche piccolo esito cronico non invalidante per la vita atletica, forme che impongono lo stop allo sport di alto livello, e forme che possono persino essere impegnative per la salute della persona: senza i dati clinici di Diego è impossibile sapere come evolverà la situazione in questo vasto spettro di possibilità: l'unica certezza è che si trova nelle mani di una delle equipe migliori in Italia per questo genere di valutazioni (quella del Prof. Dello Russo) e che, qualsiasi decisione venga presa, sarà certamente la migliore possibile per lui.


In noi la follia esiste ed è presente come lo è la ragione. La società dovrebbe accettare tanto la ragione quanto la follia. Invece accetta la follia come parte della ragione, la fa diventare ragione attraverso una scienza che si incarica di eliminarla.
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Abruzzese
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Re: Affari di...cuore

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Grazie a tutti per gli interessanti contributi :) :) .


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Re: Affari di...cuore

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nino58 ha scritto: venerdì 22 gennaio 2021, 11:25
marco_graz ha scritto: venerdì 22 gennaio 2021, 9:10 Io mi chiedo invece se quelle di Elia e Diego possano essere legati a problemi post Covid, anche se di Ulissi si dice che fosse una condizione preesistente apparsa solo ora...
Può esserlo come può non esserlo.
Per uno in un modo, per un altro nel modo differente.
però di questo passo tra un po' diremo che anche la subentrata predilezione per il gelato alla fragola è una conseguenza del virus.
L'aritmia improvvisa come quella di Viviani può essere causata da una incalcolabile quantità di concause, per carità anche da uno stato infiammatorio insolitamente improvvisamente acutizzatosi in seguito al virus, ma mi pare che siamo su una probabilità minima. Lo stato infiammatorio che può causare questo virus, in ogni caso, è una situazione in progressiva intensificazione, un acutizzarsi episodico ed improvviso come pare essere stato quello di Viviani testimonierebbe di una eziologia differente.

PS: sbaglio o anche Bitossi soffriva di episodi improvvisi di elevatissime frequenze cardiache?
Il caso della miocardite di Ulissi, è differente.
(in sostanza, concordo pressochè in tutto con quanto inizialmente scritto da cnovelli :) ) .


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Re: Affari di...cuore

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cnovelli ha scritto: venerdì 22 gennaio 2021, 11:41
Tornando al dubbio iniziale, in definitiva credo che la attuale apparente pletora di problematiche cardiache verificatasi nei ciclisti non dipenda da un reale incremento di patologia, quanto piuttosto da altri fattori quali: 1) maggiore divulgazione mediatica 2) migliore accuratezza diagnostica nell'identificazione del problema 3) casuale coincidenza temporale di più casi.
Preciso, chiarificatore, esaustivo.
Grazie Doc.
Dr. Solma Di Cormano ha scritto: venerdì 22 gennaio 2021, 19:18
Grazie Dottor Solma.

sagittario1962 ha scritto: venerdì 22 gennaio 2021, 13:12 stanno aumentando in modo esponenziale i problemi cardiaci già da bimbi, quindi il problema degli atleti potrebbe essere in qualche modo correlato all'aumento esponenziale dei casi nella popolazione "normale" un amico medico è fermamente convinto che tutto nasca dai prodotti alimentari

Tesi interessante, che meriterebbe approfondimenti.


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