Bitossi ha scritto: ↑giovedì 28 gennaio 2021, 21:44
Ahia, Herbie, qui tocca andare a prendere i dizionari... oppure le leggi, che magari sono quelle da rispettare?
Allora, vediamo come tratta l’attività sportiva non agonistica il Decreto Ministeriale (Ministero della Salute) 24/04/2013: (Art. 3)
1. Si definiscono attività sportive non agonistiche quelle praticate dai seguenti soggetti:
a) gli alunni che svolgono attività fisico-sportive organizzate dagli organi scolastici nell'ambito delle attività parascolastiche;
b)
coloro che svolgono attività organizzate dal CONI, da società sportive affiliate alle Federazioni sportive nazionali, alle Discipline associate, agli Enti di promozione sportiva riconosciuti dal CONI, che non siano considerati atleti agonisti ai sensi del decreto ministeriale 18 febbraio 1982;
c) coloro che partecipano ai giochi sportivi studenteschi nelle fasi precedenti a quella nazionale.
2. I praticanti di attività sportive non agonistiche si sottopongono a controllo medico annuale che determina l'idoneità a tale pratica sportiva [omissis]
Attività sportive non-agonistiche, esattamente quello che scrivi tu, o vogliamo inventarci un’altra categoria che non sta scritta da nessuna parte?
ecco, non vorrei sembrare scortese, però vorrei anche farti notare che qui si sta
eludendo il nocciolo della questione.
Come quando una legge non riesce a introdurre una sufficiente distinzione tra una palazzina anni 80 e un edificio medievale di valore storico-artistico per ora non riconosciuto. E io, sindaco del borgo, legge alla mano, devo costruire una strada ed abbatto la palazzina insieme all'edificio medievale, dimostrando una certa miopia, ma soprattutto facendo un discreto danno al patrimonio artistico del borgo stesso. Esempio tirato all'eccesso al fine di far comprendere il concetto eh...
E' questione di cultura (che sicuramente non ti manca!), e di capacità di distinzione di ciò che esiste nella realtà, a prescindere dalla minuzia del legislatore nel capire il mondo reale.
Infine è questione semplicemente di buon senso.
Ma soprattutto siamo di fronte alla solita risposta, se mi permetti, un po' qualunquista, ovvero: la legge dice così. Non trovo, intellettualmente parlando, molto costruttivo, chiudere le questioni in questo modo, attribuendo al legislatore attributi pressochè divini
Scendendo nel dettaglio dico: bene, se l'unico documento ufficiale che fa legge è quello sopra citato, significa che esiste un "vuoto normativo", in questo caso una ampia categoria di sportivi non contemplata nella legislazione. Perchè un cicloamatore che si prepara per affrontare le prove sportive, non competitive, che si è prefisso (il nostro Beppugrillo che vuole piano piano affrontare tutte le salite alpine più importanti, inserendole in giri che gli diano "soddisfazione" sportiva, e non la semplice ascesa-discesa) non sta evidentemente utilizzando la bici a fini motori, ma a fini sportivi. E in realtà, mi pare evidentemente, anche al senso comune, errato, equiparara l'attività di Beppugrillo, con quella della sopracitata Sciura Maria che va a far la spesa (bici utilizzata non al fine di migliorare la prestazione nel relativo sport, ma solo al fine di spostarsi da un luogo all'altro, facilmente raggiungibile, ovvero l'attività semplicemente motoria) .
Questa categoria cicloamatoriale (molto vasta per altro) di persone che fanno realmente sport e che altrettanto realmente non partecipano a competizioni (dunque non ci sarebbe un motivo per non chiamarli "sportivi non agonisti") non è assimilabile nè a chi fa semplice "attività motoria", nè, secondo me contro logica, alla categoria di sportivi non agonisti come ( e aggiungo: chiaramente per altri fini- il legislatore non si era posto il problema in seguito presentatosi, di definire precisamente tutti i ciclisti) definita sopra.
DI conseguenza non credo sia realisticamente corretto, costringere costoro ad assimilarsi, con tutti gli oneri economici del caso, sostanzialmente alla categoria di chi si cerca una squadra, ovviamente per correre.
Per quanto riguarda le varie normative che vorrebbero regolare l'attività cicloamatoriale su strada:
io penso che chi le ha stese non abbia mai in realtà inforcato in vita sua una bicicletta. Ma questo non è certamente una colpa.
Come tentavo dij spiegare sopra, non è certo in questione se sia legale o meno sanzionare il ciclista che passa col rosso. Certamente lo è.
Tuttavia, per fortuna, la quasi totalità delle forze dell'ordine è gente di viva intelligenza e buon senso, capace di distinguere
ciò che è realmente pericolo, o dannoso alla comunità , e ciò che non lo è.
Per fortuna, di conseguenza, chiudono un occhio sul ciclista che a 5 all'ora, dopo aver ben guardato dovunque, attraversa l'incrocio col rosso: in vent'anni che vado in bici, ne ho sentite e viste di tutti i colori, ma mai sentito di una incidente causato da un ciclista che passasse col rosso, proprio mai.
Per fortuna anche chiudono un occhio sul ciclista che passa per 50 metri sul marciapiedi, a passo d'uomo, senza minacciare o investire chicchessia, anche lì può dare fastidio all'invidioso, ma causare danni pressochè impossibile .
Per fortuna, lo stesso fanno col ciclista sulla strada provinciale, anche se a distanza di 50 metri , nel bosco, per metà sterrata, e per metà intersecata da altre vie con precedenza, esiste una ciclabile, evidentemente non molto adatta, anzi piuttosto pericolosa, per la pratica sportiva del ciclismo su strada.
Parimenti chiudono un occhio su chi transita a piedi su una pista ciclabile, o su chi stando bene attento alla guida, passa a 50 cm. dal ciclista, magari scusandosi, visto che dalla parte opposta veniva un camion e non era proprio possibile invadere l'altra corsia.
Capire il significato del concetto che "il sabato è fatto per l'uomo, e non l'uomo per il sabato", mi pare il segno della basilare intelligenza, necessaria alla convivenza civile.
PS: con la totalità del mondo impegnata in logorantissime discussioni via Whatsapp, assolutamente non interrompibili nemmeno alla guida, ci mancherebbe che non mi fossi dotato di illuminazione andando in bici. Se potessi metterei anche un faro, sul sellino.
PS2: il campanello, giusto per rimanere in tema di legislatori di ciclismo mai saliti su una bici, è totalmente inutile e rendersi udibile all'automobilista o camionista, se non con i pedoni, sulle piste ciclabili perennemente invase.
PS3: che l'auspicio di targare il ciclista non sia semplicemente e unicamente un tentativo di fargli contribuire alla spesa pubblica potendolo sanzionare nel minimo dettaglio, non credo lo potrò mai credere...
spero di non essere risultato eccessivamente sgradevole.