Oggi volevo parlare del tasso di crescita della Russia.
Tutto inizia circa un mese fa quando l'FMI ha pubblicato come al suo solito le previsioni di crescita di tutti i paesi del mondo.
In questa occasione ha rivisto anche i dati per la Russia ed è arrivato alla conclusione che il pil russo dovrebbe essere sceso del 2,2% nel 2022 e che molto probabilmente salirà dello 0,3% nel 2023.
Se i numeri fossero effettivamente questi l'unica conclusione che si potrebbe trarre è che l'economia russa è molto più forte di quanto avessimo pensato e che le sanzioni non funzionano.
E questo è per l’appunto quanto sostiene la propaganda filorussa.
Ma c'è un problema: i numeri dell'FMI non hanno nessun valore.
Spieghiamo per bene la questione perché se non rappresentasse l’ennesima caporetto della nostra informazione, oltre che dell’FMI, sarebbe anche una storia divertente.
E per farlo leggiamo attentamente questo articolo pubblicato due settimane fa dalla rivista Fortune, qui
https://fortune.com/2023/03/06/imf-naiv ... tQIbouNPTE
L'articolo in questione è un commento sulle previsioni dell’FMI per la Russia fatto da tre economisti diversi e molto famosi, specializzati sulle economie emergenti.
La loro analisi parte da una domanda fondamentale: come ha fatto l'FMI ad arrivare ai numeri presentati sulla Russia?
Per rispondere hanno fatto una cosa semplicissima: hanno contattato il desk dell'FMI che si occupa del paese in questione e hanno fatto proprio questa domanda.
Risposta: l'FMI ha preso i dati ufficiali del governo russo e li ha banalmente riportati come sua previsione.
La domanda allora diventa questa: perchè l'FMI ha riportato i dati ufficiali russi senza analizzarli?
Risposta:
perchè Putin dopo lo scoppio della guerra con l'Ucraina e le sanzioni verso il suo paese ha ordinato di non pubblicare più nessuna statistica economica.
La Russia in sostanza non fornisce all'FMI e a nessun altro soggetto dati economici aggiornati, che non siano ovviamente quelli forniti dal governo stesso, ovvero Putin.
E quando parliamo di nessun dato, si intende
proprio nessun dato.:
oltre il pil e l'inflazione, il blocco sull'aggiornamento non proveniente dal governo dei dati russi va dai flussi di capitale ai dati mensili sulla produzione e vendita di gas e petrolio, dalla situazione finanziaria delle maggiori imprese del paese ai dati sugli aggregati monetari della banca centrale, dal valore aggiunto delle imprese ai prestiti bancari, il tutto passando dai dati sul trasporto aereo.
Putin ha bloccato la pubblicazione di ogni tipo di statistica economica.
I numeri li può dare solo lui.
L'FMI quindi, non avendo a disposizione nessun dato aggiornato e indipendente, non ha potuto analizzare l'economia russa e ha pubblicato i dati che Putin stesso ha fornito.
Da qui la crescita dell'economia russa per quest'anno.
Tutto bene allora?
Beh no.
I dati che Putin fornisce sono delle patacche senza alcun valore.
E paradossalmente che sia così ce lo dice la Russia stessa, ovviamente non nelle parole di Putin.
Infatti un numero è in realtà sfuggito alle maglie della censura russa ed è la previsione di crescita per il 2023 fornita dalla Banca centrale Russa, che ricordiamo è guidata da Elvira Nabiullina, forse l'unica persona in Russia che per prestigio personale ha la libertà di dire a Putin, chiaramente solo in ambito economico, non tanto la verità, ma ciò che lui non vuole sentirsi dire.
Comunque, la previsione della banca centrale russa parla di una discesa dell'economia dell'1,5% anche nel 2023.
Siamo abbastanza distanti quindi dal dato dell'FMI e di Putin di una crescita dello 0,3%.
Ma anche questo valore molto probabilmente è aggiustato.
E qui gli economisti dell'articolo di Fortune provano ad andare oltre cercando di ricostruire la situazione in cui si trova l'economia russa.
Ora, come detto e data la mancanza di dati ufficiali capire cosa sta succedendo è difficile, ma non è impossibile.
Il motivo è semplice: Putin può falsificare ad esempio la pubblicazione dei dati russi sull'import di un bene dal paese X, ma non può falsificare la pubblicazione del dato dell'export del bene X verso la Russia da parte del paese esportatore.
Partendo allora dai numeri di chi ancora lavora con la Russia, si è trovato che le imprese occidentali che hanno chiuso ogni rapporto con la Russia rappresentavano una quota pari al 40% del pil russo.
Non solo: i guadagni russi dall’export di gas e petrolio molto probabilmente si sono ridotti di 500 milioni al giorno.
Valore che sembra piccolo, ma se rapportato dal dato giornaliero a quello annuale, ci parla di un mancato guadagno in un anno di almeno 180 miliardi di dollari.
Infine, interi settori industriali molto probabilmente sono collassati, con tassi di diminuzione della produzione che arrivano anche a -90%.
Tutto questo porta a conclusione molto diverse da quelle che Putin spaccia all’occidente compiacente e all’FMI.
Come possiamo leggere infatti qui
https://www.consilium.europa.eu/en/info ... n-economy/ analisi realmente indipendenti parlano di una discesa dell’economia russa del 3,5% e del 3,9% secondo la World Bank e l’Oecd per il 2022 e una ulteriore discesa altrettanto rilevante per il 2023, con rispettivamente un -3,3% per la World Bank e addirittura un -5,6% per l’Oecd.
La ragione del peggioramento dell’economia russa nel 2023 rispetto al 2022 è data dal fatto che la maturazione della forza delle sanzioni occidentali si avrà proprio durante quest’anno.
Non è perciò un caso che la Russia chieda come precondizione a ogni possibile dialogo di pace la cancellazione delle sanzioni.
Lungi dal far male all’occidente senza intaccare la forza russa, i numeri reali e non frutto della propaganda mostrano una Russia economicamente devastata dalle sanzioni.
Se queste non verranno tolte è probabile che anche in presenza di un cessate il fuoco in Ucraina, l’economia russa non tornerà al livello del 2021 prima del 2030.
E se consideriamo il fatto che il livello del 2021 era inferiore a quello del 2013, grazie alle sanzioni occidentali l’economia russa è stata di fatto messa in una stasi economica che si avvia a diventare perenne.
A questo punto l’unica domanda a cui bisogna rispondere non è tanto perché la classe intellettuale e giornalistica occidentale non hanno indagato sulla serietà dei numeri forniti dall’FMI, ma perché l’FMI ha di fatto adottato la propaganda di Putin come sua linea previsiva ufficiale per la Russia senza avvertire di questo problema?
Gli economisti di Fortune non sanno dare una risposta e nemmeno noi nel nostro piccolo.
L’unico aspetto che possiamo ricordare a questo punto è semplicemente questo: se la Russia sta chiaramente perdendo la guerra combattuta sui campi di battaglia in Ucraina e quella contro le sanzioni occidentali, c’è invece un'altra guerra che sta vincendo a mani basse.
Questa guerra è quella della propaganda.
L’Italia e una parte non piccola dell’occidente si sono dimostrate fortemente permeabili alla propaganda russa e tutto questo rappresenta un gravissimo problema per la democrazia e la libertà dell’Italia e dell’occidente in generale.
Massimo Fontana